Energia marina per spingere la corsa net-zero

Il mix rinnovabile è anche questione di energia marina. Sfruttare le maree e le correnti oceaniche, infatti, significa valorizzare una risorsa naturale maggiormente pianificabile, attraverso adeguati sistemi di distribuzione che ottimizzino la gestione delle DER (Distributed Energy Resources).

Proprio per accelerare la disponibilità commerciale dell’energia marina e la transizione energetica verso una società net-zero, Schneider Electric e Minesto hanno firmato un protocollo d’intesa per lo sviluppo di impianti basati sulla tecnologia Deep Green di Minesto.

Sfruttare energia marina con Minesto e Schneider Electric

Come sfruttare l’energia marina

La collaborazione tra le due global company offrirà al mercato energetico soluzioni più sostenibili e resilienti. Cosa prevede l’accordo? Unire prodotti e know how di Schneider Electric con le tecnologie Minesto per produrre energia green dalle maree e delle correnti oceaniche.

Le due aziende coinvolgeranno come utenti pilota produttori indipendenti e utility del settore elettrico. Progetti che vanno dalle più piccole microgrid a impianti multi megawatt, da valutare caso per caso anche in base alle rispettive pipeline. Il tutto, con l’integrazione di sistemi tecnici, project management, processi di vendita, opportunità di project financing.

“Lavoreremo per utilizzare questa partnership come strumento per affermare una visione – commenta Martin Edlund, CEO di Minesto -. E per informare i decison maker delle opportunità e dei vantaggi che le nuove tecnologie complementari per le energie rinnovabili offrono. Non ultimo, la possibilità di costruire sistemi energetici completamente sostenibili, basati sulla disponibilità di un carico prevedibile di energia generata dagli oceani”.

Nuovi orizzonti sostenibili e prevedibili

Il protocollo sigla anche l’ingresso di Schneider Electric nel settore dell’energia marina. Il potenziale e le aspettative, nello sviluppo di un mix energetico decarbonizzato, sono tante.

“Non vediamo l’ora di lavorare con Minesto per inserire l’energia degli oceani nel mix rinnovabile globale – spiega Gary Lawrence, Presidente del segmento Power and Grid di Schneider Electric -. Questo consente di equilibrare l’apporto delle fonti variabili con una risorsa energetica prevedibile. Per noi è molto importante entrare nel settore dell’energia marina con un partner che sta sviluppando una tecnologia del tutto innovativa, con un mercato globale e il potenziale di produrre energia a costo competitivo”.

 

LeasysGO! sbarca anche a Milano con centinaia di 500 elettriche

Dopo Torino, LeasysGO! raggiunge anche Milano. Il comune lombardo e Leasys hanno annunciato l’arrivo del servizio di car sharing che permetterà di noleggiare una delle Nuove 500 elettriche.

Il lancio, atteso entro le prossime settimane, avverrà a un anno esatto dall’evento di presentazione a Milano della citycar elettrica del brand Fiat.

Il servizio è completamente gestibile dal proprio smartphone, grazie all’app dedicata. Noleggiare la Nuova 500 è molto semplice: basterà acquistare il voucher di iscrizione annuale su Amazon, al costo di 19,99€, convertirlo sulla piattaforma digitale LeasysGO e prenotare l’auto. Il tutto pagando una tariffa mensile molto competitiva, di 19,99 €, comprensiva di 2 ore di sharing al mese: una volta esaurite, il costo del servizio passerà in modalità pay-per-use al costo di 0,29€ al minuto, fino ad un massimo di 43,5€ per l’utilizzo di un’intera giornata.

La flotta LeasysGO! a Milano

Le 400 auto presto disponibili a Milano saranno free floating: potranno quindi essere utilizzate dai clienti all’interno dell’area di copertura senza alcuna limitazione e vincoli di parcheggio. Per la ricarica verrà utilizzata l’ampia rete di colonnine elettriche pubbliche presenti in città, a cui si aggiungeranno 3 hub di ricarica Leasys dedicati alla flotta di Nuove 500 elettriche.

L’arrivo di LeasysGO! a Milano, principale centro economico del Paese, segna il raggiungimento di un traguardo fondamentale per il progetto volto ad affermare una mobilità ecosostenibile tramite la riduzione delle emissioni di CO2. Un progetto che Leasys ha avviato con l’inaugurazione nel 2020 del primo Leasys Mobility Store completamente elettrificato, presso l’aeroporto di Torino Caselle, e subito dopo di Milano Malpensa e Linate, e che andrà avanti nel 2021 con l’elettrificazione di tutti gli Store d’Italia.

Decarbonizzazione: come accelerarla. Le proposte delle associazioni ambientaliste

La bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituisce un ulteriore passo verso la compiuta definizione del Piano che dovrà essere predisposto dall’Italia entro il 30 aprile per accedere ai fondi di Next Generation EU, il nuovo pacchetto dell’Unione Europea volto a sostenere la ripresa post Covid-19. Per l’occasione, WWF, Legambiente, Greenpeace, Transport & Environment e Kyoto Club hanno realizzato un documento congiunto indirizzato alle Istituzioni, in cui chiariscono che cosa si aspettano di vedere incluso nella revisione del PNRR rispetto alla lotta al cambiamento climatico e al processo di decarbonizzazione.

Sintetizziamone i punti salienti.

Decarbonizzazione: le richieste delle associazioni ambientaliste per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Come puntualizzato nel documento condiviso, “la decarbonizzazione è un percorso che prevede l’abbandono delle fonti fossili, una maggiore efficienza dei consumi e il completo approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili.” Secondo le associazioni ambientaliste, queste mission rappresentano il fulcro della decarbonizzazione, il presupposto per lo sviluppo dell’innovazione e della riconversione produttiva del nostro Paese. Tali mission vanno declinate nei settori chiave della decarbonizzazione, ovvero:

WWF, Legambiente, Greenpeace, Transport & Environment e Kyoto Club si aspettano che tutti questi elementi vadano a costituire il cuore del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Le associazioni chiedono in particolare:

Criteri di valutazione

Entrando ancor più nel merito, le organizzazioni ambientaliste valuteranno la coerenza e l’efficacia del PNRR per imprimere una forte accelerazione verso la decarbonizzazione, partendo dai seguenti criteri:

Tali criteri costituiscono lo schema di analisi applicato dalle associazioni nelle consultazioni sulla revisione del Piano e nella valutazione del testo finale.

Progetti e riforme da adottare per la decarbonizzazione

Sulla base di questi criteri, il documento congiunto di WWF, Legambiente, Greenpeace, T&E e Kyoto Club elenca possibili ambiti di progetti e riforme per le diverse dimensioni identificate.

Riforma dei sistemi energetici: priorità alle rinnovabili

Come precisato nel documento, “la realizzazione degli impianti rinnovabili nel sistema elettrico (FER) rappresenta un settore dove crescita economica e degli investimenti, lavoro e decarbonizzazione coincidono”. Secondo le cinque organizzazioni ambientaliste, il PNRR deve concentrarsi su questa dimensione sia nei progetti sia nelle riforme.

Allo stato attuale, le rinnovabili sono competitive sul mercato italiano ma il loro sviluppo è bloccato dall’impossibilità di ottenere autorizzazioni in tempi ragionevoli e da un mancato completamento delle policy nazionali. Il PNRR deve essere in grado di invertire questa tendenza, riportando le rinnovabili al centro della policy energetica.

Il primo punto di partenza per raggiungere l’obiettivo dovrà focalizzarsi perciò sulla riforma delle autorizzazioni e sul rapido aggiornamento del Piano Energia e Clima (PNIEC), con lo scopo ultimo di portare almeno 6.000 MW di rinnovabili elettriche l’anno, attraverso interventi attenti a minimizzare il consumo del suolo.

Efficienza energetica degli edifici

Nell’ambito dell’efficienza energetica, secondo le associazioni, il PNRR deve puntare ad accelerare gli interventi di riqualificazione profonda oltre a definire una strategia che veda l’efficienza energetica nel settore costruzioni come un pilastro del rilancio dell’economia nazionale. Tra i punti basilari deve inserirsi l’avvio di programmi significativi negli edifici pubblici, a partire dalle scuole e dall’edilizia residenziale. Anche in riferimento all’edilizia privata, i piani di spesa vanno vincolati a obiettivi minimi di efficienza.

decarbonizzazione e sosteniblità

Il patrimonio edilizio esistente in Italia deve essere ripensato nel suo complesso, tracciando un programma per ridurre fino ad azzerare la quantità di fonti fossili utilizzate.

Mobilità

Come puntualizzato nel documento, le sfide da affrontare nel settore della mobilità sono molteplici: dalla diminuzione della CO2 al miglioramento della qualità dell’aria, passando per lo svecchiamento del parco veicolare fino alla riduzione del tasso di motorizzazione.

L’abbattimento delle emissioni climalteranti del settore dei trasporti deve emergere come un elemento centrale del PNRR. Le cinque organizzazioni suggeriscono in particolar modo progetti focalizzati sulla mobilità urbana e regionale, per circa 30 miliardi di euro, inclusivi della messa in sicurezza delle strade.

Nel PNRR non può inoltre mancare l’elettrificazione del sistema dei trasporti e la contemporanea realizzazione dell’infrastruttura di ricarica.

Industria

Rispetto al settore industriale, il documento condiviso suggerisce la necessità di tre diversi programmi:

In ultimo, nel documento si auspica che lo spirito di consultazione del nuovo Governo con le associazioni ambientaliste venga mantenuto anche nella sostanza e nel merito delle decisioni, coinvolgendo la società civile e le sue rappresentanze.

Il cambiamento climatico si ferma con le buone abitudini

Contro il cambiamento climatico, contano più i comportamenti della tecnologia. Ne è convinto il 41% degli italiani intervistati in occasione dell’Indagine BEI sul clima 2020-2021. Solo nel 25% dei casi, invece, la percezione degli obiettivi sostenibili e delle azioni che favoriscono la green economy passa dall’innovazione tecnologica. Ancor meno dagli investimenti pubblici e privati in progetti verdi e dagli obblighi normativi, che completano il quadro rispettivamente al 22% e al 12%.

Tutti d’accordo, l’83% delle risposte, sul fatto che si debba tener conto dei divari di reddito e delle disuguaglianze sociali. Ma le aspettative dei nostri concittadini sono per certi aspetti diverse da quelle dei “colleghi” europei e globali. Le approfondiamo in seguito.

Stop al cambiamento climatico: priorità che cambiano

Lotta al cambiamento climatico: il confronto tra nazioniLa terza edizione della survey realizzata dalla Banca europea per gli investimenti evidenzia una tangibile verità: i cittadini di tutto il mondo sono divisi sulle scelte prioritarie da compiere per contenere i cambiamenti climatici. Cina e Stati Uniti credono soprattutto nella tecnologia, con il 35% e il 34% di share. I comportamenti virtuosi occupano invece il 32% e il 31% delle risposte. In Europa, una media del 39% ritiene che il cambiamento radicale delle abitudini individuali – consumi e trasporti in primis – sia la via più efficace verso la sostenibilità. Solo il 29% degli europei si dice fiducioso sull’apporto dell’innovazione tecnologica.

All’indagine hanno partecipato oltre 30.000 persone di 30 Paesi, intervistate tra il 5 ottobre e il 2 novembre 2020

Interessante, tuttavia, il divario geografico. I cittadini di Portogallo (51%), Slovacchia (44%), Lussemburgo (43%) e Germania (42%) sono della partita delle attitudini personali, mentre i Paesi nordici propendono per la tecnologia. Una situazione praticamente ribaltata rispetto all’Italia: 40% in Svezia, 38% in Finlandia e 36% in Danimarca.

Trasporti e consumi: cosa siamo disposti a fare?

Il cuore dell’indagine BEI sul clima è dunque costituito dall’evoluzione green dei trasporti e dei consumi. Parliamo di ridurre l’inquinamento causato dai mezzi privati, migliorare i servizi pubblici, limitare la produzione non sostenibile dei beni di consumo, agire secondo i principi dell’economia circolare. Ecco cosa ne pensano gli italiani.

Viva il trasporto pubblico (magari elettrico)

Secondo il 43% degli intervistati, le modifiche nel settore dei trasporti devono essere prioritarie nella lotta al cambiamento climatico. Più della metà dei partecipanti al sondaggio si dichiara favorevole al potenziamento del trasporto pubblico (47%). Il 49%, inoltre, vede di buon grado le auto elettriche sovvenzionate.

Stop al cambiamento climatico: le migliori azioni secondo gli italiani

Quanto al trasporto urbano, le priorità sono di origine normativa:

Infine, sempre per fermare il cambiamento climatico, gli italiani sono disposti a ridurre gli spostamenti quotidiani casa-lavoro. Anzi, il 38% degli intervistati ritiene fondamentale ampliare le opportunità dello smart working.

Quanto impattano i consumi

In ottica rifiuti, il 54% è favorevole all’attuazione di migliori sistemi di riciclo. Il 52%, inoltre, approverebbe il divieto di prodotti e servizi che generano gas serra. Una percentuale superiore alla media europea del 44% che fa ben sperare sullo sviluppo sostenibile italiano.

Tuttavia, rispetto ad altre nazioni, in Italia c’è meno interesse a cessare la fabbricazione di prodotti non sostenibili o non riparabili (35% rispetto al 48% Ue).

Ideali diversi di decarbonizzazione

Alla domanda “perché l’Italia dovrebbe ridurre la dipendenza dai combustibili fossili”, la questione climatica non è al primo posto. Nel 45% dei casi, infatti, il motivo principale è legato al fatto che le riserve mondiali sono in via di esaurimento oppure alla necessità di non acquistare risorse dagli altri Paesi. Per il 29%, invece, la ragione principale va vista nella necessità di ridurre l’inquinamento, soprattutto nelle città. Solo il 23% degli italiani afferma infine che il vantaggio principale sta nel contributo alla lotta ai cambiamenti climatici.

Cittadini al centro della transizione verde

“I cittadini di tutta Europa ci stanno inviando un messaggio incoraggiante – commenta Ambroise Fayolle, vicepresidente della BEI -. Credono fermamente nel potere del comportamento dei singoli individui per far fronte alla crisi climatica. Ma anche che nessuno deve essere lasciato indietro nella transizione verde”.

Resta tuttavia molto da fare, per coinvolgere efficacemente tutti gli attori di questo percorso. Potenziare i progetti green ed esplorare soluzioni innovative per aiutare le persone a evolvere verso un futuro più sostenibile.

BEEPI Virtus, la linea di climatizzatori Beko per la casa

I condizionatori a parete della serie BEEPI Linea Virtus di Beko uniscono un design minimale ma elegante a prestazioni e funzionalità avanzate.

Il pannello frontale bianco si integra in tutti gli ambienti domestici, mentre il pannello di controllo, quando il climatizzatore è spento, diventa completamente invisibile, conferendo così un aspetto elegante e raffinato allo split.

Comfort e funzionalità con BEEPI Linea Virtus

I condizionatori Virtus BEEPI sono in classe di efficienza energetica A+++ in raffrescamento e A++ in riscaldamento. Questo consente di ottenere il massimo confort in estate e in inverno, senza però pesare sulle bollette dell’elettricità.

Massima anche la connettività: i condizionatori Virtus BEEPI possono essere controllati da remoto, accesi e spenti in base alle proprie necessità e impostare parametri personalizzarti (velocità della ventola, orientamento del flusso d’aria).
La app HomeWhiz consente di comandare tutti i dispositivi connessi di Beko – inclusi appunto i nuovi climatizzatori – e di interagire con ciascuno di essi. Grazie ai controlli vocali, si potrà inviare comandi anche utilizzando gli smart speaker.

Split BEEPI Linea Virtus Beko

Il gas utilizzato per i nuovi climatizzatori Beko è il fluorurato R32, che ha un basso impatto sull’atmosfera e agisce in linea con le normative europee di riferimento. Questo gas offre inoltre una maggiore efficienza energetica e una gestione semplificata.
I climatizzatori Beko BEEPI sono tutti dotati di filtro ad alta densità, filtro ai carboni attivi e filtro catalitico a freddo, capaci di trattenere la polvere, evitandone l’immissione nelle stanze, per una casa più pulita e un ambiente più sano.

Con il programma SelfClean+, l’unità interna viene automaticamente settata in modalità raffreddamento con una velocità di ventilazione ridotta per eliminare eventuali residui di polvere dalla pinna dell’evaporatore attraverso l’acqua condensata. Poi, lo split aziona la modalità riscaldamento per asciugare i meccanismi interni e iniziare l’effettiva ventilazione così da soffiare via l’aria umida. La pulizia agli ioni d’argento mantiene il climatizzatore pulito, prevenendo la proliferazione di batteri nocivi.

Caratteristiche aggiuntive

Motore Beko BEEPIMotore ProSmart Inverter – La tecnologia ProSmart Inverter assicura prestazioni eccellenti in tutte le condizioni di utilizzo grazie al motore Inverter che funziona in modo potente, efficiente, veloce e costante.

Gold Guard – Il trattamento Gold Guard migliora l’efficienza del riscaldamento riducendo la frequenza di esecuzione dei cicli di sbrinamento.

Ampio intervallo operativo – Le tecnologie utilizzate nelle unità esterne permettono un ampio intervallo operativo, che consente il funzionamento a prestazioni certificate fino a temperature esterne di +50 °C in modalità raffrescamento e fino a -15 °C in condizioni ambientali più severe.

LongAir – La tecnologia LongAir genera un flusso d’aria con raggio d’azione di 15 metri e capace di raggiungere ogni angolo della stanza. Si tratta di una funzione particolarmente indicata per grandi superfici da climatizzare.

Jet Cool/Jet Heat – Genera un flusso d’aria particolarmente ampio, così da far scendere la temperatura in fretta (fino a 5 °C in pochi minuti). Allo stesso modo, la funzione Jet Heat genera in pochi minuti un flusso di aria calda particolarmente ampio.

Deumidificazione – Consente di ridurre l’umidità ambientale degli interni a metà stagione o nei giorni di pioggia.

Auto-Restart – In caso di cali di corrente, o se l’elettricità viene a mancare del tutto, il climatizzatore grazie alla modalità Auto Restart si riaccende automaticamente non appena la situazione viene rispristinata.

ZoneFollow – La tecnologia ZoneFollow presente permette di rilevare la temperatura in prossimità del telecomando e regolare di conseguenza il flusso d’aria.

Funzione Dolce Sonno – È una funzione pensata per creare le condizioni perfette per le diverse fasi del tuo sonno. Quando è in funzione, il condizionatore rileva la temperatura nella stanza e regola le impostazioni di conseguenza. La funzione Dolce Sonno in fase di riscaldamento abbassa la temperatura di 3 °C ogni 3 ore così da mantenere le condizioni dell’ambiente costanti.

IEEE premia Toshiba Carrier per gli inverter

Toshiba Carrier Corporation ha visto i propri inverter AC (primi al mondo in questa categoria) premiati in qualità di pietra miliare secondo l’IEEE.
L’Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE) ha infatti insignito tra le pietre miliari di valore storico in campo elettrico ed elettronico l’applicazione, per la prima volta al mondo, della tecnologia inverter ai condizionatori d’aria split.

Toshiba, per prima, ha sviluppato inverter sufficientemente compatti e leggeri per la produzione in serie in sistemi di climatizzazione split, per applicazioni commerciali e residenziali rispettivamente nel 1980 e nel 1981.

Il premio agli inverter di Toshiba Carrier

Il programma IEEE Milestones elogia i risultati storici delle innovazioni rivoluzionarie nei settori delle tecnologie elettriche, elettroniche, dell’informazione e delle comunicazioni, che hanno almeno 25 anni e hanno dato un contributo significativo al progresso della società e dell’industria. Il primo riconoscimento IEEE nel settore del riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (HVAC) è stato assegnato a Toshiba Carrier.

La realizzazione della tecnologia inverter applicata ai sistemi di climatizzazione è stata una vera rivoluzione tecnologica; la sua creazione aveva l’obiettivo di incrementare le prestazioni, riducendo i consumi energetici, già all’inizio degli anni ’80.
L’introduzione e la commercializzazione del primo sistema di climatizzazione inverter ha portato all’immediata adozione di questa tecnologia da parte di tutto il mercato giapponese prima e all’uso diffuso di condizionatori d’aria inverter in tutto il mondo poi.

Lo scopo principale dello IEEE è quello di cercare nuove applicazioni e teorie nella scienza elettrotecnica, elettronica, informatica, biomedica e nelle telecomunicazioni e organizza incontri e dibattiti tecnici in tutto il mondo, pubblica testi tecnici e sostiene programmi educativi.

Energia green: perché investire nel fotovoltaico e storage

La sostenibilità è un obiettivo chiave per lo sviluppo futuro del nostro Paese e la consapevolezza di quanto sia importante cambiare le cose oggi per contare su di un futuro migliore domani è ormai matura, soprattutto in ambito ambientale. Nello specifico, l’energia rinnovabile – soprattutto fotovoltaico e storage in Italia – trova un ruolo da protagonista nei progetti di sviluppo sostenibile.

Sostenibilità e ambiente: investire nelle rinnovabili

NellAgenda 2030 l’ONU fissa 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Developments Goals), di cui uno è proprio quello di favorire lo sviluppo dell’energia pulita e accessibile. Per comprendere l’importanza di questo obiettivo è sufficiente pensare che più del 60% delle emissioni globali dipende proprio dalla produzione di energia da fonti fossili, ancora oggi unica fonte disponibile per più della metà del mondo.

L’importanza dello sviluppo delle fonti rinnovabili è ribadita nel Green Deal Europeo, che porterà l’Europa alla neutralità climatica nel 2050. In Italia, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima recepisce quanto contenuto nelle indicazioni europee e nel Decreto Legge sul Clima e punta a raggiungere una quota di energia rinnovabile pari al 30%. Nello specifico, l’obiettivo per il fotovoltaico è quello di raggiungere i 52 GW di potenza installata entro il 2030.

Infine, anche il Recovery Plan italiano, denominato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), individua sei missioni per il rilancio del Paese, di cui una è proprio la rivoluzione verde e la transazione ecologica. È chiaro, quindi, che la direzione sia più che tracciata verso l’energia rinnovabile e le misure per favorirne lo sviluppo saranno sempre di più. Si andrà verso la semplificazione delle autorizzazioni e un aumento delle misure per combattere l’inquinamento. In conclusione, per ogni cittadino investire nel fotovoltaico e in generale nell’energia rinnovabile è una decisione che pesa a favore dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.

Incentivi e detrazioni fiscali per chi investe nel fotovoltaico

Anche se non ci sono più incentivi fiscali specifici per l’installazione di impianti fotovoltaici, è possibile usufruire di quanto previsto per gli interventi di ristrutturazione e, in alcuni casi, per la riqualificazione energetica. Il Superbonus 110%, infatti, include negli interventi trainati incentivabili l’installazione di impianti fotovoltaici, purché combinati ad interventi trainati come la posa di un isolamento a cappotto.

Le detrazioni sono calcolate sulla base della superficie installata, con 2.400 euro per ogni kWh, fino ad un massimo di 48.000 euro. Anche i sistemi di accumulo possono essere portati in detrazione, in questo caso si tratta di 1.000 euro per ogni kWh, sempre con un tetto di 48.000 euro.

Chi non può accedere al Superbonus, inoltre, può ricorrere al Bonus Ristrutturazioni che, però, si ferma al 50% della spesa sostenuta.
Invece, dal 2013 non sono più erogati incentivi con il Conto Termico e il fotovoltaico non rientra nemmeno negli interventi ammessi dall’Ecobonus al 65%.

perché investire nel fotovoltaico e storage

Lo sviluppo dello storage

Considerata l’importanza del fotovoltaico per lo sviluppo sostenibile e le possibilità di ottenere detrazioni ed incentivi fiscali, il terzo e importante punto a favore del fotovoltaico è il crescente sviluppo dei sistemi di storage. Uno dei limiti del fotovoltaico fino ad alcuni anni fa, infatti, era il fatto che il consumo dell’energia prodotta era vincolato al momento in cui questa veniva prodotta. Di conseguenza, l’energia ottenuta dai pannelli fotovoltaici veniva principalmente immessa in rete.

Accumulare l’energia in una batteria, invece, aumenta la flessibilità di utilizzo dell’impianto, favorendo l’autoconsumo di quanto prodotto. Attualmente, la maggior parte dei sistemi di accumulo è di taglia contenuta (inferiore a 20 kWh) e quindi riconducibile all’ambito residenziale. A fronte di un maggior investimento iniziale per l’accumulo, quindi, si ottiene un maggior vantaggio economico. Inoltre, i sistemi di accumulo sono anche la tecnologia abilitante per lo sviluppo delle comunità energetiche, che condividono l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico.

I costi si riducono e la tecnologia fa passi avanti

Investire oggi nel fotovoltaico, poi, permette anche di godere del graduale abbassamento dei costi per i pannelli fotovoltaici e i sistemi di accumulo. Quindi, è necessario un investimento iniziale per la tecnologia minore. Gli impianti, ma anche i sistemi di accumulo, sono sempre più accessibili, sia grazie all’evoluzione tecnologica, che alla sempre maggior diffusione di queste soluzioni. Il calo dei prezzi registrato negli ultimi anni è superiore al 15% e in alcuni casi arriva anche al 20%.
A tutto ciò, si aggiungono i passi avanti fatti con il revamping e il repowering del fotovoltaico, che assicurano un prolungamento della vita dei pannelli, tramite operazioni di ripristino.

Fotovoltaico e mobilità elettrica

Un ultimo motivo per cui risulta vincente la scelta di installare un impianto fotovoltaico con accumulo è legato allo sviluppo della mobilità elettrica. Nonostante l’anno complicato per il settore automotive, il comparto delle auto elettriche ed ibride continua a segnare punti di crescita. In prospettiva di un acquisto, quindi, è importante considerare non solo la possibilità di ricaricare l’auto presso la propria abitazione, ma anche l’origine dell’energia che viene utilizzata per farlo.

L’auto elettrica è una scelta positiva per l’ambiente, ma è importante che sia alimentata con energia pulita e rinnovabile. Inoltre, poter contare sull’autoproduzione abbatterebbe notevolmente i costi di ricarica.

Smart Readiness Indicator degli edifici: pronti a partire?

Cos’è lo Smart Readiness Indicator (SRI) degli edifici? A che punto siamo nella definizione dei suoi risvolti applicativi? Cosa ne pensa il mercato italiano? Rispondono gli esperti dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano nel nostro terzo e ultimo approfondimento dedicato allo Smart Building Report 2020.

Dalla panoramica normativa ed evolutiva di questo indicatore alle opinioni dei player italiani: il mercato degli edifici intelligenti sembra avere molto da guadagnare da un’eventuale “standardizzazione” della sua essenza. Anche se il quadro applicativo risulta tutt’altro che semplice…

Smart Readiness Indicator degli edifici: genesi e dettagli

L’indicatore di intelligenza degli edifici nasce nell’ambito dell’Energy Performance of Building Directive (EPBD) del giugno 2018. L’obiettivo condiviso dalla Commissione europea è quello di definire una metodologia di calcolo per classificare il livello di “smartness” di un immobile.

Cosa si intende per intelligenza? La capacità di migliorare l’efficienza energetica e le performance degli immobili grazie all’adozione di tecnologie digitali.

Il nuovo driver degli edifici connessi

Alla base dello SRI, tre stimoli fondamentali e concatenati:

Il potenziale, sul mercato degli smart building, è innegabile. Gli esperti parlano infatti di un duplice effetto di “market pull” e “demand push”. Nel primo caso, la valutazione dell’indice di intelligenza degli edifici può sensibilizzare gli attori della filiera circa l’impatto dei servizi digitali sul valore degli immobili. Secondo, l’utilizzo di un unico strumento, che racchiude molteplici parametri, spingerà i fornitori di tecnologie a sviluppare soluzioni smart-ready in linea con i criteri dello SRI.

Come si misura l’intelligenza degli edifici

La metodologia di calcolo dell’indicatore si basa su un processo di check-list diretto e immediatamente implementabile. Il certificatore deve verificare i servizi presenti e il loro livello di funzionalità. Ogni servizio è classificato all’interno dei seguenti domini:

Smart Readiness Indicator degli edifici: i 9 domini per calcolarlo

Metodologia di calcolo dello SRI: i domini

Le 7 categorie di impatto

ll contributo di ciascun servizio viene poi aggregato a livello dei 9 domini sopra elencati e valutato in relazione a 7 categorie di impatto.

La suddivisione comprende:

A questo punto, per definire il contributo di ciascun dominio relativamente alle categorie di impatto, servono i coefficienti. Il metodo di calcolo dello Smart Readiness Indicator ne prevede tre: fissi, di peso uguale e con pesi energetici bilanciati (fattori di ponderazione predefiniti e differenziati per tipologia di building e zona climatica).

Smart Readiness Indicator degli edifici: i coefficienti

Metodologia di calcolo dello SRI: i coefficienti

Cosa possono fare gli Stati membri

Ed eccoci al bivio: come tradurre tutto questo nel quadro normativo nazionale? Il processo di consultazione sulle modalità di adozione dello SRI da parte degli stati europei ha “prodotto” diverse modalità di implementazione.

Ogni Paese può stabilire autonomamente come implementare l’indicatore, scegliendo uno di questi punti o combinando diverse opzioni.

Smart Readiness Indicator: cosa si dice in Italia

L’Italia ha recepito la direttiva europea sulle performance energetiche degli edifici con D. Lgs. 48/2020. Tra le sue pagine, tuttavia, non c’è una netta presa di posizione sullo Smart Readiness Indicator, attualmente adottabile su base volontaria. In attesa di auspicabili evoluzioni, gli esperti dell’E&S Group hanno raccolto le opinioni di 60 operatori del settore smart building.

Smart Readiness Indicator degli edifici: la survey del PolitecnicoL’attenzione è alta

La survey evidenzia un buon livello di apertura e curiosità verso questo strumento. Il 65% dei player lo ritiene un meccanismo utile: molti (54%) legano questa affermazione alla possibilità di raccogliere, in un solo indice, tutti i metodi di classificazione e comparazione degli edifici intelligenti. Ancora più rilevante, nessuno lo considera uno strumento inutile, ma il restante 35% degli intervistati ha dichiarato di non averne piena consapevolezza.

Oltre il 60% dei rispondenti considera inoltre possibile l’applicazione dello SRI in tutte le fasi di vita di un edificio. Dalla progettazione alla costrizione, fino alla sua “occupazione”, l’indice di intelligenza abilita la definizione di tecnologie e strategie adeguate all’uso di ogni struttura.

Quali ostacoli alla diffusione dello SRI

Diverse sono le considerazioni sull’applicabilità dello Smart Readiness Indicator in Italia. Gli intervistati evidenziano infatti barriere principalmente legate a:

Ecco perché i partecipanti si mostrano più “freddi” sul fronte italiano, rispetto alla potenziale diffusione del modello a livello comunitario. Circa il 55% dei partecipanti al questionario evidenzia una media difficoltà nell’adozione dello SRI in Italia, che diventa elevata nel 30% delle risposte.

Siamo pronti o no? Forse, con pazienza e metodo

Dalle risposte del campione intervistato si evince che lo Smart Readiness Indicator – come tante altre iniziative Uenon sarà di facile ed immediata applicazione nel nostro Paese. Anzi, al di là dei dettagli normativi bisognerà prendere in considerazione un periodo di transizione, per mettere in atto una strategia concreta ed efficace.

In generale, la nascita dell’indice di intelligenza rappresenta l’inizio di un cammino verso una maggiore coscienza dei vantaggi degli smart building. Tradotto, la strada è lunga ma necessaria. Soprattutto, è tracciata: avere a disposizione una precisa definizione dell’anatomia dello Smart Readiness Indicator degli edifici non può che favorirne gli sviluppi anche in Italia.

RoundTech, illuminazione di emergenza da Eaton

Eaton ha lanciato i nuovi apparecchi della gamma RoundTech, soluzioni all-in-one progettate per rendere l’installazione di sistemi di illuminazione di emergenza più veloce e garantire elevate prestazioni.

La tecnologia eFocus permette infatti l’utilizzo di un unico apparecchio sia per l’illuminazione delle vie di esodo, sia per le aree aperte. Inoltre, la nuova gamma vanta diverse impostazioni configurabili per offrire elevati livelli di flessibilità, consentendo così molteplici possibilità di scelta in fase di progettazione e installazione.

RoundTech, perché rotondo è meglio

Eaton RoundTech illuminazione di emergenza

La forma rotonda di RoundTech offre un rilevante vantaggio in fase di installazione: i nuovi apparecchi possono essere installati in modo rapido ed efficace con carotatrici rotonde oppure con comuni attrezzi da taglio quando vengono previste unità quadrate o rettangolari.

Studiato per l’applicazione su tutti i fori standard da 64 mm a 78 mm, RoundTech utilizza una cornice con impronta rotonda di diametro 110 mm che completa il suo look incassato a filo e che ben si abbina con l’estetica di qualsiasi altro apparecchio ordinario di forma rotonda che si trova nelle vicinanze. Una cornice quadrata è disponibile come accessorio intercambiabile ogni qual volta il design interno lo richieda.

Utili le 4 colorazioni standard (bianco, grigio, argento e nero) disponibili, alle quali si affiancano colori personalizzati all’interno di un ampio range di colori sia per le cornici rotonde, sia per quelle quadrate.

Caratteristiche tecniche

Eaton RoundTechLa sorgente luminosa a bassa temperatura, posizionata in un contenitore compatto, offre un grado di protezione IP65.
Disponibile in versioni da 150, 200 e 400 lm Low Bay per installazioni fino a 9,5 metri di altezza (che permettono una interdistanza di 24 metri a 3 metri di altezza), consente una spaziatura massima di 43 metri con l’eFocus in modalità corridoi e vie di esodo.

La tecnologia eFocus di RoundTech permette di ordinare un unico codice per tutte le applicazioni, oltre a semplificare le modifiche al sistema e ridurre gli errori.

Gli installatori possono configurare in modo rapido la sorgente LED multi-lens integrata tramite un semplice dip-switch, passando dalla modalità per l’illuminazione di vie di esodo strette a quella per aree ampie e antipanico.
Nella modalità antipanico, quando alimentato dalla rete ordinaria, RoundTech offre la possibilità di regolare la luminosità al 100%, al 70% o al 30% per adattarsi meglio alle aree dove valori di luminosità ridotti sono preferibili.

Le batterie LiFePo (ioni di Litio) per un maggior rispetto dell’ambiente alimentano tutta la gamma RoundTech.

Due nuovi prodotti per la manutenzione degli impianti di climatizzazione

Perricone – azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti per la detergenza professionale – ha ampliato la propria gamma di igienizzanti con due prodotti ClimAir e Sterylclima per la manutenzione e disinfezione di impianti di climatizzazione e condizionamento in ambienti domestici e professionali, di sistemi di ricircolo dell’aria di mezzi di trasporto, di impianti di areazione di sale operatorie e d’aspetto.

Mantenere pulita l’aria in ambienti chiusi e frequentati passa anche attraverso la corretta manutenzione degli impianti di climatizzazione. Per questo motivo l’azienda ha creato prodotti in grado di facilitare e velocizzare le operazioni di pulizia, igienizzare gli elementi interni ed esterni.
ClimAir e Sterylclima sono disponibili in bombolette da 400 ml e uniscono praticità ed efficacia grazie a un’elevata concentrazione di principio attivo:

ClimAir e Sterylclima di Perricone non danneggiano le apparecchiature e le superfici trattate. Utilizzabili ogni qual volta lo si ritenga utile ma sicuramente in corrispondenza della prima accensione.