Auto elettriche: record di vendite nel 2020

Nonostante l’inevitabile impatto dell’epidemia di Covid-19, il mercato delle auto elettriche ha conosciuto un vero boom nel 2020. L’anno appena trascorso si è concluso con una impennata delle vendite di e-cars, portando a un dato record in termini percentuali di +251,5% rispetto all’anno precedente, con un totale di 59.875 auto immatricolate. Tra queste si contano a 32.500 Bev, ovvero auto con batteria elettrica, e 27.375 Phev, ossia auto ibride plug in.

A tracciare il quadro della situazione è il report mensile di Motus-E, la prima associazione italiana nata per accelerare il cambiamento verso il nuovo paradigma della mobilità elettrica.

L’impatto del Covid-19 sull’automotive

La pandemia da Covid-19 ha fatto sentire il suo pesante impatto su ogni settore. Non ne è stato escluso il comparto dell’automotive che ha affrontato un anno complesso, con impianti fermi a causa del lockdown e con un conseguente calo generale nelle vendite. Malgrado le difficoltà, precisa Motus-E nel suo rapporto, “il mercato delle auto elettriche ha continuato a crescere, opportunamente supportato dagli incentivi”.

Lo evidenzia chiaramente il confronto con il 2019, anno in cui il totale dell’immatricolato delle categorie Bev e Phev è stato di 17.600 unità.

Vendite delle auto elettriche: i dati di dicembre 2020

Entrando ancor più nel dettaglio del report, si scopre che nel mese di dicembre 2020 si è riscontrata una crescita molto importante nelle vendite delle auto elettriche rispetto al mese precedente. Le elettriche pure e plug-in hanno registrato rispettivamente 7.258 e 6.354 unità vendute. Dati che si sono tradotti in un aumento delle vendite rispetto a novembre 2020 del 52% per le Bev e del 30% per le Phev.

Mobilità elettrica: la rivoluzione che non si ferma

“Il consuntivo 2020 nelle vendite di auto elettriche e ibride plug-in conferma che il 2020, nonostante la pandemia, può essere considerato, l’inizio della rivoluzione nella mobilità. Questo è vero un po’ in tutta Europa e anche in Italia (nonostante permanga un grosso gap di sviluppo, soprattutto rispetto a Germania, Francia e i Paesi del Nord). Le aziende che hanno deciso di investire in questo settore ci dimostrano quanto la mobilità elettrica non sia più solo una previsione futuribile ma una realtà concreta. Chi non l’ha fatto, alla luce dei dati e dei fatti sta reagendo cercando di screditare quella che percepiscono erroneamente come una minaccia. Piuttosto riteniamo che proprio la crescita straordinaria del mercato dei mezzi ‘alla spina’ ci deve fare concentrare nello sviluppo delle infrastrutture: una spina senza una presa cui attaccarsi diventa l’oggetto più inutile e frustrante che si possa pensare”, puntualizza Dino Marcozzi, segretario generale di Motus-E.

Anche in Italia, insomma, il futuro della mobilità elettrica è tracciato. Tuttavia, per non farsi trovare impreparati, tale crescita dovrà necessariamente essere accompagnata da un parallelo e sostanziale sviluppo delle infrastrutture di ricarica. Ci auguriamo che questa sfida, tanto economica quanto ambientale, sia adeguatamente accolta e affrontata.

Convegno Angaisa: il mercato ITS fra crisi e ripartenza

A metà dicembre Angaisa – l’associazione di riferimento per i commercianti di articoli sanitari, climatizzazione, pavimenti, rivestimenti e arredobagno – ha organizzato il suo 22° convegno annuale, per la prima volta in modalità online. Un debutto ovviamente causato dalla pandemia, il cui impatto si è riflesso anche sul contenuto e sul titolo stesso dell’appuntamento virtuale: “ITS 2021: crescita o declino?”.

Enrico Celin Presidente di Angaisa

Enrico Celin Presidente di Angaisa

Crollo del fatturato nei mesi del lockdown

Ad aprire i lavori del Convegno Angaisa è stato il presidente dell’associazione, Enrico Celin, che dopo aver fatto il punto sulle attività dell’associazione ha illustrato alcuni dati di scenario per il settore idrotermosanitario. Un primo elemento, purtroppo prevedibile, è l’autentico crollo del fatturato nazionale che si è registrato nei mesi di marzo (-39,55%), aprile (-63,34%) e maggio (-15,85%), inevitabilmente coincidente con il periodo del lockdown sull’intero territorio del Paese.

Rimbalzo estivo ma la stima 2020 indica un – 10,49%

Tra i mesi di luglio e settembre si è però assistito a un significativo rimbalzo, con la conseguenza di rendere meno pesante l’impatto della pandemia sul settore nel computo dei primi dieci mesi dell’anno. In particolare, il confronto fra il periodo gennaio/ottobre 2019 e quello gennaio/ottobre 2020 evidenzia un decremento del fatturato pari all’8,48%, con la stima di chiusura per l’intero 2020 che indica una flessione del 10,49%.

Trend mensile delle vendite del comparto ITS di Angaisa

Lorenzo Bellicini - Cresme

Lorenzo Bellicini – direttore Cresme

I dati Cresme al convegno Angaisa

Ulteriori dati interessanti, sono stati esposti da Lorenzo Bellicini, il direttore del principale centro di ricerca nazionale nel settore dell’edilizia, il Cresme. Un’analisi che è partita dal contesto generale del Paese, con quello appena concluso che è stato un autentico annus horribilis, capace di mandare a consuntivo una flessione record del Pil, stimata addirittura in un -10,3%. E il clima di totale incertezza ha portato a un sostanziale congelamento degli investimenti accompagnato da un forte incremento della propensione al risparmio delle famiglie italiane, passata dal 10,1% del 2019 al 15,2% del 2020.

Nelle costruzioni indice sentiment 2020 giù del 10,5%

Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, l’indice sentiment Cresme evidenzia un trend di chiusura del 2020 con una flessione cospicua, un -10,5% rispetto al dato 2019. Forte frenata anche per il settore immobiliare (-11,4%), soprattutto durante il periodo del lockdown, peraltro seguita da alcuni segnali di ripresa, specie legati a una rinnovata richiesta di qualità e benessere abitativo. Trend fortemente negativo a cui non hanno fatto eccezione gli investimenti, con un -10,6% nel nuovo residenziale e un -13,9% nel rinnovo residenziale.

L’andamento dei vari comparti ITS

Per quanto riguarda l’andamento specifico del settore ITS, il direttore del Cresme ha sottolineato, nella negatività generale del 2020, il diverso impatto della pandemia sui vari segmenti merceologici.

Nel dettaglio, le elaborazioni dell’Osservatorio provinciale Angaisa-Cresme stimano le flessioni maggiori rispetto al 2019 per i comparti dei sanitari (-14,2%), pavimenti (-14,1%) e rubinetti (-13,9%). Un po’ più contenuto il calo delle caldaie (-10,5%) mentre si difende meglio degli altri il comparto pompe di calore (-2,2%),

andamento mercato ITS convegno Angaisa

Per quanto riguarda i prossimi anni, la visione di Bellicini è abbastanza positiva anche se con tutta probabilità “non basterà il 2021 per recuperare il terreno perduto e potrebbe essere necessario attendere il 2023 per una completa ripresa“. Una variabile importante è rappresentata dalla nuova disponibilità di spesa, ancora tutta da verificare, della macchina pubblica, con la conseguente esigenza di “utilizzare in modo virtuoso ed efficiente le risorse disponibili”.

Il ruolo decisivo del Superbonus 110%

In tutto ciò un ruolo decisivo sarà sicuramente giocato dal ricorso, più o meno esteso, al Superbonus 110%, fra l’altro appena prorogato fino al 2022. Per il Cresme si tratta di un incentivo con enormi potenzialità, in grado di sviluppare investimenti per 1.000 miliardi in relazione agli interventi antisismici, e di 600 miliardi per quanto riguarda l’efficientamento energetico.

Ed ancora, nel 2021 il Superbonus al 110% dovrebbe produrre un incremento in valori assoluti del mercato edilizio pari a 2,42 miliardi di euro. Una cifra già ingente che però diventerebbe minoritaria rispetto agli oltre 6 miliardi di euro che potrebbero essere “sviluppati” dal Superbonus nel 2022.

Superbonus 110$% - dati Cresme a Convegno Angaisa

Pulsanti di emergenza con visibilità a 360°

Eaton Small E-StopRS Components ha aggiunto la serie RMQ Small E-Stop di Eaton alla gamma di pulsanti di emergenza distribuiti.

Questi pulsanti di emergenza presentano un anello illuminato a 360°; utilizzato in combinazione con l’elemento Led M22-FLED-RGB, inoltre, consente di scegliere da una palette di 7 colori che possono essere selezionati per mostrare i diversi stati della macchina o per garantire che la luce di emergenza sia distinta dagli altri indicatori visivi nella medesima area.

Si tratta di un dispositivo molto compatto (è più piccolo del 30% circa rispetto ai pulsanti di arresto di emergenza standard) ed è progettato per offrire livelli di sicurezza migliori con il minor ingombro possibile.

Offrendo una visibilità a 360° e con un diametro di soli 30 mm, il pulsante Small E-Stop si integra perfettamente nella maggior parte delle applicazioni nell’ambito dell’automazione e della costruzione di macchine e impianti.

Le sue dimensioni compatte offrono ai costruttori e ai progettisti un’opzione per l’arresto di emergenza idonea in qualsiasi ambiente di automazione, sia che venga montato orizzontalmente su un pannello di controllo piatto, sia che venga montato verticalmente a bordo macchina.

Pulsanti di emergenza di facile integrazione

Eaton Small E-Stop

Small E-Stop è semplice da integrare grazie al suo design modulare plug&play.

E compatibile con i contatti posteriori, ma può essere fornito con contatti di controllo interno. Per una maggiore flessibilità, i progettisti possono scegliere tra una versione da 22 mm o 30 mm di diametro e modelli con grado di protezione IP65K e IP69K. È inoltre possibile scegliere un meccanismo di rilascio a trazione o a rotazione.

Il pulsante di emergenza Eaton Small E-Stop è compatibile con altri prodotti Eaton RMQ, anch’essi disponibili sulla piattaforma on-line di RS Components, rendendo più facile per i progettisti di sistema e i costruttori di macchine procurarsi tutto ciò di cui hanno bisogno da un unico fornitore.

Quando il viaggiare elettrico si fa digitale

Unire l’utile al dilettevole nella smart mobility: viaggiare elettrico, oggi, può diventare un’esperienza digitale a 360 gradi grazie a nuove piattaforme integrate che accompagnano la diffusione delle auto elettriche e delle relative infrastrutture.

Come nel caso dell’app evway, presentata in questi giorni al CES 2021 – All Digital (11-14 gennaio) nella sua versione aggiornata con nuovi strumenti smart.

La grande mappa del viaggiare elettrico

Lanciata sei anni fa per offrire un servizio completo a chi sceglie la mobilità sostenibile, l’app ufficiale per Android e iOS, copre tutta Italia e Europa. Una mappa che rileva oltre 200.000 colonnine, intorno alle quali gravitano servizi su misura per gli EV driver. Perché ricaricare l’auto diventa piacevole, se oltre alle stazioni l’applicazione segnala le attività commerciali e le strutture ricettive che investono negli spostamenti consapevoli. Una sola piattaforma, dunque, raccoglie tutte le informazioni utili per viaggiare, ricaricare e soggiornare in tutta comodità.

Le sue caratteristiche principali sono:

Dall’app, naturalmente, è anche possibile accedere alle informazioni tecniche relative a ogni colonnina di ricarica: potenza erogata, tipo di presa a disposizione, modalità di accesso, sistema di pagamento e altri dettagli.

Viaggiare elettrico con l'app evwayCome cambia l’app evway

Le principali novità dell’ultima release vanno nella direzione di un viaggiare elettrico e sostenibile, connesso all’energia rinnovabile e alla tutela ambientale. Senza dimenticare il benessere degli EV driver, in ambito privato come nelle flotte aziendali.

Gli aggiornamenti riguardano:

Viaggiare elettrico anche in azienda

La proposta digitale evway non dimentica il mondo professionale, supportando le flotte elettriche aziendali. Qui, i driver non devono cambiare le proprie abitudini rispetto all’auto tradizionale, ricaricando senza stress tramite app o Keyfob aziendale.

La ricarica in tutta Europa si può comodamente pagare anche dal Keyfob, l’apposito portachiavi con tecnologia RFID

Anche la gestione è più semplice: i fleet manager possono monitorare online in tempo reale le attività in corso e lo storico. Non solo, gli spostamenti diventano ancora più efficienti grazie alla possibilità di elaborare report, creare gruppi di utenti con differenti fatturazioni, limiti, stazioni attivabili o visualizzabili e ricevere un’unica fattura mensile per i consumi totali della flotta di auto elettriche.

Bonus idrico 2021: sostituire rubinetti e docce conviene

Gli obiettivi del bonus idrico 2021? Ridurre lo spreco di acqua, migliorare l’efficienza energetica degli impianti domestici e, grazie a un’ulteriore misura, eliminare le bottiglie di plastica. Insieme all’integrazione di una fetta importante della filiera italiana delle costruzioni nei piani di rilancio economico post pandemia.

Tra le gradite new entry dell’ultima Legge di Bilancio, approvata lo scorso 30 dicembre, ci sono anche un contributo per la riqualificazione dei servizi igienici domestici e un incentivo fiscale dedicato ai sistemi di trattamento dell’acqua potabile. Che interventi mettere in campo e come richiedere il bonus? I dettagli operativi sono tutt’altro che definiti, ma proviamo ad analizzare cosa si intende, nel provvedimento, per risparmio idrico.

Bonus idrico 2021: riqualificare per risparmiare

Lo sviluppo sostenibile dell’Italia, finalmente, passa anche dall’acqua. E in particolare dai cittadini che scelgono di sostituire i vecchi rubinetti, vasi sanitari o docce con soluzioni a portata ridotta. Per loro, il Governo ha stanziato un budget complessivo di 20 milioni di euro, e un contributo di 1.000 euro a persona fisica, da utilizzare entro la fine del 2021. Il tutto, per interventi di riqualificazione idrica in edifici esistenti, parti di edifici esistenti o singole unità immobiliari.

Cosa comprende il bonus idrico 2021?

La Legge di Bilancio parla di spese sostenute per:

Tutti i casi comprendono fornitura e installazione, eventuali opere idrauliche e murarie e operazioni di smontaggio e dismissione dei sistemi preesistenti.

“Il bonus idrico arriva a seguito di un anno complicato, nel quale abbiamo vissuto a pieno le nostre abitazioni – commenta Maurizio Bellosta, Vicepresidente AVR (Associazione Italiana Costruttori Valvole e Rubinetteria) e Capogruppo Rubinetteria -. Oggi possiamo cogliere l’opportunità di acquistare prodotti che combinano tecnologia, design e risparmio di risorse idriche. Questo consente anche una maggiore efficienza degli impianti di produzione di acqua calda sanitaria”. Come accedere al contributo? Per conoscere le modalità operative del bonus dovremo attendere l’apposito decreto del Ministero dell’Ambiente, in arrivo entro 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio.

Bonus idrico 2021, incentivi anche per depurare l'acqua del rubinetto

Bere acqua a km zero? Altri incentivi per i filtri del rubinetto

Se pensavate di installare anche un sistema di trattamento dell’acqua potabile, il momento è propizio. Oltre al bonus idrico 2021, infatti, la Legge di Bilancio stabilisce un credito d’imposta del 50% per l’acquisto di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica. Lo sconto fiscale tocca un massimo di 1.000 euro per le abitazioni private e 5.000 euro per i pubblici esercizi. Fermo restando il limite complessivo di 5 milioni di euro rispettivamente per il 2021 e il 2022.

Un ulteriore provvedimento che fa bene all’ambiente e alle tasche degli italiani. “Incentivare fiscalmente l’utilizzo dell’acqua potabile, portando in detrazione le spese per installare i filtri – commenta il presidente di Aqua Italia Fabrizio Leoni -, significa ridurre di almeno il 30% l’impiego delle bottiglie di plastica. Con vantaggi in termini di sostenibilità ambientale e di risparmio economico per i cittadini”.

Hopperix, il gestionale per gli impiantisti elettrici

Sonepar Italia, da sempre al fianco di progettisti e professionisti del mondo elettrico, propone il nuovo servizio Hopperix, una piattaforma gestionale per impiantisti, sviluppata sulle esigenze specifiche degli operatori del settore elettrico dalla software house OneClike srl di San Donà di Piave (Ve).

“Hopperix rappresenta – dichiara Sergio Novello, Presidente e AD di Sonepar Italia – una buona opportunità per il settore per rafforzare l’organizzazione interna per affrontare le prossime sfide, legate alla ripartenza”.

Cosa è Hopperix?

Hopperix è un gestionale per supportare le aziende nel ciclo lavorativo quotidiano, organizzando i processi interni, dalla preventivazione fino alla fatturazione. Il software nasce dall’esigenza di avere a disposizione un unico tool in grado di mettere in comunicazione il cantiere e gli uffici, grazie ad un linguaggio comune, fatto di semplici click.

I plus di Hopperix

Perché attivarlo?

I clienti di Sonepar Italia hanno la possibilità di attivare la consulenza da parte di personale specializzato Hopperix chiedendo ai funzionari commerciali nei diversi punti vendita Sonepar Italia. A seguito di una valutazione dell’azienda – dimensione, conformazione, numero dei dipendenti – viene possibile ricevere una demo gratuita per valutarne le funzionalità.

“Abbiamo voluto innovare – dichiara Paolo Perissinotto, Responsabile sviluppo della piattaforma Hopperix – portando nel mercato degli impiantisti una soluzione completa e modulare che permetta allo staff aziendale di potersi concentrare sulle proprie attività, che siano esse in ufficio o in cantiere, lasciando al gestionale il compito di supportarlo e facilitarlo nel processo”.

“La nostra idea – commenta Federica Buttazzoni, Responsabile Sales & Marketing Hopperix – si basa sul principio che un gestionale debba essere adatto alle esigenze dell’azienda e delle persone, e non che le persone debbano adattarsi al gestionale. Siamo partiti analizzando il lavoro delle persone e intervistando ogni profilo aziendale, ne abbiamo colto le esigenze e abbiamo disegnato il programma basandoci sulle loro linee guida. Meno carte, meno burocrazia, meno elaborazioni, più contenuti guidati, più semplicità, più facilità nella gestione”.

Orbi Pro WiFi 6 di Netgear: massima connettività con tecnologia Mesh

Oggi più che mai la connettività è una risorsa preziosa a casa, al lavoro e in ambito smart working e home office. Non sempre però è possibile arrivare ovunque con il cavo di rete, oppure può essere più pratico ricorrere alla connettività wireless e beneficiare così della massima libertà nella connessione dei vari dispositivi.

La novità più recente in tal senso si chiama WiFi 6: una tecnologia che permette non solo di ottenere la massima velocità di connessione possibile, ma anche di intervenire sulla copertura effettiva per eliminare i “punti ciechi” tipici delle soluzioni di generazione precedente.

Prestazioni particolarmente apprezzate non solo dai professionisti (si pensi all’healthcare, agli studi degli avvocati o a quelli dei commercialisti), ma anche a coloro che decidono di destinare una parte del proprio appartamento a home office.

Le sfide della connettività

Cablare o non cablare? Sebbene il WiFi sia più conveniente della rete cablata Ethernet, il WiFi non è sempre veloce come la connessione internet via cavo. Molte aziende hanno bisogno della sicurezza e della velocità di una connessione Ethernet ma, contemporaneamente, della comodità e flessibilità del wireless. In alcuni casi però non è possibile cablare e quindi c’è la necessità di ricorrere a un WiFi performante.

Il service provider può risolvere i problemi del WiFi? I service provider solitamente hanno piani pensati per un utilizzo business della rete che spesso però per le piccole imprese o per gli home office rappresentano un costo fisso importante e includono prodotti che non integrano le ultime tecnologie disponibili sul mercato.

Piccole imprese significa multitasking. Il proprietario di una piccola impresa è spesso multitasking; è l’amministratore delegato, il CFO, l’HR director e sicuramente anche il responsabile IT. Questo vuol dire che deve gestire molte situazioni e ha la necessità di ottimizzare i tempi concentrandosi su quello che davvero può far crescere il proprio business. Deve quindi poter contare su una rete internet affidabile ma allo stesso tempo usufruire di un sistema controllabile anche da remoto.

I kit Orbi Pro WiFi 6

Netgear Orbi Pro WiFi 6 router satellitePer questi motivi Netgear ha pensato a Orbi Pro WiFi 6 (SXK80), un sistema Tri-band Mesh WiFi 6 (802.11ax), utile per soddisfare le esigenze di copertura di rete delle PMI e degli uffici domestici.

Integra infatti il più recente standard WiFi 6, che assicura una capacità di gestione dei dispositivi client 4 volte superiore rispetto allo standard precedente.

Nel suo kit base è composto da un router (il dispositivo che riceve la connettività dall’esterno e ne effettua una prima distribuzione via cavo o WiFi) e un satellite preconfigurato che ne estende la copertura. In questo modo, il kit base è in grado di assicurare la copertura alla massima velocità (fino a 6 gigabit) in un ambiente di 550 metri quadrati. Essendo un sistema espandibile, permette l’aggiunta di altri cinque satelliti per necessità di copertura elevate fino a 1.700 metri quadrati.
Sono disponibili anche kit già predisposti con un router e 3 satelliti, in grado di coprire aree importanti alla massima velocità.

Sicurezza, flessibilità e prestazioni

Tra il router e i satelliti si crea una connessione dedicata che non va ad influire sulla connessione lato client. Questo garantisce massima affidabilità e stabilità di connessione. Anche in ambito sicurezza, Orbi Pro WiFi 6 è aggiornato all’ultimo standard WPA3.

Per studi medici, commercialisti o per coloro che hanno particolari necessità gestionali, Orbi Pro WiFi 6 consente di creare fino a 4 reti WiFi separate con la possibilità di collegare le VLAN a SSID per maggiore flessibilità e sicurezza. Creando la rete guest, ad esempio, i dispositivi che accederanno a questa rete (pazienti, clienti e non solo) non saranno in grado di entrare nella rete principale e questo rappresenta un ulteriore livello di sicurezza.

Red Industry, le nuove scarpe antinfortunistiche di U-Power

L’ultima linea di scarpe antinfortunistiche U-Power è Red Industry, pensata per offrire la giusta sicurezza con il massimo comfort grazie al sottopiede WOW2.
A identificare questa nuova gamma è, infatti, il copri-sottopiede, anatomico e traspirante, che assicura un comfort ottimale, maggiore equilibrio e favorendo la distribuzione degli shock negli ambienti di lavoro.

Scarpe Red Industry U-Power soletta WOW2

WOW2 è costituito da due parti che integrano materiali evoluti sviluppati da BASF: la struttura arcoplantare in soffice mescola con proprietà automodellanti, capaci di distribuire uniformemente le pressioni del peso corporeo sul piede, e l’inserto antifatica che allevia lo stress corporeo dovuto alla prolungata permanenza in posizione eretta. Il beneficio immediato, avvertibile appena si indossa la calzatura, riduce visibilmente l’affaticamento quotidiano e la sensazione di gambe stanche e pesanti. La nuova tecnologia antistatica Seamless (letteralmente “senza cuciture”) evita lo sgradevole sfregamento con la pianta del piede.

Le caratteristiche delle nuove Red Industry

Nella creazione delle calzature da lavoro Red Industry, U-Power ha posto particolare attenzione sia ai dettagli estetici, sia a quelli funzionali.
Red Industry è disponibile nei modelli estivi e invernali, alti e bassi, per lui e per lei per rispondere ad ogni esigenza di gusto e di protezione: 33 tipologie in tutto, in ottemperanza alle classi di sicurezza da S1P a S3, tutti con protezione antistatica ESD e antiscivolo SRC, alcuni anche di standard CI.

Per quanto riguarda i materiali utilizzati, le tomaie sono in morbida pelle scamosciata o in nylon, oppure in Putek per resistere all’abrasione, è presente il sistema anti-perforazione Save&Flex plus con soletta “metal free”, il puntale Airtoe Composite, la suola in tecnopolimero di ultima generazione PU/PU che garantisce ottima tenuta grazie al battistrada ad angolo vivo e resistenza allo scivolamento tramite i canali stabilizzanti multilivello.

BradyGrip e Velcro Brand per una etichettatura migliore

Brady si occupa di sistemi e soluzioni di stampa industriale e di sicurezza. Recentemente l’azienda ha lanciato sul mercato un nuovo materiale a strappo stampabile pensato per identificare fasci di fili e cavi.

BradyGrip unisce i vantaggi del Velcro all’etichettatura

BradyGrip Velcro per etichettatura cavi

Le soluzioni a strappo sono già molto utilizzate nel settore datacom: per propria natura, infatti, è più difficile che danneggino l’isolamento dei cavi.
Per questo Brady ha collaborato con Velcro Brand per creare la soluzione stampabile BradyGrip con materiale a strappo Velcro Brand. Questo nuovo prodotto combina i materiali Brady alle alte prestazioni della tecnologia di Velcro Brand.

Può essere stampato e poi posizionato su fascette Velcro Brand One-Wrap per identificare fasci di fili o cavi.
Se pensiamo alle dimensioni e alla complessità dei data center, infatti, la necessità di identificare correttamente e in modo efficiente i fasci di cavi è diventata sempre più pressante. Durante l’installazione e la sostituzione dei cavi, un cavo non identificato correttamente può causare l’interruzione del flusso di dati e la sospensione del servizio, nonché rendere più difficile la risoluzione dei problemi, limitando la produttività nel suo complesso.

BradyGrip Velcro in DatacenterOggi si punta a una maggiore efficienza nei settori in cui si utilizzano fili e cavi: una applicazione e una identificazione più rapide sono quindi fondamentali. BradyGrip offre anche questi vantaggi, migliorando così l’identificazione sul campo e risparmiando tempo e denaro.

Questo nuovo materiale permette a Brady di raggiungere tutta una serie di mercati che si affidano ai marcatori per identificare fasci di fili e cavi: datacom, telecomunicazioni, impiantistica elettrica, sanità ed edilizia. Una caratteristica fondamentale di BradyGrip è la sua stampabilità. Codici a barre, testo e grafica possono essere stampati su questo materiale durevole e di alta qualità. In questo modo, si sostituiscono i marcatori scritti a mano, soggetti a errori o illeggibili, con un’identificazione stampata più rapida e chiara.
BradyGrip si affianca alle altre soluzioni di identificazione proposte da Brady, come nastri, sistemi di stampa e software.

Idrogeno, inverter e fotovoltaico nel 2021 di Fronius

Fronius ha già delineato il proprio programma di sviluppo per il 2021, che vedrà ampliarsi in modo significativo il portafoglio di soluzioni nel fotovoltaico, nell’idrogeno e negli inverter.
Tutto ruoterà intorno all’efficiente integrazione dei settori energetici e all’ottimizzazione dell’autoconsumo e dell’indipendenza energetica secondo la visione “24 ore di sole”.

Il tutto non solo per rispondere alle necessità di residenze unifamiliari, ma anche anche di aziende e di impianti fotovoltaici su larga scala: le soluzioni di Fronius risultano altamente scalabili e adatte a ogni esigenza.
Inoltre, come pioniere nel settore dell’idrogeno, l’azienda ha in progetto di concentrare tutte le competenze a Steinhaus (Alta Austria) per dare forma a un futuro energetico con l’idrogeno prodotto in maniera rinnovabile.

Novità per gli inverter nel settore fotovoltaico

Per far fronte alla crescente richiesta di soluzioni fotovoltaiche di elevata qualità, nel prossimo anno Fronius lancerà sul mercato numerosi nuovi prodotti e amplierà ulteriormente la propria gamma di servizi digitali.

“Abbiamo aumentato le nostre capacità produttive e abbiamo rinnovato le linee di produzione con le più recenti tecnologie. – spiega Martin Hackl, Direttore del dipartimento Solar Energy, Fronius International GmbH – Stiamo compiendo un ulteriore passo in avanti anche in termini di sostenibilità. I prodotti vengono progettati prevedendo l’impiego di materie prime riciclabili, la produzione sfrutta energia rinnovabile al 100% e abbiamo ridotto le emissioni di CO2 del 27% legate al trasporto nell’arco di 2 anni. Inoltre, prestiamo particolare importanza alla durata e all’affidabilità dei nostri inverter, non solo grazie al raffreddamento attivo ma anche tramite un innovativo concetto di manutenzione e un centro di riparazione interno. Stiamo entrando inoltre in nuovi settori, ad esempio con gli inverter commerciali ad elevate prestazioni e la nostra soluzione di ricarica per le auto elettriche”.

Integrazione totale, dal sole all’auto elettrica

Fronius Primo GEN24 Plus

Primo GEN24 Plus è la versione monofase dell’inverter trifase Symo GEN24 Plus.
Disponibile verso la fine del primo trimestre del 2021 nelle classi di potenza da 3 a 6 kW, offrirà funzioni innovative quali due diverse opzioni di backup, la Multi Flow Technology, il raffreddamento attivo, il SuperFlex Design e la gestione integrata dell’ombreggiamento. Un elevato numero di interfacce aperte permetterà di rendere disponibile l’energia fotovoltaica in eccesso per alimentare pompe di calore o la ricaricare l’auto elettrica.

Un occhio va anche alla mobilità elettrica, al fine di portare parte dell’energia solare raccolta anche nelle nuove auto elettriche. Pannelli fotovoltaici, inverter e mobilità elettrica arriveranno così tutti da un unico fornitore, in modo combinato e ottimizzato.

Fronius Tauro, l’inverter per aziende e grandi impianti

Per potenze maggiori, tipicamente per le imprese e le solar factory, Tauro è l’inverter commerciale di Fronius progettato per gli impianti su tetto o su terreno disponibile in diverse varianti e classi di potenza da 50 a 100 kW.

Idrogeno per uno stoccaggio flessibile e green

idrogenoL’idrogeno prodotto in modo ecologico gioca un ruolo centrale nella realizzazione della visione “24 ore di sole” di Fronius.
L’energia rinnovabile può essere immagazzinata efficientemente in base alle stagioni e riconvertita all’occorrenza in energia elettrica. Per questo motivo l’azienda sta realizzando un centro di competenza a Steinhaus, in Austria, dove convergeranno tutte le principali risorse.

Nel settore della mobilità, l’idrogeno è una valida fonte energetica priva di emissioni e caratterizzata da un’elevata densità di potenza, che consente un’autonomia elevata e un rapido rifornimento. Questi vantaggi sono combinati nel Fronius Solhub, un impianto compatto e chiavi in mano che consente la generazione, lo stoccaggio, la riconversione in energia elettrica e il rifornimento di idrogeno nei veicoli. Nel 2021 saranno realizzati diversi impianti con Fronius Solhub, uno dei quali verrà costruito proprio accanto al centro di competenza sull’idrogeno e che risulterà più innovativo e flessibile dell’impianto pilota esistente a Thalheim.