Next Generation Mobility: industria, servizi e persone

Cos’è oggi la transizione elettrica della mobilità? Quali sono i player economici e strategici di questo inarrestabile percorso? Il messaggio di Next Generation Mobility è chiaro: bisogna mettere le persone al centro, ma se non teniamo conto del ruolo dell’industria, rischiamo di perdere i pezzi.

Proprio di sfide, tecnologie e progettualità dei servizi legati alla mobilità verde si parlerà in live streaming durante l’evento, dal 18 al 20 maggio prossimi.

Next Generation Mobility: elettrificazione e MaaS

Negli ultimi quindici anni, la propulsione elettrica nei mezzi su gomma ha vissuto in un limbo, tra aspettative e previsioni, tra investimenti dei costruttori e scetticismo dei consumatori. Ora l’atteggiamento è cambiato: la tecnologia cresce, le istituzioni spingono, i temi ambientali sono una priorità.

Le transizioni in tutto questo sono molteplici: mobilità individuale, collettiva e delle merci, lungo percorsi diversi, con l’obiettivo comune di ottenere la decarbonizzazione nei trasporti. Le tendenze di questo intreccio formano il calendario di Next Generation Mobility.

Mobilità come servizio

Si parte la mattina del 18 maggio con la Mobility ad a Service (MaaS). Non si tratta solo di gestire biglietti smart per il trasporto pubblico: in uno scenario in cui una tratta o una corsa può non essere più accessibile senza preavviso per raggiunti limiti di capienza, oppure per un allarme sanitario, la MaaS deve ampliare i suoi confini.

Così, amministrazioni locali e fornitori di servizi privati sono chiamati a integrare diversi servizi di mobilità “su misura”, incentrati sull’itinerario del singolo viaggiatore e aggiornati in tempo reale.

Elettrificazione e industria automotive

The shared responsibility to get to zero-emission transport” è il tema del keynote di apertura del 19 maggio. Philippe Vangeel, Segretario Generale di AVERE, avvierà il dibattito sulla transizione energetica nella mobilità su strada e la distribuzione elettrica. Il full electric è ormai scontato, ma non così immediato. Procedono invece la realizzazione dell’infrastruttura di ricarica e le evoluzioni legate all’idrogeno (meno velocemente). Sullo sfondo, la digitalizzazione dei veicoli e delle reti schiude panorami evolutivi importanti.

Cosa comporta tutto questo per l’economia italiana? Se ne parla nel pomeriggio del 19 maggio. Secondo le ultime rilevazioni ANFIA, la filiera industriale della mobilità conta 1.900 aziende, 140.000 dipendenti e oltre 40 miliardi di euro di fatturato. Il tutto escludendo produttori, assemblatori e allestitori dei veicoli commerciali e industriali. Con queste ultime categorie, si arriva al 7% del Pil. Un peso rilevante, che merita considerazioni mirate anche sulla trasformazione digitale, sull’integrazione tra meccanica ed elettronica, sulla corsa alla sostenibilità produttiva.

Il digitale nella Next Generation Mobility

Si parlerà di tecnologia anche il 20 maggio, con la II Conferenza Nazionale sulla Urban Air Mobility e sull’Advanced Air Mobility. Due temi futuristici ma non troppo: il primo riguarda i brevi spostamenti aerei di persone e merci con mezzi pilotati oppure a guida remota/autonoma. La definizione “avanzata”, invece, abbraccia tutta la mobilità smart: veicoli e infrastrutture connessi, guida autonoma, infotaiment, sicurezza stradale e digitalizzazione del veicolo (5G, mapping e geomatica). Si torna poi, nel pomeriggio, al concetto di MaaS, parlando di merci e Urban Logistics.

Mobilità sostenibile, smart, inclusiva, individuale e del futuro: Next Generation Mobility si conferma un’importante occasione di confronto con i principali attori della filiera italiana.

Galaxy VL: massimizzare la disponibilità dell’energia

Compatto e ad alta efficienza l’UPS trifase Galaxy VL 200-500 kW (400V/480V) di Schneider Electric offre un’efficienza fino al 99% in modalità ECOnversion per un ritorno completo sull’investimento entro due anni per Data Center di medie e grandi dimensioni e strutture commerciali e industriali.

L’architettura modulare e scalabile dell’UPS consente di scalare la potenza in modo incrementale – da 200 kW a 500 kW con moduli di potenza da 50 kW – fornendo la flessibilità necessaria per crescere secondo le loro esigenze aziendali. Grazie al design compatto (la metà della media del settore 0,8 m2) Galaxy VL può essere installato anche in spazi ridotti.

Schneider Electric UPS trifase Galaxy VLCon Galaxy VL, Schneider Electric introduce Live Swap, una funzionalità che offre un design touch-safe durante tutto il processo di aggiunta o sostituzione dei moduli di alimentazione mentre l’UPS è online. Questo consente di garantire continuità aziendale e azzerare i tempi di inattività.

Inoltre, il design touch safe di Live Swap offre una maggiore protezione durante la manutenzione in quanto non è più necessario trasferire l’UPS al bypass di manutenzione o la battery mode durante l’inserimento o la rimozione dei moduli di alimentazione.

5 vantaggi chiave del nuovo Galaxy VL

  1. Massimizza lo spazio – Galaxy VL è il 50% più compatto e gli armadi Galaxy con batterie agli ioni di litio offrono un risparmio di spazio totale fino al 70% rispetto alle soluzioni per batterie VRLA.
  2. Modularità – Design modulare e scalabile per rispondere a qualsiasi esigenza dei professionisti dei Data Center.
  3. Risparmio economico – La piattaforma modulare e scalabile di Galaxy VL consente di pagare in base alla crescita del Data Center, riducendo gli investimenti in conto capitale, i costi operativi, il consumo di energia e il TCO. Inoltre, è possibile scalare la potenza istantaneamente con incrementi di 50 kW da 200 a 500 kW senza alcun ingombro aggiuntivo.
  4. Sostenibile – Fino al 99% di efficienza in modalità ECOnversion. La soluzione Green Premium include l’opzione per batterie agli ioni di litio a lunga durata.
  5. Maggiore affidabilità grazie a EcoStruxure – collegando Galaxy VL a EcoStruxure, la piattaforma aperta, interoperabile e abilitata per IoT di Schneider Electric, è possibile sfruttare i vantaggi del software e dei servizi IT EcoStruxure.

Project Chip, finalmente nella smart home si parlerà la stessa lingua?

La smart home offre tantissimi vantaggi, ma ha anche qualche punto migliorabile.
Tralasciamo i più evidenti (come quando manca la corrente o manca la connessione a internet). C’è anche da segnalare che non tutti i dispositivi sono compatibili tra loro: alcuni produttori si appoggiano a degli standard (ma di standard ce ne sono molti), mentre altri preferiscono il proprio ecosistema chiuso.

Ci sono degli anelli di congiunzione per farli dialogare, ma si tratta pur sempre di passare attraverso un ulteriore fornitore di servizi, con possibili problemi o limiti.

Possibile che non esista una soluzione a questo annoso problema? In realtà ci stanno pensando da tempo alcuni tra i principali protagonisti di questo settore (Google, Apple, Amazon e Zigbee) e si chiama Project Chip.

Cos’è Project Chip

Project Connected Home over IP

In realtà Project Chip (Connected Home over IP) non riguarda solo Google, Apple, Amazon e Zigbee, ma coinvolge circa 170 produttori di soluzioni connesse e IoT.
È dunque un nuovo protocollo che, partendo da quelli esistenti, permette il dialogo tra i diversi dispositivi all’interno del medesimo ecosistema.

Adotta come standard di comunicazione wireless tecnologie già ampiamente utilizzate e apprezzate, come WiFi, Bluetooth LE (Low Energy) e Thread.

Bluetooth LE è una tecnologia di base per la configurazione dei dispositivi connessi, mentre WiFi e Thread per la loro connettività.

Se Thread vi sembra un nome nuovo, non sbagliate: si tratta infatti di uno standard wireless relativamente giovane, presente nell’ultima versione di Google Nest Hub, in alcuni router domestici e negli HomePod Mini di Apple. È però molto promettente, per questo verrà integrato nel nuovo Project Chip.

È probabile che i primi dispositivi certificati Project Chip vedranno la luce entro la fine del 2021 e abbraccerà ogni genere di tecnologia: sistemi di sicurezza, videocamere, luci, regolazione del clima e del comfort, elettrodomestici, TV ecc.

Le buone notizie non finiscono qui: basandosi su protocolli già esistenti, è possibile che molti dei dispositivi in vendita negli ultimi anni risulteranno compatibili con il nuovo Project Chip.

Marco Ghirlanda nominato Direttore Commerciale in Socomec

È Marco Ghirlanda il nuovo Direttore Commerciale Power Conversion ed Expert Services di Socomec Italia.

Ingegnere elettronico e in Socomec dal 2014, dove ha ricoperto inizialmente il ruolo di Service Area Manager Centro Nord e poi, dal 2017, quello di Responsabile Nazionale per la vendita dei Servizi, in qualità di nuovo Direttore Commerciale delle divisioni Power Conversion ed Expert Services Marco Ghirlanda è pronto a guidare il suo gruppo di lavoro verso le sfide imposte dall’emergenza sanitaria attuale e dal passaggio alle nuove tecnologie digitali.

Le sfide da affrontare

Marco Ghirlanda Socomec Italia“La prima sfida da affrontare è nel breve periodo. – spiega Marco Ghirlanda – In questo periodo particolarmente delicato per la nostra società è infatti difficile mantenere un contatto stretto coi clienti. Nell’ultimo anno tutti noi siamo stati chiamati ad acquisire sempre maggiore familiarità con nuove modalità di lavoro, come lo Smart Working, e l’utilizzo di strumenti di comunicazione digitali. Se nel passato eravamo abituati ad offrire ai clienti la nostra vicinanza e presenza fisica, come forza vendite e come consulenti, oggi invece ci dobbiamo impegnare a proporre anche nuovi canali di comunicazione, per mantenere una costante vicinanza virtuale”.

Ma le sfide non finiscono certo qui. La seconda da affrontare nel lungo periodo, altrettanto importante, è quella della rivoluzione digitale, come spiega Ghirlanda.

“Si tratta di un processo che è già in atto da qualche anno, ma che ha accelerato notevolmente nell’ultimo anno. Il mio intento, come Direttore Commerciale Power Conversion ed Expert Services, sarà quello di fare in modo che Socomec proponga un pacchetto di soluzioni integrate che sfruttino le nuove tecnologie smart, spinte dall’Internet of Things, con prodotti sempre più connessi, in grado di comunicare fra loro e capaci di fornire dati che possano poi essere utilizzati in modo consapevole e corretto da parte dei nostri clienti. Si tratta di soluzioni già pronte, di cui abbiamo in atto anche alcune best practice. Parliamo, ad esempio, di prodotti dotati di una connessione per comunicare con il cloud Socomec, o il cui funzionamento è monitorabile, attraverso la nostra app SoLive, direttamente dal cellulare del cliente. A tutto questo si aggiunge anche un servizio di assistenza tecnica che permette di eseguire diagnosi preventive e predittive grazie alla manutenzione da remoto”.

Il cliente al centro: l’obiettivo di Marco Ghirlanda

Attraverso questi nuovi pacchetti di soluzioni e servizi, l’obiettivo è quello di ampliare il customer journey del cliente, superando alcune logiche del passato che prevedevano interventi di assistenza tecnica in seguito a una specifica richiesta di supporto, per offrire invece contatto continuo con gli specialisti di Socomec.

“Il nostro servizio dovrà essere sempre più vicino al cliente, accompagnandolo fin dalle prime fasi di definizione della soluzione tecnica più adatta alle sue esigenze e supportandolo, costantemente, anche in quelle successive: la raccolta e l’analisi dei dati di funzionamento degli UPS. L’obiettivo è quello di garantire ai clienti che il prodotto installato sia sempre utilizzato al massimo delle sue potenzialità e, se necessario, intervenire on-site senza attendere il comparire di un disservizio. Tutto questo deve avvenire fino al termine del ciclo di vita del prodotto. A quel punto Socomec si assicurerà anche del corretto smaltimento dell’UPS nel pieno rispetto dell’ambiente. Anche questa è una delle sfide cardine del prossimo futuro e non possiamo ignorarla”.

Consulenza al cliente e tecnologie digitali sono quindi le parole chiave che guideranno l’attività del nuovo Direttore Commerciale Power Conversion ed Expert Services di Socomec. “Si tratta di una direzione necessaria e irreversibile, anche in considerazione del fatto che le nuove generazioni che si affacciano sul mondo del lavoro sono già native digitali. Se per le generazioni precedenti può sembrare meno immediato avere contatti tramite una videoconference o una chat, i giovani oggi prediligono queste modalità di comunicazione. È naturale, quindi, che sia questa la strada giusta del futuro e Socomec non intende rimanere indietro”.

Panasonic amplia la gamma Aquarea con T-CAP Monoblocco

La gamma Aquarea di Panasonic si arricchisce con il nuovo modello T-CAP Monoblocco Generazione J, ideale sia per le nuove costruzioni, sia per interventi di riqualificazione.
Presentata in occasione di MCE Live + Digital 2021, assicura la massima flessibilità nella progettazione, oltre a una elevata efficienza anche a basse temperature.

L’utilizzo del gas R32 rivela l’attenzione di Panasonic nei confronti dell’ambiente.
Come gli altri prodotti connessi di Panasonic, può essere gestita attraverso le piattaforme Aquarea Smart Cloud (per l’utente finale) e Aquarea Service Cloud (per l’installatore e il tecnico della manutenzione).

Aquarea T-CAP Monoblocco Generazione J

Panasonic AC Aquarea T-CAPLa nuova pompa di calore Aquarea offre in un’unica soluzione raffrescamento, riscaldamento e acqua calda sanitaria, garantendo agli utenti un comfort ottimale.

Grazie alla sua flessibilità di progettazione, questa linea è particolarmente adatta per progetti di ristrutturazione, riuscendo facilmente a sostituire le tradizionali caldaie a gas, per collegarsi a nuove unità di riscaldamento a pavimento, radiatori o fancoil.

La gamma vanta una elevata efficienza energetica, attestandosi al livello A +++ a 35 °C e A++ a 55 °C con un miglioramento del livello SCOP e della capacità di raffrescamento. Inoltre, l’intero sistema, grazie all’utilizzo del nuovo gas R32, riesce a raggiungere una temperatura dell’acqua in uscita pari a 65 °C.

Nelle unità monoblocco tutto il circuito refrigerante è contenuto nell’unità esterna, di conseguenza le connessioni con l’impianto sono esclusivamente idrauliche. Una caratteristica, questa, che permette di non avere gas refrigerante all’interno della propria casa e che garantisce una installazione più semplice (non è richiesto il patentino FGAS).

È in grado di mantenere la capacità di riscaldamento anche a temperature esterne fino a -20 °C, al pari di pompe di calore di maggiore capacità, offrendo agli utenti risparmi significativi sul prodotto e sulla sua gestione.
È disponibile inizialmente in versione Monofase da 9 e 12 kW, ma la linea verrà presto ampliata con i modelli Trifase da 9, 12 e 16 kW.

Controllo intelligente, anche da remoto

Aquarea T-CAP Monoblocco è compatibile con il sistema di controllo Aquarea Smart Cloud, che permette agevolmente all’utente, sia il controllo, sia la supervisione della propria pompa di calore.

Consente, infatti, l’accensione e lo spegnimento dell’unità e l’impostazione delle temperature ambiente e di produzione dell’acqua calda sanitaria, oltre a un completo controllo dei malfunzionamenti e dei consumi energetici.

Inoltre, con Aquarea Smart Cloud gli utenti possono utilizzare il programma di tecnologia intelligente IFTTT, che consente di programmare sia delle semplici istruzioni come quelle di accensione e spegnimento, sia quelle più complesse come l’invio di e-mail o notifiche dei codici di errore, offrendo un accesso ancora più rapido al controllo di una casa intelligente con il semplice tocco di un pulsante o tramite il controllo vocale.

ZLX24, la nuova linea di quadri comando per cancelli a battente

ZLX24 è il quadro comando di Came in grado di gestire tutta la gamma di motori a 24V per cancelli a battente, con funzioni elettroniche integrate.
I quadri comando ZLX24 sono dotati di tecnologia Connect che consentono all’installatore di gestire l’automazione anche da remoto, tramite pc o smartphone. Queste funzioni aggiuntive possono essere abilitate tramite uno slot dedicato per l’utilizzo della Came Key o di un gateway Came. Con l’integrazione della tecnologia Connect, l’installatore può offrire sia servizi di assistenza sia di manutenzione preventiva e predittiva.

ZLX24 e funzioni aggiuntive Came Key

L’elettronica di nuova generazione analizza le forze che agiscono sul serramento grazie al controllo adattivo della velocità e della coppia: caratteristica consente a ZLX24 di adeguare la velocità e la coppia motore sulla base dei parametri indicati in fase di installazione.

Nel caso in cui i nuovi ZLX24 fossero installati su impianti esistenti e con motori non dotati di encoder, Came ha incluso una nuova funzione di “encoder virtuale” che assicura prestazioni di sicurezza e precisione nella rilevazione degli ostacoli in tutte le fasi di manovra, in apertura e chiusura

I nuovi quadri comando sono anche integrabili sia con accessori di comando e sicurezza tradizionali, sia con la tecnologia CXN BUS, che consente di avere un feedback da ciascun accessorio grazie alla funzione di autoconfigurazione.

ZLX24: efficienza e affidabilità dell’impianto

La linea ZLX24 si contraddistingue per alcuni accorgimenti in grado di semplificare le fasi di fissaggio come il sistema di aggancio tramite barra DIN e di collegamento elettrico, grazie al supporto basculante ed estraibile per la scheda. Il layout della scatola è progettato per contenere i vari accessori come le batterie di emergenza e i moduli di ricarica, i sensori di rilevamento magnetico o i moduli RGSM, in modo da poter escludere l’installazione di unità esterne supplementari.
ZLX24 in due versioni:

  1. ZLX24SA, il quadro comando dotato di display grafico di programmazione e in grado di gestire due motori di diverse tipologie. Grazie a una speciale funzione è possibile programmare aperture e chiusure fino a 8 fasce orarie differenti e fino a 16 giorni speciali;
  2. ZLX24MA, di piccole dimensioni si caratterizza per un’installazione facile e veloce.

Nasce la prima rete di installatori per l’emobility

Il mercato dei veicoli elettrici sarà in piena fioritura nel prossimo decennio come sottolineato anche dai nuovi dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) nel 2030 a livello mondiale si stima che saranno quota 145 milioni i veicoli elettrici. Un mercato, quello della mobilità elettrica, nel quale l’Italia è parte attiva anche se ancora in ritardo rispetto agli altri paesi e penalizzata da diversi fattori come la paura di non riuscire a ricaricare l’auto elettrica, la disomogeneità della diffusione di colonnine per la ricarica sul territorio italiano. A questo si aggiunge la scarsa presenza di tecnici e di installatori per l’emobility.

Silla punta sugli installatori per l’emobility

La svolta elettrica al momento è ancora frenata dal timore di non trovare adeguato supporto. Da qui è nata l’idea Silla Industries di costruire la prima rete di installatori per l’emobility.

“Costruire la prima rete di installatori certificati in tutta Italia è un primo passo per garantire al cliente una certezza nella scelta dell’installazione. – sottolinea Alberto Stecca, fondatore di Silla Industries insieme a Cristiano Griletti – Ogni installatore seguirà un corso di formazione sulle caratteristiche dei nostri prodotti Prism e sulle tecniche di installazione delle colonnine di ricarica e di caricatori per auto elettriche”.

A tutela del cliente, ogni installazione sarà eseguita secondo la regola dell’arte e, non meno importante, completata con tutta la documentazione necessaria, come la dichiarazione di conformità o di progetto, a seconda delle esigenze dell’installazione.

L’importanza della sostenibilità secondo gli italiani

Il cammino verso un’economia e una società ad impatto zero, quella che l’Unione europea vuole realizzare entro il 2050, non è fatto soltanto di obiettivi da raggiungere ma anche, se non soprattutto, della consapevolezza da parte dei cittadini. Consapevolezza di quanto i comportamenti individuali e le abitudini quotidiane possano fare la differenza in termini di sostenibilità ambientale. Tutti argomenti dei quali si è occupata una recente ricerca di SWG commissionata da Bluenergy Group, azienda per la fornitura di luce, gas e servizi che opera nel Nord Italia.

Un’indagine che ha innanzitutto evidenziato consapevolezza e impegno crescenti sul tema della tutela ambientale, anche se resta largamente minoritaria la parte della cittadinanza coinvolta. Infatti, solo il 20% degli intervistati pensa che le persone si impegnino veramente per tutelare ambiente e natura (il 14% nel 2020), mentre è interessante notare che il dato sale al 33% nel cluster d’età compreso tra i 35 e i 44 anni.

Aumenta l’allarme per il riscaldamento globale

Fra i vari argomenti oggetto della ricerca emerge il dato relativo alla preoccupazione per il riscaldamento globale, ai massimi livelli considerato che la esprime ben l’86% degli intervistati (in aumento di 6 punti percentuali dal 2018), percentuale che sale addirittura al 96% prendendo in considerazione soltanto gli studenti.

Da notare, poi, come l’enfasi posta sui pericoli del riscaldamento globale non venga considerata esagerata: per 3 italiani su 4 (il 76%) non c’è allarmismo su questo tema. Ed emerge una sensibilità maggiore sull’argomento da parte di coloro che con tutta probabilità dovranno gestire le conseguenze future del problema. Infatti, la quota di chi pensa non ci sia allarmismo sul riscaldamento globale è particolarmente alta tra gli studenti (87%).

Il riscaldamento globale e percepito in modo preoccupante

Sostenibilità prioritaria anche rispetto all’occupazione

Quanto cresca la percezione del valore della sostenibilità lo testimonia un altro risultato dell’indagine SWG: la maggioranza degli intervistati (il 54%) ritiene così prioritario il miglioramento delle condizioni ambientali da anteporlo, in termini di importanza, alla crescita dell’occupazione. Salvaguardia dell’ambiente che rappresenta una necessità ancor più per i giovani (76% tra i 18 e i 24 anni) ma anche per gli anziani (69% tra gli over 64).

Per quel che riguarda i soggetti considerati maggiormente credibili nell’impegno per la sostenibilità, quasi 3 italiani su quattro ritengono che la scienza e le associazioni ambientaliste siano schierate in prima fila nel dare un reale contributo alla riduzione delle emissioni, nello sviluppare energie rinnovabili e nel rendere l’economia più verde.

Sostenibilità prioritaria anche rispetto all'occupazione

Poca fiducia nell’operato del governo

A questo proposito, il 41% degli intervistati riconosce anche l’impegno di fornitori di energia elettrica, gas e acqua. Al contrario, il contributo apportato dal governo e dall’amministrazione pubblica è considerato scarso (indicato soltanto dal 29%) anche nel confronto con quello dei singoli cittadini (35%).

Alla domanda su ciò che ci rende più propensi a vivere una quotidianità più sostenibile non è corrisposta una risposta preponderante. In particolare, per gli italiani le due principali leve per adottare abitudini sostenibili sono legate alla disponibilità delle informazioni: avere una maggiore evidenza degli effetti di ciascuna azione sostenibile (51%) e disporre di maggiori dettagli riguardo ai comportamenti da adottare (41%) sono considerati degli incentivi in grado di rendere i cittadini più consapevoli e propensi ad agire di conseguenza.

La soddisfazione di chi pratica la sostenibilità

Minoritaria, ma comunque rilevante (37%), la quota di chi vorrebbe invece avere un ritorno economico in cambio di comportamenti sostenibili. Infine, dalla ricerca SWG emerge che a giocare un ruolo c’è anche l’aspetto emozionale. Chi pratica quotidianamente la sostenibilità, infatti, va incontro a sensazioni positive: queste abitudini provocano soddisfazione personale a più della metà dei cittadini (56%), mentre a seguire ci sono la fiducia (28%) e l’orgoglio (28%).

Soddisfazione di chi fa sostenibilità

Digitalizzare il food retail? Un tour virtuale ti dice come

Trasformazione digitale in azione: il demo center bellunese di Eliwell, dedicato all’innovazione nel food retail, diventa un’esperienza virtuale e globale. Gli utenti possono infatti visitare tramite un portale dedicato tutti i 450 metri quadrati dell’Innovation Hub EcoStruxure for Retail.

Una preziosa occasione per sperimentare, anche a distanza, la riproduzione del supermercato connesso con le soluzioni intelligenti di Eliwell e Schneider Electric.

Automazione ed efficienza nel food retail

Come funziona? I tecnici e i clienti finali accedono, percorrono virtualmente le diverse aree dell’Innovation Hub e approfondiscono i prodotti di interesse attraverso numerosi touch-point. Ogni punto di interesse – arancione per le soluzioni Eliwell e verde per Schneider Electric – offre inoltre video tutorial sulle funzionalità applicative e documentazione tecnica di supporto.

Da qui si approda anche alla Digital Academy: un repository online di contenuti tecnici e commerciali. “In questo periodo di emergenza sanitaria in cui siamo limitati negli spostamenti – spiega Luigi d’Andrea, Marketing Director di Eliwell -, questo progetto ci consente di rimanere vicini ai nostri clienti. Tutti hanno a portata di mouse o direttamente sul proprio dispositivo mobile le informazioni sulle nostre soluzioni e i relativi ambiti applicativi. È un progetto di trasformazione digitale in cui abbiamo creduto fin dall’inizio, perché aiuta a trasferire informazioni di valore eliminando i confini geografici”.

Food Retail: soluzioni di automazione EcoStruxure

Le 3 tappe del tour virtuale

Si parte dalla Control Room con le soluzioni per energy manager, società di manutenzione e system integrator. Tecnologicamente parlando:

Le due piattaforme interconnesse permettono di controllare, localmente o da remoto, l’impianto di refrigerazione e i consumi energetici dell’intero supermercato.

Il secondo spazio è lo Shop Floor, che ospita la riproduzione di un minimarket con diverse unità frigorifere e la cella per la conservazione degli alimenti. Nei touch point si approfondiscono controllo della temperatura (controller IDNext), consumi energetici, e applicazioni di terze parti attraverso le soluzioni Eliwell. Terza tappa, il Supermarket. Qui si trovano più categorie di frigoriferi: dai banchi remoti collegati alla centrale compressori, ai banchi frigo a spina con sensori radio EWSense che monitorano la temperatura.

Food retail: come controllare la refrigerazione?

In chiusura, ecco l’applicazione chiave: la Technical Room che ospita il cuore del sistema di refrigerazione di un supermercato. Protagonista la soluzione Eliwell EWCM 9000 PRO-HF per il controllo efficiente e sostenibile di centrali compressori CO2 transcritiche.

Nasce così un ambiente digitale in continua evoluzione, sicuro e sempre accessibile.

Interventi di riqualificazione degli impianti: cosa è incluso nel Superbonus?

Il Superbonus 110% è ormai protagonista di un certo fervore nel settore edile, visto da molti cittadini come l’occasione per svolgere lavori di riqualificazione a costi davvero ridotti e, talvolta, quasi inesistenti. Il meccanismo di funzionamento è ormai chiaro ai più, soprattutto per quanto riguarda la necessità di eseguire almeno uno degli interventi definiti trainanti per poter detrarre ulteriori lavori. Il Superbonus è, di fatto, un’estensione di quanto già previsto da Ecobonus e Sismabonus per interventi di riqualificazione energetica e messa in sicurezza sismica. In questo articolo, tralasciando tutto ciò che è inerente alla sismica, approfondiremo quali sono gli interventi sugli impianti che, eventualmente abbinati ad un’opera trainante, sono ammessi alle detrazioni perché permettono un efficientamento energetico dell’edificio.

Sostituzione impianti di climatizzazione invernale

La sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con nuovi ad elevata efficienza energetica è uno degli interventi trainanti che permette l’accesso al Ecobonus 110%, sia negli edifici unifamiliari, che nei condomini se gli impianti sono nelle parti comuni.

Sostituire gli impianti per il riscaldamento esistenti, infatti, molto spesso comporta un importante miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio e una riduzione delle emissioni di CO2, causate da vecchie caldaie inefficienti.

Proprio per l’importanza dell’intervento ai fini del miglioramento energetico degli edifici, è definito come intervento trainante e si ha diritto fino ad un massimo do 30.000 euro negli edifici unifamiliari e a 20.000 per il numero di unità immobiliari che compone l’edificio nel caso dei condomini (la quota scende a 15.000 se le unità sono più di otto).

La detrazione è prevista per impianti destinati al riscaldamento, al raffrescamento – se con pompe di calore reversibili – e alla produzione di acqua calda sanitaria. Le tecnologie ammesse sono le caldaie a condensazione con classe energetica A, le pompe di calore ad alta efficienza, i sistemi ibridi e di micro-cogenerazione. I sistemi di teleriscaldamento sono ammessi sono nei comuni montani. Gli impianti a biomassa, invece, possono essere incentivati solo nel caso di edifici unifamiliari dislocati in aree geografiche non metanizzate.

In generale, infine, non sono mai ammessi gli interventi finalizzati alla installazione dei generatori per la climatizzazione in edifici che, precedentemente, ne erano sprovvisti.

la sostituzione della caldaia è tra gli impianti che entrano nel superbonus

Impianti per l’energia rinnovabile: fotovoltaico e solare termico

Sia il fotovoltaico, che il solare termico sono impianti per i quali è prevista l’ammissibilità al Superbonus 110%. In entrambi i casi, si tratta di interventi trainati da abbinare ad un ulteriore opera, come la sostituzione del generatore di calore o l’isolamento termico dell’edificio. Anche se non è l’unica soluzione che permette di avere detrazioni per la spesa di installazione dei pannelli fotovoltaici, il Superbonus è l’unico che ammette un rimborso del costo totale dell’opera. Va detto, però, che nel caso in cui non si possa (o non convenga) eseguire anche uno degli interventi trainanti, è meglio optare per un’alternativa, ad esempio il bonus ristrutturazioni 50%. Lo stesso vale per chi è interessato al solo impianto di accumulo.

Il massimale previsto per l’acquisto e l’installazione del fotovoltaico e dell’accumulo è di 48.000 euro, senza poter superare la spesa di 2.400 euro per ogni kWh installato e per una potenza massima di 20 kW.

Per il sistema di accumulo, invece, si può usufruire di 1.000 euro per ogni kWh di capacità di accumulo. Inoltre, il Superbonus non può essere cumulato con altre forme di incentivazione (ad eccezione del bonus ristrutturazione), tra cui lo scambio sul posto del GSE. Questo rende ancor più importante l’abbinamento ad un sistema di accumulo.

Per quanto riguarda l’installazione dei collettori solari per la produzione di acqua calda sanitaria, invece, la spesa ammissibile sale a 60.000 euro.

Il fotovoltaico rientra tra gli interventi del superbonus

Dispositivi per il controllo da remoto

Non c’è alcun limite massimo di detrazione per l’acquisto e l’installazione di sistemi e dispositivi che permettono il controllo da remoto degli impianti di climatizzazione e produzione di acqua calda sanitaria, eseguiti prima del 6 ottobre del 2020. Dopo quella data, il limite di spesa è di 15.000 euro. Il monitoraggio e il controllo avanzato degli impianti, infatti, permette una migliore gestione del comfort interno, ma anche e soprattutto una riduzione degli sprechi di energia.

Programmare il funzionamento, conoscere i consumi, accendere e spegnere anche da remoto, verificare malfunzionamenti, sono tutte attività importanti per migliorare le prestazioni energetiche degli impianti. Si parla, quindi, sia di building automation e per essere ammessi i dispositivi di automatizzazione, dovranno appunto mostrare i consumi energetici degli impianti e fornire dati sul loro funzionamento, comunicare temperatura di settaggio e modalità di funzionamento in tempo reale, permettere il controllo da remoto.

Impianti di ventilazione meccanica controllata

Gli impianti di ventilazione meccanica sono molto importanti per ridurre gli sprechi di energia negli edifici e per garantire benessere e salubrità degli ambienti chiusi, soprattutto nel caso di elevati livelli di isolamento termico di pareti e infissi. Infatti, grazie ad un impianto di VMC il ricambio d’aria è regolato e costante, senza che sia necessario aprire le finestre ed immettere aria fredda, disperdendo calore.

Nonostante ciò, questi impianti sono per ora esclusi dal Superbonus 110%, anche se abbinati ad altri interventi di efficientamento energetico e seppure siano spesso fondamentali per il salto di due classi energetiche richiesto. In realtà, tra le proposte di modifica al decreto sembrerebbe anche esserci la possibilità di estendere le detrazioni anche all’installazione di impianti VMC con recupero di calore, per un massimo di 5.000 euro.