Il Manifesto delle Bioenergie per favorire la decarbonizzazione italiana

Un Manifesto delle Bioenergie fatto di proposte efficaci e immediatamente attuabili in ottica di rilancio della biomassa, tassello importante della decarbonizzazione italiana. Lo hanno firmato in occasione di Key Energy le più importanti associazioni del settore, chiedendo al Governo di valutare nello specifico il ruolo delle bioenergie nella “lotta” all’aumento esponenziale dei prezzi dell’energia elettrica.

Perché valorizzare la biomassa?

Si tratta di fonti rinnovabili, programmabili e capaci di provvedere alla copertura del baseload con combustibili stoccabili e reperibili localmente. Insomma, le bioenergie possono fare la differenza negli obiettivi di impatto ambientale previsti al 2030 e al 2050. Questo perché possono contribuire sia settore elettrico sia in quello termico, ma anche nei trasporti. Nel complesso, provvedono a fornire circa il 50% dell’apporto rinnovabile necessario alla copertura dei consumi finali.

I vantaggi non sono solo energetici. Dal punto di vista sociale, infatti, il settore delle bioenergie può assorbire 43.700 occupati, per un fatturato annuo di circa 3,7 miliardi di euro (Fonte: Bioenergy Landscape 2020, Bioenergy Europe). Senza dimenticare il contributo allo sviluppo di nuovi modelli di economia circolare e di generazione distribuita, come le comunità energetiche.

Bioenergie e biomassa: il contributo per gli obiettivi di decarbonizzazione

Fonte: Manifesto delle Bioenergie, Ottobre 2021

I 6 punti del Manifesto delle Bioenergie

Alla luce di questi e altri benefici, il Manifesto delle Bioenergie intende promuovere una gestione efficiente del parco italiano e stimolare l’applicazione di soluzioni innovative. Chi sono i firmatari? L’iniziativa nasce da Elettricità Futura e vede la collaborazione di AIEL, ANPEB, Assitol, Assoebios, Assograssi, Confagricoltura, CIB, Distretto produttivo La nuova Energia, EBS, Fiper e ITABIA. Insieme, hanno presentato al Governo italiano le seguenti proposte.

Adeguare il PNIEC ai target del Green Deal, rafforzando il ruolo della biomassa

Il PNIEC italiano riserva alla biomassa un ruolo marginale, ben al di sotto delle sue potenzialità e di quanto delineato dagli altri Stati Membri. Occorre ridefinire al rialzo il contributo potenziale di questa fonte alla decarbonizzazione dei comparti termico, elettrico e trasporti, in considerazione dei benefici ambientali, economici ed energetici evidenziati.

Mantenere in esercizio il parco installato, preservando e incrementando il suo valore

Dal 2023 rischia di innescarsi una massiccia dismissione degli impianti a biomassa esistenti, che non possono sostenere i costi di approvvigionamento della materia prima senza incentivi. Urge introdurre misure specifiche per il revamping e per l’avvio di nuova generazione. Tra questi, l’attuazione dell’art. 24, co. 8, D.lgs. 3 marzo 2011 n. 28, che prevede prezzi minimi garantiti o integrazioni dei ricavi per impianti oltre il termine della vita incentivata, in modo da preservare il patrimonio impiantistico nazionale e il suo indotto.

Stabilizzare il mercato dei bioliquidi e dei biocarburanti double counting e avanzati

Il nostro Paese vedrà il phase out dei feedstock ad alta intensità di ILUC (Indirect Land Use Change), ai sensi del regolamento delegato (UE) 2019/807. Per prevenire lo shock che l’impossibilità di approvvigionarsi di questi prodotti implicherebbe sulle attività che oggi ne fanno uso, occorre supportare l’ampliamento e la stabilizzazione del mercato dei bioliquidi e biocarburanti double counting e avanzati prodotti in Italia da UCO, SOA e prodotti pirolitici.

Riconoscere il ruolo degli impianti a servizio di realtà manifatturiere

L’Italia vanta il maggior numero in Ue di impianti a bioliquidi sostenibili connessi tramite reti interne a realtà industriali che impiegano sottoprodotti in assetto cogenerativo. A questi impianti, che rendono il manifatturiero made in Italy più competitivo e sostenibile, deve essere riconosciuto un elevato valore aggiunto. Questo in virtù del contributo all’economia circolare e dell’autoproduzione di energia rinnovabile e programmabile.

Valorizzare le filiere locali

Le filiere ex D. Lgs 102/2005 costituiscono un importante strumento per la valorizzazione delle biomasse con ricadute dirette sul territorio. Per questo bisogna mantenere e rafforzare gli accordi di filiera fra produttori e trasformatori, favorendo la creazione di piattaforme logistiche per la raccolta, prima trasformazione e trasporto sostenibile delle biomasse. In tutti i progetti finanziati dal PNRR, occorre inoltre premiare i benefici green legati alla valorizzazione energetica di sottoprodotti, scarti e colture dedicate sostenibili a opera di filiere locali. Infine, il PNRR dovrebbe includere una misura congrua per il teleriscaldamento efficiente.

Creare una prospettiva di medio termine per gli investitori

Un quadro normativo certo e lungimirante crea i presupposti per gli investimenti e sostiene l’innovazione tecnologica. In questo senso, il Manifesto delle Bioenergie chiede di adeguare gli strumenti normativi ai nuovi obiettivi di decarbonizzazione. In primis stabilizzando il Conto Termico 2.0 sull’arco di una decade e garantendo al FER2 un periodo di efficacia di almeno 2 anni. Lo stesso dovrebbe valere per le misure previste dal PNRR circa la produzione di biometano e il suo impiego nei settori secondario, terziario, residenziale, trasporti.

 

Software di progettazione per la costruzione di quadri elettrici

Il nuovo software di progettazione clipx Engineer di Phoenix Contact permette di progettare e ordinare morsettiere, piastre di montaggio equipaggiate e scatole di connessione. Inoltre consente di trasferire i dati alla produzione senza interruzioni.

È possibile accedere alla pianificazione da qualsiasi luogo di lavoro: clipx Engineer può essere utilizzato online e offline. Questo consente di lavorare sul progetto localmente sul computer o condividerlo tramite un cloud.

Il software di progettazione aumenta l’efficienza dei flussi di lavoro. Le interfacce bidirezionali dei programmi CAE e il collegamento diretto ad applicazioni e configuratori noti, nonché al negozio online di Phoenix Contact semplificano e accelerano i compiti di progettazione che richiedono un grande investimento di tempo.

Assistenti di progettazione intelligenti semplificano la progettazione. Gli utenti possono così creare interi gruppi funzionali con pochi clic o controllare se gli articoli possiedono approvazioni rilevanti per l’applicazione. Inoltre, alla progettazione vengono aggiunti automaticamente gli accessori necessari.

I documenti di produzione generati dal progetto vengono utilizzati per la documentazione e le diverse fasi del processo. Il workflow è gestito tramite possibilità di collegamento diretto a diversi sistemi di produzione.

Welcome M vivavoce 7’’: comfort, sicurezza e design per una nuova videocitofonia

Efficienza energetica, sicurezza, comfort sono i trend che identificano il nuovo concetto di abitare. La casa, oggi, deve essere in grado di rispondere a diverse esigenze come ridurre i consumi, proteggere beni e persone, assicurare comfort e benessere, fornire energia per ricaricare veicoli elettrici. Casa Aumentata di ABB è l’ecosistema che consente di confezionare l’impianto per soddisfare comfort, efficienza energetica e sicurezza.

Per aumentare il livello di sicurezza di casa ABB propone diverse soluzioni; tra queste il sistema di videocitofonia Welcome M, facile da installare e semplice da usare. Funzioni avanzate e caratteristiche distintive come la modalità di controllo sia degli ambienti esterni sia dell’abitazione rendono questo sistema la soluzione ideale per rispondere alle esigenze di qualsiasi contesto abitativo.

Una casa sempre più sicura

Rilevatori di fumo e di allagamento, sensori a infrarossi e volumetrici interni e videosorveglianza di porte e finestre sono solo alcune delle opzioni per rendere più sicura la propria casa.

Un sistema di videocitofonia all’avanguardia può integrarsi con un sistema domotico per simulare la presenza quando l’abitazione è vuota. Oppure permette di visualizzare chi suona alla porta direttamente sullo smartphone o ancora memorizzare l’immagine scattata quando qualcuno si presenta alla propria porta. Welcome M offre tutto questo e molto altro per una sicurezza sempre al top.

Prestazioni evolute con Welcome M

Il sistema di videocitofonia Welcome M, come sottolineato, è stato progettato per essere facile da installare: grazie alla compatibilità della tecnologia a 2 fili e alla modularità dei suoi componenti, è perfetto sia per valorizzare il nuovo, sia per sostituire gli impianti già esistenti.

Inoltre è facile da usare grazie all’interfaccia intuitiva che consente di accedere a tutte le funzionalità classiche, dalle impostazioni dello schermo alle chiamate intercomunicanti fino alla registrazione di messaggi vocali. Tra le funzionalità avanzate troviamo la memorizzazione di immagini, che permette di scattare automaticamente due immagini di chi ci ha citofonato con l’indicazione di data e ora della chiamata.
Questa funzione consente ad esempio di verificare se la chiamata sia stata fatta da persone conosciute, da corrieri o da sconosciuti, migliorando così la sicurezza della casa.

Grazie all’elevata connettività è possibile gestire l’impianto videocitofonico sia in locale sia da remoto tramite una App per smartphone o tablet (iOS e Android). L’installazione di un IP Gateway connette inoltre l’impianto videocitofonico alla rete domestica.

Prestazioni evolute con Welcome M

Una gamma completa per la videocitofonia

Per rispondere ad ogni esigenza applicativa, ABB propone posti interni video che si differenziano per dimensione, colore ma anche funzionalità. Dotati di display ad elevata risoluzione da 4,3” fino a 7”, consentono un’ampia visione delle immagini. Le varie funzionalità sono attivabili da comandi a sforamento e retroilluminati. Sono presenti anche pulsanti aggiuntivi programmabili per una ulteriore personalizzazione.

I posti esterni sono equipaggiati con una telecamera grandangolare a 104° che assicura una visione ampia per controllare gli ambienti circostanti l’abitazione. La telecamera è ad infrarossi e si attiva senza la necessità di accendere una luce. Per una sicurezza estrema, il posto esterno può essere equipaggiato con una telecamera aggiuntiva.
Per spazi ristretti, ABB propone il posto esterno Mini monoblocco per installazione a parete.

Welcome M vivavoce 7’’

Pieno controllo con Welcome M vivavoce 7’’

Ultimo nato della gamma è il monitor Welcome M vivavoce 7’’ che si distingue per un design elegante e discreto grazie al colore bianco. Dotato di un’interfaccia intuitiva, è la scelta perfetta per le case moderne. Come tutti i posti interni si caratterizza per la semplicità di utilizzo e le funzionalità sono tutte a portata di mano. Per evitare operazioni errate, i pulsanti di chiamata e apriporta sono separati. Con un semplice tocco è possibile effettuare comunicazioni intercomunicanti.

Rispondere a tutte le esigenze è un plus irrinunciabile per ABB: per questo motivo Welcome M vivavoce 7’’ è dotato di 5 pulsanti programmabili. In questo modo è possibile personalizzare le funzionalità e impostare un pulsante, ad esempio, per la gestione della porta del garage.

Da casa o da remoto è possibile mettere in sicurezza l’abitazione e sapere sempre cosa succede grazie alla totale connettività.
Tra i plus l’integrazione anche con sistemi evoluti come ABB-free@home, grazie al quale è possibile combinare tutte le funzioni per rendere la casa ancora più intelligente.

Legge di Bilancio, assenza da correggere per sconto in fattura e cessione del credito

Qualcuno ha parlato di una “semplice” dimenticanza e purtroppo, considerando il modo non di rado caotico e frettoloso nel quale prendono forma i testi legislativi in Italia, ci può stare anche questa considerazione. Fatto sta che dopo una prima lettura della legge di Bilancio 2022, che deve ancora iniziare il suo cammino parlamentare fino all’approvazione entro la fine dell’anno, ci si è accorti che, oltre a contenere alcune importanti modifiche ai bonus per l’edilizia, il dettato del provvedimento si caratterizza, appunto, per una mancanza non di poco conto…

Il testo, infatti, non contiene alcuna proroga alle modalità di pagamento agevolate per i lavori eseguiti ricorrendo ai bonus edilizi eccezion fatta per il Superbonus al 110%. Stiamo parlando dello sconto in fattura, con la possibilità di scontare l’agevolazione spettante direttamente al momento del pagamento, e della cessione del credito ad un soggetto terzo, ad esempio un istituto bancario. Due autentiche “scorciatoie” economiche rispetto al metodo classico di recupero delle spese sostenute, ovvero le detrazioni Irpef spettanti negli anni successivi all’esecuzione dei lavori.

Nessuna proroga a differenza dei Bonus

Come detto, nella prima versione della legge di Bilancio manca quella semplice correzione temporale – sostituendo con 31 dicembre 2022 l’attuale 31 dicembre 2021 quale data di scadenza – che invece al momento determina la proroga a tutto l’anno prossimo dei vari Bonus edilizi, eccezion fatta per il Superbonus e il Bonus mobili ed elettrodomestici per i quali si è invece ragionato nell’ottica di un triennio.

Ad avvalorare la tesi della dimenticanza per la mancata proroga dello sconto in fattura e della cessione del credito ci sono adesso le voci sempre più insistenti relative ad un pronto “ravvedimento” del governo, che starebbe rimettendo mano al testo della Legge in Bilancio con il reinserimento delle due agevolazioni prima che la manovra inizi il suo cammino parlamentare.

Del resto, in questi giorni non sono mancate le critiche alla prima versione del testo. Ad esempio ANGAISA, l’associazione che rappresenta più del 40% del mercato della distribuzione idrotermosanitaria, ha sottolineato come “la possibilità di avvalersi dello sconto in fattura e della cessione del credito deve essere garantita anche nei prossimi anni e non solamente per il Superbonus 110%. In caso contrario verrebbe gravemente limitata l’efficacia di questi incentivi, che rappresentano un elemento essenziale per promuovere la riqualificazione e l’efficientamento energetico degli immobili”.

Sconto in fattura e cessione del credito: richiesta la proroga

Un’esplicita richiesta di un “impegno del Governo a garantire la proroga dei due strumenti fino al 2024” è stata effettuata da ANFIT, Assovetro, Confartigianato LegnoArredo, LegnoLegno, EdilegnoArredo, Assotende, PVC Forum Italia e UNICMI, ovvero le associazioni che rappresentano le realtà industriali e artigianali della filiera italiana dei serramenti e delle schermature solari.

E un identico invito al governo, ovvero “prorogare lo sconto in fattura e la cessione del credito per i beneficiari dell’Ecobonus, del Bonus ristrutturazioni e del Sismabonus”, è stato formulato da Anaepa Confartigianato edilizia, Associazione piccoli proprietari case, Assocond Confi, Cna e Rete Professioni Tecniche.

Registratore a due canali Chauvin Arnoux L452 da Melchioni Ready

Data Logger L452 è il registratore dati a due canali realizzato da Chauvin Arnoux e proposto da Melchioni Ready.

Dal design semplice e di facile impiego, con Data Logger L452 è possibile registrare corrente (tra 4 e 20 mA) e tensione (compresa tra 0 e 10 V).

Si rivela dunque ideale in tutti quei processi industriali come la misurazione, il dosaggio o il monitoraggio ambientale.

Caratteristiche del registratore a due canali Data Logger L452

Il registratore a due canali Data Logger L452 presenta 2 ingressi indipendenti, che consentono di raccogliere dati di diversa natura (come temperatura, umidità, velocità dell’aria ecc.).

La misurazione può essere avviata direttamente dalla tastiera dell’apparecchio; per ciascun canale, è possibile visualizzare le informazioni rilevate in tempo reale grazie al display LCD.

L’utente può inoltre associare degli allarmi ai valori di soglia impostati; pratica anche la modalità “contatore”, che permette di visualizzare le misurazioni nell’unità prescelta (ad esempio Wh, m/s ecc.).

Ampie le possibilità di connessione con altri dispositivi: utilizzando l’ingresso micro USB presente su Data Logger L452 è possibile scaricare i dati rilevati direttamente su computer, mentre sfruttando la connessione Bluetooth si elimina anche la necessità di un cavo.

Per renderlo ancora più pratico durante l’utilizzo sul lavoro, Data Logger L452 presenta una parte posteriore magnetizzata, dispone di un sistema di fissaggio a muro e di una base per posizionarlo su un tavolo, in ufficio e in generale su una superficie piana.

Il registratore a due canali Data Logger L452 può essere acquistato sul sito di Melchioni Ready, il primo e-commerce 100% italiano, o in negozio attraverso la rete di rivenditori autorizzati.

Agrovoltaico: tra agricoltura e fotovoltaico

L’Europa ha fissato obiettivi ambiziosi per il 2030, con lo scopo di combattere i cambiamenti climatici e ridurre l’impatto delle attività umane sull’ambiente. Per ridurre le emissioni di CO2, giocano un ruolo chiave le energie rinnovabili, che dovranno necessariamente essere potenziate nei prossimi anni. Per quanto riguarda l’Italia, gli obiettivi inseriti nel PNIEC dovranno probabilmente essere rivisti a seguito della possibile introduzione del target ancor più ambizioso proposto a livello europeo, che dalla riduzione del 40% delle emissioni, passa ad una riduzione del 55% nel prossimo decennio.

A maggior ragione, quindi, è possibile dire che l’Italia ha ancora molta strada da percorrere quando si parla di rinnovabili, tanto che secondo un recente studio del Politecnico di Milano, la potenza installata di eolico e fotovoltaico dovrà raggiungere rispettivamente i 19,3 GW e 52 GW. Ma, ridefinendo gli obiettivi e aumentando la quota di produzione energetica da rinnovabili, la potenza dovrebbe aumentare ancora. L’agrovoltaico, in questo contesto, si presenta come un’interessante opportunità.

Che cos’è l’agrovoltaico

L’agrovoltaico è un settore che in Italia non ha ancora conosciuto ampio sviluppo, anche se le potenzialità sono sicuramente interessanti. Il termine agrovoltaico esprime in modo molto chiaro il concetto di uso ibrido del terreno, con la convivenza di agricoltura e produzione di energia rinnovabile, installando appositi impianti sui terreni agricoli. I progetti prendono in considerazione con ugual peso le “esigenze energetiche” e quelle agrarie, tanto che l’installazione degli impianti fotovoltaici non deve in alcun modo inficiare le attività agricole sul terreno in questione. Un tentativo già avviato con le installazioni delle serre fotovoltaiche, che però non hanno avuto il successo sperato, probabilmente per non aver coinvolto in modo adeguato gli operatori agricoli.

Tra i fattori che rendono il settore dell’agrovoltaico così interessante, c’è anche la diretta connessione tra la necessità di far crescere il fotovoltaico rischia e il tema del consumo di suolo. L’installazione degli impianti sulle coperture degli edifici non è sempre possibile, perciò la conseguente disposizione a terra del fotovoltaico comporterebbe l’occupazione di una vasta superficie di terreni. L’agrovoltaico, invece, si pone come una soluzione win win, che da un lato assicura la diffusione degli impianti, dall’altro riesce comunque a valorizzare il terreno su cui essi insistono.

Agrovoltaico: fotovoltaico e agricoltura

L’equilibrio tra produzione di energia e coltivazione

L’agrovoltaico, rispetto ad esempio alle serre precedentemente citate, porta al centro dei progetti di sviluppo degli impianti l’azienda agricola, da cui parte lo studio di fattibilità e la progettazione. Le attività di produzione energetica e di coltivazione si equivalgono e diventano entrambi obiettivi dell’azienda coinvolta.

La presenza degli impianti fotovoltaici, inoltre, permette la produzione di energia rinnovabile in loco, ma apporta anche reali benefici alle colture, che offrono una resa migliore. I vantaggi dell’agrovoltaico dipendono principalmente dal fatto che gli impianti proteggono dagli agenti atmosferici più intensi le colture e creano un miglior microclima, grazie all’ombreggiamento. In questo modo, infatti, la temperatura durante l’estate è inferiore e si riduce anche l’evaporazione da terreno e piante, richiedendo una quantità di acqua inferiore per la loro cura.

L’agrovoltaico è una delle tecnologie espressamente richiamate dal PNIEC, per il quale sono previsti investimenti per più di un miliardo di euro. L’Enea, poi, a maggio di quest’anno ha lanciato un rete italiana aperta a imprese, istituzioni, università e associazioni di categoria con lo scopo di promuovere l’agrovoltaico sostenibile e favorire lo sviluppo di questa tecnologia, definendo in modo sempre più preciso metodologie e linee guida, per aumentare le conoscenze e offrire indicazioni per la progettazione e la scelta degli impianti.

Impianto fotovoltaico a terra

Il futuro dell’agrovoltaico

Secondo le tappe fondamentali previste dal PNIEC per lo sviluppo dell’agrovoltaico, entro il 2026 si dovrebbero installare impianti per una capacità superiore a 1 GW, con una produzione di almeno 1300 GWh all’anno. Per ottenere effettivamente lo sviluppo auspicato di questa tecnologia è necessario sicuramente aumentare la conoscenza di tutti i possibili operatori coinvolti, in primis le aziende agricole.

Anche le modalità di realizzazione e la tipologia di impianti necessaria devono essere rese più chiare e condivise, per favorire uno sviluppo uniforme del comparto. Infatti, la progettazione degli impianti agrovoltaici coinvolge necessariamente più competenze, trasversali al mondo dell’energia e dell’agricoltura. Fattori come la percentuale di ombreggiamento, l’altezza dei moduli, la tipologia dell’impianto non possono e non devono essere casuali.
Il mondo degli operatori energetici deve necessariamente incontrare quello delle aziende agricole.

3 buoni motivi per visitare Sicurezza 2021, Smart Building Expo e Made Expo

Tornano le principali fiere di settore, e a partire dal 22 novembre a fieramilano Rho si prospettano diversi giorni molto interessanti per i professionisti della sicurezza, dell’impiantistica civile e commerciale e per gli architetti.

Si svolgeranno infatti in contemporanea le fiere Sicurezza, Smart Building Expo e Made Expo. Made Expo terminerà giovedì 25 novembre, mentre le altre si concluderanno mercoledì 24.

Ci sono tanti buoni motivi per programmare un giro nei padiglioni di queste fiere. Eccone alcuni!

Facili da raggiungere

Mappa Sicurezza 2021

Raggiungere fieramilano Rho è facile con qualsiasi mezzo.

In auto, è sufficiente imboccare l’uscita fieramilano o Pero-fieramilano delle autostrade A50 Tangenziale Ovest, A4 Venezia, A8 Varese, A9 Como. Una volta arrivati, ci sono più di 10.000 posti auto a disposizione.

Comoda anche la metropolitana: basta prendere la linea Rossa (M1) in direzione Rho Fieramilano e scendere al capolinea. Il costo del biglietto parte da 2 euro a tratta (a seconda della stazione di partenza. Per informazioni è possibile consultare il sito ATM).

Volendo è possibile usare anche il treno o il passante ferroviario. Anche in questo caso la fermata è Rho Fiera.

Tanti convegni per una formazione completa

Convegno Sicurezza

Tanti gli appuntamenti in programma in ciascuna delle tre manifestazioni. Ecco i principali:

Sicurezza 2021

Maggiori informazioni e l’elenco aggiornato degli appuntamenti di Sicurezza 2021 a questo link.

Smart Building Expo

Lunedì 22 novembre:

Martedì 23 novembre:

Mercoledì 24 novembre:

Made Expo

Un solo biglietto, 3 diverse manifestazioni

Loghi Sicurezza 2021 - Smart Building Expo - Made Expo

Le tre fiere costituiscono un importante polo nel campo dell’edilizia e dell’impiantistica 4.0.

Smart Building Expo, Sicurezza e Made Expo sono accessibili previa acquisto del biglietto di ingresso, che però dà la possibilità di visitare tutti e 3 i saloni. Un’occasione unica per i professionisti del settore!

Ricordatevi di portare con voi il Green Pass, poiché l’accesso è consentito solo previa esibizione del relativo codice.

Il Green Pass, per chi non lo sapesse, si ottiene in questi modi:

  1. avvenuta vaccinazione (anche della sola prima dose trascorsi 14 gg dalla medesima);
  2. effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con esito negativo entro le 48h precedenti;
  3. guarigione dall’infezione Covid-19 entro i 6 mesi precedenti.

Acti9 AFDD: interruttori per la protezione da guasti da arco elettrico

Acti9 AFDD è la nuova gamma di interruttori modulari con protezione contro l’arco elettrico di Schneider Electric. Questo interruttore quando rileva la presenza di archi elettrici isola automaticamente il circuito interessato prima che si verifichi un incendio.

Cosa causa gli incendi di natura elettrica?

Il 20% degli incendi che si verificano in edifici residenziali e commerciali sono di origine elettrica e il 25% di questi è causato da un collegamento difettoso o allentato. Questo è quanto emerge dai dati del Nucleo Investigativo dei Vigili del Fuoco.
Tra le cause che possono scatenare involontariamente un incendio troviamo:

Anche se gli archi elettrici forse sono meno noti, sono molto pericolosi perché non rilevabili da protezioni quali MCB (protezione magnetotermica) o RCD (protezione differenziale).
Una presa non in buone condizioni, una connessione non ben fissata a un blocco terminale, un cavo elettrico sovraccaricato oppure incastrato dietro un mobile… o ancora danneggiato da animali come i roditori: scenari comuni che possono produrre archi elettrici potenzialmente pericolosi.
È bene sottolineare che anche le correnti di arco più deboli possono far innescare un principio di incendio.

AFDD e arco elettrico

Un arco elettrico si verifica attraverso la generazione di un arco di corrente tra due parti attive di un circuito elettrico non in contatto tra loro. Questo provoca un surriscaldamento locale con temperature alte che può far innescare un incendio. Per rilavare e interrompere un arco elettrico è necessario un dispositivo AFDD (Arc Fault Detection Device).
La norma impianti CEI 64-8 consiglia l’uso della protezione AFDD negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio, i luoghi soggetti a vincolo artistico/monumentale e/o destinati alla custodia di beni insostituibili.

Acti9 AFDD: la soluzione intelligente

Per offrire una soluzione completa e innovativa per l’individuazione degli archi elettrici, Schneider Electric propone Acti9 AFDD che incorpora anche funzioni di protezione da rischi di cortocircuito, sovraccarico, sovratensione e dispersione verso terra. Tutte queste funzioni integrate in un unico prodotto.
Acti9 AFDD si installa sui circuiti finali all’interno nei quadri elettrici. Ma Acti9 AFDD è molto di più di un interruttore che individua gli archi elettrici. Grazie al processore integrato, può analizzare il segnale di corrente, il livello di voltaggio, le componenti di alta frequenza in tempo reale. Nel caso di un arco elettrico pericoloso interviene togliendo l’alimentazione.

I 4 vantaggi per Acti9 AFDD

  1. Con Acti9 AFDD è possibile individuare la causa del problema grazie al LED di diagnostica presente sul frontalino
  2. Distingue gli archi pericolosi dagli archi operativi normali – come quelli che appaiono quando si accendono o spengono interruttori, o quando sono attivi motori elettrici (es. per un trapano)
  3. Installazione nel quadro elettrico su guida DIN come un classico interruttore
  4. 100% di compatibilità con gli ausiliari delle gamme attuali e con i PowerTag, sensori di monitoraggio wireless che misurano energia e potenza in tempo reale.

Edifici smart e green? Bisogna agire ora

Edifici smart e green: l’Italia frena, ma raccoglie le forze per ripartire. Le tecnologie digitali, infatti, possono fare la differenza nel percorso di efficientamento energetico del parco immobiliare italiano e nei relativi obiettivi di sostenibilità. E lo smart building si fa sempre più punto di incontro concreto tra integrazione e sostenibilità, trasformazione digitale e transizione ecologica. In che modo? Migliorando rendimento e comfort tramite sistemi di gestione connessi, ottimizzando l’uso delle fonti rinnovabili, tagliando i consumi finali e garantendo salute e sicurezza alle persone.

Questa è la chiave degli edifici e delle città del futuro, ma la priorità oggi è superare gli effetti dell’emergenza Covid-19. Infatti, i dati dello Smart Building Report 2021 dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano parlano chiaro: nel 2020 gli investimenti sono scesi dell’11% rispetto all’anno precedente. Ci vorranno anni (e ulteriori azioni strategiche) per tornare ai livelli pre crisi.

Cosa sono gli edifici smart e green

Dove e come muoversi? Vista la complessità degli edifici connessi, la premessa terminologica è doverosa. “Possiamo definire un building davvero intelligente solo quando tutte le sue componenti impiantistiche operano in modo integrato e digitale – precisa Davide Chiaroni, vicedirettore dell’E&S Group durante la presentazione del report -. Ci troviamo di fronte a una sfida importante. Le policy e le risorse economiche ci sono, ma serve più rigore nel mettere a sistema il nuovo paradigma degli edifici smart e green”.

Un’Unione Europea che vuole azzerare le emissioni di gas serra al 2050 non può non mettere mano in maniera consistente al suo parco immobiliare

L’adozione di una infrastruttura di supervisione e controllo degli impianti, infatti, minimizza il consumo energetico e garantisce comfort, sicurezza e salute. Dall’analisi dei dati raccolti, poi, scaturiscono azioni consapevoli in ottica di efficienza energetica e contenimento dei consumi. Un link, quello tra digitalizzazione e sostenibilità degli edifici, già ampiamente riconosciuto come driver delle politiche nazionali e internazionali per la decarbonizzazione.

Le emissioni zero passano dai building

Da tempo l’Unione Europea ha deciso di spingere sulla decarbonizzazione attraverso stringenti azioni di policy. Basti pensare al Green Deal Europeo e alla Renewable Energy Directive, per raggiungere il cosiddetto Net Zero by 2050. Da qui, l’emanazione di una serie di direttive e strategie per incentivare l’efficientamento e la digitalizzazione degli edifici, ritenuti responsabili del 40% dei consumi energetici occidentali. In quest’ottica, diventa molto rilevante lo strumento finanziario del Next Generation EU.

Cosa dice la Renovation Wave Strategy

Ci sono anche policy comunitarie più specifiche, come la Renovation Wave Strategy del 2020. Un ambizioso programma dettato da un quadro di partenza europeo decisamente preoccupante:

A fronte di tutto questo, i principali obiettivi da raggiungere entro il 2030 (partendo dai dati 2015) sono:

La strategia definisce anche i principi basilari delle azioni da intraprendere, quali efficienza energetica, accessibilità economica delle ristrutturazioni, decarbonizzazione e integrazione delle rinnovabili negli edifici. Qui si gioca il futuro degli edifici smart e green in Europa.

Le tecnologie digitali per gli edifici nel PNRR italiano

Il PNRR italiano per gli edifici

L’Italia, come gli altri Paesi Ue, ha definito il proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) suddividendo gli stanziamenti europei in diversi ambiti di intervento. Il totale delle risorse è pari a 235,1 miliardi di euro, da “spalmare” su 6 missioni, a loro volta suddivise in 16 componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nel PNRR. Non mancano, naturalmente, le misure relative all’efficienza energetica alla digitalizzazione nelle costruzioni.

In particolare, le missioni di interesse per il comparto sono:

Va sottolineato, tuttavia, che il raggiungimento degli obiettivi net-zero building richiede ingenti investimenti per ridurre i consumi, aumentare la penetrazione delle rinnovabili e favorire l’infrastruttura digitale negli edifici. Perché solo attraverso la sensoristica applicata è possibile gestire correttamente i carichi elettrici e termici, rendendo i building più sostenibili.

Il mercato italiano degli smart building

Eccoci alle cifre del 2020. Lo Smart Building Report 2021 declina investimenti e tendenze secondo i tre principali aspetti dell’architettura digitale degli edifici. Partiamo da building devices and solutions, ovvero le tecnologie impiantistiche legate a energia, efficienza, safety & security, comfort e salute. Poi ci sono le automation technologies, che comprendono la sensoristica connessa agli impianti e finalizzata alla raccolta dati, oltre agli attuatori che eseguono i comandi elaborati dal terzo e ultimo livello: le piattaforme di controllo e gestione. Come anticipato, l’ammontare complessivo degli investimenti ha subito una flessione prossima all’11% rispetto al 2019, a causa soprattutto della pandemia.

Smart Building Report 2021: gli investimenti digitali nel 2020
Il totale degli investimenti smart per gli edifici nel 2020 (Fonte: Energy & Strategy Group)

La ripartizione dei 7,67 miliardi di euro spesi nei settori residenziale e terziario (escluse le superfici opache) è dominata dalla categoria building devices and solutions, al 63% del totale. Il 16% è relativo alle automation technologies, il 15% alle piattaforme di gestione e controllo e un rimanente 6% riguarda l’infrastruttura di rete.

Edifici smart e green: le tecnologie abilitanti

Nei building devices and solutions vincono le tecnologie finalizzate alla produzione di energia elettrica e alla produzione efficiente di energia termica. Parliamo del 52% del totale investito e di circa 4,8 miliardi di euro. Il comfort abitativo (27%) “vale” 1,3 miliardi di euro e la sicurezza degli abitanti e degli asset si attesta intorno a 1 miliardo di euro, al 20% di share. Ancora marginale, ma in continua crescita, il contributo delle tecnologie legate alla salute degli occupanti (0,3%).

Ma le tecnologie degli smart building non finiscono qui. Secondo gli esperti del PoliMi, si vedranno interessanti sviluppi anche negli impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo (a seguito dell’entrata in vigore della Direttiva RED II), nell’illuminazione (Internet of Light – IoL), nelle tecnologie IAQ e nelle stazioni di ricarica private per i veicoli elettrici.

Edifici smart e green: gli investimenti totali sul fronte tecnologico e impiantistico nel 2020
Gli investimenti nella categoria “Building Devices and Solutions” nel 2020 (Fonte: Energy & Strategy Group)

Come va l’infrastruttura di gestione

Gli investimenti nelle altre due categorie, invece, hanno superato i 2,3 miliardi di euro. Nello specifico, lo Smart Building Report 2021 riporta le seguenti cifre:

Anche qui si registra una leggera contrazione rispetto all’anno precedente, meno evidente di quella relativa alle soluzioni tecnologiche del building (-14,3%). Infine, all’infrastruttura di rete si associa un volume d’affari di circa 500 milioni di euro. L’89% riguarda le ristrutturazioni e il 60% di questa percentuale tocca gli edifici residenziali.

Smart Building Report e Superbonus

Dulcis in fundo: quanto incide (o inciderà) il Superbonus 110% sulla digitalizzazione degli edifici? A un anno dall’entrata in vigore del Decreto Rilancio, i dati pubblicati dall’Agenzia delle Entrate confermano la percezione emersa già nella scorsa edizione dello Smart Building Report, nel quale si evidenziava un forte interesse da parte del mercato di riferimento.

A livello statistico, il 31 agosto 2021 risultavano presentate 37.000 asseverazioni per la realizzazione di interventi. Il tutto per un valore di 5,7 miliardi di euro, che corrispondono a oltre 6,2 miliardi di detrazioni. Inoltre, il 69% degli investimenti stanziati si riferisce a lavori già completati. Sul fronte applicativo, i condomini assorbono circa il 47% della spesa totale, sebbene abbiano effettuato solo il 13% delle richieste. Le abitazioni unifamiliari e funzionalmente indipendenti, invece, a fronte di oltre 29.000 asseverazioni hanno generato un volume di affari pari rispettivamente al 33% e al 20%.

Superbonus 110%: gli immobili oggetto di intervento nel 2020

L’estensione del periodo di scadenza del Superbonus, di recente approvazione, non fornisce comunque le garanzie sufficienti agli operatori del settore per intraprendere progetti a medio-lungo termine e rilanciare lo sviluppo degli edifici smart e green. Emerge infatti l’esigenza di incentivi a medio termine, per strutturare interventi con una prospettiva temporale superiore a un anno e avere così la certezza di riuscire a completare i lavori. Restano poi i timori legati al caro materie prime e ai prezzi dei componenti necessari per realizzare gli interventi. L’introduzione dell’Ecobonus al 110%, infatti, ha generato un effetto volano sui prezzi di polistirene e ponteggi che ha ridotto notevolmente i margini di guadagno dei professionisti e la volontà dei clienti di iniziare i lavori.

Impatto ambientale dei prodotti influenza sempre più le scelte d’acquisto

Quella delle influenze “esterne” sulle scelte d’acquisto dei consumatori è una questione di vecchia data sulla quale, peraltro, continuano a riflettere e dibattere categorie assortite, dagli economisti ai sociologi passando per gli esperti di marketing. Un argomento che resta d’attualità anche perché, al passo con i tempi, cambiano le cause che possono condannare un prodotto a rimanere sugli scaffali dei negozi, e fra queste prende sempre più importanza la considerazione dell’impatto ambientale.

A confermarlo c’è una recente indagine compiuta dalla società di consulenza per la comunicazione Sec Newgate. Un sondaggio condotto in dieci nazioni, Italia compresa, fra Europa, America, Asia e Pacifico, per un totale di oltre 10.000 intervistati. E che, anticipando il dato più “forte” per il nostro Paese, indica come il 62% degli italiani dichiara che l’impatto ambientale di un prodotto o di un servizio influenza le sue scelte di acquisto.

Impatto ambientale: per gli italiani conta

Ma in generale nel nostro Paese è il coinvolgimento nelle tematiche identificate dall’acronimo ESC (Environmental, Social & Governance) che risulta al di là della media registrata nelle 10 nazioni interessate dall’indagine, ovvero Australia, Cina, Colombia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Singapore e Stati Uniti. In particolare, l’80% degli intervistati afferma di essere fortemente interessato alle azioni del governo e delle imprese in materia di responsabilità ambientale e sociale.

E ad essere ritenute prioritarie dagli italiani sono proprio le questioni climatiche e ambientali, considerate dal 64% degli intervistati – a fronte del dato globale fermo al 52% – uno dei principali problemi di cui governo e aziende dovrebbero occuparsi. Entrando nel dettaglio, le priorità identificate sono il cambiamento climatico (25%), le questioni ambientali in generale (14%) e le opportunità di lavoro (14%).

Interesse impatto ambientale

Giudizio severo su governo e aziende

C’è da aggiungere che, in corrispondenza di questo grande interesse per le questioni climatiche e ambientali, gli italiani manifestano un forte spirito critico, anche in questo caso superiore alla media. Infatti, è molto severo il giudizio degli intervistati sulle azioni ambientali del governo e delle aziende, ritenute entrambe insufficienti con una valutazione media di 5,5 punti su 10, significativamente inferiore rispetto a quella rilevata negli altri Paesi coinvolti dal sondaggio di Sec Newgate.

Un giudizio negativo all’interno del quale si “salvano” le organizzazioni no profit che nel nostro Paese si collocano al primo posto per quanto riguarda le azioni nell’ambito ESG, con un voto medio di 6,0 punti. A seguire nel giudizio degli intervistati, ma già con una valutazione insufficiente (5,6 punti), troviamo poi le iniziative intraprese dai singoli individui.

Che cosa fare per migliorare

Una delle domande del sondaggio era relativa al modo in cui governi e aziende dovrebbero migliorare la percezione complessiva del loro impegno. Ebbene, le principali indicazioni emerse dalle risposte riguardano le azioni contro il cambiamento climatico, l’agire nel miglior interesse della comunità a livello globale, la regolamentazione e le politiche ambientali.

Non manca, nell’indagine di Sec Newgate, una graduatoria relativa ai singoli settori produttivi per quanto attiene il loro impegno nelle tematiche ESG. I più apprezzati sono il turismo, la tecnologia e l’agricoltura. Di contro, il settore chimico, il trasporto aereo e il settore minerario sono quelli che hanno ricevuto il punteggio più basso.