Sicurezza elettrica: le occasioni da non lasciarsi sfuggire

L’importanza della messa in sicurezza degli impianti è assodata, eppure è ancora sottovalutata, soprattutto la sicurezza elettrica. A far scorrere i numeri forniti dalle statistiche Istat si scopre che gli infortuni domestici sono notevolmente più elevati di quelli causati da incidenti stradali. Forse dovuta a un falso senso di sicurezza che si prova tra le mura domestiche, forse imputabile a una mancanza di cultura, la scarsità oggettiva di impianti a norma è un fatto grave. Lo sa bene Prosiel che da sempre ha fatto della promozione della sicurezza impiantistica la propria bandiera.

Perché la sicurezza elettrica va promossa

Claudio Brazzola, Presidente di Prosiel
Claudio Brazzola, Presidente di Prosiel

“In Italia gli impianti non sono ancora completamente a norma” afferma Claudio Brazzola, Presidente di Prosiel. “Ma la cosa più grave, confermata da un’indagine da noi affidata all’Istituto Piepoli – ‘La sicurezza elettrica dell’impianto domestico’ –, è che non esiste la percezione da parte degli italiani dell’impianto elettrico, della sicurezza e tanto meno del rischio connesso all’uso di impianti o apparecchiature non conformi alle norme”. In particolare gli intervistati che hanno dichiarato il proprio impianto sicuro non hanno poi saputo spiegare cosa lo rendesse tale. Non si ha quindi reale consapevolezza di cosa comporti la sicurezza.

Da una clusterizzazione degli intervistati è emerso inoltre che i più consapevoli sono i giovani che, tendenzialmente, posseggono anche gli immobili più nuovi e a norma.
I risultati dell’indagine non fanno che avvalorare la tesi di Prosiel su quanto sia fondamentale agire sulla consapevolezza collettiva, istituzioni comprese.

Come promuovere la sicurezza elettrica? Comunicando

Prosiel sta portando avanti una serie di iniziative per promuove la sicurezza elettrica. “Continuiamo a fare tutto il possibile” commenta Brazzola. L’ultima iniziativa è la pubblicazione del “Libro Bianco ”. Vi si trova:

Tra le attività di promozione rientrano anche i tour effettuati in tutta Italia. Appuntamenti che l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha interrotto, costringendo a tramutare gli incontri in presenza in webinar. “Un’iniziativa che porteremo avanti anche nel 2021. In particolare organizzeremo webinar geolocalizzati con il preciso intento di favorire la creazione di un network tra la filiera elettrica e gli amministratori di condominio”. Sono loro, infatti, il trait d’union con l’utenza finale, in grado di spiegare l’importanza della messa in sicurezza degli impianti e di attivarsi per realizzarla, anche sfruttando le possibilità fiscali legate a questo tipo di interventi.

sicurezza Elettrica: copertina libro bianco Prosiel

Il libretto dell’impianto elettrico, anche in App

Un altro progetto di Prosiel particolarmente interessante è la realizzazione del libretto dell’impianto elettrico che potrebbe diventare un valido strumento per garantire la sicurezza elettrica del parco impiantistico italiano.

“È un documento che ha valenza formativa e divulgativa per l’utente e, nel contempo, consente di fidelizzare e stabilire un rapporto continuativo nel tempo tra l’installatore e il committente” spiega Brazzola. Il libretto permette al consumatore di avere sotto controllo lo stato dei propri impianti e le scadenze per la manutenzione, e all’installatore di avere un’utile guida nella compilazione della dichiarazione di conformità. “Ne è stata realizzata persino una versione digitale con App gratuita, che ci consentirà nel tempo anche di realizzare una sorta di catasto elettrico”.

APP Libretto di Impianto Elettrico

Il passo necessario ora è farlo diventare uno strumento obbligatorio. “Nel DM 37/2008” sulla progettazione, installazione e sicurezza degli impianti elettrici, “c’è un’apertura verso un libretto di uso e manutenzione dell’impianto che potrebbe essere soddisfatta proprio da questo nostro libretto”. Tanto che l’associazione ha avanzato una proposta di modifica del decreto.

L’utilità di un simile documento interessa però anche la gestione degli impianti condominiali. “Un’altra nostra iniziativa riguarda proprio il nuovo libretto per le parti comuni dei condomini, rivolto nello specifico agli amministratori” specifica Brazzola.

Verso il fascicolo del fabbricato

Vi sono anche altri aspetti che andrebbero rivisti del DM 37/2008 e novità interessanti per agevolare la messa a norma degli impianti che potrebbero essere introdotte. Nello specifico Prosiel ha posto l’accento su aspetti importanti anche dal punto di vista dell’installazione prima e della gestione poi degli impianti.
In particolare:

“Ci auguriamo poi che la legislazione vada verso il fascicolo del fabbricato che dovrebbe contenere l’intera documentazione tecnica di tutti gli impianti tecnologici di un edificio”, magari anche in versione digitale. A queste proposte il Mise (Ministero dello Sviluppo economico) ha mostrato molto interesse. Un interesse emerso anche durante l’incontro organizzato da Prosiel a fine settembre dedicato a “Sicurezza elettrica in casa: siamo sicuri?”, durante il quale la sicurezza impiantistica è stata affrontante sotto diversi aspetti. “Successivamente all’evento abbiamo incontrato più volte l’ing. Lorenzo Mastroeni del Mise e ora stiamo cercando di finalizzare la nostra proposta di modifica del decreto”.

L’occasione della bonifica dei montanti elettrici

Durante l’incontro è emerso anche il tema dei bonus e delle detrazioni fiscali previsti per le ristrutturazioni e la messa in sicurezza degli immobili. Sono senza dubbio occasioni da non lasciarsi sfuggire per incentivare l’adeguamento degli impianti elettrici. “Abbiamo cercato di fare inserire nel Superbonus del 110% la ristrutturazione dell’impianto elettrico”. Certamente potrebbero essere studiate agevolazioni più specifiche. “Siamo convinti che sarebbero utili strumenti su misura, per esempio una scontistica sui premi assicurativi a fronte della presentazione del libretto di impianto”.

Inoltre da quest’anno esiste una nuova opportunità: “un finanziamento per operare una bonifica dei montanti elettrici nelle abitazioni degli anni Sessanta e Settanta, al fine di adeguarli alle esigenze di potenza elettrica oggi richieste. Una grande occasione che potrebbe essere uno stimolo anche per la verifica degli impianti elettrici delle singole abitazioni”.

Hoval Belaria Eco, la pompa di calore flessibile ed efficiente

Hoval Belaria Eco è una pompa di calore aria/acqua di ultima generazione, che ricava energia in modo ecologico dall’ambiente esterno per riscaldare, raffrescare e produrre acqua calda sanitaria con la massima efficienza. È costituita da due unità, una esterna e una interna installata a parete.

Disponibile anche in versione compact (disposta a pavimento con spazi di ingombro minimi), presenta un circuito frigorifero collocato nell’unità esterna basato sul fluido refrigerante R32, particolarmente ecologico e sicuro.
Hoval Belaria Eco è flessibile nell’impiego e ben si adatta a ogni genere di contesto, come nelle case mono e bifamiliari, nuove o in fase di ristrutturazione.
È inoltre adattabile ad accumulatori sanitari e inerziali, anche in combinazione con altre fonti di calore, a seconda dello spazio disponibile, della capacità, della tipologia di accumulo e del comfort desiderato.

Un prodotto per tutte le stagioni

Pompa di calore efficiente estate inverno

Uno dei punti di forza di Hoval Belaria Eco è la possibilità di riscaldare, raffrescare e produrre acqua calda sanitaria con un solo apparecchio. Grazie alla funzione integrata CleverCool inside, il sistema garantisce la temperatura ottimale anche d’estate, mentre in inverno fornisce il calore necessario anche in presenza di temperature esterne particolarmente rigide (fino a -28 °C).
La temperatura dell’acqua in mandata raggiunge i 70 °C, rendendo la pompa di calore Hoval particolarmente adatta all’impiego nei sistemi di distribuzione a pannelli radianti e, se adeguatamente dimensionati, anche nei corpi scaldanti tradizionali.

Questa soluzione rientra tra i prodotti che possono usufruire degli incentivi e detrazioni fiscali. Hoval propone una piattaforma per sopportare nell’iter burocratico.

Performante, silenziosa e facile da usare

Logo Hoval

Hoval Belaria Eco è per definizione votata all’efficienza: l’utilizzo di tecnologie innovative e di componenti a risparmio energetico, oltre a una gestione intelligente della modulazione, consentono di ottenere il massimo livello di efficienza in tutti i periodi dell’anno. Il particolare ventilatore garantisce inoltre una notevole silenziosità durante il funzionamento.
Grazie al circuito frigorifero monoblocco, il collegamento tra l’unità esterna e quella interna avviene tramite due semplici tubazioni idrauliche, già pronte per l’installazione.

Hoval Belaria Eco è infine facile da trasportare e da montare poiché viene fornita completa di tutti gli accessori necessari.
Nella versione Hoval Belaria Eco compact è già integrata la produzione sanitaria con un accumulo da 230 litri e con gli attacchi posizionati in alto.

Green Deal europeo, Daikin punta sulla pompa di calore

Il Green Deal europeo è un insieme di iniziative politiche che hanno l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050, riducendo le emissioni di CO2 di almeno il 55% entro il 2030.

Nell’ambito del settore del riscaldamento, Daikin ricopre un ruolo di riferimento nella produzione di pompe di calore. Ed è proprio attraverso un impiego massivo di questa tecnologia che la multinazionale giapponese – che aveva già come obiettivo quello di diventare a livello globale un’azienda climate neutral entro il 2050 – intende spingere in direzione della decarbonizzazione.

Il Green Deal e le pompe di calore

Gli immobili europei producono circa il 36% delle emissioni di CO2. Non solo: quasi il 50% del consumo finale di energia dell’Unione Europea è utilizzato per il riscaldamento e il raffrescamento, di cui l’80% negli edifici. Ciò significa che il potenziale per la carbonizzazione di questo settore è notevole.

Le pompe di calore sono una soluzione collaudata e l’Europa possiede la tecnologia, l’esperienza e gli investimenti per farla espandere ulteriormente.

Sono inoltre basate su una tecnologia a bassa emissione di carbonio (vero punto chiave del Green Deal). Per ogni kWh di calore richiesto, l’impatto ambientale della pompa di calore è circa metà di quello causato da una caldaia a gas ad alta efficienza, con un più basso potenziale di emissioni di anidride carbonica dovuto all’ulteriore decarbonizzazione della produzione di energia elettrica dell’Unione Europea.

Gli immobili europei producono circa il 36% delle emissioni di CO2

A tal proposito, le pompe di calore utilizzano energie rinnovabili perché recuperano energia termica dall’aria, dall’acqua o dal suolo. Sfruttano sempre più spesso elettricità proveniente da fonti rinnovabili, utile per concretizzare l’approccio completamente climate neutral.

Infine, ma non meno importante, si tratta di una tecnologia che ben si sposa con la necessità di bilanciare la rete elettrica, sostenendo in tal modo l’ulteriore sviluppo di una produzione di energia rinnovabile.

L’industria europea delle pompe di calore

Le pompe di calore vengono ampiamente sviluppate e prodotte in Europa: Daikin, ad esempio, possiede un centro di ricerca e sviluppo e cinque stabilimenti in Europa per implementare la tecnologia delle pompe di calore.

Tradotto in numeri, questo specifico settore impiega nel suo complesso circa 225.000 persone in Europa.

Motivare i consumatori europei

L’industria innova senza sosta per rendere le pompe di calore interessanti attraverso un mix di caratteristiche di prodotto, prezzo, design e facilità d’uso e di installazione. L’industria deve investire maggiormente per spiegare tutti i benefici delle pompe di calore così che l’utente finale ne diventi più consapevole.

“I governi possono attirare l’attenzione dei consumatori sulle pompe di calore attraverso incentivi per le ristrutturazioni residenziali, ma ci sono anche altri mezzi che potrebbero rendere vantaggiosa la scelta delle pompe di calore, come rispecchiare l’uso di energia rinnovabile nel punteggio energetico totale dell’edificio. – spiega Patrick Crombez, General Manager di Daikin Europe Riscaldamento e Rinnovabili – Questo porterebbe i consumatori a fare un calcolo dettagliato del costo totale di proprietà e dei vantaggi ecologici, mettendo in luce i benefici delle pompe di calore”.

“Nel breve termine, gli incentivi pubblici possono accelerare il passaggio a un riscaldamento a impatto zero e rendere così le pompe di calore accessibili a tutti i cittadini europei; ma nel lungo termine, i prezzi dell’energia accurati e una corretta indicazione delle prestazioni energetiche, in termini di emissioni di carbonio, devono essere le motivazioni dell’utente finale per investire nella tecnologia della pompa di calore”.

Gli esempi delle altre nazioni europee mostrano che questa strategia funziona. Ad esempio, Francia e Germania hanno istituito vasti e diffusi sistemi di sostituzione delle caldaie. O ancora, l’Italia ha lanciato il Superbonus per promuovere tecnologie verdi come quelle delle pompe di calore grazie al rimborso del 110% del credito.

Termostati, come e quando scegliere una soluzione smart

Il termostato è un componente dell’impianto per la climatizzazione estiva e invernale degli edifici che troppo spesso viene sottovalutato; infatti, è un dispositivo fondamentale per la regolazione della temperatura in casa o in ufficio. Sul mercato esistono diverse soluzioni e i prezzi sono molto variabili, rendendo talvolta complicato orientarsi tra le proposte del mercato e le proprie esigenze. Per un consiglio su quale dispositivo scegliere, è possibile rivolgersi a un tecnico, soprattutto quando si deve sostituire un vecchio termostato con un modello più innovativo.

La differenza tra un termostato e un cronotermostato

Sia i termostati sia i cronotermostati sono in grado di rilevare la temperatura in un ambiente e, di conseguenza, regolare il funzionamento del riscaldamento grazie ad un collegamento diretto con la caldaia o la pompa di calore. La differenza principale, oltre al meccanismo di funzionamento, risiede nella flessibilità con cui si può programmare o regolare il funzionamento dell’impianto.

I termostati meccanici offrono una regolazione di tipo on-off, mentre quelli digitali consentono la regolazione di alcune variabili, come ad esempio con la funzione giorno-notte.

Infine, i cronotermostati che permettono di regolare la temperatura sulla base del giorno della settimana e dell’ora, così da rispondere in modo più efficace alle necessità degli utenti. Ovviamente, le differenze di questi dispositivi riguardano anche i costi di acquisto e la semplicità di utilizzo.

cronotermostato per la regolazione del comfort

Cosa è un termostato smart?

Ultimo nato il termostato smart, un’evoluzione dei modelli precedenti, con lo scopo di favorire al massimo il risparmio energetico e rendere intelligenti gli impianti. Ma cosa fa un termostato intelligente? In poche parole è un oggetto in grado di gestire e controllare il comfort all’interno di una abitazione, adattarsi alle abitudini, autoregolarsi per garantire le migliori condizioni di comfort e ridurre il consumo di energia. I più evoluti sono in grado di verificare autonomamente le condizioni atmosferiche, la presenza di persone in una stanza e regolare i sistemi per raggiungere le condizioni ottimali. Inoltre possono essere controllati da uno smartphone o tablet.

La programmazione della temperatura e dell’accensione del riscaldamento, quindi, può essere fatta tramite un’App senza interfacciarsi con display o altri comandi posizionati direttamente sul termostato. In alcuni casi, si aggiungono anche funzioni derivanti dalla connessione con altri dispositivi e tecnologie della Smart Home, come gli Smart Home Speaker. Alcuni termostati intelligenti possono “imparare” le nostre abitudini e autoregolarsi, tenendo in considerazione sia come ci comportiamo, sia le temperature esterne rilevate.

Cosa considerare quando si deve scegliere un nuovo termostato

Quando si vuole acquistare un nuovo termostato è opportuno prendere in considerazione una serie di aspetti e caratteristiche. Maggiore è la flessibilità con cui si può regolare un termostato, più efficiente sarà l’utilizzo dell’impianto. La programmazione, quando c’è, può essere giornaliera, settimanale o stagionale, diventando sempre più flessibile con l’introduzione del collegamento Wi-Fi. Questo aspetto incide sul comfort percepito, ma anche e soprattutto sui consumi. Tanto più è precisa la regolazione, tanto si riducono i consumi.

Altri fattori da prendere in considerazione sono il materiale con cui è realizzato il termostato, che può andare dalla plastica, all’acciaio e al vetro e la presenza del display. Ulteriori caratteristiche da valutare riguardano la tipologia di alimentazione, a batteria o a corrente, ed eventuali servizi extra, come la garanzia o il montaggio da parte di un installatore qualificato dal produttore. A questo si aggiunge la facilità di lettura, i dati esposti e la praticità di utilizzo.

Un’ultima considerazione riguarda la compatibilità del nuovo termostato con l’impianto esistente, che non sempre è certa. Infatti, soprattutto nel caso dei termostati smart, è importante verificare la fattibilità dell’installazione rivolgendosi ad un installatore qualificato.

Rassegna termostati smart

BTicino – Smarther2 with Netatmo

Con Smarther2 with Netatmo, Bticino offre un prodotto tecnologicamente avanzato ma semplice da utilizzare e installare.

È dotato della funzione Auto-Adapt grazie alla quale il dispositivo “impara” le caratteristiche dell’impianto e garantisce la giusta temperatura al momento opportuno. Dopo un periodo di apprendimento dell’inerzia termica dell’impianto, Smarther2 è infatti capace, verificando la temperatura esterna tramite il web, di determinare l’accensione in modo che all’orario desiderato si abbia già la temperatura esatta. Insomma, la temperatura giusta quando serve, senza sprechi.

Il termostato smart Smather2 viene controllato attraverso la App Home+Control (la stessa che permette di gestire tutti i dispositivi Living Now e Livinglight with Netatmo).

Termostato smart Bticino SMARTHER2

Fantini Cosmi – C800WIFI

Il cronotermostato C800WIFI – dal design minimalista e moderno – che ottimizza il comportamento di sistemi e parametri.

Sfrutta un nuovo approccio di termoregolazione evoluta denominato AGC Adaptive Gain Control. Grazie al continuo monitoraggio dei parametri ambientali di temperatura e umidità (con i quali si rileva la temperatura percepita) e l’elaborazione dei dati da parte di algoritmi di Intelligenza Artificiale, il sistema incrocia tutte le informazioni utili a ottimizzare l’utilizzo del sistema di riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, anticipandone o ritardandone l’attivazione in base alle abitudini di utilizzo degli ambienti, alla geo-localizzazione dell’utente e alle condizioni/previsioni meteo, con l’obiettivo di fornire le migliori condizioni di comfort con il minor consumo possibile.

Il termostato connessoC800WIFI Fantini Cosmi
Leggi e scarica il magazine digitale Progetto Casa Connessa (elettricomagazine.it) con l’articolo approfondito sul cronotermostato C800WIFI di Fantini Cosmi

Gewiss –  Thermo ICE, il termostato smart

Comfort, risparmio energetico, controllo a distanza e design: con i nuovi termostati Thermo ICE di Gewiss la casa diventa più intelligente e la quotidianità più confortevole. Raffinato nelle linee e high-tech nello spirito, il design del termostato si coniuga con lo stile delle placche Chorus ICE touch.

È realizzato in due diverse finiture: una con placca in tecnopolimero e finitura lucida, per installazione a parete, e l’altra con placca in vetro, per applicazione da incasso. Entrambe le varianti sono disponibili nei colori bianco, nero e titanio, contengono comandi di tipo touch, uno slider circolare touch RGB e un display a retroproiezione a LED bianchi.

Gewiss Thermo Ice per controllare il comfort
Leggi e scarica il magazine digitale Progetto Casa Connessa (elettricomagazine.it) con l’articolo approfondito sul termostato Thermo ICE di Gewiss

cronotermostato con sensore qualita aria DALI GecaGeca – Dalì

Il cronotermostato innovativo Dalì sorprende con una caratteristica particolare: il monitoraggio della salubrità dell’aria nell’ambiente domestico. Frutto dell’esperienza Geca nella rilevazione gas e termoregolazione domestica, Dalì misura costantemente le specifiche dell’aria di casa, da temperatura e umidità, ai livelli di gas nocivi e agenti inquinanti presenti.
L’anima smart di Dalì risiede nella possibilità di gestione via smartphone e nella compatibilità con i principali assistenti vocali Alexa e Google Assistant.
In aggiunta al controllo via App, Dalì è dotato di una funzione di geolocalizzazione, liberamente impostabile, che permette l’attivazione e spegnimento automatico in base alla distanza dell’utente dall’abitazione, per garantire la massima praticità di utilizzo.

Netatmo – Termostato Modulante Intelligente

Il Termostato Modulante Intelligente permette di ottimizzare il riscaldamento e di accenderlo solo quando necessario. È compatibile con la maggior parte delle caldaie OpenTherm consentendo all’acqua all’interno dell’impianto di riscaldamento non raggiunge mai temperature troppo elevate, il che consente di sfruttare al meglio la caldaia modulante e di evitare sprechi energetici.

Per un maggior risparmio e un comfort superiore, l’Assistente a disposizione nell’app Home + Control propone cinque domande che aiutano a creare un programma di riscaldamento adattato allo stile di vita. Il Termostato Modulante Intelligente Netatmo è compatibile con Apple HomeKit.

Netatmo Termostato Modulante Intelligente

tado° Smart Thermostat Starter Kit V3tado° – Termostato Intelligente Wireless V3+

Il Termostato Intelligente Wireless – kit di base è una soluzione che si caratterizza per facilità di installazione e garantisce una compatibilità con tutte il 95% di tutti i sistemi di riscaldamento.

Ad esempio, chi possiede un boiler con un termostato non cablato può usufruire della comodità di un termostato smart grazie al nuovo Termostato Intelligente Wireless – kit di base.

Vimar – Termostato connesso Wi-Fi

Pensato per chi desidera vivere smart, il termostato connesso Wi-Fi di Vimar può essere controllato con gli smart speaker Amazon o Google Assistant. Grazie a questa funzionalità è possibile comandare il termostato, configurare delle routine o creare scenari semplicemente con la voce. È sufficiente aggiornare la app By-clima entrando nel menu impostazioni e abilitare la comunicazione tra il termostato connesso e l’assistente vocale.
Il termostato connesso Vimar è facilmente installabile a parete e rappresenta la soluzione ideale per chi desidera avere la casa sempre sotto controllo ed evitare inutili sprechi energetici.

termostato connesso Vimar

L’azienda propone diverse tipologie di termostati domotici per soddisfare ogni esigenza applicativa.

Smart Readness Indicator: ripartire dagli edifici digitali e sostenibili

“Efficienza energetica first”, ma con gli edifici digitali. Perché l’indice SRI – Smart Readness Indicator può essere la chiave dello sviluppo sostenibile italiano. Perché la transizione energetica passa anche dalla riqualificazione di un patrimonio immobiliare obsoleto ed energivoro. Perché normative, finanziamenti e incentivi possono concretamente guardare alla digitalizzazione come motore del rilancio green della nostra economia.

Tradotto, è necessario fare efficienza portando innovazione. L’appello del gruppo di lavoro “Efficienza Energetica e Trasformazione Digitale” di Kyoto Club si rivolge in primis alle istituzioni italiane, per fare sì che gli obiettivi di decarbonizzazione e smartizzazione maturino, insieme, nel panorama regolatorio dell’edilizia sostenibile, assumendo il giusto peso nell’attuale discussione sul Recovery Fund.

Digitalizzare l’edilizia per ottenere efficienza

“Considerando lo status e l’età del parco immobiliare italiano, l’efficienza energetica è fondamentale. Ma bisogna anche puntare sul massimo livello di integrazione delle tecnologie a disposizione – spiega Laura Bruni, Direttore Affari Istituzionali Schneider Electric e coordinatrice del gruppo di lavoro di Kyoto Club -. Una missione possibile solo attraverso un uso mirato dei fondi del Recovery Plan per rendere gli edifici italiani all’avanguardia in termini di benessere, sicurezza, tutela ambientale e flessibilità gestionale”.

Come procedere per favorire tutto questo? Le direttrici tracciate dai relatori dell’incontro virtuale promosso Kyoto Club sono due. Da un lato, implementare al più presto il recepimento della direttiva europea EPBD 3 (Energy performance of buildings directive) e del suo Smart Readness Indicator. Dall’altro, promuovere concretamente l’innovazione tecnologica verso gli smart building, soprattutto nell’edilizia pubblica.

Smart Readness Indicator: a che punto siamo

Quanto cambierà, dunque, il settore delle costruzioni italiano? Il superbonus 110% ha aperto la strada della ripartenza, ma tanto dipenderà dal saper cogliere le opportunità generate dall’indice SRI. L’indicatore introdotto dalla EPBD 3 per valutare la predisposizione all’intelligenza degli edifici rappresenta infatti un utile strumento di informazione e valutazione sia per gli immobili nuovi sia nel caso di riqualificazione.

Il tutto, secondo tre obiettivi principali:

Per individuare e standardizzare il sistema di calcolo dello SRI, Enea ha partecipato allo studio tecnico promosso dalla DG Energy della Commissione europea. Analizzando i servizi intelligenti e di rispettivi sotto-servizi, è nato un approccio “check-list” che assegna al building un punteggio complessivo tramite un metodo di valutazione multicriterio.

Smart Readness Indicator: come cambiare l'edilizia italiana

Da norma a realtà con i decreti attuativi

Le premesse ci sono, ma servono ulteriori sforzi per agevolare l’avvento dello Smart Readness Indicator in Italia. “Il DL 2020/48 dello scorso 10 giugno ha decretato il recepimento della direttiva EPBD, ma restano diversi aspetti da definire – conferma Nicola Badan, Business Director Emergy Lighting di Schneider Electric -. Per questo siamo in attesa dei decreti attuativi, una leva importante per accelerare lo sviluppo sostenibile e digitale del parco immobiliare italiano. Riteniamo infatti urgente rafforzare una strategia di transizione energetica a lungo termine e mettere in campo azioni immediate”.

I principali nodi da affrontare, secondo gli esperti di Schneider Electric, sono:

Al momento, poi, lo Smart Readness Indicator è “fermo” all’adottabilità su base volontaria. “L’indice SRI andrebbe invece valorizzato come potenziale motore della trasformazione digitale degli edifici ed elemento premiante di incentivazione in relazione alle performance – aggiunge Andrea Natale, Business Development Manager EcoBuilding -. Un asse strategico per un efficace utilizzo dei fondi NextGenEU e una risorsa utile alla ripresa green del settore immobiliare”.

La smartizzazione degli edifici in 5 punti

Insomma, ci troviamo nel mezzo di una confluenza di sistemi, finanziamenti e normative che dobbiamo “cavalcare” per rilanciare il Paese. Per farlo, il gruppo di lavoro guidato da Laura Bruni propone un percorso incentrato sulle sinergie pubblico-privato. E sulle buone pratiche di efficienza energetica, digitalizzazione ed economia circolare che già rappresentano il fiore all’occhiello della tecnologia italiana.

Le 5 strade per un Recovery Plan concreto ed efficace sono:

  1. finanziare la trasformazione digitale degli immobili come strategia di crescita sostenibile e adattamento al post emergenza nel residenziale e nel terziario;
  2. privilegiare la riqualificazione degli edifici dei settori più impattati dalla crisi: scuole, ospedali, retail, hotel;
  3. sostenere le riqualificazioni immobiliari che prevedano l’uso sistemi di gestione e controllo (BACS);
  4. legare premialità integrative alle opere di digitalizzazione usando l’indice SRI anche nelle strutture esistenti;
  5. lanciare un programma pluriennale e continuativo per rinnovare gli edifici, come nel caso di “Industria 4.0”.

“Kyoto Club vuole accompagnare l’approvazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) come amplificatore di soluzioni concretamente attuabili – conclude Laura Bruni -. Sempre nell’ottica di generare una sostenibilità che porti sviluppo sostenibile. A beneficio dell’ambiente, dell’economia e delle future generazioni”.

Genano, aria purificata al 99,999%

Genano è un produttore di depuratori d’aria che ha puntato sulla tecnologia per salvaguardare la salute delle persone. E mai come oggi questo sforzo risulta cruciale.

Per questo motivo l’azienda ha commissionato al centro di ricerca tecnica finlandese VTT uno studio per valutare in modo oggettivo l’efficacia del brevetto anti virus di Genano.

Il risultato è nei numeri: in poco più di 15 minuti, quasi il 90% delle particelle di virus presenti nell’aria sono state inertizzate e rimosse, mentre sono bastate due ore per purificare l’aria al 99,999%.

Lo studio sui depuratori d’aria Genano

Purificatore d'aria Genano G350Per lo studio è stata utilizzata una stanza da 30 metri cubi con pareti in acciaio. Durante il test, una grande quantità di miscela di bioaerosol (composta da quattro microbi, come spore di muffa e altri batteri comuni, più due virus tra cui MS2, che presenta una struttura cellulare simile al COVID-19) è stata dispersa nell’ambiente.

“Sono stati inclusi vari batteri perché i virus sono microscopici, circa un millesimo delle dimensioni di un batterio. – spiega Juhani Tulkki, direttore dello sviluppo del prodotto Genano – I virus utilizzano i batteri per vivere e diffondersi. Il bioaerosol è stato spruzzato ad alta pressione nella stanza di modo che si mantenesse sospeso in aria, permettendogli di stabilizzarsi”.

Anche se i depuratori d’aria Genano sono stati progettati inizialmente per ospedali e stanze di isolamento, molte aziende si sono dotate di questa tecnologia per ottenere aria pura negli ambienti lavorativi.

Molteplici prove con batteri e virus diversi hanno prodotto tutti gli stessi risultati: in 15 minuti, il 90% del virus era stato eliminato dall’aria interna e fino al 99,999% è stato eliminato dopo due ore.

“Al momento, il rischio di infezione è particolarmente elevato nel settore sanitario, insieme al personale di front office negli uffici e nei luoghi di grande affluenza. Siamo in grado di aiutare tutti questi settori, avendo al momento a disposizione un gran numero di dispositivi”.

Efficienza energetica: il GSE premia i comuni virtuosi

Il GSE, ovvero il Gestore dei Servizi Energetici, si pone l’obiettivo promuovere lo sviluppo sostenibile, l’efficienza energetica e il ricorso all’energia rinnovabile. Per fare ciò, il GSE ricorre a diversi strumenti e azioni, tra cui informazione ed erogazione di incentivi. Ne sono un esempio il Conto Energia, che incentiva gli impianti per la produzione di energia rinnovabile; il Conto Termico, che incentiva gli interventi di riqualificazione energetica degli impianti degli edifici e i Certificati Bianchi, ovvero dei titoli negoziabili che attestano performance di risparmio energetico.

Il GSE e gli obiettivi di sostenibilità ed efficienza energetica

L’attività del GSE, in sostanza, è indirizzata a favorire la transizione energetica, chiave per un’economia decarbonizzata. A tal proposito, anche l’Unione Europea ha fissato degli obiettivi per il 2030, che prevedono la riduzione di emissione di CO2 del 40% rispetto ai livelli del 1990, il miglioramento dell’efficienza energetica del 32,5% e la produzione di energia da fonti rinnovabili per almeno il 32%.

Per raggiungere questi obiettivi è necessario impegnarsi da subito, attraverso azioni e progetti per lo sviluppo sostenibile e l’efficienza energetica, incentivando privati e Pubblica Amministrazione ad agire. In particolar modo, l’impegno delle amministrazioni può rivelarsi davvero fondamentale per favorire un cambiamento diffuso e la crescita di cultura sul tema. Per questo il GSE ha deciso di premiare i comuni italiani che hanno dimostrato il proprio impegno in questo ambito.

Il Premio Comuni Sostenibili: che cos’è e a chi viene riconosciuto

Comuni sostenibiliIl Premio Comuni Sostenibili è un riconoscimento per i comuni che si distinguono per iniziative a favore della riqualificazione energetica e dello sviluppo sostenibile. Premiare le amministrazioni virtuose, significa anche incoraggiare altri Enti locali a seguirne l’esempio. Coinvolgere la Pubblica Amministrazione, infatti, è importante per promuovere la transizione energetica e la riqualificazione del patrimonio edilizio. Non solo perché le Amministrazioni sono esempio per i cittadini, ma anche perché hanno il controllo su molti edifici che ospitano servizi e spazi pubblici, come le scuole.

Quest’anno il premio è stato conferito ad otto comuni, per i quali il GSE ha erogato più di 9 milioni di euro tramite il meccanismo del Conto Termico. Va detto, chiaramente, che ci sono molte altre amministrazioni che negli anni si sono impegnate in iniziative e progetti a favore dell’efficienza energetica, tanto che il GSE negli ultimi 4 anni ha erogato incentivi per le PA di circa 115 milioni, in favore di oltre 8.000 interventi. Un altro supporto del GSE è a livello informativo, con la realizzazione di seminari, e formativo, rivolgendosi agli operatori del settore.

8 comuni premiati dal GSE

Come anticipato, il GSE ha riconosciuto il Premio Comuni Sostenibili ad 8 amministrazioni in diverse province e regioni d’Italia.

Il Comune di Chiari (BS) è stato premiato per i suoi progetti rivolti al mondo della scuola, che hanno trasformato tre edifici scolastici in edifici NZEB. L’intervento è stato realizzato grazie agli incentivi ricevuti con il Conto Termico e ai finanziamenti stanziati dal Governo per la riqualificazione degli edifici scolastici. Il comune di Chiari, inoltre, detiene il primato per l’incentivo di maggior entità ricevuto tramite Conto Termico, pari a più di 3 milioni di euro.

Nel Comune di Cimadolmo (TV) tutti i sette edifici pubblici sono efficienti, ma tramite il Conto Termico ha riqualificato 3 di questi edifici realizzando anche due NZEB. Inoltre, a Cimadolmo si trova anche lo IEST, l’European Institute for Tecnological Development, che sta aiutano il Comune a sviluppare ed avviare un modello innovativo di comunità energetica.

Si parla di scuola NZEB anche nel Comune di Colecchio (PR), che oltre ad adeguare sismicamente tutti gli edifici scolastici ha intrapreso diversi progetti di riqualificazione energetica e ne prevede diversi anche in futuro. Oltre alla richiesta degli incentivi tramite il Conto Termico, il Comune ha attivato 4 contratti di Scambio sul posto e il Conto Energia per due impianti fotovoltaici.

Il Comune di Miglianico (CH) si distingue per la sensibilità al tema dell’efficienza energetica, intervenendo su tutti gli edifici scolastici e trasformando il municipio in un edificio NZEB. Grazie ai progetti intrapresi, Miglianico sarà il primo comune abruzzese premiato con una Targa per l’Efficienza.

Nel Sud Italia, invece, sarà il Comune di Montoro (AV) il primo a ricevere un riconoscimento per l’efficienza energetica, ottenuto grazie alla riqualificazione di due edifici pubblici.

Il Comune di Saluzzo (CN) ha ottenuto finanziamenti tramite il Conto Termico per 11 interventi, per un ammontare totale di più di un milione di euro. Grazie agli interventi eseguiti sugli edifici pubblici (come scuole, piscina, caserma dei Carabinieri e biblioteca) il Comune ha dichiarato che le spese delle utenze in carico all’amministrazione si sono dimezzate.

Tra i più sensibili al tema della sostenibilità e dell’efficienza energetica, c’è sicuramente il Comune di Prato che ha aderito al PAES, al PAESC, PUMS e al Piano Smart City. Il Comune, per favorire la riqualificazione degli edifici privati, ha promosso la costituzione di “Condomini sostenibili super bonus 110%”, di appoggio a tutti i soggetti interessati, dagli amministratori di condominio, alle ESCO. Per favorire lo sviluppo ecosostenibile della comunità e la diffusione del verde urbano, il Comune di Prato ha promosso anche un progetto di forestazione urbana e il progetto Prato Urban Jungle. Il GSE ha erogato fondi per 26 interventi portati avanti dal Comune, che hanno riguardato diversi edifici pubblici come scuole, palestre, municipio, case popolari, ecc…

Infine, si è riconosciuta una menzione speciale al Comune di Milano, che ha siglato un protocollo d’intesa con il GSE nel 2017 e quest’anno ha aderito alla rete PECC (una collaborazione nata tra Regione Lombardia, ENEA e GSE, per dar vita ad uno sportello operativo che promuova e supporti la riqualificazione energetica). Il Comune di Milano ha beneficiato degli incentivi del Conto Termico per intervenire su vari edifici pubblici, come scuole ed edilizia residenziale.

Recovery Fund: gli investimenti per agricoltura e economia circolare

Nel primo articolo dedicato a #Next Generation Italia, il recente piano del governo che illustra il futuro impiego degli ingenti fondi del Recovery Fund, abbiamo sottolineato come la parte del leone spetti proprio agli investimenti green. In particolare, dei 196 miliardi di euro provenienti dall’Unione europea e spettanti al nostro Paese fra prestiti e sussidi, ben 74,3 verranno destinati al maxi capitolo di spesa definito come “Rivoluzione verde e transizione ecologica“.

Recovery Fund: gli investimenti per agricoltura e economia circolare

Impresa verde ed economia circolare

Una cifra enorme che è stata a sua volta fatta in quattro con la parte più piccola, ma pur sempre 6,3 miliardi di euro, destinata alla componente denominata “Impresa verde ed economia circolare”. Una componente che nella visione del governo ha come obiettivi prioritari la promozione della sostenibilità ambientale nella filiera dell’agricoltura, il sostegno a progetti innovativi di decarbonizzazione tramite processi di economia circolare, nonché la definizione di un piano nazionale per l’economia circolare.

Su quest’ultimo punto il documento dell’esecutivo sottolinea come l’Italia è in linea con gli obiettivi europei del 2020 in termini di riutilizzo e riciclo di materiali. In particolare, nel 2017 il tasso di utilizzo circolare dei materiali era al 17,7%, al di sopra della media europea, mentre nel 2018 il tasso di riciclo si è attestato al 49,8%.

Recepimento degli obiettivi europei

In quest’ambito, un’ulteriore spinta legislativa proviene dal recente recepimento del pacchetto comunitario sull’economia circolare, nel quale sono presenti target per i rifiuti urbani (riciclo del 55% entro il 2025, del 65% entro il 2035), i rifiuti da imballaggi (70% di riciclo entro il 2030) e per l’uso delle discariche con una soglia massima del 10% dei rifiuti urbani con smaltimento in discarica entro il 2035 (al 2018 l’uso delle discariche ha invece interessato il 22% dei rifiuti urbani prodotti).

Una serie di obiettivi per il cui raggiungimento, come indica #Next Generation Italia, “servirà un rafforzamento del quadro regolamentare attraverso mirati interventi di riforma”, ma non soltanto quello. Il piano del governo, infatti, prevede anche due distinte linee d’azione.

Recovery Fund per un’agricoltura sostenibile

La prima direttrice è denominata “Agricoltura sostenibile” e prevede iniziative per la competitività, la riqualificazione energetica e la capacità logistica del comparto agricolo italiano. Si tratta di interventi che mirano all’efficientamento energetico e all’isolamento termico/coibentazione degli immobili adibiti a uso produttivo nel settore agricolo e zootecnico, quest’ultimo responsabile di circa il 50% delle emissioni di gas clima-alteranti.

Inoltre, è previsto un piano operativo per la logistica del comparto agricolo “che si sostanzia in contributi alle aziende per abbassare l’impatto ambientale del sistema dei trasporti, migliorare la capacità di stoccaggio delle materie prime agricole, la capacità logistica dei mercati all’ingrosso e far esprimere il potenziale in termini di export delle piccole e medie imprese agroalimentari italiane”.

Interventi sulla filiera del riciclo

La seconda linea d’azione del Recovery Fund, denominata “Economia circolare e gestione dei rifiuti” è invece focalizzata su tre interventi principali. Il più ambizioso è il primo, con la riduzione del gap impiantistico della filiera del riciclo, “che costituisce una principale criticità in molte regioni del Paese, tramite l’ammodernamento degli impianti esistenti e la realizzazione di nuovi impianti per il trattamento meccanico biologico (TMB) dei rifiuti”.

Un altro intervento è quello rivolto a sostenere le iniziative per ricavare prodotti chimici e carburanti “circolari” da rifiuti plastici e urbani. Infine, fra i propositi del governo c’è anche “il sostegno a progetti innovativi di decarbonizzazione”.

Perfomance in Lighting, laboratori interni certificati ENEC

Tutti gli apparecchi d’illuminazione devono soddisfare rigide normative in materia di sicurezza, qualità, prestazioni e durata. Pertanto, sin dalla sua nascita, Perfomance in Lighting ha investito in laboratori tecnici interni che operano secondo la norma internazionale ISO 17025 e accreditati con riconoscimento CTF STAGE 2 (Customers’ Testing Facilities – Stage 2) da IMQ (Istituto Italiano del Marchio di Qualità). Tali laboratori, grazie ai suddetti riconoscimenti, sono abilitati ad eseguire tutti i test previsti dalle normative vigenti e producono internamente la documentazione tecnica necessaria all’ente terzo per il rilascio della Certificazione Europea ENEC e a tutta una serie di altre certificazioni internazionali.

La certificazione è stata conseguita con IMQ, ente terzo di certificazione riconosciuto a livello internazionale.
I prodotti di punta di Perfomance in Lighting certificati ENEC sono Theos Glass, Lama+, Square Pro, Quasar, Guell e Focus+.

L’importanza della certificazione Europea ENEC

La certificazione Europea ENEC è un marchio di qualità volontario di riferimento per prodotti elettrici, che certifica la conformità a una serie di norme di sicurezza elettriche (EN) armonizzate. Tale marchio è riconosciuto da tutti i paesi della Comunità Europea, da quelli dell’EFTA e da molti paesi dell’Europa orientale.

Il marchio ENEC viene apposto su prodotti e servizi per indicare che il bene o servizio cui è conferito è conforme in quanto ha raggiunto gli elevati standard qualitativi prefissati dalle norme e direttive Europee e richiesti dall’ente certificatore.
Tale conformità viene validata attraverso:

Riqualificazione energetica: strategia a lungo termine per la Renovation Wave

Sulla lunga strada che porterà l’Europa e l’Italia verso la meta di una società a impatto zero si è presentata da poco una nuova definizione: Renovation Wave. Due parole che stanno ad indicare il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici con un primo obiettivo, sul territorio dell’Unione europea, di raddoppiare i tassi di ristrutturazione nei prossimi dieci anni per ridurre il consumo di energia e risorse degli immobili.

Il ruolo cruciale del settore edilizio

E di Renovation Wave si è parlato in uno dei molti webinar andati in scena durante Smart Building Levante, la fiera da poco svoltasi in modalità completamente digitale. In particolare, ad approfondire il tema è stato l’ingegnere Pasquale Capezzuto, presidente dell’associazione Energy Managers, che ha innanzitutto ricordato come il settore edilizio sia fra quelli più energivori e quindi fra i principali responsabili dei cambiamenti climatici dovuti alle emissioni nell’atmosfera.

Nella strategia dell’Unione, volta ad una radicale ristrutturazione degli edifici presenti sul continente europeo, un ruolo cardine è attribuito alla trasformazione degli stessi in costruzioni “intelligenti”, capaci di gestire al meglio l’energia e i relativi consumi.

Renovation Wave I principi guida - Smart Building Levante

Renovation Wave: i principi guida per la riqualificazione edilizia- Fonte Webinar Smart Building Levante

L’importanza dell’indicatore SRI

In quest’ambito, un indicatore che avrà un ruolo chiave per misurare il raggiungimento degli obiettivi della Renovation Wave è lo Smart Readiness Indicator (SRI). “Con esso – ha spiegato Capezzuto – si è in grado di valutare la capacità tecnologica dell’edificio di interagire con gli occupanti e con la rete ai fini di una gestione efficiente per migliorare l’efficienza energetica e la prestazione complessiva degli edifici”.

Le caratteristiche dell’edificio intelligente

Se l’indicatore SRI misura l’intelligenza dell’edificio, a definirla in sintesi sono invece tre parole:

Per flessibilità s’intende la capacità di adattare i consumi in base alle richieste della rete, alla disponibilità di energia rinnovabile e alle esigenze degli utenti. Quanto all’efficienza dell’edificio, poggia su sistemi di smart sensors e smart tecnologies che consentono di ottenere risparmi energetici e un incremento del comfort degli occupanti. Infine l’interattività, che consiste nello scambio d’informazioni tra la rete e gli utenti, con quest’ultimi che divengono quindi più consapevoli e attivi nel controllo della produzione e dei consumi di energia.

Renovation Wave Intelligenza edifici - Smart Building Levante

Renovation Wave: come si valuta l’intelligenza edifici – Fonte Webinar Smart Building Levante

Renovation Wave: interventi su 35 milioni di edifici entro il 2030

Dunque, l’acquisizione di intelligenza da parte degli edifici sarà il processo fondamentale della Renovation Wave europea, che si propone di rinnovarne ben 35 milioni da qui al 2030. Una parte importante di essi sono ovviamente situati nel nostro Paese dove il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) parla espressamente dell’obiettivo di “un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza energetica entro il 2050, facilitando la trasformazione degli edifici esistenti in edifici a energia quasi zero”.

Partire dalla conoscenza del parco immobiliare nazionale

Resta il fatto che alle enunciazioni di principio ormai devono seguire subito i fatti. “Innanzitutto – ha spiegato l’ingegner Capezzuto – occorre avere una conoscenza approfondita del parco immobiliare nazionale così da poter effettuare le ristrutturazioni in modo efficace in termini di costi basati sul tipo di edificio e sulla zona climatica d’appartenenza. Servono poi delle politiche rivolte ai segmenti del parco immobiliare nazionale caratterizzati dalle prestazioni peggiori, oltre che ad alleviare la povertà energetica, superare le inefficienze e rimuovere le barriere alla diffusione degli interventi di riqualificazione energetica”.

Un’autentica strategia di ristrutturazione a lungo termine che nel nostro Paese non potrà prescindere dalla promozione delle competenze e della formazione nei settori edile e dell’efficienza energetica. Inoltre, Capezzuto ha sottolineato la necessità di “accelerare la riqualificazione energetica di tutti gli edifici pubblici, nonché di un’integrazione degli interventi di efficientamento energetico degli edifici con gli interventi per la riduzione del rischio sismico e di incendio”.