Arriva il nuovo catalogo Light Collection 2021-22

Performance In Lighting ha rilasciato il nuovo catalogo Light Collection 2021-22 con nuove collezioni di prodotto e ampliamenti di serie per l’illuminazione professionale e residenziale Indoor e Outdoor.

Inoltre, numerose serie in uscita sono ancora disponibili nella nuova sezione Evergreen: si possono trovare alcune versioni di prodotto ancora attuali e disponibili che assicurano la massima continuità progettuale, il tutto con un prezzo particolarmente interessante per quei clienti che non sono alla ricerca della novità, ma che si concentrano sulla resa, la convenienza e la durata dei prodotti.

Il nuovo catalogo Light Collection 2021-22

Catalogo Light Collection 21-22Questa edizione del catalogo Light Collection ha una veste grafica rinnovata per valorizzare le serie proposte, per esaltare i prodotti di design che si accompagnano a prodotti più commerciali, dando largo spazio a immagini di realizzazioni in grado di collocare le soluzioni illuminotecniche all’interno di spazi e ambienti.

Per la prima volta sono state aggiunte delle tabelle comparative dei dati tecnici che riassumono le possibilità offerte dall’intera serie con lo scopo di poter decidere più rapidamente quale versione di prodotto è più adatta alle esigenze dell’utilizzatore.
Ogni serie riesce a essere più fruibile e comprensibile grazie all’inserimento dei coordinati serie, che permettono di scoprire tutte le varietà delle serie all’interno di aree applicative diverse.

Infine, per ogni prodotto è presente un QR code per il collegamento immediato al sito web, che presenta i dati tecnici sempre aggiornati.

 

MOTUS-E: la fotografia della mobilità elettrica in Italia

L’automobilistico è tra i settori che più hanno sofferto il blocco delle attività a causa della pandemia di Covid-19. Al suo interno però il comparto della mobilità elettrica ha vissuto un 2020 con un andamento ben differente. A confermarlo sono numeri da record.

Mobilità elettrica verso la crescita strutturale

Giovanni Matranga dell'associazione Motus-e

Giovanni Matranga, responsabile organizzazione e formazione di MOTUS-E

“Le performance del mercato delle auto elettriche sono state ottime” racconta Giovanni Matranga, responsabile organizzazione e formazione di MOTUS-E. Di fronte a un calo del 28% delle vendite dell’automotive a causa del fermo impianti dovuto al lockdown, l’elettrico ha superato le previsioni pre Covid. Si parla di 60mila unità vendute nel 2020, tra vetture elettriche pure o BEV (battery electric vehicle) e le ibride plug-in o PHEV (plug-in hybrid electric vehicle). Numeri quasi triplicati rispetto al 2019 e che, a dicembre 2020, hanno portato al record di +251% sull’anno precedente.

Una crescita evidente anche in termini di unità elettriche circolanti in Italia, passate da 20mila nel 2018 a quasi 100mila nel 2020, con un incremento medio annuo del 120%.

“Sono risultati in parte figli di politiche di incentivo e sostegno alla domanda intraprese dal Paese. Misure che si sono tradotte poi in crescita strutturale del settore, in termini di sostegno agli sforzi di ricerca e sviluppo che le case automobilistiche e l’intero indotto stanno affrontando. Il nostro augurio però” afferma Matranga “è che si arrivi presto a un momento in cui gli incentivi non saranno più necessari”. Di pari passo cresce molto anche la rete delle infrastrutture di ricarica, con la conseguenza di spingere ulteriormente l’adozione di veicoli elettrici.

immatricolazioni di auto elettriche in Italia 2020

Tabella sulle immatricolazioni elettriche in Italia 2020 vs 2019

L’Italia e le infrastrutture di ricarica

Secondo il report 2020 dedicato a “Le infrastrutture di ricarica pubbliche in Italia” di MOTUS-E, al 31 dicembre si contano 19.324 punti di ricarica distribuiti in 9.709 infrastrutture pubbliche; rispettivamente +41% e +35% rispetto alla prima edizione del report a marzo 2020. Ancora una volta c’è stata “una crescita molto forte. Addirittura, rispetto a settembre 2019 – data di inizio delle rilevazioni – i dati parlano di un +81%. Sono cambiati anche alcuni elementi legati alla tipologia di distribuzione. Le più diffuse sono le strutture per le potenze medie, da 7 a 44 kW in CA, ma è cresciuto, seppur meno del previsto, anche il numero delle colonnine fast e ultra fast che permettono di ricaricare le auto in minore tempo”.

Evoluzione dell'infrastrutture di ricarica pubbliche in Italia

Crescita dell’infrastruttura di ricarica elettrica pubblica in Italia

Ci si augura una crescita del numero di HPC (High power chargers) – ovvero le strutture con potenze di almeno 100 kW – “dove le più potenti permetterebbero di  ricaricare fino all’80% della batteria in soli 10 minuti, con tempistiche quindi comparabili a quelle del rifornimento delle auto con motori endotermici. Si pensi a quali vantaggi per i viaggi a lunga percorrenza e per l’elettrificazione delle flotte di veicoli aziendali”.

Tuttavia questa tipologia di colonnine di ricarica non è stata inclusa tra le tecnologie finanziariamente supportate dal PNIRE (Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei veicoli alimentati ad Energia Elettrica). “A tale proposito come associazione abbiamo avanzato delle proposte di modifica del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per potenziare il sostegno a queste tecnologie, che speriamo possano essere prese in considerazione”.

Dall’indagine che ha portato al report 2020 – a cui per altro hanno partecipato non solo gli associati a MOTUS-E ma anche molti operatori indipendenti dall’associazione, che Matranga non manca di ringraziare esplicitamente – emerge anche un dato ulteriore. “Esiste una distribuzione non bilanciata delle infrastrutture sul territorio nazionale. Mentre al nord troviamo il 57% delle installazioni, il centro ne conta il 23% e il sud e isole solo il 20%”. Una situazione che andrebbe uniformata per permettere una reale crescita della mobilità elettrica nel Paese.

Distribuzione regionale dei punti di ricarica per mobilità elettrica

Suddivisione su base regionale dei punti di ricarica per veicoli elettrici

Perché si sceglie l’elettrico?

Intanto le ragioni che spingono il mercato della mobilità elettrica sono diverse:

Elettrificare la mobilità significa renderla più sostenibile e fare un uso efficiente dell’energia

Ispirarsi all’Europa “elettrica”

Nella diffusione della mobilità elettrica l’Italia è però più arretrata rispetto al resto d’Europa. “Siamo indietro sia nelle vendite di autoveicoli sia nella realizzazione di infrastrutture e punti di ricarica. Si pensi che la Germania in un solo mese ha immatricolato 60mila auto elettriche, pari alle nostre immatricolazioni di un intero anno. L’Olanda ha 62mila punti di ricarica installati e 1 auto venduta su 5 è elettrica; ad Amsterdam inoltre dal 2009 sono garantiti un punto di ricarica pubblico e un parcheggio riservato vicino alla propria abitazione per ogni utente con un’auto elettrica. E ancora a Londra ben 1.300 lampioni stradali sono stati convertiti in punti di ricarica”. Ma un altro degli esempi a cui dovremmo ispirarci, dice Matranga, è quello norvegese. Il Paese scandinavo è stato “il primo a dichiarare il phase out della vendita di auto a benzina e diesel entro il 2025, e metà dei suoi veicoli venduti a dicembre 2020 erano BEV”.

Distribuzione vendite auto elettriche Italia e Paesi Europei

Distribuzione delle vendite di auto elettriche per area geografica. Italia e Paesi Europei

La mobilità elettrica rappresenta anche un’occasione che l’Italia non può lasciarsi sfuggire, perché elemento essenziale della transizione energetica. Un cambiamento per altro a cui il Covid-19 ha impresso un’accelerazione. “Dopo la pandemia nulla sarà più come prima e dobbiamo sfruttare questa occasione per cambiare i paradigmi della mobilità” aggiunge Matranga. “Una mobilità che deve essere più sostenibile e deve passare attraverso tre elementi essenziali”, condivisi dal PNRR:

  1. le fonti energetiche rinnovabili (FER)
  2. l’elettrificazione
  3. l’economia circolare nei materiali.

Dal Recovery plan alla PUN

Dunque l’Italia, già leader nelle FER, non può perdere questo treno né rischiare di perdere quote di mercato a favore di competitor internazionali. “Il settore automotive è ovunque in forte e continuo fermento – si pensi anche alle recenti aggregazioni di aziende, come Stellantis”.

Ma c’è bisogno di investire in digitalizzazione, in nuove tecnologie – come le auto che consentono uno scambio di energia con la rete, vehicle to grid (V2G) –, di cambiare il concetto di trasporto incentivando il car sharing e il trasporto pubblico elettrici. E ancora di creare impianti di costruzione e recupero di batterie. “La competizione” ricorda Matranga “è mondiale”.

Il Recovery plan è una grande opportunità di investimento, “ma la bozza attuale appare un insieme disordinato di progetti, privo di una visione organica per superare le sfide dei prossimi anni. Come MOTUS-E abbiamo suggerito 15 misure di investimento per un valore di 18,7 miliardi di euro, focalizzando le risorse verso la mobilità elettrica”.

Nella spinta dell’elettrico una parte importante potrebbe svolgerla la Piattaforma Unica Nazionale (PUN), ad oggi ancora in attesa di essere istituita. “Si tratta di un portale database unico e certificato dal Mit (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) per dare supporto agli operatori, agli utenti e alle stesse istituzioni. Consentirebbe un aggiornamento automatico e dinamico, con protocolli open-source, da parte degli operatori. La piattaforma potrebbe quindi fornire informazioni in tempo reale sulle infrastrutture presenti sul territorio nazionale, la loro posizione e il loro funzionamento”. Il ricorso alla PUN permetterebbe quindi di migliorare i servizi per gli utenti, di verificare la copertura del territorio e di svolgere controlli e manutenzioni mirati ed efficaci.

Obiettivi auspicati per la mobilità elettrica

“Per il futuro prospettiamo un’ulteriore crescita del trend del settore. Nel nostro Report IdR 2030 stimiamo 4,9 milioni di auto elettriche in Italia e fino a 130mila punti di ricarica pubblici al 2030; augurandoci però che siano stime in difetto – dice Matranga. – Ci aspettiamo inoltre lo sviluppo di hub urbani per la ricarica veloce e la diffusione delle tecnologie HPC, una sempre più spinta digitalizzazione e una maggiore copertura infrastrutturale”.

Ma soprattutto “sarà indispensabile rendere prioritarie le misure che abbiamo proposto per il PNRR”, tra cui:

“Auspichiamo che il confronto sul Piano e le sue misure sia aperto. Noi di MOTUS-E ci siamo e siamo disponibili” dice Matranga e conclude con una benaugurante nota personale, “come vedo il futuro del settore? Parafrasando Rino Gaetano: sempre più blu… blu ELETTRICO!”

Riciclo RAEE, i numeri Ecolamp per il 2020

Il 2020 è stato un anno particolare per tutti i settori. Lo stesso vale per il riciclo dei RAEE, che (anche causa lockdown) è calato a marzo e aprile per poi tornare a risalire da maggio-giugno. La conferma arriva dai numeri dal consorzio Ecolamp, che ha contato ben 3.446 tonnellate di RAEE raccolte e trattate nel 2020, di cui il 47% sorgenti luminose esauste (R5) mentre il 53% appartiene alla categoria dei piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo e apparecchi di illuminazione giunti a fine vita (R4), con un tasso di recupero tra materia ed energia che supera il 95%.

Raccolta RAEE di sorgenti luminose

Per quanto riguarda le lampadine (R5), il principale raggruppamento in cui opera Ecolamp, nell’ultimo anno il consorzio ha avviato agli impianti di trattamento specializzati 1.611 tonnellate di sorgenti luminose esauste. Di queste, il 41% è stato conferito da installatori e manutentori, attraverso i servizi volontari di raccolta che da sempre Ecolamp mette a disposizione del canale professionale. Il 59% arriva, invece, dai centri di raccolta comunali e dai luoghi di raggruppamento della distribuzione dedicati alla raccolta differenziata dei privati cittadini.

Consorzio Ecolamp residuo trattamento

Raccolta RAEE di piccoli elettrodomestici

Nel 2020 piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo e apparecchi di illuminazione giunti a fine vita (il cosiddetto raggruppamento R4) hanno costituito il 53% della raccolta del consorzio, pari a 1.835 tonnellate di RAEE raccolte e trattate.

Come è andata la raccolta RAEE Ecolamp regione per regione

Nell’ambito del servizio di raccolta RAEE del consorzio Ecolamp, cinque regioni italiane hanno contribuito al 65% del totale del materiale recuperato (1.042 tonnellate).

Al primo posto si conferma la Lombardia (372 tonnellate), seguita da Veneto (206), Lazio (172), Emilia Romagna (164) e Piemonte (128). Per quanto riguarda le province, il podio va quest’anno a Milano con 99 tonnellate, seguita da Roma (93) e Bergamo (71), che totalizzano insieme il 16% della raccolta complessiva di lampadine del consorzio.

Dati positivi per Latina, che entra quest’anno nella top ten delle province con 69 tonnellate, e per Napoli, che si conferma prima tra le province del Sud Italia, con 30 tonnellate conferite.

Ecolamp raccolta regionale 2020

Nuovi inverter trifase da Fimer

Fimer ha lanciato sul mercato le nuove soluzioni di inverter trifase di stringa PVS-10/33-TL.

Progettati per soddisfare la crescente domanda di flessibilità nei settori commerciali e industriali, amplia l’attuale portafoglio di inverter di stringa per offrire una serie di funzionalità aggiuntive e per soddisfare qualsiasi tipo di applicazione.
“L’anno appena trascorso è stato impegnativo per il settore, ma l’unica cosa che sappiamo per certo è che la domanda di energia solare continuerà a crescere nei prossimi 10 anni. – ha spiegato Filippo Carzaniga, presidente di Fimer – Per questa ragione abbiamo sviluppato le nuove piattaforme PVS-10/12.5/15-TL e PVS-20/30/33-TL”.

I nuovi inverter trifase di Fimer

Nuovi inverter Fimer PVS-10-33-TL

I nuovi inverter trifase  di stringa, disponibili in potenze da 10 a 33 kW, offrono un’elevata densità di potenza e una notevole capacità di accumulo dell’energia. Grazie all’integrazione delle più avanzate funzionalità digitali e a una progettazione semplificata del sistema, PVS-10/33-TL riesce ad adattarsi facilmente a qualsiasi tipo di installazione, sia che si tratti di impianti nuovi che preesistenti, oltre ad avere minori costi sia in termini di installazione sia di manutenzione.

Grazie alla app Installer for Solar Inverters di Fimer, le nuove piattaforme PVS-10/33-TL offrono interessanti vantaggi per gli installatori, tra cui una rapida installazione, una facile gestione e manutenzione e una veloce messa in servizio.

Gli inverter sono dotati di monitoraggio della corrente di ogni singola stringa, che può raggiungere una tensione di ingresso fino a 1100 Vdc, consentendo l’utilizzo di stringhe più lunghe oltre alla possibilità di operare in un range di temperature più ampio.

I nuovi inverter sono stati inoltre progettati senza fusibili, così da eliminare le problematiche relative alla manutenzione e agli interventi in loco dovuti al malfunzionamento di questi componenti.

Per garantire una maggiore durata dell’impianto, gli inverter sono anche dotati di un sistema opzionale di prevenzione dell’insorgenza dell’effetto PID (Potential Induced Degradation) in modo da garantire nel tempo le prestazioni dei moduli fotovoltaici.

Elevate potenze per le necessità più spinte

In risposta alla continua evoluzione dei moduli fotovoltaici, come nel caso dei moduli bifacciali, la gamma è stata progettata per gestire più elevate correnti in ingresso nei modelli da 20, 30 e 33kW. Un altro importante vantaggio è l’inclusione di un sistema integrato per limitare l’immissione di energia in rete (zero export system) che consente di evitare l’impiego di costosi dispositivi in aggiunta all’inverter.

La connettività Wifi/Ethernet integrata consente la realizzazione di architetture di rete basate su TCP/IP flessibili, a costi contenuti, nonché la facile sostituzione di ogni dispositivo di rete.
In caso di retrofit, infine, la gamma di inverter offre grande flessibilità nell’adattamento a configurazioni di campo fotovoltaico esistenti.

Il Gruppo Sacchi rinnova i contenuti del proprio sito

Il Gruppo Sacchi ha rinnovato i contenuti del suo portale www.sacchi.it per offrire agli utenti un’esperienza di navigazione sempre più immersiva e interattiva.

“Raccontiamo, in modo piacevole e coinvolgente, i benefici che possiamo offrire e i motivi tangibili per cui sceglierci. – afferma Simona Colombo, Vice President Marketing del Gruppo Sacchi – Parliamo di persone, di esperienze, diamo voce e volto ai nostri clienti e alle loro recensioni, offriamo servizi e suggeriamo idee per cogliere, insieme, nuove opportunità di business”.

Le novità del portale di Sacchi Elettroforniture

Tra le novità principali, la sezione dedicata alla Formazione tecnica, con un’ampia proposta di corsi tecnico normativi, erogati sia in aula sia mediante webinar, relativi alle tematiche più attuali quali superbonus, smart home, tecnologie rinnovabili, programmazione PLC, sicurezza macchine ecc.

Un focus particolare è rivolto a illustrare i servizi più innovativi come le soluzioni e-business, il kanban, e la consulenza specialistica in grado di ottimizzare i processi e supportare l’attività dei clienti.

Tra le aree rinnovate del portale, anche la sezione Lavora con noi, più intuitiva e completa. Il Gruppo Sacchi è sempre alla ricerca dei migliori professionisti che abbiano il desiderio di fare la differenza e di entrare in un’azienda che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento Great Place to Work. Con il nuovo portale, consultare le posizioni aperte e candidarsi è diventato ancora più semplice e immediato.

I nuovi contenuti sono piacevoli da navigare e guidano l’interlocutore verso le principali tematiche di suo interesse, facilitando il contatto e l’interazione con l’azienda e le sue persone, risultato tangibile di una strategia multicanale.

Smart City: la strada per la decarbonizzazione delle città

Sono sempre di più le città impegnate in un processo di evoluzione e cambiamento che le porterà ad essere delle Smart City, ovvero dei centri intelligenti, ma anche sostenibili. Il tema, assume ancor più importanza alla luce delle ultime misure prese a livello europeo e nazionale in merito alla salvaguardia ambientale. Il Green Deal Europeo è un insieme di misure atte a promuovere una strategia per rendere l’Europa più sostenibile e climaticamente neutrale entro il 2050. Raggiungere questo obiettivo significa agire su diversi settori economici, individuati in base agli attuali risultati in termini di emissioni di gas a effetto serra.

Decarbonizzare le città, infatti, significa intervenire su processi e attività che oggi sono responsabili dell’inquinamento atmosferico e dell’emissione di CO2.

Secondo i dati dell’UE, la produzione e il consumo di energia sono causa del 75% delle emissioni climalteranti, seguiti subito dopo dal settore dei trasporti, mentre i nostri edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici.

Gli obiettivi di sostenibilità e risparmio energetico dovrebbero accomunare tutte le città del mondo, perché decarbonizzare le città significa rispettare l’ambiente e la salute delle persone, favorendo anche la crescita di nuovi modelli economici. Ecco quali i principali ambiti di intervento.

Favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili

Sostenere il ricorso ad una forma di energia rinnovabile e pulita significa favorire la riduzione delle emissioni di CO2 dovute alla produzione di energia da fonti fossili. Per favorire la diffusione delle energie rinnovabili e ridurre le emissioni di almeno il 55% (precedentemente il target era fissato al 40%) entro il 2030, l’Unione Europea ha stabilito anche un meccanismo di finanziamento di progetti nel settore delle rinnovabili nei paesi europei.

Anche il PNIEC (il Piano Energia e Clima) pone una serie di obiettivi in ambito energetico, confrontando due scenari:

Le fonti rinnovabili rappresentano la principale strategia per decarbonizzare il settore e non utilizzare più il carbone per produrre l’energia elettrica. La crescita delle fonti rinnovabili auspicata per il 2030 dovrebbe permettere di far salire la percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili al 30%. Questo significa che nei prossimi dieci anni l’eolico e il fotovoltaico dovranno contare nuove installazioni per 3.200 MW e 3.800 MW ciascuno, con un parallelo sviluppo delle infrastrutture e dei sistemi di accumulo. Inoltre, dovrà aumentare anche il consumo di energia rinnovabile per il riscaldamento e il raffrescamento.

Riqualificazione energetica degli edifici e sostituzione degli impianti

Gli edifici sono attualmente responsabili indicativamente del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2. Tra gli obiettivi posti dal PNIEC c’è quello di ridurre il fabbisogno di energia primaria del 43% rispetto ad ora, un valore calcolato in base ai target posti a livello europeo (32,5%) e a poter fare la differenza saranno proprio gli edifici e i trasporti.

A partire da gennaio 2021 sussiste l’obbligo della realizzazione di NZEB quando si costruiscono nuovi edifici, ma un tema altrettanto importante è quello della riqualificazione degli edifici esistenti, favorendo il risparmio energetico e riducendo le emissioni. Riqualificare un edificio, infatti, significa intervenire sia sulla struttura, che sugli impianti, che spesso sono ancora vecchi, poco efficienti e molto inquinanti.
Il risparmio energetico in città, poi, si può favorire anche in altri modi, ad esempio riqualificando il sistema di illuminazione pubblico, con l’installazione di lampioni LED intelligenti.

Va detto, inoltre, che l’Internet of Things e i Big Data sono strumenti fondamentali per il monitoraggio e il controllo, favorendo ancor di più il risparmio energetico e la riduzione degli sprechi.

Mobilità alternativa: elettrico, mezzi pubblici e mobilità dolce

Come anticipato, oltre agli edifici, sono proprio i trasporti ad essere oggetto di un’innovazione strategica per la riduzione dei consumi finali di energia e l’obiettivo del PNIEC di ridurre annualmente dello 0,8% i consumi energetici (che equivale a una riduzione di 0,93 Mtep/anno) è possibile solo con un forte sforzo in entrambi i settori. Per quanto riguarda la mobilità, sarà cruciale la penetrazione dell’elettricità, tanto che si punta ad un parco auto elettrico circolante che conterà circa 1,6 milioni di auto elettriche e 4,5 milioni di auto ibride nel 2030. Già oggi, la mobilità elettrica è in crescita, nonostante le particolari condizioni di mercato del 2020.

In una Smart City, però, non saranno solo le auto ad essere elettrificate, bensì anche tutti i mezzi pubblici. Allo stesso modo, si dovranno attuare azioni e strategie mirate a ridurre l’uso dell’automobile, favorendo gli spostamenti con i mezzi pubblici e la mobilità dolce.

mobilità elettrica e trasporti sostenibili per la smart city

L’economia circolare nelle Smart City

Il tema dell’economia diventa importante se consideriamo che circa l’80% della ricchezza mondiale è prodotta proprio in città. Sviluppare un nuovo modello economico, che permetta la crescita delle città, ma anche il rispetto dell’ambiente è fondamentale. Proprio questo è l’obiettivo dell’economia circolare che, secondo la Ellen MacArthur Foundation, potrebbe contribuire in modo importante al raggiungimento degli impegni di decarbonizzazione. Oltre a ridurre lo scarto e a favorire il riuso e il riciclo di materiali e prodotti, l’economia circolare permette anche di creare nuovi posti di lavoro e ricchezza. In sostanza, un nuovo modello economico, che sia sostenibile e che favorisca il rispetto dell’ambiente e il risparmio di energia ed ambiente solo i pilastri per le Smart City.

Idrogeno, al via la costruzione del Centro Competenze Fronius

L’attività di Fronius legata all’idrogeno è iniziata circa 20 anni fa. Durante questo periodo l’azienda ha sviluppato significative competenze nella produzione di idrogeno verde.

Consapevole del potenziale di sviluppo di questa tecnologia, infatti già nel 2020 sono iniziati i lavori per la costruzione del Centro di Ricerca e Sviluppo presso la sede di Steinhaus, Alta Austria. Presto l’intero team di esperti unirà le proprie forze per creare soluzioni energetiche e per la mobilità che si baseranno interamente sull’idrogeno prodotto in modo ecosostenibile.

L’idrogeno svolgerà un ruolo centrale soprattutto nella decarbonizzazione della mobilità, con vantaggi che si rifletteranno in una maggiore autonomia, capacità di gestire e movimentare carichi pesanti e tempi di rifornimenti rapidi.

Caratterizzato da zero emissioni, silenziosità e potenza, ha tutto il potenziale per sostituire i tradizionali motori a combustione in vari tipi di veicoli, come autobus, camion, veicoli speciali e carrelli per trasporti interni.

“Con il Centro competenze di Steinhaus creiamo le condizioni ideali per riunire le risorse dedicate all’idrogeno e portare avanti la ricerca, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di sistemi H2. – afferma Walter Stockinger Direttore Ricerca e Sviluppo della business unit Solar Energy di Fronius International – In futuro il centro ospiterà anche corsi di formazione e presentazioni per i clienti”.

Fronius Solhub, fare il pieno con l’idrogeno

Ricarica auto elettrica con idrogenoFronius ha già sviluppato una soluzione scalabile in base alle esigenze dei clienti: Fronius Solhub. Naturalmente anche a Steinhaus verrà costruito un Solhub per il rifornimento di idrogeno, comprensivo di impianto di riconversione e accumulo, e il parco veicoli verrà ampliato con appositi veicoli.

Fronius Solhub, insignito del premio “The Smarter E Award 2020” per la categoria “Smart Renewable Energy”, è una soluzione completa pronta per produrre, accumulare e distribuire in modo decentralizzato l’idrogeno.

Sfrutta l’elettrolisi per trasformare l’energia elettrica autoprodotta in loco in maniera ecocompatibile in idrogeno verde, che può essere accumulato a lungo termine. Inoltre, il calore residuo prodotto dall’elettrolisi e dalla riconversione può essere utilizzato per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, massimizzando così il grado di efficienza dell’intero sistema.

Superbonus 110%, un sito del governo per fare chiarezza

Molte cose sono state dette e scritte sul Superbonus 110%, ma nessuno si è mai azzardato a definirlo un provvedimento di semplice applicazione… Trattasi, infatti, di un intervento legislativo in tema di edilizia privata i cui potenziali ed enormi vantaggi sono purtroppo direttamente proporzionali alla mole di documentazioni e verifiche necessarie per poterne beneficiare. Un dato di fatto che ha spinto il governo a un’iniziativa meritevole, ovvero la creazione di un sito interamente dedicato alla materia.

Dopo essere stato ripetutamente annunciato, a partire dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, il portale è ora accessibile all’indirizzo www.governo.it/superbonus. Un’attesa che è stata comunque “premiata” con la realizzazione di un portale completo che affronta con un linguaggio semplice i principali aspetti del Superbonus.

9 sezioni di approfondimento sul Superbonus

Dall’home page del sito è possibile accedere a nove sezioni di approfondimento:

  1. Superbonus 110%: cos’é?
  2. Superbonus, la chiave per la ripartenza green
  3. I requisiti
  4. Come ottenerlo
  5. Sezione per le imprese
  6. Sezione per i cittadini
  7. La guida e i documenti
  8. Invia qui le tue domande
  9. FAQ, risposte alle domande frequenti

Tante sezioni che non tralasciano nessuna delle varie tematiche legate alla maxi detrazione, a cominciare ovviamente dalle nozioni generali. Si parte, infatti, con la distinzione fra le due tipologie di interventi che permettono di usufruire della detrazione al 110%, ovvero il Super Ecobonus, legato ai lavori di efficientamento energetico, e il Super Sismabonus, che invece incentiva l’adeguamento antisismico degli immobili.

Principali informazioni e sezione FAQ

Vengono poi fornite tutte le principali informazioni sull’argomento. Fra queste segnaliamo la distinzione fra interventi trainanti e trainati, l’obbligo di miglioramento di almeno due classi energetiche, le scadenze temporali da rispettare nonché le modalità con le quali sfruttare il beneficio economico, vale a dire la detrazione Irpef o lo sconto in fattura.

Per il portale è previsto peraltro un aggiornamento continuo, soprattutto nella sezione FAQ realizzata a cura dell’Agenzia delle Entrate e di ENEA. Un’area dove vengono di volta in volta inserite le nuove domande sull’applicazione del Superbonus formulate dai cittadini con le relative risposte.

Siti di servizio per Ecobonus e Bonus Casa

Il portale sul Superbonus non rappresenta peraltro l’unica novità sul web in tema di detrazioni fiscali, anche perché con l’ultima legge di Bilancio sono state prorogate a tutto l’anno in corso altre agevolazioni. C’è quindi da dar conto di due preziosi siti di servizio messi in rete da ENEA. Si tratta di Ecobonus 2021 (https://ecobonus2021.enea.it) e Bonus Casa 2021 (https://bonuscasa2021.enea.it), raggiungibili anche dal portale Detrazioni fiscali di ENEA (https://detrazionifiscali.enea.it).

Portale Bonus casa 2021 ENEA ristrutturazioni

Scadenze e tipologie di intervento

Siti di servizio perché permettono di trasmettere all’Ente i dati relativi agli interventi di efficienza energetica, con fine lavori nel 2021, che possono beneficiare delle detrazioni fiscali. Il termine per l’invio dei dati è di 90 giorni dalla data di fine lavori, con l’avvertenza che per tutti gli interventi conclusi tra il 1° gennaio 2021 e il 25 gennaio 2021, il termine di 90 giorni decorre dal 25 gennaio 2021.

In particolare, all’ENEA debbono essere inviati ed inseriti nel sito Ecobonus i dati relativi alle riqualificazioni energetiche del patrimonio edilizio esistente (incentivi del 50%, 65%, 70%, 75%, 80%, 85%) e i dati bonus facciate (incentivi del 90%). I dati per gli interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili che usufruiscono delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie devono invece essere inseriti nel sito Bonus Casa.

Portale Ecobonus 2021 per le riqualificazioni energetiche

Come funziona il Superbonus 110%? Se ne parla nel Forum di Rete Irene

Tra limiti, interpretazioni e novità, resta difficile definire, nei dettagli, come funziona il Superbonus 110%. Ecco perché Rete Irene ha lanciato a fine dicembre un apposito forum tecnico online, dove condividere competenze ed esperienze sulle numerose “insidie” di questa normativa.

A maggior ragione all’indomani della proroga al 2022, che ha portato con sé alcuni cambiamenti ai quali i professionisti devono prestare massima attenzione.

Come funziona il superbonus 110%: tecnica ed esperienza

Il Forum del Superbonus 110% è una piattaforma gratuita, alimentata dai quesiti degli oltre 200 professionisti attualmente iscritti. Un’iniziativa in costante aggiornamento, pensata per favorire occasioni di confronto sulle questioni più spinose del nuovo ecobonus, condividere situazioni maturate sul campo e metterle a fattore comune. Perché da questo “fare rete” nascano progetti sostenibili, qualitativamente avanzati e conformi alla normativa.

“Lo scopo è creare una cultura condivisa – scrive sul sito di Rete Irene Giuseppe Gioia, coordinatore dei contenuti del forum -. Il principio è che non esiste una verità assoluta, esiste il risultato di studi e applicazioni riportato da chi è da sempre in prima linea proprio su questi argomenti”. Edilizia, urbanistica, energia, appalti, fiscalità, finanza: competenze verticali e trasversali si uniscono nell’approfondimento virtuale. E trasformano la sua evoluzione in un concreto strumento di supporto al professionista.

Domande e risposte per l’edilizia

Chi può accedere al Forum del Superbonus 110%? L’iniziativa è aperta a tutti gli operatori del settore.

Le modalità di adesione prevedono due figure:

Non hai mai avuto contatti con Rete Irene, ma vuoi entrare da “partecipante”? Nessun problema: si può richiedere l’upgrade via mail in qualunque momento.

Se interpretare e capire concretamente come funziona il Superbonus 110% può risultare molto complicato, questo nuovo scambio di competenze porterà linee guida condivise per migliorare gli interventi di riqualificazione energetica. E con essi, l’efficienza del patrimonio immobiliare italiano.

Nuove varianti per le norme CEI 0-16 e 0-21 e aggiornamento di ProDiS

Tante novità da CEI, che ha di recente rilasciato le nuove varianti alle regole tecniche di connessione alle reti elettriche CEI 0-16 e CEI 0-21. Il Comitato Elettrotecnico Italiano ha inoltre aggiornato ProDiS, l’applicazione dedicata alla densità dei fulmini al suolo.

Nuove varianti alle regole tecniche CEI 0-16 e 0-21

Sono disponibili già dallo scorso 23 dicembre 2020 le nuove Varianti 1 alle Norme CEI 0-16 e 0-21, i documenti che definiscono le regole tecniche per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti elettriche.

La Variante 1 alla Norma CEI 0-16 “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti AT e MT delle imprese distributrici di energia elettrica” contiene i seguenti aggiornamenti:

 

La Variante 1 alla Norma CEI 0-21 “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica” riporta il nuovo Allegato Bter relativo alle prove per la verifica della conformità dei generatori rotanti.
Per maggiori informazioni e per scaricare gratuitamente i documenti è possibile visitare la pagina dedicata sul sito del CEI.

Aggiornata ProDiS, App per la densità dei fulmini al suolo

Software Prodis

CEI ha recentemente aggiornato ProDiS, l’applicazione online che consente l’accesso ai dati di densità ceraunica – ovvero il numero medio di fulmini al suolo all’anno per km2 (Ng) – per il territorio italiano.

ProDiS fornisce un valore Ng, utile alla prevenzione dei danni da fulmini, basato su dati rilevati in oltre 10 anni di osservazioni sull’intero territorio nazionale caratterizzate da un’elevata precisione spaziale e temporale.

La nuova versione, che presenta un’interfaccia grafica rinnovata, si basa sulla raccolta dei dati acquisiti dal 2009 al 2019 mediante il Sistema Italiano Rilevamento Fulmini – CESI SIRF di proprietà del CESI – Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano, e sulla nuova Norma di riferimento CEI EN IEC 62858 “Densità di fulminazione. Reti di localizzazione fulmini (LLS) – Principi generali”, pubblicata a maggio 2020.

La rete CESI SIRF, con copertura nazionale, è stata realizzata facendo riferimento alle ricerche scientifiche internazionali e allo stato dell’arte della tecnologia in questo settore: risulta, quindi, conforme alle norme internazionali e in linea con i migliori sistemi realizzati in Europa e nel mondo.

Grazie a questa tecnologia, la rete è in grado di garantire l’identificazione esatta del luogo e dell’istante in cui si è verificato ogni singolo fulmine, nonché rende possibile discriminare i fenomeni nube-nube (non rilevanti ai fini dell’applicazione e, quindi, ignorati) da quelli nube-terra.
ProDiS si configura così come una soluzione che garantisce sicurezza all’utente finale prevenendo errori in fase di valutazione del rischio.
Sul sito del CEI è disponibile un servizio FAQ e una versione Demo dell’applicazione.