La mobilità sostenibile rappresenta la strada per il futuro? A partire da questo interrogativo si è sviluppato il recente evento online promosso da NSA Srl e veicolato tramite il sito nonsoloambiente.it che ha portato al centro del confronto dei vari partecipanti il tema della mobilità sostenibile e delle future evoluzioni del settore. Il format, patrocinato dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, dal Ministero della transizione ecologica, dal Comune di Milano, da ASviS e da eV-Now!, ha avuto il supporto di Duferco Energia e di GaiaGo.
L’appuntamento ha dato l’opportunità di approfondire un tema trainante come quello della mobilità sostenibile, settore in cui emerge con crescente evidenza la necessità di adottare una visione capace di integrare aspetti tecnici a una più ampia azione a livello informativo, di investimenti e di digitalizzazione. Analizziamo alcuni dei punti più interessanti trattati dal panel di esperti.
Incentivi per la mobilità sostenibile: dalla Legge di Bilancio al PNRR
Cosa prevede l’Ecobonus
La mobilità sostenibile costituisce un driver essenziale per guidare la transizione ecologica non solo nel nostro Paese ma in tutta l’Europa. A sostegno del suo sviluppo esistono attualmente svariate misure incentivanti, prima tra tutte l’Ecobonus, iniziativa promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico.
L’Ecobonus, introdotto con la Legge di Bilancio 2019, è un contributo finalizzato a promuovere l’acquisto di veicoli a ridotte emissioni, più esattamente nuove auto elettriche o ibride plug in.
I beneficiari dell’incentivo sono coloro che acquistano anche in locazione finanziaria e immatricolano nel nostro Paese determinate categorie di veicoli. Nello specifico:
- automobili di categoria M1 nuove di fabbrica, con emissioni di CO2 non superiori a 60 g/Km, con prezzo di listino non superiore ai 50 mila euro (optional compresi e IVA esclusa), acquistate e immatricolate in Italia fino al 31 dicembre 2021;
- veicoli commerciali e speciali di categoria N1 e M1 nuovi di fabbrica, con massa totale a terra non superiore a 3,5 tonnellate, acquistati fino al 30 giugno 2021;
- ciclomotori e motocicli di categoria L nuovi di fabbrica, elettrici o ibridi, acquistati e immatricolati in Italia nell’anno 2020.
Novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2021
La Legge di Bilancio 2021 ha introdotto alcune novità in materia di Ecobonus. È stata innanzitutto prevista una facilitazione nei confronti di coloro che hanno un reddito ISEE inferiore a 30 mila euro per l’acquisto di veicoli M1 alimentati esclusivamente a energia elettrica. Il contributo risulta pari al 40% delle spese sostenute per veicoli di potenza inferiore a 150 kW con un prezzo di listino inferiore a 30 mila euro, al netto dell’IVA.
Nella nuova Legge di Bilancio sono stati inoltre stanziati:
- 50 milioni di euro, di cui 10 milioni destinati unicamente alle vetture ad alimentazione elettrica;
- 20 milioni di euro annui dal 2021 al 2023 e 30 milioni di euro annui per il triennio 2024-2026 da destinare ai motoveicoli.
Nell’ottica di un’attenzione rivolta alle politiche ambientali, la Legge di Bilancio 2021 ha invece previsto dei forti disincentivi fiscali per l’acquisto dei veicoli maggiormente inquinanti con emissioni di CO2 superiori a 191 C02g/Km. L’imposta è calcolata in base al numero dei grammi di biossido di carbonio emessi per chilometro.
Quanto stabilito nella Legge di Bilancio 2021 va anche a impattare sull’aspetto infrastrutturale. Una novità significativa si riscontra nell’obbligo per i concessionari autostradali di dotare la propria rete di punti di ricarica elettrica di potenza elevata per gli autoveicoli. È stato inoltre stabilito che nel caso in cui i concessionari non provvedano ad attuare l’intervento entro 180 giorni dall’entrata in vigore della Legga di Bilancio, ovvero entro fine giugno 2021, debbano consentire ad altri soggetti interessati di candidarsi all’installazione dei diversi punti di ricarica.
Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR)
La mobilità sostenibile rientra non solo nelle politiche programmatiche italiane ma anche in quelle comunitarie. Anche il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) prevede quindi delle risorse specificatamente destinate alla mobilità sostenibile. Il 30 Aprile del 2021 il Governo italiano ha inviato il PNRR alla Commissione Europea. Nel nostro Paese verranno stanziate in totale risorse pari a 222,1 miliardi di euro.
Gli asset strategici individuati dal Governo sono:
- digitalizzazione e innovazione;
- transizione ecologica;
- inclusione sociale.
Tra le missioni in programma, quelle che interessano principalmente la mobilità sostenibile sono:
- la rivoluzione verde e la transizione ecologica;
- le infrastrutture per una mobilità sostenibile.
Per la transizione ecologica saranno destinati 59,33 miliardi di euro. Per la creazione di infrastrutture saranno invece destinati 25,13 miliardi di euro.
© NSA – Nonsoloambiente.it
Le risorse complessive destinate al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile sono pari a 62 miliardi di euro che verranno spalmati su molteplici progetti in cui sarà coinvolta anche e soprattutto la mobilità sostenibile. Tra i più degni di nota:
- la cura del ferro per lo shift modale con lo sviluppo dell’Alta Velocità, delle linee regionali e del Trasporto Rapido di Massa (TRM) nelle aree urbane, oltre all’acquisto di nuovi treni;
- la mobilità dolce, con la creazione di 1.800 Km di ciclovie cittadine e turistiche;
- la sperimentazione dell’idrogeno per le ferrovie non elettrificate nel Sud e in Val Camonica;
- la digitalizzazione dei sistemi logistici del Paese e del Trasporto Pubblico.
Agenda 2030: gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile di riferimento nel settore mobilità
Nel corso dell’evento online, Luigi Di Marco, Coordinatore ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) ha esposto l’urgente necessità di guardare alle iniziative europee come progetti integrati tra loro, volti a perseguire uno sviluppo sostenibile.
All’interno dell’Agenda 2030 non esiste un “Goal” destinato in maniera esclusiva al tema della mobilità. Il tema della mobilità entra tuttavia in diversi Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile.
È ad esempio coinvolto nel Goal 3 relativo alla salute e al benessere. Tra i diversi traguardi che ci si prefigge di raggiungere entro il 2030 in questo specifico ambito c’è infatti quello di ridurre sostanzialmente il numero di decessi correlato a incidenti stradali da un lato e malattie da contaminazione e inquinamento dall’altro. Per il raggiungimento di un simile obiettivo risulta evidente il ruolo di primo piano svolto dalla mobilità sostenibile.
Dal canto suo, il tema della lotta all’inquinamento si ricollega all’Obiettivo 11 che mira a rendere le città e gli insediamenti umani sostenibili. Questo Goal si connette a sua volta all’Obiettivo 7 focalizzato sull’accesso a energie pulite e affidabili. Gli esempi appena illustrati evidenziano come il tema della mobilità sostenibile coinvolga nel contempo più fronti, ciò che accade del resto con l’intero complesso degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, strettamente interdipendenti l’un l’altro.
Un simile approccio olistico comporta per ovvie ragioni l’esigenza di avere una visione a trecentosessanta gradi, se si desidera giungere a una modalità di sviluppo che possa essere realmente definita “sostenibile”.
La mobilità sostenibile nel Green Deal europeo
L’Agenda 2030 si traduce in una serie di azioni che hanno come punto di partenza il Green Deal europeo. Con l’espressione “Green Deal europeo” o “Patto Verde europeo” si designa un insieme di iniziative politiche proposte dalla Commissione europea con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050.
Tra le azioni previste rientra anche l’obiettivo di accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile e intelligente. In base agli obiettivi prefissati, entro il 2030:
- sulle strade europee saranno in circolazione almeno 30 milioni di veicoli a emissioni zero;
- 100 città europee saranno a impatto climatico zero;
- il traffico ferroviario raddoppierà;
- il trasporto per vie navigabili interne e il trasporto marittimo a corto raggio aumenteranno del 25%;
- la mobilità automatizzata sarà diffusa su larga scala;
- saranno pronte per il mercato navi a emissioni zero.
Secondo quanto stabilito dalla Commissione europea entro il 2035 saranno inoltre pronti per il mercato aeromobili di grandi dimensioni a emissioni zero. La strategia europea non si ferma però al 2035 ma guarda oltre, spingendosi direttamente al 2050 e ricollegandosi, in questo modo, all’obiettivo ultimo della totale decarbonizzazione dell’intero sistema economico-produttivo del Vecchio Continente.