TeSys Giga, una nuova generazione di partenze motore

Schneider Electric presenta la nuova generazione di partenze motore TeSys Giga.

La nuova serie TeSys Giga è pensata per semplificare l’attività di quadristi, OEM, progettisti, system integrator e facility manager.

Forte di 56 brevetti che offrono un’esperienza più flessibile, sostenibile e semplice, la serie di partenze motore TeSys Giga è pensata per rispondere alle esigenze di costruttori di macchine per l’industria di processo, per il settore della gestione e del trattamento acque, per il mondo estrattivo e della lavorazione di minerali e metalli, ma anche per altri ambiti di produzione manifatturiera e di processo.

I vantaggi di TeSys Giga

Come fa TeSys Giga a offrire questi vantaggi? Riducendo la complessità e il tempo necessario alla progettazione della macchina, ma anche migliorandone l’affidabilità. Questo si traduce in un calo dei costi di manutenzione e, ovviamente, dei fermi non programmati.

Partenze motore TeSys Giga Schneider Electric

Il design modulare di TeSys Giga permette una facile sostituzione delle parti di ricambio, migliorando l’affidabilità e la robustezza fino al 90% con un tempo di integrazione e messa in servizio fino al 50% più veloce, il tutto con una notevole compattezza (presenta infatti dimensioni ridotte del 40%).

La funzione di diagnostica dell’usura dei contatti e il rilevamento della sovra/sotto tensione della bobina consentono di abilitare la manutenzione preventiva. Uno specifico metodo di calcolo fornisce una verifica dello stato più precisa, riducendo significativamente il tempo di fermo macchina grazie alle informazioni fornite dagli indicatori di usura dei poli, di sovra/sotto tensione della bobina, di guasto interno e dello stato di apertura e chiusura del contattore.

In caso di dubbi o per consultare la relativa documentazione, ogni prodotto è marchiato con un QR Code che rimanda a documenti tecnici, video guide tecniche e protezioni contro la contraffazione.

TeSys Giga si rivela dunque affidabile e sicuro, tanto da poter essere impiegato anche in ambienti difficili o in condizioni gravose grazie ai contatti ausiliari migliorati (17V, 1mA, 10-8) conformi alle applicazioni di ingresso PLC ad alta densità.

Sospensioni industriali LAMA+: luce di qualità

La serie LAMA+ di sospensioni industriali di Performance iN Lighting si rinnova con la Gen 2.
Vincitrice del prestigioso IF Design Award nel 2018, non smette di stupire grazie a performance sempre più elevate e nuove efficienze fino a 187 Lm/W.

La personalizzazione infinita è uno dei plus di questa serie di apparecchi di illuminazione a LED: si adattano a qualsiasi contesto, anche i più complessi o ad ambienti gravosi. La serie LAMA+ è adatta all’ammodernamento di magazzini, aree di assemblaggio e logistica sia per soffitti alti sia bassi grazie alla taglia Mini.

Smart, il sistema di controllo intelligente

LAMA+ è la risposta per chi desidera un sistema di illuminazione intelligente. Smart è il sistema di controllo sviluppato per adattarsi alle applicazioni industriali, alla grande distribuzione. Il sistema interagisce in modo dinamico con l’ambiente ottimizzando l’illuminazione in base alla presenza di luce naturale e personale. I componenti Smart sono wireless e per maggiore affidabilità e resistenza alle interferenze comunicano su frequenza dedicata a 868 MHz. Questo sistema è particolarmente adatto anche in caso di relamping, senza modificare gli impianti esistenti.

Smart, il sistema di controllo intelligente di Performance iN Lighting

5 caratteristiche delle sospensioni industriali LAMA +

Tutti i modelli della serie LAMA+ assicurano elevate prestazioni grazie a un nuovo concetto di corpo-dissipatore ottimizzato termicamente e la progettazione di ottiche adatte all’illuminazione industriale. Le ottiche sono realizzate con particolari polimeri plastici a elevata trasmittanza che riducono la perdita di luce causata dal passaggio della stessa attraverso mezzi di deviazione, riflessione o rifrazione.

  1. Dissipazione termica – Le alettature dorsali presenti sul corpo ottimizzano lo scambio termico con l’ambiente circostante del calore generati dai LED. Il sistema multi lente High Performance funge da schermo di protezione.
  2. Deflusso dell’acqua – La disposizione e la geometria del corpo e le alettature dorsali favoriscono il deflusso dell’acqua piovana evitando ristagni.
  3. Connessione elettrica – Tutti i modelli LAMA+ e LAMA+ Mini possono essere collegati alla rete elettrica senza aprire l’apparecchio. Infatti, sono dotati di un connettore rapido presa-spina IP66 che garantisce semplicità di installazione, tenuta stagna e certezza dell’integrità del sistema luminoso evitando danneggiamenti accidentali durante le operazioni di allacciamento alla rete.
  4. Collegamento in fila continua – Gli apparecchi della serie LAMA +possono essere predisposti per il collegamento in fila continua.
  5. Materiali infrangibili – Non avendo alcuna parte in vetro sono adatti anche per l’illuminazione di strutture sportive.

Completano l’offerta il certificato di conformità alla norma DIN 18032-3 (resistenza all’impatto di colpi di pallone) e una nuova ottica SOFT, che rende la serie ideale per tutte le applicazioni esigenti in cui la riflettanza della superficie è prossima al cento per cento (palazzetti dello sport su ghiaccio, show-room, concessionari di automobili).

Scopri di più sul sito di Performance iN Lighting.

Milano CityWave, il primo centro direzionale a impatto positivo

Milano CityWave, o la rivoluzione sostenibile e funzionale degli spazi di lavoro. Il nuovo centro direzionale progettato dallo studio BIG – Bjarke Ingels Group sarà alimentato da fonti rinnovabili e sorgerà proprio nel cuore di CityLife, già nota come esempio globale di rigenerazione urbana.

Al centro dell’intervento edilizio avviato a settembre, che terminerà nel 2025, una strategia energetica ben precisa: passare dall’impatto zero all’impatto ambientale positivo, unito a un’architettura leggera e vivace.

Milano CityWave per gli uffici sostenibili

Sole, aria, acqua piovana e acqua di falda sono le fonti rinnovabili coinvolte nell’operatività di Milano CityWave. Si parte con l’energia solare: la copertura che unisce i due edifici (East e West) diventerà il parco fotovoltaico più grande di Milano.

Un progetto green molto ambizioso:

La stessa struttura, dall’iconica forma di onda, consentirà anche la raccolta e il riuso delle acque piovane, oltre a definire un ampio parco pubblico coperto e vivibile tutto l’anno. Le acque di falda, invece, sono destinate a un utilizzo termico. Su quest’ultimo fronte, l’aria e la luce delle corti interne miglioreranno anche il raffrescamento degli edifici, garantendo al contempo una fonte di illuminazione naturale.

Il parco fotovoltaico urbano di CityWave a Milano

I risultati di un grattacielo passivo

Ma il progetto CityWave segue anche i dettami degli edifici passivi, grazie a sistemi di facciata a elevata tecnologia e a ottimizzazione energetica, con involucro a triplo vetro. I solai delle balconate, particolarmente ampie a sud, assicurano infine maggiore ombreggiatura e minore dispendio energetico per il raffrescamento estivo.

Il risultato? Il centro direzionale Milano CityWave punta a garantire:

Tutto questo ha permesso al progetto milanese di ottenere la pre-certificazione LEED a livello Platinum. Il building milanese ambisce anche alle certificazioni WiredScore (integrazione e digitalizzazione) e WELL (prestazioni di comfort, salute e benessere delle persone).

Il progetto di CityWave porta a compimento l’impegno del quartiere CityLife perla riqualificazione urbana e la sostenibilità

“Milano CityWave rappresenta il culmine di un percorso iniziato oltre quindici anni fa – spiega Armando Borghi, amministratore delegato di CityLife-. Una nuova centralità urbana, una destinazione unica in questa città, dove qualità della vita, innovazione e sostenibilità si incontrano”.

Pubblicata la nuova edizione della norma Cei 64-8 per impianti elettrici

È stata pubblicata l’ottava edizione della Norma CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua”, la norma base per eseguire impianti elettrici a regola d’arte.

La Norma precisa i requisiti per la progettazione e la realizzazione di un impianto elettrico utilizzatore di bassa tensione e costituisce il riferimento normativo CEI per eseguire impianti elettrici a regola d’arte, come espressamente richiesto dalla Legge 186/68 e dal DM 37/08 sulla sicurezza degli impianti tecnici all’interno degli edifici.

A nove anni dalla pubblicazione della settima edizione, l’edizione 2021 integra tutte le varianti che si sono succedute nel frattempo, oltre a diversi nuovi contenuti. Di seguito le principali novità della nuova edizione:

Questa versione consolidata della CEI 64-8 riporta, al termine degli articoli di norma e quando ritenuto opportuno, interpretazioni e commenti alle prescrizioni normative, facendo particolare riferimento alla loro applicazione in Italia.

La nuova edizione della Norma CEI 64-8 – in vigore da dicembre 2021 – è disponibile in formato PDF sul portale “MyNorma”.

Corretta applicazione dell’ottava edizione norma Cei 64-8 edizione 2021

Ad affiancare la nuova edizione, il CEI ha pubblicato il volume “La CEI 64-8: novità e corretta applicazione dell’VIII Edizione”, che costituisce un vademecum nato per agevolare nel cogliere le variazioni, le modifiche, le aggiunte e le cancellazioni introdotte dalla nuova edizione.

Il volume si apre con una breve carrellata sugli sviluppi di questa importante norma, dalla sua prima edizione (1984) ai giorni d’oggi.  Successivamente presenta e descrive le otto parti che la compongono. Nell’ultimo capitolo del volume sono riportati gli articoli della Norma nei quali sono evidenziate le modifiche.

Impianto fotovoltaico migliore con un tetto verde

Che le strade della sostenibilità siano molteplici è cosa nota, ma alcune di queste risultano davvero sorprendenti. Esattamente ciò che si prova leggendo lo studio compiuto dall’azienda tedesca Polarstern e dalla Wilhelm Büchner University, secondo cui la presenza di una copertura vegetale su un tetto dove sono installati dei pannelli fotovoltaici ha un effetto di rafforzamento sul rendimento dell’impianto che può arrivare fino ad un miglioramento dell’8%.

I fattori che accrescono la resa

Non a caso la stessa Polarstern, fornitore di energia ecologica e di energia elettrica, ha inserito stabilmente la combinazione con i tetti verdi nei suoi progetti energetici realizzati con il ricorso a impianti fotovoltaici. Il miglioramento della resa, come vedremo nel dettaglio, deriva da vari fattori: le piante sui tetti abbassano la temperatura ambiente, assorbono la polvere sottile e migliorano la produzione di energia solare, anche con radiazione solare indiretta.

Per quanto riguarda l’abbassamento della temperatura ambiente, e quindi quello dei pannelli posti nelle vicinanze, avviene in vari modi poiché con il tetto verde si ha la traspirazione e l’evaporazione attraverso il fogliame, la proiezione delle ombre, nonché l’assorbimento della luce per la fotosintesi. Secondo lo studio, ciò migliora la potenza di uscita dei moduli solari in media del 4,3%. Ma a seconda della tecnologia e della modalità d’installazione si può ottenere anche un incremento superiore. Determinante per il risultato finale è, naturalmente, anche la distanza che esiste tra l’impianto fotovoltaico e il tetto verde.

Tetto verde: meno polveri sottili sul pannello

L’indagine evidenzia poi come la vegetazione presente su un tetto funge anche da filtro dell’aria assorbendo parte delle polveri altrimenti destinate a finire sulla superficie dei moduli fotovoltaici. Secondo le stime, un tetto verde assorbe circa due chilogrammi di polveri sottili per metro quadrato all’anno. Maggiore è l’area fogliare e la resistenza delle piante alla polvere, più forte è questo effetto.

Ne consegue che la vegetazione contrasta la riduzione della capacità riflettente dei moduli solari e quindi il calo della generazione elettrica. Va ricordato che vari studi confermano le perdite di rendimento energetico degli impianti fotovoltaici, specie quelli che si trovano nelle aree del pianeta più inquinate, dovute all’accumularsi delle polveri sottili sulla superficie dei pannelli, perdite che possono arrivare al 30% rispetto al rendimento iniziale.

Fotovoltaico e tetto verde: la capacità di riflessione solare delle piante

Ma non è finita qui perché lo studio tedesco sottolinea un terzo vantaggio derivante dalla presenza di un tetto verde, ovvero quello derivante dalla capacità di riflessione della vegetazione. Infatti le foglie riflettono luce che non colpisce direttamente i moduli fotovoltaici, aumentando così la quantità di irraggiamento utilizzabile dai pannelli stessi. In particolare, la cattura della riflessione solare della vegetazione avviene con maggiore efficacia da parte di impianti di ultima generazione con moduli a film sottile. Le verifiche sul campo, sottolinea l’indagine, portano alla conclusione che un tetto verde può aumentare l’irradiazione fino al 32 per cento rispetto a un tetto in ghiaia.

“L’implementazione della generazione di energia decentralizzata – dichiara Florian Henle, amministratore delegato di Polarstern – ha un effetto importante sul clima e sulla protezione delle risorse. In particolare, l’elettricità ottenuta da impianti fotovoltaici installati su tetti verdi offre molti vantaggi per le città e i loro residenti perché contrasta il cambiamento climatico e le ondate di calore in duplice modo: attraverso gli effetti del tetto verde e la generazione di energia rinnovabile”.

Trasformazione urbana e decarbonizzazione al World Economic Forum

200 soluzioni tecnologiche e digitali per la trasformazione urbana e la decarbonizzazione delle città. Schneider Electric e il Gruppo Enel sono approdati al World Economic Forum (WEF) con una proposta concreta: la versione beta del Net Zero Carbon Cities Toolbox.

La piattaforma digitale presentata al Sustainable Development Impact Summit 2021 contiene modelli di politiche, business e finanza orientati alla transizione ecologica delle smart city. Una guida reale ed efficace alla gestione intelligente di energia, edifici, mobilità, acqua e rifiuti.

Cosa è il Net Zero Carbon Cities Toolbox

La versione beta del Toolbox raccoglie oltre 200 casi di studio e soluzioni da più di 110 città in tutto il mondo. Si tratta di un database aperto, dedicato in particolare alle amministrazioni locali e alle imprese. Come funziona? Semplice: gli utenti navigano nella banca dati, cercando risposte immediate alle proprie esigenze e alle sfide sostenibili del luogo.

In concreto, la piattaforma del World Economic Forum ospita soluzioni tecnologiche e servizi integrati volti a creare ecosistemi urbani decarbonizzati, intelligenti e resilienti.

Trasformazione urbana: le tecnologie utili

Tra le priorità della decarbonizzazione ci sono le infrastrutture energetiche intelligenti. Gli Open Meter di Enel, per esempio, riflettono l’evoluzione digitale della misurazione e della gestione remota delle reti elettriche. Non solo, i contatori intelligenti di nuova generazione mettono al centro il consumatore – oggi consapevole dei propri consumi – che assume un ruolo proattivo anche nel controllo di fotovoltaico, domotica e mobilità elettrica.

Il Net Zero Carbon Cities Toolbox evidenzia anche il potenziale dell’efficientamento energetico con tecnologie Schneider Electric. Si parla di riqualificare gli edifici pubblici e investire i risparmi ottenuti in nuovi progetti di automazione delle infrastrutture cittadine. Come nel caso di Holland, in Michigan (USA), dove gli amministratori locali hanno definito importanti obiettivi energetici e sostenibili in collaborazione con il technology provider. Un pacchetto di ammodernamenti che aiuterà i residenti a ridurre il consumo di energia dal 30% al 50%.

Perché investire nelle emissioni zero

Il Toolbox è il terzo prodotto del Net Zero Carbon Cities, programma del WEF co-presieduto da Jean Pascal Tricoire, presidente e Ceo di Schneider Electric, e Francesco Starace, direttore generale e Ceo del Gruppo Enel. Da questo percorso congiunto è recentemente nato anche il documento Urban Transformation: Integrated Energy Solution, che mostra come l’edilizia e la mobilità possano per avviare la trasformazione urbana e la decarbonizzazione in qualsiasi parte del mondo.

“Come mostra questo strumento, la tecnologia per decarbonizzare le città già esiste – commenta Jean-Pascal Tricoire -. Quando si tratta del suo impiego, dobbiamo andare oltre la semplice infrastruttura pubblica e concentrarci su tutti gli edifici, in particolare sul patrimonio immobiliare esistente. I programmi di ammodernamento svolgono un ruolo importante nella transizione energetica e digitale delle città”. Certi del fatto che la riduzione delle emissioni porta valore locale, posti di lavoro green e una migliore qualità di vita.

Soluzioni innovative per l’alimentazione delle strutture mediche

Gli ospedali necessitano la massima continuità di esercizio: l’installazione di gruppi elettrogeni abbinati a gruppi statici di continuità (UPS) consente di rispondere a questa esigenza
Il seminario “Soluzioni innovative per l’alimentazione delle strutture mediche” organizzato dal CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano, con il supporto Socomec e Pramac, verterà su soluzioni innovative che possono essere adottate per l’alimentazione dei carichi critici.

La soluzione che viene normalmente installata all’interno delle strutture mediche e degli ospedali si compone di gruppi elettrogeni con alimentazione a gasolio abbinati a gruppi statici di continuità in parallelo ridondante.

Lo sviluppo dei gruppi elettrogeni con alimentazione a gas e le restrizioni all’utilizzo del gasolio per il contenimento delle emissioni climalteranti hanno permesso a questa tecnologia di essere utilizzata in diversi settori. Uno di questi è quello ospedaliero, alla ricerca di soluzioni alternative e più sostenibili.

Un’altra soluzione applicabile è la tecnologia modulare per UPS di alta potenza, normalmente utilizzata nei data center dove la continuità di alimentazione è fondamentale. Soluzione che assicura una maggiore disponibilità e sicurezza dell’impianto e riducendo al contempo ingombri e costi.

Tra le tecnologie adatte per il settore ospedaliero, troviamo i soccorritori per applicazioni di emergenza (CPSS), apparecchiature per g la sicurezza delle persone in condizioni di emergenza, quali l’incendio, fornendo illuminazione ed evacuazione dei fumi.

Rimanendo sui carichi critici, oltre a curare l’affidabilità e la sicurezza delle sorgenti, è importante che lo stato di salute delle linee che li alimentano sia garantito e verificato costantemente. Per questo è necessario un sistema in grado di rilevare eventuali problemi legati alle correnti disperse sia nella distribuzione ordinaria, solitamente TN-S, che in quella a valle dei trasformatori d’isolamento, dove il neutro è isolato da terra.

4 date per il seminario dedicato alle strutture mediche

L’incontro formativo “Soluzioni innovative per l’alimentazione delle strutture mediche” si terrà a Padova (28 settembre), Roma (5 ottobre), Firenze (15 ottobre) e in modalità Webinar (30 novembre) per alcune regioni selezionate.

Questi Seminari fanno parte del sistema della Formazione continua dell’Ordine dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati e danno diritto all’attribuzione di n. 3 CFP. Riconosciuti n. 3 CFP per Ingegneri con delibera del CNI in data 02/08/2021.

La partecipazione è gratuita previa iscrizione obbligatoria fino ad esaurimento posti. È possibile iscriversi online compilando la scheda dal sito myeventi.ceinorme.it.

La mobilità elettrica nella transizione ecologica urbana

La mobilità elettrica rappresenta una sfida fondamentale nella transizione verso città più sostenibili e le soluzioni progettuali legate ad una mobilità alternativa stanno ormai diventando un obiettivo concreto in molte nazioni, sia in Europa che nel mondo.

Il mercato delle auto elettriche ha faticato a decollare per molto tempo, a causa soprattutto degli alti costi di passaggio alla nuova organizzazione della mobilità, sia in termini di parco macchine, sia in termini di infrastrutture di ricarica.

Ma negli ultimi due tre anni l’interesse attorno al tema della mobilità elettrica sta crescendo in modo esponenziale. Grazie anche alle ultime direttive della comunità europea che ha imposto nuovi limiti in termini di emissioni di CO2 alle case automobilistiche, portandole ad investire a favore di una mobilità alternativa e più sostenibile.

Mobilità elettrica fa rima con sostenibilità

Il passaggio alla mobilità elettrica non implica solamente cambiare tipologia di auto, passando dal rifornimento alle pompe diesel e benzina alle colonnine di ricarica.  Rappresenta un tassello di un mosaico molto più ampio che è la sostenibilità che, se supportata e gestita correttamente nella sua transizione, consentirà di riscrivere il nostro modo di concepire viaggi e spostamenti quotidiani. E non solo, ma anche di ripensare l’organizzazione delle città e delle sue infrastrutture, nell’ottica di avviare una transizione energetica sempre più orientata alle energie rinnovabili.

La mobilità elettrica rappresenta quindi un’opportunità per avviare una necessaria ristrutturazione delle reti elettriche, facendole evolvere in chiave smart grid e aiutandole, in prospettiva, ad ottimizzare le variazioni gestendo picchi o sovraccarichi.

Ricarica elettrica domestica e controllo dei carichi

Attualmente ricaricare un veicolo elettrico dalla rete domestica può assorbire buona parte, se non tutta, l’energia elettrica che normalmente abbiamo a disposizione nelle nostre abitazioni (secondo i dati forniti da ARERA per l’anno 2019, più del 90% delle famiglie italiane dispone di un contatore da 3 kW). Ma grazie a funzioni smart di controllo carichi, come ad esempio il power management, applicabile ad un dispositivo di ricarica wall box, si ha la possibilità di dialogare con l’impianto domestico.

In questo modo è possibile modulare la corrente destinata alla carica dell’auto in base al consumo istantaneo dell’abitazione, adeguandola al consumo degli elettrodomestici che sono già in funzione, senza correre il rischio di far scattare il contatore e l’inevitabile blackout.

Per questo motivo, il power management è ideale per le ricariche ad uso domestico e trova la sua installazione ideale presso box, posti auto privati, unità abitative indipendenti come case, ville singole ma anche i condomini. Inoltre, spesso questi sistemi di controllo sono in grado di gestire anche la corrente prodotta da fotovoltaico, laddove presente. Queste funzionalità del power management sono applicabili anche nella versione trifase; quindi, particolarmente indicate per installazioni con impianti di potenza superiore a quelli domestici (tipicamente impianti da 11 kW e 22 kW) come aziende officine, carrozzerie, negozi, hotel, bar, ristoranti.

Load balancing: cosa è e come funziona

Negli ultimi anni anche molte aziende, sia private sia pubbliche, si stanno riorganizzando internamente per dotarsi di infrastrutture di ricarica  elettrica nell’ottica di elettrificare le loro flotte, venendo incontro alle esigenze dei propri dipendenti e clienti.

In caso di installazione in parcheggi pubblici o aziendali, dove l’impianto esistente ha una potenza massima limitata, ma con l’esigenza di installare diversi punti presa, particolarmente interessante è la possibilità di equipaggiare le stazioni di ricarica funzioni come ad esempio il load balancing. Questa soluzione permette di suddividere, tra i veicoli contemporaneamente in carica, la potenza totale resa disponibile dalla linea di alimentazione. Si tratta di sistemi innovativi ed efficienti, perché permettono di ottimizzare l’energia fra più punti di ricarica, quando si ha a disposizione una potenza limitata.

Sistemi come il load balancing lavorano grazie a un particolare algoritmo che rileva se un veicolo ha finito la carica. A quel punto, ridistribuisce la sua quota di corrente sulle altre prese o riprende eventuali cariche sospese. Qualora, poi, l’impianto non fosse abbastanza potente per garantire energia a tutte le prese, le nuove sessioni di carica vengono sospese in attesa dell’erogazione di energia, bloccando il connettore nella presa.

Esempio di load balancing

Nel concreto significa che, se un parcheggio dispone di una linea di alimentazione di 22 kW, ci potrebbero essere due punti di ricarica, ognuno da 22 kW. Un’auto sola si potrà quindi ricaricare fino a 22 kW, mentre con due auto la potenza viene divisa in due, caricandole a 11 kW ciascuna. Con quattro o cinque punti, sempre a potenza totale di 22 kW, una terza auto si ricaricherebbe a 7 kW, mentre quattro auto contemporaneamente avrebbero a disposizione 3,5 kW ciascuna.

Sul display delle stazioni di ricarica generalmente è possibile visualizzare direttamente l’energia erogata durante il processo di ricarica del veicolo. Mentre tramite sistemi di controllo da remoto di management system è possibile monitorare e gestire le ricariche delle flotte aziendali che potrebbero essere dislocate in diverse sedi. Allo stesso modo gli eventuali consumi di dipendenti aziendali che abbiano come fringe benefit un veicolo elettrico. Le ricariche possono essere monitorate anche dai privati che vogliono tenere sotto controllo.

Impianti a livelli e emobility

Al via la sperimentazione per la ricarica dei veicoli elettrici

Per venire incontro alle esigenze di ricarica domestica dei sempre più numerosi electric driver, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) il 1° luglio 2021 ha avviato in Italia una sperimentazione per la ricarica dei veicoli elettrici, volta a facilitare proprio la ricarica privata nelle ore notturne e nei giorni festivi.

L’obiettivo quindi è sperimentare la ricarica elettrica dei veicoli aumentando la potenza disponibile nella fascia oraria notturna/festiva (F3) fino a 6 kW, dando così la possibilità agli utenti di avere una potenza maggiore per caricare i veicoli elettrici.

Non tutte le stazioni di ricarica potranno accedere alla sperimentazione, in quanto l’Autorità ha definito delle precise specifiche tecniche per le stazioni di ricarica a cui queste ultime devono rispondere. Ma buona parte dei wall box con funzione power management sono aderenti a queste specifiche e quindi possono essere utilizzati dagli utenti che intendono aderire a questa sperimentazione.

A cura di Impianti a Livelli di ANIE CSI

Smart home: cosa è e le tecnologie a disposizione

Cosa c’è dentro la smart home? Perché investire nella gestione intelligente della propria abitazione? In prima battuta, lasciamo parlare la tecnologia. Dietro la parola smart home, altrimenti detta casa connessa o casa intelligente, troviamo infatti una costellazione di prodotti smart, impianti e funzionalità in continuo aggiornamento. Tutto, con il principale obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone.

Questo grazie alla possibilità di gestire in maniera automatica e/o da remoto impianti e dispositivi interconnessi tramite applicazioni IoT (Internet of Things). Eccoci all’ingrediente principale del concetto di intelligenza: gli “oggetti” si connettono a Internet attraverso la rete Wi-Fi già presente e riescono così a comunicare con l’utente tramite app su smartphone e tablet. Il padrone di casa sfrutterà a sua volta i benefici dell’IoT controllando in modo semplice ed efficace tutti i dispositivi connessi.

Gli italiani amano la casa connessa

Il valore è indubbio, ma viene da chiedersi: la smart home serve davvero? Il mercato dice di sì. Dati alla mano, anche nell’annus horribilis del 2020 il settore ha retto sia come fatturato sia come interesse dei consumatori. Anzi, secondo l’ultimo Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, il 67% dei possessori di prodotti smart li utilizza spesso.

Come sappiamo, la pandemia ha accresciuto la cultura digitale dei consumatori, che hanno al contempo riscoperto l’importanza di curare la propria casa. Questa tendenza, tuttavia, non è nata in epoca covid: la diffusione dei dispositivi connessi all’interno delle case italiane si conferma infatti in linea con gli anni passati. Nel 2020 il 43% degli utenti possiede almeno un prodotto intelligente: nel 2019 era il 42%, nel 2018 il 41%. Insomma, appurato che la smart home è più realtà che sogno, non ci resta che approfondirne le caratteristiche.

La casa intelligente si gestisce via app

I pilastri della smart home

Realizzare una casa intelligente significa avere sempre sotto controllo ogni tecnologia installata, dove si vuole e quando si vuole. Ma anche dialogare – persino vocalmente – con i prodotti smart, per una gestione ancor più comoda degli spazi domestici.

Il grande potenziale della smart home si suddivide in tre grandi pilastri:

Domotica o smart home? Le differenze

Smart home e domotica sono due facce della stessa medaglia, ma restano due soluzioni ben distinte nei requisiti come nei costi. La casa intelligente, lo abbiamo detto, è composta da singoli dispositivi indipendenti, controllabili da remoto grazie alla connessione in rete e all’installazione di più app. Si richiedono quindi tecnologie meno complesse, di cui spesso già disponiamo: Internet, prodotti smart e un gateway che fa da ponte tra questi e uno smartphone. Per i più evoluti, gli smart speaker aggiungono i comandi vocali alle funzionalità IoT.

Smart home con tecnologie connesse in rete

Altro livello invece per la casa domotica, che potremmo definire strutturalmente intelligente. Si parla infatti di integrare i sistemi di un edificio e di centralizzarne il controllo tramite il cablaggio dell’impianto elettrico. Qui, un cavo BUS, unico “mezzo” per il trasporto di energia e informazioni, collega tutte le tecnologie presenti. Dall’illuminazione al riscaldamento, dall’allarme ai carichi di corrente, dalla diffusione sonora all’irrigazione del giardino, gli impianti dialogano tra loro attraverso specifici protocolli di comunicazione. Questo consente di gestire tutto il sistema-casa da un’unica applicazione su smartphone/tablet o tramite assistente vocale.

Cosa è meglio scegliere? Dipende dalle esigenze. La casa intelligente è un ecosistema di oggetti connessi, più semplice e meno oneroso; la casa domotica è certamente più completa, ma richiede l’intervento professionisti specializzati e opere murarie per adeguare l’impianto elettrico.

Le tecnologie per la smart home

Dalla teoria alla pratica, quali sono le tecnologie della smart home? Approfondiamo in seguito i principali strumenti utili a migliorare le nostre abitudini domestiche.

Nell’Internet of Things della casa rientrano:

Prodotti smart per la gestione della casa intelligente

Termostati e gestione del comfort

Si tratta di prodotti smart per gestire anche da remoto la temperatura nelle diverse stanze di una abitazione, in grado di adattarsi alle abitudini e autoregolarsi per garantire benessere e risparmio energetico. Tra le diverse funzionalità, i termostati connessi permettono di tenere sotto controllo anche il livello di umidità, altro fattore importante del comfort domestico. I più evoluti, poi, verificano autonomamente le condizioni atmosferiche e la presenza di persone, impostando lo scenario migliore per ogni esigenza.

Gestione dei carichi

In una smart home si può anche programmare un utilizzo più efficiente dell’energia. Sia quando siamo in casa, sia da remoto, basta collegare gli elettrodomestici e i dispositivi elettronici a una presa connessa. Questo permetterà di monitorare in qualsiasi momento i carichi di corrente e intervenire in caso ci siano anomalie. E di conseguenza ridurre gli sprechi e il costo delle bollette di acqua, luce e gas utilizzando l’energia in maniera intelligente.

Termostato connesso per programmare la temperatura nelle stanze della smart home

Sistemi di illuminazione

Nella gestione dell’impianto di illuminazione, le tecnologie della smart home trovano un’applicazione particolarmente efficiente. Possiamo scegliere tra lampadine automatizzate per interni ed esterni, sistemi LED che si accendono e si spengono da remoto o tramite comandi vocali e ulteriori funzionalità per modificare l’intensità o il colore della luce, in modo da creare un’atmosfera ad hoc per ogni occasione. In più, è sempre possibile monitorare i consumi elettrici e, dunque, attuare comportamenti consapevoli.

Automazioni: tapparelle, garage e cancelli

Anche le automazioni domestiche come le tapparelle elettriche, le serrande dei garage e i cancelli si possono connettere a Internet e gestire via app o comandi vocali. Bastano per esempio pochi clic per chiudere contemporaneamente tutti gli avvolgibili, alzare o per abbassare le tapparelle mentre siamo ancora a letto, per azionarle da remoto quando intravediamo un temporale oppure per programmare azioni automatiche in certe ore del giorno.

Serrature intelligenti tra le tecnologie della casa connessa

Serrature intelligenti

Le serrature Wi-Fi e Bluetooth rappresentano una tipologia di serratura senza chiave sempre più diffusa anche al di fuori del settore turistico. In poche parole, questi dispositivi permettono di sbloccare o bloccare l’accesso alla casa anche senza una presenza fisica. A seconda della tipologia di prodotto, si potrà aprire o chiudere la porta (blindata o meno) semplicemente via app. Al contempo, ogni utente imposterà autorizzazioni di accesso temporanei per altre persone e modificarle in qualsiasi momento.

Videocitofoni connessi

Questi prodotti connessi permettono ai padroni di casa di vedere sempre sul proprio smartphone chi sta citofonando. Accedendo alle funzioni e in base ai modelli, si può interagire con gli ospiti ed eventualmente aprire il portone. Oggi esistono anche videocitofoni con assistente vocale: uno strumento in più per la sicurezza domestica che si unisce agli altri comandi vocali già integrati.

Sicurezza domestica con videosorveglianza nella smart home

Impianti di sicurezza e videosorveglianza

Parliamo di sistemi antintrusione dotati di sensori e telecamere a infrarossi di ultima generazione, in grado di distinguere tra persone e animali, che si attivano solo quando si palesa un reale pericolo. I nuovi dispositivi, oltre a essere gestibili tramite smartphone, sono compatibili con altri personal assistant e integrano il riconoscimento facciale e il servizio di registrazione delle immagini.

La sicurezza della smart home non si ferma all’antifurto: ci sono per esempio i dispositivi antiallagamento Wi-Fi, che inviano notifiche all’utente non appena l’acqua raggiunge il sensore. Idem per la rilevazione del fumo: oltre a emettere un allarme, questi prodotti intelligenti segnalano in tempo reale ogni possibile emergenza. Infine, molto importanti anche i sensori per le fughe di gas, con segnalatori ottico-acustici e comunicazioni via app.

Controllo intelligente degli elettrodomestici

Elettrodomestici

Gli elettrodomestici intelligenti sono la versione 4.0 dei classici apparecchi in uso: frigorifero, condizionatore, lavastoviglie, lavatrice, climatizzatore, deumidificatore, robot aspirapolvere, ecc. La differenza, come in tutti i prodotti smart, sta nella loro connessione in rete. Un frigorifero Wi-Fi, per esempio, fa l’inventario del proprio contenuto e comunica cosa manca quando bisogna fare la spesa. La lavatrice si programma e si avvia anche a distanza, mentre i condizionatori si accendono rispetto alla luce solare e all’incremento della temperatura ambientale. Anche qui, il bello sta nella comodità della gestione, nel comportamento eco-friendly e nel taglio della bolletta.

Qualità dell’aria indoor

Tra le mura domestiche si accumulano enormi quantità di polvere, pollini, acari, spore di muffa e peli di animali domestici, ovvero i principali responsabili di attacchi allergici, bronchiti e asma. Ecco perché risulta fondamentale monitorare la qualità dell’aria interna e intervenire con azioni mirate, per arieggiare i locali e bloccare gli agenti patogeni. Sul mercato troviamo appositi estrattori che misurano costantemente la qualità, la temperatura e l’umidità dell’aria, attivandone il riciclo in automatico. Questo evita la continua apertura delle finestre e la conseguente dispersione termica.

I 6 vantaggi della casa intelligente

Ora che il quadro tecnologico della smart home è completo, ci soffermiamo sui suoi vantaggi. Perché acquistare prodotti smart? E soprattutto, perché utilizzarli?

I principali motivi sono:

Gestire la smart home con i comandi vocali

Gli assistenti vocali sono l’ultima frontiera dell’abitare tecnologico. Una tendenza in crescita che sottolinea la voglia di comodità e semplicità quotidianità degli utenti. Cosa sono gli smart home speaker? Dispositivi Wi-Fi che interagiscono con le persone attraverso la voce, comprendono le richieste ed eseguono operazioni su diversi livelli di complessità. In sostanza, si presentano come normali altoparlanti e rispondono a ogni genere di domanda: informazioni sul meteo, ricerche in Internet, impostazione di sveglie e promemoria, gestione canali TV e molto altro.

Smart home speaker per gestire i dispositivi domestici

Ma il potenziale di Google Home, Alexa o Siri va ben oltre queste semplici funzioni. Un comando vocale permette di accendere, spegnere o regolare la luce, programmare la temperatura nelle stanze di casa, attivare l’antifurto, controllare chi suona al citofono e aprire la porta, gestire caldaia e climatizzazione, alzare/abbassare le tapparelle e interagire con prese smart ed elettrodomestici.

Domotica al servizio della disabilità

Se la casa intelligente garantisce sicurezza, benessere e comfort, il suo ruolo può fare la differenza nell’assistenza alle persone fragili. Questo perché permette di eliminare le barriere architettoniche, automatizzando l’apertura di porte, tende e tapparelle. Inoltre, gli anziani o i diversamente abili si sentono più autonomi grazie alla possibilità di rispondere al videocitofono, gestire l’illuminazione o programmare il riscaldamento senza doversi muovere.

Sul mercato troviamo prodotti con interfacce adeguate a ogni esigenza, appositamente pensate per diverse forme di disabilità e con precise caratteristiche ergonomiche. Dai comandi tradizionali a parete a proposte più specifiche come chiavi elettroniche, telecomandi universali e sistemi smart integrati nelle carrozzine. I comandi vocali, infine, rappresentano una soluzione ancora più concreta e applicabile.

Smart home e servizi

La casa intelligente non è fatta di soli oggetti. L’installazione di prodotti smart diventa anche veicolo di nuovi servizi digitali che aumentano benessere ed efficienza. Proprio come avviene nel contesto della smart city (sharing mobility, app cittadine, referti medici online, pagamenti virtuali, ecc.) anche nella sfera domestica le persone vogliono migliorare la propria qualità di vita sfruttando la trasformazione digitale.

Qualche esempio? Energy management e monitoraggio dei consumi da remoto a opera di terzi, manutenzione preventiva della caldaia in connessione con gli installatori, pronto intervento di società di videosorveglianza in caso di pericolo e assistenza sanitaria virtuale.

Fotovoltaico e accumulo danno energia alla casa connessa

Fotovoltaico e accumulo connessi

Gli italiani amano la smart home, ma anche gli obiettivi sostenibili. Cosa succede con le rinnovabili? Come tutti gli impianti di casa, anche il fotovoltaico e l’eventuale batteria di accumulo entrano in rete attraverso dispositivi di controllo e ottimizzatori di potenza sempre più sofisticati.

Esistono anche prodotti smart utili al monitoraggio dei consumi e alla gestione dei carichi, in grado di convogliare automaticamente il surplus di energia nell’alimentazione di pompe di calore, boiler per accumulo di acqua calda sanitaria, elettrodomestici o colonnine di ricarica EV.

La mobilità elettrica entra nella smart home

Concludiamo la nostra guida alla casa intelligente con la grande protagonista dei nostri tempi: la mobilità elettrica. Uno degli aspetti più interessanti e vantaggiosi delle auto elettriche è proprio la possibilità di ricaricarle direttamente a casa propria.

Questo non vuole dire attaccarla alla presa del garage: nella smart home esistono wallbox e colonnine facili da installare e da gestire. Anche qui, l’intelligenza conta: gli utenti possono programmare via app la ricarica nelle fasce orarie più convenienti per il costo dell’energia o per la gestione dei carichi.

Axpo Italia: a Roma le prime stazioni di ricarica elettrica pubbliche

Axpo Italia, produttore di energia rinnovabile in Svizzera, punta alla transizione ecologica con progetto per sostenere la cultura della sostenibilità e della mobilità elettrica. Axpo Italia è particolarmente attiva nell’accelerare la trasformazione delle realtà urbane in green city.

Il progetto è gestito e sviluppato da Axpo Energy Solutions Italia, la Energy Service Company specializzata in efficienza energetica, cogenerazione, energie rinnovabili ed e-mobility. Il progetto può già contare su 24 colonnine bifacciali (18 attualmente operative) a Roma.

Roma sta investendo molto sulla mobilità elettrica: l’obiettivo è garantire un servizio capillare per chi sceglie una mobilità a zero emissioni. Per raggiungere questo obiettivo ambizioso, la città si è dotata di un regolamento creato ad hoc per l’installazione dell’infrastruttura di ricarica elettrica aperta al pubblico. Si tratta di un modello basato sulla partnership tra pubblico e privato.

Le stazioni di ricarica elettrica supportano la modalità di recharge con prese di tipo 2 (fino a 22 kW) e 3A (fino a 3,7 kW).

Le colonnine di ricarica elettrica di Axpo Italia sono compatibili con la maggior parte dei veicoli elettrici ed ibridi, indipendentemente dal sistema di ricarica in dotazione.

Come funziona la ricarica Axpo Italia?

Semplicità e comodità sono i plus della proposta di Arpo Italia. Ad esempio è possibile utilizzare l’abituale APP per la ricarica elettrica se si è clienti di un E-Mobility Service Provider (ESP) e il provider ha sottoscritto un’offerta con Axpo Energy Solutions Italia. La lista degli ESP è rintracciabile sul sito Arpo.

In alternativa è possibile ricaricare l’auto elettrica con tramite il sistema Intercharge Direct utilizzando PayPal o Carta di credito come metodo di pagamento. In questo caso basterà inquadrare il QR code presente su tutte le colonnine di ricarica elettrica con lo smartphone. A questo punto inserendo le informazioni richieste, la presa sarà sbloccata e si potrà procedere alla ricarica.

Gli automobilisti di Roma saranno i primi a poter utilizzare il network pubblico per l’e-mobility di Axpo Italia e, i clienti di Pulsee, il brand per le utenze domestiche di Axpo Italia, potranno contare su una pro-mozione che prevede 10 euro di sconto sulla prima ricarica effettuata presso uno dei siti di ricarica in cui il servizio è attivo.