L’auto elettrica accelera: appena un decennio per il sorpasso

È un sorpasso che nella percezione di molti appare ancora irreale, specie per coloro che passano tante ore alla guida ed alla fine di una giornata faticano a ricordarsi di aver visto almeno un’auto elettrica sul loro percorso. Eppure il momento nel quale saranno venduti più veicoli elettrici rispetto a quelli con motore a combustione potrebbe essere sorprendentemente vicino, addirittura alla fine del decennio appena iniziato…

Ad indicare questo traguardo è il recente report di Boston Consulting Group dal titolo “Who Will Drive Electric Cars to the Tipping Point?” che ha corretto al rialzo le precedenti stime del 2017 secondo cui l’elettrico avrebbe raggiunto un quarto del mercato entro il 2025, per restare comunque al di sotto del 50% entro il 2030.

Un’indagine che peraltro annovera nella categoria dei veicoli “green” tutti quelli che dispongono di un’alimentazione elettrica che ne assicura la trazione totalmente o parzialmente, quindi anche le auto ibride e le ibride plug-in.

Alla fine del decennio modelli diesel quasi scomparsi

Dunque, secondo lo studio di Boston Consulting Group le vendite di veicoli elettrici crescono più velocemente del previsto: arriveranno a un terzo del mercato mondiale dell’auto entro il 2025 e toccheranno il 51% entro il 2030, quando supereranno, appunto, quelle dei veicoli alimentati da motori a combustione interna. Nel 2030, invece, la quota di mercato del diesel è destinata a contrarsi sensibilmente, dal 14% del 2019 fino al 4%, mentre quella della benzina dal 78% del 2019 passerà al 44% della fine del decennio.

E se il futuro dell’automobile guarda all’elettrico, varierà a seconda dei mercati il mix di diffusione delle diverse tipologie, che poi sono i veicoli a batteria elettrica BEV (battery electric vehicle), gli ibridi elettrici plug-in PHEV (plug-in hybrid electric vehicle), gli ibridi completi HEV (hybrid electric vehicle) e gli ibridi leggeri MHEV (mild hybrid electric vehicle).

Tra dieci anni ben un quarto del mercato mondiale dell’auto sarà costituito da elettrici a batteria BEV (18%) e ibridi plug-in PHEV (6%), le due tipologie previste in maggiore crescita, che accelereranno soprattutto nella seconda metà del decennio.

Vendita di auto a propulsione e auto elettrica

Elettrico più concorrenziale con il calo dei prezzi delle batterie

Tra i motivi di questa accelerazione dell’elettrico, l’indagine di Boston Consulting Group indica il sostegno degli incentivi statali alle vendite, le regolamentazioni sempre più severe sulle emissioni che spingono i produttori a concentrarsi sull’elettrico, ma anche la sensibile diminuzione dei costi delle batterie e l’aumento della soddisfazione dei consumatori.

In particolare, il calo dei prezzi delle batterie renderà concorrenziale il costo totale di possesso (TCO) a cinque anni di un’auto BEV nel 2022 o 2023 (a seconda della regione e alle dimensioni dell’auto). La crescita delle vendite di veicoli PHEV sarà invece più lenta, ma comunque sostenuta dai produttori e dagli incentivi.

In questo scenario, sottolinea lo studio, l’industria dell’auto può guardare in modo più strutturato al futuro: i primi 29 produttori OEM (Original Equipment Manufacturer) prevedono infatti di investire oltre 300 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni per la produzione di veicoli elettrici ed entro il 2025 dovrebbero essere lanciati circa 400 nuovi modelli. A partire dal 2023 sarà unicamente il mercato a guidare le vendite dell’elettrico, mentre fino ad allora per alimentare la transizione continuerà ad essere necessaria una spinta congiunta pubblico-privato, con il sostegno di incentivi e normative ad hoc.

Customer-experience e innovazione: i pilastri del comfort

La tecnologia c’è, ma non basta: innovare, nel settore climatizzazione, significa anche concretizzare una precisa visione di customer-experience che rinnova le capacità di relazione con i professionisti e i consumatori italiani.

Abbiamo approfondito il percorso evolutivo del mercato con Ettore Jovane, Head of Samsung Air Conditioning Italy, durante gli ultimi Samsung Climate Solutions Days di Lisbona. Un osservatorio privilegiato sul mercato europeo (e italiano) dove innovazione tecnologica, efficienza energetica e digitalizzazione incontrano nuovi modelli di business legati al comfort “elettrico”.

Il modello Samsung funziona

Ettore Jovane, Head of Samsung Air Conditioning ItalyPartiamo, appunto, dal mercato: “la divisione Air Conditioning ha registrato nel 2019 una crescita nettamente superiore alle percentuali medie della climatizzazione in Italia – commenta Jovane -. In particolare, le pompe di calore si confermano tecnologia trainante e obiettivo certo di futuri investimenti. Ulteriore motivo di orgoglio, le prestazioni del segmento residenziale e le percentuali a doppia cifra dei sistemi VRV e VRF, su tutti i canali di vendita”. La mission innovativa di Samsung è naturalmente orientata anche alla sostenibilità ambientale: in tema di gas refrigeranti, per esempio, l’azienda guarda già oltre l’R32. Dall’intensa attività di R&D avviata anche in questo ambito, arriveranno presto soluzioni meno inquinanti e più performanti.

Con un fatturato italiano che supera il 40% del totale europeo, il condizionamento dell’aria si conferma strategico per le attività globali dell’azienda. Come affrontare questa “scalata” a un vertice nazionale ancora tutta da conquistare? In casa Samsung l’innovazione tecnologica non manca, ma torniamo al concetto iniziale di visione strategica sia verso il canale professionale sia nella comunicazione al cliente finale.

Una strategia B2B chiamata AirCon Academy

Samsung Aircon Academy, il centro formativo per i partner di canale“Fatto 100 il fatturato italiano della divisione Air Conditioning – spiega il manager -, il 13% viene dal canale consumer/retail, tutto il resto è B2B: specialisti termoidraulici, elettrici, termotecnici, grossisti e rivenditori. Insomma, va da sé l’importanza del dialogo con gli impiantisti e del giusto approccio consulenziale ai progettisti. Pur considerando la brand awareness dei clienti finali, queste figure restano i decision maker del mercato Samsung”.

Creare un rapporto diretto con l’installatore significa dunque alimentare una efficace e multiforme “fedeltà” al brand, anche grazie a iniziative come la Samsung AirCon Academy. Da tre anni il centro di formazione dedicato ai partner del canale Air Conditioning propone training specializzati, articolati in moduli teorici e pratici. Percorsi che toccano ogni aspetto del catalogo secondo un metodo formativo “inclusivo”, con l’obiettivo di trasmettere in modo più concreto i plus funzionali ed esperienziali delle diverse tecnologie.

Innovazione fa rima con customer-experience, o viceversa?

Senso di appartenenza e fiducia nell’installazione fanno dunque la differenza anche dal punto di vista commerciale. “Il circolo virtuoso generato dai tanti incontri in sede e sul territorio italiano mette i professionisti nelle condizioni di trasmettere con successo ai clienti finali i vantaggi delle soluzioni Samsung – aggiunge Jovane -. Insomma, ci proponiamo di fare cultura per aiutare gli impiantisti a crescere. Certamente è la strada più lunga, ma da qui vengono i veri partner, con i quali costruire un approccio diverso e fidelizzato al mercato”.

La strategia di Samsung Air Conditioning? Strizzare l’occhio al cliente finale, stringendo sempre la mano a impiantista, installatore e grossista termoidraulico

Eccoci dunque al link con il cliente finale, altro destinatario imprescindibile del messaggio tecnologico di Samsung. Un esempio? A tre anni dal lancio, il climatizzatore WindFree continua a rappresentare la prima vera rivoluzione in termini di percezione del comfort domestico. Il sistema di distribuzione dei flussi d’aria nato per rispondere a specifici bisogni degli utilizzatori è stato successivamente esteso anche a terziario e industria. Possiamo parlare di design, silenziosità, classe energetica… ma la parola finale spetta all’esperienza generata dal prodotto. Nel rapporto con l’utente finale, e di riflesso con l’installatore, la customer-experience dei modelli Samsung conta forse più della migliore tecnologia di climatizzazione sul mercato.

Customer-experience al centro del nuovo design WindFree

Human Centric Comfort: come cambia il clima WindFree

Anche nella metamorfosi estetica della gamma WindFree, presentata durante l’evento portoghese, sembra esserci lo “zampino” della customer-experience. “La peculiare forma a triangolo della macchina si è confermata un’ottima esperienza – commenta Jovane –. Ma oggi siamo tecnicamente in grado di rispondere alle stesse esigenze costruttive e funzionali mantenendo un design più vicino agli standard del mercato e ai gusti del cliente finale”. Oltre le apparenze, la versione 2.0 dell’iconico climatizzatore Samsung risulta migliorata anche negli elementi costruttivi e nella connettività IoT, trasformandosi in prodotto connesso e “pensante” anche grazie nuovi elementi di intelligenza artificiale.

Il concetto di innovazione è nel DNA di Samsung: lo decliniamo nelle tecnologie, nella sostenibilità e nell’analisi costante delle customer-experience

Sul lato professionale, i vantaggi riguardano invece la semplicità di installazione generata dalla riduzione della quantità di viti, a favore di nuove strutture a incastro. Compattezza che facilita la manutenzione ordinaria e straordinaria del sistem, ma anche attività “base” come la pulitura dei filtri, lavabili e rimontabili in poche mosse (volendo anche dall’utente stesso). “Se l’installatore è l’influencer dell’aria condizionata, anche la sua esperienza risulta tuttora fondamentale per la diffusione di un successo tecnologico come WindFree – conclude il manager italiano -. Secondo le nostre ricerche, infatti, il 97% dei tecnici che ha provato WindFree lo raccomanda fortemente”. Ma lo stesso vale per il consumatore, dato che la soluzione vanta punteggi NPS (Net Promoter Score) molto alti.

Customer-experience intrecciate, pronte a fare la differenza quantitativa e qualitativa sugli equilibri dell’attuale mercato italiano della climatizzazione.

L’efficienza energetica ai tempi della blockchain

Se ne sente parlare sempre più spesso e anche il settore dell’efficienza energetica diventa un’occasione per applicarla e sfruttarne al meglio le caratteristiche: è la blockchain. Ma innanzitutto occorre capire cosa sia.

Cos’è la blockchain

La blockchain è una struttura di dati condivisi, è immutabile e formata, come dice il nome stesso, da blocchi che costituiscono una catena di dati. Un vero e proprio modello di business diffuso, un nuovo paradigma basato sulla DLT (Distributed Ledgers Technology), registri distribuiti i cui dati digitali, ovvero le informazioni sulle transazioni effettuate, possono essere aggiunti da tutti i soggetti partecipanti, solo però attraverso regole condivise da tutti gli attori. I dati sono così replicati, condivisi e validati.

Le informazioni, in pratica, sono trasferite automaticamente a un soggetto interessato. Se un’informazione non è completa, il passaggio non avviene; in caso contrario il passaggio viene validato. Gli standard di riferimento, unitamente alle migliori pratiche che sono il fondamento della validazione, permettono di ridurre costi e rischi, e di garantire la tracciabilità delle informazioni e la trasparenza.

La blockchain si inserisce nel paradigma del cosiddetto “Internet of Value” – l’Internet del valore – una rete che consente di scambiare informazioni e valore senza intermediari. Anche perché ha una struttura che possiamo definire orizzontale, priva dunque di un organismo centrale.

Bitcoin Dai bitcoin all’energia

Il sistema della blockchain nasce nel 2008 con l’arrivo nel mondo della finanza dei bitcoin. Ad oggi quello finanziario resta il campo di elezione dell’utilizzo di questa tecnologia, che però sta trovando applicazioni interessanti anche in altri settori. Uno di questi è, appunto, l’efficienza energetica. Per come è strutturato risulta, infatti, uno strumento particolarmente utile in un processo, come quello dell’efficientamento energetico, che è caratterizzato dalla compartecipazione di diversi attori. Grazie ai registri le informazioni possono essere trasferite a ogni soggetto interessato in modo automatico e sicuro, secondo protocolli standardizzati.

Lo scheletro della blockchain

La struttura della blockchain si basa su una serie di elementi cardine. Il primo è il network, che si identifica con l’insieme di tutti gli attori interessati. La struttura, si è detto, è orizzontale e tutti i soggetti che compartecipano alla blockchain sono al medesimo livello.
Indispensabili al funzionamento della catena sono poi gli algoritmi, che gestiscono a livello di software i passaggi di informazioni e le validazioni. Hanno il compito di regolare i trasferimenti di dati all’interno del sistema.

Vi è poi il registro distribuito vero e proprio, che deve essere accessibile, verificabile, trasparente e immutabile.

Altro elemento essenziale è dato dai trasferimenti di informazioni e dati che, in una piattaforma basata sulla blockchain, sono sempre tracciabili e programmabili.
Infine vi sono gli asset digitali ovvero i diversi contenuti digitali.

Il sistema a blocchi applicato all’efficienza energetica

Applicare questa tecnologia al settore dell’efficienza energetica significa potere mettere in contatto facilmente soggetti che hanno ruoli differenti nel mercato e che vi interagiscono in modo diverso. Aziende, risparmiatori e investitori possono così trovare nella blockchain un virtuale punto di incontro e di scambio di dati, informazioni e valore.

Inoltre nel mercato energetico risulta particolarmente utile, in quanto è in grado di assicurare il bilanciamento della rete. Si prospetta quindi la possibilità dello sviluppo di un modello distribuito per l’uso dell’energia con sistemi di distribuzione elettrica interconnessi e digitali.

Le piattaforme più conosciute sono Hyperledger ed Ethereum ma si stanno facendo largo sul mercato nuove soluzioni basate sui registri distribuiti della blockchain espressamente dedicati a specifici settori.

Dal PoliMI un osservatorio ad hoc

Nel 2018, nell’ambito degli Osservatori Digital innovation della School of management del Politecnico di Milano, nasce l’Osservatorio Blockchain & distributed ledger.
Lo scorso 17 gennaio 2020 è stato presentato l’annuale rapporto che l’Osservatorio stila in merito a queste tecnologie con i risultati della Ricerca 2019.

Ne emerge come quello appena passato sia stato l’anno della conferma dell’importanza della blockchain, vista come tecnologia per il futuro. Sono nate numerose startup e si sono registrati numerosi investimenti da parte di istituzioni pubbliche, Governi e grandi aziende – in primis le big del web: Facebook, Telegram, Microsoft, Amazon e Alibaba. In tutto il mondo, nel 2019, si sono contati 488 progetti di blockchain e distributed ledger; molti sono implementazioni di progetti precedenti, più di due terzi sono annunci.

Tuttavia è una tecnologia ancora agli inizi. Sul mercato stanno nascendo diversi tipi di blockchain, ben il 65% delle aziende ha creato nuove piattaforme, piuttosto che utilizzare quelle esistenti ed è ancora lontana l’idea di convergere verso un’unica piattaforma a livello mondiale.

I settori applicativi della blockchain

I settori applicativi della blockchain e le piattaforme più diffuse – Ricerca 2019, fonte Osservatorio Blockchain & distributed ledger (Politecnico di Milano)

5 cardini della blockchain

La blockchain si basa su alcuni elementi portanti:

Performance iN Lighting diventa partner Casaclima

Performance iN Lighting da sempre attenta alla sostenibilità, alla tutela dell’ambiente, al risparmio energetico e al benessere delle persone diventa partner Agenzia CasaClima.

Risparmio energetico e comfort visivo sono i focus di questa importante collaborazione e sono i pilastri dello sviluppo e della progettazione dei prodotti dell’azienda. Una vocazione che si traduce in una scelta precisa: realizzare soluzioni di illuminazione altamente performanti e affidabili e in grado di soddisfare le più alte esigenze di efficienza energetica.

certificazione Partner Casaclima per Performance In LightingL’agenzia CasaClima – organo certificatore pubblico indipendente dell’Alto Adige – che si occupa della certificazione energetica non solo per l’edilizia residenziale e non (hotel, edifici pubblici…) ma anche per l’illuminazione pubblica. Ovviamente in questo percorso rientrano tutti i materiali e le soluzioni tecniche in grado di rispondere ai requisiti salvaguardia delle risorse, sostenibilità, benessere, miglioramento dell’efficienza.

Partner CasaClima per l’illuminazione artificiale

Performance iN Lighting diventa il partner in ambito di illuminazione artificiale, fornendo formazione e consulenza per quanto riguarda risparmio energetico, gestione intelligente dell’illuminazione, normative, benessere e comfort visivo.

L’offerta dell’azienda si colloca ai massimi livelli, fornendo un’ampia gamma di soluzioni dove le valenze estetiche e tecniche si fondono per garantire la migliore scelta in ogni progetto.

Rinnovabili elettriche in corsa per la transizione energetica italiana

Decarbonizzazione chiama elettrificazione: lo abbiamo visto su più fronti energetici e torniamo ad affrontare questa transizione nella sua declinazione più green delle rinnovabili elettriche. Lo facciamo appellandoci direttamente ai dati GSE contenuti del Rapporto Statistico FER 2018. Guardando le performance rinnovabili italiane nel settore elettrico, al termine del 2018 risultano installati 835.232 impianti di produzione. Domina il fotovoltaico, che copre il 98,5% del parco installato con un aumento di oltre 48.000 unità rispetto al 2017, equivalente al +6,2%.

Tradotto in potenza efficiente lorda, siamo oltre i 54.300 MW, al +2% sul 2017: una crescita trainata dal solare, con 425 MW in più, e dalla fonte eolica (+499 MW). Come sempre, non è tutto oro quello che luccica: diamo un’occhiata al report senza dimenticare il “filtro” europeo legato al calcolo degli obiettivi 2020.

Come sono andate le rinnovabili elettriche negli ultimi anni?

Nell’ambito della potenza installata, il GSE offre un’interessante panoramica sugli ultimi 15 anni. Tra 2004 e 2018, infatti, la potenza efficiente lorda degli impianti FER italiani è aumentata da 20.091 MW a 54.301 MW. Una variazione complessiva di 34.210 MW e un 7% di tasso di crescita medio annuo, con evidenti picchi tra 2011 e 2012.

Rinnovabili elettriche: la potenza installata tra 2004 e 2018

Se passiamo al dato anno su anno, la potenza installata complessiva degli impianti entrati in esercizio nel 2018 copre 1.042 MW: un incremento poco superiore a quello registrato nel 2017 sul periodo precedente. Il parco elettrico nazionale è storicamente “votato” agli impianti idroelettrici, un mercato ritenuto ormai stabile (+0,7% medio annuo). Le altre rinnovabili – soprattutto fotovoltaico ed eolico – sono invece decollate grazie alle politiche di incentivazione.

A ogni FER la sua potenza

Altro criterio utile a comprendere il variegato panorama della transizione energetica italiana riguarda le classi di potenza degli impianti FER. Il parco installato, infatti, è significativamente connesso al tipo fonte rinnovabile coinvolta:

Situazione diversificata per la fonte eolica: meno di 200 kW per oltre l’80% degli impianti di piccola taglia, mentre il 59,2% degli impianti ha potenza compresa tra 50 e 200 kW.

Secondo il rapporto statistico FER 2018, la potenza efficiente lorda di rinnovabili elettriche ha superato i 54.300 MW, in crescita del 2% sul 2017

Da Nord a Sud, distribuzione delle rinnovabili elettriche

In vetta alla classifica geografica troviamo la Lombardia, con il 15,4% della potenza complessiva italiana. Al Nord seguono Piemonte e Veneto, rispettivamente all’8,7% e al 6,4%. Grazie allo sfruttamento della risorsa geotermica, la Toscana è invece la regione con maggior potenza installata nel Centro Italia (4,2%). Nel Mezzogiorno vincono Puglia, al 10,2% della potenza nazionale, Sicilia (6,5%) e Campania, al 5,2%.

La generazione elettrica da fonti rinnovabili a fine 2018 risulta così distribuita:

A livello provinciale, Brescia vanta la maggiore potenza installata per il settore elettrico, coprendo il 5,3% di share a livello nazionale. Sul secondo gradino del podio figura Foggia, con un 4,7% dovuto soprattutto alla diffusione degli impianti eolici, seguita da Sondrio (4,3%), Bolzano (3,8%) e Trento (3,4%).

Energia elettrica da FER: occhio al target 2020

L’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel 2018, pari a 114.415 GWh, rappresenta il 39,5% della produzione lorda complessiva del Paese, al +35,1% del 2017. Tuttavia, leggendo i dati alla luce dei criteri fissati dalla Direttiva 2009/28/CE per il monitoraggio dei target UE, la prospettiva cambia parecchio.

Per calcolare gli obiettivi europei sulla produzione da fonti rinnovabili bisogna introdurre criteri più restrittivi

Il calcolo tiene conto della normalizzazione della produzione idroelettrica ed eolica e considera solo i bioliquidi sostenibili, portandoci a 112.611 GWh (9,68 Mtep). La flessione dello 0,5% rispetto al 2017 proietta le FER in Italia al 33,9% del Consumo Interno Lordo di energia elettrica nel 2018, contro il 34,1% del report precedente.

Nelle ore di utilizzazione equivalenti vince il geotermico

Chi produce di più, e meglio? Chiudiamo la panoramica del GSE con qualche nota sulle performance produttive delle fonti rinnovabili. Si considerano in questo caso le ore di utilizzazione equivalenti, ottenute dal rapporto tra la produzione lorda generata in un anno e la potenza efficiente lorda installata. Altro indicatore utile è il fattore di capacità, che si ricava dividendo la produzione generata in un anno per quella che l’impianto avrebbe potuto generare operando continuativamente alla piena potenza. Le ore di utilizzazione medie esposte nel grafico qui sotto sono calcolate solo sugli impianti entrati in esercizio entro la fine dell’anno precedente a quello cui si riferisce la produzione. Questo per garantire che tali sistemi abbiano avuto la possibilità di generare elettricità per un intero anno.

Le rinnovabili elettriche viste dalle performance delle ore di utilizzazione equivalenti

In sostanza, la fonte rinnovabile più produttiva è quella geotermica con 7.509 ore equivalenti e un fattore di capacità dell’86%. Gli impianti a bioenergie hanno prodotto mediamente per 4.589 ore equivalenti, in flessione dell’1,4%. Idroelettrico, eolico e fotovoltaico sono invece più condizionati dal clima. Il fattore di capacità degli impianti idroelettrici è stato pari al 29%, corrispondente a 2.576 ore equivalenti, in notevole aumento rispetto al 2017 (+33,8%). Quanto al settore eolico, siamo a 1.795 ore, con un fattore di capacità del 20,5%, mentre sono 1.141 le ore di utilizzazione degli impianti fotovoltaici.

Tece climatizza le serre de Il pesto di Pra’

Serra basilicoIl pesto di Pra’ è un’eccellenza gastronomica italiana, una storia di famiglia lunga oltre un secolo. Sin dai primi del ‘900, la famiglia Bruzzone si specializza, infatti, nella coltura in serra, fino a diventare una delle principali produttrici di Basilico a Pra’. Nel 2003 nasce l’attività di trasformazione del basilico in Pesto genovese, con pochi semplici passaggi in grado di garantire la sua rinomata qualità.

Negli anni, l’Azienda della famiglia Bruzzone ha realizzato importanti ristrutturazioni dei locali produttivi, dotandoli di tecnologie innovative specifiche per l’attività di coltivazione del basilico nelle serre e di produzione del Pesto, al fine di migliorare la qualità del prodotto. Hanno potuto in questo modo ottimizzare la produzione e al tempo stesso garantire un basilico naturale, combattendo il possibile insorgere di fitopatologie in modo più ecologico e in un ambiente controllato.

In uno di questi passaggi Stefano Bruzzone, uno dei titolari de Il Pesto di Pra’, ha chiesto il supporto a Tece per la realizzazione della climatizzazione delle serre, dove il basilico nasce e cresce. “Abbiamo scelto i materiali Tece per la qualità consolidata del prodotto e la disponibilità costante dei loro funzionari dalla progettazione al cantiere, fino al collaudo”.

La soluzione Tece per la climatizzazione in serra

Climatizzazione Tece per serra basilicoPer la realizzazione delle serre è stato utilizzato un pannello Speedy 30 con uno spessore di isolamento adeguato, al fine di ridurre al massimo le dispersioni termiche verso il basso garantendo, quindi, una maggiore efficienza dell’impianto. Il tubo è un Pe-Xc a 5 strati con reticolazione elettronica, dotato di barriera all’ossigeno posta tra due strati di polietilene per proteggerlo da eventuali abrasioni che possono presentarsi in fase di installazione.

D’accordo con l’ufficio tecnico Tece, che ha seguito il progetto in tutte le varie fasi, è stato scelto il passo 10 in modo da ottimizzare i consumi energetici e permettere all’impianto di soddisfare le necessità della produzione. I collettori in acciaio inox con misuratori di portata, come indicato dalla norma UNI EN 1264, aiutano a bilanciare in modo ottimale la porta d’acqua nell’impianto e, quindi, migliorano l’irraggiamento del calore.

Inoltre, le valvole di arresto con termometri, consentono il preciso controllo della temperatura di esercizio, molto importante alla coltivazione del Basilico di Prà per crescere e svilupparsi nel modo più sano e naturale possibile.

“Dal punto di vista ambientale il riscaldamento a pavimento dà un grande vantaggio sul fronte del risparmio energetico. – ha aggiunto Bruzzone – Inoltre si riscalda la pianta dal basso verso l’alto: si tratta di un ulteriore vantaggio perché dal punto di vista fitosanitario vi è una migliore qualità della pianta. Grazie al riscaldamento a pavimento abbiamo una produzione maggiore, ma soprattutto costante, che ci avvantaggia sul fronte dei costi, dei tempi e della qualità. In sostanza, la temperatura costante tutto l’anno nelle serre favorisce una produzione nettamente superiore”.

Tutti i bonus dell’efficienza energetica

Si parla di riqualificazione energetica nel settore civile. Si è detto delle tecnologie disponibili e della loro integrazione. Si è detto però anche dell’importanza di avere la possibilità per porre in atto gli interventi necessari a riqualificare il patrimonio edilizio.

Angelo Carlini, presidente di AssistalQuali sono, dunque, le opportunità che la legge consente? Quali i bonus dedicati all’efficienza energetica?
Abbiamo rivolto questa domanda ad Angelo Carlini, presidente di Assistal – Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, Servizi di Efficienza Energetica – ESCo e Facility Management.

La Legge di Bilancio e l’inspiegabile passo indietro

La Legge di Bilancio 2020 ha prorogato fino al 31 dicembre 2020 le detrazioni fiscali per l’efficienza energetica negli edifici, conosciute come ecobonus, e le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, il cosiddetto bonus casa, “strumenti che nel tempo hanno dimostrato di essere un volano importante per lo sviluppo del nostro sistema paese, oltre che uno strumento utile all’emersione del nero” afferma il presidente.

Nel caso degli interventi di efficienza energetica si tratta della detrazione del 65% per le spese di riduzione del fabbisogno energetico, riscaldamento o miglioramento termico dell’edificio, per quelle di installazione di pannelli solari o di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

Il decreto però ha circoscritto la misura della cessione del credito con uno sconto in fattura, prevedendo che, dal 1° gennaio 2020, questo strumento sia utilizzabile solo per interventi di ristrutturazione importanti di primo livello – che comprendono la ristrutturazione dell’impianto termico, per il servizio di climatizzazione estiva e invernale, asservito all’interno dell’edificio, nonché gli interventi sull’involucro edilizio che interessano oltre il 50% della superficie disperdente – e di importo pari o superiore a 200 mila euro.

Un “incomprensibile passo indietro” lo definisce Carlini. “Come Assistal, abbiamo espresso più volte la ferma convinzione che la cessione del credito con uno sconto in fattura rappresenti una misura di assoluta importanza per lo sviluppo del settore, anche perché è in grado di creare quelle opportunità di fare impresa e, nello stesso tempo, di raggiungere più velocemente gli obiettivi di efficientamento energetico per la sostenibilità ambientale di cui tutti parlano ma che alla fine anche la politica non realizza in maniera adeguata”.

Le detrazioni fiscali hanno dimostrato di essere un volano importante per lo sviluppo del sistema paese

Monitoraggio e controllo

La nuova finanziaria prevede però anche un altro provvedimento molto utile: il bonus sicurezza per gli immobili, in cui “si riconosce un credito di imposta sul reddito, del limite massimo di 1,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, con cui coprire tutte le spese documentate relative all’acquisizione e alla predisposizione di sistemi di monitoraggio e controllo strutturale continuo, al fine di incrementare il livello di sicurezza degli immobili”.

I criteri relativi all’accesso al beneficio saranno poi definiti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con un successivo decreto, che dovrà essere adottato entro il prossimo marzo.

Infine, la Legge di Bilancio ha introdotto anche il nuovo bonus facciate, che prevede una detrazione pari del 90% per le spese sostenute nell’anno 2020 per interventi di recupero e restauro delle facciate esterne degli edifici esistenti, compresi gli interventi di sola pulitura o tinteggiatura. Per quanto utili, sottolinea Carlini, occorre riconoscere che, più che interventi estetici, “gli edifici avrebbero necessità di una riqualificazione energetica. La strada da percorrere, se vogliamo traguardare gli impegni assunti nell’interesse delle imprese e dei cittadini, impone delle scelte più coraggiose e condivise da parte di tutti gli attori”.

Pompe di calore: ambiente migliore, più opportunità di lavoro

Il ricorso alla tecnologia delle pompe di calore ha un impatto notevole sull’efficienza energetica degli edifici, in particolare nel settore civile – residenziale e terziario. Ma le pompe di calore sono anche altro: sono un incredibile vantaggio in termini di ambiente e persino di lavoro.

Le pompe di calore e l’effetto moltiplicatore

Fernando Pettorossi, capo gruppo Italia – Pompe di calore di AssoclimaLe pompe di calore assicurano un limitato consumo di energia fossile generando grandi risultati in termini di comfort. Fernando Pettorossi, capo gruppo Italia – Pompe di calore di Assoclima, spiega come il ricorso a questo tipo di tecnologia e la sua facile integrazione con altri impianti consentano di ottenere rese elevatissime, moltiplicando gli effetti del ricorso alle fonti rinnovabili. Nel contempo il suo utilizzo riduce le importazioni di energia in Italia, con percentuali che si stimano arrivare persino al 40%. “Questo significa non solo diminuire il consumo di energia fossile, ma anche ridurre i costi verso l’estero, generando occupazione sulle rinnovabili e migliorando l’ambiente. Inoltre si riducono le emissioni di CO2 e di particolati (pm10), creando una migliore qualità dell’ambiente che ci circonda”.

“La ricaduta non è solo microeconomica per le imprese” sottolinea l’esperto “ma macroeconomica sul sistema generale: attraverso una crescita dell’occupazione e della specializzazione e, aspetto spesso trascurato, un miglioramento della salute collettiva”. Ambienti climatizzati e con aerazione controllata migliorano, per esempio, molte malattie cardiocircolatorie o allergiche; “non è, dunque, solo una questione di risparmio energetico, bensì di miglioramento anche della salute complessiva della popolazione con effetti positivi sulla spesa sanitaria”.

La tecnologia della pompa di calore può contribuire alla decarbonizzazione del paese, a combattere i mutamenti climatici ed eliminare le particelle di PM10

Il ruolo dell’installatore: pedina per l’ambiente

In tutto questo qual è il ruolo dell’installatore? Certamente ha una funzione importante che va al di là dei meri compiti tecnici legati a installazione e manutenzione degli impianti. Non a caso, dice Pettorossi, “come Assoclima abbiamo costituito un tavolo di filiera coinvolgendo anche CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) e Confartigianato, al fine di disporre una grande azione formativa e comunicativa rivolta, in particolare, agli installatori. La formazione degli installatori termoidraulici, così come dei progettisti, è fondamentale affinché siano adeguatamente preparati in merito alle pompe di calore e alle altre possibili tecnologie innovative che dialogano con il settore elettrico”.

Molto spesso, spiega Pettorossi, si riscontra ancora una certa resistenza al cambiamento da parte degli operatori. “Mentre è importate fare capire loro dove si collocano, quale sia il loro quadro di riferimento e il loro valore come professionisti. Sono figure fondamentali, che possono contribuire a salvare l’ambiente, ad attuare il risparmio energetico, nell’ambito del Piano Energia e Clima voluto dall’Europa. Una missione importante che coincide con gli interessi del paese”. Un compito che va riconosciuto e valorizzato.

I professionisti installatori di domani

Le professioni di elettricista e idraulico resteranno separate, precisa Pettorossi. Tuttalpiù “potrà esserci una professione unica connessa all’installazione di macchine elettro-termodinamiche, come appunto la pompa di calore”. Inoltre non solo l’elettricista continuerà ad avere una propria formazione distinta – “ha caratteristiche e una conoscenza della fisica necessariamente differenti da quelle del termoidraulico” –, ma sarà anche importante che la mantenga. La diffusione nei prossimi anni di impianti da fonti rinnovabili cambierà anche le potenze in gioco e sarà necessario adeguare gli impianti elettrici esistenti, soprattutto nel residenziale, alle nuove richieste energetiche. E questo continuerà a essere campo di elezione dell’installatore elettrico.

Nuove soluzioni per il fissaggio di impianti HVAC e industriali da MEFA

MEFA Italia ha lanciato il nuovo catalogo 2020 “Soluzioni per il Supporto degli Impianti”, nel quale viene presentata tutta la gamma di soluzioni dedicate allo staffaggio di impianti HVAC e industriali.

Il formato è il pratico A5: in poco meno di 500 pagine, progettisti e installatori potranno trovare l’elenco dei prodotti disponibili, approfondimenti tecnici, tabelle di carico, progettazione antisismica e antincendio.
Dai collari (anche pre-coibentati) per sostenere tubazioni di qualsiasi peso e dimensione, soggette a alte/basse temperature, ai sistemi di montaggio con binari, dalle soluzioni di supporto per tubazioni esposte a dilatazione/contrazione termica ai sistemi modulari per carichi gravosi: le soluzioni proposte da MEFA coprono tutte le esigenze di installazione di tubazioni con carichi leggeri, medi e pesanti, anche in ambienti caratterizzati da un’elevata corrosività.

Il catalogo comprende anche soluzioni per il supporto di impianti di ventilazione e sprinkler, certificati FM e UL, nonché soluzioni di staffaggio pensate specificamente per sostenere impianti in zone con rischio sismico.

Tante conferme e alcune novità

Copertina catalogo MEFA 2020Oltre ai vari prodotti già apprezzati dal mercato, MEFA in questa edizione presenta la Piastra per Costruzioni in Copertura Big Foot, la nuova mensola Profilo-C 45/26/1,5 mm che completa la gamma di mensole a catalogo e la Connessione a Snodo, la soluzione ideale per assorbire le diverse inclinazioni del soffitto e della struttura al quale ancorarsi e per realizzare strutture sismo-resistenti.

Grazie alla componentistica adatta a ogni applicazione, compatibile anche con la carpenteria metallica saldata, MEFA sviluppa e realizza prodotti e soluzioni personalizzate anche su specifica del cliente, fornendo contestualmente un valido supporto alla progettazione: un team qualificato di ingegneri accompagna il cliente in tutte le fasi del progetto, per fornire soluzioni personalizzate e su misura.
Tutti i prodotti a catalogo sono descritti in italiano con schemi, referenze, dati tecnici e disegni esplicativi.
Il catalogo è disponibile per il download in PDF sul sito MEFA.

Focus Efficienza Energetica – Come farla, quando, con quali obiettivi

L’efficientamento energetico è un insieme di operazioni che permettono di contenere i consumi energetici, ottimizzando il rapporto tra fabbisogno energetico e livello di emissioni. Riguarda in modo diverso tutti settori edifici pubblici, aziende piccole e grandi, edifici del terziario, ospedali, case.

Per ogni tipologia di edificio ci sono soluzioni e tecnologie differenti ma che hanno lo stesso obiettivo finale:

efficientare consente di raggiungere uno stesso risultato con un minore impiego di risorse

Il potenziale di risparmio energetico ancora da sfruttare è molto elevato. Normative e leggi comunitarie definiscono alcuni obblighi che hanno lo scopo di ottimizzare l’approvvigionamento energetico e ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di altri inquinanti.

In Italia, in questi anni è stato fatto molto, e sono a disposizione incentivi e sgravi fiscali per l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici.

Efficientamento energetico: primo passo conoscere

Il primo passo da compiere per capire come fare efficienza energetica è sicuramente la raccolta di informazioni precise e puntuali per individuare sprechi comportamenti poco efficienti.

Efficienza energetica e ambiente

L’efficientamento energetico porta aduna diminuzione dei consumi e delle emissioni di CO2 e una riduzione dell’inquinamento.

Elettricomagazine ha intervistato gli esperti di alcune associazioni – Aicarr, Assoclima, Assistal, Fire – per fotografare la situazione italiana e individuare la strada e le buone pratiche di efficienza energetica.

Efficienza energetica nella GDO, la best practice di ALDI

Fare efficienza energetica nella Gdo: l’esperienza di ALDI

La certificazione EN ISO 50001 e il -5% sui consumi delle strutture italiane di ALDI confermano che promuovere efficienza energetica nella Gdo conviene
L'efficienza energetica nell'industria è una tappa fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi europei

L’efficienza energetica nell’industria: le potenzialità

Produrre al meglio sfruttando nel migliore modo possibile l'energia che si ha a disposizione. L'efficientamento energetico interessa anche l'industria.
efficienza energetica e blockchain

L’efficienza energetica ai tempi della blockchain

Applicare la blockchain all'efficienza energetica è una pratica non solo utile ma auspicabile. Il ricorso ai registri distribuiti per l'efficientamento energetico agevola il passaggio di informazioni e ne assicura la validità.
tutti i bonus efficienza energetica per gli edifici

Tutti i bonus dell’efficienza energetica

Cosa si può fare e cosa no per fare efficienza energetica nelle abitazioni. Assistal fotografa le disposizioni della Legge di Bilancio 2020, tra bonus e detrazioni fiscali che, seppur utili alle aziende, sono stati rimodulati.
Pompe di calore: ambiente migliore, più opportunità di lavoro

Pompe di calore: ambiente migliore, più opportunità di lavoro

Oltre a fornire un innegabile vantaggio in termini di più elevata efficienza energetica degli impianti, le pompe di calore presentano una serie di altri benefici: si parla di ambiente e di lavoro.
obiettivo efficientare il patrimonio edilizio

Efficientare il patrimonio edilizio

L'efficienza energetica trova nel patrimonio edilizio italiano un enorme potenziale. L'evoluzione tecnologica oggi permette di avere le giuste tecnologie e i sistemi che consentono di farle interagire.
efficienza energetica e Italia: a che punto siamo

L’efficienza energetica e il ruolo dell’Italia

L'Italia è ai primi posti nel mondo per l'efficienza energetica, grazie allo sviluppo di tecnologie efficienti e alla maggiore attenzione per gli aspetti energetici e ambientali.
efficienza e sostenibilità per competere

Il volto sostenibile dell’efficienza energetica

Efficienza energetica e uso sostenibile dell'energia devono andare a braccetto quando si tratta di ottimizzare i consumi. Per questa ragione non esiste la giusta tecnologia, ma la tecnologia più adeguata al contesto.
Pompe di calore: protagoniste di efficienza energetica

Pompe di calore: protagoniste di efficienza energetica

Numerose le tecnologie applicabili per fare efficienza energetica: tra le più diffuse, la pompa di calore. Disponibile in diverse tipologie – aria-acqua, aria-aria, geotermica – è eclettica e assicura rese elevate.