Edifici intelligenti a prova di comfort

La climatizzazione negli edifici intelligenti c’è e si sente. Le componenti impiantistiche legate al comfort, infatti, sono tra le priorità di ogni “nascituro” smart building. In primis, per i benefici energetici e ambientali della digitalizzazione, secondo perché il mercato italiano e le sue opportunità dicono che è il momento di agire.

Secondo i dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, infatti, l’IoT ha chiuso il 2020 al -3%, dimostrando di reggere l’urto della pandemia. Ma se guardiamo alle singole voci, gli smart building crescono. Un semplice +2% (circa 685 milioni di euro) che testimonia il potenziale dei temi legati a comfort, efficienza e consumi energetici degli edifici. A maggior ragione nel nostro Paese, ricco di storia ma anche di immobili da riqualificare.

Cosa si intende per edifici intelligenti?

Risponde lo Smart Building Report 2020 dell’Energy & Strategy Group, delineando 4 aspetti chiave che includono anche la gestione integrata e intelligente del clima.

Il “vero” smart building è composto da:

In generale, gli edifici intelligenti vantano elevati protocolli di sicurezza, delle persone e degli asset. Il tutto, assicurando risparmio energetico, comfort e qualità di vita migliori.

La climatizzazione è parte integrante di questa sfida tecnologica. Come si affronta il tema dell’interoperabilità tra sistemi e della gestione smart? Rispondono cinque aziende italiane del settore, in un’interessante panoramica strategica e tecnologica.

Edifici intelligenti e climatizzazione: le sfide e le opportunità

Il controllo digitale conviene sempre

“Il climatizzatore è ormai una componente impiantistica fondamentale degli edifici, siano essi commerciali o residenziali – spiega Attilio Verzilli, Sales Manager di Carrier DX -. In funzione di questo cambiamento, stiamo andando verso una nuova generazione di prodotti connessi e interoperabili, ideali per i sistemi IoT. Questo perché realizzare uno smart building aiuta in termini di prestazioni energetiche e comfort, ma anche nella manutenzione. Monitorare l’impianto di climatizzazione e intervenire prima che scatti un allarme, oppure ricevere segnalazioni di perdite e guasti, sono azioni vantaggiose in termini di qualità e di risparmio. Poniamo la massima attenzione sull’impatto ambientale delle macchine, ma anche sullo sviluppo di un’elettronica evoluta, che permetta loro di interfacciarsi efficacemente con altre tecnologie”.

Clima smart: obiettivo integrazione totale

“Lo smart building non è l’edificio di domani, ma di oggi – aggiunge Axel D’Angelo, product manager di Daikin Italia -. I sistemi di building automation sono ormai la norma per i nuovi edifici e un numero sempre maggiore di proprietari di immobili esistenti vuole entrare nel futuro della climatizzazione, usufruendo anche degli incentivi fiscali dedicati. Per rispondere a questa esigenza, Daikin ha introdotto la nuova app Residential Controller. Oltre a permettere controllo, programmazione e monitoraggio via cloud del prodotto Daikin, ne permette l’utilizzo mediante controllo vocale. Ma la vera sfida della smart home consiste nell’integrazione totale e automatizzata del sistema HVAC nel contesto in cui è installato. Per fare questo bisogna innanzitutto sviluppare prodotti in grado di ricevere in Input e Output le informazioni necessarie. Poi, istituire un dialogo mediante una “lingua comune” (proprietaria o non) tra i vari sistemi dell’edificio e implementare un “cervello” per la gestione automatica. Infine, fornire uno strumento facile e intuitivo per il controllo complessivo da parte dell’utente. I prodotti Daikin sono già pronti a tutto questo, in quanto installabili in sistemi Modbus, BACnet, Konnex, ecc. Stiamo comunque lavorando per ampliare sia la gamma di controlli sia le funzionalità delle app, per garantire maggiore versatilità”.

Edifici intelligenti con app e controlli avanzati

“La piattaforma integrata LG ThinQ nasce proprio per la casa connessa – commenta Gianluca Figini, Air Solution Director di LG Electronics Italia –.  Disponibile per Android e iOS, l’applicazione consente di controllare gli elettrodomestici LG ovunque ci si trovi, riducendo il consumo di energia. La soluzione, che vale anche per il clima residenziale, offre una gestione intuitiva e un monitoraggio costante, frutto della combinazione di analisi, sensori e dati di utilizzo. Si possono personalizzare le impostazioni principali, temporizzare la manutenzione dei filtri, impostare i programmi settimanali e utilizzare la funzionalità Smart Diagnosis per l’invio di notifiche e supporto costante. Inoltre, la compatibilità con Google Assistant permette di dialogare comodamente con il proprio climatizzatore. Allo stesso modo in ambito commerciale, i sistemi VRF MULTI V si integrano a tutte le strutture preesistenti di domotica, soprattutto in ambito alberghiero, ufficio e retail. Le soluzioni smart di LG si occupano in gran parte della gestione del consumo energetico e, senza dubbio, integrare questi controlli all’interno di un sistema BMS (Building Management System) è fondamentale sia per l’efficienza stessa dell’edificio, sia per il comfort di tutti coloro che quotidianamente lo vivono. Il monitoraggio e il controllo centralizzati dei sistemi di climatizzazione riducono una parte importante del consumo energetico e dei costi, rendono la gestione degli edifici più conveniente e contribuiscono a integrare tutte le variabili legate al trattamento dell’aria”.

Puntare alle soluzioni su misura

“Alla necessità di garantire qualità dell’aria e comfort si unisce oggi quella di realizzare sistemi connessi e regolabili a distanza – precisa Stefano Negri, Marketing Director della Divisione Climatizzazione di Mitsubishi Electric -. È necessario però fare una distinzione tra piccoli e medio/grandi impianti: più complessi sono i sistemi, maggiore è la complessità di gestione. Ecco perché ci impegniamo per fornire ai nostri clienti soluzioni su misura che rispondano alle loro esigenze, anche quelle più particolari”.

Il trend dipende dall’applicazione

Conclude Daniele Spizzotin, General Manager di Toshiba. “Certamente la tendenza è ben avviata e va seguita, soprattutto negli edifici commerciali e industriali, un po’ meno a livello residenziale – spiega il manager -. I nostri sistemi sono tutti integrabili in wireless e controllabili via app, sono perfettamente predisposti anche per gli assistenti vocali, ma ho l’impressione che la percentuale di persone che davvero utilizzano a casa propria questa intelligenza sia ancora lontana dal concetto di diffusione di massa. Nel terziario e nell’hospitality, ambiti altrettanto importanti per il nostro business, la gestione connessa della climatizzazione può invece fare la differenza: i sistemi sono interfacciabili con i principali protocolli di comunicazione, permettono di monitorare i consumi e agevolano le attività di manutenzione”.

Elettriche meno costose delle auto tradizionali? Ecco quando

È uno dei sorpassi, c’è da scommetterci, di cui più si parlerà nei prossimi anni, anche a causa della sua enorme valenza sotto il profilo economico ed ambientale. Stiamo parlando del momento in cui nel continente europeo coloro che si recheranno presso una concessionaria automobilistica troveranno più conveniente acquistare un veicolo elettrico che non uno dotato di tradizionale motore a scoppio.

Tre anni per il sorpasso in tutti i segmenti

Della cosa si è occupato un recente report di BloombergNEF nel quale, considerati il numero e la complessità degli elementi di cui tener conto, non è ovviamente indicata una data esatta per il sorpasso bensì un arco di tempo lungo il quale si verificherà, ovvero il triennio 2025-2027. Sarà quella la fase in cui, prima un segmento di auto poi l’altro, i veicoli elettrici venduti nell’Unione europea avranno un prezzo inferiore rispetto a quelli con motore che brucia combustibili fossili.

Più nel dettaglio, secondo lo studio che è stato commissionato dalla Federazione europea Transport & Environment (T&E), la prima categoria di mezzi a zero emissioni che supererà in termini di convenienza i corrispettivi termici sarà quella dei veicoli commerciali leggeri, e lo farà entro il 2025. L’anno successivo sarà invece la volta delle vetture medie, quelle appartenenti ai segmenti C e D, mentre nel 2027 anche le utilitarie inserite nel segmento B esibiranno un prezzo più conveniente in versione elettrica.

Veicoli elettrici più economici delle auto tradizionali

Veicoli elettrici presto per tutte le tasche

“Lo studio BNEF dimostra come i veicoli elettrici rappresenteranno presto una realtà alla portata delle tasche di tutti i nuovi acquirenti – commenta Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di T&E -. Entro massimo 6 anni, saranno più economici dei motori a combustione interna. Una buona notizia per il clima, per i consumatori e per la leadership industriale europea”.

Il rapporto indica anche il 2035 come l’anno in cui auto e furgoni elettrici saranno in grado di coprire il 100% delle vendite nel territorio dell’Unione europea. Questo avverrà anche in assenza di tassazioni agevolate o di eventuali incentivi economici all’acquisto, a condizione però che i legislatori europei e nazionali conducano prima le giuste politiche, a partire dall’introduzione di limiti alle emissioni di CO2 dei veicoli più rigorosi rispetto a quelli attuali. Viceversa, senza forti politiche di indirizzo le auto elettriche a batteria raggiungeranno una quota di mercato dell’85% e i furgoni dell’83% entro il 2035.

“Con le giuste politiche – spiega Veronica Aneris -, le auto e i furgoni elettrici possono raggiungere il 100% del mercato entro il 2035 in Europa. Il governo italiano deve favorire questa transizione storica, da un lato sostenendo in Europa obiettivi di riduzione di CO2 più stringenti per i costruttori e introducendo il 2035 come data di fine vendita dei motori a combustione interna, dall’altro lato accelerando la diffusione dei veicoli elettrici nella flotta italiana”.

sorpasso auto elettriche per tipologia

Decisiva la riduzione del costo delle batterie

Una sempre maggiore competitività dei veicoli elettrici che sarà inevitabilmente trainata dalla diminuzione di costo del loro singolo componente più importante, ovvero la batteria. L’indagine BNEF prevede rispetto ai prezzi attuali un autentico crollo, -58%, entro il 2030. E questo spiega in gran parte la diversa tempistica con la quale i diversi segmenti del mercato auto registreranno il sorpasso dell’elettrico sul “tradizionale” in termini di convenienza d’acquisto. Infatti, i veicoli in cui il costo delle batterie incide di più, come appunto i furgoni leggeri, diventeranno inevitabilmente più vantaggiosi in un tempo minore.

Automazioni residenziali Bft e smart home Somfy connesse con B-Eba IO

Oggi la richiesta di oggetti connessi è in forte aumento e Bft da sempre punta a creare automazioni in grado di comunicare tra loro e rendere la loro usabilità molto semplice. Con la nuova interfaccia B-Eba IO ha fatto un ulteriore passo in avanti: da oggi è possibile integrare i prodotti Bft nel modo della Smart Home di Somfy, creando un unico ecosistema interconnesso.

Ma come nasce la possibilità di far dialogare due sistemi diversi? Innanzitutto, i prodotti per l’automazione e il controllo degli accessi di BFT nascono interconnettibili grazie al protocollo U-Link (Universal Link). Le proposte di Somfy nascono come soluzioni di automazione aperte per la casa connessa. Questo significa che grazie alla scheda di espansione B-Eba IO, i prodotti Bft dotati del protocollo U-Link si integrano con il sistema di domotica Somfy Tahoma, dotato di protocollo IO.

Questa integrazione consente di utilizzare l’app Tahoma per verificare lo stato delle automazioni e comandarle direttamente da smartphone e tablet.

Inoltre è possibile controllare e gestire la propria casa in ogni momento, come ad esempio aprire o chiudere contemporaneamente il cancello pedonale, quello carrabile e le serrande della casa.

Facilità di installazione per la scheda di espansione B-Eba IO

Installare la scheda di espansione B-Eba IO è facile e veloce: è sufficiente inserirla nel quadro di comando e l’accoppiamento e memorizzazione con il dispositivo Somfy Tahoma si effettua premendo semplicemente un tasto. Nel caso in cui la scheda B-Eba sia già integrata sul motore Bft, l’interconnessione avviene in automatico.

La funzione multi-protocollo consente di controllare le automazioni sia tramite radiocomando Mitto di Bft. sia Keygo IO di Somfy.

Un’offerta completa per la Smart Home

Somfy e Bft sono marchi del Gruppo Somfy. Da gennaio 2020 Bft distribuisce – presso il canale dei grossisti di materiale elettrico – alcuni prodotti Somfy.

Motori per tapparelle, sistemi automatici per l’apertura delle persiane ad anta battente, serrature connesse, termostati intelligenti, dispositivi di controllo luci e di sicurezza completano l’offerta Bft rendendola di fatto la più completa nel mercato.

In particolare, le soluzioni dedicate alla Smart Home di Somfy si integrano con quelle per l’automazione ed il controllo degli accessi di Bft sfruttando così la complementarità delle due gamme di prodotto.

 

Dietrofront del governo su molte modifiche al Superbonus

Pochi giorni fa avevamo iniziato l’articolo che dava conto dell’inserimento dei lavori per la fibra ottica nel Superbonus, attraverso il decreto Semplificazioni, definendolo come “la novità che non t’aspetti”. Ed infatti, non c’era da aspettarsela… Proprio così, rispetto alla bozza del provvedimento, quella uscita ieri dal consiglio dei ministri è una versione profondamente modificata del decreto, addirittura stravolta per quanto riguarda i cambiamenti apportati alla maxi agevolazione sui quali si è abbattuta un’autentica scure.

Che si sarebbe andati incontro a delle modifiche era apparso chiaro nel corso della settimana, con l’intensificarsi delle polemiche politiche sul rinnovato regime degli appalti e il rischio di favorire la criminalità comune e mafiosa. In più, nel testo è confluita anche la normativa relativa alla governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, non compresa invece nella prima bozza. Ma se non ha quindi stupito che il decreto Semplificazioni sia passato da 44 a 68 articoli complessivi, lo stesso non può dirsi per l’improvvisa scomparsa, appunto, di quasi tutti gli interventi relativi al Superbonus.

Superbonus: nessun allargamento ad alberghi e pensioni

La bozza del provvedimento conteneva, lo ricordiamo, varie modifiche nella direzione di una facilitazione ed estensione nel Superbonus. Il tutto per cercare di rilanciare un provvedimento che dopo il grande clamore iniziale non ha fin qui registrato il successo auspicato. Senonché, nella versione definitiva del decreto scompare l’estensione dell’agevolazione alle unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari.

Stesso destino, la cancellazione, per la norma che includeva nel Superbonus gli interventi effettuati su immobili appartenenti alla categoria catastale D/2 (alberghi e pensioni) che vengono realizzati da società. Cassata pure la parte che estendeva la definizione di impianto termico idoneo, ovvero “qualsiasi apparecchio, anche non fisso, finalizzato alla climatizzazione invernale degli ambienti”.

Resta la semplificazione relativa alla CILA

Sopravvive, invece, la semplificazione che va ad impattare sulle complesse e lunghe procedure necessarie per poter accedere al Superbonus. In particolare i relativi lavori, esclusi quelli con demolizione e ricostruzione, potranno essere realizzati mediante presentazione di CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) ma senza bisogno dell’asseverazione di conformità edilizia-urbanistica.

Ed ancora, il testo contenuto nell’Art. 34 indica che nella CILA vanno “attestati gli estremi del titolo abilitativo che ha previsto la costruzione dell’immobile oggetto d’intervento o del provvedimento che ne ha consentito la legittimazione ovvero è attestato che la costruzione è stata completata in data antecedente al 1° settembre 1967”.

La fibra ottica scompare dal testo del decreto Semplificazione

Per quanto attiene le spese relative ai lavori per la banda larga negli appartamenti, come detto in apertura, la rimodulazione del decreto è risultata semplicemente fatale. Lo testimonia il fatto che aprendo il pdf con il testo del decreto e scrivendo la parola “fibra” nella stringa di ricerca non viene restituito alcun risultato…

Scompare quindi la possibilità, prevista nella prima bozza, di inserire nel Superbonus gli interventi “che permettono di fornire l’accesso ai servizi a banda ultralarga e di connettere il punto di accesso dell’edificio o dell’unità immobiliare con il punto terminale di rete”. Ed è ovviamente cancellata, sempre in relazione a questi interventi, la possibilità di usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito in alternativa al rimborso fiscale pluriennale.

 

Tra comfort e superbonus, vincono le pompe di calore

Comfort e superbonus 110%: il matrimonio funziona? Il tema è certamente complesso: da un lato l’entusiasmo della filiera e la voglia di ripartire, dall’altro il decollo frenato dalle incertezze burocratiche e dall’attesa dei decreti attuativi.

Oggi, a metà 2021, possiamo dire che il meccanismo corre e i lavori legati al superbonus raddoppiano di mese in mese. Lo confermano le ultime rilevazioni Enea: da gennaio a marzo, il numero dei cantieri certificati è aumentato del 410%, per un totale di oltre 8.350 siti e un valore complessivo di 877 milioni di euro. Tra i protagonisti tecnologici di tutto questo, in termini di efficienza e risparmio energetico, ci sono gli impianti di climatizzazione, capitanati dalle pompe di calore.

Comfort e superbonus: il 2021 parte bene

I dati Assoclima del primo trimestre segnano crescite a doppia cifra per quasi tutte le categorie. Ma le performance delle apparecchiature idroniche condensate ad aria – +133,6% a volume e +88,3% a valore sul 2020 – riflettono gli effetti delle agevolazioni. Così, il mercato di chiller e pompe di calore raddoppia e supera nei primi tre mesi del 2021 il record di 100 milioni di euro, trascinato dalle soluzioni residenziali. Le pompe di calore sotto i 17 kW triplicano in quantità, con oltre un terzo delle vendite in versione ibrida. Ma viaggiano a ritmi alti anche i sistemi di potenza maggiore, in linea con le spinte europee alla decarbonizzazione.

Attenzione, però, agli entusiasmi facili: i rincari delle materie prime incombono sul boom della domanda, mentre le aziende già pensano alle sfide post superbonus. Come si destreggiano, in queste valutazioni ambivalenti, i player italiani della climatizzazione? Lo abbiamo chiesto a cinque manager di esperienza.

Comfort e superbonus: tavola rotonda con i player della climatizzazione

Parola d’ordine: programmare il futuro

“Scinderei la discussione in due temi – risponde Attilio Verzilli, Sales Manager di Carrier DX-. Il primo riguarda naturalmente l’impatto positivo di queste misure, booster fondamentali per il mercato della climatizzazione. Basti pensare che nel primo trimestre 2021 il clima residenziale ha registrato un +20% di unità vendute. La seconda riflessione, meno rassicurante, riguarda la bolla speculativa legata a questa crescita dell’edilizia. Ritengo importante restare con i piedi per terra, programmare le attività a lungo termine per mantenere un andamento costante e non dettato solo dagli incentivi. Insomma, servono idee e novità tecnologiche, per garantire una domanda adeguata anche negli anni a venire”.

Il ruolo delle pompe di calore

“Il superbonus e le misure dello sconto in fattura e della cessione del credito hanno dato nuova linfa al mercato delle costruzioni – commenta Stefano Negri, Marketing Director della Divisione Climatizzazione di Mitsubishi Electric -. In particolare, le pompe di calore sono e saranno sempre più l’elemento centrale dell’ammodernamento degli impianti di climatizzazione. Questi sistemi rappresentano un esempio di tecnologia efficiente che, grazie all’utilizzo dell’energia rinnovabile, contribuisce al soddisfacimento delle esigenze di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria in modo sostenibile. Il loro rendimento energetico supera del 60% le soluzioni tradizionali a combustione di gas naturale o gasolio (caldaie), garantendo inoltre un approccio rinnovabile all’utilizzo dell’energia”.

… e della loro integrazione con il fotovoltaico

“La valutazione è sicuramente positiva – aggiunge Gianluca Figini, Air Solution Director di LG Electronics Italia -. In passato esistevano già meccanismi di incentivazione come il 50%, il 65% e il Conto Termico che negli anni hanno aiutato il mercato. Il 2020 è stato invece un anno di transizione, anche dal punto di vista normativo, e la pandemia ha rallentato la diffusione delle pompe di calore. Oggi assistiamo a una maggior penetrazione delle soluzioni aria-acqua, proprio grazie al superbonus. Il nostro obiettivo è permettere ai clienti di trarre beneficio da queste agevolazioni fiscali con soluzioni integrate sviluppate in sinergia con la nostra divisione dedicata al fotovoltaico. Questo consente di fare il famoso salto energetico di due classi, migliorando così l’efficienza complessiva dell’edificio”.

Comfort e superbonus? La via dell’efficienza

“Il Superbonus ha inizialmente faticato a prendere piede – conclude Axel D’Angelo, product manager di Daikin Italia -. In primis per la sua difficile comprensibilità, poi per la grande mole di documentazione necessaria, denunciata anche dal premier Mario Draghi. Sebbene questi scogli esistano ancora, è solo durante la fine del 2020 e l’inizio del 2021 che la filiera si è adattata ai nuovi requisiti. Negli ultimi mesi le richieste sono aumentate enormemente e, di concerto, la penetrazione delle pompe di calore in Italia ha continuato e continua ad aumentare. Con grande soddisfazione vediamo finalmente esprimersi la potenzialità di questo mercato. E dunque la possibilità effettiva del raggiungimento dei target di decarbonizzazione e di efficientamento energetico”.

Non solo superbonus

Daniele Spizzotin, General Manager di Toshiba, conferma e rafforza questa opinione. “Gli incentivi sono molto allettanti, soprattutto per il settore residenziale – spiega il manager -. Siamo consapevoli del fatto che il mercato oggi è sostenuto dal superbonus ma non siamo preoccupati per il dopo, perché puntiamo su una crescita organica basata sull’acquisizione di clienti nuovi e fidelizzati. Ritengo dunque possibile mantenere il trend di crescita, anche se sarà più difficile. Per questo è importante, in questo periodo, programmare e agire in modo coerente e mai improvvisato. E soprattutto seguire il giusto approccio con il canale della distribuzione”.

Percorso Smart Building Smart City: leggi e scarica lo speciale di Elettricomagazine

Così come ogni mattone è fondamentale per costruire un edificio, ogni edificio è la chiave per le nuove città. E le città saranno fondate sulla cooperazione di abitanti, condomini, enti e mezzi di trasporto. Gli edifici risponderanno alle esigenze della comunità producendo e consumando energia sostenibile. Il nuovo ebook Smart Building Smart City racconta proprio questo percorso: la tecnologia è già disponibile e pronta a rispondere a queste esigenze.

Cosa è uno smart building?

Si definisce Smart Building un edificio i cui impianti sono gestiti in maniera intelligente e automatizzata, attraverso l’adozione di un’infrastruttura di supervisione e controllo degli impianti stessi. Il tutto per ottimizzare il consumo energetico, il comfort e la sicurezza degli occupanti, garantendone inoltre l’integrazione con il sistema elettrico di cui il building fa parte. Come sottolineato nell’ultimo studio dell’Energy Strategy Group, il mondo dello Smart Building sta crescendo, complici anche le priorità a livello internazionale sul tema dell’efficientamento energetico e della sostenibilità a 360°.

e book Elettricomagazine articolo comfort

Cosa è una città intelligente?

Tanti smart building, insieme, gettano le basi delle città intelligenti. Ma il concetto di Smart City è molto di più, in quanto tiene conto di due processi evolutivi, quello dei servizi pubblici e dell’attività privata. Ambiti che interagiscono fra loro in modo sempre più rapido ed efficace grazie all’impiego diffuso delle nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica.

Dall’analisi delle differenti definizioni di Smart City emergono caratteristiche ricorrenti che l’Unione europea colloca in sei grandi settori: Smart Economy, Smart Mobility, Smart People, Smart Governance, Smart Living e Smart Environment.

percorso Smart Building smart city Elettricomagazine

Percorso Smart Building Smart City: il magazine digitale

Per realizzare una smart city, dunque, non si può prescindere da edifici intelligenti. La dimostrazione è tra le pagine di questo ebook, dove tecnologia, trend di mercato e applicazioni si fondono per disegnare le città del futuro.

Leggi e scarica gratuitamente il magazine e scopri come costruire un futuro intelligente e sostenibile.

ebook Smart Building e Rinnovabili Elettricomagazine

Lo speciale “Percorso Smart Building Smart City” è stato realizzato grazie al prezioso contributo di: Caleffi Hydronics Solutions, Daikin, D-Link, Fronius, Gewiss, Mitsubishi Electric, Schneider Electric, Smart Building Expo.

Mobotix HUB, gestione video flessibile, scalabile e sicura

Si amplia l’offerta di Mobotix con il nuovo software di gestione video Mobotix HUB.
Mobotix HUB risponde a esigenze di ogni tipo: da poche telecamere posizionate in un singolo luogo a migliaia di dispositivi distribuiti in tutto il mondo.

La piattaforma aperta di gestione video Mobotix HUB è pensata per gestire tutti i sistemi video Mobotix abilitati ONVIF e più di 10.000 telecamere e dispositivi aggiuntivi dislocati ovunque nel mondo, compresi i sempre nuovi strumenti di analisi video e altre funzionalità di intelligenza artificiale.

Gestione e analisi a livello centralizzato

Pur rimanendo le telecamere alla base di ogni sistema di sicurezza, un software basato sul deep learning e sull’intelligenza artificiale permette di analizzare gli eventi nel dettaglio e di assicurare non solo protezione, ma anche ottimizzazione dei processi. Il flusso di lavoro, il business e la produzione possono così essere resi da un lato più sicuri e, dall’altro, molto più efficienti.

Da questo punto di vista, Mobotix HUB fornisce all’utente una gestione a livello centralizzato di tutti i componenti della rete, permettendo una visione a livello panoramico del sistema video e di sicurezza e, di conseguenza, un controllo ai massimi livelli possibili.

Cinque versioni, una per ogni esigenza

Mobotix HUB

Sono cinque le differenti versioni di Mobotix HUB, pensate per rispondere alle necessità di ogni ambiente e di ogni condizione operativa.

Si parte da Mobotix HUB L1, gratuito, per installazioni su un’unica sede di piccole dimensioni con un massimo di otto telecamere, fino ad arrivare a Mobotix HUB L5, adatto per applicazioni estremamente grandi nelle quali sono richiesti elevati standard di sicurezza, con un numero illimitato di telecamere e dispositivi installati su più sedi dislocate in tutto il mondo.

Qualunque sia la versione scelta, per ciascuna è possibile accedere tramite Mobile, Web o Desk Client.
Per i due livelli più avanzati (L4 e L5) è disponibile il Video Wall, utile per fornire all’utente una panoramica completa del sistema da un unico centro di controllo.

Un sistema sicuro e aperto

La capacità di integrare i sistemi video Mobotix abilitati ONVIF è un ottimo punto di partenza, ma l’azienda non si è fermata qui. Il sistema è di tipo aperto: consente cioè di integrare altre soluzioni e tecnologie video, risultando così espandibile quasi all’infinito.

Mobotix si impegna inoltre a rilasciare tre aggiornamenti all’anno, indispensabili affinché il sistema risulti sempre sicuro e completo con le funzioni più avanzate.

Come tutte le soluzioni Mobotix, anche Mobotix HUB è stato studiato per consentire una comunicazione end-to-end sicura, ai fini di proteggere i dati personali, ma anche l’intera rete. Una continua attività di ricerca e sviluppo in merito alla cybersecurity offre una tutela costante nei confronti di qualsiasi tipologia di cyberattacco. Il software Mobotix HUB offre un’intera gamma di meccanismi di sicurezza: le autorizzazioni di amministratore e utente a più livelli lato server, combinate con l’uso di rigorose procedure di sicurezza IT, lo rendono ideale per soddisfare le esigenze delle realtà che mettono al primo posto la sicurezza dei propri dati.

Climatizzazione e costo delle materie prime: ne usciremo indenni?

Quanto pesa l’impennata del costo delle materie prime sul mercato italiano della climatizzazione? Il tema di natura internazionale impatta, in modo pesante, anche sulle attività interne. Potremmo definirla una tempesta perfetta, e non solo per il mondo del comfort.

Durante il lockdown del 2020, le chiusure degli impianti estrattivi e produttivi hanno ridotto la disponibilità delle commodity. Oggi, la forte ripresa economica di Usa e Cina ha causato un nuovo boom della domanda e, in parallelo, un forte rialzo dei prezzi. La sfida dei produttori di tecnologie per il clima sta ora nel bilanciare l’assorbimento di percentuali di aumento elevatissime, con la necessità di non “caricare” questo peso su distributori e consumatori.

Costo delle materie prime: i dati italiani

I rincari, a doppia cifra e addirittura oltre, sono anche molto diffusi. Coinvolgono soprattutto acciaio, rame, plastica, alluminio, petrolio e legno, ma stanno impattando anche il settore agroalimentare. A preoccupare maggiormente la filiera produttiva italiana sono acciaio e alluminio. Secondo il Centro Studi Confindustria, infatti, nel primo trimestre 2021 le relative quotazioni sono aumentate del 40% (+130% tra novembre 2020 e febbraio 2021) e del 18%. Anche il rame non ferma la sua corsa: a febbraio 2021 si registra un rincaro del 26% rispetto a ottobre 2020.

Il tema, naturalmente, tocca anche l’industria della climatizzazione. Come sono cambiate le dinamiche di mercato? Cosa aspettarci nei mesi a venire? Lo abbiamo chiesto ai rappresentanti di quattro importanti aziende del settore.

Costo delle materie prime alle stelle: cosa pensano le aziende italiane

Una reazione a catena

“Il mercato HVAC sta mostrando una forte crescita della domanda, sia per il “rimbalzo” post-covid sia per il consolidamento delle politiche di incentivazione fiscale – commenta Axel D’Angelo, product manager di Daikin Italia -. A questo processo si accompagna anche un incremento dei costi delle materie prime e dei componenti, che impattano inevitabilmente sulla nostra filiera produttiva. In generale, nel settore dell’idrotermosanitario ci siamo resi conto fin da inizio anno del progressivo incremento dei costi sul mercato legati ad accessoristica e semilavorati (in particolare rame e plastica). Purtroppo questo ha provocato l’aumento dei prezzi dei componenti e dei sistemi della filiera HVAC, insieme a quelli di tanti altri mercati. Un impatto che ha toccato anche le diverse filiali commerciali, chiamate ad adeguarsi alla nuova situazione”.

Bilanciare perdite e ripercussioni sul mercato

“Si tratta ormai di un dato oggettivo – aggiunge Attilio Verzilli, Sales Manager di Carrier DX -. Basti pensare a come si realizza un apparecchio di climatizzazione: plastica, rame e acciaio stanno subendo rincari senza precedenti. Ma le materie prime non sono l’unico problema della nostra filiera. Ci sono anche i trasporti globali, rallentati dalla pandemia, e la componente speculativa di questa preoccupante situazione. Noi costruttori dobbiamo cercare di coniugare le esigenze produttive senza riversare i costi sul mercato. La criticità del momento è stata in parte mascherata dagli incentivi statali, che riescono a compensare almeno in parte le perdite. Ma da qui ai prossimi 4-5 mesi dovremo programmare attentamente le attività produttive, auspicando un secondo semestre 2021 di parabola discendente dei prezzi”.

Dal costo delle materie prime al problema dei trasporti

“L’incremento del prezzo delle materie prime è diventato concreto lo scorso aprile, perché i primi mesi dell’anno erano legati ad acquisti effettuati nel 2020 – spiega Gianluca Figini, Air Solution Director di LG Electronics Italia -. Da gennaio 2021, tuttavia, si registra anche un costo maggiore per i trasporti. In questo caso il fenomeno è più complesso perché è legato alla scarsa disponibilità di container. Questi aumenti però non sono stati completamente trasferiti sul prezzo di cessione dei prodotti, che avrebbe pesato interamente sulla distribuzione. Siamo infatti riusciti a gestirli in gran parte al nostro interno grazie al forte aumento delle vendite, che ha cambiato le economie di scala e la nostra capacità di coprire i costi fissi. Lo scenario non si è ancora stabilizzato: l’abilità delle aziende sta nel trovare il giusto equilibrio tra il costo del trasporto e i tempi per rendere disponibili i prodotti”.

Le strategie dell’industria

“La filosofia di Toshiba è quella di non riflettere i rincari sul mercato – racconta Daniele Spizzotin, General Manager di Toshiba -. A maggio, purtroppo, ci siamo dovuti arrendere all’evidenza di un costo delle materie prime praticamente triplicato. Il leggero allineamento del listino previsto nella seconda metà dell’anno non dovrebbe tuttavia impattare negativamente sul business dei professionisti e sui consumatori italiani. Parlando soprattutto del clima residenziale, infatti, i grossisti acquistano circa l’80% del fabbisogno annuo nel primo semestre, quindi hanno già completato gran parte dell’attività del 2021. La speranza, poi, è che non si registrino ulteriori aumenti in chiusura anno. Ogni decisione presa dalla casa madre è funzionale anche alla necessità di continuare a fare innovazione, a investire in attività ricerca e sviluppo e garantire la qualità che contraddistingue i nostri climatizzatori”.

Ripartire dai segnali positivi

“Sappiamo quali conseguenze sta lasciando la pandemia, tra queste rientra anche l’aumento dei costi delle materie prime e della logistica che stanno pesando non solo sulla nostra filiera ma su tutti i mercati e settori – conclude Stefano Negri, Marketing Director Divisione Climatizzazione di Mitsubishi Electric -. Il diffondersi del SARS-CoV-2 ha imposto un cambio non solo nelle abitudini dei consumatori ma anche in quelle dei nostri partner professionali. Ma non tutti i segmenti hanno registrato un segno negativo: per esempio in ambito pompe di calore abbiamo assistito a una crescita (anche significativa) rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente. In termini generali, il business nell’ultimo trimestre è migliorato e siamo certi che per l’anno in corso il fatturato chiuderà in positivo”.

I vantaggi di una industria biomedicale connessa

Industria biomedicale e smart manufacturing? Un’opportunità di crescita, competitiva e qualitativa, per un comparto strategico dell’economia italiana. Parliamo, in epoca pre-Covid, di quasi 4mila imprese, con oltre 76mila dipendenti, e un fatturato nazionale di 11,4 miliardi di euro. Il prossimo aggiornamento dei dati Confindustria fotograferà una rete di produttori, distributori e gestori di servizi ancor più dinamica. In un mercato certamente provato dagli accadimenti dell’ultimo anno, ma altrettanto orientato all’innovazione, per garantire maggiore sicurezza a personale sanitario e pazienti.

Cosa può fare l’IoT? Ottimizzare i processi, digitalizzare serializzazione e tracciabilità, portare efficienza energetica e operativa.

Industria biomedicale: settori e sfide

Vista la delicatezza del contesto applicativo, partiamo da una specifica riflessione sul tipo di produzione e sui requisiti normativi.

Il settore comprende le aziende di:

Qui, la principale sfida è sviluppare dispositivi sicuri e conformi ai Regolamenti Europei (MDR 2017/745 – MDR 2020/561 e IVDR 2017/746) e al altre norme internazionali. Non da meno, la necessità di assicurare la tracciabilità di ogni prodotto. Si tratta infatti di un’attività che incide in maniera diretta sulle persone: è fondamentale assicurare garanzie in termini di qualità e affidabilità dei processi produttivi.

Industria biomedicale italiana

I 4 vantaggi del biomedicale 4.0

Qui entrano in gioco le tecnologie digitali, capaci di rispondere perfettamente alle esigenze di sicurezza, tracciabilità e serializzazione di ogni dispositivo. Ma anche il business vuole la sua parte: gli investimenti 4.0 garantiscono continuità operativa e abilitano la manutenzione preventiva. Oltre ai temi dell’efficienza, del risparmio energetico e della flessibilità.

Il “dunque” dell’integrazione smart è riassunto nei seguenti vantaggi.

Gestione digitalizzata dei dati

Tra le preoccupazioni dei dirigenti aziendali, insieme all’obsolescenza tecnologica e alle difficoltà nella gestione dei dati, c’è quella di ridurre i processi manuali. Le informazioni digitalizzate arrivano in tempo reale, possono essere utilizzate in simultanea e garantiscono maggiore rapidità di intervento.

I sistemi di monitoraggio, inoltre, consentono di pianificare la manutenzione, tracciare accuratamente la produzione e gestire eventuali cambi di ricette e formati. Un mix di tecnologie che mette i dati al centro del sistema decisionale aziendale.

Industria biomedicale e gestione smart dei dati

Manutenzione intelligente

Acquisire i dati dagli impianti, collocarli in dashboard e trasformarli in notifiche consente ai tecnici di intervenire sul posto esattamente quando è necessario e con tutto ciò che serve per riparare/sostituire il macchinario.

Non solo, le informazioni raccolte abilitano la manutenzione predittiva: i software riescono ad anticipare gli interventi prima che avvengano i guasti, aiutando gli addetti a prendere le decisioni più convenienti in ogni situazione. Si va così nella direzione della resilienza dei processi produttivi più critici, reagendo efficacemente agli eventi che possono generare danni e garantendo la rapida ripresa delle attività.

Le sfide della serializzazione

Trasparenza e tracciabilità sono le parole-chiave del regolamento UE 2017/745, che introduce un sistema di tracciamento dei dispositivi basato su un codice identificativo unico del dispositivo medico. Lo Unique Device Identifier (UDI) è infatti definito come “una serie di caratteri numerici o alfanumerici creata sulla base di norme di identificazione dei dispositivi e di codifica accettate a livello internazionale che consente l’identificazione inequivocabile di dispositivi specifici sul mercato”. All’UDI è collegato anche un database di registrazione UDID (UDI Database) contenente le informazioni chiave del prodotto direttamente tracciabili.

Oltre alla corretta gestione dello standard GS1, l’attribuzione del codice di identificazione consente di sviluppare un sistema di etichettatura per ogni prodotto (es. lenti a contatto, cerotti adesivi, pacemaker, scanner a raggi X, ecc.). Il sistema di tracciabilità diventa quindi fondamentale per ottimizzare il controllo delle non-conformità. E, naturalmente, per la gestione di forniture, scorte, materiali obsoleti o esauriti. Infine, l’UDI aiuta anche a contrastare la circolazione di dispositivi contraffatti: un fenomeno grave in quanto legato a rischi per la salute dei cittadini.

Flessibilità di produzione

I processi digitali favoriscono l’integrità del prodotto e la sostenibilità dei processi. Implementano inoltre un livello di standardizzazione dell’automazione che porta a:

La soluzione si chiama EcoStruxure

La complessità dell’industria biomedicale richiede fornitori tecnologici all’altezza, in termini di affidabilità e di supporto in tutto l’iter progettuale. Ecco perché Schneider Electric ha deciso di spostare il classico focus dell’automazione industriale verso un nuovo modo integrato di concepire la produzione, più efficiente, intelligente e digitale.

Al centro della proposta per l’industria biomedicale, l’architettura EcoStruxure: una piattaforma abilitata per tecnologie IoT, pronta all’uso, aperta e interoperabile. Innovazione a tutti i livelli, dai prodotti connessi al controllo locale, alle app, agli strumenti analitici e ai servizi.

Riformare il mercato elettrico per permettere la transizione energetica

Alla luce degli obiettivi della transizione energetica è necessario riconsiderare i criteri del capacity market e i progetti pilota per l’apertura del mercato dei servizi, oltre a porre grande attenzione al processo di definizione del Testo Integrato del Dispacciamento Elettrico (TIDE). Italia Solare ha individuato alcuni punti su cui è necessario intervenire: creare le condizioni per la transizione energetica, rivedere il mercato della capacità, garantire la piena trasparenza dei costi e valorizzare il ruolo dei sistemi di accumulo.

“Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e dare concretezza alla transizione energetica si rendono necessari alcuni cambiamenti all’interno del sistema energetico, a partire dal mercato della capacità che necessita di piena apertura alle rinnovabili, alla domanda e allo storage, valorizzando adeguatamente il contributo che le FER sono in grado di fornire in termini di adeguatezza e sicurezza del sistema” ha sottolineato Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.

6 priorità per la transizione energetica

Italia Solare ha indicato sei priorità per consentire alle rinnovabili di penetrare nel mercato e consentire quindi l’avvio della transizione energetica:

  1. disciplina del mercato per il servizio di dispacciamento: occorre pianificare l’introduzione di misure in grado di rimuovere le posizioni di potere di mercato presenti anche con un adeguato sviluppo della rete di trasmissione, inteso anche come installazione di dispositivi in grado di garantire servizi di rete come la regolazione di tensione
  2. domanda: abilitare e valorizzare il contributo della domanda per l’erogazione di servizi ancillari, anche attraverso forme sperimentali di autobilanciamento
  3. evoluzione ruolo distributori: non più semplici facilitatori ma gestori del bilanciamento locale. Il ruolo ricoperto dalla generazione distribuita richiede peraltro che tutti gli impianti di produzione siano monitorati e gestiti, attraverso la dotazione di apposita strumentazione
  4. sistemi di accumulo: rimuovere definitivamente gli attuali limiti alla loro diffusione. I progetti pilota hanno dimostrato che la condizione di mercato attuale in cui i sistemi di stoccaggio devono operare non sono adeguati, sia in termini di incentivi sia in termini di regolamentazione – è indispensabile favorire lo sviluppo di sistemi di storage stand-alone e/o presso impianti di produzione da fonti rinnovabili e siti di consumo, non certo presso le grandi centrali termoelettriche. Fondamentale importanza riveste anche la definizione di specifici servizi, utili al sistema, in grado di valorizzare appieno le potenzialità dello storage.
  5. costi della transizione energetica: per garantire piena trasparenza è necessario sviluppare analisi previsionali e garantire rendicontazioni dei costi per la transizione energetica
  6. impatti positivi derivanti dal previsto superamento del PUN a favore di un prezzo più attinente alle dinamiche locali, quale prezzo di riferimento per la valorizzazione dei prelievi di energia dalla rete.

Questi i punti presentati ad Arera per dare un forte impulso alla transizione energetica.