Con LeasysGO la mobilità elettrica viaggia sulla Nuova 500

FCA Bank e la sua controllata Leasys hanno annunciato l’apertura al pubblico di LeasysGO, servizio di car sharing sostenibile che permette di noleggiare una delle Nuove 500. Per il proprio progetto di mobilità sostenibile è stata scelta Torino.

Muoversi in elettrico con la Nuova 500

La nuova formula unisce tutti i vantaggi della guida elettrica a quelli della mobilità sostenibile. LeasysGO permette infatti di muoversi a emissioni zero (la Nuova 500 è elettrica) nelle zone a traffico limitato delle città.
Inoltre, trattandosi di un’auto in car sharing, il parcheggio è gratuito.

Il servizio è completamente gestibile dal proprio smartphone, grazie all’app dedicata. Noleggiare la Nuova 500 è molto semplice: basterà acquistare il voucher di iscrizione annuale su Amazon, al costo di 19,99€, convertirlo sulla piattaforma digitale LeasysGO e prenotare l’auto. Il tutto pagando una tariffa mensile molto competitiva, di 19,99 €, comprensiva di 2 ore di sharing al mese: una volta esaurite, il costo del servizio passerà in modalità pay-per-use al costo di 0,29€ al minuto, fino ad un massimo di 43,5€ per l’utilizzo di un’intera giornata.

La ricarica dei veicoli è gratuita e viene gestita da LeasysGO Attraverso la rete di colonnine elettriche di ricarica (che supereranno le 500 unità entro fine 2021).
La flotta di LeasysGO avrà 300 veicoli entro la fine di gennaio e salirà a 350 entro la fine dell’anno.

LeasysGO! nelle altre città

Dopo Torino, LeasysGO raggiungerà nel 2021 anche Milano, con 400 auto, e Roma, con 200 iniziali, puntando a una flotta complessiva di oltre 1.000 vetture, che sulla base delle richieste potrà essere ulteriormente allargata. I numeri della flotta sono destinati a raddoppiare con l’arrivo, previsto sempre nel 2021, anche in due importanti città europee come Valencia e Lione.

Daikin Perfera perfeziona il clima di casa

Flessibilità, efficienza e discrezione: climatizzare con Daikin Perfera significa “arredare” gli ambienti domestici con una soluzione completa per riscaldamento, raffrescamento e trattamento aria.

I modelli da parete e pavimento ospitano infatti tecnologie di ultima generazione e funzioni avanzate di connettività. Questo significa avere a disposizione climatizzatori performanti, che raggiungono la classe energetica A+++, sempre connessi e controllabili da remoto anche tramite comandi vocali.

Aria più smart e sostenibile con Daikin Perfera

Tra i plus tecnologici più rilevanti, l’inserimento di un deflettore più ampio che potenzia il flusso d’aria. La tecnologia brevettata Flash Streamer, poi, preserva il benessere negli ambienti interni garantendo sempre aria pulita. Le unità Daikin Perfera integrano anche un filtro deodorizzante all’apatite di titanio, in grado di neutralizzare gli odori sgradevoli.

Ma i condizionatori sono anche intelligenti e connessi all’app Daikin Residential Controller. In questo modo, gli utenti possono comodamente impostare temperatura, modalità di funzionamento e velocità del ventilatore. Chi ama parlare con la propria casa, invece, può utilizzare direttamente Amazon Alexa o Google Assistant.

Daikin Perfera: la nuova versione parete

Come cambia il modello a parete

Rispetto alle soluzioni precedenti, l’unità interna da parete risulta più compatta (larghezza ridotta di 30 mm), dunque più facilmente “mimetizzabile”. Inoltre, la macchina ospita un filtro in argento utile per eliminare gli allergeni come i pollini.

Le tre novità di Perfera Parete sono:

La new entry Perfera Pavimento

Le unità sono dotate di sensore Daikin Eye attivabile da telecomando e ampia area di aspirazione in tre direzioni. Quest’ultima caratteristica permette a Perfera Pavimento di raggiungere efficienza energetica fino a A+++/A++ e SCOP (Seasonal Coefficient of Performance) pari a 4,7.

Due le funzioni più interessanti:

L’unità può essere installata a filo muro o parzialmente a incasso, per risparmiare spazio. La nuova scheda Wi-Fi integrata in entrambi i modelli Daikin Perfera, infine rende la messa in funzione semplice e rapida.

Digitalizzazione e decentralizzazione: l’evoluzione del sistema elettrico nazionale

La transizione del sistema elettrico ha portato, negli ultimi anni, a una crescita delle fonti rinnovabili all’interno del mix energetico nazionale: la produzione da impianti eolici e fotovoltaici ha raggiunto circa 43 TWh nel 2019, pari al 15% della produzione complessiva di energia elettrica.

Una quota che nella primavera di quest’anno, nel periodo del primo lockdown, ha raggiunto nuovi record di produzione. Allo stesso tempo la domanda nazionale di energia elettrica si è ridotta del 12% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Il mix produttivo orario nazionale nel mese di aprile 2020 mostra:

andamento settore elettrico durante il lockdown

Gli effetti del lockdown sul sistema elettrico: andamento del mix di generazione –

Ma quali sono le sfide legate all’evoluzione del sistema elettrico? Secondo l’Electricity Market Report 2020 realizzato dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano stiamo assistendo a un vero e proprio cambiamento del sistema elettrico grazie al peso sempre maggiore delle fonti rinnovabili e della progressiva dismissione di una parte del parco termoelettrico. La generazione distribuita ha assunto un ruolo rilevante anche in termini di energia elettrica prodotta, coprendo oltre un quinto della produzione lorda nazionale e precisamente:

andamento fonti di energia

5 implicazioni sull’evoluzione del sistema elettrico

L’evoluzione del sistema elettrico nazionale dovrà essere in grado di rispondere alle esigenze di maggiore elettrificazione dei consumi (in parte attenuata dell’effetto delle politiche in tema di efficienza energetica) sfruttando una quota sempre maggiore di fonti rinnovabili. La gestione del sistema elettrico si basa su 5 dimensioni chiave:

  1. adeguatezza – Sistema dotato di risorse di produzione, stoccaggio, controllo della domanda e capacità di trasporto sufficienti a soddisfare la domanda attesa, con un margine di adeguatezza in ogni dato periodo
  2. sicurezza – Capacità del sistema elettrico di resistere a modifiche dello stato di funzionamento a seguito di disturbi improvvisi, senza che si verifichino violazioni dei limiti di funzionamento del sistema stesso
  3. resilienza – Capacità del sistema di resistere a sollecitazioni che hanno superato i limiti di tenuta e di riportarsi nello stato di funzionamento normale, eventualmente mediante interventi provvisori
  4. qualità – Capacità di garantire la continuità del servizio (mancanza d interruzioni nella fornitura di energia elettrica, frequenza e tensione entro i range ammissibili) e la qualità dello stesso (livello di tensione, forma d’onda, …)
  5. efficienza – Capacità di gestire il Sistema Elettrico rispettando i requisiti di sicurezza, adeguatezza e qualità, al minimo costo complessivo per il cittadino/utente

Domotica o dispositivi smart? Differenze e vantaggi

Gli edifici sono sempre più intelligenti, efficienti e innovativi e le nostre case non fanno eccezione. Lo sviluppo degli Smart Building è chiaramente in stretta relazione con l’evoluzione della tecnologia, strumento abilitante per l’introduzione dell’intelligenza nel mondo delle costruzioni. Il settore ha vissuto – e continua a vivere – una forte crescita, tanto da sperimentare diverse soluzioni abilitanti. Infatti, è proprio la tecnologia utilizzata il motivo per cui è importante distinguere la domotica (home automation) e dalla Smart Home.

La differenza tra domotica e Smart Home

Sia la domotica che i dispositivi smart hanno lo scopo di rendere intelligente la casa, ma si tratta di soluzioni differenti che non devono essere confusi. La domotica comprende tutti i dispositivi e i sistemi che permettono di controllare in modo efficace e da remoto tutte le funzionalità dell’edificio, attraverso il cablaggio dell’impianto elettrico. Attraverso un cavo BUS, che diventa l’unico “mezzo” per il trasporto di energia e informazioni, si collegano tutti i dispositivi presenti in casa, dall’illuminazione, agli elettrodomestici. Così, questi dispositivi possono “parlare” tra loro attraverso specifici protocolli di comunicazione. Il tutto è poi gestibile da un’unica app o da un display installato in casa.

Per realizzare un impianto domotico è necessario rivolgersi a professionisti qualificati e, se si interviene su un edificio esistente, eseguire alcune opere murarie per adeguare l’impianto elettrico. Una Smart Home, invece, è una casa in cui i singoli dispositivi sono controllabili da remoto, seppur rimangano uno indipendente dall’altro.

home automation o domotica i vantaggi

Alla base, infatti, c’è l’Internet of Things, ovvero l’Internet delle cose, che permette di collegare oggetti e impianti ad Internet. Grazie alla connessione alla rete, ciascun dispositivo può essere regolato e controllato da remoto tramite apposita App. Dato che gli oggetti non comunicano tra loro, ma con la rete, spesso è necessario utilizzare più applicazioni per il loro controllo. In questo caso, i dati raccolti dai dispositivi e dalle applicazioni sono depositati sui server dei produttori, mentre nel caso della domotica i dati vengono raccolti su un server proprietario dell’utente, installato presso l’abitazione. Un’ultima differenza riguarda il ruolo dello Smartphone, essenziale nel caso della Smart Home, opzionale nel caso della domotica.

I vantaggi della domotica

I principali vantaggi della domotica riguardano la totale integrazione delle funzioni domestiche, grazie al sistema cablato. Grazie alla domotica, si può godere di un totale controllo degli impianti e dei dispositivi di casa, impostando scenari e raccogliendo dati, il cui storico è poi disponibile e consultabile. La sicurezza di un sistema domotico è elevata e il sistema è personalizzabile al 100% sulla base delle richieste dell’utente. Un ulteriore vantaggio della domotica risiede nel fatto che per il suo funzionamento è sufficiente l’energia elettrica, senza dipendere in alcun modo dalla rete e dalla qualità di connessione disponibile.

Infine, la domotica aumenta il valore dell’immobile e favorisce un elevato risparmio energetico (e quindi economico). A tutti i potenziali interessati, va anche ricordato che la domotica, quando controlla l’impianto di climatizzazione e di produzione dell’acqua calda, rientra tra gli interventi detraibili tramite il meccanismo dell’Ecobonus.

I vantaggi della Smart Home

I vantaggi della Smart Home sono riconducibili alla maggior semplicità del sistema e all’investimento ridotto per l’acquisto dei dispositivi smart. Infatti, non dovendo agire in alcun modo sugli impianti di casa, diventa molto semplice implementare un “ecosistema” intelligente fatto di oggetti connessi. Rinunciando ad una totale integrazione e scegliendo lo Smartphone come “cuore” del sistema di controllo di casa, è possibile installare anche in totale autonomia la maggior parte dei dispositivi.

Gli oggetti smart sono sempre di più e possono essere acquistati in normali negozi di elettronica. Questo permette da un lato di risparmiare, pur automatizzando molte delle funzioni domestiche, dall’altro di procedere gradualmente e aggiungere un dispositivo alla volta, imparando anche conoscere pian piano tutte le potenzialità dell’Home Automation. Per semplificare la gestione degli oggetti connessi, oggi, la maggior parte dei produttori integra anche la funzionalità del controllo tramite gli Smart Speaker, come Alexa e Google Home.

comandare la smart home con gli assistenti vocali

Quale scegliere? Domotica o Smart Home?

Visti i vantaggi di entrambe le soluzioni, è semplice capire perché la correttezza della risposta a questa domanda dipende, in realtà, dalle esigenze di ciascun utente. La domotica e la Smart Home offrono ciascuna differenti vantaggi, che devono essere ponderati sulla base dei risultati che si vogliono ottenere e dell’investimento che si è disposti a fare. Infatti, anche se la domotica offre un sistema integrato, sicuro e con funzionalità avanzate, ha un costo di implementazione decisamente più alto. Allo stesso tempo, i dispositivi Smart sono semplici, veloci da installare e con costi contenuti.

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Guaine termorestringenti: guida alla scelta tra tipologie e materiali

La guaina termorestringente è un tipo di guaina in plastica estrusa, tagliabile a misura, che viene utilizzata per isolare elettricamente i collegamenti. Quando viene riscaldata la guaina si restringe – fino alla misura richiesta in base al rapporto di restringimento previsto – creando una guarnizione protettiva.
Al momento dell’acquisto, la guaina è nella condizione di espansione, quindi quando viene riscaldata ritorna al suo stato originale.

Ad ogni applicazione la sua guaina

Le guaine termorestringenti possono essere utilizzate in molti ambiti commerciali e industriali (automotive, ferroviario, navale, solare, elettrotecnico…) e HellermannTyton per soddisfare tutte le esigenze applicative dei diversi settori industriali realizza differenti tipologie di guaine di alta qualità che si contraddistinguono per materiali, misure, colori, fattori di restringimento.

L’applicazione principale è l’isolamento elettrico, ma l’azienda realizza anche guaine adatte all’identificazione e alla protezione meccanica dei cavi.

Come scegliere la guaina: il fattore di restringimento

Termorestringenti hellermanntytonÈ possibile distinguere tra guaine termorestringenti a parete sottile, media e spessa, con e senza adesivo. Le guaine con adesivo, oltre all’isolamento elettrico, migliorano l’isolamento ambientale e aumentano l’efficacia meccanica.

Quando si sceglie una guaina è necessario considerare il rapporto di restringimento, un valore che indica quanto il prodotto si restringerà una volta riscaldato: HellermanTyton dispone di soluzioni da 2:1 a 6:1. Un rapporto di restringimento alto consente di coprire forme grandi e irregolari, oltre a un maggiore numero di diametri di cavi.

Ad esempio, con un rapporto di restringimento di 2:1, quando riscaldata, la guaina si restringe a metà del suo diametro originale, mentre un rapporto 3:1 garantisce un rivestimento protettivo, completamente sigillato, anche a connettori e giunzioni. Per una scelta ottimale è necessario tenere conto della regola 80/20: la guaina deve rientrare in minimo del 20% e non più dell’80% della sua capacità di restringimento totale.

Per supportare al meglio nella scelta della corretta soluzione, HellermannTyton propone apposite applicazioni disponibili on-line:

Calcolatore Guaine Termorestringenti

Calcolatore Spessore Parete

Guaine termorestringenti: tipologia di materiali

Le guaine termorestringenti non si restringono tutte alla stessa temperatura, ma dipende sia dal materiale di cui sono composte, sia dallo spessore della parete.

La maggior parte sono realizzate in poliolefina reticolata, un materiale derivato dal polietilene che presenta flessibilità, rapido restringimento e lunga durata, oltre a essere un buon isolante. Questa guaina è particolarmente versatile e può essere utilizzata sia in applicazioni commerciali, sia in quelle industriali.

Data l’ampiezza di gamma della proposta di HellermannTyton, sono disponibili soluzioni in elastomero, fluoropolimero, Polivinilidene fluoruro (PVDF), Politetrafluoroetilene (PTFE) in grado di soddisfare applicazioni dove sono richieste temperature di esercizio elevate o protezione da agenti chimici.

La guaina termorestringente TFE4 in PTFE è ideale per l’utilizzo in ambienti a elevata temperatura e per applicazioni esposte a condizioni chimiche estreme. Grazie alla parete sottile, è indicata per applicazioni su strumenti di misurazione del pH oppure può essere utilizzata per prevenire danneggiamenti di alberi di trasmissione e parti meccaniche in genere.

Guaina trasparente TFE4 Hellermanntyton

Guaina termorestringente traslucida a parete estremamente sottile TFE4 con fattore di restringimento 2:1

HellermanTyton propone anche guaine in elastomero adatte per le applicazioni aerospaziali, ferroviarie, automotive e della difesa (SE28). Sono inoltre resistenti al gasolio, ai fluidi avionici e idraulici e garantiscono una protezione ottimale all’abrasione.

A ognuno il suo formato

Proprio per rispondere alle diverse esigenze di utilizzo, sono disponibili diverse tipologie di confezioni, dalle bobine industriali a elevato metraggio (ideale per cablatori che tagliano a misura la guaina) alle mini bobine da 5-10 metri in base al diametro (ideale per installatori e piccoli utilizzatori), fino a barre da 1 metro, sacchetti con spezzoni da 20 cm o in valigetta con guaine di diverse misure e colori.

Formati e attrezzi guaine termorestringenti

Guaine termorestringenti in barre da un metro

Guaine termoresistenti in Barre colorate

Barre da 1 metro colorate: le guaine TCN20 in poliolefina hanno un rapporto di restringimento 2:1

Uno dei vantaggi delle barre da 1 metro, oltre alla possibilità di comprare realmente solo ciò che serve, è che questo formato è disponibile in diversi colori, anche particolari come il giallo, il marrone o il viola. In alcuni settori infatti viene utilizzato un colore specifico per identificare l’applicazione: arancio per i veicoli ibridi ed elettrici, giallo/verde per l’identificazione della messa a terra, o quando un installatore desidera isolare i cavi con lo stesso colore del cavo.

Tra le barre da 1 metro colorate, le guaine TCN20 in poliolefina con rapporto di restringimento 2:1 sono adatte per un’ampia gamma di applicazioni, come l’isolamento elettrico, la protezione meccanica e la protezione dei cavi.

A cosa serve una guaina termorestingente?

Oltre all’isolamento elettrico, con le guaine termorestringenti è possibile infine proteggere e identificare i componenti. HellermannTyton ha pensato a una versione trasparente, che consente di leggere l’identificazione dei diversi componenti (connettori, cavi…) proteggendo le scritte da oli o altri agenti pulenti.

 

Per maggiori informazioni sulle guaine termorestringenti di HellermanTyton visitare il sito o scrivere alla pagina Marketing@HellermannTyton.it

I pannelli fotovoltaici “abbracciano” i pali della luce

Fly Solartech Solutions è un’azienda italiana specializzata nella realizzazione di pannelli solari rigidi, semirigidi o totalmente flessibili.

Di recente l’azienda ha siglato un accordo con una società tedesca per la fornitura di oltre 2.000 pannelli rigidi di forma circolare destinati a ricoprire pali per l’illuminazione pubblica di una città in Arabia Saudita. Ciascun palo, della lunghezza di 12 metri, è rivestito da un pannello solare rigido di 4,80 m capace di generare 380 Watt, utili per alimentare la lampada a led posizionata sul braccio del palo.

“La nostra missione è creare moduli fotovoltaici integrati in dispositivi indossabili per l’arredo urbano, l’illuminazione pubblica e la mobilità. – afferma Davide Zanatta, fondatore e CEO di Fly Solartech Solutions – I nostri pannelli hanno il vantaggio di poter essere integrati nelle strutture esistenti, di non dover essere orientati e non impattare sul decoro urbano”.

Pannelli fotovoltaici integrati nei pali dei lampioni

pannelli fotovoltaici curvi Fly Solartech Solutions

Si tratta di uno dei primi esempi di tecnologia fotovoltaica architettonicamente integrata in una smart city.
Merito anche del modulo utilizzato, di tipo ultra-sottile (è spesso solo 3 mm), che presenta l’esatto diametro del palo ed è completamente nero, indistinguibile a occhio nudo.

Alla base di ciascun palo è installata una batteria solare “on-grid”, quindi in grado di cedere energia in rete quando è carica e/o ricevere energia dalla rete qualora la potenza generata dal sole non sia sufficiente.

La tecnologia 7 layers definisce un processo di lavorazione particolare che permette al modulo, dopo essere stato sagomato per assumere la forma desiderata, di avere la stessa rigidità di un modulo di vetro. Questo avviene nell’ultima fase di lavorazione del processo produttivo, durante il quale i moduli sono assemblati e personalizzati in base al raggio di curvatura, alla potenza, alla dimensione e al colore richiesti.

Tutti i moduli progettati dall’azienda sono basati sulla tecnologia ETFE, un polimero plastico a base di fluoro che, grazie alla sua particolare conformazione atomica, è in grado di resistere a elevate temperature ambientali mantenendo una grande efficienza.
L’ETFE assicura un’ottima resistenza meccanica e chimica ed è anti riflesso, per questo è stato scelto come materiale di riferimento ad esempio per il settore nautico.

 

Consumi energetici e comportamenti ambientali dei cittadini

Da un lato ci sono i massimi sistemi, ovvero le direttive europee e le leggi dello Stato, dall’altro ci siamo noi, con la nostra cultura e i nostri comportamenti. Vale per tanti ambiti della vita sociale, e la green economy non fa eccezione. Di questo si occupa il report, “L’energia tra valori individuali e comunitari”, frutto della collaborazione tra Università Statale di Milano (Cattedra di Psicologia Sociale) e il Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’ENEA.

Le diverse dinamiche di comportamenti

Si tratta di uno studio che analizza i comportamenti ambientali e i consumi energetici delle famiglie alla luce della psicologia ambientale e delle scienze sociali applicate. In particolare, l’analisi è stata condotta su un campione di residenti in Lombardia di cui sono stati esaminati azioni e interventi messi in atto negli ultimi cinque anni per ridurre la propria bolletta energetica.

Una prima evidenza dell’indagine riguarda le dinamiche interne al nucleo familiare, dove spesso convivono diverse subculture energetiche, a loro volta derivanti da variabili come genere, età, tipologia di abitazione e impegno sui temi della sostenibilità.

Donne meglio degli uomini

Per quanto riguarda le differenze di genere, il report sottolinea che, anche in Italia, i comportamenti virtuosi sono più diffusi tra le donne rispetto agli uomini, con le prime che percepiscono in maniera più intensa l’efficacia e l’impatto positivo delle azioni individuali. Questo si traduce, al femminile, in pratiche quotidiane concrete, mentre nel genere maschile prevale lo scetticismo riguardo al reale impatto dei comportamenti sul sistema economico e sociale nel suo complesso.

comportamenti ambientali Studio ENEA

Differenze di genere ma anche generazionali. Infatti, l’indagine ha messo in evidenza approcci diversi alla cultura della sostenibilità a seconda delle fasce d’età prese in considerazione. Nel dettaglio, una maggiore adesione al concetto di un’etica sostenibile, oltre che un’apertura più ampia al cambiamento, contraddistingue la fascia d’età compresa tra i 18-37 anni, più incline al green anche per quanto riguarda i temi della mobilità e della condivisione dei servizi.

Attenzione all’ambiente e comportamenti reali

Un altro aspetto importante preso in considerazione dal report è quello delle ricadute economiche e comportamentali. Emerge così la tendenza a dotarsi di un numero inferiore di apparecchi ed elettrodomestici (-16,3%, a parità di dimensione del nucleo familiare) da parte delle famiglie “ad alta sostenibilità”, cioè quelle che dichiarano un approccio valoriale maggiormente orientato alla salvaguardia ambientale.

Condomini e abitazioni indipendenti

Ed ancora, si riscontrano differenze sostanziali anche nei comportamenti di chi vive all’interno dei condomini rispetto a chi risiede in abitazioni indipendenti. Lo studio evidenzia come il contesto condominiale si presenti come un ambiente più favorevole a una minor presenza di elettrodomestici e a consumi più orientati all’innovazione. Questo grazie alla metratura più ridotta delle singole abitazioni, alla possibilità di condividere i sistemi di riscaldamento e alla distribuzione geografica dei condomini, decisamente più diffusi nei grandi centri urbani.

Numeri alla mano, le differenze maggiori riguardano gli interventi per ridurre i consumi energetici: nei condomini il 59% degli intervistati ha indicato di aver effettuato almeno un intervento per risparmiare energia negli ultimi cinque anni, contro il 21% di chi vive nelle abitazioni indipendenti. Al contrario, la percentuale di interventi stimolati dagli incentivi economici appare maggiore per chi vive all’interno di abitazioni indipendenti (40%) rispetto a chi abita nei condomini (32%).

differenze di comportamenti e dotazioni tra condomini e abitazioni indipendenti

“Dal report – ha sottolineato Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’ENEA – emerge quanto sia importante, in termini di efficacia, la possibilità di fornire agli utenti una serie di feedback in tempo reale circa la correttezza dei propri comportamenti, allo scopo di progettare strategie di sensibilizzazione che interagiscano direttamente con i cittadini”.

Fotovoltaico organico: di che cosa si tratta e le prospettive di mercato

Che cos’è il fotovoltaico organico? Il fotovoltaico organico, detto anche OPV Organic PhotoVoltaics, è una tecnologia sulla quale si è investito in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di realizzare anche un sistema fotovoltaico con costi ridotti rispetto a quelli tradizionali. Il fotovoltaico organico, in realtà, nasce più di dieci anni fa dal lavoro di un gruppo di ricercatori, che per primi presentarono una cella fotovoltaica che sfruttava il carbonio.

Questa tipologia di fotovoltaico è interessante sia per i costi più contenuti, sia per la possibilità di favorire l’integrazione architettonica, sempre più incoraggiata. In generale, questa tecnologia si basa sull’uso di composti organici fotoattivi (semiconduttori organici). Gli OPV sono composti da pellicole molto sottili, generalmente di materiale plastico, sopra le quali si trovano i composti organici. In sostanza, viene “stampato” lo strato in grado di assorbire l’energia del sole sui film plastici, proprio come si farebbe con degli inchiostri colorati.

Tra i vantaggi del fotovoltaico organico ci sono sicuramente:

Inoltre, il peso dell’impianto viene ridotto moltissimo e il risultato è un fotovoltaico leggero e flessibile. Proprio queste sono le caratteristiche che rendono così interessante il fotovoltaico organico, che si presta anche per installazioni complicate se si dovessero utilizzare gli impianti tradizionali. Il costo ridotto, poi, dipende anche dalla quantità di materiale che si deve utilizzare e dalla semplicità delle tecniche con cui si possono realizzare i sistemi fotovoltaici organici. Il fotovoltaico organico è installabile ovunque e potrebbe diventare una soluzione per tutte quelle località difficili da raggiungere, ma anche per gli impianti che richiedono tempi rapidissimi di installazione e una certa flessibilità, ad esempio in caso di emergenza.

Il mercato del fotovoltaico e gli obiettivi da raggiungere

Il Green Deal europeo e il PNIEC in Italia puntano verso la stessa direzione e tra gli obiettivi principali c’è proprio la crescita delle rinnovabili. Considerando i dati attuali del settore fotovoltaico e gli obiettivi posti, la strada da percorrere è ancora molta e in parte in salita. Questo non significa che negli ultimi anni il fotovoltaico (e in generale le rinnovabili) non sia cresciuto, ma che per raggiungere gli obiettivi posti si deve sostenere una forte spinta delle installazioni. Ad esempio, nel nostro paese dovremo riuscire ad installare circa 30 GW di capacità nei prossimi dieci anni.

cella fotovoltaica in silicio

A livello europeo, comunque, il mercato sembra essere promettente e destinato a crescere. Secondo i dati pubblicati quest’anno dall’Associazione SolarPower Europe, il mercato fotovoltaico globale nel 2019 ha registrato una crescita del +13% sull’anno precedente, superando 115 GW di installazioni. Inoltre, il fotovoltaico continua a rivestire un ruolo importante nella crescita delle rinnovabili e rappresenta quasi la metà della capacità globale.

A livello europeo la crescita è elevata e la Spagna si conferma il primo paese per le installazioni fotovoltaiche. Va detto, infine, che il 2020 purtroppo farà registrare una contrazione del mercato a causa dell’impatto del Covid-19, ma il settore tornerà a crescere e probabilmente si avrà una riduzione del costo dei pannelli a causa della produzione in eccesso rispetto alla domanda registrata quest’anno.

La crescita del fotovoltaico dei prossimi anni dipenderà molto anche dallo sviluppo della tecnologia, che riveste un ruolo chiave per favorire nuove installazioni. Questo significa che da un lato sono di interesse trend quali la digitalizzazione degli impianti e l’integrazione con tecnologie quali Internet of Things e Intelligenza Artificiale (AI), per una gestione sempre più semplice ed efficace. Dall’altro lato, invece, si dovrà continuare la ricerca e l’innovazione della stessa tecnologia fotovoltaica, proprio come si sta facendo con il fotovoltaico organico.

Il futuro del fotovoltaico organico

Il fotovoltaico organico continua ad interessare imprese, centri di ricerca e università per le sue grandi potenzialità. L’obiettivo è infatti quello di riuscire a realizzare una tecnologia che assicuri efficienza, ma con costi decisamente ridotti. Se si raggiungeranno le prestazioni desiderate, molto probabilmente la diffusione di questa tecnologia vivrà un forte periodo di crescita. Per questo le sperimentazioni non mancano. La ricerca può sicuramente essere considerata in uno stato avanzato, per quanto non si sia ancora effettivamente pronti per una produzione in serie e per una concreta immissione sul mercato a grande scala.

Il fotovoltaico organico, superato il limite dell’efficienza ancora troppo ridotta, vivrà un momento di successo grazie agli altri pregi già verificati ed appurati. Si tratta di puntare su un futuro del fotovoltaico fatto di accessibilità, flessibilità e integrazione architettonica. Ridurre i costi del fotovoltaico e rendere possibile ovunque una sua installazione, inoltre, può essere motore di una forte spinta al mercato delle rinnovabili.

Tra gli aspetti da migliorare, c’è ancora la riduzione degli spazi “non attivi” del fotovoltaico organico, ovvero delle aree che non producano effettivamente energia. Si sta lavorando molto anche proprio sul miglioramento dell’efficienza degli OPV, in modo da renderli competitivi con i pannelli tradizionali. In laboratorio, su piccole celle sperimentali si è raggiunto un livello di efficienza che tocca il 17%, ma il record ottenuto su una produzione “realistica” (in termini di dimensioni) è dell’Università Friedrich-Alexander. I risultati del gruppo di ricerca, nello specifico, sono un’efficienza del 12,6% su un’area di 26 cm2 e di 11,7% su una di 204 cm2.

DiCE Smart e DiCE Care, energia e persone sotto controllo

È ancora una volta il CES di Las Vegas a tenere a battesimo l’innovazione di DiCEworld.

DiCE Smart è infatti un dispositivo IoT che incrementa il livello di comfort e sicurezza in casa e riduce gli sprechi di energia, mentre DiCE Care aiuta a monitorare lo stato dei propri cari da remoto sfruttando l’Intelligenza Ambientale.

DiCE Smart per consumi sotto controllo

DiCE Smart

DiCE Smart è un dispositivo Made in Italy – disegnato dall’architetto e designer Marco Acerbis – che gestisce consumi elettrici, luci ed elettrodomestici in casa, consentendo di risparmiare energia, riducendo il nostro impatto sull’ambiente e ottenendo risparmi in bolletta.

Si tratta di un hub tecnologico facile da installare e utilizzare: si connette alla rete di casa tramite Wi-Fi, legge i consumi elettrici in tempo reale grazie al sensore D-Energy installato sul contatore, controlla e gestisce i livelli di consumo degli elettrodomestici connessi con prese smart e comanda le lampadine wireless.

Ricevuti i consumi tramite frequenze radio, DiCE Smart li comunica attraverso luci e colori, che variano dal verde, quando l’energia utilizzata risulta nella soglia media, al giallo-arancio, quando ci si avvicina a un possibile blackout, fino al rosso.

In caso di sovraccarico, DiCE Smart inizia a lampeggiare e provvede automaticamente a spegnere gli elettrodomestici dotati di prese smart e lampadine wireless più energivori. Grazie alla App DiCEhome è possibile attivare DiCE Smart anche da remoto, impostando soglie massime e visualizzando i consumi elettrici in caso di cambiamenti attraverso notifiche su smartphone. DiCE Smart è disponibile su Amazon.

DiCE Care, monitoraggio discreto e sicuro

DiCE Care

DiCE Care è un dispositivo che legge e interpreta le routine domestiche e le monitora grazie a una Intelligenza Ambientale interamente sviluppata da DiCEworld.

Ad esempio se si sta riposando, se si è fuori casa o se non si prepara il pranzo alla solita ora, D-Energy raccoglie i dati sui consumi e li trasmette al dispositivo DiCE Care, che notifica le variazioni tramite App.
Funge inoltre da promemoria, permettendo di ricordare ai parenti azioni da compiere in un certo orario ed eventuali commissioni da svolgere.

L’Intelligenza Ambientale si occupa dell’analisi delle informazioni senza che siano necessarie azioni umane dirette e lanciando notifiche e alert personalizzati.

DiCE Care è particolarmente efficace nel supportare quelle persone che necessitano di monitoraggio costante o per avere la certezza che non ci siano eventi imprevisti.

DiCE Care è una presenza costante e discreta, che rispetta la privacy poiché non deve essere applicato alle pareti, indossato o portato con sé e non richiede videocamere o bracciali. Può essere collocato in un qualsiasi punto della casa raggiunto da connessione WiFi per svolgere il proprio lavoro.

Superbonus ed Ecobonus, la piattaforma Hoval per i benefici fiscali

Ormai tutti conoscono il Superbonus 110% e i relativi incentivi inclusi nell’art. 119 del Decreto Rilancio. Quello che ancora sfugge ai più è la complessità delle procedure per accedervi.

I requisiti per poter usufruire delle agevolazioni previste dall’Ecobonus 110% sono ormai abbastanza chiari e vincolanti, gli interventi devono essere di determinate tipologie e garantire il miglioramento di almeno due classi energetiche (o per lo meno il raggiungimento di quella più alta possibile); lo stesso Decreto Rilancio, in base all’art. 121, ha però reintrodotto la possibilità di richiedere lo sconto in fattura e la cessione del credito, pari al 50% per le spese relative agli interventi di ristrutturazione edilizia e al 65% per gli interventi di riqualificazione energetica che non rientrano nell’ambito di applicazione del Superbonus. Il rischio di perdersi tra i cavilli normativi è quindi abbastanza facile.

Una brochure con i prodotti Hoval idonei

Hoval ormai da tempo è impegnata nell’affiancare i propri partner al fine di dare loro il massimo supporto nei confronti del mercato. Per questo motivo ha realizzato una brochure che passa in rassegna le soluzioni Hoval che rientrano nei parametri previsti dal Superbonus e dall’Ecobonus: generatori di calore a condensazione, pompe di calore elettriche, caldaie a biomassa, collettori solari, scaldacqua a pompa di calore e sistemi ibridi a pompa di calore costituiti dalla pompa di calore abbinata alla caldaia a condensazione a gas o a gasolio.

Per ogni tipologia di impianto vengono indicati l’ambito normativo e di applicazione, l’importo massimo detraibile e la detrazione prevista.

Una piattaforma per semplificare l’iter burocratico

Se l’installatore o il cliente finale decidono di scegliere lo sconto in fattura, lo sconto verrà anticipato dal fornitore che ha eseguito l’intervento di riqualificazione che potrà decidere se recuperare l’importo sotto forma di credito d’imposta in dieci quote annuali o cedere a sua volta il credito d’imposta ad Hoval. Per semplificare l’iter burocratico di presentazione della pratica, l’azienda ha infine creato una piattaforma dedicata nella quale vengono illustrati step by step al cliente tutti i passi da affrontare.