I ventilconvettori che sanificano l’aria

Aermec presenta – alla fiera digitale MCE Live+Digital 2021 – una linea di ventilconvettori Serie FCZH progettata per garantire comfort e sicurezza negli ambienti che richiedono un elevato grado di igiene. Un cuore tecnologico in grado di distruggere gli agenti patogeni e garantire al contempo raffrescamento o riscaldamento.

A seguito della pandemia da coronavirus il mondo della climatizzazione sta studiando soluzioni in grado di prevenire o limitare la diffusione delle infezioni all’interno degli ambienti. Per questo motivo Aermec ha integrato nella propria gamma di ventilconvettori FCZH e FCZIH (quest’ultima ad inverter) un sistema di igienizzazione dell’aria.

La gamma unisce alle prestazioni di silenziosità, affidabilità, bassi assorbimenti elettrici e design dalle linee eleganti anche l’azione igienizzante del sistema fotocatalitico.
La serie FCZH – disponibile sia nella versione on-off sia nella versione con tecnologia Inverter – è adatta per l’installazione verticale e orizzontale sia a vista sia canalizzata.

Un cuore tecnologico con processo fotocatalitico

Il metodo molto efficace per igienizzare l’aria rimane però quello dell’inattivazione dei microorganismi e degli agenti patogeni e potenzialmente nocivi, cioè la loro distruzione biologica, attraverso l’utilizzo di un emettitore a raggi UV, dispositivo di cui i ventilconvettori FCZH sono dotati.

Il dispositivo UV (con spettro di emissione compreso tra le lunghezza d’onda di 220 e 300 nm), attraverso la luce emessa, irradia su una superficie di Biossido di Titanio (TiO2): tale sinergia provoca una forte ionizzazione dell’umidità contenuta nell’aria e la conseguente formazione di specie fortemente reattive e ossidanti (H2O2 e OH-), che vanno ad attaccare gli agenti inquinanti, degradandoli ed eliminandoli. Il risultato è una potente azione biocida con decomposizione dei VOC (Composti Organici Volatili) e rilascio di sostanze innocue come CO2 e H2O.

Il catalizzatore, realizzato a nido d’ape, permette di aumentare la superficie di reazione di fotocatalisi, massimizzando e garantendo così l’efficienza del Sistema. Grazie al dispositivo fotocatalitico presente sui ventilconvettori della serie FCZH si ottiene un abbattimento della carica virale che riduce le probabilità di contagio.

L’efficacia del dispositivo è stata testata presso le Università di Padova e di Camerino: 84% di abbattimento della carica virale non solo nell’aria trattata ma anche sulle superfici (dopo un funzionamento di 12 ore). Oltre ad un’azione igienizzante confronti dei virus, questa soluzione è in grado di ridurre la presenza di batteri, germi, sostanze nocive.

I ventilconvettori che sanificano l’aria di Aermec

I ventilconvettori Serie FCZH sono adatti a diverse applicazioni

È sempre più necessario offrire soluzioni per la climatizzazione che garantiscano la giusta e corretta igiene dell’aria che circola negli ambienti indoor, soprattutto nelle strutture ospedaliere e sanitarie, case di cura che ospitano persone bisognose di cure o di riabilitazione a lunga degenza.
Grazie all’azione germicida del dispositivo di depurazione aria, FCZH è particolarmente idoneo all’installazione in ambienti con particolari esigenze di igiene quali:

Si presta anche all’installazione in ambienti dalla destinazione d’uso più comune quali uffici, saloni di bellezza, abitazioni di persone soggette ad allergie o a deficit immunitari…

Energia rinnovabile: Internet of Things, Big Data e Intelligenza Artificiale

Si parla sempre più spesso di quanto le rinnovabili siano un tassello fondamentale per un concreto sviluppo sostenibile e per un futuro decarbonizzato, tanto che la quota di energia verde è un obiettivo immancabile per qualsiasi piano relativo a transizione economica ed energetica. Proprio per il ruolo sempre più importante dell’energia rinnovabile, quindi, non stupisce sapere che sono in molti ad essere impegnati sul fronte della ricerca e sviluppo di soluzioni sempre più performanti, sostenibili e adatte alle esigenze di un mercato sempre più variegato.

È proprio in questo modo che il mondo delle rinnovabili incontra un altro settore che suscita sempre più interesse: quello delle nuove tecnologie, come Internet of Things, IA, Big Data.

Perché combinare l’energia rinnovabile con le nuove tecnologie

Il motivo per cui la diffusione dell’energia rinnovabile richiama (quasi in modo automatico) il mondo delle nuove tecnologie risiede principalmente nella loro mutevolezza e imprevedibilità. Inoltre, il fatto che ci siano obiettivi sempre più ambiziosi di efficienza e risparmio energetico porta alla necessità di produrre impianti di qualità sempre maggiore, ma anche di favorire lo sviluppo di un modello energetico completamente nuovo e coerente con le nuove soluzioni che abbiamo a disposizione. Le rinnovabili, infatti, fanno si che il modello di gestione e distribuzione dell’energia debba essere necessariamente più dinamico.

La diffusione dei sistemi per la produzione di energia rinnovabile trasforma i consumatori in produttori e da vita ad una rete di diffusa, che non funziona più in modo unidirezionale. Questa novità porta con sé la necessità di aumentare il controllo della rete e il monitoraggio dei consumi, anche per poter gestire le fluttuazioni di produzione e consumi, sempre maggiore. L’Internet of Things, la sensoristica, i Big Data e l’Intelligenza Artificiale diventano così la soluzione a queste nuove sfide.

energia elettrica diventa sostenibile

Internet of Things, Big Data e Intelligenza artificiale per un’energia più pulita

Come anticipato, è la combinazione di IoT, sensori, IA e raccolta ed analisi dei dati a fare la differenza. Un primo esempio di applicazione IoT al mondo dell’energia è rappresentato dagli Smart Meters, i contatori intelligenti in grado di raccogliere dati in modo puntuale, abilitando una sorta di comunicazione diffusa tra i consumatori e i produttori. Il monitoraggio costante dei consumi permette anche agli utenti di essere maggiormente consapevoli e, di conseguenza, incentiva i comportamenti utili al risparmio energetico.

L’Internet of Things, quindi, rimane uno degli strumenti privilegiati per ridurre i consumi energetici.

Allo stesso modo, sfruttare la sensoristica per monitorare interamente la rete di distribuzione permette di raccogliere grandi quantità di dati in tempo reale, utilizzabili per una corretta erogazione dell’energia, senza sprechi e senza disguidi. L’energia, in questo modo, viene erogata solo dove e quando serve, con offerte mirate alle reali esigenze del mercato e prevenendo i problemi che spesso derivano da improvvisi e imprevedibili picchi di domanda. Un controllo costante, inoltre, favorisce la prevenzione di possibili guasti e malfunzionamenti, che verrebbero in ogni caso intercettati in modo immediato.

Per quanto riguarda le rinnovabili, con “l’uprgade tecnologico” della rete di distribuzione, diventano parte integrante del sistema, grazie alla raccolta di dati direttamente dagli impianti e alla visione di un quadro completo di produzione, uso e consumo di energia sul territorio. Questo è possibile anche per la possibilità di eseguire analisi complesse dei dati e di usare di algoritmi di apprendimento automatico, in grado di gestire la rete in modo coerente con gli obiettivi di mix energetico e di aprire le porte del mondo dell’energia alle applicazioni di IA.

Le nuove tecnologie, quindi, diventano uno strumento per mantenere sotto controllo la variabilità della produzione dei sistemi per l’energia rinnovabile, che dipendono da molti fattori esterni, principalmente metereologici. Un monitoraggio in tempo reale degli impianti, favorisce l’organizzazione e la distribuzione energetica in modo da sopperire ai limiti che ancora oggi presentano le rinnovabili. La raccolta dei dati sul funzionamento dei singoli impianti permette di elaborare stime sempre più precise e attendibili della produzione di energia eolica e solare. In un certo senso, anche questo va a ridurre le problematiche dell’imprevedibilità delle fonti rinnovabili che, seppur non acquisiscano maggior costanza, diventano più programmabili.

La sensoristica, inoltre, assicura una verifica costante dello stato degli impianti, facendo sì che la tecnologia rimanga sempre nelle migliori condizioni.

 

MCE Live + Digital 2021: tecnologie e sistemi integrati per il comfort abitativo

Integrazione tecnologica non solo tra soluzioni e sistemi di diversa natura, ma anche tra comparti industriali e competenze. Ecco l’anima della fiera MCE Mostra Convegno Expocomfort, che quest’anno si presenta in una nuova veste digitale. MCE Live+ Digital 2021 raccoglie il meglio delle proposte dedicate al comfort abitativo e porta avanti il concetto della transizione energetica.

Massimiliano Pierini MCE - Mostra Convegno Expocomfort

Massimiliano Pierini, managing director di Reed Exhibitions Italia

Il tutto in un format pensato per esprimere al meglio la commistione tra diversi ambiti tecnologici che caratterizza oggi il mondo del comfort. “Dobbiamo tenere conto della necessità di una gestione intelligente delle diverse componenti impiantistiche della casa – sottolinea Massimiliano Pierini, managing director di Reed Exhibitions Italia -. Ad esempio, un tempo esisteva una distinzione netta tra riscaldamento e condizionamento, oggi ormai si parla di climatizzazione 365 giorni all’anno. Lo stesso vale per il settore idrotermosanitario ed elettrico: oggi infatti si parla di Smart Building e Smart Home dove le tecnologie si parlano e si fondono per regalare un nuovo modo di abitare”.

Al centro di tutto, “il risparmio energetico e l’efficienza energetica, i driver che muovono tutte le strategie di sviluppo del nostro settore e dei nostri mercati”, aggiunge Pierini.

Anche se MCE Live + Digital non è quest’anno un luogo fisico, dove incontrarsi e toccare con mano le innovazioni tecnologiche, la fiera ha tutte le carte in regola per confermarsi un punto di riferimento per ciò che sono e saranno le tecnologie in grado di garantire comfort abitativo.

Il futuro è la gestione degli impianti

In questa evoluzione smart, quali saranno i settori più interessanti? Pierini non ha dubbi: “sicuramente quello della gestione degli impianti”. La digitalizzazione e la connettività dei prodotti, in ambito civile e industriale, stanno trasformando le città. La tecnologia oggi consente di fare tutto ciò che si desidera, ma è indispensabile integrare sistemi e soluzioni, facendo dialogare al loro interno diverse famiglie di prodotti.

Come si progetta un edificio? Partendo dall’impianto

Lo abbiamo detto, il motore del cambiamento è l’integrazione di sistemi e impianti. “Se si guarda all’edificio, non si distingue più tra gestione di impianto termico e di impianto elettrico – dice Pierini -. La figura del progettista assume un ruolo sempre più importante, in virtù della necessaria intelligenza degli impianti. Non solo, è fondamentale anche gestire tale integrazione”. Nascono quindi nuove professionalità capaci di considerare l’edificio nel suo complesso, integrando uso di acqua, energie e di tutti i sistemi.

“Una volta il punto di partenza era l’involucro, con la sua forma e la parte estetica, ora invece si tratta anzitutto la valutazione energetica – il cosiddetto rating energetico –, pensando a ciò che si vuole realizzare, e poi se ne considera l’aspetto. Un cambio di passo straordinario, che ha consentito uno sviluppo costante delle nostre aziende”.

MCE Live + Digital 2021 si rivolge a installatori e progettisti in primis, e a tutte queste nuove professionalità. E lo fa attraverso convegni, webinar di aziende e appuntamenti promossi dalle associazioni di categoria. Un valido calendario per aiutare i professionisti in questo nuovo approccio integrato tra impianti, tecnologie e gestione energetica dell’edificio.

Arredare casa con le placche Chorus Monochrome Collections

5 colori, 2 finiture, 4 stili: la serie civile Chorus  di Gewiss si amplia con le nuove Monochrome collections per soddisfare qualsiasi esigenza di arredo d’interni.

Perfetta armonia tra placche e tasti, linee pure e eleganti contraddistinguono la nuova gamma i cui colori neutri si intonano con le tendenze d’arredo e di design contemporanei. Per rendere unico ogni ambiente Gewiss punta su lucido e opaco per regalare effetti di luce inaspettati.

4 stili per donare carattere alla casa

Gewiss propone numerose soluzioni estetiche per rispondere alle esigenze di ogni ambiente. è possibile scegliere tra quatto stili:

4 diverse tipologie di placche Gewiss

4 stili per dare carattere alla casa: le placche della gamma Monochrome Ice e Ice Touch, Lux, Geo, One (da sx a dx)

5 tonalità per Monochrome collection

Le nuove collezioni Monochrome sono disponibili in 5 colori neutri per regalare un look senza tempo ad ogni ambiente:

Bianco satinato – molto in voga il total white si adatta a qualsiasi casa dalle più decorative alle più classiche, dalle più minimali alle più moderne

Natural beige satinato – una sfumature elegante e raffinata per un look sofisticato ricchezza cromatica

Nero satinato – ideale per dare forte personalità alla stanza, il nero, infatti, mette in evidenza le linee, incornicia, traccia i confini

Bianco lucido – il total white in versione lucida regala luminosità e riflessi

Titanio lucido – un must del vivere contemporaneo, sinonimo di modernità e tecnologia avanzata. Questa placca punta sull’originale e sull’industrial style

Chorus: estetica e tecnologia avanzata

Chorus è la serie civile connessa di Gewiss, basata su un’ampia offerta di dispositivi modulari che unisce estetica ricercata, tecnologie all’avanguardia e funzioni avanzate per rispondere alle esigenze. Chorus si caratterizza per scalabilità, innovazione e flessibilità.

Con questa serie civile è possibile implementare funzioni per creare una vera smart home grazie anche a dispositivi di tipo touch, alla possibilità di comandare l’impianto con la voce o attraverso una app.
Con Chorus è possibile scegliere oltre 80 combinazioni di colori, materiali, finiture e forme, utilizzando sempre lo stesso supporto.

Arredare casa con le placche Chorus Monochrome Collections placche

Climatizzazione intelligente, le soluzioni Alperia Bartucci a MCE

Comfort ambientale e risparmio in bolletta sono difficili da far convivere. Ma la tecnologia negli ultimi anni ha permesso di ottenere risultati ottimali evitando sprechi e, in definitiva, risparmiando energia (e soldi).

Ne sono un esempio le soluzioni per il controllo intelligente dei dispositivi di climatizzazione di Alperia Bartucci, che parteciperà alla edizione online di MCE Mostra Convegno Expocomfort dall’8 al 16 aprile 2021.  Questa edizione della fiera, completamente digitale, offrirà una occasione unica per confrontarsi con i principali attori del settore e trovare così le soluzioni più indicate per le esigenze di ciascun utilizzatore.

Le soluzioni allo stand virtuale di Alperia Bartucci

Nel proprio stand virtuale, Alperia Bartucci mostrerà le proprie tecnologie brevettate per il comfort abitativo, tutte guidate dall’Intelligenza Artificiale e dall’Internet of Things:

Per tutta la durata della manifestazione, nello stand di Alperia Bartucci sarà inoltre disponibile un webinar dedicato alle soluzioni tecnologiche per i grandi edifici con un focus sul caso studio dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, unico scalo italiano scelto da ENEA come opinion leader per l’efficientamento energetico.

Il Gruppo SAVE, rappresentato da Giovanni Lamenza, Direttore area tecnica ed Energy Manager dello scalo veneziano, testimonierà i vantaggi dell’utilizzo del Sistema di controllo avanzato Sybil HVAC. L’adozione di questa tecnologia all’interno dello scalo ha permesso di ridurre di circa il 30% i consumi di energia delle macchine impiegate per il condizionamento dell’aria e di mantenere contemporaneamente inalterati i già elevati standard di comfort dei passeggeri.

Garantita la possibilità di networking con i buyer anche in modalità virtuale: coloro che parteciperanno alla digital edition di MCE, dopo essersi precedentemente registrati nella piattaforma digitale ufficiale, potranno prenotare un appuntamento con i business developer di Alperia Bartucci per risolvere dubbi e chiedere consigli sulle Sybil Solutions presenti nello stand online.

Inverter PVS-10/33-TL per un fotovoltaico smart, potente e flessibile

Il fotovoltaico cresce, si evolve, affronta nuove sfide. La tecnologia, di pari passo, risponde alle esigenze globali dell’energia green con più soluzioni efficienti e flessibili, come gli inverter PVS-10/33-TL, la nuova proposta FIMER che “sposa” due driver importanti nelle applicazioni industriali e commerciali. Parliamo delle installazioni di moduli bifacciali e del revamping degli impianti fotovoltaici esistenti.

Entrambi, alzano l’asticella dei requisiti tecnologici e strategici della transizione energetica. Ma, al contempo, schiudono scenari e opportunità non trascurabili per il mercato delle rinnovabili.

Perché puntare sui moduli bifacciali

Partiamo dalla prima tendenza. La tecnologia non è nuova, ma solo negli ultimi anni la si può considerare di uso “comune”. L’International Technology Roadmap for Photovoltaic (ITRPV) stima che la quota di mercato dei moduli bifacciali passerà dal 10% del 2020 al 35% circa nel 2030. Ed è facile capire perché: oltre a massimizzare il rendimento energetico dell’impianto, utilizzando entrambi i lati del pannello, la tecnologia risulta oggi più accessibile anche dal punto di vista economico.

Lo confermano anche le previsioni di Wood Mackenzie Power & Renewables. Secondo gli analisti, infatti, la capacità di moduli bifacciali toccherà i 21 GW entro il 2024, guidata soprattutto dai mercati dell’Asia Pacifico, del Nord America e del Medio Oriente. Anche se la pandemia ha frenato la diffusione degli impianti solari su alcuni mercati, i motivi per puntare su questo tipo di installazione non mancano.

Vantaggi e sfide del bifacciale

Il principale vantaggio del bifacciale – lo abbiamo detto – è il rendimento energetico. Una recente indagine SolarPro sui produttori di moduli fotovoltaici parla di aumenti a doppia cifra, rispetto alle soluzioni tradizionali:

Insomma, il bilancio tra costi e prestazioni è incentivante, soprattutto nelle installazioni utility-scale, industriali e commerciali.

Come in tutte le cose, tuttavia, c’è un rovescio della medaglia. Se il lato del pannello rivolto al sole funziona al pari dei moduli tradizionali, le prestazioni del lato posteriore devono tenere in considerazione alcune variabili applicative (es. qualità/colore del tetto o del terreno).
Gli inverter, nel complesso impiantistico, giocano un ruolo fondamentale: garantire il massimo delle performance anche a fronte del maggiore carico di corrente in ingresso.

La soluzione? Gli inverter PVS-10/33-TL

Dove la flessibilità di carico è un fattore cruciale, arrivano i nuovi PVS-10/33-TL. FIMER ha progettato questi inverter di stringa trifase nelle taglie da 10 a 33 kW, per offrire elevata densità di potenza e grande flessibilità di progettazione d’impianto. Tra le funzionalità smart c’è anche il monitoraggio della corrente di ogni singola stringa, che può raggiungere una tensione di ingresso fino a 1100 Vdc, consentendo l’utilizzo di stringhe più lunghe in un range di temperature più ampio.

I modelli da 20, 30 e 33 kW, nello specifico, sono pensati per le installazioni di moduli bifacciali. Le tre unità, infatti, hanno quattro canali di ingresso: due che operano a 22 A – adatti ai moduli regolari – e due a 26 A, ideali appunto per queste installazioni. Tale predisposizione ben si sposa con un trend di mercato che vede i moduli tradizionali continuamente incrementare la corrente erogata verso l’inverter.

Inverter PVS-10/33-TL: le possibili applicazioni

Revamping fotovoltaico senza pensieri

La nuova linea PVS-10/33-TL è progettata per vincere anche l’altra grande sfida della transizione energetica: il revamping del parco fotovoltaico installato. Anche qui, la flessibilità tecnologica è fondamentale. Il primo obiettivo di questi progetti, infatti, è preservare e rilanciare gli investimenti rinnovabili, assicurando il massimo della produzione di energia e i ricavi generati dal corretto funzionamento dell’impianto.

Per garantire tutto questo, è importante intervenire sugli inverter in modo “chirurgico”, ovvero eseguire l’intervento di sostituzione col minimo impatto possibile in termini di extra-costi e mancata produzione energetica. Gli inverter PVS-10/33-TL, in questo contesto, sono la scelta giusta in quanto garantiscono piena retrocompatibilità con i modelli precedenti.

Grazie all’integrazione di nuove funzionalità digitali e al design semplice ed efficace, la famiglia PVS-10/33-TL si adatta infatti a qualsiasi tipo di revamping, con costi minori in termini di installazione e manutenzione. La connettività Wi-Fi/Ethernet integrata consente inoltre di realizzare architetture di rete flessibili basate su TCP/IP , nonché la facile sostituzione di ogni dispositivo di rete. Gli inverter sono infine dotati anche di un sistema opzionale di correzione dell’effetto PID (Potential Induced Degradation), per garantire nel tempo le prestazioni dei moduli fotovoltaici.

Che si tratti di pannelli ad alta corrente, pannelli bifacciali, di revamping o di altre installazioni, l’esperienza di FIMER accompagna gli installatori nella nuova era dell’energia solare. Soluzioni tecnologiche, app dedicate e supporto tecnico a tutti i livelli sono la chiave di una partnership orientata a progetti vincenti.

Comunità energetiche, il futuro passa dal coinvolgimento sul territorio

Siamo ancora ai primi passi, ma anche in Italia le prospettive delle comunità energetiche si presentano estremamente interessanti, con la concreta possibilità che recitino un ruolo di primo piano nel processo di transizione energetica verso una società ad impatto zero.

Se ne è parlato durante il webinar “Le Energy Community come leva per lo sviluppo sostenibile delle città”, organizzato dal Politecnico di Milano. Di particolare interesse la relazione introduttiva di Davide Chiaroni, uno dei fondatori di Energy & Strategy, il gruppo di ricerca del Politecnico che si occupa del mondo delle nuove fonti energetiche, della sostenibilità, dell’economia circolare e degli ecosistemi smart.

Un modello innovativo per lo sfruttamento delle rinnovabili

Innanzitutto Chiaroni ha ricordato come “le comunità energetiche rappresentano un modello innovativo relativamente alla produzione e il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Una comunità energetica può essere definita come un insieme di persone/organizzazioni che possono associarsi per condividere energia rinnovabile prodotta da impianti di generazione distribuita”.

Un nuovo soggetto che, appunto, si sta facendo strada anche nel nostro Paese dove “a partire dal decreto Milleproroghe del febbraio 2020, e con una successiva serie di delibere e decreti, siamo arrivati a elaborare le prime linee guida, le prime indicazioni su come queste comunità energetiche possono tradursi sul territorio. Un’azione di sviluppo, quella relativa alle comunità energetiche, che è proseguita nonostante il periodo della pandemia”.

Le configurazioni più efficaci delle comunità energetiche

Chiaroni ha poi sottolineato che se la volontà è quella di rendere “le comunità energetiche dei tasselli fondamentali per lo sviluppo smart delle comunità e delle città, è importante muoversi verso delle configurazioni che permettano davvero di sfruttare in maniera intelligente la produzione e il consumo di energia”.

Ed ancora, “più complessa è la comunità energetica, più servizi è in grado di erogare con maggiore efficienza e più attori entrano a far parte dell’ecosistema della comunità energetica. Ad esempio, accanto al gestore di rete si affiancano i fornitori di piattaforme e software, i fornitori di colonnine di ricarica, i fornitori di sistemi di storage, quelli per gli impianti di produzione energetica da rinnovabili… E più sono gli attori coinvolti, più interessante diventa anche la ricaduta economica associata alla comunità energetica”.

Tre scenari di sviluppo: moderato, intermedio e accelerato

Da qui il gruppo Energy & Strategy del Politecnico ha delineato alcuni scenari di penetrazione delle comunità energetiche immaginando che comincino a svilupparsi sul territorio con un’intensità cha varia da moderata, intermedia o accelerata. In particolare, il primo scenario prevede iniziative promosse dal basso capaci di produrre dei benefici economici.

Nello scenario intermedio si prendono invece in considerazione delle strutture capaci di sviluppare in maniera più proattiva l’azione delle comunità energetiche attraverso il ruolo dei developer, cioè i soggetti che hanno il compito di sviluppare sul territorio l’insieme delle comunità energetiche. Infine, nello scenario accelerato, l’impatto dei developer è amplificato da una grande azione di comunicazione volta a diffondere la consapevolezza dei cittadini sulle potenzialità che le comunità energetiche hanno all’interno del sistema.

comunità energetiche: i tre scenari possibili

Conseguenze importanti sulla produzione da rinnovabili

Quali che siano i tre scenari, le conseguenze ipotizzate sulla produzione da rinnovabili nel nostro Paese saranno comunque importanti. Nel dettaglio, il contributo delle comunità energetiche rispetto alla produzione da fotovoltaico prospettata per il 2025 (40,1 TWh/anno) è stimato al 7,5% nello scenario moderato, che diventa un 10,7% e un 15,5% nel caso di sviluppo intermedio o accelerato.

Un incremento nella produzione energetica a cui corrisponderà un importante ritorno economico per le imprese che si occupano della fornitura delle principali tecnologie abilitanti alla formazione delle comunità energetiche. Benefici che riguarderanno soprattutto venditori e installatori di impianti fotovoltaici il cui volume d’affari nel 2025 è destinato ad accrescersi dai 2,5 agli oltre 5 miliardi di euro a seconda dello scenario preso in considerazione.

Le ricadute energetiche e ambientali delle comunità energetiche

Meno consistenti in termini quantitativi, ma altrettanto significativi ragionando per crescita percentuale, gli incrementi del giro d’affari per le imprese che commercializzano sistemi d’accumulo (fino a +600 milioni di euro nel 2025) e per le aziende che forniscono hardware, software ed altre tecnologie abilitanti (la crescita stimata è fino a 300 milioni di euro).

Comunità energetiche: le tecnologie abilitanti

Mobilità sostenibile, partnership tra Volkswagen Italia e PLT puregreen

In un’ottica di mobilità sostenibile, scegliere un’auto elettrica è un passo importante. Ma non basta: occorre impegnarsi anche per scegliere energia pulita, proveniente da fonti rinnovabili.

Per questo Volkswagen Italia e PLT puregreen hanno instaurato una partnership che permetterà agli acquirenti di un veicolo elettrico della casa tedesca di avere una fornitura domestica di energia 100% green prodotta dagli impianti eolici di proprietà del Gruppo PLT energia, con in più il vantaggio di uno sconto che permette di percorrere gratis fino a 5.000 km a zero emissioni in due anni.

Chi è PLT puregreen

PLT puregreen è un operatore eolico italiano con una capacità installata pari a 245 MW. La mission di PLT puregreen è legata alla sostenibilità, con l’obiettivo di cambiare il modo di vivere l’energia e sensibilizzare le persone sulle problematiche ambientali, invitandole ad agire sui comportamenti individuali.

Una visione che si integra perfettamente con la strategia Volkswagen Way To Zero, il percorso verso il bilancio neutro di carbonio, dalla produzione delle vetture e di tutte le componenti, fino alla consegna ai clienti, che Volkswagen intende raggiungere entro il 2050, in linea con i dettami degli Accordi sul Clima di Parigi.

L’offerta Full Green

PLT puregreen

I possessori di una Volkswagen ID.3 o ID.4 potranno accedere alla offerta Full Green di PLT puregreen, una proposta dedicata che incentiva la ricarica domestica della vettura elettrica tramite la fornitura di energia green al 100% da fonti rinnovabili prodotta dagli impianti eolici di proprietà del Gruppo PLT energia.

L’offerta Full Green prevede un prezzo fisso per la componente energia e uno sconto mensile di 5,50 Euro + IVA sulla componente energia per 24 mesi, equivalente a fino 5.000 km di percorrenza gratuita e a zero emissioni con una vettura elettrica Volkswagen.

Stazioni di ricarica per fuoristrada: Jeep ci crede!

Jeep ha annunciato di voler installare stazioni di ricarica per veicoli elettrici nei sentieri fuoristrada negli Stati Uniti come parte di una partnership con Electrify America. I caricabatterie sulla rete di ricarica Jeep 4xe saranno alimentati a energia solare o, dove necessario, saranno collegati direttamente alla una rete elettrica. La nuova rete sarà ovviamente compatibile anche con i prossimi veicoli rilasciati, come l’annunciato fuoristrada full electric Magneto.

Le nuove stazioni di ricarica per fuoristrada Jeep

Le prime stazioni apriranno la prossima primavera a Moab (Utah), presso il Rubicon Trail di Pollock Pines (California) e a Big Bear (sempre in California). Una scelta non scontata, ma che viene incontro alle esigenze di chi vuole vivere il fuoristrada al 100% anche con i nuovi veicoli elettrici o ibridi.

Jeep Magneto full electricLe colonnine offriranno un una ricarica di livello 2 (240 Volt): sufficienti per ricaricare completamente il pacco batteria da 17 kWh del Wrangler 4xe in circa due ore fornendo circa 34 km di autonomia in modalità full electric.
Questi caricabatterie saranno disponibili gratuitamente per i possessori di Jeep 4xe tramite una app mobile e saranno compatibili con i futuri veicoli elettrici del gruppo Stellantis.

Nel corso del prossimo anno verranno aggiunte ulteriori stazioni di ricarica sui percorsi fuoristrada Jeep Badge of Honor negli Stati Uniti. L’annuncio arriva pochi giorni dopo che Jeep ha svelato il suo concept per un Wrangler completamente elettrico, chiamato Magneto. Il suo design è basato sulla Jeep Wrangler Rubicon del 2020, con un motore elettrico che offre fino a 370 Nm di coppia e 285 cavalli, con un sistema da 800 Volt distribuito su quattro pacchi batteria.

Smart Home: non solo prodotti, ma anche servizi

La Smart Home, ovvero la casa intelligente, conquista ogni anno sempre più italiani, con un mercato che presenta costantemente novità interessanti. Quest’anno, inoltre, il tema della casa ha assunto un ruolo particolarmente importante, proprio a causa del cambio di abitudini che tutti abbiamo vissuto a causa della pandemia.

Il Report di febbraio sulla Smart Home del Politecnico di Milano mostra che il mercato della casa intelligente, nel 2020, in realtà non è cresciuto, ma è decisamente aumentata la cultura digitale degli utenti italiani (+25%). Le persone, infatti, talvolta costrette dalla situazione emergenziale in corso, sono più propense alle attività digitali e le relative conoscenze sono di conseguenza cresciute.

Il mercato della Smart Home vale 505 milioni di euro e si apre sempre di più a nuove possibilità di business. La casa intelligente, infatti, non è fatta di soli oggetti: i dispositivi smart diventano anche veicolo di nuovi e utili servizi, che concorrono all’aumento del benessere degli abitanti e dell’efficienza delle case.

La trasformazione digitale dei servizi

L’interesse delle persone verso il mondo digitale non riguarda solo gli oggetti e le tecnologie, ma anche la possibilità di usufruire di servizi in modo innovativo. Proprio come avviene nel contesto “città”, anche in casa le persone possono migliorare la propria qualità della vita usufruendo di vari servizi in versione “virtuale”. Le prenotazioni online, la consultazione digitale dei referti medici, i pagamenti con lo smartphone, le notifiche su eventi e news della propria città, lo sharing, sono solo alcuni esempi di come già oggi il concetto di “smartness” si estende dagli oggetti ai servizi.

Infatti, la tecnologia abilita gli oggetti, ma trasforma anche i servizi, che diventano più accessibili e crescono di qualità. Inoltre, proprio La pandemia ha mostrato l’importanza di concentrare l’attenzione su soluzioni alternative, che assicurino la continuità, l’efficacia e la qualità dei servizi di cui le persone hanno bisogno, anche in casa propria. Nascono così nuovi modelli di business, che integrano il mondo della tecnologia con quello dei servizi. Ecco alcuni esempi.

Smart Home: non solo prodotti, ma anche servizi

Manutenzione degli impianti e interventi in caso di guasto

Uno dei principali servizi abilitati dalla tecnologia è quello relativo al monitoraggio del funzionamento degli impianti. Grazie all’Internet of Things, infatti, oggetti e impianti sono connessi alla rete e, di conseguenza, permettono un controllo e un accesso da remoto, non solo da parte degli utenti. La connessione della caldaia da vita ad un sistema virtuale accessibile dagli utenti, ma anche da tecnici, manutentori e produttori stessi, Una caldaia connessa, ad esempio, offre la possibilità di usufruire di un servizio di pronto intervento, da parte di tecnici e manutentori, che spesso possono fare una verifica della problematica da remoto. Il controllo da remoto della caldaia, inoltre, introduce anche il tema della manutenzione preventiva, che permette ai tecnici manutentori di intervenire prevenendo i guasti.

Lo stesso discorso fatto per la caldaia, vale anche per altre tipologie di impianti, ad esempio i pannelli fotovoltaici.

Controllo e monitoraggio energetico

Uno dei vantaggi (e contemporaneamente degli scopi) di una casa intelligente è il monitoraggio dei propri consumi energetici. La consapevolezza degli utenti di quanta energia viene utilizzata in casa, infatti, è il primo passo verso il risparmio energetico. È così che nasce un altro dei servizi dedicati alla Smart Home: il monitoraggio energetico da remoto, effettuato in modo professionale da parte di terzi.

Si tratta di un servizio che si ricollega all’energy management, di grande interesse soprattutto in edifici di maggiori dimensioni. I dati raccolti sono analizzati e interpretati, con lo scopo di suggerire azioni per l’ottimizzazione dei consumi.

Sicurezza: interventi immediati in caso di necessità

Molte aziende impegnate nel settore sicurezza e videosorveglianza offrono, spesso combinato all’acquisto di prodotti quali videocamere e sensori di movimento, un servizio di pronto intervento in caso di infrazione o emergenza. Di simile funzionamento, potrebbero essere i servizi offerti dalle assicurazioni, che integrano alle normali polizze sulla casa, un servizio di assistenza costante, utile, ad esempio, in caso di riparazioni di emergenza. Quello della sicurezza, oltretutto, è il comparto che ancora rappresenta la fetta di mercato più importante per l’Internet of Things dedicato alla casa, con un valore economico che raggiunge i 150 milioni di euro.

Assistenza sanitaria e “medicina” digitale

Le tecnologie dedicate alla salute e al benessere delle persone susciteranno interesse e investimenti sempre maggiori. Si parla di Smart Healthcare, ovvero di una sanità intelligente che, grazie alla tecnologia, cerca di migliorare le condizioni di salute e benessere dei pazienti. Questo significa anche raccolta e analisi di dati, scambio di informazioni e maggior interattività tra i soggetti coinvolti.

Soprattutto ora, con la crescita dell’isolamento – anche fisico – delle persone e con le difficoltà delle strutture sanitarie a rispondere alla domanda degli utenti, offrire un servizio di assistenza virtuale, ma costante e presso la propria abitazione è sicuramente importante, soprattutto per alcune categorie fragili, come gli anziani. Non si tratta solo di risolvere o rilevare emergenze, ma anche di fare passi avanti con il monitoraggio costante dello stato di salute dei pazienti, così da prevenire sempre più l’insorgenza di problematiche e malattie.

Fitness, tempo libero e pagamenti smart

Infine, proprio per il fatto che passiamo in casa sempre più tempo, sono proliferate le idee di servizi relativi al fitness e al tempo libero. Istruttori virtuali, personal trainer, corsi online, assistenti chef, sono solo alcuni degli esempi di servizi sempre più diffusi. A questi si aggiungono anche servizi di pagamento virtuali sempre più comodi e veloci: se un servizio viene selezionato ed erogato solo online, anche il pagamento deve essere altrettanto snello e semplice.