Valigetta porta utensili per l’elettrotecnica da Wiha

Conrad ElectronicUtilizzo valigetta Wiha ha aggiunto la valigetta porta utensili Basic Set L electric di Wiha alla sua offerta di prodotti per la custodia degli utensili. Questa valigetta è utile sia agli elettricisti professionisti per un uso mobile, sia chi si occupa occasionalmente di applicazioni elettriche.

All’interno è presente un ottimo equipaggiamento di base, composto da un assortimento di utensili manuali di alta qualità per l’utilizzo in mobilità. La maggior parte del contenuto della valigetta consiste in utensili isolati VDE premiati a livello internazionale, testati individualmente a 10 kVAC e approvati per 1 kVAC, che garantiscono una sicurezza aggiuntiva quando si lavora su parti in tensione.

La valigia porta utensili offre la massima flessibilità grazie a ulteriori passanti e allo spazio aggiuntivo per riporre attrezzature supplementari individuali o piccole pezzi e apparecchi.

Una valigetta porta utensili robusta e versatile

La valigetta porta utensili è realizzata in polipropilene ad alta resistenza; può essere assicurata contro il furto grazie all’applicazione di lucchetti agli occhielli integrati, disponibili come opzione. L’impugnatura ergonomica a due componenti la rende facile e pratica da trasportare.

La cassetta porta utensili Basic è anche adatta per il trasporto in aereo grazie alla valvola di compensazione della pressione dell’aria.

La valigetta porta utensili di Wiha è certificata in conformità alla classe di protezione IP 67 ed è quindi impermeabile alla polvere e all’acqua. Con una capienza di 20 litri e una capacità di carico consentita fino a 14,2 chilogrammi, la valigia è adatta a una vasta gamma di applicazioni.

Cosa contiene la valigetta Basic Set L electric Wiha

Contenuto valigetta porta utensili Wiha

La valigetta porta utensili Basic Set L electric contiene un totale di 34 utensili.
Pinza a becchi piatti 200 mm, tronchese a tagliente laterale 160 mm, pinza spellafili 160 mm, pinza Wiha n. 35861, cacciavite angolare ad esagono cavo, utensile per spellatura, metro pieghevole Wiha n. 42068 e livella a bolla 40 cm. Inoltre contiene vari cacciaviti a taglio e a croce secondo la norma VDE e un cacciavite Plus/Minus.
Le dimensioni della valigetta sono 42 cm x 30 cm x 16 cm (interno) e 45,7 cm x 36,7 cm x 18,3 cm (esterno).

Nuova filiale Toshiba Carrier Corporation per HVAC

17.700 m2 per la nuova filiale produttiva in Polonia di apparecchiature commerciali per la climatizzazione, il riscaldamento e le pompe di calore aria-acqua per l’Europa di Toshiba Carrier Corporation.

Il segmento HVAC in Europa continua a crescere grazie a prodotti ad alta efficienza energetica nati per rispettare i regolamenti ambientali di ogni paese. In Europa sta crescendo anche la richiesta di apparecchiature per il riscaldamento e la fornitura di acqua calda che utilizzano pompe di calore, o apparecchiature aria-acqua (ATW).

La nuova filiale dovrebbe consentire a Toshiba Carrier di ridurre i tempi di consegna dei prodotti e incrementare le vendite a marchio Toshiba al di fuori del Giappone.

L’obiettivo dell’azienda è contribuire alla sostenibilità ambientale grazie a soluzioni tecnologiche all’avanguardia come le pompe di calore ed essere sempre più vicini ai clienti.

Nel 2020 avanza la mobilità elettrica mentre arretra quella tradizionale

Quello dell’evoluzione della mobilità elettrica è sicuramente uno dei trend del momento, e tale rimarrà per molto tempo ancora. Quindi, già di per sé assai interessante, il rapporto che fa il punto sull’andamento annuale del settore lo diventa ancor più se, come avviene per quest’edizione del Global EV Outlook, il periodo sotto osservazione è quello del 2020, con tutte le implicazioni che conosciamo legate alla pandemia tuttora in corso.

Mobilità elettrica: andamento positivo e in controtendenza

Numeri, quelli del 2020, che sono sicuramente positivi e diventano addirittura straordinari se paragonati con quanto avvenuto in altri settori, a cominciare dal mercato globale della mobilità. Infatti, l’anno scorso il parco di veicoli elettrici circolanti è aumentato del 41% nonostante, appunto, la flessione del 16% per quanto riguarda le vendite globali di veicoli. In relazione alla quantità, il 2020 si è concluso con la vendita complessiva di tre milioni di auto elettriche, il che ha portato fino a quota 10 milioni il numero complessivo di veicoli circolanti con questo tipo di propulsione.

Fra le altre rilevazioni interessanti, c’è la percentuale dell’elettrico sulle vendite globali dell’anno scorso, il 4,6%. Ed ancora, per la prima volta l’Europa sorpassa la Cina quale area geografica leader per diffusione di veicoli elettrici. Per quanto riguarda il settore dei camion e bus a zero emissioni, anche in questo caso si registra un’annata positiva con il parco circolante che è salito rispettivamente a 31mila e 600mila mezzi.

Mobilità elettrica: il parco auto circolante

Gli elementi che hanno giocato a favore

Secondo il Global EV Outlook, a propiziare non la tenuta, ma persino un avanzamento della mobilità elettrica nell’anno più difficile, ci sono stati principalmente tre fattori. Il primo, se vogliamo, è un beneficio indiretto perché deriva dalle penalizzazioni sempre più numerose introdotte da vari governi sull’acquisto dei veicoli più inquinanti.

Il secondo fattore è speculare al primo poiché si tratta delle politiche di incentivazione per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi che anche l’anno scorso hanno caratterizzato il mercato dell’auto in molte nazioni. Infine, il terzo fattore è relativo al continuo espandersi dell’offerta, ovvero il maggior numero di modelli a zero emissioni presenti sul mercato, oltre che alla prosecuzione dell’abbassamento dei costi delle batterie, la componente che più pesa sul prezzo all’acquisto.

La domanda di batterie per veicoli elettrici

Offerta di modelli in costante aumento

Proprio riguardo la tipologia dell’offerta, il Global EV Outlook aggiunge dei dati interessanti. Nel 2020 sono stati censiti 370 modelli di auto elettrica presenti sul mercato, il che equivale ad un incremento notevole rispetto al 2019, ben il 40%. Un ambito nel quale la Cina mantiene la leadership anche, come spiega il rapporto, per via di un mercato dell’auto meno consolidato rispetto a quello di altre aree geografiche e quindi più aperto alla presenza di numerosi competitor.

Anche in questo caso, però, la situazione appare in rapida mutazione se è vero che l’anno scorso il maggior incremento percentuale di modelli di auto elettrica si è registrato in Europa, con un numero più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. Andando a vedere la tipologia, nel 2020 il maggior incremento di nuovi modelli si è registrato nel segmento dei SUV. In particolare, a livello globale oltre il 55% delle novità elettriche immesse sul mercato ha riguardato SUV e pick-up.

tipologie di auto elettriche

Analisi predittiva per il fotovoltaico con EliosField

Il settore delle rinnovabili si sta espandendo ultimi anni e rappresenta il fulcro della transizione energetica: è importante assicurare le performance degli impianti e la produzione di energia. Sono molti, infatti, i fattori che possono influenzarli: utilizzare tecnologie di data analysis e intelligenza artificiale assicurano il cambio di passo di cui il mercato fotovoltaico necessita.
Per rispondere a questa esigenza Wesii propone EliosField, un sistema di analisi predittive basato sui big data, per ottimizzare le prestazioni degli impianti fotovoltaici. La soluzione consente di cambiare totalmente l’approccio alla manutenzione.

Cos’è EliosField

EliosField è una soluzione completa composta da un mini-drone con camera termica e visiva, supporto per la pianificazione e l’esecuzione dei voli e per la gestione dei dati raccolti. Il pacchetto include anche il supporto per il conseguimento della patente. EliosField consente di:

La prima digitalizzazione dell’impianto viene effettuata da tecnici specializzati Wesii, successivamente EliosField va a integrare le ispezioni, annuali o semestrali, con rilievi in base ad esigenze specifiche.

Elios Portal: le anomalie riscontrate

I benefici

Questo approccio consente sapere sempre lo stato dell’impianto e comprendere se è necessario intervenire per migliorare le performance. Tutte le ispezioni vengono caricate su Elios Portal tramite l’applicazione EliosField App e strumenti di analisi dei dati consentono di tenere tutto sotto controllo.
In questo modo si creano modelli predittivi in grado di anticipare i guasti e abbassare i costi di manutenzione dell’impianto.

Il Green Deal punta sulle rinnovabili

Il Green Deal europeo avrà un impatto notevole sul mercato delle rinnovabili: un fondo per la transizione ecologica di 100 miliardi di euro, guiderà la strategia per la crescita dell’Europa. Solo in Italia si prevede di aggiungere altri 30 GW di potenza installata. Tecnologia come EliosField avranno un ruolo primario nella gestione, manutenzione e funzionamento degli impianti fotovoltaici.

L’automazione industriale italiana riparte dal digitale

L’automazione industriale tira una riga e riparte, dall’innovazione digitale e dal Pnrr. Gli effetti della pandemia sono evidenti: l’ultimo Osservatorio Anie sull’industria italiana dell’automazione evidenzia nel 2020 una flessione del 10,3% sul 2019, con un fatturato di 4,5 miliardi di euro.

Come andrà il 2021? Per ora a luci e ombre, tra guerra delle materie prime e tensioni internazionali. Il settore però guarda avanti, al potenziale della trasformazione digitale e agli stimoli di un rinnovato piano Transizione 4.0.

2020 di crisi, ma i software reggono

Partiamo dall’analisi dell’annus horribilis. Come prevedibile, nel 2020 gli effetti dell’emergenza e delle fasi di lockdown più “duro” hanno colpito pesantemente il mercato italiano dell’automazione industriale sia nelle vendite interne sia nell’export. In realtà, già nel secondo semestre del 2019 si registravano avvisaglie di criticità, dovute alla progressiva frenata degli investimenti del Piano Transizione 4.0.

Poi è arrivato il Covid-19 e la spesa legata a macchinari e attrezzature ha chiuso il 2020 con segno meno a doppia cifra. Ad avere la peggio:

Unica ma significativa eccezione il software industriale, che chiude il 2020 al +5%. Una crescita destinata ad aumentare ulteriormente se valutata nel dettaglio delle specifiche tecnologie correlate.

PNRR e futuro dell’automazione industriale 

Come sarà la tanto attesa ripartenza? Anie Automazione sottolinea i rischi legati alle tensioni sui mercati delle commodity e sui trasporti, unite a fenomeni di shortage per la componentistica elettronica. Il bicchiere mezzo pieno arriva tuttavia dalla digitalizzazione e dai nuovi fondi europei per accelerare il percorso smart dell’industria italiana.

“Siamo in attesa di vedere gli interventi di politica industriale che agiscano su settori strategici come connettività e infrastrutture immateriali (banda larga e 5G), competenze digitali, riqualificazione professionale, scuole e ITS – spiega Fabrizio Scovenna, presidente Anie Automazione. Eccoci quindi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che dovrà dare attuazione al programma Next Generation EU basandosi su tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione (nuovo Piano Transizione 4.0), transizione ecologica e inclusione sociale”.

Questo rilancio competitivo che potrebbe portare benefici già nel 2021, con una variazione di fatturato del +6%. Per poi portare l’automazione industriale italiana ai livelli pre-covid nel 2022.

Fare Industria 4.0 nella plastica: sfide e vantaggi

Cosa può fare Industria 4.0 nella plastica? Digitalizzazione e sostenibilità, per un settore produttivo florido ma “osservato speciale” in tema di ambiente e relativa percezione dei consumatori.

La plastica, infatti, è un materiale facilmente plasmabile: può essere fuso, pressato o estruso in diverse forme, come pellicole, fibre, tubi, bottiglie o elementi complessi. Ma soprattutto, è riciclabile e utilizzabile più volte. Ecco perché puntare sulle tecnologie connesse, in grado di ottimizzare i flussi, garantire processi e prodotti green e aumentare la competitività di queste aziende. Realtà che operano trasversalmente su molte filiere industriali, cogliendone e integrandone le sfide.

È fondamentale un riscontro agile e concreto alle richieste di sostenibilità, efficienza energetica e business continuity

Il mercato della plastica oggi

La lavorazione delle materie plastiche negli anni è cresciuta notevolmente, diventando un vero e proprio pilastro del comparto manifatturiero italiano ed europeo. A chi si rivolge? Praticamente a tutti: dalle costruzioni all’elettronica, dall’automotive all’industria alimentare, dal packaging al biomedicale. La plastica trasforma idee in prodotti e semilavorati indispensabili nell’uso quotidiano.

Proprio questo utilizzo diffuso merita un’ulteriore riflessione sulla consapevolezza dei consumatori. Secondo Nomisma, infatti, gli italiani sono sempre più attivi in tema di comportamenti sostenibili. Il 41% degli intervistati limita gli acquisti di bottiglie di plastica e, quando possibile, privilegia prodotti green o dotati di etichette ambientali. L’imballaggio, insomma, è una voce commerciale decisamente rilevante: il 54% dei partecipanti alla survey evita di comprare prodotti con troppo packaging e il 47% preferisce il plastic-free. Il 92% dice di prestare attenzione alle cosiddette eco-label.

digitalizzazione nell'industria della plastica

Industria 4.0 nella plastica: come integrare

La prima risposta a tutte queste esigenze è nell’innovazione tecnologica, che permette alle aziende di produrre beni attraverso processi più sostenibili ed efficienti. Gli obiettivi sono principalmente legati a 3 driver: economia circolare, continuità operativa e monitoraggio smart. La digitalizzazione sottende tutte queste sfide, poiché permette ai produttori di adattarsi rapidamente alle richieste del mercato.

Sostenibilità ed economia circolare

L’economia circolare si basa sull’efficienza delle risorse. In questo caso, trasforma i modelli produttivi che creano rifiuti in sistemi resilienti e sostenibili.

Le necessità, per l’industria della plastica, sono:

Business Continuity

La capacità di garantire continuità al business, in qualunque condizione, fa la differenza in competitività e redditività. Oggi più che mai, identificare strategie per la business continuity permette di conoscere i rischi, mitigarne l’impatto e ottenere maggiore agilità.

L’evoluzione si basa su tre aspetti:

Quando si riescono a delineare i processi vitali di una realtà produttiva, si stabiliscono dunque le priorità e le mosse che permettono all’azienda di prosperare anche nei momenti critici.

Efficienza e controllo remoto

Fare Industria 4.0 nella plastica, in definitiva, significa:

La convergenza digitale di sistemi IT e operation technology porta flessibilità, resilienza e visibilità attraverso la catena di fornitura.

Industria 4.0 nella plastica con i 3 livelli di EcoStruxure

6 motivi per digitalizzare con EcoStruxure

Energia, ambiente e processi produttivi guidano dunque la trasformazione digitale del settore plastica. La risposta tecnologica per realizzare tutto questo è negli ecosistemi integrati di Schneider Electric. Una piattaforma su tre livelli – prodotti connessi, edge computing, analytics e servizi – per interconnettere ed efficientare in modo personalizzato ogni attività.

I vantaggi della fabbrica connessa con EcoStruxure sono:

EcoStruxure guida l’avvento di Industria 4.0 nella plastica attraverso il controllo dell’intero processo e delle relative risorse: una gestione operativa più flessibile ed efficace degli impianti.

Comunità energetiche: cosa sono e come vanno in Italia

La transizione ecologica vale il futuro economico e ambientale del nostro Paese. Ma quanto spazio c’è per le comunità energetiche nel nuovo PNRR?

Dal punto di vista normativo, nel 2020 sono stati introdotti incentivi per l’autoconsumo collettivo, recependo quanto già stabilito dall’articolo 42bis del cosiddetto decreto Milleproroghe. L’approccio “comunitario” di queste reti di prosumer (produttori / consumatori di energia green) assume un ruolo ancor più rilevante in vista degli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 del Clean Energy Package. Oltre ad accelerare la diffusione delle rinnovabili, infatti, le comunità energetiche migliorano la gestione dei carichi sulla rete, grazie alla prossimità tra produzione e utenza finale.

Perché spingere le comunità energetiche

Non a caso, dunque, una recente nota di powercloud parla di 260 milioni di membri, investitori o clienti coinvolti nel movimento delle energy community entro il 2025. Il loro contributo potrebbe coprire fino al 45% dell’energia dell’Unione Europea.

Aumentano i movimenti di cittadini che diventano protagonisti attivi nel passaggio alle rinnovabili: un modo per partecipare al mercato, avere accesso all’energia e contrastare il fenomeno della povertà energetica

Ma di fatto cosa sono le comunità energetiche? Semplicemente gruppi di persone che utilizzano una rete locale per la produzione di energia attraverso fonti rinnovabili (principalmente eolico e fotovoltaico). Il loro principale obiettivo è poi utilizzare questa energia, raggiungendo l’indipendenza dalle grandi utility. Diventando così artefici di un cambiamento ambientale, sociale e economico che parte dal basso.

L’evoluzione europea

Le norme europee prevedono già l’aggregazione di gruppi di utenze che, a livello locale, condividono energia prodotta da impianti on site (per esempio pannelli fotovoltaici che alimentano un condominio). Il fenomeno, insomma, è esteso e rappresentato soprattutto da REScoop, la federazione europea delle cooperative di generazione da fonti rinnovabili. Ma ci sono anche il progetto Lightness, EWS Schoenau, Repowering London, Energy Garden e la spagnola Som Energia.

Le comunità energetiche in Italia

Da noi, la situazione è in divenire. RSE (Ricerca sul Sistema Energetico) ha avviato un progetto pilota per mappare l’autoconsumo collettivo che coinvolge 12 comunità energetiche per condominio (a Pinerolo una delle prime). Altrettanto interessante, il lavoro della cooperativa ènostra, che produce e fornisce energia green impegnandosi nella realizzazione di queste reti di autoconsumo. Si contano, al momento, una decina di progetti tra Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto e Trentino-Alto Adige, avviati sempre su richiesta delle amministrazioni comunali.

Le istituzioni, dunque, sono orientate a questo tipo di soluzione, perché i risvolti non sono solo di tipo economico e ambientale. “Se le comunità energetiche verranno implementate e accompagnate da investimenti pubblici mirati – spiega Gianluca Ruggeri, ricercatore Università dell’Insubria e vicepresidente ènostra -, miglioreranno anche le condizioni dei ceti più deboli, favorendo la riduzione del fenomeno della povertà energetica”.

Che ne pensano le utility?

Il rischio di perdere quote di mercato è reale, ma il cambio di mentalità può generare nuove opportunità. Il settore immobiliare italiano, caratterizzato da una percentuale forte di piccoli proprietari e alle prese con il Superbonus 110%, vedrà crescere il numero dei produttori privati di energia. Qui, nasceranno servizi tecnici e digitali inediti e potenzialmente collegati alla gestione delle comunità energetiche.

Tanto dipenderà dall’attitudine all’innovazione dei big player e da quanto rapidamente il contesto li spingerà a cambiare

Ciò significa anche adeguare le infrastrutture IT, per supportare adeguatamente l’evoluzione della produzione decentralizzata. “Guardiamo con interesse al crescente cambiamento delle abitudini dei consumatori, sempre più consapevoli del ruolo e dell’importanza che possono assumere come parte attiva verso la transizione energetica – commenta Marco Beicht, Ceo e founder di powercloud -. Il nostro obiettivo è semplificare il mercato attraverso un sistema operativo aperto, che consente di modulare le necessità sulla base di specifici bisogni”.

In generale, i dati e i driver normativi ci dicono che il cambiamento è innescato: la transizione energetica porterà alla distribuzione locale dell’energia. Passata la fase di adattamento, i territori, i cittadini e il clima ringrazieranno.

FLIR T865, la nuova termocamera con ottiche intercambiabili

Termocamera FLIR T865FLIR Systems amplia la propria gamma di termocamere ad alte prestazioni della T-Series con il nuovo modello FLIR T865.
La termocamera T865 è concepita per l’ispezione di apparecchiature meccaniche, per la verifica della condizione di sistemi elettrici e per applicazioni di ricerca e sviluppo. Offre una accuratezza di misura della temperatura di ±1 °C o ±1%, un range di temperatura più ampio (compreso tra -40 °C e +120 °C) e un numero maggiore di strumenti di analisi a bordo.

L’accuratezza di misura della temperatura consente di ispezionare e valutare con maggiore precisione lo stato di efficienza funzionale delle apparecchiature. La riduzione della variabilità di misurazione contribuisce a prevenire in modo affidabile i guasti delle apparecchiature e le interruzioni in sottostazioni, sistemi di generazione e distribuzione di energia, data center, impianti di produzione, sistemi elettrici e meccanici. Nelle applicazioni di ricerca e sviluppo, la maggiore accuratezza aumenta il dettaglio delle misure di temperatura necessario per eliminare qualsiasi incertezza nelle attività di ricerca, nelle applicazioni scientifiche e nella progettazione che si basano sulla visualizzazione del calore.

Più ottiche per lavorare da qualunque distanza

FLIR T865 Utility

La termocamera T865 può essere utilizzata in modalità fissa o portatile, per lavorare all’interno e all’esterno in condizioni difficili, e dispone di ottiche intercambiabili pensate per ispezionare elementi da qualsiasi distanza.
Il teleobiettivo da 6° è indicato per le ispezioni di routine con il fattore d’ingrandimento necessario a verificare elementi che appaiono piccoli a distanza, come gli elettrodotti.

Per le ispezioni attraverso le finestre IR, il grandangolare da 42° e la regolazione della trasmittanza a bordo della termocamera garantiscono misurazioni sicure e accurate di elementi racchiusi.

Per un dettaglio ancora maggiore di piccoli componenti è presente una ottica macro che, insieme alla nuova modalità macro, offre un ingrandimento 2x rispetto all’ottica standard. Inoltre, la risoluzione 640 × 480 (307.200 pixel) del sensore o la risoluzione UltraMax di 1280 × 960 fino a 1.228.800 pixel in FLIR Thermal Studio Standard e Thermal Studio Pro, consentono di visualizzare immagini chiare.

FLIR T865 è corredata da un abbonamento di 3 mesi a FLIR Thermal Studio Pro e FLIR Route Creator, oltre a 1 mese di abbonamento a FLIR Research Studio.

Dal Superbonus 110% al Bonus rubinetti: lo status dei Bonus nel settore edilizio

Gli incentivi governativi correlati agli interventi di manutenzione e di ristrutturazione della casa stanno offrendo una spinta propulsiva all’intero mercato edilizio nel suo complesso. Delle opportunità derivanti dalle agevolazioni fiscali si è discusso nel recente webinar Dal SuperBonus 110% al Bonus rubinetti organizzato da Hardware Forum Italy, che ha visto la partecipazione di diversi opinion leader esperti del settore.

Scopriamo alcuni dei punti di cui si è discusso durante l’evento.

Analisi dei Bonus nel settore edilizio

Oggi siamo nel pieno dell’attuazione delle detrazioni fiscali per la ristrutturazione e la manutenzione delle case. Districarsi nella moltitudine di Bonus disponibili per i consumatori è un’impresa piuttosto ardua, considerato che esistono svariati incentivi. Il Sisma Bonus, il Bonus Verde, il Bonus Sicurezza, il Bonus Facciate, il Bonus Casa, il Bonus idrico per la sostituzione dei rubinetti e l’Ecobonus sono solo alcuni esempi delle varie agevolazioni attualmente disponibili.

Il lungo elenco fa intuire già di per sé la necessità di un’armonizzazione a livello dei vari Ministeri competenti, puntando verso una crescente facilitazione.

A oggi, il Decreto Semplificazioni prevede un allungamento del Super Ecobonus fino al 2023 ma per il resto si brancola ancora nel buio. L’armonizzazione si renderà necessaria anche in tema di risparmio energetico, per far in modo che i fruitori possano effettivamente godere delle specifiche detrazioni fiscali.

Il Superbonus 110% secondo l’indagine ANCE

ANCE, Associazione Nazionale Costruttori edili, ha raccolto un’analisi di come stanno funzionando i diversi Bonus nel settore edilizio attualmente fruibili, a partire dal Superbonus, anche alla luce di tutti i risvolti creditizi e fiscali.

Il Superbonus ha indubbiamente fornito una spinta propulsiva al mercato. A evidenziarlo sono i dati dell’ENEA che indicano come, dall’introduzione dell’incentivo, il tasso di crescita del mercato sia risultato e risulti tuttora in aumento mese dopo mese. Uno degli aspetti più interessanti che si possono riscontrare è che la crescita appare omogenea su tutto il territorio nazionale.

Superbonus 110% e andamento del mercato

Superbonus 110% e andamento del mercato: i dati ANCE

Partecipazione delle imprese

Altro dato rilevante si evidenzia nella grande partecipazione da parte delle imprese, chiaro segnale delle notevoli potenzialità dello strumento. Secondo quanto rilevato dall’indagine ANCE, per ben il 58,8% delle aziende italiane il Superbonus e, in genere, tutti vari incentivi disponibili saranno molto importanti per lo sviluppo delle attività.

Problematiche riscontrate

Si segnalano tuttavia diverse difficoltà. Solo l’8,2% delle imprese non ha riscontrato problemi. La criticità principale risulta essere la verifica della conformità urbanistica (36,8%), seguita dalle difficoltà nell’ottenimento dell’asseverazione nell’iter di approvazione da parte dei condomini (12,9%).

Si stanno inoltre incontrando degli ostacoli nell’utilizzo delle piattaforme bancarie appositamente create per la gestione degli incentivi. Solo il 15,6% delle imprese non ha avuto difficoltà nell’uso delle stesse. Le principali criticità rilevate riguardano i tempi eccessivi per la risposta e la mancanza di un supporto per il caricamento della modulistica.

Prestito ponte

Rispetto al prestito ponte, dai dati dell’ANCE emerge che una buona fetta delle imprese (64,5%) non lo ha richiesto. Per gran parte delle aziende che ne ha fatto richiesta, i tempi di risposta hanno superato in media i tre mesi.

I principali problemi riscontrati nella concessione del prestito ponte sono stati, più esattamente, i tempi lunghi per la conclusione del contratto e la richiesta del merito creditizio. Delle imprese coinvolte nell’indagine, solo il 31,3% non ha riscontrato criticità.

Cessione del credito

Sebbene si tratti di un’operazione molto più semplice rispetto al finanziamento, anche nel caso della cessione del credito fiscale le imprese hanno incontrato e continuano a riscontrare delle difficoltà.

Dai dati ANCE, si evince che i tempi si rivelano prolungati. Circa la metà delle imprese ha richiesto la cessione del credito, ma con tempi di attesa che superano i quarantacinque giorni. Inoltre, il 69,1% delle richieste effettuate da parte delle aziende per la cessione del credito fiscale non ha ancora ricevuto risposta.

Le principali difficoltà evidenziate si trovano nei ritardi rispetto alla stipula del contratto e nelle tempistiche di accettazione delle pratiche.

Superbonus 110% e cessione del credito

Dati ANCE

Vantaggi dei Bonus nel settore del serramento

A oggi in Italia abbiamo un patrimonio edilizio molto antiquato. Ben il 70% dei nostri immobili è stato infatti edificato prima del 1974. Per intervenire su un simile contesto, il Superbonus 110% e l’Ecobonus Casa costituiscono un importante incentivo in favore di un modello virtuoso di sviluppo, che condurrà tanto al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici quanto alla loro messa in sicurezza in chiave antisismica.

Due obiettivi che rientrano a pieno titolo nel PNIEC, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, progetto di rilevanza europea a sostegno di una maggiore e più diffusa sostenibilità oltre che di una riduzione della spesa energetica.

Nell’ambito del serramento, le agevolazioni fiscali acquisiscono perciò un valore molteplice. A trarne beneficio sono innanzitutto i clienti finali, i cui investimenti sono generosamente avvantaggiati sotto il profilo fiscale.

I Bonus nel settore edilizio costituiscono inoltre un volano positivo per le imprese operanti nel settore degli interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazione. In ultimo, il ricorso alle agevolazioni permetterà di promuovere una dinamica virtuosa a favore del tessuto economico territoriale oltre che un’evidente opportunità di sviluppo in chiave sostenibile.

Fronius GEN24 Plus: ecosostenibile dall’inizio alla fine

Per Fronius la sostenibilità è un valore intrinseco nel DNA aziendale, è un modo di pensare e di agire. Per questo l’azienda investe nella ricerca per garantire sia la compatibilità futura, sia la sostenibilità delle soluzioni. Fronius GEN24 Plus è il primo inverter con un’analisi di sostenibilità del proprio ciclo di vita certificato da un istituto indipendente. Un team di esperti ha esaminato dal punto di vista scientifico ogni dettaglio dell’intero ciclo di vita: dalle materie prime, passando per la sostenibilità della produzione, le modalità di trasporto e la durevolezza dei prodotti, fino ad arrivare alla riparabilità e allo smaltimento.

Uso consapevole delle materie prime e dei materiali

Poiché un ciclo sostenibile inizia dalle materie prime e dai materiali, Fronius presta molta attenzione nell’impiego ottimale delle risorse: è possibile riciclare almeno il 90% del cartone, degli imballaggi in plastica e dei principali componenti metallici dell’inverter. Inoltre, è assicurato l’uso di materiali riciclati e la riparabilità. Oltre a rispettare la Direttiva RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettrotecniche), l’azienda utilizza il 90% dell’alluminio riciclato per i componenti principali.

L’azienda punta sulla qualità dei propri prodotti contrastando la mentalità dell’usa e getta: già in fase di sviluppo, gli apparecchi vengono sottoposti a diversi test e ispezioni. Inoltre su Fronius GEN24 Plus è presente un’innovativa tecnologia di raffreddamento in grado di prolungare la vita dell’inverter.

Quando si utilizzano inverter come GEN24 Plus, non viene sprecata energia sulla base di flussi di energia simultanei e paralleli. Questi apparecchi sono dotati di funzioni complete, in modo che non siano necessari ulteriori apparecchi e componenti.

percorso di sostenibilità di Fronius

 

Produzione sostenibile

Con l’obiettivo non solo di rispettare le norme ambientali, Fronius ha adottano un sistema di gestione ambientale certificato ISO per le sedi, gli impianti e i singoli processi. Circa l’80% del consumo totale di energia proviene da fonti rinnovabili.

Sostenibilità certificata per Fronius GEN24 Plus

La gamma GEN24 Plus ha ottenuto – da un team di esperti esterno – il massimo punteggio in tutte le fasi: dall’acquisto delle materie prime alla produzione e all’utilizzo, fino allo smaltimento del prodotto.

I risultati dimostrano che gli effetti sul clima si ammortizzano in un periodo di tempo molto breve – compreso tra 1 e 3,7 anni. Mentre i vantaggi ambientali sono fino a 26 volte superiori rispetto ai costi sostenuti per produrre ed utilizzare l’inverter, oltre che per riciclarne o smaltirne i componenti.

Questo a dimostrazione del fatto che in Fronius la sostenibilità è al centro di ogni fase del ciclo di vita del prodotto: dalla progettazione alla scelta dei materiali e dei fornitori, fino alla produzione sostenibile e all’ assistenza post-vendita che accompagna il prodotto fino al termine della durata e allo smaltimento.