Comfort ideale? Ci pensa lo smart zoning

Smart home chiama smart zoning: mantenere la temperatura ideale in tutte le stanze con un unico apparecchio connesso porta vantaggi tangibili in termini di efficienza, benessere e sostenibilità. L’aggiornamento tecnologico del sistema Honeywell Home evohome di Resideo va proprio nella direzione di offrire a installatori e utenti più flessibilità nella regolazione degli impianti termici.

Smart zoning efficiente con evohome di ResideoIl nuovo smart zoning in 4 punti

Cos’ha di speciale il nuovo evohome? Le funzionalità intelligenti e la connessione wireless all-in-one lo rendono adatto alla maggior parte delle applicazioni residenziali. I proprietari di casa, infatti, possono controllare in modo efficiente fino a 12 stanze con un solo dispositivo centrale. Ciò significa ridurre i consumi energetici e tagliare le bollette con un sistema multizona ancora più avanzato.

Tra le caratteristiche chiave:

Domotica a misura di utente

Al cuore dello smart zoning evohome, c’è il display touchscreen wireless a colori montabile a parete o su supporto da tavolo. Il dispositivo connesso dialoga poi con i diversi componenti del sistema di regolazione. Parliamo di teste elettroniche per i radiatori, tecnologie per il riscaldamento a pavimento, termostati ambiente, relé wireless e altre soluzioni smart.

Gli aggiornamenti proposti da Resideo offrono maggiore flessibilità anche nelle opzioni di gestione. Gli utenti possono infatti controllare l’impianto localmente, all’interno di ogni locale, a livello centrale sul display oppure a distanza tramite app o assistenti vocali.

SAIE Bari 2021, a ottobre l’appuntamento con il mondo dell’edilizia

L’appuntamento con SAIE quest’anno è fissato dal 21 al 23 ottobre 2021 a Bari.

L’edizione 2021 della manifestazione delle Costruzioni (progettazione, edilizia, impianti) sarà suddivisa in quattro aree distinte: Progettazione e Digitalizzazione; Edilizia; Impianti; Servizi.

La filiera edile, che da sola influisce per il 22% sul Pil del Paese, gioca un ruolo fondamentale. Mai come quest’anno il settore delle costruzioni ha bisogno di un luogo dove tutti gli operatori, dalle imprese ai professionisti, dalle associazioni alle istituzioni, possano confrontarsi sul futuro del comparto ed esporre le soluzioni più interessanti.

Come sarà SAIE 2021

Visitatori fiera SAIE Bari 2019I software di progettazione controllo e gestione, le novità apportate dal BIM, gli strumenti di rilievo, di misura, i droni e le tecnologie geospaziali e la realtà aumentata saranno le tematiche chiave della macro-area Progettazione e Digitalizzazione.

In Edilizia verrà invece posto l’accento sui nuovi materiali per le strutture, sulle nuove tecniche costruttive sui prodotti per interni (finiture, pavimentazioni, rivestimenti) e per esterni (isolanti, serramenti, facciate continue) e sulle attrezzature per il cantiere.

Per quanto riguarda gli Impianti, ampio spazio sarà dedicato all’impiantistica elettrica, ai sistemi di climatizzazione, al telecontrollo, all’illuminazione, alla produzione di energia, antincendio e a tutto il mondo della Building Automation, della Smart Home e delle Digital Cities. Il tutto sempre nell’ottica dell’integrazione edificio-impianto, un fattore irrinunciabile per un processo fluido dall’ideazione alla realizzazione fino alla manutenzione di un progetto.

Protagonisti dell’area Servizi saranno, infine, la consulenza professionale, tecnica, finanziaria, gli studi di progettazione, le associazioni e le società di ingegneria e architettura, sempre più coinvolti nei processi in seguito ai bonus edilizi varati negli ultimi mesi.

Ampia la parte convegnistica che sarà dedicata a tematiche legate a efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici oltre a Superbonus e detrazioni fiscali.

La seconda edizione a Bari

Per SAIE si tratta della seconda edizione a Bari, che già nel 2019 aveva accolto gli operatori del settore provenienti non solo dal Centro e Sud Italia ma anche dal Nord e da tutto il bacino del Mediterraneo, ottenendo un grande successo.

A testimoniarlo sono le opinioni degli espositori presenti alla prima edizione di Bari: il 95% delle 350 aziende espositrici si è detto soddisfatto della manifestazione. Il format di SAIE, pensato per favorire il networking e le opportunità concrete di business, ha permesso al 90% degli espositori di incontrare visitatori qualificati. È per questo che l’80% degli espositori consiglierebbe la partecipazione ad altre aziende dello stesso settore.

Parcheggio e ricarica elettrica: partnership Repower e MyParking

Accordo di partnership tra Repower, gruppo attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile, e MyParking, la piattaforma che consente la scelta, la prenotazione e il pagamento online di circa 400 parcheggi in 20 città italiane. Grazie alla convenzione, Repower diventa ufficialmente “Electric Mobility Partner” di MyParking.

Come sottolineato da Fabio Bocchiola, AD Repower Italia “questo è un passo per rendere il servizio di ricarica per auto elettriche sempre più semplice da usare, ottimizzando le pause legate all’intermodalità degli spostamenti e sfruttando il modello di circuito aggregativo”.

MyParking è una soluzione che punta a fare incontrare le esigenze degli automobilisti con quelle dei gestori di parcheggio che devono proporsi come “hub” in cui fruire di tante opportunità di servizio durante la sosta dei veicoli. “Fondamentale – commenta Piero Violante, AD di MyParking – dotare i parcheggi di punti di ricarica per veicoli elettrici. Repower dà alle nostre strutture affiliate la possibilità di mettere a disposizione un servizio di ricarica elettrica sempre più cercato”.

I vantaggi di essere Electric Mobility Partner di MyParking

Sono previste attività di promozione del servizio di ricarica che potrà essere utilizzato in tutte le più strutture legate a MyParking, la cui copertura sta diventando capillare, soprattutto in prossimità di stazioni ferroviarie, aeroporti e porti.

Grazie a questa partnership gli associati di MyParking possono usufruire di condizioni particolari per le soluzioni di ricarica per la mobilità elettrica Bitta e Palina. Inoltre si ha la possibilità di usufruire del servizio Vampa, un check up termografico per prevenire danni agli impianti elettrici.

Charx: il marchio di Phoenix Contact dedicato all’E-Mobility

Sotto il marchio Charx, Phoenix Contact sta raggruppando soluzioni e prodotti dedicati al settore della mobilità elettrica per rispondere alle esigenze legate all’elettrificazione dei veicoli ed alla realizzazione di potenti infrastrutture di ricarica.

La gamma comprende già i cavi e le prese di ricarica Charx connect, i controllori Charx control e il software Charx manage. Obiettivo dell’azienda è quello di implementare la gamma con nuovi prodotti quali i moduli di potenza DC Charx power, le protezioni contro le sovratensioni Charx protect, il contattore DC Charx contact.

Prodotti Charx per ogni esigenza di ricarica elettrica

Tutti i prodotti di questa gamma sono stati sviluppati per essere impiegati in applicazioni E-Mobility e sono stati raggruppati in base alla funzione. Con questo marchio, l’azienda ha un obiettivo ben chiaro: caratterizzare e identificare un mercato verticale e supportare clienti, progettisti e installatori nella scelta.

La sinergia con i numerosi prodotti standard, come energy meter, alimentatori, pannelli operatore, morsetti e dispositivi per l’infrastruttura di rete consente di rispondere a ogni esigenza applicativa con un’offerta completa per una ricarica dei veicoli elettrici in AC e DC veloce, sicura e conveniente.

Know-how applicativo

Phoenix Contact, in questi anni, ha investito molto in soluzioni tecnologiche innovative per la mobilità elettrica soddisfando le richieste di stazioni di ricarica avanzate. Il sistema Combined Charging System (CCS) e la tecnologia High Power Charging (HPC) sono un esempio di questa spinta tecnologica verso l’elettrificazione. Di recente è stato inaugurato in Polonia un nuovo stabilimento per la produzione di cavi di ricarica AC a testimonianza della volontà dell’azienda di investire.

Fare impianti nel cantiere digitale, il BIM che fa la differenza

Il termine cantiere digitale ci spaventa? Proviamo ad andare oltre le apparenze. Integrare progetti, materiali, impianti e informazioni sull’intero processo edilizio nel grande faldone virtuale del BIM non è lavoro doppio. Anzi, il Building Information Modeling si conferma, a monte di ogni intervento, lo strumento ideale per una gestione ottimizzata e collaborativa di ogni sua fase.

Digitalizzare design, realizzazione e facility management degli edifici conviene, non solo a chi progetta e installa gli impianti elettrici, ma a tutte le figure professionali coinvolte. A maggior ragione quando si tratta di migliorare l’organizzazione dei cantieri: vediamo perché.

In questo viaggio ci ha supportati l’architetto Francesco Palana, BIM Manager di F.lli Zaffaroni, che da diversi anni si occupa di progettazione BIM e che ha seguito la realizzazione degli impianti elettrici della Torre PwC di Milano.

Cantiere digitale: come gestire (meglio) la complessità

La questione è nota: pianificare efficacemente le azioni necessarie per le realizzazioni in campo edile, così come per tutte le attività industriali, è il cardine della gestione del progetto. Il cantiere, poi, con i suoi repentini cambiamenti e la necessità di integrare competenze e professioni ben diverse, ne rappresenta il potenziale tallone d’Achille.

Organizzare interamente il lavoro con il metodo BIM può davvero fare la differenza, in termini di programmazione e di operatività. Parliamo di uno strumento che va oltre la progettazione di impianti e strutture, per digitalizzare anche l’esecuzione degli interventi e le attività di monitoraggio e manutenzione. Questo grazie alla possibilità di lavorare su un edificio “gemello”: un modello digitale centralizzato dal quale estrarre tutte le informazioni necessarie, dagli schemi impiantistici alla loro integrazione con gli elementi architettonici, fino al posizionamento e alle caratteristiche di ogni singolo prodotto selezionato.

Insomma, avere sott’occhio in tempo reale tutti gli aggiornamenti sul progetto riduce tempi, costi e imprevisti. Con benefici tangibili in termini di affidabilità delle stime e di riduzione degli errori. Ma c’è di più: sia durante la costruzione, sia nella successiva manutenzione dell’opera, al BIM si possono abbinare strumenti di realtà aumentata con schemi as-built. Questi, insieme alle informazioni aggiornate dei componenti installati, sono molto utili sia in fase di realizzazione sia quando serve intervenire a distanza di anni.

Altri 6 motivi per costruire in BIM

La metodologia BIM ottimizza così tutti i contributi dei professionisti in un team virtuale, senza dispersivi passaggi di scansioni e documenti cartacei.
Ecco gli ulteriori obiettivi di questa progettazione integrata:

Questo proficuo percorso di edilizia 4.0 coinvolge, naturalmente, il mondo elettrico. Ovvero l’infrastruttura essenziale di tutte le opere di ingegneria, sia per quanto riguarda la produzione e la distribuzione di energia, sia per l’automazione e il controllo di tutti gli impianti tecnologici.

Un esempio concreto? ABB per il Curvo di Milano

Tutti i vantaggi del BIM, che riguardano costruttori, progettisti e partner tecnologici “vivono” nell’esempio milanese della Torre PwC, meglio nota come il Curvo. Parliamo di un grattacielo alto 175 metri, suddivisi in 31 piani (dei quali 28 direzionali) e vertice a “corona”. Qui, la modellizzazione BIM delle tecnologie di ABB Electrification ha davvero fatto la differenza nella realizzazione degli impianti elettrici e meccanici. La distribuzione di energia all’interno della torre prevede infatti 3 distinte cabine di trasformazione, per garantire suddivisione bilanciata dei carichi elettrici e continuità operativa.

A fronte di tale complessità, il disegno tridimensionale integrato al resto dell’edificio e la “libreria” di informazioni su ogni singolo componente del sistema hanno aiutato a minimizzare i conflitti, gli errori e le dimenticanze tipiche della progettazione elettrica tradizionale. L’individuazione delle interferenze tipica delle procedure BIM, poi, ha contenuto ulteriori sprechi di tempo e risorse.

“Altrettanto importante, dal punto di vista organizzativo, la possibilità di interagire con un capo cantiere digitale – sottolinea l’architetto Palana -. Una figura di coordinamento che, dall’ufficio, ha potuto centralizzare e fornire tutte le indicazioni operative ai tecnici on site, garantendo rapidità, efficacia e sicurezza”.

Progettazione BIM della Torre Libeskind Milano

Progettazione BIM degli impianti elettrici della Torre PwC di Milano – F.lli Zaffaroni

Metodo BIM e impianti elettrici: matrimonio perfetto

Restando in tema di impianti, perché scegliere la progettazione BIM e non un semplice software 3D? Si tratta soprattutto di coniugare una parte al tutto. Dopo aver definito le caratteristiche elettriche e la disposizione dei quadri e delle apparecchiature di alimentazione, bisogna infatti studiare il percorso dei cavi, inserito nello specifico contesto applicativo e nelle caratteristiche di posa. Senza dimenticare la valutazione dei rischi correlati (es. incendio). Al progettista è dunque richiesto di dimensionare i cavi e decidere quali supporti, passerelle, condotti utilizzare. E di coniugare il tutto al budget economico del progetto. Se ci fosse uno strumento digitale in grado di calcolare con precisione tutto questo? La semplificazione, per i professionisti, e il risultato, per il cliente finale, è evidente.

Anche perché le potenzialità del Building Information Modeling vanno oltre il cantiere.

La perenne disponibilità delle caratteristiche tecniche e della durata del ciclo di vita di ogni componente agevola non poco la manutenzione degli impianti elettrici e HVAC. Attraverso il modello BIM, infatti, i tecnici hanno accesso immediato a tutti i dettagli di quanto installato e possono intervenire prima che si verifichino guasti. Lo stesso vale per le attività di riqualificazione edilizia o di intervento su impianti già oggetto di modifiche. La verifica del progetto in seguito alle varianti risulta molto più rapida e meno onerosa rispetto alla ricostruzione di uno schema unifilare ormai datato.

Cantiere digitale significa collaborazione

Alla base di tutti i vantaggi tecnico-economici, c’è il valore intrinseco del metodo BIM chiamato condivisione. Le esperienze di collaborazione tra professionalità diverse si rafforzano in percorsi organizzativi che rispondono più efficacemente alle esigenze dei clienti finali.
Conoscenze e competenze si integrano in un cervello digitale che restituisce a tutte le figure coinvolte la possibilità di accedere da remoto a informazioni puntuali e aggiornate. Così, i team di lavoro possono cooperare senza perdere tempo nel controllo incrociato di documentazione e file.

Dalla progettazione smart al cantiere digitale, fino alle attività di manutenzione preventiva, il modello BIM conviene e migliora le performance globali della filiera dell’edilizia.

Da Mewa abbigliamento da lavoro e protettivo coordinato

Quando si lavora in team può essere una buona idea utilizzare abbigliamento da lavoro e protettivo coordinato. Innanzitutto perché in questo modo è possibile distinguere con un colpo d’occhio i colleghi (pensiamo a un ambiente dove sono al lavoro più squadre di diverse aziende), inoltre così facendo si possono utilizzare elementi estetici distintivi in funzione dell’attività che svolge un professionista.

Abbigliamento da lavoro coordinato per tutti i reparti aziendali

Linea Dynamic Flame Extreme MewaRafforzare il senso di appartenenza e distinguersi in modo chiaro dalla concorrenza: il tema del Corporate Fashion non coinvolge solo il settore dei servizi. Anche le imprese artigiane e le aziende produttive possono trarre vantaggio dall’outfit condiviso e coordinato dei collaboratori.

La divisa aziendale rafforza lo spirito di squadra e ha un effetto positivo sulla motivazione dei dipendenti. Un outfit uniforme trasmette a clienti e partner una immagine di professionalità e garantisce il riconoscimento del brand. Però è importante che l’abbigliamento da lavoro – e in particolare l’abbigliamento protettivo – siano anche funzionali: le imprese artigiane e produttive non devono per questo rinunciare a quello che si potrebbe definire il “biglietto da visita” in tessuto.

È essenzialmente la combinazione di colori ed elementi di design, unitamente a un logo ben in evidenza sugli indumenti, che crea un’immagine omogenea e coordinata. La stessa attenzione a un look aziendale coordinato viene garantita dai moderni fornitori di servizi tessili anche nell’abbigliamento protettivo destinato ai diversi settori e conforme alle norme di sicurezza.

La risposta: la collezione MEWA Dynamic

Linea Dynamic Allround MewaMEWA sviluppa già da 20 anni linee di abbigliamento protettivo conformi al Corporate Design aziendale.

Tutto ha preso inizio da un test di indossabilità effettuato per un nuovo prodotto, che ha permesso di constatare che anche per l’abbigliamento protettivo i collaboratori considerano impor-tante l’aspetto estetico.

Chi li indossava, manifestava il desiderio di avere più colori o almeno qualche elemento colorato.

Un risultato recente è la collezione MEWA Dynamic con l’ampio spettro di varianti per diversi ambiti di attività, che comprende infatti l’abbigliamento da lavoro per agli artigiani e l’industria e le versioni per la protezione dal calore e dalle fiamme, per l’alta visibilità o per la protezione dagli agenti chimici.

Dilillo Food sceglie Panasonic e SMA per l’impianto fotovoltaico

L’industria alimentare italiana è riconosciuta in tutto il mondo come una eccellenza per qualità, varietà e gusto. Ma lo è anche in tema di innovazione e sicurezza, tanto che risulti tra i settori più attenti alla sostenibilità e alla riduzione degli sprechi, indispensabili per affrontare le sfide di un settore con consumatori molto esigenti e margini di profitto ristretti.
Dilillo Food è tra queste realtà: una azienda alimentare moderna, la cui attività è basata sulla tradizione di ricette tramandate nel corso degli anni.

Di recente, Dilillo Food ha installato un impianto fotovoltaico in grado di ottemperare alla quasi totalità del fabbisogno energetico richiesto dal processo produttivo e dalle esigenze degli uffici dello stabilimento.

Dilillo Food: pannelli Panasonic, inverter SMA

Inverter SMA Core 1 Dilillo Food

Con la sua sede nel cuore del Tavoliere delle Puglie, a Cerignola (FG), Dilillo Food ha una posizione privilegiata che non solo le consente di sfruttare tutti i vantaggi della filiera corta, ma che riesce anche a fare il pieno dell’energia di un impianto fotovoltaico da 99,99 kW, con un rendimento annuo atteso pari a 130 MWh e una riduzione di emissioni di CO2 di 65 tonnellate l’anno.

Posizionato sul tetto dello stabilimento su un’area di 500 mq, l’impianto è costituito da 303 pannelli Panasonic da 330 W ciascuno e due inverter SMA Core 1 senza vincoli di installazione su tetto e a terra.

L’impianto è completato da un sistema di accumulo che consente all’azienda di non prelevare energia dalla rete elettrica per la maggior parte del tempo, coprendo così un fabbisogno energetico pari al 70% e una riduzione dei costi energetici del 90%.

La progettazione e l’installazione dell’impianto della Dilillo Food sono state eseguite da Solenergy2m.
Il controllo dell’impianto, infine, è totalmente automatizzato e facile da consultare sia per l’installatore che per il proprietario, grazie alle due applicazioni SMA:

Il diritto alla riparazione degli elettrodomestici

Un tempo con l’acquisto di un nuovo elettrodomestico era necessario spedire al produttore una “prova d’acquisto” per poter beneficiare della assistenza. Dapprima con un normale numero telefonico, poi con un numero verde, gli utenti potevano contattare il produttore in caso di necessità.
Al manuale di uso e manutenzione – quando si era fortunati – restava il compito di spiegare come utilizzare le diverse funzioni ed eventualmente come intervenire in caso di problemi (quelli che oggi chiamiamo FAQ, Frequently Asked Questions).

Un tempo, però, gli elettrodomestici venivano spesso riparati, mentre oggi non più. A partire da quest’anno l’Unione Europea vuole dare un taglio agli sprechi per seguire il concetto di economia circolare e ripristinare il cosiddetto diritto alla riparazione.

Il diritto alla riparazione

Diritto alla Riparazione degli elettrodomestici

Oggi Internet ha reso queste procedure obsolete: gli elettrodomestici sono connessi in rete, possono comunicare con l’utente (per l’utilizzo) e con il produttore (per un eventuale aggiornamento). Le App sui nostri smartphone permettono inoltre di accedere a una serie di informazioni aggiuntive per capire come usare al meglio i nuovi dispositivi connessi.

Il 2021 sarà un anno importante da questo punto di vista, perché l’Unione Europea introdurrà il diritto di riparazione: un modo per limitare l’utilizzo dell’obsolescenza programmata e ridurre così il quantitativo di elettrodomestici riparabili che vengono dismessi e smaltiti.

Non sempre, infatti, è necessario sostituire un prodotto: talvolta la riparazione può essere conveniente rispetto alla sostituzione e gli utenti possono così decidere come procedere.

Il diritto di riparazione semplicemente mette il tutto nero su bianco.

Cos’è l’indice di riparabilità

Con il termine Indice di riparabilità si intende l’indicazione (tipicamente con un simbolo grafico) che mostra il livello di facilità con la quale un dispositivo può essere riparato.

Non tutti infatti sono pensati per essere smontati (spesso l’utilizzo di colla per assemblarne i vari componenti rende lo smontaggio molto difficoltoso, se non impossibile); ci sono siti che addirittura valutano i dispositivi in termini di riparabilità.
Il diritto alla riparazione diventa quindi uno strumento nelle mani degli utenti per effettuare scelte sempre più consapevoli.

Sistemi HVAC e strutture sanitarie, le proposte di LG

Per far fronte ai vincoli di bilancio nel settore sanitario, in molti stanno optando per la ristrutturazione di strutture esistenti anziché procedere con nuove costruzioni. Il processo di ristrutturazione non consiste solo nel rinnovare fisicamente un edificio, ma anche nell’ottimizzarne le infrastrutture. Poiché gli ospedali sono in funzione 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, tra i dettagli tecnici che richiedono maggiore attenzione c’è il sistema di riscaldamento, ventilazione e climatizzazione (HVAC).

Le soluzioni HVAC di LG per le strutture sanitarie

HVAC LG Electronics per settore sanitario_2

Tra i prodotti di LG Electronics, Multi V 5, l’ultima generazione di modelli di VRF (Variable Refrigerant Flow) dell’azienda, rappresenta una soluzione impiantistica ad elevata innovazione tecnologica ed efficienza energetica. Una singola unità fornisce una capacità massima fino a 26 HP, quindi anche per grandi impianti sono necessarie poche unità esterne. Ciò permette di risparmiare fino al 23% dello spazio occupato rispetto ai modelli convenzionali.

Inoltre, Multi V 5 è altamente personalizzabile. Ad esempio, coloro che hanno già unità Multi V possono aggiungere un Hydro Kit che fornisce acqua calda sanitaria senza la necessità di installare una caldaia dedicata. Un esempio di questo tipo di installazione si ha all’ospedale Sírio-Libanês, in Brasile, dove stanno efficacemente utilizzando una soluzione che comprende LG Multi V, Hydro Kit e l’unità trattamento aria (UTA) per le sale operatorie e i centri diagnostici.

Un’altra soluzione che trova il suo impiego in ambito ospedaliero è LG Dual Vane, una cassetta a 4 vie che tramite otto alette permette di impostare sei diversi flussi d’aria e garantisce un comfort adatto agli spazi delle strutture sanitarie. La modalità di flusso d’aria indiretta, nello specifico, impedisce che l’aria soffi direttamente sulle persone, garantendo un comfort climatico ottimale ai pazienti.

Il recuperatore di calore LG ERV mantiene una ventilazione interna adeguata per poter garantire la sicurezza dei pazienti, rilevando i livelli interni di CO2 e regolando automaticamente la velocità dei ventilatori. Inoltre, filtra l’aria attraverso un sistema di purificazione per rimuovere sostanze nocive . Un’ulteriore soluzione per la fornitura di aria pulita si ottiene combinando LG Chiller con unità di trattamento aria (UTA).

Schema impianto HVAC ospedale Sirio-Libanes Brasile

Revamping industriale: più efficienza con la gestione IoT

Revamping industriale, per Mastek, significava implementare un sistema di controllo e gestione digitali in un sito produttivo “mission critical”. I diversi passaggi e le tempistiche della realizzazione di adesivi industriali, infatti, richiedono processi sempre più efficienti.

Un’esigenza legata in primis all’evoluzione sostenibile dei mercati di riferimento – l’azienda salentina si rivolge principalmente a pelletteria, calzaturiero, mobili, edilizia e nautica -, ma anche al rispetto degli standard di qualità e alla sicurezza degli operatori. Ecco perché Mastek ha deciso di sfruttare gli incentivi Industria 4.0 per automatizzare, digitalizzare e remotizzare l’intero ciclo produttivo e per aggiornare i sistemi di distribuzione elettrica di bassa tensione. Al centro del progetto, le tecnologie integrate della piattaforma EcoStruxure di Schneider Electric.

Revamping industriale: dove e perché intervenire

Fondata a Casarano (LE) nel 1988, Mastek rappresenta una realtà internazionale apprezzata per la qualità e la sostenibilità della proposta. Proprio per aumentare competitività e valore, dunque, l’azienda ha investito nel rinnovamento digitale del suo stabilimento. Qui, le materie prime liquide sono stoccate in serbatoi dai quali vengono poi spillate per le attività di dosaggio, miscelazione e lavorazione (operazione da 8-12 ore) nei cosiddetti “dissolutori”. Dopo il lungo processo di raffreddamento, si sottopone il prodotto ai test di laboratorio e, infine, all’infustamento.

La produzione di un lotto richiede dunque un’intera giornata e giustifica l’assoluta necessità di continuità operativa. Tra i requisiti chiave del progetto di revamping industriale, c’era infatti la garanzia di un’infrastruttura elettrica affidabile, accompagnata da sistemi di controllo connessi, sicuri e semplici da utilizzare. Perché ridurre gli errori umani, in contesti critici dove si utilizzano anche materiali a rischio di esplosione, può davvero fare la differenza.

Revamping industriale nella sede leccese di Mastek

Lavorare sicuri con un controllo real-time

Per ottenere tutto questo, i partner Ecoxpert Pulimeno e Studio Tecnico ing. Giuseppe Capraro hanno integrato soluzioni EcoStruxure in un impianto innovativo “su misura”.

Prima dell’intervento, infatti, l’acquisizione della materia prima e l’impostazione dei parametri della lavorazione dovevano essere eseguiti manualmente. Oggi il quadro operativo è decisamente cambiato: l’automazione e il monitoraggio a distanza dei processi critici fanno sì che gli operatori non debbano più recarsi fisicamente negli ambienti di stoccaggio.

Meno errori, più protezione per le persone e utilizzo dei dati per migliorare efficienza e produttività

I vantaggi della digitalizzazione sono evidenti. I tecnici possono selezionare una specifica ricetta rimanendo seduti nel proprio ufficio, avviando così il prelievo e la lavorazione in automatico. I dati acquisiti dai sensori in campo offrono l’ulteriore possibilità di controllare ogni processo in tempo reale grazie a PLC e inverter connessi. Ma c’è di più: integrando i software embedded dei PLC al gestionale di fabbrica, Mastek ha “connesso” anche il magazzino dei solventi. I sensori di livello misurano la quantità di solvente conservata nei serbatoi e richiedono il rifornimento di materia prima solo quando necessario.

Tecnologia IoT, incentivi e consulenza

Alla base di questo corposo progetto di revamping industriale, le tecnologie connesse di EcoStruxure Plant. Ecco i prodotti selezionati e integrati dai partner Ecoxpert:

Ma il successo di una riqualificazione smart non è solo questione di tecnologia. Schneider Electric ha garantito a Mastek un puntuale servizio di consulenza in tema di investimenti 4.0, revamping industriale e incentivi statali.