A Smart Building Expo 2021 appuntamento con formazione e certificazione

Smart Building Expo non è semplicemente la fiera della home and building automation e dell’integrazione tecnologica.

A Fieramilano Rho, dal 22 al 24 novembre, ci sarà ampio spazio anche per la formazione professionale.

I temi caldi a Smart Building Expo

Banda larga, digitalizzazione, risparmio energetico e passaggio al DVB-T2 sono solo alcuni dei grandi trend del momento, che sicuramente monopolizzeranno i prossimi mesi e anni.

Per questo è fondamentale aggiornarsi costantemente, valutare dove si stia indirizzando il mercato e come soddisfare le richieste dei potenziali clienti.

Da questo punto di vista, l’offerta formativa organizzata nel corso di Smart Building Expo è una risposta convincente. Ecco i principali appuntamenti in fiera, molti dei quali daranno diritto a crediti formativi per installatori, progettisti, ingegneri e periti.

Smart Building Report: i nuovi dati del Politecnico di Milano

Convegno formazione

Realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Smart Building del Politecnico di Milano e con l’editore specializzato Nii progetti, il workshop “Smart Building Report: i numeri e le tendenze del mercato” si terrà la mattina del 22 novembre.

Basato sui dati di Energy Strategy Group del Politecnico di Milano, mostrerà la situazione aggiornata del mercato degli smart building in Italia.

Milano Smart Building Conference, tre sessioni distinte

Milano Smart Building Conference, realizzata in collaborazione con l’Associazione Smart Buildings Alliance for smart cities, il 23 novembre affronterà il tema del contributo che gli edifici smart possono dare allo sviluppo di città smart attraverso temi quali connettività a banda ultra larga, gestione dei big data, trasformazione degli utenti in prosumer, costruzione delle infrastrutture per la mobilità elettrica ed e-learning e smart working.

Il 24 novembre, invece, punto di vista capovolto: nella sessione City vs Building si guarda ai servizi tipicamente dedicati all’ambiente urbano e al suo territorio e al loro contributo all’intelligenza di un edificio. Tra i temi affrontati, le piattaforme di partecipazione a livello urbano, la connettività indoor e outdoor, i sistemi predittivi basati sulle city digital twin, i sistemi di monitoraggio e l’organizzazione della mobilità, della logistica e della sicurezza.

Nella terza sessione, chiamata Space vs City, sempre il 24 ma nel pomeriggio si parlerà di applicazioni dallo spazio. Sarà protagonista l’osservazione della terra attraverso sistemi di elaborazione dati sempre più raffinati. Strumenti che già oggi permettono a gestori e amministratori di aree urbane di avere un punto di vista aggiuntivo per un migliore monitoraggio dell’ambiente e delle infrastrutture, oltre al controllo delle acque, alla georeferenziazione e alle telecomunicazioni.

Scenari tecnici e di mercato

Formazione professionale

Il seminario “La building automation nella gestione energetica degli edifici: strumenti e prospettive”, in programma il 22 novembre, porrà l’accento sul contributo della automazione dell’edificio e dell’inserimento di “intelligenza” nei processi gestionali, al fine di migliorarne le performance energetiche. Naturalmente sia sulle strutture nuove, sia su quelle già esistenti.

Nel seminario “Quale mercato e quali competenze per i tecnici del settore impianti nel dopo Covid”, sempre in programma per il 22 novembre, si parlerà di formazione e delle competenze indispensabili per lavorare nel nuovo mercato dell’impiantistica.

“Switch off nel mezzo del guado: la nuova dimensione della televisione” rappresenterà il momento di confronto sull’andamento del secondo switch off televisivo, che si concluderà nel luglio del 2022. Un cambio tecnologico che va di pari passo con la trasformazione in atto nella tipologia d’utilizzo del mezzo televisivo, sempre meno lineare e sempre più on demand, con una ibridizzazione marcata col mondo degli OTT che pone anche problemi di rete e di impianti domestici.

Il 24 novembre Prosiel propone il workshop “Il tema della sicurezza degli impianti”. Un argomento sempre di grande attualità, visto che sono ancora tanti (troppi) gli impianti domestici che da questo punto di vista non raggiungono la sufficienza.

Infine si terrà in presenza e in diretta streaming, l’ultima tappa dello Smart Building Roadshow 2021. I temi chiave del 2021, estrapolati direttamente dal PNRR, sono digitalizzazione e sostenibilità ambientale.

Normative e certificazione

Ecco infine un elenco dei principali appuntamenti. L’elenco completo e sempre aggiornato si trova sul sito di Smart Building Expo.

Acqua di rete: 10 motivi per utilizzarla di più e meglio

Consumare in modo intelligente ed efficiente l’acqua di rete farà la differenza negli obiettivi sostenibili italiani. Perché le risorse idriche, interconnesse a tutti gli aspetti dello sviluppo sociale ed economico post pandemia, generino una nuova consapevolezza pratica e inclusiva della gestione domestica.

Ecco il modello di Smart Home 5.0 ipotizzato dall’ultimo position paper di The European House – Ambrosetti e Celli Group. Una casa attiva e connessa, che sfrutta luce e ventilazione raccolti durante il giorno per accumulare energia, integra tutti i suoi dispositivi e promuove un utilizzo ottimizzato dell’acqua.

Perché valorizzare l’acqua di rete domestica

Dove sta la convenienza? Lo vediamo nei 10 punti esplicitati all’interno dello studio “Smart Home 5.0. Quali ricadute economiche, sociali e ambientali dell’installazione di erogatori di acqua di rete negli edifici residenziali italiani”.

L’idea è ripensare in chiave smart tutti gli elementi che costituiscono la società, verso una concezione di spazio urbano e sub-urbano reattivo e funzionale. In questo contesto, l’efficientamento idrico dei condomini e gli erogatori di acqua di rete rappresentano un pilastro della casa intelligente.

Risorse idriche scarse e strategiche

Nel XX secolo la popolazione mondiale ha registrato un tasso di crescita 8 volte superiore al millennio precedente. Ovvero, 80 milioni di persone in più ogni anno. Secondo le stime Onu, nel 2050 saremo 9,7 miliardi e a fine secolo circa 11 miliardi.

A livello idrico, nel 2050 i prelievi raggiungeranno i 6 trilioni di m3. Dato preoccupante, se consideriamo che oggi il 28% della popolazione globale non ha accesso all’acqua potabile, il 53,8% non ha sistemi di purificazione sicuri e il 40% delle abitazioni è privo di impianti per il lavaggio delle mani. C’è di più: il cambiamento climatico, le evoluzioni sociodemografiche, l’urbanizzazione e l’emergenza Covid-19 rischiano di potenziare il conflitto tra tutela ambientale e garanzia di approvvigionamento idrico.

Consumo di acqua minerale in bottiglia in Europa

Gli italiani preferiscono le bottiglie

L’Italia è seconda in Europa per prelievi di acqua a uso potabile, con 153 m3 annui pro-capite (il doppio della media Ue). Non solo, siamo il primo Paese al mondo per consumi di acqua minerale in bottiglia, con 8 miliardi di bottiglie di plastica consumate ogni anno, di cui solo un terzo riciclabile.

Il dato è ancor più sorprendente se comparato all’alta qualità dell’acqua di rete italiana. Infatti, circa l’85% della risorsa idrica prelevata proviene da falde sotterranee (+20% rispetto alla media europea), ed è quindi naturalmente protetta e meno trattata. Qual è il problema? Nonostante l’87% della popolazione italiana si ritenga soddisfatto della qualità del servizio idrico, solo il 29% si fida a bere l’acqua del rubinetto. Le principali motivazioni stanno nel livello di pressione, nel sapore e nella limpidezza dell’acqua. Oggi più che mai, quindi, serve un cambio di paradigma che sfrutti digitalizzazione, IoT e intelligenza artificiale per invertire il trend.

Come cambia la Società 5.0

Cosa cambia rispetto ai modelli 4.0 che già conosciamo? La “Società 5.0” teorizzata dalla professoressa Yuko Harayama e testata dal Governo giapponese nell’ambito del “5th Science and Technology Basic Plan” è fortemente orientata al benessere dei cittadini.

Ecco i suoi obiettivi:

In estrema sintesi, la società 5.0 è “umanocentrica” ma iper tecnologica. I big data raccolti vengono analizzati da sistemi di intelligenza artificiale, che a loro volta restituiscono agli individui opportunità concrete. L’approccio collaborativo dei diversi attori in gioco, dalle istituzioni ai player industriali, permetterà di gestire ancora meglio le risorse idriche.

Sostenibilità delle risorse idriche, energetiche e ambientali

Efficienza idrica nella Smart Home 5.0

La realizzazione della smart city non può prescindere dalla smart home e, soprattutto, dai condomini intelligenti. L’evoluzione indicata dal TEH-Ambrosetti sfocia in un sistema integrato a livello orizzontale, caratterizzato dall’interoperabilità di tutti i dispositivi a esso connessi e capace di soddisfare i crescenti bisogni di vivibilità e sostenibilità.

Qui, l’efficientamento delle risorse idriche gioca un ruolo fondamentale e prevede 4 livelli di azione:

Le tre dimensioni della sostenibilità

L’analisi del valore dell’installazione di erogatori di acqua di rete nei condomini italiani si basa sulla tripartizione formulata da John Elkington nella “Triple Bottom Line” della sostenibilità. Parliamo di economia, persone e ambiente e dei loro specifici e misurabili Key Performance Indicator (KPI).

La dimensione economica riguarda i risparmi derivanti dalla minor spesa in acqua minerale in bottiglia e, di conseguenza, i possibili consumi abilitati dal risparmio ottenuto. Il fronte sociale stima invece il contributo dell’efficientamento idrico all’occupazione e allo sviluppo tecnologico italiano. La dimensione ambientale, infine, si focalizza sulla riduzione dei rifiuti in plastica, del costo di smaltimento e di riciclo della stessa e dell’impatto ambientale legato al ciclo di vita delle bottiglie di acqua minerale. A completamento, le esternalità positive per la collettività in termini di emissioni di gas serra.

Erogatori di acqua di rete: i vantaggi economici

Veniamo dunque ai benefici dell’installazione degli erogatori di acqua di rete. Se tutti gli edifici residenziali d’Italia ne avessero uno, le famiglie risparmierebbero complessivamente 966 milioni di euro all’anno. Tale cifra non si ripartisce ugualmente, bensì è maggiore per i condomini di grandi dimensioni: 123 euro contro i 14 euro dei residenti in strutture piccole. I benefici ottenuti consentono di orientarsi verso altre voci di spesa ugualmente importanti per il benessere sociale.

Erogatori di acqua di rete nei condomini italiani: vantaggi economici

Le ricadute sulla filiera

La produzione di erogatori di acqua di rete attiva filiere di fornitura e subfornitura. Questo genera anche un impatto indiretto e un rilevante indotto sull’occupazione e sugli investimenti. Creando al contempo competenze ed elevata specializzazione a supporto della digitalizzazione. Un esempio? Grazie all’elevato livello di innovazione tecnologica degli impianti, per ogni occupato generato da Celli Group ne emergono 2,25 addizionali nell’intera economia, mentre per ogni euro investito se ne generano altri 1,70.

I benefici ambientali dell’acqua smart

L’installazione di un erogatore di acqua di rete nei condomini italiani porterebbe anche alla riduzione di 5 kg di rifiuti in plastica per abitante, 11 kg per famiglia e 138.000 tonnellate per tutte le strutture italiane. Ovvero, il 7% del totale dei rifiuti in plastica e lo 0,5% del totale dei rifiuti urbani complessivamente generati in Italia nel 2019. Direttamente collegata, la riduzione del costo di gestione dei rifiuti stessi. In questo caso i vantaggi sono pari a 1,7 euro per abitante, 4 euro per famiglia e 48 milioni di euro per tutti i condomini. Dato equivalente a circa l’1,5% della spesa annua delle famiglie per la raccolta di rifiuti.

Ed eccoci agli impatti ambientali:

Come funzionano gli erogatori smart delle risorse idriche condominiali

Impatto dell’acqua di rete sugli obiettivi 2030

Considerando ogni dimensione della sostenibilità (economica, sociale e ambientale), gli erogatori di acqua di rete impattano su 11 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e su 45 dei 169 target ad essi associati. Eppure, secondo gli analisti del TEH – Ambrosetti i fondi Next Generation EU non sono sufficientemente orientati all’efficienza idrica.

Come si muove il PNRR italiano

L’approvazione del budget settennale dell’Unione Europea ha comunque segnato l’incremento delle quote relative agli investimenti green. Il Governo italiano ha declinato la strategia Ue nel Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), il cui 10% è direttamente riconducibile alla gestione efficiente dell’acqua. Un’allocazione di 15 miliardi di euro per la tutela e la valorizzazione del territorio e della risorsa idrica e 6,3 miliardi di euro per favorire agricoltura sostenibile ed Economia Circolare.

Ricordiamo poi che in Italia è attualmente attivo anche il Bonus Idrico, che incentiva la sostituzione di impianti obsoleti e l’adozione di sistemi di trattamento dell’acqua del rubinetto.

Progetti per valorizzare l’acqua di rete

Alla luce di quanto descritto, è importante avviare il cambio di paradigma. Per ottenere un modello e una cultura di consumo più responsabili, si può lavorare su due fronti. Da un lato l’innovazione, per offrire erogatori di acqua di rete avanzati, digitali e connessi. Dall’altro serve puntare sulle evidenze, promuovendo studi sulla sostenibilità e su come sia possibile cambiare l’attuale sistema.

Economicamente parlando, ci sono altri fondi Ue potenzialmente utilizzabili nel settore idrico. All’interno del Programma Horizon, il “Digital Water City” è già attivo a Milano e in altre quattro città europee. Altri progetti potrebbero riguardare il Programma LIFE (Call Water) e, infine, il Programma Invest EU destinato alla ristrutturazione edilizia.

Effetto pandemia finito, in ripresa le emissioni di gas serra

Fra i report più significativi relativi alla situazione energetica del pianeta figura quello realizzato da Capgemini, denominato “World Energy Markets Observatory” e giunto alla sua 23esima edizione.

Si tratta di un’indagine che analizza lo stato e le tendenze dei mercati e delle tecnologie dell’elettricità e del gas in Nord America, Europa, Asia e Australia. Il tutto condito da interessanti approfondimenti, come quelli relativi ai progressi che stanno avvenendo nel contrasto al riscaldamento globale e all’andamento della transizione energetica in corso.

Diversificazione degli approvvigionamenti

Il report del 2021 sottolinea come gli operatori del fossile, petrolio e gas, sono stati duramente colpiti dalla pandemia ma che nell’anno in corso si è verificata una forte ripresa grazie all’aumento della domanda e dei prezzi. Tuttavia l’emergenza sanitaria ha accelerato la diversificazione degli approvvigionamenti energetici, con una forte spinta verso l’alimentazione elettrica, le energie rinnovabili e la mobilità elettrica.

In questo contesto, l’offerta di elettricità ottenuta da fonti rinnovabili è aumentata in modo significativo mentre i costi di produzione sono continuati a diminuire nel 2020.

In particolare, l’anno scorso si è registrato un importante incremento della generazione energetica da sorgente solare ed eolica, che sono arrivate a rappresentare il 10% del mercato globale. Va inoltre registrato un crescente interesse verso l’idrogeno verde.

generazione elettrica suddivisa per fonti

World Energy Markets Observatory: sforzi da moltiplicare

“L’impatto del COVID-19 è stato sicuramente significativo – afferma Alessandro Kowaschutz, dirigente di Capgemini Italia -, ma la prima metà del 2021 ci ha mostrato che la pandemia non ha portato a una diminuzione sostenuta delle emissioni di gas serra, ovvero un calo compatibile con l’obiettivo di limitare a 1,5°C il riscaldamento globale entro il 2100. Quindi, gli sforzi per la diffusione di tecnologie a basse emissioni di carbonio, l’aumento dello stoccaggio stazionario e la crescita dell’elettrificazione devono essere moltiplicati”.

Capgemini sottolinea poi degli aspetti importanti legati alla transizione energetica: “La trasformazione net-zero delle imprese globali deve basarsi su metodi di misurazione scientifici indiscutibili e su dati accurati, che includano tutti i gas serra. L’accesso all’energia sta oggi diventando una sfida sociale. Di conseguenza, governi e comparto industriale devono trovare un equilibrio tra la decarbonizzazione e la garanzia che i bisogni energetici globali siano soddisfatti”.

La capacità di energia da fonti rinnovabili

Le linee guida da seguire

Da qui l’individuazione, nel World Energy Markets Observatory, di alcune linee guida per raggiungere gli obiettivi nell’ambito del cambiamento climatico, garantendo al tempo stesso la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e l’accessibilità economica per i cittadini:

Inverter SMA: garanzia di fabbrica di 10 anni

SMA estende la garanzia di fabbrica da 5 a 10 anni. La garanzia di fabbrica 5+5 si applica agli inverter residenziali messi in servizio da ottobre 2021, a partire dalla registrazione del prodotto da parte del proprietario dell’impianto fotovoltaico ed entro 12 mesi dalla messa in servizio. L’attivazione dei 5 anni aggiuntivi di garanzia si ottiene attraverso la registrazione sul portale mySMA e sarà finalizzata dall’utente privato, che potrà contare sull’estensione di garanzia a 10 anni e sulla possibilità di impostare la data di inizio della garanzia, facendola coincidere con la data di messa in servizio dell’impianto.

Vantaggi per installatori e distributori

Questa iniziativa rientra nella strategia di SMA che punta a fornire un servizio a valore aggiunto. Gli installatori in questo modo possono offrire ai propri cliente una sicurezza maggiore oltre ovviamente alla riconosciuta qualità e lunga durata degli inverter SMA.
Per agevolare installatori e distributori, SMA ha semplificato tutto il processo amministrativo e di vendita.

Come ottenere la garanzia di fabbrica

MySMA è il portale per la registrazione dei prodotti che godono di questa speciale garanzia 5+5.
La garanzia 5+5 si applica, infatti, alle famiglie di prodotto: Sunny Boy 1.5/2.0/2.5 VL-40, Sunny Boy 3.0-6.0 AV-41, Sunny Tripower 3.0-6.0 3AV-40, Sunny Tripower 8.0/10.0 3AV-40, Sunny Island 4.4 M-13 e Sunny Island 6.0/8.0 H-13 e Sunny Boy Storage 3.7/5.0/6.0-10.

Sul portale è necessario registrare l’inverter entro 12 mesi dalla messa in servizio. Successivamente è possibile accedere a tutte le informazioni sulla garanzia e sfruttare le prestazioni del impianto fotovoltaico con informazioni sempre a portata di mano.

Guida aggiornata per proteggere gli edifici smart dai cyber-attacchi

Secondo un recente sondaggio di Kaspersky è emerso che il numero di attacchi mirati a violare i dispositivi IoT è raddoppiato rispetto allo scorso anno passando dal 16,17% al 32,72%. 2N ha realizzato una guida sul tema cybersecurity con consigli utili per aiutare gli utenti e i proprietari di immobili a potenziare la sicurezza degli edifici smart e proteggere da cyber-attacchi.

Il report di Kaspersky ha rivelato che si sono verificati oltre 1,5 miliardi di attacchi indirizzati a dispositivi IoT (Internet of Things) nei primi sei mesi del 2021. Tra i dispositivi attaccati troviamo serrature, accessori smart per la casa e videocitofoni intelligenti.

Per tracciare e prevenire questi cyber-attacchi, gli esperti di Kaspersky hanno creato software speciali (honeypot) che imitano un dispositivo vulnerabile.
Risulta inoltre che l’89% degli utenti è preoccupato per la sicurezza dei propri dispositivi.

6 consigli per proteggersi dai cyber-attacchi

La guida 2N è stata pubblicata in occasione del Cybersecurity Awareness Month 2021 e si pone l’obiettivo di tranquillizzare chi abbraccia la tecnologia per essere più connesso e digitale. Ecco i consigli aggiornati affinchè utenti e gestori di edifici smart possano proteggersi dai cyber-attachi, continuando a beneficiare dell’innovazione e della tecnologia:

  1. Adottare framework di controllo della sicurezza collaudati come ISO 27001 e SOC 2pere creare sistemi e processi sicuri.
  2. Assicurarsi che il sistema di controllo accessi sia dotato di crittografia e di autenticazione multi-fattore. In questo modo è possibile proteggere la comunicazione tra i dispositivi ed evitare accessi non autorizzati.
  3. Creare una rete dedicata per dispositivi che gestiscono le informazioni sensibili e assicurarsi che vengano utilizzati protocolli di implementazione come HTTPS, TLS, SIPS o SRTP di default.
  4. Creare account con diversi privilegi legati alle mansioni aziendali
  5. Aggiornare il software regolarmente per mitigare i rischi di cybersecurity. Ogni nuova release implementa nuove patch di sicurezza e risolve i bug riscontrati sul software.
  6. Formare i dipendenti: l’elemento umano è la parte più vulnerabile di qualsiasi sistema e gli hacker possono indurre le persone con l’inganno a commettere errori di sicurezza o a diffondere informazioni sensibili.

Oltre il caro energia aumentando gli investimenti rinnovabili

Superare “indenni” il caro energia e raggiungere lo stesso gli obiettivi climatici? Si può fare, trasformando le complessità e i timori di oggi in un’ulteriore spinta agli investimenti rinnovabili.

L’appello viene dall’economista e ceo di Althesys Alessandro Marangoni, intervenuto a Rimini in occasione della fiera Ecomondo – Key Energy. “Per raggiungere gli obiettivi Ue serviranno investimenti pari a 145 miliardi di euro – spiega -. Uno stimolo al Pil e all’occupazione, contro la crisi dei mercati energetici e la ripresa dell’inflazione”. Insomma, la trasformazione del sistema energetico, ovvero la diffusione delle fonti rinnovabili, delle nuove tecnologie e delle politiche per contenere le emissioni di CO2, non è la responsabile dei rincari. Anzi, può contribuire a mitigarli.

Caro energia: i motivi e le dinamiche globali

Gli aumenti sono legati alla pressione su tutti i mercati delle materie prime, causata dalla ripresa economica più rapida delle attese. Prezzi in crescita e offerta bassa, ai quali si uniscono la situazione finanziaria critica della Cina e le speculazioni internazionali.

Il caro energia, dunque, si tradurrà in inflazione: l’industria potrebbe subire il colpo arrestando alcune produzioni, mentre le famiglie si trovano ad affrontare forti rincari su gas e luce nonostante le misure del Governo. Interventi efficaci (forse) nel breve periodo, non saranno risolutivi se la crisi delle materie prime dovesse durare a lungo.

L’Italia deve triplicare gli investimenti

Dall’altro lato ci sono le politiche green. Gli investimenti rinnovabili e la transizione energetica hanno rallentato la corsa, in tutto il mondo, a causa della pandemia. L’Europa ha fatto meglio di altre zone, ma deve comunque accelerare il ritmo di 2,5 volte rispetto agli ultimi cinque anni, se intende arrivare a emissioni nette zero al 2050.

L’Italia segue il trend Ue: bisogna moltiplicare per tre lo sforzo per arrivare all’obiettivo, con investimenti di circa 145 miliardi di euro al 2030. “I costi della transizione energetica vanno confrontati con quelli dell’inazione – precisa Marangoni -. Non affrontare la sfida climatica vuol dire incorrere in danni sociali ed economici difficili da stimare, ma sicuramente molto ingenti, che possono toccare fino al 5% del Pil”.

Priorità, aumentare il mix energetico

Come uscire dalla crisi dei prezzi e implementare al contempo l’energia pulita? Le priorità dettate da Althesys sono due:

Inoltre, fare i conti con la transizione energetica significa anche comprendere il ruolo del gas naturale come ponte verso la decarbonizzazione, nonché il futuro di gas rinnovabili e idrogeno. Ugualmente, bisognerà gestire al meglio il fine vita di pannelli fotovoltaici, delle pale eoliche e delle batterie esauste.

Tante sfide per una sola grande esigenza: intervenire urgentemente anche sul piano istituzionale per trasformare il caro energia in opportunità economica, ambientale e sociale per il Paese.

Investimenti sulle rinnovabili, l’Italia guadagna posizioni

Per quanto possa sembrare un’evidente contraddizione, anche nel settore delle rinnovabili c’è bisogno di una particolare “benzina”. Quest’ultima, ovviamente, non intesa come la fonte fossile che sarebbe così importante eliminare in tempi rapidi, ma come carburante economico per accelerare lo sviluppo del mondo green. Stiamo parlando, quindi, degli investimenti, ambito nel quale per l’Italia c’è da registrare una notizia positiva, ovvero il guadagno di posizioni nella graduatoria dei Paesi più attrattivi.

Si tratta di uno dei dati più significativi contenuti nel report “EY Renewable Energy Country Attractiveness Index”, conosciuto anche con l’acronimo RECAI. A livello generale, l’indagine sottolinea come lo sviluppo di energie rinnovabili sta attraversando un momento di rapida ed importante crescita “grazie alle favorevoli condizioni di mercato, ai progressi tecnologici, al sostegno dell’opinione pubblica e dei leader politici sui temi legati all’ambiente”.

Boom delle installazioni di rinnovabili

E così, nonostante i gravi effetti della crisi pandemica, a livello mondiale lo scorso anno gli investimenti in capacità di energia rinnovabile sono cresciuti del 2% mentre le installazioni di capacità rinnovabili sono aumentate di ben il 45% rispetto al 2019, segnando il tasso di crescita più veloce che si è registrato negli ultimi vent’anni.

In questo contesto favorevole l’Italia, come anticipato, passa dal 15° al 13° posto nel graduatoria Recai che prende in considerazione 40 Paesi in base alla loro attrattività di investimenti e alle opportunità di sviluppo offerte nel settore delle energie rinnovabili. Il nostro Paese, dunque, scala due posizioni in classifica in meno di sei mesi a testimonianza di un impegno nella transizione energetica che si sta consolidando.

Attrattiva investimenti sulle rinnovabili: la graduatoria Recai

“Siamo di fronte a un momento cruciale – ha dichiarato Giacomo Chiavari, dirigente di EY Europe – per accelerare la transizione energetica dell’Italia, grazie alle risorse del PNRR per il settore green. Ma per farlo è necessario consolidare e abilitare i driver di breve e lungo periodo in grado di incrementare lo sviluppo di energia prodotta a partire da fonti rinnovabili”.

Investimenti sulle rinnovabili: in testa Stati Uniti, Cina e India

Tornando alla graduatoria Recai, in testa troviamo nell’ordine tre colossi planetari quali gli Stati Uniti, Cina e India. A seguire, nella lista delle nazioni più attrattive per gli investimenti sulle rinnovabili (fotovoltaico, eolico, solare termico, geotermico, biomassa, idroelettrico) figura un blocco europeo composto da Francia, Gran Bretagna e Germania. Ed ancora, si collocano dal settimo al dodicesimo posto Australia, Giappone, Brasile, Spagna, Olanda e Cile.

Una classifica dalla quale si deduce che, seppur in avanzamento, l’Italia non si trova ancora nella posizione che le “compete”, almeno ragionando in termini di peso economico e politico nel continente europeo. Al riguardo, un’importante opportunità è appunto rappresentata dal citato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a supporto delle rinnovabili.

In particolare, EY evidenzia l’importanza di alcune poste quali i 4miliardi di euro destinati all’incremento di capacità di RES (Renewable Energy Sources) e gli 1,9 miliardi di euro per la produzione di biometano. A questi si sommano i 3,6 miliardi a supporto della produzione di idrogeno verde con una strategia nazionale che prevede l’installazione entro il 2030 di 5GW di elettrolizzatori e di coprire il 2% dei consumi finali di energia del nostro Paese con idrogeno verde.

Target ambiziosi dell’Italia

Più in generale, il report Recai sottolinea come l’Italia si è posta dei target energetici ambiziosi, nonostante gli effetti della pandemia, puntando a raggiungere l’obiettivo di circa 95 GW di capacità installata al 2030, rispetto ai 55GW di capacità installata finora negli anni passati, a cui si sommano ulteriori 10-15 GW di capacità incrementale al 2030 che dovrebbe essere installata per soddisfare la domanda di energia rinnovabile necessaria per raggiungere l’obiettivo di produzione di idrogeno verde.

Misurazioni prive di errori con l’analizzatore di rete Fluke 1770

Il registratore di dati/ricerca guasti di Power Quality serie Fluke 1770 nasce per rispondere alle esigenze dei tecnici che si occupano della manutenzione ordinaria e della ricerca dei guasti nelle apparecchiature e negli alimentatori, incluse l’indagine e l’ottimizzazione dell’energia e installazione di nuove apparecchiature.

Si tratta di misurazioni che si rivelano spesso necessarie in impianti industriali e commerciali, università, ospedali e presso fornitori di servizi elettrici e organizzazioni di assistenza per garantire il funzionamento continuo, sicuro ed efficiente del sistema elettrico.

Fluke 1770: semplice da usare, ma completo

Analizzatore di rete Fluke serie 1770

L’analizzatore di rete Fluke serie 1770 è pensato per essere di facile impiego: in questo modo risulta utile non solo per i tecnici professionisti esperti, ma anche per gli utenti meno esperti che lavorano nell’installazione, nella messa in servizio e nella manutenzione delle apparecchiature.

La serie 1770 misura e acquisisce automaticamente i principali parametri di Power Quality, tra cui armoniche, cali, sbalzi, squilibri, corrente di spunto e altro ancora. La semplicità di interpretazione dei dati consente agli utenti di ottenere misurazioni sempre corrette.

Per interagire con lo strumento è possibile usare sia l’ampio display touch screen, sia i pulsanti di navigazione fisici. Insieme all’interfaccia utente ottimizzata, permettono di modificare facilmente le impostazioni, gestire le sessioni di registrazione o analizzare i dati sul campo, sia all’interno di un edificio buio che sotto la luce diretta del sole, anche se si indossano i guanti.

La funzionalità di configurazione guidata offre agli utenti una installazione rapida e a prova di errore, nonché la possibilità di correggere automaticamente i collegamenti di misurazione in modo digitale senza dover modificare i collegamenti fisici della sonda, per una maggiore sicurezza degli operatori.

È possibile impostare visualizzazioni personalizzate per ottenere rapidamente i test e i dati più importanti, rendendo più facile e veloce l’esecuzione dei test e consentendo ai tecnici meno esperti di effettuare misurazioni sul campo in sicurezza.

Pratico anche nell’uso di tutti i giorni

Analizzatore di rete Fluke serie 1770

Il modello Fluke 1770 è alimentato direttamente dal circuito misurato, quindi non è necessario che gli utenti trovino una presa di corrente nelle vicinanze o temano che i dati registrati vengano persi se il cavo di alimentazione viene scollegato.

Offre inoltre molteplici opzioni di trasferimento dati: da PC a USB, WiFi, Ethernet e in remoto tramite rete mobile, senza interrompere una sessione di registrazione, o un’indagine sull’energia o la Power Quality.

La serie 1770 utilizza gli accessori comuni dei prodotti Fluke esistenti, tra cui puntali per i test di tensione, sonde di corrente, kit gancio ecc., consentendo così di utilizzarli su più strumenti e risparmiando sull’acquisto di nuova attrezzatura.

Inoltre supporta l’applicazione software PC Energy Analyse di Fluke, che fornisce lo stesso accesso ai dati a cui i clienti sono abituati, con un’interfaccia utente più pulita e report più semplici.

Ecobonus e riqualificazione energetica: dove bisogna andare?

Ecobonus e riqualificazione energetica degli edifici restano elementi chiave della decarbonizzazione italiana, ma servono regole stabili e visioni a lungo termine. Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Rete Irene, Virginio Trivella, lancia un messaggio chiaro al Governo, in occasione dell’approvazione del Documento Programmatico di Bilancio (DPB) inviato a Bruxelles. Le prime indiscrezioni sulla Legge di Bilancio 2022 in relazione al Superbonus 110%, inoltre, richiedono un ulteriore riflessione di questo incentivo a luci e ombre.

Ecobonus e riqualificazione energetica: cosa manca

Che ne sarà degli Ecobonus nel 2022? Stando a quanto “trapela” dai palazzi romani, il Superbonus potrebbe diventare strutturale. Si prospetta infatti un profilo di intensità calante: 110% nel 2022 e 2023, 70% nel 2024 e assestamento al 65% dal 2025, praticamente come un Ecobonus. Il Bonus Facciate, invece, è destinato a scendere al 70%, per poi essere assorbito al livello standard del Bonus Casa 50% dal 2023. Ancora silenzio, invece, sui casi particolari dell’Ecobonus Condomini e del Sismabonus.

“Il tatticismo delle proroghe annuali e semestrali, in base alla disponibilità di risorse sempre scarse e sostenute forse più da esigenze di raccolta del consenso che da una chiara visione dell’interesse pubblico, non funziona più – precisa Trivella -. Anzi, in presenza di un moltiplicatore della domanda efficace come quello mostrato dal Superbonus, ha evidenziato platealmente i suoi difetti. Ha infatti scatenato la corsa all’accaparramento delle risorse, il rialzo dei prezzi e il precipitoso afflusso di operatori a dir poco improvvisati”.

Le proposte di Rete Irene

La priorità, per continuare a puntare su Ecobonus e riqualificazione energetica degli edifici, è innestare la transizione ecologica in un sistema di incentivazione stabile e strutturato. Una risorsa che sostenga il mercato permettendo alle aziende di pianificare il proprio futuro e operare con professionalità e trasparenza.

Secondo Rete Irene, il primo passo è rallentare e annunciare con anticipo la progressione degli Ecobonus. Questo andrebbe a regolare la temperatura della domanda, assicurare continuità all’offerta e consolidare gli investimenti in capacità produttiva e risorse umane specializzate. Inoltre, la definizione di un regolamento transitorio automatico consentirebbe di gestire meglio e senza incertezze contrattuali gli interventi che coinvolgono più incentivi.

Valutare la sostenibilità finanziaria

Resta il tema dolente della copertura finanziaria degli incentivi per la riqualificazione energetica. Gli elementi per valutare questo impatto sono molteplici, in quanto le agevolazioni generano:

Un’analisi puntuale del rapporto costi/benefici, oggi assente dal dibattito politico, getterebbe una luce diversa sulla sostenibilità degli incentivi e sul loro livello ottimale in funzione dei risultati ecologici attesi.

Il futuro di Superbonus, Ecobonus e riqualificazione energetica

A questo punto, una valutazione sull’esperienza del Superbonus è d’obbligo. “Per consolidarne i benefici potrebbe essere utile una migliore allocazione delle risorse del Reddito di Cittadinanza – aggiunge Trivella -. Un sistema che veda il ruolo attivo della formazione, tramite ad esempio le scuole edili, come instradamento verso il lavoro offerto dalle imprese”. Inoltre, per combattere l’annoso problema delle irregolarità edilizie perché non pensare a una sanatoria ecologica condizionata? Purché venga ottenuta con la contestuale realizzazione di progetti di efficientamento statico ed energetico dotati di obiettivi green vincolanti.

Ultimo, ma non meno importante, il tema delle modalità alternative alla detrazione diretta: cessione del credito e sconto in fattura. Un irrinunciabile fattore di equità sociale che va assolutamente mantenuto per proseguire la corsa alla transizione ecologica ampiamente agevolata da Ecobonus e riqualificazione energetica degli edifici italiani.

Passacavi circolari per cavi intestati fino a 2 mm di diametro

Il sistema passacavi circolari Conta-Clip consente il montaggio di tutti i tipi di cavi e tubi flessibili, assicurando una protezione d’ingresso IP66.

I cavi intestati e non possono quindi essere installati rapidamente e in modo sicuro su armadi o quadri di controllo.

Questo sistema di gestione dei cavi non prevede l’utilizzo di utensili ed è composto da alcuni componenti modulari: un corpo di ingresso cavi con una guarnizione integrata, un adattatore filettato di bloccaggio realizzato in due parti e un controdado per il fissaggio, oltre a elementi di tenuta con una gamma di varianti.

Come usare i passacavi Conta-Clip

I cavi vengono semplicemente fatti passare attraverso l’apertura del contenitore e il corpo del passacavo. I gommini di forma conica e lateralmente alettati vengono quindi aperti e richiusi intorno ai singoli cavi o tubi flessibili . Successivamente vengono inseriti all’interno dell’inserto per adattarsi saldamente alla struttura del passacavo.

Gli inserti a forma di I, T e + sono disponibili per la tipologia da M40 in poi, consentendo l’inserimento di una grande varietà di gommini, in funzione alle diverse esigenze. Il passacavo nel suo complesso viene quindi fissato montando alla sua struttura un adattatore filettato di blocco costituito di due parti, posto all’esterno del contenitore e un controdado anch’esso caratterizzato da due parti, per il fissaggio interno all’involucro. La speciale forma degli elementi di tenuta assicura un grado di protezione IP66 nonché una tenuta alla trazione secondo la norma DIN EN 62444.

Il fatto che questo passacavi non richieda l’utilizzo di utensili per il montaggio lo rende particolarmente adatto a operazioni di retrofit su impianti esistenti.

I passaggi cavo inutilizzati possono essere chiusi con gommini ciechi, facilmente rimovibili in qualsiasi momento per consentire a posteriori l’inserimento di ulteriori cavi.