Klimahouse 2022 si fa ibrida e guarda all’edilizia del futuro

La filiera delle costruzioni è in fermento, tra riqualificazione, innovazione tecnologica e incentivi: Klimahouse 2022 tornerà a raccontare questa trasformazione a Fiera Bolzano dal 26 al 29 gennaio prossimi. Ma la 17^ edizione della manifestazione – riferimento per il mondo del risanamento e dell’efficienza energetica in edilizia – proporrà qualcosa di diverso.

Facendo tesoro della Digital Edition del 2021, infatti, gli organizzatori hanno optato per un programma ibrido, dal vivo e in streaming. E per una piattaforma fruibile 365 giorni all’anno, in grado di accompagnare gli operatori in un momento di radicale cambiamento tecnico e culturale del settore.

Come sarà Klimahouse 2022

Klimahouse 2022 si svolge infatti in un periodo decisivo per il mondo dell’edilizia. Sfruttando la spinta del Superbonus 110%, è importante puntare su un modo innovativo di progettare e costruire. Lo confermano anche i dati dello Smart Building Report 2021: nel 2020 gli investimenti nelle principali tecnologie connesse agli edifici intelligenti stentano a decollare, anzi scendono dell’11% rispetto al 2019 anche a causa delle difficoltà causate dalla pandemia.

Ecco perché confrontarsi, dibattere e approfondire le ultime tendenze del settore. “Klimahouse garantisce tutto questo – precisa Thomas Mur, Direttore di Fiera Bolzano -. Accanto all’evento fisico, con il ritorno in presenza nel 2022, offriamo una realtà digitale viva, sempre pronta ad evolvere e reinventarsi”. In questa prospettiva, Klimahouse 2022 ospiterà per la prima volta due palchi, con attività fruibili anche in streaming. Il Klimahouse Innovation Forum si focalizzerà sul futuro dell’edilizia sostenibile; la Klimahouse Academy sarà invece dedicata alla formazione in collaborazione con partner e associazioni.

Il programma: 4 giorni per 4 focus

Nuova è anche la suddivisione tematica dei 4 giorni della fiera. In particolare:

Completano l’agenda il B2B matchmaking digitale in collaborazione con la Camera di Commercio di Bolzano e Klimamobility. All’evento sulla mobilità sostenibile saranno dedicate due giornate (28 e 29 gennaio) affiancate dal Klimamobility Congress. L’edizione 2022 conferma anche alcune iniziative storiche come il Klimahouse Congress, il Klimahouse Prize, organizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, e i Klimahouse Tours con la Fondazione Architettura Alto Adige.

Piantare alberi per compensare gli eventi? L’altro lato green di Schneider

Piantare alberi, tantissimi alberi, è uno dei modi più concreti per frenare le emissioni di carbonio e “salvare” il futuro del pianeta. Ecco perché Schneider Electric ha deciso di investire nella piantumazione di 7.500 alberi in tutta Europa, in compensazione di quanto immesso in atmosfera dall’ultimo vertice online dei propri partner. Ma anche di attivare una collaborazione duratura con l’organizzazione Tree Nation per sostenere ulteriori progetti verdi.

L’azienda ha così stimato il consumo energetico associato al vertice virtuale, mitigando 1.100 tonnellate di CO2. Il tutto sempre nell’ambito del programma Schneider Sustainability Impact (SSI).

Perché piantare alberi è la scelta giusta

Organizzando il summit in modalità digitale, Schneider Electric e i suoi partner di canale IT avevano già evitato le emissioni associate al viaggio, all’alloggio e all’uso delle risorse fisiche. L’azienda ha voluto tuttavia compiere un ulteriore passo avanti e cogliere l’occasione per mitigare completamente l’inquinamento generato dall’iniziativa. Secondo le stime di Tree Nation, infatti, un singolo albero può compensare circa 250 kg di emissioni di carbonio durante la sua vita. Questo per le sue capacità di assorbire e immagazzinare CO2 dall’atmosfera. Schneider Electric percorrerà questa strada consolidando la partnership, al fine di ridurre l’impatto ambientale delle operazioni di clienti e fornitori attraverso la piantumazione di alberi.

Schneider ha sottolineato il valore delle relazioni con i partner, ringraziandoli anche attraverso la piantumazione di migliaia di alberi

“In qualità di organizzazione più sostenibile al mondo la nostra missione è aiutare e supportare la nostra comunità di Partner e gli utenti finali con le proprie ambizioni di sostenibilità – spiega Rob McKernan, SVP Secure Power Europe Region di Schneider Electric -. Vorremmo ringraziare tutti gli ospiti che non solo hanno partecipato e sono stati coinvolti nel summit virtuale, ma hanno anche sostenuto questa iniziativa piantando con successo migliaia di alberi in Europa”.

Schneider Sustainability Impact: un programma in crescita

L’iniziativa legata all’European Partner Summit è solo l’ultimo atto di un impegno più ampio. All’SSI spetta infatti il compito di dettare le azioni della responsabilità sociale dell’azienda. Lo sta facendo attraverso 6 obiettivi a lungo termine e una selezione di 11 programmi altamente innovativi. I risultati ottenuti da Schneider Electric vengono pubblicati trimestralmente, verificati annualmente e collegati a piani di incentivazione a breve termine per i manager del gruppo.

Ma il progetto di piantumazione di alberi supporta anche gli obiettivi del progetto Zero Carbon. Un’iniziativa che mira a ridurre drasticamente le emissioni di scope 3 della global company. A questo programma hanno già aderito oltre 900 fornitori, che verranno supportati da Schneider Electric per tagliare le emissioni di carbonio del 50% nei prossimi 5 anni.

Serrature smart, il controllo accessi si fa con un dito

La casa connessa, semplice e sicura, inizia alla porta d’ingresso: in che modo le serrature smart e le tecnologie digitali per il controllo accessi possono cambiare, in meglio, le nostre abitudini? Per tutte quelle volte che “mio figlio sta tornando da scuola ma ha dimenticato le chiavi” e “vorrei aprire la porta al mio idraulico di fiducia mentre sono al lavoro”. E ancora “adoro fare jogging ma non so mai dove mettere le chiavi di casa”… la risposta è nelle serrature intelligenti. Soluzioni elettroniche e motorizzate, controllabili da remoto o tramite impronta digitale, belle da vedere e connesse alla smart home. 

Il tutto in un periodo storico che vede gli italiani molto più attenti al benessere tra le mura domestiche. La pandemia ha infatti accresciuto la cultura digitale dei consumatori, rendendoli anche più attenti alla cura della propria casa. Una tendenza pienamente riscontrata tra i padiglioni di Smart Building Expo e Sicurezza 2021: il futuro della casa, e della sua sicurezza, è digitale.

Le serrature smart Mottura incontrano l’app Finder

Controllo accessi smart con Mottura e Finder

Lo stand di Finder con le serrature smart Mottura e Yesly

Due mondi sempre più integrati, anche nelle collaborazioni tra brand. Come nel caso di Mottura e Finder, che hanno unito le forze nel segno del controllo accessi da remoto. In cosa consiste la proposta? Tutte le serrature della serie XTechnology di Mottura sono oggi compatibili con il relé connesso Finder 13.21 Bluetooth, ideale per il controllo locale o remoto di circuiti domestici. 

Questo si traduce in:

Quando il controllo locale nel range del Bluetooth Low Energy non basta, è sufficiente aggiungere alle serrature smart un gateway2 di Finder. Il comando diventa remoto, sempre attraverso l’app Yesly, ma volendo anche vocale, integrando Google Assistant o Amazon Alexa. Insomma, niente cavi e interventi invasivi: poche mosse trasformano una normale porta in oggetto intelligente. L’orizzonte applicativo residenziale di queste serrature smart risponde anche alle esigenze dei bed & breakfast e degli affitti brevi: una gestione degli accessi sicura e innovativa senza chiavi fisiche.

Cisa Domo Connexa: la blindata diventa smart door

Dalla collaborazione tra Cisa e Nuki nasce anche una nuova soluzione per “smartizzare” la porta blindata. Si tratta di una serratura motorizzata evoluta che, abbinata al Cisa Button, connette l’ingresso via Blutetooth Low Energy combinando sicurezza, tecnologia e praticità. La smart door si può dunque gestire con l’app Nuki via smartphone e con altre credenziali mobili come telecomandi e FOB. Dall’applicazione gratuita, disponibile per iOS e Android, si possono anche configurare le autorizzazioni di accesso per la famiglia, gli amici, le babysitter ed eventuali operai.

La porta blindata diventa smart door con Cisa

Cisa Domo Connexa trasforma la blindata in smart door

Anche in questo caso, qualora servisse ampliare il controllo remoto si può attivare il Nuki Bridge con la contestuale licenza per il servizio di accesso remoto (RAAC). In questo modo Cisa Domo Connexa si collega al wi-fi domestico e diventa monitorabile anche quando ci si trova fuori casa.

ekey dLine: aprirle la porta con un dito

Controllo accessi ekey con lettura dell'impronta digitale

Un particolare della soluzione ekey con rilevazione dell’impronta digitale

“Il tuo dito, la tua chiave” è il motto di ekey. Lo abbiamo visto all’opera nel nuovo lettore di impronta digitale che connette il controllo accessi all’ecosistema della casa e degli edifici intelligenti. Ma ekey dLine offre anche qualcosa in più: l’integrazione diretta della tecnologia all’interno dell’anta e del maniglione, in un sistema plug & play moderno e controllabile da remoto.

Come funziona? Il lettore comunica con l’utente attraverso i diversi colori dell’anello luminoso, che segnala i feedback del sistema e le modalità operative. L’algoritmo è inoltre capace di apprendere le abitudini degli utenti, riconoscendo per esempio la crescita delle dita dei bambini o la presenza di piccole ferite. “Si tratta di un sistema flessibile ed espandibile – spiega Alessandro Furgiuele, country manager Italy di ekey -. Non serve decidere subito chi può entrare e quando, possono subentrare in qualunque momento ulteriori accessi o dispositivi. Il tutto facilmente gestibile via smartphone o tablet con la ekey bionyx app, che importa funzionalità e aggiornamenti del firmware”. Sul fronte estetico, le placchette decorative con grado di protezione IP56 sono disponibili in grigio acciaio inox o nero, ma su richiesta possono essere fornite in tutti i colori RAL.

Serrature smart e spioncini digitali Wally

Sempre in tema di controllo accessi digitale, anche lo storico marchio della ferramenta Wally ha aggiornato il proprio catalogo con due soluzioni smart. La maniglia MA01 permette di aprire le porte (con spessore da 38 a 56mm) attraverso impronta digitale, bluetooth o pin. Sostituisce le soluzioni tradizionali senza bisogno di interventi aggiuntivi, si adatta agilmente a qualsiasi serratura con fori vite interasse 38 mm ed è alimentata con batterie AAA. Il controllo accessi è possibile tramite l’apposito tastierino numerico luminoso o da remoto, attraverso l’app Janus Lock.

Maniglie smart e spioncini digitali Wally

La maniglia smart e gli spioncini digitali di Wally

Interessante in ottica di sicurezza anche lo spioncino digitale SP03, dotato di schermo LCD 2,8” HD e sensore da 1 Mega Pixel CMOS (720P). Dedicato a porte di ingresso con spessore da 32 a 104 mm offre un angolo di visuale pari a 134° e garantisce la visione notturna a infrarossi. Anche in questo caso, Wally prevede il controllo remoto via app, al quale si aggiungono la funzione registrazione AV automatica e il registro visitatori.

Progetto TANGO, l’Europa finanzia una gigafactory fotovoltaica a Catania

Si chiama “Progetto TANGO”, è un’importante iniziativa relativa allo sviluppo del fotovoltaico nel nostro Paese, e per saperne di più vi basta proseguire nella lettura, anche perché digitando le due parole su un qualsiasi motore di ricerca si viene inevitabilmente sommersi da risultati sull’affascinante ballo argentino…

Nel caso in questione la parola TANGO, grazie ad un’acrobatica estrazione letterale, sta invece a significare “iTaliAN pv Giga factOry”, ovvero la produzione di massa che avverrà in quel di Catania di una nuova generazione di pannelli fotovoltaici con la “benedizione” dell’Unione europea. Infatti, il progetto italiano è uno dei sette che sono stati selezionati dalla Commissione Ue nell’ambito del primo bando dell’Innovation Fund.

Selezione dei progetti in due tappe

Una scelta che non era affatto scontata considerato che l’esecutivo comunitario ha prima dovuto operare una selezione fra ben 311 progetti provenienti dai vari Paesi dell’Unione, e poi, una volta ristretto il campo a 70 progetti, scegliere i sette migliori. Per quest’ultimi è fra l’altro previsto un notevole aiuto economico con finanziamenti complessivi per oltre 1,1 miliardi di euro.

A convincere gli esperti della Commissione europea ci sono state soprattutto la particolarità e l’originalità del progetto italiano. Infatti TANGO prevede la produzione di pannelli fotovoltaici bifacciali di tipo HJT (acronimo di Hetero Junction Technology), basati sulla tecnologia a eterogiunzione che coniuga due tipi diversi di silicio, l’amorfo e il cristallino.

I pannelli fotovoltaici con struttura bifacciale possono vantare un’efficienza di oltre il 20% nonché una potenza nominale pari a 400W. Inoltre, proprio grazie alla “bifaccialità” diventa possibile catturare la radiazione solare anche dalla superficie posteriore e ottenere quindi una maggiore produzione di energia, fino al 30% superiore rispetto ai modelli con struttura tradizionale.

pannello fotovoltaico bifacciale di tipo HJT

Progetto TANGO: maggiore durata e robustezza

Un altro pregio è l’estendersi della durata dei pannelli. Rispetto alla vita media degli attuali pannelli fotovoltaici, fino a 25 anni, i nuovi moduli fotovoltaici bifacciali promettono una durata superiore ai 35 anni, anche in virtù della loro particolare robustezza. Caratteristiche fisiche che consentono di mantenere elevato il livello delle loro prestazioni pure in situazioni climatiche difficili.

Va poi sottolineato che i fondi europei non serviranno a creare dal nulla la linea di produzione perché la fabbrica di moduli fotovoltaici bifacciali, proprietà di Enel Green Power, è già operativa dal 2019 a Catania. Ma grazie al progetto TANGO sarà ora possibile espanderla in modo esponenziale, passando dagli attuali 200 MW all’anno di moduli prodotti fino a 3 GW all’anno. Di fatto, la creazione di una delle più importanti gigafactory europee che permetterà di evitare 21 Mt di emissioni di CO2 nei primi dieci anni di funzionamento.

Gli altri sei progetti finanziati

Degli altri sei progetti selezionati dalla Commissione europea, due sono relativi allo sviluppo di idrogeno rinnovabile, in impianti localizzati in Svezia e Finlandia. Altri tre progetti, con sviluppo in Francia, Belgio e ancora Svezia, riguardano invece l’implementazione di diverse modalità di cattura e stoccaggio del carbonio. Infine, un sesto progetto spagnolo prevede la trasformazione dei rifiuti solidi urbani non riciclabili in metanolo.

“La decisione della Commissione Ue fornisce un sostegno concreto a progetti nel settore delle tecnologie pulite in tutta Europa – ha dichiarato il vicepresidente esecutivo della Commissione responsabile del green deal, Frans Timmermans – e permette una maggiore diffusione delle tecnologie di punta in grado di sostenere e accelerare la transizione verso la neutralità climatica”.

 

Il settore dei cavi dopo Cop26: protagonista della transizione

COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, si è chiusa lo scorso 12 novembre a Glasgow, lasciando però numerosi dubbi sulle conclusioni raggiunte che, da più parti, sono state interpretate come un compromesso tra le esigenze ambientali ormai non più procrastinabili, le richieste provenienti da alcune nazioni e quelle di diversi soggetti appartenenti al sistema economico.

In questa occasione, per la prima volta dopo diverso tempo, il mondo dell’edilizia e dei prodotti da costruzione ha avuto un ruolo centrale all’interno di un dibattito globale così trasversale.

La ragione è semplice: il settore è responsabile del 40% delle emissioni globali di carbonio e il 10% è riconducibile all’utilizzo di materiali edili e ai processi di costruzione (ciò che si definisce emissioni incorporate). Inoltre, è bene rimarcare che la maggior parte di queste emissioni vengono rilasciate nell’atmosfera ancora prima che gli edifici o le infrastrutture vengano utilizzate.

Da problema a soluzione

Smog in città vs città del futuro

Come è stato ribadito durante COP26, entro il 2050 più della metà della popolazione globale vivrà in città: luoghi che dovranno essere sempre più capaci di rispondere al riscaldamento climatico, che ha già iniziato a causare l’aumento della temperatura e l’innalzamento del livello del mare.

L’innovazione tecnologica ha certamente un ruolo fondamentale nel rispondere alle sfide dello sviluppo sostenibile sotto molteplici aspetti: dall’impatto diretto sull’ambiente, che comprende anche la riduzione della dispersione di sostanze pericolose, alla migliore gestione dei prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita, fino alla capacità di garantire risparmio energetico.

Sotto questo aspetto, va sottolineato come gli accordi di Glasgow non abbiano ancora decretato la fine del carbone come combustibile. Per comprendere la natura delle conclusioni di COP26 basterà fare riferimento ad un documento finale che per la prima volta chiede un impegno per la riduzione delle fonti fossili e all’interno del quale è stato sostituito il termine eliminazione (phase out) dell’uso del carbone entro il 2030 con quello di riduzione progressiva (phase down). Una modifica accolta negativamente da molti osservatori che non incentiva la scelta di fonti energetiche rinnovabili nel breve periodo.

La novità più importante per il settore delle costruzioni e del Real Estate è rappresentata dalla rinnovata centralità che i criteri ESG assumeranno d’ora in poi nella valutazione degli investimenti immobiliari e, di conseguenza, su una scelta consapevole dei materiali, sull’adozione di processi più efficienti e sulla realizzazione di città ed edifici sostenibili. Una richiesta che rima perfettamente con le crescenti aspettative green di proprietari immobiliari e con le strategie delle amministrazioni cittadine.

Una transizione che gioverà dei passi avanti fatti da molte aziende dal punto di vista della circolarità delle proprie operazioni. Tra i principi cardine di questo nuovo modello di sviluppo vi sono infatti l’esclusione, già in fase di progettazione, di tutti i materiali che possono creare rifiuti e inquinamento e/o che non possono essere riciclati; il mantenimento in uso di prodotti e dispositivi per l’intera durata del loro ciclo di vita, procedendo alla riparazione anziché alla sostituzione; o ancora la scelta di materie prime che possano essere riciclate più volte senza perdere qualità, come nel caso della maggior parte dei metalli.

Il progetto ECO Cable di Prysmian

logo Prysmian Eco Cable

Prysmian Group agisce nel rispetto dei principi sanciti da COP26, consapevole che ciò rappresenti una sfida per tutti i settori industriali, compreso quello dei cavi. In un contesto in cui sicurezza, performance e sostenibilità sono diventati dei must da raggiungere, scegliere questo modello di produzione non è più una semplice opzione.

Per un’azienda come Prysmian, questo si traduce nella necessità di adattare le proprie competenze, sviluppare tecnologie e coltivare l’innovazione per continuare a soddisfare le esigenze dei clienti e delle comunità in cui operano, dai grandi progetti alla quotidianità dei cittadini, delle loro abitazioni e dei loro uffici.

L’evoluzione verso un’economia circolare, a basso impatto ambientale, è l’occasione per concentrarsi verso un percorso di crescita di tipo diverso, che influenzi contemporaneamente le modalità di progettazione e produzione dei cavi – con l’obiettivo di ridurre la produzione di rifiuti (e di conseguenza l’inquinamento) connessi alla loro lavorazione – e la loro longevità, offrendo ai propri clienti e al mercato prodotti resistenti e capaci di mantenere la propria efficienza per un lungo periodo di tempo.

L’Etichetta Verde ECO Cable, recentemente lanciata da Prysmian Group, è la testimonianza dell’impegno di Prysmian nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. ECO Cable è la prima Etichetta Verde nel settore dei cavi e garantisce l’ecosostenibilità di quest’ultimi sulla base di sei criteri misurabili e riconosciuti a livello internazionale:

Grazie a ECO Cable, Prysmian Group offre ai propri clienti la possibilità di usufruire di prodotti conformi con cui contribuire al raggiungimento dei propri obiettivi di sostenibilità, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale che della sicurezza e dell’efficienza energetica.

La strada confermata da Cop26 è ancora lunga, ma le iniziative in corso, che vedono protagoniste molte aziende dei rispettivi settori, mostrano come l’obiettivo di riduzione dell’aumento di temperatura a 1,5 °C entro il 2030 sia raggiungibile, grazie a prodotti e materiali creati in modo conforme ai principi dell’economia circolare.

La mobilità elettrica accelera ma le emissioni dei trasporti risalgono

Outperform: è il verbo inglese che si utilizza quando accade qualcosa che sorpassa largamente le previsioni. Ed outperform in questo momento appare tutto il settore della mobilità elettrica, a riprova che la transizione energetica sulle quattro ruote (ed anche sulle due) ha ormai intrapreso un viaggio senza ritorno che dovrebbe portarla nel 2035 – per citare uno degli obiettivi fissati nel nostro continente – ad eliminare dalle concessionarie la presenza di auto nuove dotate di un inquinante motore termico.

La fotografia più attuale del cambiamento in atto nel trasporto su strada è rappresentata dal “Factbook” sui veicoli a emissioni zero, un rapporto speciale pubblicato da BloombergNEF (BNEF) su richiesta della presidenza britannica del recente summit COP26. E fra i tanti dati contenuti nel report Factbook spicca la previsione sul corrente anno ormai vicino alla conclusione, con le vendite di veicoli elettrici che dovrebbero arrivare a 5,6 milioni di unità, ovvero un aumento dell’80% rispetto ai 3,1 milioni del 2020 (2,1 milioni nel 2019).

Più 140% nel primo semestre dell’anno

Non è invece una previsione ma un dato certo, quello relativo alla prima metà del 2021, le vendite di veicoli elettrici per passeggeri (compresi i veicoli elettrici a batteria, ibridi plug-in e a celle a combustibile) sono state superiori del 140% rispetto allo stesso periodo del 2019. In questo modo i mezzi elettrici hanno raggiunto la quota del 7,2% delle vendite globali di veicoli per passeggeri. Un risultato che quasi triplica l’analoga percentuale relativa al 2019, il 2,6% del totale, mentre l’anno scorso il comparto elettrico aveva raggiunto quota 4,3%.

Numeri positivi, dunque, che però non devono fare assolutamente pensare che la transizione verso una mobilità green sarà una passeggiata. Il Factbook di BloombergNEF sottolinea piuttosto come quest’anno le emissioni globali di anidride carbonica da parte del settore del trasporto su strada hanno ripreso a salire dopo l’interruzione del 2020 dovuta agli effetti della pandemia.

L'andamento delle emissioni di CO2 - Factbook BNEF

Factbook: al Nord America il primato delle emissioni

Ragionando per macroaree geografiche, il Nord America ha il poco invidiabile primato di maggior emittore mondiale di CO2 generata dal trasporto su strada con 1,5 Gt (Gigatonnellate) stimate per il 2021. A seguire troviamo l’Europa, con 0,9 Gt di CO2, e la Cina, 0,7 Gt stimate per quest’anno. Ma le emissioni nocive arrivano da molte altre parti del globo, tanto è vero che l’India ed i restanti Paesi sono responsabili per il 48% dell’ammontare complessivo.

Per riuscire ad invertire la rotta, ed abbattere quindi in modo significativo le emissioni di CO2 nei prossimi anni, occorre che il settore della mobilità elettrica, come detto in apertura, si riveli sempre più outperform. Cosa che sta succedendo, almeno in relazione alle previsioni per il futuro. Al riguardo il report sottolinea la costante revisione al rialzo delle stime, in primis quelle operate da BNEF che nel 2019 prevedeva la presenza di 495 milioni di veicoli elettrici circolanti nel 2040, mentre adesso per quella stessa data ne indica 677 milioni.

La stessa dinamica contraddistingue i report dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), che ha aumentato del 7% la sua previsione per il 2030 relativa alla flotta di veicoli elettrici rispetto a quella effettuata nel 2019. Ed ancora, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) ha aumentato dell’11% la sua stima 2040 per il parco circolante elettrico e con celle a combustibile.

Andamento produzione batterie per auto elettriche

Cina leader nella produzione di batterie

In quest’espansione un ruolo decisivo, ovviamente, spetterà alla disponibilità crescente delle batterie per la propulsione dei veicoli. Al riguardo il report BloombergNEF prevede un autentico boom della produzione nel prossimo quinquennio dopo l’espansione già significativa avvenuta negli ultimi due anni, il tutto sempre con la Cina a fare la parte del leone fra i fabbricanti.

In particolare, dai 319 GWh di capacità complessiva delle batterie agli ioni di litio (il tipo utilizzato per l’autotrazione) prodotte nel 2019 si è passati ai 586 GWh stimati per il 2021. Un ammontare destinato a crescere più di quattro volte nel 2025, quando BNEF prevede una capacità complessiva delle batterie prodotte pari a ben 2.539 GWh, circa il 75% delle quali provenienti dalla Cina.

Impianti elettrici ABB nei nuovi condomini di Tor Cervara

Due imponenti strutture e 434 appartamenti dotati di impianti elettrici ABB, comfort e funzionalità innovative. Così i 58.000 mq del complesso residenziale avviato da S.A.L.C. si apprestano a cambiare il volto del quartiere romano Tor Cervara. Una zona strategica, nei pressi del Grande Raccordo Anulare e del Parco dell’Aniene, che assume ulteriore appeal per le famiglie in “fuga” dal caos della Capitale. A completare il progetto, tecnologie impiantistiche flessibili, intelligenti e attente all’estetica degli appartamenti.

Impianti elettrici ABB: le tecnologie in campo

Partiamo dagli impianti elettrici: tutta la distribuzione delle strutture di Tor Cervara risulta gestita da quadri elettrici ABB. Soluzioni ideali per questo intervento in quanto dotate di kit componibili per quadri di distribuzione terminale sia da parete (fino a 400A) sia da pavimento (fino a 800A).

Inoltre, il centralino di appartamento Mistral contiene gli interruttori DS901, che proteggono singolarmente i circuiti da sovracorrenti e da contatti indiretti. Si limita così l’impatto di un eventuale guasto alla sola linea interessata, lasciando tensione al resto della casa. Massima funzionalità anche per l’utente: la portella del centralino si apre fino a 180°, agevolando ogni tipo di attività.

Il ruolo del videocitofono Welcome M

Gli impianti elettrici ABB degli appartamenti integrano anche il sistema videocitofonico Welcome M. In particolare, all’interno delle abitazioni c’è un monitor vivavoce da 4,3” con funzione di memoria immagini, che conserva fino a 100 scatti delle chiamate non risposte. Così, gli utenti possono verificare se la chiamata è stata fatta da persone conosciute, da corrieri o da altre figure, migliorando la sicurezza complessiva della casa.

Videocitofono Welcome M di ABB nella postazione interna

In esterno, invece, le pulsantiere versione antivandalo prevengono danni e malfunzionamenti. Qui trova spazio anche una telecamera a infrarossi grandangolare a 180°, che assicura una visione più ampia e nitida (giorno e notte). Inoltre, il sistema è integrabile con telecamere aggiuntive per controllare altre zone comuni del condominio.

Impianti smart per appartamenti del futuro

Quanto ai comandi luce e tapparelle e alle prese di corrente, la serie Chiara garantisce funzionalità e design. In aggiunta, nelle residenze sono stati installati supporti a 7 moduli per consentire l’aggiunta di altre prese. Una scelta strategica in ottica di smart working e di ulteriori necessità di alimentazione.

Gli impianti elettrici ABB, installati da Ceiz Impianti, sono la componente chiave di un progetto più ampio, moderno e sostenibile. “Il complesso è dotato di impianto fotovoltaico e solare termico – spiega Nicola Posteraro, ingegnere e direttore di cantiere -. Ogni appartamento avrà infatti una quota di energia elettrica green e potrà anche integrare l’acqua calda prodotta dalla caldaia a condensazione”.

La Smart City si evolve, con benefici per tutti

Misurare, elaborare, valutare e intervenire: è il mantra alla base della gestione di qualsiasi ambiente o attività. Lo stesso vale a livello macro, ad esempio con gli agglomerati urbani. Per questo il concetto di smart city sta acquistando sempre maggiore importanza: osservare nel proprio insieme le città significa comprenderne meglio il funzionamento, le necessità, i problemi e le opportunità e gestire così le risorse in modo da convogliarle dove sono necessarie, riducendo al tempo stesso sprechi e inefficienze.

Alle fiere Smart Building Expo e Sicurezza 2021 molte realtà si sono impegnate nel proporre soluzioni adatte a rispondere proprio a queste esigenze.

Comfort nell’edificio e sicurezza per l’illuminazione pubblica

Luca Focardi IntelliEnergy
Luca Focardi di IntelliEnergy

IntelliEnergy è una realtà impegnata nello sviluppo e nell’offerta di soluzioni per la gestione climatica dell’edificio e per l’illuminazione pubblica. Di recente, l’azienda è stata acquisita dal gruppo Digicom, una realtà specializzata nel mondo delle telecomunicazioni e produttrice di componentistica elettronica.

“Da questa unione ci aspettiamo una significativa sinergia, che ci porterà nei prossimi anni a una crescita a livello nazionale e internazionale. – conferma Luca Focardi di IntelliEnergy – Sul fronte dei prodotti, presentiamo due linee per gli edifici pubblici come scuole, ospedali ecc. Il primo è un sistema di telecontrollo e gestione da remoto della parte climatica con ottimizzazione dell’efficientamento energetico. Oltre a ridurre i consumi, calano anche le emissioni in atmosfera pur mantenendo il massimo comfort ambientale. Sempre all’interno dell’edificio, inoltre, offriamo un sistema di monitoraggio ambientale wireless e installabile in pochi, semplici passi. È collocabile all’interno di edifici esistenti, anche con attività in corso, e raccoglie dati su temperatura, umidità, concentrazione CO2 e composti volatili organici”.

“Nell’ambito delle smart city offriamo un sistema di telecontrollo della pubblica illuminazione che, installato su ogni corpo illuminante, ne permette la regolazione individuale, la dimmerazione e la gestione in base a orari, situazioni adattive di traffico ecc. In questo modo otteniamo sia l’illuminamento previsto dalla normativa, sia l’ottimizzazione del funzionamento e quindi del consumo energetico”.

L’intelligenza artificiale al servizio dell’analisi video

Alessia Saggese A.I. Tech
Alessia Saggese di A.I. Tech

A.I. Tech è una azienda italiana che si occupa di progettazione e sviluppo di software avanzati per la analisi video basati su intelligenza artificiale. Molteplici i mercati di sbocco: smart city, security, retail e digital signage, oltre a proporre una soluzione specifica per il mondo enterprise.

“Le soluzioni A.I. Tech consentono di elaborare in tempo reale il flusso video acquisito da una tradizionale telecamera di sorveglianza. – spiega Alessia Saggese, socia di A.I. Tech – Ad esempio, solo per citare qualche casistica legata al settore dei trasporti, si può effettuare il monitoraggio del traffico, il conteggio e la classificazione dei veicoli per l’ottimizzazione dei flussi su strada, identificare eventuali ingorghi o veicoli fermi in aree proibite, violazioni del rosso semaforico o verificare la presenza di pedoni su strade ad alto scorrimento”.

“Ma A.I. Tech è impegnata anche nel settore della security nel senso più tradizionale del termine: rilevamento delle intrusioni, di incendi, di persone che non indossano la mascherine o che non rispettano le distanze sociali. Il nostro core business è basato sull’intelligenza artificiale, che ci permette di effettuare ogni genere di analisi in tempo reale che altrimenti un singolo operatore non sarebbe in grado di fare. Oggi infatti gli impianti tradizionali costituiti da telecamere e videoregistratore hanno bisogno di un software come il nostro, in grado di fornire dati e informazioni utili nel minor tempo possibile”.

Azionamenti e comunicazioni senza batteria

EnOcean Comepi
Lo stand EnOcean ospita diversi produttori, tra i quali Comepi

All’interno dello stand EnOcean sono ospitate tre aziende. Tra queste, Comepi è una realtà attiva prevalentemente nel settore dell’automazione industriale, ma offre soluzioni in ambito IoT che ben si prestano all’integrazione all’interno di strutture per il terziario e delle smart city.

“Tendenzialmente lavoriamo in un settore un po’ diverso da quello delle altre aziende presenti a Smart Building Expo, ma riteniamo le nostre soluzioni, basate su tecnologie EnOcean, adatte anche ad altri mercati come appunto quello degli edifici intelligenti. – ci spiega Dario Broggi di Comepi – Spesso gli installatori e i system integrator operano in entrambi gli ambiti e possono sfruttare le esperienze accumulate dall’uno all’altro”.

“Ad esempio, tra i prodotti che presentiamo in fiera ci sono interruttori batteryless basati per l’elettronica su tecnologia Enocean, e per la meccanica su soluzioni Comepi. In questo modo sono in grado di lavorare e comunicare senza avere bisogno di batterie. La tecnologia di trasmissione, costruita su protocollo EnOcean, sfrutta l’energia cinetica dell’attuazione per creare l’energia necessaria a trasmettere le informazioni verso il ricevitore. L’assenza di batterie rende il prodotto sostenibile e riduce i costi di manutenzione. Ne facciamo largo uso in ambito industriale su macchinari e linee di produzione, così come su attrezzature mobili come quelle per l’agricoltura, ma vantiamo applicazioni anche in ambito civile per la gestione ad esempio di parcheggi automatici, ingressi porte ecc. Si tratta di prodotti lanciati nel 2020, ma che oggi finalmente possiamo proporre direttamente al pubblico in una fiera”.

Una panchina smart con palo multifunzione

Tecno world palo Isola per smart city
Panchina e palo smart “Isola” di Tecno World

“La nostra soluzione per le smart city è Isola, una panchina smart integrata al palo e dotata di tantissime funzionalità per rispondere a esigenze di sicurezza, illuminazione, servizi di ricarica, wi-fi, comunicazione fino al monitoraggio dell’aria – racconta Alberto Mandrile, Ceo e Founder di Tecno World – Tutte le tecnologie abilitanti sono all’interno, è necessario solamente un collegamento elettrico e una connessione di rete in fibra ottica”.

Technic Smart Pole Isola è l’evoluzione del progetto del palo modulare di Tecno World Group a cui Tecno World lavora dal 2015.

L’obiettivo è quello di dotare le amministrazioni della città di una soluzione completa in grado di fornire servizi percepiti dall’utente come un kit per la  ricarica che include prese per la ricarica e-bike ma anche per la ricarica di Pc o per alimentare piccoli elettrodomestici come lo scalda biberon per i neonati; prese usb e sistema wireless per la ricarica degli smartphone e tablet. Il palo è dotato anche di access point wi-fi che permette all’utente una rapida connessione a internet.

Isola è dotato di servizi che assicurano sicurezza alle persone come una telecamera composta di 4 ottiche 4K regolabile che è in grado di vedere a 360 gradi, un sistema interfono certificato per chiamate S.O.S., un altoparlante per informare con messaggi acustici. Inoltre sono presenti sulla sommità delle sonde che permettono di misurare in tempo reale oltre alla temperatura e l’umidita anche la qualità dell’aria.

“A tutto questo si aggiunge di illuminazione  intelligente  nel concetto di risparmio energetico e abbattimento dell’inquinamento luminoso. – aggiunge Mandrile – Per dare un supporto completo alle amministrazioni, Isola è dotato di un sistema di monitoraggio che può essere usato sia a livello statistico sia a livello operativo per determinare i consumi. Il nostro palo modulare risponde alle esigenze di safety e di security di una moderna città intelligente”.

Risparmio energetico e flessibilità impiantistica con i nuovi LED

Sfogliando i cataloghi dei principali fabbricanti di apparecchi di illuminazione, è difficile oggi trovare prodotti equipaggiati con lampade tradizionali (alogene oppure a scarica). Negli ultimi 15 anni i diodi luminosi (LED) hanno prevalso grazie a una serie di prestazioni di ottimo livello che hanno avuto come effetto un generale avanzamento del settore illuminotecnico. Ma quali sono i vantaggi derivanti dall’utilizzo del LED?

Per quanto riguarda la riduzione dei consumi energetici, una marcata differenza è data sia dall’efficienza luminosa, sia dalla durata di funzionamento. Per quest’ultima si ricorda che oltre al dato temporale (le molte migliaia di ore) conviene accertare la percentuale della perdita di flusso luminoso a fine vita, il cosiddetto decadimento del flusso. Altro dato utile è la percentuale di LED in una campionatura che hanno un decadimento superiore oppure interrompono l’erogazione di luce (mortalità).

Attualmente i diodi luminosi di qualità hanno durate almeno pari o superiori alle 50.000 ore, decadimenti dell’ordine del 25%-30% e mortalità del 10% circa.
Anche per quanto riguarda l’efficienza luminosa è opportuno fare un preventivo accertamento. In sostanza occorre capire se il dato si riferisce alla pura sorgente luminosa o all’apparecchio. Quello che interessa maggiormente è il rapporto tra flusso e potenza elettrica relativo all’apparecchio che tiene in considerazione il consumo elettrico dell’alimentatore e la perdita di flusso dovuta all’ottica. Il dato della efficienza della sorgente si può dire che abbia un valore solo teorico. Oggi le efficienze energetiche dei migliori apparecchi raggiungono valori di 120-140 lumen su Watt.

La modularità tra i vantaggi dei LED

Un’ulteriore caratteristica qualificante dei LED deriva dai loro piccoli ingombri. Le loro dimensioni minime consentono l’installazione dei cosiddetti moduli LED, ossia aggregati di piccole fonti luminose su supporti di varia forma. I supporti incorporano i circuiti stampati che provvedono all’alimentazione elettrica. Negli impianti, dunque, può essere presente un gran numero di fonti luminose dai minimi ingombri. In questo aggregato è possibile parzializzare le accensioni e effettuare le regolazioni in modo da attribuire all’impianto un alto grado di flessibilità.

La doppia regolazione

Tra i requisiti richiesti in molti impianti c’è sicuramente la regolazione sia del flusso luminoso sia della tonalità bianca della luce emessa. Già il poter variare la quantità di luce consente, come si è detto, di rendere più flessibile l’impianto, in altre parole permette di adattare l’illuminazione dell’ambiente alle reali e mutevoli esigenze degli utilizzatori. Non si deve dimenticare il contributo della regolazione al risparmio di energia elettrica e alla durata di funzionamento delle sorgenti luminose.
Gli alimentatori/regolatori di ultima generazione permettono di intervenire sulla tonalità della luce bianca negli apparecchi equipaggiati con i LED multichip. Si tratta di diodi che emettono, grazie alla presenza di tre o quattro chip emettitori, raggi luminosi di differenti colori, rosso, blu e verde, che fondendosi insieme, in sintesi additiva, generano luce che i nostri occhi vedono secondo un data tonalità del bianco.

alimentatore e dimmer
Alimentatore (A), dimmer a quattro canali (D), comandi a potenziometro (C). Sistema di alimentazione regolabile per quattro strip LED fornite di LED multichip RGBW (Red, Green, Blue, White).

Regolando i singoli colori il driver abbinato al dimmer genera la variazione modulata della temperatura di colore. È possibile così passare dalla luce calda a quella intermedia o a quella fredda. Questo secondo tipo di regolazione si aggiunge a quella descritta del flusso. Si ricava dunque una duplice variazione della luce: in quantità e in qualità cromatica.

Sono numerose le applicazioni in cui la duplice regolazione è richiesta. Per esempio: ovunque si usi la luce per conferire allo spazio costruito una forte valenza scenografica, come nei luoghi di intrattenimento o dell’ospitalità, dove è necessario valorizzare i beni culturali (mostre, allestimenti, installazioni, stand, musei), oppure dove si vuole dare alle persone la libertà di scegliere l’illuminazione più confortevole secondo le proprie preferenze.

illuminazione led: temperatura colore
Pala d’altare nella chiesa di San Tomaso Becket a Verona illuminata con LED a temperatura di colore di 3600 K (a sinistra) e 4500 K (a destra)

Nuove tipologie di apparecchi

La modularità e i minimi ingombri, insieme alla doppia regolazione, hanno permesso di produrre nuove tipologie di apparecchi di illuminazione. Ai tipi tradizionali, come i proiettori o i diffusori, è stato possibile affiancare nuovi prodotti con una forte carica innovativa. Ad esempio i moduli a sviluppo lineare – le cosiddette strip LED – hanno permesso di integrare le fonti luminose all’interno di strutture costruttive e architettoniche e anche elementi di arredo. I moduli di forma quadrata o rettangolare consentono di realizzare vari tipi di retroilluminazione di superfici in vetro o in materiale plastico. La luce incorporata o integrata è diventata una tendenza molto praticata in tantissimi tipi di ambienti dagli interni fino agli esterni. Il panorama delle possibili soluzioni impiantistiche si è arricchito notevolmente stimolando la creatività dei progettisti.

Una concessionaria totalmente cablata con Panduit

La Concessionaria Nanni Nember Srl di Brescia, nata nel 1967, è un punto di riferimento sul territorio per i marchi BMW e MINI.

La sede di Brescia è stata recentemente affiancata dalla nuova Concessionaria Nanni Nember di Desenzano del Garda, dove su 7.000 mq i clienti possono trovare tutti i prodotti BMW e MINI, oltre a un’intera gamma di servizi di manutenzione, assistenza, servizi finanziari, assicurativi e noleggio.

La nuova concessionaria è stata realizzata utilizzando vetro, acciaio e cemento; per renderla tecnologicamente all’avanguardia, è stata dotata di infrastrutture di ricarica per vetture elettriche ed è in grado di generare energia pulita grazie all’apposito impianto fotovoltaico.

Per la realizzazione dell’infrastruttura di rete di questa nuova struttura, Nanni Nember ha scelto Olicom, società di integrazione con sede a Concesio (BS), che dal 1982 opera nel settore dell’ICT e dell’automazione industriale su tutto il territorio nazionale, partner certificato Panduit.

Requisiti stringenti, a prova di futuro

Infrastruttura Panduit concessionaria Nanni Nember

BMW Group fornisce rigide indicazioni per la realizzazione di nuovi punti vendita, con specifiche dettagliate per progettazione e costruzione.

La nuova Concessionaria di Desenzano del Garda ha seguito le indicazioni del Green Building di BMW Group (Sistema di riferimento della sostenibilità nei progetti immobiliari) e i criteri HBES (Home & Building Electronic System) secondo le ultime norme vigenti. All’interno dell’edificio, i differenti sottosistemi sono stati integrati sulla base di standard consolidati. Ciò ha permesso di ottenere la massima efficienza, flessibilità e sostenibilità sia per la parte infrastrutturale, sia per quella funzionale.

La necessità fondamentale era la realizzazione di un sistema HBES/BACS che consentisse l’integrazione di tecnologie fra loro diverse (quali automazione di luci e oscuranti solari, climatizzazione, gestione dell’energia, sistemi di intrattenimento, videocitofonia su IP, allarmi e sicurezza), capaci di scambiarsi dati di tipo digitale e/o analogico. In altre parole, il sistema doveva essere aperto, interoperabile, flessibile e scalabile.

“Abbiamo voluto realizzare una gestione smart dell’edificio per migliorare il benessere psico-fisico delle persone che lo visiteranno e che ci lavoreranno. – spiega Ennio Barbieri, Marketing Manager della Concessionaria Nanni Nember – Avere condiviso l’approccio del cablaggio fisico unificato di Panduit ci ha garantito qualità e flessibilità, semplificando notevolmente monitoraggio e manutenzione. Abbiamo ritenuto importante realizzare la nuova sede dedicando particolare attenzione all’innovazione, alla tecnologia e alla sostenibilità, valori condivisi da sempre con BMW e, da oggi, anche con Panduit”.

Una infrastruttura di rete abilitante

Interno Concessionaria Nanni Nember

Al fine di garantire un’infrastruttura adeguata per abilitare il sistema HBES/BACS, il progetto ha dovuto integrare diversi sottosistemi: ICT, software on-premise e in Cloud, componenti IoT, collegamenti VPN con la sede di Brescia e la casa madre di Monaco di Baviera, fonia over IP, audio & video, illuminazione, climatizzazione, access control e security.

Panduit ha collaborato con il partner di integrazione Olicom fin dalle prime fasi del progetto, proponendo una architettura fisica unificata che potesse interconnettere componenti e protocolli, riducendo i rischi e garantendo massime prestazioni ed efficienza operativa.

L’infrastruttura di rete integrata permette l’uso intelligente delle risorse garantendo il collegamento efficiente di tutti i sistemi. L’intero impianto permette un minore consumo energetico e l’ottimizzazione dei costi di gestione e di manutenzione.

Il sistema Panduit

L’infrastruttura realizzata si basa su tecnologia Cat 6A UTP (10 Gbps), con più di 10.000 metri di cavo, connettività e patch cord Mini-Com, permutatori angolati e plug UTP terminabili in campo con inclinazione a 45°. L’identificazione dei componenti dell’impianto è stata realizzata con le stampanti portatili Panduit serie MP300.

A completamento dell’installazione, per assicurare la reale performance dei media trasmissivi ed evitare eccessivi serraggi, i cavi sono stati assicurati all’infrastruttura utilizzando fascette in velcro Panduit.

I vantaggi: flessibilità e scalabilità

Interno Concessionaria Nanni Nember

Utilizzando le soluzioni Panduit, la nuova filiale di Nanni Nember è oggi in grado non solo di affrontare le sfide tecnologiche attuali, ma anche di rispondere alle esigenze future. L’infrastruttura di rete integrata permette l’uso intelligente delle risorse garantendo il collegamento efficiente di tutti i sistemi. L’intero impianto permette un minore consumo energetico e l’ottimizzazione dei costi di gestione e di manutenzione.

“L’integrazione dei sistemi offre solide fondamenta per l’innovazione di ogni business. – conferma Giovanni Ciavarella, CEO di Olicom – L’obiettivo è guadagnare flessibilità e sicurezza nell’utilizzo delle informazioni. Alla base di un processo di trasformazione digitale serve, comunque e sempre, una infrastruttura sicura ed efficiente. Nella realizzazione di questo vero e proprio Smart Building abbiamo condiviso con la professionalità e la qualità di Panduit l’approccio del cablaggio infrastrutturale unificato che ci ha consentito un risultato proiettato nel futuro”.