Progettare edifici human centric: la tecnologia porta benessere

Perché puntare sugli edifici human centric? Il tema è più attuale che mai: la qualità di un immobile si misura anche attraverso i suoi livelli di comfort, benessere e salubrità. Non lo impariamo certamente oggi, ma gli avvenimenti dell’ultimo anno e mezzo hanno trasformato il potenziale di questo mercato in un driver strategico per gli operatori del settore costruzioni.

Un’opportunità di sviluppo sostenibile e digitale che abbraccia con tecnologie innovative le esigenze psicofisiche di chi vive gli edifici. Mettere le persone al centro – garantendo al contempo efficienza energetica e operativa e misurando efficacemente gli obiettivi – è infatti la grande sfida del post covid sia per i nuovi progetti sia per le riqualificazioni edilizie.

Il comfort termico negli edifici human centric

Come realizzare edifici concretamente orientati al benessere delle persone? Si parte dal comfort termico. L’involucro esterno di ogni struttura è il primo filtro tra gli spazi interni e gli agenti esterni (es. temperatura, umidità, etc). A seconda della latitudine, della destinazione d’uso dell’edificio (casa, ospedale, scuola, ufficio, ecc.), esistono diverse soluzioni utili a garantire una corretta progettazione in quest’ambito.

I 5 pilastri per ottenerlo

Il migliore modus operandi si riassume nei seguenti punti chiave:

Comfort termico e visivo con EcoStruxure for BuildingDigitalizzare gli impianti HVAC

Il lato termico è dunque basilare. Da un lato serve evitare l’utilizzo smodato dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento. Dall’altro, la regolazione del comfort deve adattarsi alle mutate esigenze del well-being. Ad esempio, nell’era della pandemia si richiede una riprogrammazione dei setpoint di ventilazione per escludere il ricircolo dell’aria interna e generare una sovrapressione interna.

La soluzione? Automatizzare la gestione degli impianti HVAC con soluzioni come EcoStruxure for Building Operation. La piattaforma di Schneider Electric interconnette regolatori e attuatori HVAC alla rete di sensori ambientali, permettendo agli operatori di gestire la termoregolazione in modo semplice e sicuro, da una centrale software in loco o remota.

Human Centric Lighting per il comfort visivo

La luce solare fa sempre bene all’organismo, quella artificiale dipende. Se gli impianti di illuminazione non vengono pensati e installati correttamente, infatti, le persone possono avvertire stanchezza agli occhi, mal di testa e altri fastidi.

Cosa significa unire luce e benessere psicofisico? Progettare il comfort visivo significa garantire che la quantità e la qualità della luce artificiale siano adeguate. Poca luce o troppa luce sono sempre un problema, mentre i frequenti cambiamenti possono essere difficili da gestire per l’occhio umano. Inoltre, fattori come fonte, distribuzione, tono, colore e intensità della luce incidono su comfort e discomfort visivo.

4 soluzioni per il benessere negli edifici

Per migliorare il comfort visivo all’interno degli edifici human centric bisogna:

Luce connessa a servizio degli smart building

Come nei sistemi HVAC, la chiave per ottenere la giusta regolazione luminosa è nella digitalizzazione. Lo standard KNX, per esempio, combina la gestione smart degli edifici, anche secondo i protocolli DALI e DALI2, in un solo sistema di automazione. In particolare, lo standard DALI2 e l’utilizzo di corpi illuminanti D4i permettono di regolare la luce artificiale sia dal punto di vista della componente cromatica sia da quello della temperatura di colore. Questo significa adattare l’illuminazione ai bisogni naturali delle persone e, dunque, progettare secondo il concetto di Human Centric Lighting.

Il comfort luminoso deriva dunque dall’integrazione impiantistica, attraverso sistemi che ottimizzano gestione energetica, tecnologie IoT e sensori in campo. Qui entra in gioco EcoStruxure for Building: controllo intelligente di luci e oscuranti, di temperatura e umidità, di anidride carbonica, VOC e di altre sostanzi inquinanti.

Come misurare gli edifici human centric

Finora abbiamo analizzato il concetto di benessere degli edifici e come ottenere i diversi tipi di comfort necessari. Ma imparare a misurare questo benessere, insieme alle emissioni e ai consumi, è l’unico modo per razionalizzare questo percorso. Tra i principali metodi in uso, soprattutto in ambito real estate, c’è la certificazione WELL. Il protocollo certifica il livello di well-being assicurato dagli edifici secondo un approccio olistico. Ovvero una valutazione complessiva basata sull’integrazione di diverse componenti: tecnologie, impianti, sostenibilità, efficienza energetica, impatto estetico, alimentazione, ecc.

Tutto perché gli edifici Human Centric non sono solo intelligenti ed ecologici. Aiutano a contrastare lo stress, assicurano una migliore qualità di vita e, quindi, una migliore produttività.

VAL-MS PT: protezione contro la sovratensione di Tipo 2 con connessione Push-In

Il dispositivo di protezione contro la sovratensione VAL-MS PT di Phoenix Contact è il primo dispositivo di protezione di tipo 2 dotato di una tecnologia di connessione Push-in. È disponibile per la tensione di 230/400 V ed è indicato per la protezione delle linee di energia nei sottoquadri di distribuzione. Con l’installazione di VAL-MS PT è possibile applicare le norme vigenti in modo semplice.

Se la distanza tra la protezione contro le sovratensioni a monte e i componenti da proteggere è maggiore di 10 metri, la norma CEI 64-8/5 capitolo 53 consiglia una protezione aggiuntiva contro le sovratensioni.
Installando il dispositivo di protezione da sovratensioni VAL-MS PT è possibile rispondere facilmente alla indicazioni della normativa.

VAL-MS PT: i plus della tecnologia Push-in

La tecnologia Push-in assicura un’installazione rapida, inoltre, rende possibile organizzare la tecnologia di connessione per tutto il quadro elettrico in modo univoco.
Oltre a facilitare il lavoro dell’installatore, questa tecnologia permette di risparmiare tempo per l’installazione. Il controllo della forza di serraggio nominale non è più necessario e grazie ai due punti di collegamento per polo è possibile realizzare un cablaggio passante dei cavi di alimentazione. Questo permette di risparmiare materiale di installazione aggiuntivo.

Possono essere collegati sia conduttori rigidi sia flessibili con una sezione massima di 10 mm². I controlli della tensione sono eseguibili direttamente su ciascun polo mediante l’apposita presa di prova. VAL-MS PT dispone di:

La lotteria degli incentivi per l’auto elettrica

Fare le cose all’italiana: è un modo dire non soltanto conosciuto (e spesso praticato) dalle nostre parti, ma anche capace di provocare, purtroppo, sorrisetti ironici nei Paesi esteri. E di certo non ne veniamo fuori se queste antiche e cattive abitudini perdurano pure quando si ha a che fare con materie che sono invece emblema dei cambiamenti, nel caso in questione la mobilità elettrica.

Com’è noto lo Stato, con i suoi governi di turno, ha recepito ormai da anni l’esigenza di ripensare il settore dei trasporti, in sintonia con quanto richiesto dall’Unione europea, mettendo fra l’altro in moto un sistema di incentivazione per l’acquisto di veicoli privi di motore termico. Senonché le ultime vicende relative agli sconti sulle auto elettriche non sono state esattamente un bel vedere. A cominciare dai clienti delle concessionarie che si sono sentiti dire che gli incentivi per l’acquisto dell’auto elettrica prenotata poco prima erano finiti, salvo poi essere richiamati per apprendere della provvidenziale ricomparsa degli stessi…

Incentivi auto elettrica: informazioni sul sito del ministero

Una storia complicata, quella dell’ultima tornata di incentivi per l’auto elettrica, e tutt’altro che conclusa, che richiede attenzione per comprendere il suo intricato svolgersi. Per prima cosa facciamo un passo indietro fino a inizio di agosto, quando è arrivata la notizia dello sblocco degli incentivi per l’acquisto di auto ecologiche previsti dal decreto Sostegni bis. A corredo, la possibilità di prenotare sulla piattaforma del ministero dello Sviluppo economico, ecobonus.mise.gov.it, i bonus per l’acquisto di nuovi veicoli a basse emissioni fino a 135 g/km di CO2, con e senza rottamazione.

Bastava però dare un’occhiata alle cifre in ballo per accorgersi che qualcosa non tornava. Infatti, dei 260 milioni stanziati per l’acquisto di auto nuove ben 200 sono andati in realtà a rifinanziare un fondo esaurito l’8 aprile scorso, destinato anche alle auto a benzina e gasolio a basse emissioni, ossia con CO2 compresa tra 61 e 135 g/km. Soltanto i rimanenti 60 milioni sarebbero stati destinati (vedremo il perché del condizionale) a rimpinguare il fondo destinato al cosiddetto Extrabonus per le auto con emissioni fino a 60 g/km, cioè elettriche e plug-in con prezzo non superiore a 50 mila euro.

Differenza fra Ecobonus e Extrabonus

L’Extrabonus, però, non va confuso con l’Ecobonus, ovvero l’agevolazione prevista dalla legge di Bilancio 2021 che a inizio dell’anno ha stanziato 290 milioni di euro per l’acquisto, appunto, di vetture con emissioni fino a 60 g/km. Una differenza non da poco perché soltanto ricorrendo all’Ecobonus (con sconto fino a seimila euro sulla singola vettura) il cliente può aggiungere l’Extrabonus (sconto fino a duemila euro) sempre che, altro vincolo, il concessionario preveda a sua volta uno sconto sull’auto in questione.

Un bel groviglio normativo, appunto all’italiana, i cui i nodi sono venuti al pettine a fine agosto con l’esaurimento, ampiamente annunciato, dei fondi per l’Ecobonus che, a cascata, ha di fatto bloccato l’accesso anche all’Extrabonus… A questo punto il copione esigeva l’inserimento di una “pezza”, cosa che è puntualmente avvenuta il due settembre con la decisione del governo di inserire nel cosiddetto decreto Infrastrutture una misura che sposta nel fondo Ecobonus i soldi giacenti nel fondo Extrabonus (ecco spiegato il precedente condizionale).

Fondi di nuovo vicini all’esaurimento

Peccato che le pezze fatte in fretta e furia hanno spesso un difetto: si scuciono rapidamente. Proprio ciò che sta accadendo, come certifica il citato sito ministeriale che mostra i contatori relativi alla capienza dei vari incentivi a sostegno della mobilità. Nonostante i quasi 60 milioni provenienti dall’Extrabonus, alla metà di settembre i fondi disponibili per l’Ecobonus risultavano inferiori ai 15 milioni di euro. Questo significa che negli ultimi tre mesi dell’anno non saranno disponibili incentivi per la mobilità elettrica. Sempre che nelle stanze del governo non si rimettano a cucire…

Morsetti di collegamento per impianti elettrici

I morsetti di collegamento hanno il compito di stabilire contatti elettrici stabili tra cavi e conduttori anche con diverse sezioni. Sono indispensabili negli interventi di installazione, manutenzione, riparazione di impianti elettrici residenziali, nell’automazione degli edifici industriali.

I morsetti di collegamento Wago Serie 221 rispondono all’esigenza di realizzare in sicurezza e velocemente nuovi impianti elettrici. Da oggi sono disponibili sulla piattaforma online Conrad Electronic.

Morsetti di collegamento serie 221: le caratteristiche

I morsetti di collegamento Wago Serie 221 sono dotati di una levetta di azionamento con incavo di presa. Questa caratteristica consente di eseguire la completa connessione e disconnessione dei conduttori elettrici senza attrezzi, a differenza dei terminali a vite. Inoltre durante l’installazione, gli incavi laterali assicurano una presa salda e agevole del morsetto.

Tra le caratteristica da sottolineare, i morsetti hanno due aperture di ispezione sull’alloggiamento trasparente: una nella direzione di attacco conduttore (ovvero direzione di accoppiamento) e l’altra sul lato opposto. Questo permette agli installatori di misurare la tensione al terminale da due lati diversi con un tester. Una funzione molto utile anche quando i morsetti sono già installati.

I morsetti di collegamento Serie 221 sono disponibili per tutti i tipi di conduttori, in due diversi formati. Le morsettiere per 2, 3 e 5 conduttori il collegamento di cavi con differenti sezioni con sezioni da 0,14 a 6 mm². Proprio questa peculiarità consente di utilizzarli in tantissime applicazioni.

Adatti in interventi di manutenzione

La Serie 221 è particolarmente indicata nei casi di ampliamento, riparazione o modifica di impianti elettrici già esistenti. Questi morsetti permettono, infatti, di scollegare i cavi senza utilizzare il cacciavite. Per disconnettere il conduttore è sufficiente trattenerlo e ruotare avanti e indietro il morsetto con una leggera tensione, fino al distacco del conduttore.

VMC Caleffi e l’accesso al Superbonus 110%

Installare la ventilazione meccanica controllata come soluzione tecnica al rinnovo dell’aria ambiente porta diversi vantaggi. Tra questi ad esempio la formazione di muffe e la proliferazione di batteri in corrispondenza dei ponti termici, può essere ridotta grazie all’estrazione del carico interno di umidità. VMC Caleffi è l’offerta di sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC) per soluzioni centralizzate e decentralizzate per ambienti residenziali.

VMC Caleffi: un’offerta completa

Da 60 anni l’azienda attiva nel settore dell’impiantistica per la climatizzazione punta a rendere gli edifici più salubri e confortevoli. L’efficientamento energetico degli impianti termici, il miglioramento delle classi energetiche e la coibentazione delle superfici esterne ed esposte sono alcuni degli interventi da considerare.

Nelle abitazioni, ormai non si parla più di riscaldamento e climatizzazione, ma di comfort climatico. La riduzione delle dispersioni termiche e il ricambio dell’aria interna sono tra le strade da percorrere per migliorare il benessere in casa. Caleffi con la nuova gamma di ventilazione meccanica controllata abbraccia il settore dell’aria.

L’offerta VMC Caleffi punta a soddisfare le differenti esigenze nella costruzione dell’impianto nonostante sia presente un numero limitato di prodotti. L’azienda ha puntato sull’universalità.

Gli impianti VMC rientrano nell’Superbonus 110%?

In anni in cui Bonus Ristrutturazione, Ecobonus e Superbonus 110% la fanno da padrone, sorge spontaneo chiedersi se gli impianti VMC rientrano nelle detrazioni fiscali. L’Enea ha pubblicato alcune risposte in merito a questa tematica.

Il sistema VMC installato contestualmente alla realizzazione di interventi trainanti come la coibentazione delle superfici opache, può essere detratto a seguito di un documento redatto dal progettista o dal tecnico abilitato. I calcoli devono attestare che l’impianto VMC assicuri un sufficiente rinnovo dell’aria ambiente e un significativo risparmio energetico.

Inoltre, si può ottenere la detrazione fiscale dell’impianto VMC anche se l’unità di ventilazione è integrata con un sistema di climatizzazione invernale a fluido termovettore ad aria (unità di trattamento aria, pompa di calore aria/aria o acqua/aria, ecc.). Anche in questo caso è necessario che il tecnico specializzato rediga un elaborato che attesti l’effettivo risparmio energetico a seguito dell’installazione di un sistema di ventilazione meccanica controllata.

I sistemi VMC Caleffi rientrano nel Superbonus 110%, come trainati, alle condizioni dettate da ENEA e certificate dal professionista che segue i lavori di ristrutturazione e/o rinnovo dell’abitazione.

New Energy Outlook 2021: le tre strade che portano a impatto zero

Una delle ragioni che porta ad apprezzare il New Energy Outlook di BloombergNEF è lo sforzo di prevedere gli accadimenti futuri con l’individuazione di diversi possibili scenari e le conseguenti valutazioni per ciascuno di essi. Ma di fronte all’edizione 2021 la prima reazione è il disorientamento, chiedendosi se gli estensori del report non si siano in qualche modo lasciati prendere la mano…

Poi, però, subentra una considerazione più razionale, ovvero che i tre scenari indicati per l’impatto zero o meglio per ottenere l’azzeramento delle emissioni di anidride carbonica nel 2050 sono il frutto di precisi riscontri sulle tendenze del mercato dell’energia.  Ed il fatto che due di essi contengano degli elementi decisamente “indigesti” a non poche persone ovviamente non può essere un problema di BloombergNEF e dei suoi esperti.

New Energy Outlook 2021: le tre strade che portano a impatto zero

Impatto zero: un colore per ogni scenario

I tre scenari per l’impatto zero al 2050 presentati nel report sono riconoscibili per i diversi colori. Il primo, verde, è quello a cui siamo più abituati e, se vogliamo, il più “politicamente corretto, nel senso che il raggiungimento delle zero emissioni nette a metà del secolo passa sostanzialmente da una grande espansione delle fonti green e rinnovabili a scapito dei combustibili fossili.

Una prospettiva che cambia decisamente andando a vedere lo scenario rosso, nel quale entra in gioco quello che in molti Paesi, Italia compresa, viene ritenuto un autentico convitato di pietra, il nucleare. Infatti, nel report BloombergNEF si presuppone un’evoluzione tecnologica anche per questa ipercriticata fonte energetica, con la disponibilità di centrali nucleari “più piccole e modulari” la cui diffusione capillare rivestirebbe un ruolo importante nel raggiungimento del traguardo per il 2050.

Le fonti di energia nei tre scenari New Energy Outlook 2021

Restano i combustibili fossili

C’è poi una terza via, lo scenario grigio, per raggiungere l’obiettivo delineato a Parigi nel modo probabilmente più inatteso e, sebbene per diverse ragioni rispetto al nucleare, sempre poco auspicabile. Quota zero emissioni verrebbe infatti ottenuta continuando tranquillamente ad utilizzare i combustibili fossili… In quale maniera? Grazie all’evoluzione sostanziale delle tecnologie utili a catturare e stoccare l’anidride carbonica immessa nell’atmosfera, che però non è certo l’unico “regalo” derivante dalla combustione delle fonti fossili..

Andando a vedere più nel dettaglio l’evoluzione dei differenti scenari che portano a impatto zero , occorre partire da quello che rappresenta il poco rassicurante punto di partenza comune: ad oggi circa l’83% dell’energia primaria deriva dall’impiego di combustibili fossili mentre l’eolico e il solare fotovoltaico rappresentano appena l’1,3%. Ebbene, nello scenario verde, eolico e solare crescono fino al 15% dell’energia primaria nel 2030, al 47% entro il 2040 e al 70% nel 2050, con quota suddivisa per il 62% all’eolico e il 38% al fotovoltaico.

Energia nucleare moltiplicata per 19

Nello scenario rosso, invece, il nucleare arriva a rappresentare nel 2050 addirittura il 66% (7.080 GW) dell’energia primaria rispetto al 5% di oggi. Poco meno della metà verrebbe utilizzata per generare elettricità nell’economia degli usi finali, con reattori più piccoli e modulari ad integrare le energie rinnovabili. Il resto sarebbe costituito da centrali nucleari dedicate ad alimentare elettrolizzatori per produrre il cosiddetto “idrogeno rosso”.

Nello scenario grigio, come detto, la parte del leone continua spettare ai combustibili fossili che, pur con un’incidenza destinata a calare del 2% annuo, alla metà del secolo rappresenterebbero ancora il 52% della fornitura di energia primaria, con l’eolico e il fotovoltaico soltanto al 26 % del totale.

Tecnologie di stoccaggio del carbone

Sempre in relazione allo scenario grigio, il report BloombergNEF specifica che “le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, o CCS, possono essere applicate a una varietà di processi che emettono anidride carbonica, compresa la produzione di energia e la produzione di alluminio, acciaio e cemento. L’uso diffuso di CCS arriva a catturare oltre 174 gigatonnellate di anidride carbonica nelle prospettive al 2050”.

Sanixair: aria pulita, ma con stile

La mission di Sanixair? Trasformare la tecnologia per la sanificazione indoor in una proposta di design che garantisce aria pulita. Apparecchi “mutuati” dal settore medicale che si trasformano in dispositivi efficienti e belli da vedere.

Perché il design, secondo la start-up nata nel 2019, ha il potere di portare nella nostra quotidianità strumenti di benessere intelligenti, multifunzione e facili da utilizzare. Palcoscenico ideale per questo concetto il Fuorisalone 2021, dove Sanixair ha presentato alcuni prototipi sviluppati in joint venture con Icona Design Group.

Come funzionano i sanificatori fotocatalici

Partiamo dal lato tecnologico: come funzionano gli apparecchi Sanixair? La tecnologia scelta è la fotocatalisi. Si tratta di un processo fotochimico che si sviluppa normalmente in natura grazie all’azione combinata dei raggi solari in presenza di alcuni metalli nobili e in rapporto all’umidità relativa dell’aria.

La fotocatalisi produce e immette nell’ambiente il perossido di idrogeno (acqua ossigenata), che in quantità minime e sicure garantisce la sanificazione h24 delle superfici e dell’aria di una stanza chiusa. Il tutto senza bisogno di allontanare le persone o di interrompere le attività.

Aria pulita con i sanificatori SanixairL’aria pulita viaggia in IoT

Alla Milano Design Week l’azienda ha presentato questa tecnologia naturale, applicabile a qualsiasi spazio privato e pubblico, monitorabile anche a distanza con piattaforma IoT.

Tra i prototipi prossimi al debutto ci sono Ambrogio, il robot tuttofare che purifica anche gli ambienti, lo svuotatasche che tratta gli oggetti al suo interno e il locale circostante e VulcanoAir, il monolite di alluminio che sanifica fino a 60mc ed è controllabile via app.

Ambienti sani con tutti i prodotti Sanixair

Ma Sanixair era anche al Supersalone: allo stand di Maino Carlo sono andati in scena alcuni modelli già in commercio.

Parliamo di:

Tante tecnologie per un unico obiettivo, portare aria pulita in tutti gli ambienti che viviamo ogni giorno.

Aspircomfort PRO X: sanifica e purifica l’aria

Aspircomfort PRO X è la nuova VMC decentralizzata con pompa di calore che sanifica e purifica l’aria di ambienti medio-piccoli. La nuova serie di macchine per la ventilazione meccanica decentralizzata proposta da Fantini Cosmi, tramite il brand Aspira, è indicata per quegli ambienti dove non è possibile realizzare impianti canalizzati.
L’azienda è in grado di rispondere alle esigenze sia dei piccoli locali sia di grandi superfici grazie a una camma completa di soluzioni per la VMC centralizzata e decentralizzata.

Aspircomfort PRO X: 3 funzioni in 1

Aspircomfort PRO X è un’unità concepita per il rinnovo e la sanificazione dell’aria. Assolve in un’unica macchina tre funzioni diverse:

Le unità sono dotate di pompa di calore con circuito frigorifero. Il recupero termodinamico consente di immettere aria nuova nell’ambiente, riscaldandola o raffrescandola in base alle necessità e alla temperatura interna. In questo modo aiuta l’impianto di climatizzazione a soddisfare il comfort interno. L’aria immessa è sempre alla temperatura ottimale assicurando un miglior comfort percepito.

Aspircomfort PRO X sono dotate di lampade UVC in grado di sanificare l’aria immessa svolgendo così un’azione germicida. Questa caratteristica, insieme all’elevata portata d’aria di rinnovo, rende questa soluzione adatta a studi medici e dentistici. E in uffici e strutture commerciali dove è necessario il ricambio dell’aria.

Per soddisfare le diverse esigenze applicative sono disponibili due modelli con portate differenti:

Facili e veloci da montare, le unità monoblocco non necessitano di ulteriori sistemi di distribuzione dell’aria (come tubazioni e raccordi), né in immissione, né in espulsione d’aria. La nuova VMC decentralizzata con pompa di calore si installa direttamente sulla parete perimetrale.

Come sarà Smart Building Expo 2021

Logo smart building expoEdifici intelligenti, efficienza energetica e città resilienti: Smart Building Expo 2021 (Fiera Milano, 22-24 novembre) sarà la prima e significativa occasione di ritrovo per la filiera impiantistica dopo oltre un anno di incontri online.

Nel frattempo, l’innovazione digitale e la building automation corrono veloci: le case sono sempre più connesse, gli immobili multitasking e le città impegnate nel radicale cambio di prospettiva. Una trasversalità di tecnologie e competenze che confluiscono nei moderni smart building. La sesta edizione della manifestazione organizzata da Pentastudio parte proprio da qui, dal concetto di integrazione “completa” che richiede ai professionisti del settore nuovi livelli di formazione. La scelta di mantenere gli stessi giorni della fiera Sicurezza e il nuovo sguardo all’edilizia dato dalla concomitanza con Made Expo confermano questo trend convergente.

Articolo Smart building expo 2021

Leggi l’articolo con l’intervista a Luca Baldin, project manager di SBE

Smart Building Expo 2021:   da non perdere

Tra novità e conferme, il programma di Smart Building Expo 2021 punta sull’analisi oggettiva e approfondita del mercato italiano degli edifici intelligenti. Un settore in grande sviluppo che può contare sui dati del Politecnico di Milano, presentati in anteprima il 22 novembre. Una partnership rafforzata per offrire a professionisti e clienti finali una visione completa dell’edificio smart, fatta di aspetti energetici e connessioni digitali.

In tema di ecosistemi cittadini, torna la Milano Smart Building Conference, quest’anno promossa in collaborazione con la Smart Buildings Alliance (SBA) – Italia. Due mattinate (23-24 novembre) per parlare di resilienza urbana e nuovi modelli di smart city. A cominciare dalla casa, che è diventata anche scuola e ufficio, oppure studio medico, se pensiamo alla telemedicina e a quanto vissuto nell’ultimo anno. Il programma della conferenza parte dalla consapevolezza che ogni edificio è ormai catalogabile come “infrastruttura critica”. Questo perché è chiamato a trasmettere, ricevere e tutelare continuamente i dati. Qui, parlare di resilienza significa considerare il building nella sua interezza, parte attiva del contesto urbano di riferimento.

Formazione trasversale per impianti ed edilizia

I tre giorni milanesi di Smart Building Expo 2021 ospiteranno anche la tappa finale – l’unica in presenza – del roadshow organizzato da Anitec-Assinform e promosso da ANCE per approfondire l’integrazione tra impianti smart ed edilizia. Un’iniziativa su cinque date, che prevede la concessione di 16 crediti formativi da parte dei principali ordini a tutti i professionisti presenti ad almeno il 70% del percorso.

Il pubblico di Smart Building Expo 2021 coglierà tre occasioni in una. Impiantistica, automazione, sicurezza, materiali innovativi per le costruzioni: le tre fiere milanesi, per la prima volta insieme, chiudono il cerchio degli edifici connessi e sostenibili.

Sicurezza: l’allarme senza fili logisty.alma

Facile da utilizzare, protezione semplice e personalizzata, affidabile e intuitivo sono le caratteristiche del sistema antintrusione senza fili logisty.alma di Hager Bocchiotti. La nuova release aggiornata è stata arricchita di funzionalità per rispondere a tutte le diverse esigenze di protezione.

Design compatto, sobrio ed elegante per la sicurezza logisty.alma: affidabilità garantita da tecnologie brevettate come Twinband, la trasmissione radio simultanea su due diverse bande, anche in caso di black-out elettrico grazie alla indipendenza dalla rete elettrica.

Cuore dell’impianto, la centrale con tastiera, sirena e sintesi vocale integrate per controllare fino a 40 rivelatori quattro gruppi distinti. In caso di intrusione, la centrale attiva tempestivamente la sirena e tutti i mezzi di dissuasione e trasmissione a distanza.

logisty.alma: nuove funzioni e componenti

Le nuove funzionalità garantiscono una protezione ancora più efficace anche in presenza di animali domestici. Il Rivelatore di movimento “speciale per animali” è in grado di distinguere la radiazione infrarossa emessa da un essere umano da quella di un animale domestico. È dotato della tecnologia brevettata AnimalSense.

Inoltre, quando la temperatura del locale in cui è installato scende al di sotto dei 5 °C, il rivelatore invia tempestivamente un segnale d’allarme congelamento.

Per porte, finestre e altri varchi, logisty.alma propone il Rivelatore d’apertura mini bianco. Dalle dimensioni ridotte e di facile installazione grazie al biadesivo in dotazione, utilizza una doppia tecnologia: la prima rileva il movimento dell’anta, mentre la seconda la variazione di campo magnetico tra il magnete posizionato sul telaio e il rivelatore posizionato sull’anta.

Tra le novità della nuova versione, troviamo il telecomando 4 pulsanti con ritorno informazioni. Questo telecomando oltre a gestire il sistema d’allarme, riceve la conferma dei comandi inviati alla centrale. I comandi di acceso sono identificati con un led rosso, mentre un verde indica che il sistema di allarme è spento.

I pulsanti, protetti da una copertura a slitta, sono personalizzabili in base alle abitudini ed esigenze dell’utente.
La linea si completa con il rivelatore da esterno con antimascheramento, dotato di una lente volumetrica con area di copertura da 4 a 12 m su 90°.

Tutti i dispositivi della serie sono, inoltre, dotati di un sistema di autoprotezione contro il distacco, la manomissione, il tentativo di riproduzione dei codici di accesso e il disturbo radio.

logisty.alma è una soluzione in continua evoluzione ed espansione La gestione del sistema può essere fatta direttamente da una App dedicata. Grazie alla App sarà possibile configurare in modo semplice e intuitivo l’impianto attraverso lo smartphone o il tablet e all’utente di gestire il proprio impianto.

La nuova linea logisty.alma è garantita 5 anni.


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