Purificatore d’aria IoT, ambienti sani a misura di utente

Non solo performance e filtraggio efficace: ecco un purificatore d’aria IoT che apprende automaticamente le esperienze e i desideri degli utenti, per offrire il massimo del comfort e della sicurezza negli ambienti interni. Innoliving AirPro “incarna” il modello digitale e sostenibile degli edifici connessi in una proposta di design incentrata sulla qualità dell’aria indoor.

Perché il purificatore d’aria IoT è diverso

I nuovi apparecchi Innoliving integrano tecnologie per il filtraggio dell’aria e sensori che adattano costantemente le performance del purificatore alle esigenze dell’ambiente. Parlando di domotica, poi, le macchine sono interamente gestibili da remoto, tramite app e assistenti vocali Google Home e Amazon Alexa.

Ma c’è di più: un software proprietario permette di connettere diversi purificatori d’aria smart a un unico sistema centrale. Questo consente di monitorare in tempo reale molteplici parametri legati alla qualità dell’aria. Così l’IoT apre scenari digitali in realtà come aziende, uffici, ospedali, alberghi, musei, centri commerciali o palestre. Contesti professionali dove la salubrità degli ambienti e il benessere delle persone sono considerati fattori chiave, oggi più che mai.

Aria pulita in ogni ambiente

La famiglia di purificatori d’aria IoT comprende due linee:

Tutti i modelli integrano filtri ad alte prestazioni, proponendo in alcune versioni il mix vincente tra soluzioni Hepa, fotocatalitiche, a carboni attivi e altre tecnologie di filtraggio. Questo consente ai dispositivi di intercettare i principali agenti inquinanti (polveri sottili, pollini, muffe, batteri, virus, sostanze chimiche e organiche volatili), eliminando anche il 99,97% delle particelle. Completano la linea AirPro i generatori di ozono per la sanificazione degli ambienti domestici ma anche di uffici, negozi e altri spazi aperti al pubblico.

Numerosi studi dimostrano che l’inquinamento all’interno delle abitazioni e dei luoghi di lavoro risulta spesso più dannoso di quello esterno

Una proposta innovativa di purificatori d’aria IoT pensata per rispondere efficacemente al problema dell’inquinamento degli ambienti interni e alle urgenti necessità dettate dall’emergenza Covid-19.

Alla Dakar l’energia è fotovoltaica con Socomec e GCK-Energy

Dall’11 al 13 gennaio 2021 l’Amaury Sport Organization (ASO), la società che organizza il rally Dakar, ha compiuto un passo decisivo verso il suo obiettivo di organizzare un evento a zero emissioni di carbonio. Su richiesta di ASO, la società GCK-Energy ha implementato una nuova soluzione di accumulo di energia mobile basata su tecnologia Socomec per fornire energia green all’impianto mobile NEOM. Questo alimentatore limiterà l’uso di generatori che utilizzano combustibili fossili.

Ridurre le emissioni di CO2 grazie al fotovoltaico

La soluzione tecnica implementata da GCK-Energy è stata progettata da Socomec e include un sistema SUNSYS Mobile, una nuova soluzione di accumulo di energia elettrica ultramobile dotata di batterie agli ioni di litio fornite dall’azienda IBS, anch’essa partner del progetto.

Dakar sistema fotovoltaico Socomec GCK-EnergyQuesto sistema a zero emissioni all-terrain è stato progettato per essere un’alternativa sostenibile per diminuire l’uso dei generatori rumorosi e inquinanti. Nell’accampamento NEOM, il centro stampa, la walled TV e il centro per l’accoglienza dei partecipanti sono stati alimentati da energia solare prodotta e immagazzinata in loco durante i tre giorni di attività.
Socomec lavora da diversi anni al miglioramento della tecnologia per l’accumulo mobile di energia.

“Lo stoccaggio mobile dell’elettricità è un’importante innovazione su cui lavoriamo da diversi anni, grazie alla nostra partnership con IBS. – spiega Ivan Steyert, CEO di Socomec – Dopo il successo del progetto pilota E’Car nel 2019, siamo ora in grado di offrire ai nostri clienti una soluzione unica e industrializzata per la fornitura di carichi temporanei senza emissioni di carbonio. Socomec è molto orgogliosa di mettere la propria esperienza al servizio di GCK-Energy, che è impegnata nella fornitura di soluzioni di energia green, in particolare nel contesto dello sport automobilistico del futuro”.

Non solo Dakar: GCK e-Blast 1, l’elettrico per il rally-cross

GCK e-Blast 1

Oltre alle infrastrutture temporanee come l’impianto mobile di Dakar, la tecnologia ideata da Socomec si adatta anche ai vincoli inerenti al rally. GCK e-Blast 1 è infatti un veicolo elettrico da rally-cross che viene ricaricato ad energia solare, in mezzo al deserto, grazie al supporto tecnologico di Socomec e IBS, il progettista delle batterie del veicolo.

Mobilità elettrica: le infrastrutture di ricarica pubbliche in Italia al 2020

A dicembre del 2020, in Italia si contano 19.324 punti di ricarica per le vetture elettriche ospitati in 9.709 infrastrutture di ricarica accessibili al pubblico. I dati emergono dalla seconda edizione del report “Le infrastrutture di ricarica pubbliche in Italia”, realizzato da Motus-E, la prima associazione italiana nata per accelerare il cambiamento verso il nuovo paradigma della mobilità elettrica.

In base a quanto rilevato dall’analisi, il trend è certamente positivo malgrado le difficoltà causate dalla pandemia di Covid-19. La crescita delle immatricolazioni dei veicoli elettrici, tuttavia, ha bisogno di essere supportata da un’infrastruttura adeguata a soddisfare la domanda in costante aumento.

Addentriamoci più dettagliatamente nel merito del report, facendo una sintesi dei suoi punti salienti, così da scoprire quale sia l’attuale contesto italiano e cosa ci si può attendere nell’immediato futuro.

Infrastrutture di ricarica pubbliche in Italia: l’attuale quadro

Nonostante i rallentamenti generali dovuti all’emergenza sanitaria e al lockdown, il 2020 è stato comunque un anno positivo per la mobilità elettrica in Italia. Seppure inferiori rispetto al resto d’Europa, anche nel nostro paese le vendite dei veicoli elettrici hanno registrato un trend in rapida e in costante crescita, dovuto in parte alla spinta degli incentivi nazionali e regionali.

Anche la rete di infrastrutture di ricarica per le vetture elettriche in Italia segue andamenti di crescita comparabili ai livelli di vendita. Secondo le ultime elaborazioni contenute nel report di Motus-e, relative a dicembre 2020, nel nostro paese si possono attualmente contare 19.324 punti di ricarica in 9.709 infrastrutture di ricarica accessibili al pubblico.

Infrastrutture di ricarica pubbliche in Italia

Dal Report “Le infrastrutture di ricarica pubbliche in Italia” di Motus-E

Nel corso dell’anno da poco conclusosi, le installazioni sono cresciute mediamente del 39%. Le infrastrutture di ricarica sono passate da 7.203 a 9.709 (+2.506), mentre i punti di ricarica da 13.721 a 19.324 (+5.602). La ripartizione media delle infrastrutture pubbliche è dell’80% su suolo pubblico e del 20% su suolo privato a uso pubblico, come centri commerciali e supermercati.

Tra i punti di ricarica si annoverano inoltre:

Sfortunatamente, allo stato attuale delle cose, circa il 21% delle infrastrutture di ricarica pubbliche risulta ancora non utilizzabile dagli utenti finali poiché non è stato possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni di tipo autorizzativo.

Per di più, è percepita come un disagio per l’utente la sostanziale assenza di stazioni di ricarica nelle aree di servizio e lungo le arterie autostradali, che in base a quanto suggerito dagli esperti di Motus-E, avrebbero bisogno di una più capillare diffusione di punti di ricarica ad alta potenza o High Power Charger–HPC9 con potenze di almeno 100 kW, al fine di facilitare viaggi e spostamenti sui tratti extraurbani. La presenza di High Power Chargers pubblici, anche in contesti urbani e periferici selezionati, costituisce infatti un punto chiave come ulteriore stimolo alla elettrificazione della mobilità.

Il divario tra Nord e Sud

L’analisi condotta da Motus-E evidenzia un divario tra Nord e Sud del paese nella distribuzione delle infrastrutture di ricarica. Dai dati raccolti emerge che il 57% circa delle infrastrutture sono localizzate nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro mentre solo il 20% nel Sud e nelle Isole, con una prevalenza generale presso le città metropolitane.

La Lombardia è la regione con più punti di ricarica. Da sola possiede il 17% di tutte le installazioni, con 3.326 punti contro i 2.467 registrati a febbraio 2020. Seguono nell’ordine il Piemonte con il 10,6%, l’Emilia-Romagna, il Lazio, il Veneto e la Toscana con circa il 9% a testa. Complessivamente, le sei regioni coprono più del 60% del numero totale di infrastrutture di ricarica pubbliche in Italia. Sono inoltre le aree del paese che nel corso del 2020 hanno realizzato più installazioni, con +3548 punti di ricarica su un totale di +5602, corrispondenti al 63% del totale della crescita assoluta rispetto a febbraio.

In termini di crescita relativa, il posto d’onore sul podio è occupato dalla Valle d’Aosta che nel corso del 2020 ha triplicato i propri punti di ricarica, passando da 109 a 329 punti. Seguono Friuli-Venezia Giulia e Campania che hanno raddoppiato le loro unità, passando rispettivamente da 183 a 388 e da 274 a 523. Rimane invece moderata o stabile la crescita nelle altre Regioni.

I dati relativi alle infrastrutture di ricarica si mostrano in linea con i risultati delle vendite dei veicoli che, a dicembre 2020 vedono le Regioni del Nord-Est (con 21.724 unità) e Nord-Ovest (con 18.415) occupare una fetta di mercato pari al 67% sul totale dell’immatricolato elettrico del periodo.

I suggerimenti di Motus-E per sostenere la crescita dell’E-Mobility

Come puntualizzato nel report redatto da Motus-E, la mobilità elettrica costituisce una straordinaria opportunità di sviluppo per l’Italia. Per questo motivo, è necessario contribuire a sostenerne la crescita adottando piani infrastrutturali adeguati alle ambizioni.

In base a quanto suggerito dall’associazione, sono innanzitutto essenziali degli interventi mirati di semplificazione burocratica e di armonizzazione, da affiancare ai contributi pubblici.

All’atto pratico, Motus-E pone in rilievo la necessità di intraprendere le seguenti azioni:

Secondo quanto suggerito dall’associazione, per realizzare queste azioni nel loro complesso, occorre una cabina di regia che agisca a livello nazionale per uniformare quanto si fa, a differenti velocità, a livello regionale e locale. In particolare, Motus-E ritiene urgente la revisione del PNIRE (Piano Nazionale delle Infrastrutture di Ricarica Elettrica) e dei suoi target di diffusione delle infrastrutture.

Questi sono in sintesi alcuni tra i punti chiave sviluppato nel report “Le infrastrutture di ricarica pubbliche in Italia”. Il rapporto completo può essere consultato e scaricato collegandosi al sito di Motus-E.

Packaging per cioccolato: ecco la macchina incartatrice digitale e sostenibile

Cosa significa innovazione nel packaging per cioccolato? Performance, continuità operativa, efficienza e flessibilità, nel formato e negli stili di incarto. Caratteristiche che ritroviamo, potenziate dalle tecnologie EcoStruxure, nella nuova macchina incartatrice di ACMA.

La proposta dedicata al packaging automatico di cioccolatini multi-formato (mid-speed chocolate wrapper) rappresenta per l’azienda del gruppo Coesia il prima passo di un importante percorso di sviluppo digitale e sostenibile. Un progetto a lungo termine, in partnership con Schneider Electric, fatto di integrazione e circolarità nell’intero ciclo produttivo della nuova macchina CW 600 F.

Evoluzione sostenibile del packaging per cioccolato

Tutto nasce dall’innovazione tecnologica, fulcro dell’attività di Ricerca & Sviluppo di ACMA nella sede italiana di Bologna. Ma oltre la digitalizzazione delle macchine c’è la volontà di compiere azioni concrete in tema di sostenibilità. Perché le fabbriche e i prodotti connessi sono sempre più guidati dalla domanda di processi green, nel segmento OEM come dal punto di vista dei clienti finali.

La sostenibilità rappresenta per ACMA un valore forte in ottica di posizionamento sul mercato e di sviluppo del proprio brand

Partendo dunque dall’analisi delle tecnologie adottate per realizzare la nuova macchina incartatrice e dalla valutazione dell’efficienza energetica, l’azienda prevede una ulteriore ottimizzazione in ottica sostenibile del suo ciclo di vita.

Packaging per cioccolato: la nuova ACMA CW 600 F

I tre livelli della digitalizzazione in fabbrica

Veniamo alle novità tecnologiche pronte a fare la differenza nel settore chocolate. La macchina incartatrice CW 600 F risponde a tutte le specifiche per il packaging PacDrive 3, integrate nella piattaforma EcoStruxure.

L’ecosistema smart di Schneider Electric lavora su tre livelli:

La struttura interconnessa di EcoStruxure supporta tutte le fasi gestite da ACMA: dalla progettazione alla gestione post-vendita della macchina.

Come è fatta una macchina connessa?

I prodotti, le soluzioni e i servizi digitali di Schneider Electric animano la nuova era del packaging alimentare. In particolare, la nuova macchina CW 600 F integra:

Le attività di programmazione, configurazione e aggiornamenti sono invece gestiti tramite il software EcoStruxure Machine Expert. Completa il quadro l’importante funzionalità di diagnostica da remoto, con l’app EcoStruxure Industrial Pocket Service.

Perché il packaging digitale conviene

I vantaggi, per chi adotta la CW 600 F, sono evidenti. La disponibilità di librerie di software validate e testate per le applicazioni packaging semplificano la configurazione della macchina, abbreviando tempi e operazioni di programmazione. Inoltre, l’approccio modulare e i componenti con elettronica a bordo, permettono di intervenire per aggiungere movimenti (meccanica e motore) senza “toccare” il quadro di automazione.

Cosa cambia per i clienti finali? Le innovazioni smart della macchina incartatrice ampliano la scelta degli stili di packaging e riducono i tempi di cambio formato. Si possono gestire fino a 600 prodotti al minuto con massima affidabilità, movimenti ad alta precisione e footprint compatto.

Torniamo infine sul valore della diagnostica. EcoStruxure Industrial Device Pocket Service aiuta infatti a raccogliere, analizzare, storicizzare gli allarmi e a trasmettere rapidamente le informazioni provenienti dalla macchina. Questo consentire ai tecnici di intervenire in modo tempestivo ed efficace, riducendo i tempi di fermo macchina. Ma soprattutto, consente loro di farlo anche da remoto: un aspetto che fa la differenza in un settore, quello delle macchine automatiche per il packaging, nel quale oltre il 90% del mercato è rivolto all’estero.

Packaging per cioccolato: la filiera diventa sostenibile

Nella realizzazione di una macchina connessa, anche l’efficienza energetica vuole la sua parte. Qui entrano in gioco i prodotti Green Premium di Schneider Electric, che contribuiscono alla riduzione dell’impatto ambientale della proposta CW 600 F.

Dalla sostenibilità delle macchine si passerà dunque all’efficientamento delle aree produttive e della supply chain di riferimento. A completamento di un percorso innovativo che fa dell’integrazione EcoStruxure la principale arma di competitività nel settore del packaging alimentare.

SDProget, assistenza e supporto in un pacchetto completo

SDProget Industrial Software ha sviluppato un pacchetto di servizi di assistenza che consente di accedere a un supporto tecnico completo, fornito da personale esperto e qualificato. Il servizio viene erogato via telefono, tramite e-mail o mediante controllo remoto direttamente sul PC del cliente, il tutto al fine di affiancare l’utente con un servizio puntuale ed efficiente.

Assistenza tecnica SDProget: rapida e risolutiva

Il servizio di SDProget garantisce un’assistenza diretta senza tempi di attesa e nessun ticket per richiedere un appuntamento. Inoltre, l’integrazione dei servizi Opera 4 SPAC, grazie alla centralizzazione in Cloud, permette a chi disegna lo schema elettrico di condividere i progetti sugli smartphone connessi a SPAC Automazione utilizzando la App di Opera, senza mai uscire dall’ambiente Cad e con la certezza della trasmissione e archiviazione sicura e della ricezione in tempo reale.

Contratto di manutenzione

Il Contratto di Manutenzione è l’abbonamento che consente di usufruire di un servizio di supporto tecnico completo, avere l’ultima versione del software e l’aggiornamento costante dei database dei materiali con SPAC Data Web.
Con questo pacchetto è possibile beneficiare di un’assistenza tecnica diretta in grado, grazie alla teleassistenza, di risolvere tempestivamente eventuali problemi legati al sistema.

Per i possessori del modulo Traduttore, il Contratto di Manutenzione comprende un servizio di traduzione online in 40 lingue.
Inoltre sono disponibili funzionalità per la generazione di QR-Code leggibili dall’applicazione QR-SPAC (iOS e Android), la conversione di file PDF in DWG, l’integrazione dei servizi di Opera4SPAC con il Kit Cloud e un motore Autocad in costante aggiornamento.

Assistenza Start up

Il servizio di assistenza Start up consente di ottenere un supporto tecnico per l’installazione del prodotto, per la comprensione dei comandi e dell’interfaccia del software, per una durata complessiva di 30 giorni. L’utente ha diritto a questo servizio per tutti i software di SDProget (SPAC Automazione, SPAC Start Impianti, SPAC Start EasySol e Cabling) e viene erogato sia mediante contatto telefonico, sia tramite connessione remota da parte di un tecnico esperto.

Supporto tecnico Hot-line

SDProget mette a disposizione anche un supporto tecnico Hot-line, che consente di rivolgersi all’azienda per ricevere assistenza in caso di problemi nell’utilizzo del software. Questo servizio viene erogato tramite email o, nel caso in cui il tecnico lo ritenga necessario, mediante connessione remota.

La decarbonizzazione italiana passa dalle comunità energetiche

Non soltanto un fattore importante, ma addirittura la carta vincente lungo la strada che dovrà portare l’Italia alla completa decarbonizzazione: è questo lo scenario relativo alle comunità energetiche che emerge dall’indagine realizzata da Elemens per conto di Legambiente.

Recepimento Direttive comunitarie RED II e IEM

Uno studio che parte da una premessa fondamentale, ovvero il pieno recepimento da parte del nostro Paese delle due Direttive del Parlamento e del Consiglio Europeo. Si tratta della “RED II“, relativa alla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, e della “IEM“, che riguarda le norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica.

Con un’Italia che si “mette in riga” rispetto ai target stabiliti a Bruxelles, l’indagine Elemens stima che già entro il 2030 il contributo delle comunità energetiche possa arrivare a 17,2 GW di nuova capacità rinnovabile permettendo di incrementare, sempre al 2030, la produzione elettrica di rinnovabili di circa 22,8TWh. Un risultato importante poiché stiamo parlando del 30% circa dell’incremento di energia verde previsto dal PNIEC per centrare i nuovi target di decarbonizzazione individuati a livello europeo.

Le ricadute economiche sul territorio

Lo studio va più in là con l’analisi, andando a descrivere le ricadute economiche che innescherebbe la forte diffusione delle energy community. Il completo recepimento della Direttiva RED II farebbe infatti da volano a massicci investimenti in nuova capacità rinnovabile, stimati in 13,4 miliardi di euro nel periodo 2021-2030. Quest’ultimi genererebbero a loro volta importanti ricadute economiche sulle imprese italiane attive lungo la filiera delle rinnovabili, pari a circa 2,2 miliardi di euro in termini di valore aggiunto.

Anche lo Stato, naturalmente, avrebbe la sua parte. Con lo sviluppo delle comunità energetiche viene stimato un incremento del gettito fiscale, da qui al 2030, pari a circa 1,1 miliardi di euro. Quanto ai vantaggi ambientali, viene prevista in Italia una riduzione di 47,1 milioni di tonnellate delle emissioni CO2 al termine del decennio.

Contributo delle Comunità Energetiche

Comunità energetiche: il contributo al target del PNIEC – fonte rapporto Elemens realizzato per Legambiente dicembre 2020

Comunità energetiche: riflessi positivi sull’occupazione

Altro aspetto importante legato all’evoluzione delle comunità energetiche è quello occupazionale. Ebbene, lo studio indica per il periodo 2021-2030 un impatto in termini di aumento delle unità lavorative dirette (relativo soltanto al lato impianti) pari a 19.000 addetti, senza considerare l’indotto che si verrebbe a creare attraverso gli interventi di efficienza energetica e gestione degli impianti, nonché di integrazione della mobilità sostenibile, che si può stimare in altrettanti nuovi posti di lavoro.

“Questo studio sulle comunità energetiche – ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – dimostra le grandi potenzialità nel nostro Paese di uno scenario di condivisione e autoproduzione dell’energia che ha grandi vantaggi perché permette di sviluppare le rinnovabili laddove c’è la domanda, nei quartieri, nei centri commerciali, nei distretti produttivi, nelle aree interne e agricole”.

L’impatto sui settori termico e dei trasporti

L’indagine Elemens sottolinea poi come le energy community possono favorire il processo di decarbonizzazione in settori cruciali come il termico e i trasporti. In particolare, il minor costo dell’energia autoconsumata rispetto a quella prelevata dalla rete renderebbe ancor più conveniente l’installazione di sistemi di riscaldamento quali le pompe di calore, che verrebbero così alimentate dall’energia prodotta dagli impianti a fonti rinnovabili presenti all’interno della comunità energetica, con ulteriori benefici ambientali in termini di riduzione delle emissioni.

Per quanto attiene alla decarbonizzazione dei trasporti, l’energia elettrica prodotta dagli impianti rinnovabili installati nella comunità energetica potrebbe anche essere utilizzata per alimentare delle stazioni di ricarica dei veicoli elettrici (pubbliche ma anche private). Anche in questo caso l’effetto sarebbe quello di traslare i consumi energetici dai combustibili fossili all’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, accelerando quindi il processo di decarbonizzazione nei trasporti.

Tuya Smart entra nella piattaforma HOM-IO di Melchioni Ready

Melchioni Ready ha stretto una partnership con Tuya Smart, piattaforma globale di sviluppo AI+IoT, con l’obiettivo di espandere la presenza nel mercato italiano.

Tuya Smart è una piattaforma AIoT che include cloud, connettività e APP pensata per trasformare in maniera semplice e conveniente i prodotti di diversi brand, retail e OEM rendendoli smart e interconnessi.

La piattaforma Tuya ha abilitato più di 200.000 prodotti in centinaia di categorie differenti a livello mondiale, servendo più di 230.000 sviluppatori globalmente.

Oggetti connessi con Tuya Smart

L’interconnessione di tutti i dispositivi e una infrastruttura cloud robusta, veloce, sicura sono essenziali per una smart home ad alte prestazioni senza che siano necessarie ore di sviluppo e configurazione.

Si tratta di un approccio che vede Melchioni Ready e Tuya sulla stessa lunghezza d’onda, come conferma l’amministratore delegato di Melchioni Ready Maurizio Candura.
“Riceviamo recensioni entusiaste dai nostri clienti su come offriamo al mercato, rapidamente e in maniera conveniente, una soluzione affidabile e di grande valore aggiunto. Hom-io ci ha dato grandi soddisfazioni nel 2020 ed è un brand di primo livello nel mercato italiano della smart home”.

“Tuya è sempre pronta ad aiutare nella costruzione di interfacce utente semplici e intuitive e di automazioni intelligenti e convenienti. – spiega Tina Yu, General Manager della regione Eurasia di Tuya – Tuya aiuterà Melchioni Ready per co-promuovere lo sviluppo della Smart Home trasformando il modo di vivere le proprie case”.

Il nuovo catalogo di HOM-IO

La soluzione di Smart Home Automation di Melchioni Ready è commercializzata con il marchio HOM-IO, che comprende un’offerta di 30 prodotti interamente pensati e realizzati per il mercato italiano e basati sulle abitudini e preferenze del consumo europeo. Nel 2021 l’offerta verrà arricchita con ulteriori prodotti a completamento della gamma.

Dopo la forte crescita di fatturato registrata nel 2020, Melchioni Ready ha realizzato il nuovo catalogo che include tutte le novità dell’offerta per la Smart Home. Le soluzioni HOM-IO permettono di gestire ogni necessità di illuminazione, automazione per la casa e l’ufficio, termoregolazione, sicurezza e antintrusione con prodotti smart. Grazie alle soluzioni HOM-IO sono gli ambienti che si adattano all’uomo privilegiando il comfort e il risparmio energetico. Si tratta di una gamma completa e innovativa che offre una soluzione integrata e gestibile da una APP disegnata e realizzata appositamente per il mercato italiano dagli ingegneri di Melchioni Ready. Tutti i prodotti sono powered by Tuya Smart e permettono l’interconnessione con gli speaker Amazon Alexa e Google Assistant.

Illuminare una facciata in wireless? LED e colori a Marbella

Illuminare una facciata speciale, nel centro storico della località più glamour dell’estate spagnola, non è un compito facile. Ma i lighting designer coinvolti nel progetto di ristrutturazione dell’Hotel Lima Marbella hanno saputo integrare una luce colorata e dinamica all’impianto esterno esistente.

Il tutto, gestito tramite tecnologia basicDIM Wireless su base Bluetooth di Tridonic. Una soluzione non invasiva che dona iconiche scenografie di luce ai turisti e agli ospiti della struttura andalusa.

Illuminare una facciata con stile e tecnologie smart

Gli architetti spagnoli dello studio T10 hanno predisposto una profonda ristrutturazione della struttura, risalente al 1965. La sfida era modernizzare l’edificio e dotarlo di ogni comfort senza tradire altezza e architettura originali. Per questo, i progettisti hanno studiato un doppio guscio esterno, dall’aspetto fresco e leggero, e una struttura a fasce orizzontali per dotare di balcone ogni camera.

Di notte, poi, la facciata si trasforma in un vivace elemento di design grazie al sistema di illuminazione dinamica. Qui entrano in gioco i lighting designer dello studio Vbospagna, chiamati a valorizzare esternamente tutti e sei i piani dell’hotel con colori RGBW ed effetti “wow”.

Illuminare una facciata con tecnologia wirelessLuce digitale in poche mosse

La facciata dell’hotel era già dotata di un sistema di illuminazione a LED. Il cliente desiderava integrare a questo impianto una soluzione wireless, semplice da implementare e controllabile anche da remoto.

Ecco perché i lighting designer hanno adottato il sistema di gestione basicDIM Wireless di Tridonic. Questa tecnologia di comando Casambi-Ready, basata su Bluetooth, permette infatti di interagire in modo versatile con tutti gli apparecchi connessi, senza cablaggi aggiuntivi. Per ottenere i giochi di luce che oggi possiamo ammirare a Marbella, è bastato inserire gli appositi moduli, con relativi driver, nei copri illuminanti a LED già presenti.

Come funziona l’impianto basicDIM Wireless

La parola chiave, per la committenza, era semplicità. L’impianto risponde pienamente a questa esigenza, in quanto risulta completamente gestibile tramite app 4remote BT (iOS e Android) o unità basicDIM Wireless User Interface, un interruttore a parete senza fili e alimentato a batteria. I moduli radio, inoltre, sono dotati di funzione di gateway che non richiede l’aggiunta di un dispositivo esterno.

La soluzione Tridonic permette di gestire fino a 250 punti luce via Bluetooth: la necessaria rete di comunicazione wireless viene costruita in modo automatico dai moduli radio. La facciata dell’Hotel Lima Marbella, in particolare, ospita:

Dotazioni che consentono di accendere e spegnere la luce, modificarne comodamente l’intensità ma anche raggruppare gli apparecchi o definire scenari. Senza dimenticare la regolazione di colori RGBW, integrata al sistema in modo semplice ed efficace.

Perché illuminare bene una facciata conta

A luglio 2020 l’hotel ha presentato ai turisti il suo nuovo volto, interno ed esterno. Un insieme di comfort, tradizione e modernità, con il valore aggiunto dell’automazione. Gli ospiti hanno infatti l’opportunità di compiere diverse azioni in modalità contactless, dal check-in all’ingresso in camera, direttamente dal proprio smartphone.

La scelta tecnologica permette di adattare e modificare gli scenari luminosi a LED con assoluta facilità

L’illuminazione colorata e dinamica della doppia facciata, poi, completa l’opera. “Siamo molto soddisfatti del risultato – commenta Javier Bernal dello studio di architetti T10 -. L’esterno è il nuovo tratto distintivo dell’hotel, un vero colpo d’occhio”. Un esempio di illuminazione elegante, digitale e flessibile, in grado di adattarsi ai gusti e alle esigenze dei building manager.

Nuove indicazioni del governo su Recovery Plan e spesa green

Poche settimane fa vi abbiamo dato conto dei molti risvolti green contenuti in “Next Generation Italia“, ora ribattezzato come Recovery Plan, ovvero il documento messo a punto dal governo italiano relativo all’impiego degli ingenti fondi messi a disposizione dal Recovery Fund europeo. Ebbene, è adesso opportuno tornare sull’argomento perché l’esecutivo, incalzato dalle istituzioni Ue oltre che da varie forze politiche, ha rimesso mano al testo apportando modifiche ed approfondendo vari capitoli, compresi quelli relativi alla digitalizzazione e alla transizione ecologica.

Strategia su tre assi per l’impiego delle risorse

Nella sua versione aggiornata il Recovery Plan indica una strategia su tre assi per l’impiego delle risorse comunitarie. Si tratta di digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. In particolare, sui primi due temi viene sottolineato come “l’opzione strategica, condivisa in sede europea, di indirizzare l’azione coordinata di rilancio degli investimenti, per accompagnare i Paesi membri lungo il sentiero della transizione ecologica e digitale è testimoniata dalla previsione di vincolare a interventi green e digital una quota non inferiore rispettivamente al 37% e al 20% del totale degli stanziamenti del RRF”.

Va ricordato che la sigla RRF sta a indicare il Recovery and resilience facility, ovvero lo strumento cardine del Recovery Fund europeo che mira a mitigare l’impatto economico e sociale della crisi legata al Covid-19 e, contemporaneamente, ad affrontare le sfide a lungo termine dell’Unione europea. Un programma imponente che prevede risorse complessive a disposizione dei Paesi membri pari a 672,5 miliardi di euro, di cui 360 miliardi in forma di prestiti e 312,5 miliardi in forma di sovvenzioni.

Risorse per digitalizzazione e transizione ecologica nel Recovery Plan IT

115 miliardi per la transizione ecologica e digitale

E se l’Italia è destinata a recitare la parte del leone nell’impiego dei fondi comunitari, con una quota pari a 222,9 miliardi di euro, altrettanto può dirsi per la transizione ecologica e digitale nell’utilizzo nazionale di queste risorse, con almeno 115 miliardi di euro, più della metà del totale, che verranno destinati alla realizzazione delle strategie relative ai primi due assi del Recovery Plan.

Per quanto riguarda l’asse della digitalizzazione e l’innovazione, Next Generation Italia prevede una spesa totale di 46,18 miliardi di euro da ripartirsi su tre componenti.

La prima riguarda la digitalizzazione e la modernizzazione della pubblica amministrazione (11,45 miliardi) attraverso “un programma di innovazione strategica, realizzando un cambiamento strutturale che rafforzi la P.A. italiana in maniera organica e integrata, ai diversi livelli di governo, creando una amministrazione capace, competente, semplice e smart, in grado di offrire servizi di qualità ai cittadini e alle imprese e di rendere più competitivo il sistema-Italia”.

Incentivi fiscali per la digitalizzazione delle imprese

La seconda componente è quella relativa alle imprese (26,73 miliardi per la Transizione 4.0) con la realizzazione di reti ultraveloci in fibra ottica, 5G ed investimenti per il monitoraggio satellitare. In quest’ottica, specifica il Recovery Plan, “gli incentivi fiscali sono riservati alle imprese che investono in beni strumentali, materiali ed immateriali, necessari ad un’effettiva trasformazione digitale dei processi produttivi, nonché alle attività di ricerca e sviluppo connesse a questi investimenti”.

La terza componente della digitalizzazione e innovazione (8 miliardi) riguarda il sistema turistico e culturale del Paese con “la modernizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali, la formazione ed il potenziamento delle strutture ricettive attraverso investimenti in infrastrutture e servizi turistici strategici e il finanziamento dei progetti dei Comuni per investimenti sui luoghi identitari del proprio territorio”.

Le quattro componenti della transizione ecologica

Sono invece quattro le componenti che caratterizzano l’asse della transizione ecologica per quella che è la posta maggiore fra tutte quelle inserite nel Recovery Plan, ben 68,90 miliardi. La prima, denominata Impresa verde ed economia circolare, prevede l’impiego di 6,3 miliardi di euro. Risorse per “puntare da un lato a conseguire una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando la logistica e competitività delle aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali. Dall’altro lato per lo sviluppo di impianti di produzione di materie prime secondarie”.

La seconda componente, Transizione energetica e mobilità sostenibile, ha come obiettivo l’aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e lo sviluppo di una filiera industriale in questo ambito, inclusa quella dell’idrogeno (18,22 i miliardi destinati). Un contributo rilevante è previsto dalla realizzazione dei parchi eolici e fotovoltaici offshore. Inoltre, “una specifica linea di azione è rivolta allo sviluppo della mobilità sostenibile attraverso il potenziamento delle infrastrutture per il trasporto rapido di massa e delle ciclovie”. Previsto anche “un imponente rinnovamento del parco circolante di mezzi per il trasporto pubblico locale”.

Quasi 30 miliardi per efficienza e riqualificazione edilizia

Ancor più ingenti (29,35 miliardi) le risorse previste per la terza componente, Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici. L’obiettivo è appunto quello dell’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e privato con la contestuale messa in sicurezza e digitalizzazione delle strutture. Un lavoro enorme, nel quale la priorità sarà data alle scuole, agli ospedali e alle case di edilizia popolare.

Infine la quarta componente della transizione ecologica, denominata Tutela del territorio e della risorsa idrica. Quindici miliardi destinati “a rilevanti interventi sul dissesto idrogeologico, sulla forestazione e tutela dei boschi, sugli invasi e la gestione sostenibile delle risorse idriche e sulle infrastrutture verdi urbane”.

La smart home di Dovit interagisce con Telegram e IFTTT

La piattaforma domotica Dovit è pensata per offrire un sistema domotico efficiente, affidabile e sicuro, ma anche scalabile e aperto. Dovit è infatti compatibile con Google Home, Amazon Alexa, Telegram e IFTTT.

La domotica Dovit si comanda a voce

Smart home Dovit comando vocale Google Home

Il fatto di poter utilizzare i principali assistenti virtuali – ormai di uso quotidiano per molta gente – significa utilizzare tutte le funzioni domotiche senza toccare schermi o premere pulsanti.

È infatti possibile gestire la propria casa con domotica Dovit tramite il controllo vocale di Google Home o di Amazon Alexa.

I proprietari della smart home Dovit possono controllare tutti gli scenari, e quindi tutte le funzioni presenti nel proprio sistema domotico, con semplicità e affidabilità.

Si può accendere la luce mentre si entra in casa con le mani occupate dalla spesa semplicemente chiedendolo con la propria voce. Non solo: il vantaggio è ancora maggiore se si pensa alle opportunità per le persone che hanno disabilità di qualche tipo.

Dal punto di vista della sicurezza, in ogni momento è possibile disabilitare alcune funzioni o il collegamento completo con un servizio. Inoltre, per collegare un account di un assistente vocale alla propria Smart Home Dovit è richiesta un’autorizzazione esplicita dal touch screen di casa al fine di garantire che l’associazione sia stata realmente richiesta dal proprietario.

Integrazione con Telegram e IFTTT

Sfruttando la App di messaggistica istantanea Telegram si ricevono notifiche push senza avere l’app Dovit sempre attiva.
Sempre tramite Telegram è possibile comandare ogni scenario semplicemente scrivendo un messaggio alla propria Smart Home.

Qualsiasi dispositivo o scenario connesso al sistema smart home Dovit può essere inoltre definito come un’azione “That” da eseguire tramite il servizio IFTTT “Webhooks”.
Ad esempio, quando la pizza viene consegnata (Service Dominos), accendi la luce della cucina. Oppure se un servizio meteo rileva una temperatura esterna prevista inferiore a 2 gradi, attiva lo scenario antigelo. O ancora, quando si riceve un evento di “fine ciclo di lavaggio” dalla lavatrice o dalla lavastoviglie, viene inviato un messaggio.