Mobilità sostenibile: è attiva sezione Ricarica Veicoli Elettrici

L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ha avviato una sperimentazione per la ricarica dei veicoli elettrici, volta a facilitare la ricarica privata nelle ore notturne e nei giorni festivi. L’obiettivo è promuovere la diversificazione dei carburanti e una mobilità più sostenibile e a minor impatto di CO2 in atmosfera. La gestione operativa è stata affidata al Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
Da fine marzo è attiva la nuova pagina dedicata al servizio Ricarica Veicoli Elettrici sul portale del Gestore dei Servizi Energetici (GSE).

Come previsto dalla Delibera 541/2020/R/eel dell’Arera dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2023 sarà possibile ricaricare il proprio veicolo elettrico grazie alla disponibilità di una potenza di almeno 6 kW, di notte, di domenica e negli altri giorni festivi, senza dover richiedere un aumento di potenza al proprio fornitore di energia.

Lo scopo della sperimentazione è promuovere la ricarica intelligente dei veicoli elettrici sfruttando le potenzialità offerte dai misuratori elettronici e dai dispositivi di ricarica in grado di regolare la velocità di ricarica su indicazione di aggregatori o distributori locali (previa autorizzazione del cliente), oppure in modo automatico.

Come aderire alla sperimentazione Ricarica Veicoli Elettrici

Per partecipare alla sperimentazione è necessario presentare la richiesta al GSE a partire dal 3 maggio 2021 e fino al 30 aprile 2023 compilando il form elettronico nell’apposita sezione dedicata dell’Area Clienti.
Per maggiori informazioni è possibile visionare la Guida Operativa e la Modulistica sul sito del GSE a questo link.

Il Gruppo E-mobility di ANIE sta lavorando alla sperimentazione il collaborazione con Arera e GSE per definire un catalogo di infrastrutture di ricarica che sarà poi pubblicate sul sito GSE.

Nel 2020 in Scozia il 97% dell’elettricità da fonti rinnovabili

La Scozia ha raggiunto nel 2020 un importante traguardo: il 97% dell’energia consumata proviene da fonti rinnovabili.

Certo si tratta di una nazione relativamente piccola (è grande circa come il nord Italia), con meno di 6 milioni di abitanti e senza distretti industriali particolarmente energivori, ma il punto è un altro e i numeri lo dimostrano.

La Scozia punta al 100% entro il 2045

Edinburgo Scozia

Sin dal 2011 in Scozia era stato fissato un obiettivo ambizioso in termini di energia verde: puntare a soddisfare il 100% della richiesta di elettricità tramite fonti rinnovabili entro il 2020. Sebbene il paese non sia riuscito a raggiungere tale obiettivo, ben il 97,4% dell’elettricità consumata è risultata proveniente da fonti energetiche pulite, con un aumento dell’8% rispetto ai dati del 2019.

L’eolico rimane la principale fonte di energia rinnovabile per il paese, sebbene l’energia idroelettrica abbia registrato la crescita maggiore lo scorso anno.

Il trasporto domestico e commerciale rappresenta quasi il 25% dell’energia utilizzata in Scozia, con il calore che rappresenta più della metà, così come più della metà delle emissioni.

Attualmente, le fonti rinnovabili soddisfano solo il 6,5% della domanda di calore non elettrico. Le tecnologie necessarie per sostituire il gas nelle case degli scozzesi esistono già oggi, la parte più impegnativa è distribuirle in tutto il paese.

Per questo motivo industria e governo scozzese continuano a lavorare in parallelo per affrontare le sfide della transizione energetica e raggiungere l’ambizioso target del 100% di utilizzo di fonti rinnovabili entro il 2045.

Più di ottomila cantieri aperti in Italia con il Superbonus 110%

Superbonus, a che punto siamo? Una domanda rimasta fin qui sostanzialmente inevasa, visto che in tema della maxi detrazione fiscale per lunghi mesi si è soprattutto parlato di normative, ambiti d’applicazione e finanziamenti, avendo a che fare con il provvedimento oggettivamente più complesso nella storia legislativa dell’edilizia. Ma il tempo scorre e non ne rimane poi così tanto per ricorrere all’agevolazione, sempre che non intervenga un’ulteriore proroga, come peraltro ipotizzata nell’ultima bozza del Recovery Plan (la terza!) che sposta a fine 2023 la scadenza.

Trascorso quasi un anno dal varo dell’agevolazione Superbonus

Al momento, però, le certezze sono queste: è trascorso quasi un anno dall’introduzione del Superbonus 110% (con il decreto-legge “Rilancio” del 19 maggio 2020) e pur essendo già stato prorogato a fine 2022, i relativi cantieri dovranno aver superato il 60% di completamento entro il 30 giugno dell’anno prossimo. Questo significa che di fatto ci avviciniamo alla metà del cammino temporale dell’incentivo edilizio.

Riccardo Fraccaro

Riccardo Fraccaro,  sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Conte

Dunque è senz’altro opportuno cominciare a verificare l’andamento “sul campo” della misura, proprio ciò di cui si è recentemente occupato il webinar “Primi bilanci e possibili futuri dell’Ecobonus 110%“. In particolare, i dati relativi ai cantieri che sono stati aperti con ricorso alla maxi detrazione fiscale, la cui elaborazione viene effettuata da ENEA, sono stati esposti da Riccardo Fraccaro, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo guidato da Giuseppe Conte che si è occupato in prima persona della messa a punto del provvedimento .

Da gennaio ogni mese raddoppio dei cantieri

L’esposizione è iniziata con un’indispensabile premessa relativa all’interpretazione dei dati: “Dopo un inizio difficile – ha spiegato Fraccaro – si è entrati in una fase di crescita sostenuta nel ricorso al Superbonus, con i cantieri certificati da ENEA che a partire da gennaio si sono praticamente raddoppiati di mese in mese”.

Un andamento peculiare le cui motivazioni vanno ricercate proprio nella complessità del provvedimento. “L’inizio difficile si spiega innanzitutto con l’attesa dei decreti attuativi nel corso dell’estate. Ottobre, novembre e dicembre, poi, sono stati dei mesi per così dire di assestamento, trascorsi per lo più a fornire delle certezze agli operatori su determinate questioni”.

Nel 2021 un incremento di valore del 360%

Con il 2021, però, si è assistito ad un autentico cambio di passo: “Dall’inizio dell’anno – ha sottolineato l’ex sottosegretario – il numero dei cantieri è aumentato del 410%, e del 360% per quanto riguarda il loro valore. Una tendenza che prosegue se è vero che nelle seconda e terza settimana di marzo si è registrato ancora un incremento del 20%”.

A questo punto “i dati più recenti sul Superbonus ci dicono che attualmente i cantieri certificati da ENEA nell’ambito dell’applicazione della detrazione fiscale sono in Italia 8.352 per un valore complessivo che arriva agli 877 milioni di euro”.

Anche Campania e Calabria fra le regioni più attive

Un altro aspetto interessante è quello che riguarda il ricorso all’agevolazione sul territorio. “A livello regionale – ha affermato Fraccaro – i dati differiscono, ma non in modo netto, a seconda che si vada a vedere il numero o il valore dei cantieri. Sotto l’aspetto quantitativo al primo posto c’è il Veneto mentre in relazione all’ammontare economico dei cantieri la graduatoria è capeggiata dalla Lombardia“.

Non emergono invece delle divergenze eccessive fra Nord e Sud del Paese se è vero che, nella classifica delle prime cinque regioni per valore, oltre a Lombardia, Veneto e Emilia Romagna figurano anche Campania e Calabria. Infine, da ENEA sono arrivate anche le prime elaborazioni riguardanti il risparmio energetico che sarà assicurato da questi lavori una volta arrivati a compimento, ovvero 166mila Megawattora.

Environment Care Lighting: quando la luce fa bene alla salute

La nuova frontiera dell’illuminazione mette al centro la salute e si chiama Environment Care Lighting. Un concentrato di tecnologia, scienza ed efficienza per garantire benessere attraverso la luce.

La prima azienda a promuoverne i benefici sul mercato europeo è Linea Light Group, che ha puntato su questa innovazione sfruttando il brevetto High Intensity Narrow Spectrum (HINS) dell’University of Strathclyde di Glasgow. Così, gli apparecchi Woofer e Rollip della collezione i-LèD Professional saranno in grado di decontaminare le superfici e di prevenire l’insorgere di infezioni, arrivando ad abbattere fino al 70-80% della carica batterica. Non meno importante, la tecnologia HINS agisce in modo del tutto innocuo per la salute delle persone che sostano, anche per molte ore, negli spazi interessati.

Teoria e pratica dell’Environment Care Lighting

Facciamo un passo indietro, alla genesi del concetto di Environment Care Lighting. Da diversi anni, infatti, si parla di Human Centric Lighting (HCL): come ottimizzare l’impatto biologico ed emotivo della luce sugli esseri umani, attraverso progetti di illuminazione orientati al benessere.

Tutto questo, oggi, non basta più. Migliorare la qualità della vita significa includere una nuova dimensione di natura fisica. Ovvero, offrire soluzioni illuminotecniche in grado anche di sanificare i luoghi di svago e di lavoro. Qui, l’esperienza di Linea Light incrocia la “strada” scientifica dell’Università di Glasgow. Ed ecco la proposta di corpi illuminanti in grado di disinfettare le superfici e di ridurre nettamente la presenza di microbi nell’ambiente, grazie all’irradiazione diretta di una luce dalle proprietà antimicrobiche.

Come funziona la luce antibatterica

La lunghezza d’onda luminosa a 405 nm della tecnologia Environment Care Lighting consente di decontaminare gli ambienti evitando l’uso di tecnologie UV. Oltre a essere più costose, infatti, queste ultime soluzioni impiegano frequenze tra i 240 e i 260 nm, e non consentono la permanenza negli ambienti durante l’irraggiamento.

Con la tecnologia HINS, invece, le persone possono fruire in modo continuativo dei diversi spazi senza alcun pericolo. L’azione di due sorgenti luminose, una LED con dominante viola-blu, combinata con un power LED bianco, permette infatti di illuminare e, al tempo stesso, tutelare l’uomo e la sua salute.

La svolta human-centric di Linea Light

Una volta comprese le potenzialità di questa innovazione, la vera sfida di Linea Light è stata l’integrazione dell’Environment Care Lighting nei propri corpi illuminanti. Operazione riuscita nella riprogettazione delle soluzioni da incasso per controsoffitti Woofer e degli apparecchi a sospensione Rollip.

Una proposta illuminotecnica di qualità, fondata su tonalità calda (3500k), più congeniale allo stato psicologico dell’uomo, e alta resa cromatica, per enfatizzare i colori e migliorare le relazioni interpersonali. A ciò si aggiungono tutti i vantaggi dell’azione sanificatrice, ma sempre efficiente, di questi sistemi a LED.

Environment Care Lighting: i progetti illuminotecnici

Le soluzioni Linea Light funzionano sia in presenza sia in assenza di persone

Come sono i progetti di Environment Care Lighting

Il funzionamento dei progetti che integrano queste lampade è semplice. Durante gli orari di apertura, la componente di luce viola-blu si combina alla luce bianca, “espletando” il suo compito sanitario. Ma i prodotti consentono anche la sola accensione della luce viola-blu quando gli spazi non sono più operativi: gli effetti benefici continuano, consumando meno energia.

Le principali applicazioni sono:

Precisazioni sul Covid

Un’ultima, ma doverosa, considerazione riguarda l’efficacia dell’Environment Care Lighting sul coronavirus. La progettazione di tale tecnologia – specifica Linea Light – risale a diversi anni fa e non annovera tra i numerosi test effettuati questa categoria di virus.

Anche se ulteriori ricerche ne hanno dimostrato il potenziale anche in termini antivirali, l’azienda consiglia di avvalersi degli apparecchi certificati con tecnologia UVGI (Ultraviolet Germicidal Irradiation). Soluzioni adatte a qualunque ambiente, purché attivate in assenza di persone.

ElisAIR, MyDatec purifica l’aria con la massima efficienza

Ormai non serve spiegare quanto sia importante vivere in ambienti salubri. È evidente che limitare la presenza di sostanze, virus e batteri – in casa come in ufficio o in negozio – è un modo per migliorare la nostra vita.

È altrettanto vero che occorre tenere sotto controllo i consumi e limitare gli sprechi di energia: spalancare la finestra di casa, in particolare durante la stagione fredda, può non essere dunque la soluzione migliore.
Come effettuare il ricambio dell’aria, sanificando gli ambienti, il tutto senza avere un impatto significativo sui consumi per il riscaldamento e il raffrescamento domestico?

Una risposta in tal senso può essere ElisAIR di MyDatec, azienda del gruppo Telema che propone sistemi innovativi per la climatizzazione e il controllo della qualità dell’aria.

Cos’è ElisAIR di MyDatec

ElisAIR di MyDatecElisAIR di MyDatec è una pompa di calore aria/aria con ventilazione meccanica controllata termodinamica estremamente versatile, che punta a soddisfare la necessità di ricambio costante di aria e, contemporaneamente, di risparmio energetico all’interno di abitazioni condominiali e unità abitative indipendenti.

ElisAIR è pensato per massimizzare il comfort all’interno di alloggi di medie dimensioni realizzati con tecnologia NZEB o già efficienti dal punto di vista energetico. Il tutto senza che si renda necessaria l’installazione di una unità esterna e per il post trattamento (booster).

Sicura ed efficiente

La sanificazione attiva dell’aria in immissione degli ambienti indoor avviene grazie alla tecnologia PCO (PhotoCatalytic Oxidation), che consente mediante l’interazione di un catalizzatore a base di biossido di titanio e di una lampada UV ad alta intensità, l’attivazione di una reazione fotocatalitica in grado di generare radicali ossidrili. In questo modo si ottiene una sanificazione attiva e completa dell’aria degli impianti, delle canalizzazioni, degli ambienti e delle superfici stesse, abbattendo la presenza di batteri, virus, muffe, allergeni e odori.

Oltre alla massima efficienza termica, il prodotto è stato studiato per offrire un elevato controllo della qualità dell’aria grazie alla filtrazione di classe ePM1 80% (Filtro F9) che assicura un’aria salubre e priva di COV, muffe, batteri e allergeni.
Grazie al doppio recuperatore di calore, statico e termodinamico, è possibile inoltre assicurare in qualsiasi condizione climatica il funzionamento più efficiente e la riduzione dei consumi.

Questa soluzione richiede poca manutenzione e consente di ottenere assistenza da remoto da parte degli specialisti di prodotto MyDatec. Oltre all’efficienza, ElisAIR offre anche un notevole risparmio poiché la sua implementazione rientra tra gli interventi idonei per le detrazioni previste dal Superbonus 110%.

Transizione Ecologica, per ANIE ottimo il nuovo Ministero

Federazione ANIE, che comprende al suo interno il comparto delle Rinnovabili, esprime grande soddisfazione per l’attenzione che questo Governo ha posto al delicato e improrogabile tema della decarbonizzazione istituendo il Ministero della Transizione Ecologica, che dovrà imprimere il cambio di passo indispensabile per raggiungere gli sfidanti obiettivi al 2030. L’opportunità offerta dal programma “Next Generation EU”, deve essere sfruttata al meglio per costruire una economia “green” solida e duratura, di cui la filiera rinnovabile rappresenta un pilastro centrale.

Un deciso cambio di passo è necessario sin da subito, per triplicare la potenza fotovoltaica installata nel nostro Paese e raddoppiare quella eolica, come prevede – al 2030 – il Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC) e per far sì che il fiorente e vivace mercato delle fonti rinnovabili non venga paralizzato dall’eccessiva burocrazia legata agli iter autorizzativi e di connessione alla rete.

È necessario rimodulare la vincolistica ambientale e paesaggistica per introdurre la priorità della decarbonizzazione quale elemento trainante del processo autorizzativo degli impianti a fonte rinnovabile, nonché semplificare i procedimenti autorizzativi e potenziare le strutture preposte, sia centrali che periferiche, digitalizzando i processi e integrando il personale tecnico per garantire tempi certi e valutazioni realmente indirizzate a sostenere la decarbonizzazione.

Un passaggio obbligato per la transizione ecologica

Sarà inoltre fondamentale dare continuità normativa agli strumenti di supporto allo sviluppo delle rinnovabili, quali il DM FER 2019 che operativamente scadrà con l’ultimo bando del 30 settembre 2021, laddove invece negli ultimi anni si è assistito a continui “stop-and-go” normativi che hanno scoraggiato gli investitori e hanno minato lo sviluppo stesso della filiera.

La filiera delle rinnovabili è indispensabile per la ripartenza del Paese e contribuirà, oltre alla decarbonizzazione, alla crescita economica e occupazionale: nella prossima decade ci si attende per il comparto del fotovoltaico e dell’eolico (che occupa ad oggi 20.000 addetti) un picco di incremento sino a circa il 175%, considerate le potenze da realizzare per il raggiungimento dei target, accompagnato da un considerevole incremento degli investimenti stimato tra 45 e 65 miliardi di Euro (suddivisi tra impianti in market parity tra 15 e 25 miliardi di Euro e impianti che beneficiano di meccanismi di supporto tra 30 e 40 miliardi di Euro).

Rinnovare l’illuminazione porta efficienza: l’appello di Assil e Assoluce

Ristrutturare un edificio significa anche rinnovare l’illuminazione, per garantire risparmio energetico, comfort visivo, benessere e produttività. Ecco perché gli interventi di riqualificazione edilizia devono contemplare anche un nuovo progetto illuminotecnico.

Lo chiedono a gran voce Assil (Associazione Nazionale Produttori Illuminazione) e Assoluce (Associazione Nazionale delle Imprese degli apparecchi di Illuminazione) in una lettera inviata nei giorni scorsi al Governo italiano.

Perché rinnovare l’illuminazione è una priorità?

La risposta, secondo le due associazioni, è nella strategia stessa del piano Ue di ripresa post pandemia. Il progetto identifica infatti la ristrutturazione come un motore chiave per il rilancio economico, con 15 milioni di lavoratori coinvolti e il 28% della produzione industriale comunitaria.

Ma in questa filiera si colloca anche l’industria dell’illuminazione, guidata da Italia e Germania, con prodotti innovativi pronti per l’installazione. Soluzioni illuminotecniche basate su tecnologie efficienti e di sistemi di gestione smart, fattori chiave della riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare. “Ci auguriamo che ovunque vi siano investimenti dedicati al rinnovamento tecnologico degli impianti, venga debitamente considerata l’importanza dell’illuminazione – precisa Aldo Bigatti, presidente Assil -. Va inoltre sottolineato il potenziale della corretta progettazione di sistemi orientati alla digitalizzazione. Un percorso che contribuisce agli obiettivi di economia circolare e, nel contempo, genera risparmi economici”.

Il PNRR italiano pensi alla luce

Definire il ruolo della luce, negli incentivi alle ristrutturazioni e nelle strategie governative del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è dunque il cuore dell’appello congiunto inviato al ministero dell’Economia e delle Finanze, al ministero dello Sviluppo Economico, al ministero della Transizione Ecologica, al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili.

A livello europeo, la stessa richiesta è stata rivolta ai rispettivi Governi dalle associazioni che convergono in LightingEurope

“Il percorso verso la transizione ecologica non può prescindere da azioni volte a rinnovare gli impianti di illuminazione pubblici e privati  – aggiunge Carlo Urbinati, presidente Assoluce -. Oggi, sono numerose le agevolazioni pensate le ristrutturazioni che puntano su efficientamento energetico e sostenibilità, quali driver di sviluppo dell’economia post Covid. Puntare anche su una migliore illuminazione è un obiettivo che chiediamo al Governo di inserire fra le sue priorità. Non saremo mai veramente sostenibili, prescindendo dalla luce”.

DIRIS Digiware R-60: modulo dedicato al monitoraggio della corrente residua

Per fornire una risposta alle problematiche affrontate dai siti industriali e dai data center – in particolare, la necessità di garantire la continuità del servizio – Socomec propone il un nuovo modulo per il proprio sistema di monitoraggio della potenza DIRIS Digiware.
Combinando il monitoraggio delle correnti residue e delle correnti di carico, Il modulo DIRIS Digiware R-60 consente di prevenire le anomalie e gli interventi degli interruttori differenziali (RCD) nell’impianto elettrico.

Prevenire le anomalie con DIRIS Digiware R-60

DIRIS Digiware R-60: modulo dedicato al monitoraggio della corrente residuaIl modulo DIRIS Digiware R-60 è ideale per prevenire le anomalie: grazie alla segnalazione di un aumento delle correnti residue, è possibile programmare gli interventi di manutenzione e i fermo macchina, evitando inaspettati periodi di inattività.

Grazie alle segnalazioni di allarme, il modulo offre un importante contributo alla sicurezza di strutture e persone, prevenendo l’interruzione del servizio o il rischio di incendio senza interrompere l’alimentazione elettrica.

Infine, grazie all’installazione permanente di un sistema di monitoraggio della corrente residua (RCM) conforme alla norma di prodotto di riferimento IEC 62020, il requisito di verificare periodicamente la resistenza d’isolamento di ogni circuito in uscita – come richiesto dalla norma IEC 60364 e da numerose trasposizioni nazionali – diventa facoltativo invece di obbligatorio.

Il modulo DIRIS Digiware R-60 si integra in un sistema di misura DIRIS Digiware già esistente o in un nuovo impianto per un approccio al monitoraggio di un impianto elettrico.

Un sistema completo per il monitoraggio della potenza

Il DIRIS Digiware di Socomec è un sistema di monitoraggio della potenza per impianti elettrici AC e DC e combina la misurazione ripartita dell’energia, l’analisi della qualità dell’alimentazione e il monitoraggio della corrente residua. È una soluzione completa per il monitoraggio delle prestazioni di un impianto elettrico, personalizzabile e scalabile per soddisfare le esigenze di ogni impianto.

Il sistema DIRIS Digiware è composto dai seguenti moduli:

Ricarica UltraFast, Porsche a Padova sfrutta il fotovoltaico

Ammonta a 242 kW la potenza dell’impianto fotovoltaico installato sui tetti della sede di Porsche Italia SPA a Padova, in Corso Stati Uniti.

Progettato e realizzato da Samso Spa, l’impianto è composto da 538 moduli in silicio monocristallino da 450 kWp che gli permettono di produrre 268.000 kWh all’anno, energia rinnovabile che sarà in grado di coprire il 43% dei consumi energetici attuali dell’azienda.

Energia per la ricarica ultrafast

L’energia prodotta sarà destinata principalmente al fabbisogno della rete di colonnine di ricarica UltraFast Charge installate nello stabilimento. Queste saranno in grado di effettuare ricariche veloci (fino a 800 Volt e 400 Ampere), che sono a servizio della neonata Porsche Taycan, prima auto sportiva full electric della casa tedesca.

Non è una novità tecnologica per Porsche, visto che già circa un anno fa è stato attivato il progetto High Power Charging

Dal punto di vista dei benefici ambientali, l’attivazione dell’impianto fotovoltaico consentirà a Porsche Italia la riduzione annua di emissioni di CO2 per 142.000 kg, risultato equiparato all’azione di circa 7.000 alberi piantati nell’area.

“Questo impianto produrrà energia completamente green che Porsche Italia destinerà al settore della mobilità elettrica. – ha commentato Gianpiero Cascone, AD di Samso SPA – Abbiamo stimato che l’energia generata sarà in grado di ricaricare la batteria della Porsche Taycan circa 2.880 volte in un anno, ovvero 14 auto in un giorno. L’installazione dell’impianto ha anche evitato l’adeguamento in potenza della cabina di trasformazione MT/bt presente nello stabilimento, ormai satura, con i quasi 2 MW aggiuntivi necessari ad alimentare i nuovi sistemi di ricarica”.

Illuminare una clinica oculistica tra benessere e design

Quando il lighting diventa efficiente, elegante ma anche funzionale agli spazi di lavoro e alle necessità dei professionisti. Per illuminare la Clinica Oculistica Vista Vision di Milano, lo studio DESIDERIO10ARCHITETTURA ha optato per una efficiente integrazione di stile minimale, accenti luminosi a LED e materiali innovativi.

Un progetto contemporaneo, in sintonia con i caratteri del capoluogo lombardo, che coinvolge sia negli spazi interni sia la facciata della clinica. Il tutto, creando percorsi di luce moderni e sostenibili con le soluzioni a LED Buzzi & Buzzi.

Illuminare una clinica oculistica: gli interni

Partiamo dall’illuminazione indoor. Il protagonista tecnologico è Genius, il dot installabile a soffitto in cartongesso o laterizio che emette un potente fascio dal foro di emissione di 20mm, ma scompare quando l’apparecchio è spento. Il materiale brevettato AirCoral, inoltre, purifica l’aria e rende più salubri gli ambienti. C’è poi l’incasso a scomparsa totale Eggy, sempre a LED e realizzato in AirCoral. Il corpo illuminante si allinea perfettamente all’atmosfera minimal di Vista Vision Milano, generando una luce avvolgente e ben distribuita. Le pareti ospitano anche la tridimensionalità di Pipedo Open, per un’illuminazione diffusa che si trasforma anche in elemento decorativo.

Illuminare una clinica oculistica all'esternoTra le altre soluzioni scelte dai progettisti troviamo Rhino, incasso per installazione a soffitto o parete di cartongesso, orientabile di 360° sull’asse verticale e 90° sull’asse orizzontale, che aggiunge personalità e customizzazione all’impianto. Basic Round, invece, forma linee pure e semplici donando un’armonia circolare agli spazi. Un’altra proposta a scomparsa totale, con materiali innovativi, che esalta l’architettura del contesto milanese. Chiudiamo il corposo allestimento interno con il doppio proiettore a faretto Taurus. Una luce versatile e direzionale, con lenti intercambiabili, che completa il progetto illuminotecnico con effetti “decisi”.

Luce anche in facciata

La struttura della clinica oculistica Vista Vision di Milano andava valorizzata anche esternamente. A cominciare dalla peculiare facciata, trasformata in elemento scenografico con il proiettore orientabile in metallo S1 della collezione Iron Line. Anche qui, massima personalizzazione con la possibilità di ruotare l’apparecchio sull’asse orizzontale di circa 360°.

Gli utenti della clinica vengono così accolti da una luce puntuale, integrata alla struttura con discrezione e linearità. Atmosfera che li accompagna poi nelle esperienze degli spazi interni, funzionali e orientati al comfort di pazienti e professionisti.