Sostenibilità e digitalizzazione, le tante contraddizioni degli italiani

Sostenibilità e digitalizzazione: sono due parole con cui è bene familiarizzare, anche perché da questi termini passano varie decine di miliardi, quelli previsti dall’Unione europea a beneficio del nostro Paese nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ma qual è, appunto, il grado di consapevolezza dei cittadini su questi temi? A dare delle preziose indicazioni è la ricerca “Italiani e Sostenibilità Digitale: cosa ne sanno, cosa ne pensano”, realizzata dal Digital Transformation Institute – Fondazione di Ricerca per la Sostenibilità Digitale.

L’80% afferma di sapere cos’è la sostenibilità

Cominciamo con il dire che in tema di sostenibilità tanti italiani pensano di essere aggiornati, se è vero che l’80% degli intervistati afferma di avere una conoscenza abbastanza o molto precisa del concetto. Tuttavia, approfondendo il dato, emerge un quadro che viceversa evidenzia una grande confusione nelle persone, che le porta ad interpretare tale concetto in una dimensione prettamente ideologica, senza una correlazione con l’impatto reale nei comportamenti o nelle azioni.

Una conclusione che emerge “incrociando” le risposte fornite. Infatti, da un lato il 46% degli italiani ritiene prioritarie le scelte ambientali ed il 38% quelle orientate al benessere dell’individuo, con un residuale 16% che mette al primo posto le scelte economiche. Dall’altro lato, una parte significativa del campione (ben il 62%) dimostra di non essere in grado di correlare la visione di sostenibilità che ritiene prioritaria con le scelte economiche e sociali che dovrebbero essere coerenti con essa.

ricerca condotta dal Digital Transformation Institute: la conoscenza della sostenibilità

La conoscenza della sostenibilità secondo la ricerca condotta dal Digital Transformation Institute

Le visioni contrastanti sul digitale

E per quanto attiene il processo di digitalizzazione in atto? Anche in questo caso i contrasti appaiono molto forti. Ben il 92% delle persone ritiene che il digitale sia fonte di opportunità (anche se il 71% aggiunge che se ne debbano comprendere ancora i rischi). Però, il 65% degli intervistati mostra pure una visione negativa del digitale, affermando che è fonte di diseguaglianza, perdita dei posti di lavoro ed ingiustizia sociale.

“In tal senso è significativo – ha sottolineato Stefano Epifani, presidente della Fondazione – come la paura nei confronti della tecnologia aumenti proporzionalmente al diminuire della competenza: in altri termini meno si conoscono le tecnologie più le si temono. Questo ci deve insegnare molto sul ruolo centrale delle azioni delle Istituzioni rivolte ad aumentare il livello di consapevolezza e di competenza digitali degli italiani di ogni età”.

Digitale, sostenibilità e sostenibilità digitale

Digitale, sostenibilità e sostenibilità digitale – Ricerca condotta dal Digital Transformation Institute

Dal dire al fare c’è di mezzo…

Le contraddizioni emergono anche quando si tratta di passare dal dire al fare… Ad esempio, benché tanti italiani dimostrano di aver ben chiara l’urgenza di affrontare problemi come il cambiamento climatico (74%) e l’inquinamento (76%), la maggior parte di essi, che pur si dichiara consapevole delle opportunità che già oggi offre la tecnologia digitale per affrontare questi problemi, nella pratica quotidiana non fa quanto potrebbe per usarle, queste opportunità, come strumento di sostenibilità.

In particolare, sono soltanto il 10% gli italiani che usano regolarmente applicazioni a supporto della riduzione dei consumi, mentre il 13% le usa raramente. Il 27% dichiara di non conoscerne l’esistenza, ma il dato più significativo è rappresentato da quel 49% del campione che, pur specificando di conoscerne l’esistenza, comunque non le adotta.

Una situazione che peraltro non cambia di molto se ci si riferisce alle applicazioni per la gestione del ciclo dei rifiuti (che il 38% degli italiani non conosce ed il 35% non usa pur conoscendole) e per quelle dedicate ad abbattere gli sprechi alimentari (sconosciute dal 48% degli intervistati e non usate dal 38% di quanti dichiarano di conoscerne l’esistenza).

Poca conoscenza dell’impatto ambientale

Infine, c’è da considerare un ulteriore problema: se da una parte la maggioranza delle persone non utilizza il digitale come strumento di sostenibilità, dall’altra parte non si rende nemmeno conto di quanto davvero esso finisca con l’impattare sull’ambiente.

E non deve ingannare il dato della ricerca che evidenzia come più della metà degli intervistati sostiene che l’impatto ambientale della digitalizzazione sia forte (61% del totale), perché allo stesso tempo, ad esempio, sono soltanto il 13% coloro che riescono a quantificare correttamente il consumo effettivo di un’ora a settimana di streaming video, che è pari a quello di ben due frigoriferi sempre collegati alla rete elettrica.

Conoscenza di strumenti digitali per la sostenibilità ambientale

Il livello di conoscenza di strumenti digitali per la sostenibilità ambientale – Ricerca condotta dal Digital Transformation Institute

Premio per la migliore supply chain globale sostenibile

Schneider Electric è stata riconosciuta come Best Global Sustainable Supply Chain Organization che evidenzia come l’azienda persegua la sostenibilità nelle attività operative. L’azienda ha ottenuto i punteggi più elevati su oltre 100 indicatori tra cui l’utilizzo di energia, la salute occupazionale, la diversity, le pari opportunità.

Questo risultato testimonia l’impegno di Schneider Electric che è riuscita a ridurre le emissioni di anidride carbonica ascrivibili alle sue catene di fornitura di oltre 100.000 tonnellate negli ultimi tre anni. Alla fine del 2020, l’80% delle attività operative di Schneider erano alimentate da fonti rinnovabili grazie alle tecnologie realizzate e all’utilizzo di contratti d’acquisto di energia rinnovabile (PPA – Power Purchase Agreements).

Il programma STRIVE (Sustainability, Trust, Resilience, Intelligence, Velocity, Efficiency) di Schneider prevede di rendere 70 impianti e centri di distribuzione net-zero carbon entro il 2025 e di ottenere progressivamente ulteriori efficienze rispetto a energia ed emissioni in tutti i suoi oltre 300 siti produttivi e logistici. Schneider ha fissato il proprio costo per l’anidride carbonica a 130 euro per tonnellata per aiutare a prendere le decisioni giuste con investimenti per la supply chain che abbiano un impatto significativo sulla riduzione della CO2.

Una serie di obiettivi coinvolge la rete di circa 15.000 fornitori di Schneider Electric, a cui si chiede di migliorare continuamente le proprie pratiche di responsabilità sociale e ambientale e la sicurezza. I fornitori supporteranno anche l’aumento dell’uso di materiali sostenibili nei prodotti Schneider e il passaggio verso un packaging ottenuto esclusivamente da cartone riciclato.

Tra le ultime iniziative di Schneider Electric troviamo Zero Carbon Project che punta a ridurre l’impronta al carbonio della supply chain. L’azienda collaborerà con i 1.000 fornitori per dimezzare le emissioni prodotte dalla loro attività operativa entro il 2025. L’iniziativa fa parte degli obiettivi di sostenibilità 2021-2025 e si pone l’obiettivo di contribuire a limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 °C o meno entro il 2050, come previsto dagli Accordi di Parigi.

Ricambio d’aria: le soluzioni impiantistiche per la ventilazione

La qualità dell’aria interna è fondamentale per il comfort delle persone e una corretta ventilazione dei locali interni assicura benessere e salubrità degli spazi, mantenendo sotto controllo il tasso di umidità e la concentrazione di agenti inquinanti di differente natura. Il ricambio d’aria è un tema che, seppure abbia da sempre grande importanza, ha assunto ancor più rilievo nel corso dell’ultimo anno a causa dell’emergenza sanitaria, che ha portato maggiore attenzione al tema della ventilazione dei locali. In un ambiente chiuso, infatti, si possono concentrare inquinanti chimici, fisici e biologici.

indice della qualità dell'aria

Ne sono un classico esempio le muffe o le polveri sottili, ma anche il vapore acqueo che deriva dalle attività svolte all’interno. Al concetto di ventilazione e ricambio d’aria, quindi, si abbinano sempre più frequentemente quelli di sanificazione e depurazione. L’obiettivo è quello di assicurare sempre la presenza di aria di qualità all’interno dell’edificio, senza lo spreco energetico che, invece, può causare una ventilazione naturale tramite la semplice apertura dei serramenti.

Sistema di ventilazione meccanica centralizzato con recuperatore di calore

In un sistema di ventilazione meccanica controllata un apposito impianto estrae dagli ambienti interni l’aria viziata e, allo stesso tempo, ne immette di nuova proveniente dall’esterno. Soprattutto nel caso di grandi applicazioni, ad esempio in ambito commerciale o terziario, si ricorre ad impianti centralizzati a doppio flusso, costituiti da una canalizzazione dedicata per l’estrazione ed una per l’immissione.

L’impianto si compone di una unità principale, generalmente predisposta in un controsoffitto attrezzato, e da una rete di canalizzazioni che raggiunge tutti gli ambienti per i quali deve essere trattata l’aria. Per migliorare l’efficienza energetica di questa tipologia di impianti è importante prevedere uno scambiatore di calore, che permette di recuperare energia dall’aria estratta all’interno, per pre-riscaldare quella fredda proveniente dall’esterno. Il recupero energetico può superare anche il 90% e, quando le temperature sono indicate e l’impianto lo permette, è possibile anche godere della funzione freecooling, per un raffrescamento naturale degli ambienti. In ogni caso, la portata d’aria da trattare (m3/h), il dimensionamento dell’impianto e la sua disposizione all’interno dell’edificio devono essere oggetto di uno studio accurato.

la ventilazione meccanica è una soluzione per il ricambio di aria

Ricambio d’aria con il sistema di ventilazione puntuale

In alternativa agli impianti di ventilazione meccanica centralizzata, la VMC puntuale è un’ottima soluzione in tutti quei casi in cui risulta complicato eseguire l’intervento di installazione della canalizzazione per la distribuzione dell’aria. In questo modo, non si rinuncia all’efficacia del ricambio d’aria automatizzato, ma si installa nel singolo ambiente un dispositivo per la ventilazione. Le opere murarie necessarie sono ridotte al minimo, ma chiaramente devono essere installati su pareti perimetrali a contatto con l’esterno. La ventilazione è gestita in modo indipendente in ciascuna stanza e, anche in questo caso, ci sono ormai diversi modelli con scambiatore termico, per migliorare l’efficienza energetica.

Sul mercato ci trovano differenti prodotti in grado di monitorare anche diversi parametri e indicatori della qualità dell’aria interna, come umidità relativa e temperatura. Proprio grazie a questi sensori, oltretutto, il funzionamento della ventilazione è sempre più automatizzato e in relazione alle reali condizioni ambientali interne. Infine, ci sono sistemi di ventilazione puntuale predisposti negli infissi, anch’essi eventualmente dotati di scambiatore di calore. Questa soluzione è indicata principalmente nei casi in cui si abbia già la necessità di sostituire i serramenti esistenti.

I sistemi di VMC mono stanza, in conclusione, sono sicuramente vantaggiosi per la facilità di installazione e i costi ridotti rispetto agli impianti centralizzati, ma richiedono una pulizia attenta di tuti i filtri, mentre nel caso della centralizzata è uno solo.

garantire il ricambio d'aria con il purificatore

Altri sistemi per purificare l’aria

Con l’emergenza sanitaria il mercato dei purificatori d’aria ha vissuto un importante momento di crescita. I sistemi per purificare l’aria possono essere diversi, distinguibili in base al loro funzionamento e ai filtri utilizzati, ad esempio HEPA, a carboni attivi o a ionizzazione.

Con la crescente attenzione verso il tema della purificazione dell’aria, poi, si sono sviluppati anche dei climatizzatori che, oltre a regolare la temperatura dell’aria di un ambiente, sono anche in grado di depurarla. Queste macchine migliorano la qualità dell’aria interna in quanto funzionano come veri e propri purificatori, ad esempio ricorrendo a diffusori di ioni e filtri magnetici. Una volta in funzione, sono in grado di eliminare inquinanti come particelle e polveri sottili. Si tratta di dispositivi indicati per chi soffre di allergie o disturbi respiratori.

FIMER per la Smart Home: integrazione tra accumulo fotovoltaico e ricarica elettrica

La mobilità elettrica e i sistemi fotovoltaici sono il binomio perfetto per un futuro più sostenibile. Negli ultimi anni si è assistito alla diffusione del fotovoltaico grazie agli indubbi vantaggi di tipo economico, energetico e ambientale. Ma produrre energia fotovoltaica da solo può non bastare: è fondamentale riuscire a utilizzare al meglio l’energia prodotta e quindi aumentare la quota di autoconsumo. Per fare questo è indispensabile installare un sistema di accumulo che consenta di immagazzinare l’energia prodotta durante la giornata e di utilizzarla quando serve. In questo modo è possibile aumentare la quota di autoconsumo da circa il 30% fino al 90%.

L’energia prodotta può quindi essere utilizzata per tutti i dispositivi della casa, comprese pompe di calore, climatizzatori e per la ricarica di veicoli elettrici. Chi acquista un’auto elettrica in genere ha molto a cuore il tema della sostenibilità e l’idea di poterla ricaricare sfruttando il sole è sicuramente un plus da non sottovalutare.
A tal proposito, ricaricare il proprio veicolo elettrico direttamente in garage o sotto una tettoia è il sistema più veloce ed economico.

Abitare sostenibile con FIMER

Da sempre FIMER favorisce il concretizzarsi di un’era caratterizzata da energia pulita e sostenibile, attraverso soluzioni innovative sia sul piano della produzione dell’energia, sia del suo consumo. L’ampio portfolio include prodotti e servizi per l’efficienza e la sostenibilità energetica progettati per la casa e per chi ha abbracciato una filosofia green. Oggi gli utenti di rinnovabili che producono e consumano la propria energia richiedono sempre più soluzioni che assicurino una maggiore autosufficienza, che riducano i costi della bolletta elettrica e che contribuiscano alla riduzione delle emissioni di carbonio.

Per soddisfare queste esigenze FIMER propone l’integrazione tra accumulo fotovoltaico e ricarica elettrica attraverso l’installazione dell’inverter fotovoltaico con storage integrato REACT 2 e il dispositivo di ricarica per veicoli elettrici FLEXA Wallbox AC, il tutto monitorato tramite un’unica app – Energy Viewer.

integrazione tra accumulo fotovoltaico e ricarica elettrica

REACT 2, inverter fotovoltaico con accumulo integrato

La qualità e l’efficienza di un inverter è di fondamentale importanza per il rendimento di un impianto fotovoltaico. L’inverter fotovoltaico con accumulo consente di utilizzare l’energia prodotta nei momenti di maggiore fabbisogno e ottimizza la gestione dei flussi energetici.

Per questo FIMER propone REACT 2, un sistema integrato di inverter e batteria agli ioni di litio, con una capacità di accumulo che si estende da 4 a 12 kWh.
È disponibile nelle taglie di potenza 3,6 e 5,0 kW e, grazie a un design modulare, la capacità di accumulo è incrementabile in qualunque momento semplicemente aggiungendo ulteriori batterie.

Facile e veloce da installare grazie alla connessione “plug and play”, permette un risparmio di oltre il 50% sul tempo di installazione.
REACT 2 si distingue perché, in qualità di centro di controllo intelligente, è in grado di dialogare con tutte le utenze disponibili nella casa, oltre ad aumentare l’autoconsumo dell’energia prodotta.

FIMER FLEXA Wallbox AC per una mobilità elettrica integrata

App Energy Viewer di Fimer per integrazione accumulo fotovoltaico e ricarica elettricaPer ricaricare l’auto o lo scooter in maniera semplice e conveniente, rendendo la ricarica più veloce, sicura e comoda rispetto a una tradizionale presa domestica, FIMER propone il dispositivo di ricarica FLEXA Wallbox AC. Questa soluzione offre diverse configurazioni e può essere facilmente installata in qualsiasi ambito residenziale, interno o esterno, e mantiene elevati standard di sicurezza. È disponibile in varie versioni, monofase da 3,7 fino a 7,4 kW e trifase da 11 kW fino a 22 kW.

Questa wallbox è dotata di una funzionalità che consente di rendere ancora più efficiente ed integrata la gestione della ricarica: il “load management”. Infatti, tramite un trasformatore amperometrico, viene misurata e gestita la potenza disponibile senza che vi siano interventi per sovraccarico del contatore domestico.

A conferma dell’impegno di FIMER verso soluzioni per la mobilità green e sostenibile, FLEXA Wallbox AC è costruita al 100% con plastica riciclata.

Una soluzione funzionale, affidabile, sicura, flessibile e anche ecologica.

Gestire l’integrazione tra accumulo fotovoltaico e ricarica elettrica

L’integrazione dei due sistemi è la soluzione ideale per realizzare una Smart Home efficiente e sostenibile e porta con sé diversi vantaggi.
Innanzitutto la ricarica avviene direttamente con il sistema di accumulo dell’inverter; in questo modo il veicolo elettrico viene caricato con l’energia fotovoltaica prodotta nella giornata e accumulata.

Inoltre, l’integrazione tra accumulo fotovoltaico e ricarica elettrica permette la gestione della priorità dei carichi, distinguendo tra quelli domestici e quello della ricarica del veicolo elettrico, impostando di conseguenza tutti i parametri e le priorità a seconda dell’energia prodotta e delle esigenze personali.

Ma come gestire nel modo migliore la produzione, lo stoccaggio e l’autoconsumo? Grazie alla APP Energy Viewer è possibile monitorare la produzione di energia, i flussi e il consumo energetico in modo semplice e veloce. Il software permette di visualizzare da un’unica piattaforma le informazioni relative al sistema fotovoltaico e di monitorare tutti i parametri, inclusi lo stato e il tempo di ricarica.

Comodamente dal proprio smartphone è possibile ricevere informazioni dettagliate, anche in formato grafico. Tutto questo attraverso dashboard digitali, facili da leggere e personalizzabili.

Aggregando servizi e prodotti tecnologicamente avanzati, FIMER è in grado di offrire all’utente finale un pacchetto completo di accumulo fotovoltaico e ricarica elettrica, facile da usare e allineato alla user experience digitale che l’utente finale si aspetta.

Connettività Wi-Fi pubblica, moderna ed efficiente nei piccoli comuni

Grazie al programma europeo WIFI4EU – che ha come obbiettivo la realizzazione di connettività Wi-Fi gratuita a comuni e associazioni di tutta Europa – il comune di Montebello sul Sangro (CH), dispone di una adeguata connettività Wi-Fi. Questo programma infatti offre l’opportunità di dotare di connettività Wi-Fi edifici e aree pubbliche cittadine.

La copertura Wi-Fi pubblica del comune risultava insufficiente, dato che consisteva in un singolo access point situato nei pressi del Municipio.
Per poter accedere al finanziamento UE il Comune si è rivolto ad HappyTec, system integrator che ha supportato il comune in tutte le fasi del progetto. La sfida era quella di riuscire a fornire un servizio di connessione stabile alla rete Internet, performante e di facile fruizione sia per i cittadini sia per i visitatori.

HappiTec ha scelto gli apparati Cambium Networks caratterizzati da grande facilità di configurazione, installazione e di monitoraggio a distanza. Questi apparati rispondono al 100% ai requisiti richiesti dal bando WiFi4EU.

Inoltre la soluzione di gestione centralizzata in cloud cnMaestro ha permesso un agevole e completo monitoraggio della rete.
La configurazione è stata eseguita in laboratorio, ricreando in miniatura l’intero impianto ed ogni apparato è stato configurato sulla piattaforma di gestione cnMaestro. Una volta configurate le antenne, sono state codificate con le posizioni geografiche, e successivamente installate.

Per motivi estetici l’elettronica collegata è stata inserita all’interno dei pali della pubblica illuminazione, realizzando specifici apparati.
Sulla rete si appoggiano varie applicazioni, dal normale uso di Internet alle piattaforme per la DAD (didattica a distanza).

Inoltre grazie al progetto del museo a cielo aperto “Buonanotte contemporanea” è stato rinforzato il collegamento ad un’area storica (il vecchio borgo di Buonanotte) abbandonato in seguito a un’importante frana.

Smart City nel mondo: 6 esempi innovativi a cui ispirarsi

Si stima che ogni giorno almeno 180 mila persone in tutto il mondo si trasferiscano in città. Partendo da questo presupposto e tenendo in considerazione l’incremento massiccio della popolazione mondiale previsto entro il 2050, quando il Pianeta sarà con ogni probabilità abitato da circa 9,7 miliardi di persone contro gli attuali 7,7 miliardi, risulta ancor più chiaro il ruolo chiave che andranno a svolgere le Smart City. Non solo per una migliore vivibilità dei cittadini ma anche rispetto al tema della sostenibilità. Una delle sfide cruciali alla base delle città intelligenti è infatti quella di sfruttare la transizione digitale per offrire una risposta concreta alle grandi sfide globali: dall’aumento demografico all’efficienza energetica, passando per la scarsità delle risorse fino all’abbattimento dei gas serra in atmosfera.

Ma a oggi quali sono le città del mondo che possono essere definite più Smart? Scopriamo sei esempi tra quelle che occupano i primi posti nel podio dell’intero Pianeta.

I punti chiave che rendono una città “intelligente”

Quali sono le caratteristiche che deve possedere una città per essere considerata realmente Smart? Rendere una città “intelligente” è un percorso strategico che dura anni e si basa su step progressivi. Esistono tuttavia degli elementi chiave che fungono da veri punti di svolta. Tra i principali rientrano:

Ma allo stato attuale quali sono le città che possono essere definite più Smart? Scopriamo insieme sei tra i migliori esempi di Smart City nel mondo.

Smart City nel mondo: esempi di efficienza e innovazione

Come accade con altre classifiche anche nel caso delle migliori Smart City nel mondo, stilare un elenco puntuale non è un compito facile, considerato che le cose cambiano di anno in anno. Alcune città si collocano comunque in maniera costante nelle prime posizioni. È il caso di Londra, che nel 2020 si è per l’appunto guadagnata il primo posto nella Top 50 Smart City Governments, la classifica delle prime 50 Smart City elaborata dall’Eden Strategy Institute, società di consulenza specializzata nello studio delle città del futuro. Ma generalmente nella classifica delle città più intelligenti nel mondo si piazzano tra le prime posizioni anche metropoli quali New York, Singapore, Amsterdam, Boston e la spagnola Barcellona. Vediamo perché.

Londra

La capitale inglese dispone del London Office of Technology and Innovation, un Ufficio appositamente destinato agli sviluppi tecnologici operante per far sì che Londra diventi una città sempre più Smart. L’Ufficio realizza numerosi progetti a sostegno della ricerca e della tecnologia a ogni livello, collaborando tra l’altro con Tech.London, iniziativa che si rivolge a imprenditori e startup.

Londra può inoltre usufruire della Smart London Board che fornisce regolarmente aggiornamenti e suggerimenti per rendere la città più intelligente.

Per raggiungere i propri obiettivi, la capitale inglese ha un piano dedicato alla città intelligente che include strategie per l’implementazione della tecnologia nei diversi ambiti urbani. A oggi, Londra sta lavorando su questioni primarie come l’assistenza sanitaria, la gestione dei Big Data, i trasporti, la connettività, la Cybersecurity e la gestione energetica.

New York

Con iniziative che abbracciano tanto il settore pubblico quanto quello privato, la città sta conoscendo una vera trasformazione digitale con il fine di migliorare la vita a tutti i cittadini. Tra gli obiettivi centrali rientrano quello della sicurezza e del risparmio dei costi.

Smart City nel mondo

Singapore

Da sempre Singapore ha la fama di essere un passo avanti quando si tratta di tecnologia. Non bisogna quindi sorprendersi del fatto che rientri tra le città più intelligenti del mondo. Il suo programma Smart Nation è stato avviato già nel 2014, prevedendo l’installazione di una vera mole di sensori in tutta la città. I dispositivi acquisiscono una enorme quantità di informazioni sulla vivibilità locale, anche in base alle abitudini dei cittadini.

Sono infatti capaci di misurare e di monitorare aspetti essenziali, a partire dal grado di pulizia di un’area fino al numero di persone che partecipano a un evento. In questo modo il Governo può sapere in tempo reale cosa sta accadendo in città.

Amsterdam

La capitale dei Paesi Bassi è senza ombra di dubbio una delle città più intelligenti d’Europa, grazie anche all’Amsterdam Smart City (ASC), una partnership pubblico-privata che si occupa di argomenti primari quali la città digitale, il risparmio energetico, la mobilità, l’economia circolare, la vivibilità e i servizi ai cittadini. I progetti in corso sono numerosi e riguardano ambiti strategici.

Tra gli obiettivi cruciali che si è posta Amsterdam, c’è quello di dimezzare l’utilizzo di nuove materie prime entro il 2030 e di evitare sprechi. La città sta nel contempo lavorando alla transizione energetica e alla ottimizzazione dei propri spazi verdi, in modo da ridurre le emissioni di anidride carbonica del 55% entro il 2030 e del 75% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990.

Boston

A livello mondiale, Boston è stata una delle prime città ad aprirsi all’obiettivo di diventare Smart. Il suo Innovation District ha finora promosso oltre 200 startup tecnologiche.

Al centro delle politiche locali basate sulla innovazione si pone il cittadino che ha l’opportunità di interagire con l’Amministrazione mediante una serie di applicazioni dedicate ai più svariati aspetti della vivibilità. Il cittadino può in questo modo segnalare ogni eventuale problematica in corso.

Barcellona

Barcellona lavora su una moltitudine di iniziative che la collocano costantemente ai primi posti delle classifiche delle Smart City nel mondo. Un progetto importante su cui la metropoli catalana ha focalizzato attenzione ed energie è ad esempio la copertura Wi-Fi cittadina del tutto gratuita. Oggi è possibile accedere al Wi-Fi gratuito praticamente in ogni angolo della città.

L’Amministrazione locale ha inoltre lavorato su una serie di App per tenere i cittadini informati sui vari aspetti della città.

Barcellona fa anche buon uso della tecnologia Internet of Things, sfruttando i sensori per ridurre i costi energetici e per accrescere la sicurezza stradale. Attualmente, nella città spagnola sono disseminati sensori LED che monitorano il traffico, la qualità dell’aria, l’inquinamento acustico e l’attività pedonale. Nei diversi quartieri ci si può inoltre imbattere in bidoni intelligenti dotati di aspiratori che scaricano i rifiuti in depositi sotterranei. Una simile innovazione si pone svariati obiettivi: ridurre al minimo i cattivi odori, diminuire gli spostamenti dei mezzi destinati alla raccolta della spazzatura e monitorare costantemente il quantitativo dei rifiuti in città.

Climatizzazione degli hotel: si riparte da comfort ed efficienza

Efficiente, confortevole e salubre: così deve essere la climatizzazione degli hotel in questa estate di ripresa del turismo italiano. Le strutture ricettive, infatti, si stanno attrezzando per offrire agli ospiti il massimo della comodità e del benessere in completa sicurezza. A questa sfida, si unisce quella dell’efficienza energetica, indispensabile per tenere sotto controllo consumi e costi operativi.

La risposta tecnologica di LG Business Solutions è nelle soluzioni HVAC ottimizzate proprio per il settore alberghiero.

Climatizzazione degli hotel: tecnologia per ogni spazio

Climatizzazione degli hotel: la proposta LG Multi V 5Il comfort, negli hotel, va garantito ovunque: hall, camere, sale convegni, ristorante e centri benessere. Per questo i facility manager hanno a disposizione il sistema LG Multi V 5, in grado di riscaldare e raffrescare gli ambienti più grandi, e le unità interne come la Cassetta LG Dual Vane, che regolano il flusso d’aria in spazi con soffitti di altezza fino a 5 metri. Il tutto con un’estetica elegante e un risparmio energetico elevato.

Tutto il green che serve

Le proposte LG per la climatizzazione degli hotel guardano anche alla sostenibilità. La gamma Multi V con Hydro Kit a recupero di calore, per esempio, consente di riutilizzare il calore in eccesso prodotto dai processi di riscaldamento e raffrescamento. Questi sistemi, dunque, gestiscono simultaneamente le due modalità e producono acqua calda per docce e piscine interne.

Digitalizzare la climatizzazione degli hotel

Ottimizzare controllo e costi degli impianti HVAC significa anche integrare queste soluzioni nel BMS (Building Management System) dell’hotel. Per questo c’è LG TMS (Total Management System), che consente agli amministratori di monitorare il proprio sistema di climatizzazione e di gestirne i diversi aspetti. Per esempio, si può creare una pianificazione dettagliata del monitoraggio dei consumi energetici in tutti gli spazi della struttura, oppure controllare da remoto ciascun componente del sistema e intervenire prima che si verifichino guasti.

Ma la manutezione smart va oltre: il software LGMV (LG Monitoring View) aiuta i tecnici post-vendita a identificare rapidamente le cause di eventuali problematiche. E indica loro come intervenire sul posto per ripristinare il sistema in modo efficace.

Mobilità elettrica: Viterbo fa parte dei comuni virtuosi

Sono sempre più numerosi i Comuni che scelgono di sposare la mobilità sostenibile attraverso l’installazione di punti di ricarica di veicoli elettrici a disposizione dei cittadini. Enel X è a fianco di questi comuni per supportarli nella transizione energetica. Nel Piano Nazionale per la mobilità elettrica, Enel X si è impegnata nell’installazione di oltre 14.000 punti di ricarica entro il 2021. Il piano prevede una copertura in tutta Italia con la creazione di infrastrutture di ricarica quick da 22 kW, fast da 50 kW e ultrafast da 350 kW.

I requisiti per rientrare in questo piano di infrastrutturazione di Enel X sono:

Piano per la mobilità elettrica Enel X per Viterbo

Il comune di Viterbo è uno dei comuni che ha usufruito di questo piano di infrastrutturazione con l’obiettivo di contribuire al miglioramento della qualità dell’aria in aree di particolare interesse naturale e paesaggistico, promuovendo la mobilità a zero emissioni.
A tempo di record sono state installati 34 punti di ricarica elettrica meritandosi l’appellativo di “Comune virtuoso”.

Le infrastrutture di ricarica sono disponibili al pubblico e potranno essere prenotate e utilizzate su tutte le piattaforme degli operatori interoperabili. L’interoperabilità consente all’utilizzatore di veicoli elettrici di scegliere la società di vendita dei servizi di ricarica. Enel X, che si occupa anche della manutenzione delle infrastrutture, mette a disposizione la App Enel X JuicePass, che consente di ricaricare il veicolo utilizzando lo smartphone o la card RFID associata all’account.
Attraverso l’App JuicePass è, inoltre, possibile sottoscrivere un piano tariffario sia con tariffe a consumo sia con piani tariffari di tipo Flat.

Quali sono i vantaggi delle comunità energetiche

Lo scopo di una comunità energetica è quello di autoprodurre e consumare energia rinnovabile, riducendo i costi per tutti i membri che la compongono. Per formare le comunità energetiche si coinvolgono cittadini privati, ma anche imprese e attività di varia natura che, riunite, riescono a produrre e scambiare energia in modo efficiente.

Produzione delocalizzata

La nascita delle comunità energetiche ha dato una spinta alla produzione di energia delocalizzata, favorendo quindi un importante e inevitabile cambiamento nella tradizionale impostazione della rete energetica nazionale. Possiamo dire che la trasformazione in corso è riconducibile a due concetti, quello di autoconsumo e quello di prosumer, che trasforma il consumatore anche in un produttore.

Per dar vita ad una comunità energetica è necessario, quindi, creare una collaborazione tra più soggetti e dotarsi della tecnologia necessaria. La domanda che dovrebbe sorgere spontanea, perciò, riguarda quali siano effettivamente i vantaggi che portano alla decisione di dar vita ad una comunità energetica.

Comunità energetiche e impatto sull’ambiente

Quando si parla di vantaggi offerti dalle comunità energetiche non stupisce sapere che un primo grande tema da affrontare sia quello ambientale.

A livello nazionale e internazionale (Agenda 2030) si sono posti svariati obiettivi finalizzati a ridurre l’impatto delle attività umane sull’ambiente e una delle soluzioni proposte per raggiungerli è proprio l’implementazione della produzione di energia da fonte rinnovabile. Produrre e consumare energia pulita riduce il ricorso a risorse non rinnovabili e il livello di inquinamento. Produrre energia in modo “tradizionale”, infatti, costa ogni anno tonnellate di CO2 e altri gas climalteranti.

Secondo il vademecum 2021 dell’Enea sulle comunità energetiche il valore medio di emissioni per ogni kWh consumato (in ambito domestico) è di 352,4 grammi di CO2 equivalente. Questo significa che sostituire le fonti fossili con, ad esempio, il fotovoltaico comporterebbe – solo in ambito domestico – un risparmio di emissioni pari a circa 950 kg di CO2 all’anno per ogni famiglia. Sempre secondo i dati Enea, a giugno 2020 si sono registrati livelli record di concentrazione di CO2 pari a 417.9 ppm. È chiaro, quindi, che è necessario un impegno notevole e condiviso per combattere i cambiamenti climatici e ridurre l’impatto ambientale.

le comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo

I vantaggi economici delle comunità energetiche

Oltre alla consapevolezza di contribuire alla riduzione del proprio impatto ambientale, tra i motivi che spingono alla nascita delle comunità energetiche ci sono sicuramente i vantaggi economici offerti. L’autoconsumo, infatti, riduce i costi normalmente attribuibili dell’energia. Se prendiamo in considerazione, come potenziali membri di una comunità energetica, soggetti come enti pubblici o grandi edifici, è chiaro che il risparmio diventa ancora più significativo, in quanto crescono i consumi.

Oltretutto, la fatturazione dell’energia acquistata dalla rete non include solo i costi vivi dell’energia, ma anche una serie di spese variabili come oneri di rete e tasse.

I benefici economici, però, non derivano solo dal mancato acquisto di energia, ma eventualmente anche dai ricavi per la vendita dell’energia prodotta. Nel caso in cui gli impianti fotovoltaici della comunità energetica producano più energia di quanta ne venga consumata, è possibile attivare meccanismi come lo Scambio sul posto o il Ritiro Dedicato. Si tratta di meccanismi incentivanti alla produzione di energia rinnovabile, gestiti dal GSE.

Inoltre, gli impianti per la produzione di energia rinnovabile sono soggetti a diverse agevolazioni fiscali. Tra le ultime misure introdotte c’è il Superbonus 110%, che permette di incentivare la realizzazione di impianti fotovoltaici sia per condomini sia per comunità energetiche. Quindi, per tutte i soggetti coinvolti in attività di autoconsumo collettivo è possibile detrarre il 110% del costo dell’impianto fino ad una potenza massima di 20 kW. Per la potenza eccedente, invece, spetta la detrazione del 50% delle spese, con un tetto massimo di 96.000 euro.

Progettazione: fare la differenza con SPAC Automazione

SPAC Automazione è uno dei prodotti di punta di SDProget Industrial Software, azienda specializzata nello sviluppo di software di progettazione nei settori dell’automazione industriale, dell’impiantistica civile, industriale e terziario e per il settore del cablaggio elettrico.
Questo software mette a disposizione dei professionisti del settore elettrico una gamma completa e performante di moduli specializzati per affrontare tutte le tematiche della progettazione di impianti elettrici per l’automazione industriale.

Per capire l’importanza di affidarsi in fase di progettazione a un software come SPAC Automazione, ElettricoMagazine ha parlato Stefano Ariotti, Direttore tecnico di SDProget Industrial Software.

SPAC Automazione: gestore dei dati di progetto

Le fasi di lavoro proprie della progettazione elettrica sono molteplici e tutte strettamente connesse fra loro e con gli “ambienti” circostanti: meccanico, pneumatico, gestionale.
Non è possibile, quindi, pensare a un CAD come uno strumento a sé stante dedicato solo alla stesura dello schema elettrico, ma bisogna considerarlo un concentratore e gestore di dati di progetto che, come risultato finale, genera la documentazione necessaria alla realizzazione, al collaudo e alla manutenzione di quanto progettato.

Di conseguenza, è fondamentale scegliere ed utilizzare un prodotto completo come SPAC Automazione per avere a disposizione tutte le funzionalità in grado di risolvere, in modo semplice, le situazioni complesse in cui ci si imbatte.

Spac Automazione 2021 tensioni

Un software completo per la progettazione

Il progettista ha bisogno di uno strumento semplice, che non gli faccia perdere tempo e che sia in grado di approcciarsi sia a situazioni grafiche sia a quelle di elaborazione degli schemi.

In primo luogo, bisogna avere a disposizione delle librerie grafiche complete e normativamente perfette, per non incorrere, né in Italia né all’estero, in problemi di accettazione dei documenti realizzati.
SPAC contiene simbologie grafiche internazionali create per soddisfare le varie normative, tutte disponibili in efficienti menù per facilitarne l’uso.

Oltre a questo, è fondamentale poter contare su un database di articoli materiali sempre aggiornato e in grado di contenere i prodotti dei maggiori player internazionali; deve essere aperto e implementabile dall’operatore in modo da poterlo adattare con facilità alle proprie esigenze.

Per questo il nostro prodotto dispone di un database articoli che viene fornito già completo di 350000 soluzioni ed è totalmente personalizzabile.
Inoltre, appositi aggiornamenti web quindicinali ne garantiscono la costante crescita e l’aggiornamento.
Alla maggior parte delle soluzioni è già associato anche il simbolo elettrico corrispondente, anche nel caso di prodotti come inverter, azionamenti e PLC.

I documenti che si generano devono contenere tutte le informazioni necessarie in modo che i fruitori riescano a trovare tutto ciò che serve senza dover richiedere ulteriori spiegazioni e questo vale sia in fase di assemblaggio che di manutenzione degli impianti o delle macchine speciali.

SDProget visione 3D di un progetto

I vantaggi di un applicativo basato sul cloud

La digitalizzazione e il cloud sono gli argomenti del momento e lo saranno anche nei prossimi anni.
Avere a disposizione uno strumento di progettazione come SPAC, in grado di consentire la condivisione delle informazioni nel cloud, mette il progettista in condizioni ottimali per lo svolgimento del proprio lavoro.

In questa fase molto complessa, crediamo che la principale necessità del progettista di oggi non sia ancora il progettare in cloud ma avere gli strumenti giusti per condividere i propri elaborati nella nuvola, potendo così interagire con altri attori in campo durante i processi di installazione e collaudo, utilizzando procedure digitali che garantiscono la gestione dei documenti in piena mobilità.

Da non trascurare anche l’aspetto post vendita dell’impianto o della macchina automatica dove uno strumento come SPAC è in grado di assistere l’azienda nel seguire la “vita del progetto” anche dopo la sua messa in funzione controllando l’efficienza delle macchine con la giusta manutenzione, sempre con strumenti in mobilità.

Minimizzare i tempi di progettazione

L’utilizzo stesso di un software CAD mette in condizione l’operatore di riutilizzare progetti o parti di esso per nuove realizzazioni.

Ma la cosa più importante è che SPAC mette a disposizione utility di lavoro veramente innovative per raggiungere il massimo dei risultati nel minor tempo possibile e con minor numero di errori.

Per esempio, si può comporre uno schema sommando macro grafiche e pagine di schema precedentemente memorizzate. In alternativa, si possono definire, su un progetto master, quali sono le opzioni che possono essere o meno presenti nel progetto finito ed ottenerne la comparsa o la scomparsa con un semplice click.

Grandi vantaggi inoltre sono dati dalla gestione automatica delle distinte materiali estratte del progetto che possono essere configurate ed inviate ai gestori documentali (PLM/PDM) o direttamente al gestionale aziendale.

I prossimi trend tecnologici secondo SDProget

Sicuramente la strada della condivisione della documentazione nel Cloud e il controllo telemetrico delle macchine e degli impianti sono e saranno argomenti su cui la R&D di SDProget dedicherà molte risorse. Vogliamo dare la possibilità a SPAC di connettersi con le macchine in funzione.
Come sempre però, dato che siamo anche noi dei progettisti elettrici, vogliamo perseguire risultati concreti anche nell’uso quotidiano del software, il quale deve essere in grado di garantire il massimo delle prestazioni e la miglior stabilità possibile.

Per questo la prossima release di SPAC sarà basata su SQLite, abbandonando definitivamente Access. La gestione delle BOM (bill of materials – distinta dei materiali), anche a più livelli, è un altro argomento su cui stiamo investendo molto, soprattutto visto che sempre più clienti stanno ottimizzando le procedure di approvvigionamento dei prodotti.

Molta attenzione sarà dedicata anche nelle prossime release ad esaudire le richieste che giungono quotidianamente dai nostri clienti che ci permettono di potenziare sempre il prodotto rimanendo sempre semplice, completo, innovativo.