Prosiel Tour 2021: 9 tappe digitali di Orizzonti verticali

Con la delibera 467/2019/R/eel, Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha istituito, fino al 31 dicembre 2022, una regolazione sperimentale per incentivare l’ammodernamento delle colonne montanti dei condomini costruiti prima del 1985.

Per presentare il meccanismo della delibera, Prosiel (Associazione senza scopo di lucro per la promozione della sicurezza e dell’innovazione elettrica), in collaborazione con il CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano, organizza – un modalità virtuale – il Prosiel Tour 2021 “Orizzonti verticali”.

Si tratta di 9 Webinar – dedicati a ruoli, responsabilità e obblighi degli attori nel condominio – dal titolo “Gli impianti elettrici nelle parti comuni degli edifici: ruoli, responsabilità e obblighi”.

Le tematiche affrontate nei 9 webinar

Ogni webinar del tour Prosiel 2020 riunisce Amministratori di Condominio, Normatori, Vigili del Fuoco e Avvocati. Verranno affrontate le seguenti tematiche:

Come partecipare a Prosiel Tour 2021 “Orizzonti verticali

I Webinar si svolgeranno dalle 9.00 alle 12.45 e nel pomeriggio ci si potrà confrontare con i relatori e visitare lo spazio espositivo Area Expo interfacciarsi con i referenti commerciali e tecnici di zona. Per l’occasione è stata implementata una nuova piattaforma che permetterà sia seguire l’evento, sia di interagire con i relatori e gli sponsor nell’Area Expo.

Per questo motivo, il tour è stato suddiviso in aree geografiche: si parte il 12 marzo per i partecipanti di Lazio e Sardegna e il 26 marzo per i partecipanti dalla Lombardia.
Per ricevere l’invito alla tappa è necessario iscriversi su www.prosieltour.it.  A questo link il calendario completo.

Questi webinar danno diritto all’attribuzione di 3 CFP come Formazione Continua dell’Ordine dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati e 3 CFP per Ingegneri con delibera del CNI in data 12/02/2021 – Categoria crediti: Convegno.

Stop ai distributori di benzina a Petaluma, in California

In California c’è una piccola città, Petaluma, che punta a un primato: essere la prima a vietare la costruzione di nuovi distributori di benzina.
Detto così può sembrare eccessivo, soprattutto per un paese che fa della libertà imprenditoriale un punto di forza.

Occorre però precisare che in questa città di circa 60.000 abitanti e poco più di 36 km quadrati, ci sono già 16 distributori “tradizionali” operativi.
Il Comune ha perciò deciso che non solo non ne verranno costruite altre, ma anche nel caso una di queste dovesse chiudere, non verrà sostituita e non verranno aggiunte pompe di benzina a quelle esistenti.
Sarà possibile, invece, installare colonnine di ricarica per auto elettriche.

Stop ai distributori di benzina

Petaluma ricarica auto elettrica

In tutto il paese il numero di distributori di benzina è comunque in calo da un po’ di tempo, visto che grandi aziende come Costo, Sam’s Club e Safeway (alcune delle principali catene della grande distribuzione) hanno aggiunto stazioni di servizio ai propri negozi con prezzi più convenienti e limitando, di fatto, il business delle stazioni “tradizionali”.

Un altro dettaglio che spesso viene sottovalutato riguarda la bonifica dei terreni.
Le stazioni di servizio hanno serbatoi di stoccaggio sotterranei che possono rompersi e lasciar fuoriuscire il carburante, inquinando il suolo e le falde acquifere. Una volta chiuse le stazioni, occorre provvedere alla bonifica del terreno prima di potervi costruire sopra. Negli Stati Uniti al momento sono 450.000 i siti cosiddetti brownfield, cioè terreni che attualmente non sono in uso e che potrebbero essere contaminati, e secondo una stima la metà pare siano contaminati dal petrolio dei serbatoi sotterranei nelle stazioni di servizio abbandonate.

Petaluma, un esempio da seguire

La California è già intenzionata a vietare la vendita di nuove auto a combustione interna a partire dal 2035, e questo passo della cittadina di Petaluma potrebbe agevolare una transizione più rapida ai veicoli elettrici.
Il divieto permanente alle stazioni di servizio di Petaluma è un segno che questo cambiamento è possibile, anche se in realtà la stessa città non rappresenta di per sé un “modello green”.

“In realtà siamo ancora indietro rispetto a quanto fattibile e a quanto stanno già facendo altre comunità. – conferma D’Lynda Fischer, Consigliera Comunale di Petaluma – Non abbiamo autobus elettrici, non abbiamo una flotta elettrica nella nostra città, abbiamo appena comprato la nostra prima auto elettrica”.
Ora, però, i residenti della contea di Sonoma sperano che altri possano guardare a Petaluma come esempio per convincere altri governi locali ad approvare divieti simili.

“Spero che tutti seguano l’esempio”, ha concluso D’Lynda Fischer.

Easy UPS 3L trifase, gamma estesa da 250 a 600 kVA

Easy UPS 3L trifase Schneider Electric

Schneider Electric ha annunciato l’ampliamento della gamma di Easy UPS Trifase 3L da 250 kVA a 600 kVA (400V) con nuovi UPS da 250, 300 e 400 kVA.
E’ un dispositivo che semplifica e ottimizza la configurazione e l’assistenza offrendo un’elevata disponibilità e prevedibilità per edifici a uso commerciale di medie e grandi dimensioni e per applicazioni UPS industriali leggere.

Questo UPS si presenta con un ingombro compatto, un design ridondante ma soprattutto con robuste specifiche elettriche, indispensabili per protegge le apparecchiature critiche in ambienti industriali eterogenei.

Presenta una efficienza del 96% e include un’ampia gamma di tensione di batterie così da soddisfare diverse configurazioni. Prevede inoltre molte opzioni e viene venduto con una serie di accessori che semplificano la sua integrazione in ambienti diversi.

Easy UPS 3L, versatile e modulare

Vista l’ampia possibilità di configurazione, i clienti possono beneficiare del servizio di assistenza alla scelta e alla configurazione del modello più adatto.
È possibile grazie alla rete di partner specializzati presenti su tutto il territorio, che sono in grado di offrire assistenza e servizi a supporto durante il suo intero ciclo di vita; come il servizio di start-up incluso, che garantisce che Easy UPS 3L sia configurato in modo corretto per ottenere le migliori prestazioni.

Semplice nell’installazione, utilizzo e manutenzione, Easy UPS 3L offre resilienza in ambienti difficili con filtro antipolvere sostituibile e protezione per i sovraccarichi.

Si configura inoltre in modo facile, consentendo di risparmiare sugli investimenti CapEx, e consente un facile monitoraggio e la gestione con la suite software basata su cloud di EcoStruxure TM IT acquistando la scheda di rete opzionale.

Non ultimo, possiede un’architettura versatile: è possibile installare fino a cinque UPS in parallelo.

Driver lumDATA: tutto il DALI che serve

Luce intelligente non significa solo controllo dell’impianto: le tre specifiche DALI applicate ai LED driver lumDATA aprono la strada per un utilizzo avanzato e intelligente dei dati. Verso soluzioni illuminotecniche più efficienti, negli edifici pubblici come in ambito privato e industriale.

La nuova etichetta Tridonic integra infatti gli elementi chiave dello standard D4i: DALI-2 part 251, DALI-2 part 252 e DALI-2 part 253. A cosa servono? I sistemi di illuminazione implementati con questi driver memorizzano e trasmettono le informazioni operative e di consumo. I facility manager migliorano così la gestione energetica, la diagnosi di errori e la manutenzione degli impianti. Non solo, i driver lumDATA consentono ai clienti Tridonic di partecipare agli appalti in conformità agli attuali requisiti.

Driver lumDATA: cosa dicono le 3 specifiche DALI

I driver lumDATA integrano le specifiche industriali D4i necessarie per buona parte dei progetti. In concreto, le soluzioni illuminotecniche smart semplificano notevolmente programmazione e manutenzione dei corpi illuminanti. Inoltre, si registrano con maggiore facilità i dati relativi al funzionamento dei sistemi. Vediamo i risvolti tecnici e operativi di questa innovazione.

DALI-2 part 251 identifica il corpo illuminante

La specifica DALI-2 part 251 agevola l’assegnazione dei corpi illuminanti in fase di installazione, durante il funzionamento e nell’asset management. Il produttore implementa questi dati direttamente sulla lampada, rendendoli così consultabili tramite software.

Le principali informazioni riguardano:

Insomma, ecco i presupposti per un monitoraggio efficiente, ma soprattutto per una gestione del cantiere più semplice e puntuale.

Driver lumDATA: i dettagli delle tre specifiche DALI

Monitoraggio energetico con DALI-2 part 252

I driver lumDATA di Tridonic memorizzano e trasmettono in formato standard anche i dati energetici. Ovvero potenza attiva, potenza apparente, energia e carico di ogni apparecchio che compone il sistema. In questo modo, gli utenti possono controllare il consumo energetico dell’intero impianto illuminotecnico e prendere eventuali decisioni in merito.

DALI-2 part 253: tutti i dati diagnostici

La terza specifica DALI si riferisce alla diagnostica: le ore di funzionamento, la temperatura del driver di ogni apparecchio e altri parametri di sicurezza. Ciò serve ad agevolare la gestione dei reclami e a individuare gli errori negli apparecchi difettosi (es. sovratensione o sovratemperatura). Una caratteristica importante, che schiude nuovi orizzonti di manutenzione preventiva.

Luce sempre più connessa con i driver lumDATA

“I nostri clienti possono offrire soluzioni competitive, meno complete di quelle possibili con il driver D4i, ma comunque dotate di tre specifiche aggiuntive rispetto ai dispositivi tradizionali”, riassume Jan Schrottenholzer, Segment Manager Office & Education di Tridonic.

In futuro, poi, sarà più semplice e immediato pianificare azioni di manutenzione preventiva, per garantire continuità ed efficienza agli impianti. Questo tramite la lettura delle informazioni su un control display oppure su PC e tablet (tramite gateway). Nella dashboard, gli utenti visualizzeranno tutti i dati identificativi, i parametri del monitoraggio energetico e i segnali legati alla manutenzione del sistema di illuminazione.

Laser+, proiettori adatti anche alle riprese televisive

Proiettore Led Laser+

Grazie alla pluridecennale esperienza di Performance In Lighting nella illuminazione professionale, nella conoscenza delle normative nazionali e internazionali, l’innovativa serie Led Laser+ supporta i più recenti requisiti per le riprese televisive e consente utilizzi puntuali e pertinenti in ambienti professionali e sportivi.

Il nuovo Laser+ è infatti broadcast-ready e trova la sua migliore espressione nei progetti più impegnativi. Non solo le aree delle grandi competizioni sportive internazionali, ma anche all’interno di aeroporti, porti, terminal marittimi, aree logistiche e in generale nelle grandi aree, che rappresentano il suo naturale contesto di utilizzo essendo in grado di offrire il livello di illuminazione ideale in ogni condizione di luce.

Laser+, una gamma Led ottimizzata

Questa gamma di proiettori professionale ad alta potenza proposta da Performance In Lighting si distingue immediatamente per prestazioni, leggerezza, esposizione al vento limitata a multi-moduli direzionabili singolarmente. Inoltre, qualora sia richiesta anche la resistenza a una temperatura ambiente particolarmente gravosa, le versioni Laser+ Extreme garantiscono prestazioni ottimizzate senza ricorrere alla dimmerazione.

Più mobilità elettrica nel PNRR? 15 proposte concrete

La giusta spinta, per la decarbonizzazione italiana, viene dal trasporto sostenibile. Ma il ruolo della mobilità elettrica nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Rilancio) attualmente in discussione sembra ancora piuttosto defilato.

Ecco perché MOTUS-E ha sottoposto al Governo italiano una serie di proposte per il reindirizzamento delle misure stanziate dal Recovery Plan. Un netto cambio di prospettiva orientato ai principi del Next Generation EU e alle relative ricadute economiche e occupazionali degli spostamenti green per il nostro sistema-Paese.

Mobilità elettrica nel PNRR: la strategia

Il percorso sostenibile della mobilità italiana si intreccia con lo sviluppo di tre elementi essenziali: energie rinnovabili, elettrificazione ed economia circolare. Si tratta infatti di un miglioramento tecnologico ineludibile, sia per il contributo alla decarbonizzazione dei trasporti, favorita dalla crescita della produzione da fonti rinnovabili, sia per il miglioramento della qualità dell’aria nelle nostre città. Sempre in ambito urbano, investire nel full electric significa decongestionare il traffico e favorire digitalizzazione, car sharing e mezzi pubblici green.

Per costruire dunque una nuova “Civiltà della Mobilità”, l’associazione lancia una “volata” da 18,71 miliardi di euro. Investimenti immediatamente destinabili a interventi concreti, entro il 2026, ripartiti secondo le tre direttrici del “Tavolo Automotive” del MISE:

“L’Italia, come produttore di mezzi ma anche e soprattutto come esportatore di componenti per l’automotive deve investire oggi in questa transizione”, leggiamo nell’introduzione del documento “La grande occasione per la mobilità a zero emissioni”. Una visione strategica, moderna e sostenibile della mobilità, da raggiungere attraverso 15 misure da rimodulare nello schema del PNRR.

15 misure per un trasporto a zero emissioni

Eccoci alla vera e propria pars construens dell’iniziativa. Tutti gli interventi hanno lo scopo di liberare risorse private, con azioni diffuse e distribuite sul territorio, con il coinvolgimento delle imprese italiane. In che modo? Attraverso riforme e target volti ad accompagnare gli investimenti in mobilità elettrica su tutti i fronti, dalle pubbliche amministrazioni al mondo industriale. Tradotte da MOTUS-E in 15 misure che attraversano le tre direttrici economiche sopra citate.

Le 5 priorità della domanda

La prima parte contiene le seguenti proposte per accrescere la domanda di mobilità green:

Implementare l’infrastruttura in 3 mosse

L’altro nodo da sciogliere riguarda l’infrastruttura di ricarica (IdR) sul territorio italiano. MOTUS-E parte dal rafforzamento dei fondi per la rete ad accesso pubblico. Strategia attuabile solo tramite un’apposita deroga alla normativa sugli Aiuti di Stato, come già fatto dalla Germania. Questo consentirebbe di erogare i fondi del PNIRE (Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica) mediante un cofinanziamento diretto agli operatori di mercato.

Seconda proposta, lo stanziamento di incentivi per l’acquisto e l’installazione di IdR private in edifici residenziali e parcheggi aziendali. Altrettanto importante, infine, il trasporto su acqua, con l’elettrificazione delle banchine per cold ironing e ricarica dei natanti.

Offerta: 7 punti per R&D, formazione e digitalizzazione

L’iniziativa per la mobilità elettrica nel PNRR si conclude con le misure legate a:

Perché spingere la mobilità elettrica nel PNRR

A fronte di una crescita ormai certa in tutto il mondo, l’Italia non può permettersi di ignorare le opportunità generate dalla mobilità elettrica nel contesto del PNRR. “Se non saremo in grado di supportare la crescita di una filiera nazionale dell’automotive, che già presenta competenze di valore – si legge nel documento -, perderemo quote di mercato a favore di competitor europei. Situazione che porterà alla progressiva riduzione dei posti di lavoro ad alto valore aggiunto legati alla mobilità elettrica”.

Per far rientrare questo realistico allarme, servono dunque misure concrete e ancorate alle dinamiche del mercato locale. Solo così, secondo MOTUS-E, si potrà indirizzare il nostro Paese verso una mobilità sostenibile a tre dimensioni: ambientale, sociale ed economica.

Energie rinnovabili, intervista a Valerio Natalizia di SMA Italia

SMA Italia è un’azienda parte del gruppo SMA Solar Technology AG, realtà di riferimento nel settore degli inverter fotovoltaici, dei sistemi energetici integrati e dei relativi sistemi di accumulo.

Il portafoglio di SMA comprende dunque un’ampia gamma soluzioni di sistema complessive per impianti fotovoltaici di qualsiasi classe di potenza, sistemi di gestione energetica intelligenti e soluzioni di accumulo a batteria, di inverter solari così come di soluzioni globali per applicazioni ibride FV-diesel.

Completano l’offerta altri servizi quali, ad esempio, i servizi energetici digitali e di gestione e manutenzione per centrali fotovoltaiche.
Un pacchetto completo, dunque, capace di rispondere alle necessità di un settore in forte sviluppo.

Un 2021 in crescita per SMA Italia

Valerio Natalizia_Regional Manager Sud Europa
Valerio Natalizia, Valerio Natalizia Regional Manager Sud Europa SMA Italia

Dopo un 2020 difficile per tutti, il 2021 si presenta ricco di opportunità. La conferma arriva anche da Valerio Natalizia, Valerio Natalizia Regional Manager Sud Europa di SMA Italia.

“Il Consiglio di Amministrazione di SMA prevede un aumento di fatturato, che dovrebbe collocarsi fra 1.075 e 1.175 milioni di euro. Gli incrementi più importanti provengono dall’ulteriore crescita attesa dell’area europea e americana e del mercato dei sistemi di accumulo. SMA ha già un ottimo posizionamento sul mercato e può trarre un nuovo vantaggio da questo sviluppo, consolidandolo ulteriormente. Inoltre, il Consiglio di Amministrazione promuove, nell’ambito della strategia SMA 2025, l’ulteriore sviluppo del portafoglio prodotti, finalizzati alla creazione di sistemi per l’approvvigionamento di energia decentralizzata. Per quanto riguarda la filiale italiana, prevediamo una crescita di almeno il 20% rispetto allo scorso anno“.

Sono diversi i fattori che stanno contribuendo a questo trend: sicuramente il Superbonus 110%, che rappresenta un segnale importante da parte delle istituzioni e che fungerà da forza motrice per la crescita del mercato, e in particolare per il settore residenziale, che in Italia ancora fatica a decollare come in altre nazioni del Nord Europa.

“Auspichiamo, ovviamente, che l’estensione del Superbonus anche oltre il 2022 consenta il massimo sfruttamento di questa agevolazione. – aggiunge Natalizia – Con il mio gruppo di lavoro Sviluppo Tecnologico e Normative dell’associazione nazionale di riferimento per il fotovoltaico Italia Solare, ho l’obiettivo di essere parte attiva nello sviluppo delle normative tecniche nel settore. Inoltre, la recente notizia sulla creazione del Ministero per la Transizione Ecologica getta le basi per quella che potremmo definire una radicale svolta per l’Italia, che dà sempre più spazio alle energie rinnovabili nelle sue diverse applicazioni”.

SMA 110 Energy Solution, un’offerta completa

Uno dei punti di forza di SMA è l’offerta non solo di prodotti ad elevata tecnologia, ma anche di soluzioni complete e chiavi in mano per soddisfare le esigenze di utilizzatori di ogni tipo.

SMA 110 Energy Solution rientra in questa categoria. Si tratta di una soluzione integrata, sviluppata per ottimizzare il dialogo tra impianto fotovoltaico e domotica, che comprende il dispositivo Sunny Home Manager 2.0 per garantire una gestione intelligente di tutti i flussi energetici domestici, il sistema di accumulo per impianti residenziali ad alto voltaggio costituito da inverter Sunny Boy Storage 3.7, batteria ad alto voltaggio LG Chem e il sistema di ricarica per i veicoli elettrici SMA EV Charger.

SMA 110 Energy Solution

Poiché una migliore integrazione con tutti i dispositivi domestici incrementa l’efficienza complessiva dell’impianto, SMA ha stretto una partnership con Vaillant, che fornisce pompa di calore e caldaia a condensazione per riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria.

Uno dei valori aggiunti di SMA 110 Energy Solution è la domotica: il sistema di gestione energetica Sunny Home Manager, dotato del protocollo di comunicazione EEBus, consente il dialogo di tutti gli elettrodomestici e i dispositivi connessi alla rete, identificando il consumo energetico di ognuno e il momento in cui è possibile attivarli sfruttando l’energia solare dell’impianto o quella stoccata nella batteria.

Il protocollo di comunicazione permette di ottimizzare il dialogo a partire, ad esempio, dall’analisi delle condizioni meteo oppure dal costo dell’energia elettrica in ogni preciso istante.

A partire da questi dati sull’energia a disposizione e, sfruttando ogni informazione sulle condizioni atmosferiche e sul prezzo dell’energia, Sunny Home Manager stabilisce quando e se attivare la pompa di calore e la caldaia a condensazione per svolgere le sue funzioni di riscaldamento, raffrescamento o produzione di acqua calda sanitaria. In questo modo, il Sunny Home Manager 2.0 consente a tutti i dispositivi della casa di dialogare tra loro, e al sistema di direzionare i flussi energetici dell’impianto a seconda del consumo di ognuno di essi, favorendo autoconsumo e risparmio economico.
Il cliente finale potrà così beneficiare dei vantaggi della casa intelligente, grazie a un dialogo efficace tra tutti i dispositivi che la compongono.

I capisaldi della Smart Home sviluppata da SMA non sono solo l’eccellenza dei prodotti di questa soluzione, ma anche i servizi di progettazione nella fase di pre-vendita, e l’assistenza tecnica post-vendita. Inoltre, per arricchire l’offerta di SMA 110 Energy Solution, l’azienda ha stretto accordi strategici con partner tecnologici e finanziari leader di mercato, così da garantire al cliente la massima semplificazione dell’iter burocratico, oltre al comfort e al risparmio economico.

Accumulo di energia: il Libro Bianco 3.0 detta regole e opportunità

Laccumulo elettrochimico di energia. Nuove regole, nuove opportunità. L’edizione 3.0 della pubblicazione coordinata da Anie Energia e RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), presentata in webinar nei giorni scorsi, si colloca in un contesto italiano molto dinamico, sia nella normativa sia nei movimenti del mercato.

Insieme ai driver della decarbonizzazione, che guidano il passaggio alle fonti rinnovabili e lo sviluppo della mobilità sostenibile, si avverte forte e chiara la necessità di analizzare prestazioni, costi ed efficienza dei sistemi di accumulo. Perché anche dalla loro evoluzione dipenderà il successo transizione energetica.

Perché un terzo volume sull’accumulo di energia

Rispetto alle precedenti pubblicazioni (2015 e 2017), il mercato italiano degli accumuli è decisamente cambiato. La maturità tecnologica e la riduzione dei costi, da un lato, e la progressiva capacità del sistema elettrico di adeguarsi alle innovazioni tecnologiche, dall’altro, delineano una prospettiva di sviluppo più realistica ed efficace.

Il Libro Bianco porta all’attenzione temi di crescente interesse, come lo sviluppo di impianti ibridi a ciclo combinato, le comunità energetiche e il vehicle-to-grid

“L’accumulo di energia vedrà nei prossimi decenni un’imponente mole di investimenti – si legge nell’executive summary del Libro Bianco 3.0 -. Ciò avverrà in tutti i sistemi elettrici che stanno attuando una forte azione di sostituzione delle fonti fossili con fonti rinnovabili aleatorie, sostanzialmente sfruttando le fonti solare ed eolica”. Quando la capacità produttiva degli impianti green raggiunge – o addirittura supera – il carico medio sulla rete, è indispensabile “spostare” l’energia di alcune ore per non sprecarne il grande potenziale rinnovabile. Inoltre, la minore partecipazione degli impianti termoelettrici sottrae risorse di flessibilità, necessarie al bilanciamento produzione-consumo. Anche qui, la soluzione più affidabile si chiama energy storage. In Italia, poi, il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) lancia anche la sfida di 10 GW di nuovi sistemi di accumulo: 4 sotto forma di batterie di piccola taglia e il resto suddiviso fra pompaggi e sistemi elettrochimici di grandi dimensioni.

A fronte di tutto questo, come va il mercato dell’accumulo? ANIE Energia e RSE osservano una crescita ancora troppo lenta. I costi e il quadro regolatorio non rendono attraenti gli investimenti, eccezion fatta per un numero limitato di situazioni. Ecco perché approfondire i diversi modelli di business che delineano le applicazioni dell’accumulo elettrochimico nel nostro sistema elettrico.

Accumulo di energia: la copertina del Libro Bianco 3.0Il potenziale degli accumuli in 8 punti

La “mission” del Libri Bianco 3.0 si traduce in un’analisi dettagliata delle opportunità di questa tecnologia in tutte le sue declinazioni, mobilità elettrica e vehicle-to-grid compresi. Un cambio di paradigma che coinvolge gli operatori di generazione (da rinnovabili, ma anche da combustibili fossili) i singoli utenti finali e l’autoconsumo collettivo.

Il tutto, suddiviso in 8 capitoli corrispondenti ai punti chiave di questa evoluzione:

Viste le tecnologie e gli attori in campo, sembra ragionevole aspettarsi una maggiore diffusione dell’accumulo di energia. A fare la differenza, le economie di scala generate dall’ulteriore ribasso dei costi, la definizione di un quadro normativo più solido e l’ingresso di nuove politiche incentivanti.

Car sharing elettrico a San Giuliano Milanese: parte il servizio E-Vai Public

Sono 40 i Comuni lombardi che hanno adottato il servizio di car sharing elettrico E-Vai Public che prevede la condivisione di vetture elettriche tra Amministrazioni comunali o enti pubblici e cittadini in fasce orarie distinte e compatibili tra loro.

Sono due le auto E-Vai che vengono utilizzate dal Comune dal lunedì al venerdì fino alle 18, mentre negli orari di chiusura e nei fine settimana sono a disposizione dei cittadini. La postazione delle auto è in via De Nicola, davanti al Comune: sono 4 stalli di cui 2 dedicati a E-Vai.

auto elettrica E-Vai per il car sharing elettrico

E-Vai Public rappresenta un’innovazione lombarda nel campo della sharing mobility perché consente sia di sostituire le vecchie auto con auto elettriche abbattendo l’impatto ambientale sia di offrire un servizio ai cittadini. Nel territorio lombardo la richiesta di mobilità sostenibile è in forte crescita e questa soluzione di car sharing elettrico porta a una riduzione delle emissioni di CO2, a un aumento di vetture elettriche comunali sostenibili e a supportare la micromobilità tra centri abitativi e attività industriali.

“La mobilità sostenibile – spiega Marco Segala, sindaco di San Giuliano Milanese – rappresenta un importante asset per la nostra Amministrazione. Il nuovo servizio gestito da E-Vai, società del Gruppo FNM, ci consente di adottare un parco macchine ecologico, di introdurre nell’ente nuove prassi ecosostenibili e di offrire, al contempo, ai cittadini un’alternativa green per i propri spostamenti. Ci auguriamo che il servizio che partirà in via sperimentale in una sola zona della città, possa a breve arrivare a coprire anche le altre frazioni di San Giuliano”.

Gli Smart Building in Italia sono abbastanza smart?

Come è strutturato il mercato degli smart building in Italia? Quanta “vera” intelligenza c’è nei nostri edifici connessi? Qual è il potenziale delle tecnologie e dei servizi digitali? Lo Smart Building Report 2020 mette nero su bianco lo stato dell’arte di questo dinamico settore.

Rispetto alla prima edizione, ci sono conferme positive – gli investimenti viaggiano oltre gli 8 miliardi di euro -, ma anche ombre sulle quali riflettere. Sul volume complessivo registrato nel 2019, infatti, solo 2 miliardi di euro (il 25% degli interventi) riguarda soluzioni effettivamente smart. Ovvero impianti integrati che dotano l’edificio di intelligenza e autonomia di gestione. Inoltre, l’emergenza covid-19, nemmeno immaginabile all’epoca analizzata dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, sta rimescolando esigenze e tendenze di mercato.

Smart Building in Italia: gli investimenti 2019I 4 pilastri degli edifici intelligenti

Partiamo dal contesto. Cosa deve integrare un edificio per essere davvero smart? In queste strutture, gli impianti sono gestiti in maniera automatizzata, attraverso un’infrastruttura di supervisione e controllo. Questo al fine di minimizzare il consumo energetico e garantire comfort, sicurezza e salute agli occupanti.

Come sono fatti gli smart building

Emergono dunque 4 componenti chiave, che accompagnano la seconda edizione dello Smart Building Report:

Valorizzare il potenziale

“Non è ben chiaro a tutti cosa si intenda per edifici intelligenti e quali e quanti vantaggi possano portare a chi li occupa – commenta Federico Frattini, vicedirettore dell’E&S Group del Politecnico di Milano -. Gli smart building hanno elevati protocolli in salute e sicurezza, delle persone e degli asset, e assicurano risparmio energetico, comfort e qualità di vita migliori. Tutti aspetti che la pandemia ha portato alla ribalta come essenziali”.

Abitazioni, uffici, centri commerciali, banche, ospedali, hotel: lo smart building in Italia è un ecosistema in grado di offrire diversi servizi

A ciò si unisce il tema di servizi offerti agli utenti, sempre più integrati e interattivi. Un fenomeno certamente molto interessante agli occhi del mercato, che sembra non averne ancora colto il grande potenziale.

Smart Building in Italia: vince l’energia

Entriamo ora nel vivo dei dati italiani. I 2 miliardi di investimenti realmente “intelligenti” del 2019 sono dominati dalla categoria building devices & solutions, con il 75% degli interventi. Il restante 25% è ripartito in modo omogeneo tra automation technologies (13%) e piattaforme di gestione e controllo (12%).

La prima voce vale anche il 69% degli investimenti totali (ovvero 5,5 su 8,2 miliardi di euro) ed è trainata soprattutto dal settore energetico (rinnovabili ed efficientamento), a quota 3 miliardi di euro. Seguono, più o meno alla pari, i building devices & solutions per comfort e sicurezza. Resta invece marginale – ma siamo ancora nel 2019! – il ruolo delle tecnologie legate alla salute.

Smart Building in Italia: Investimenti in Building Devices & Solutions
Smart Building Report: gli investimenti in Building Devices & Solutions

Vediamo i dettagli delle macro-categorie energy, safety, security, comfort e health, confrontando il peso degli interventi “intelligenti” sul totale.

Rinnovabili e integrazione

In Italia, nel 2019, si sono investiti circa 830 milioni di euro in impianti di produzione energia da fonti rinnovabili. Di questi, quasi l’80% riguarda il fotovoltaico, seguito dal solare termico, al 18%. L’abbinamento con i sistemi di accumulo risulta ancora limitato, anche se cresce dell’11% rispetto al 2018.

Ma il dato interessante riguarda la percentuale di “smartness” di questi sistemi. Il 100% degli investimenti in fotovoltaico associato a un sistema di accumulo sono realizzati in quest’ottica. Non si può dire lo stesso per le installazioni stand-alone, dove la digitalizzazione è praticamente nulla (5%). Nel complesso, tuttavia, possiamo parlare di un percorso avviato: oggi il 29,2% degli interventi è smart, rispetto al 3% del 2018.

L’efficienza energetica

Nel 2019, gli investimenti riferiti all’efficienza energetica negli edifici nel 2019 toccano quota 2,2 miliardi di euro. Oltre 1,5 miliardi riguardano le pompe di calore – nel 37% dei casi legate al riscaldamento -, mentre oscilla tra i 300 e i 400 milioni il volume d’affari delle chiusure vetrate e delle caldaie a condensazione. Il tutto senza grandi variazioni (+/- 1%) rispetto al precedente report.

Anche qui, tuttavia, l’intelligenza non basta. Solamente 565 milioni di euro sul totale della spesa sono relativi a sistemi smart (25,6%). Le percentuali oscillano dal 20-25% delle pompe di calore al buon 45% delle caldaie a condensazione.

Safety: antincendio e luce d’emergenza

Sui 345 milioni di euro spesi nel 2019 per le applicazioni safety degli edifici, 250 milioni (72%) sono relativi ai sistemi antincendio e 95 milioni, il restante 28%, riguarda l’illuminazione di emergenza. Nel primo caso, un quinto dei sistemi integra la sensoristica necessaria per monitorare le prestazioni degli impianti e una piattaforma di gestione dei dati. Meno rilevante, invece, la quota di investimenti in ottica smart della luce d’emergenza, il 10% del totale.

Smart building in Italia: quanto è smart la security
Smart Building Report: gli investimenti in ottica smart del comparto security

Quanto è digitale la security?

Gli investimenti nel comparto security ammontano a 730 milioni di euro. A trainare il settore la videosorveglianza, con una market share del 50%. Seguono dispositivi di antintrusione, con 183 milioni di euro, e serrature, con 169 milioni di euro.

La quota smart tocca in questo campo il 41% del totale, circa 298 milioni di euro. Domina la videosorveglianza (60%), mentre un impianto antintrusione su quattro è dotato di sensoristica (movimento, contatto e temperatura) e piattaforma di gestione. Restano indietro le serrature, con una “smartness” del 15%.

Smart Building in Italia: ecco la mobilità elettrica

Le tecnologie relative al comfort nel 2019 valgono circa 1,35 miliardi di euro. La maggior parte degli investimenti riguarda i sistemi di illuminazione (930 milioni), seguiti dalle forze motrici, ovvero ascensori e montacarichi.

Smart Building in Italia: ecco la mobilità elettrica
Smart Building Report: gli investimenti in ottica smart del comparto comfort

Ancora marginali, ma in crescita del 136% sul 2018, i punti di ricarica privati e privati ad accesso pubblico. Le auto elettriche vincono tuttavia la classifica dell’intelligenza: il 50% delle nuove installazioni in punti di ricarica può dirsi smart.

Qualità dell’aria? Un trend da seguire

Nel 2019, dunque in epoca pre-covid, il volume d’affari delle tecnologie per la cosiddetta Indoor Air Quality (IAQ) era di circa 16 milioni di euro. Di questi, circa 10 milioni di euro sono riconducibili a investimenti smart, circa il 65% delle unità installate. Un mercato davvero di nicchia, se comparato con la produzione di energia, ma dalle prospettive interessanti.

Le severe restrizioni degli ultimi mesi, infatti, hanno imposto ad aziende e cittadini l’adattamento a nuovi stili di vita. Cambiamenti che ci spingono a rivalutare l’importanza di un’aria salubre negli spazi interni. In questo contesto difficile, poi, molti operatori del settore stanno contribuendo alla “lotta” contro il virus con nuove tecnologie. Ma questa tendenza positiva è destinata a proseguire anche nel post pandemia.

Quale futuro per gli smart building in Italia

Cosa accadrà nei prossimi 5 anni? “Molto dipenderà dall’andamento del mercato immobiliare – conclude Frattini -. La penetrazione di tecnologie smart, è strettamente correlata allo sviluppo del comparto edilizio, che in Italia è molto più vecchio rispetto alla media europea. La realizzazione di nuovi edifici e la ristrutturazione di quelli esistenti, sono infatti al centro delle principali modifiche urbanistiche previste molte città italiane nel prossimo decennio. Interventi che fungeranno da traino al mercato degli smart building”.

Considerando diverse variabili – impatto del Covid-19, maturità tecnologica, sviluppi normativi, incentivi fiscali, propensione del mercato – l’E&S Group ha costruito tre scenari da qui al 2025:

Smart building in Italia: gli scenari futuri delle pompe di calore
Smart Building Report: le stime relative alle pompe di calore

Un esempio? Il settore energy risentirà negativamente degli effetti della pandemia, mentre le pompe di calore potrebbero crescere del 74% nello scenario moderato e arrivare a 3,3 miliardi di investimenti in più in quello accelerato. Questo grazie agli obiettivi vincolanti del PNIEC e alla crescita degli smart building nei settori residenziale e terziario.