Un marketplace per i crediti fiscali da Superbonus

Trovare in giro per lo Stivale un cantiere legato ai lavori con riconoscimento del Superbonus al 110% è impresa non da poco, anche e soprattutto a causa di una regolamentazione che è ancora in via di definizione. Ma se l’edilizia è tuttora al nastro di partenza, lo stesso non può dirsi per la finanza che la sua corsa l’ha già iniziata da un pezzo, e la cosa non stupisce visto che in ballo ci sono potenziali miliardi di euro.

Un panorama, quello delle modalità di gestione del super credito fiscale del 110% derivante dai lavori di ristrutturazione ai quali è applicabile il Superbonus, che adesso si arricchisce di un’offerta innovativa. Nasce, infatti, il il primo mercato digitale del nostro Paese dove sarà possibile la negoziazione dei crediti fiscali, a partire, appunto, da quelli collegati al Superbonus.

Crediti fiscali: iniziativa di CRIF e Workinvoice

Una novità realizzata da CRIF, un’azienda specializzata nei sistemi di informazioni creditizie (SIC) e di business information, servizi di outsourcing e processing e soluzioni per il credito. Con CRIF hanno lavorato Workinvoice, fintech italiana pioniera nello scambio di crediti commerciali, e PwC, quest’ultima in veste di advisor strategico e tecnico.

In particolare, sul marketplace sarà possibile cedere e acquistare, come credito di imposta, le detrazioni fiscali previste dalla normativa.

Si tratta, come detto, del primo mercato dedicato ai crediti fiscali, intesi inizialmente come quelli derivanti dal Superbonus, ma che in futuro verrà allargato ad altre tipologie. Lo scopo è quello di agevolare la trasformazione in liquidità del credito a prezzi di mercato, accelerando la diffusione dell’utilizzo degli incentivi e, in ultima istanza, sostenendo il settore dell’edilizia.

I soggetti che potranno operare nel marketplace

La lista dei soggetti che potranno operare nel marketplace è variegata, ci sono:

Sia la compravendita che le verifiche avverranno interamente online, il tutto con l’obiettivo di garantire tempistiche più rapide, grazie a un meccanismo di incontro tra domanda e offerta che elimina le potenziali inefficienze di mercato e abbassa il livello di commissioni del servizio.

A disposizione un team di consulenti tecnici-fiscali

Il marketplace sarà gestito da Workinvoice, che negli anni ha maturato una significativa esperienza nei processi di incontro tra domanda e offerta. Fra le varie potenzialità del servizio c’è la possibilità per gli utenti di ottenere una garanzia sull’affidabilità del credito tramite l’intervento di consulenti tecnici-fiscali, di elevata professionalità, che effettueranno la verifica del credito stesso.

Un ruolo, quello del consulente tecnico-fiscale, che nella visione dei creatori del marketplace viene considerato fondamentale per consentire lo sviluppo di un sistema di valutazione integrato con la piattaforma e per assicurare alle controparti la certezza dei crediti.

Vehicle to Grid, auto elettriche per stabilizzare la rete

Colonnina di ricarica per auto elettricaNon è lontano il momento nel quale anche l’auto elettrica potrà contribuire a stabilizzare la rete elettrica, come previsto dai progetti Vehicle to Grid. È una delle possibilità previste dal Mercato dei Servizi di Dispacciamento, che ha sancito la possibilità per i piccoli produttori e consumatori di energia di fornire energia alla rete.

Per farlo è necessario che le colonnine di ricarica possano partecipare alle cosiddette UVAM, cioè le Unità Virtuali di Aggregazione Miste, per rendere disponibile alla rete l’energia contenuta nella batteria dell’auto.
Ed è così che nasce il Vehicle to Grid, ovvero il contributo delle vetture elettriche all’equilibrio e ai servizi di rete.

Perché il Vehicle to Grid?

Un documento del RSE (Ricerca Sistema Elettrico) riporta che “per ogni milione di auto elettriche connesse in modalità Vehicle to grid, ciascuna con possibilità di immagazzinare, oppure di immettere in rete, energia pari alla metà della propria capacità (stimabile in 10 kWh per auto), si avrebbe una riserva di energia disponibile pari a 10 GWh, distribuita sulla rete”.

A questo si aggiunge che le auto elettriche sono ferme per oltre 20 ore al giorno. È chiaro quindi che si tratta di un’infrastruttura importante da valorizzare, con benefici per il sistema elettrico, e per chi investe nello sviluppo di punti di ricarica, che può ottenere un’interessante forma di remunerazione.

Un progetto in via di sviluppo

targa Vehicle to Home

EGO Energy, già attiva nel Mercato dei Servizi di Dispacciamento, sta lavorando a questo progetto in collaborazione con DriWe, PMI innovativa attiva su mercato della mobilità elettrica che ha già partecipato in qualità di capofila al bando Vehicle to Home per la realizzazione di un prototipo di Smart Grid Urbana nella quale l’auto elettrica si trasforma da semplice utilizzatore di energia in un elemento attivo della rete, in grado di cedere la sua energia per alimentare un edificio residenziale.

In questa ottica l’auto elettrica diventa un vero e proprio sistema accumulo di energia che, a seconda delle esigenze, può essere utilizzata per alimentare l’autovettura quando è in movimento, fornire energia per uso residenziale, oppure contribuire all’equilibrio della rete elettrica. Si tratta di uno scenario per noi completamente nuovo, destinato a modificare completamente la visione dell’auto. In Nord Europa si sta già realizzando la possibilità di utilizzare l’auto per immagazzinare l’energia prodotta da fonte rinnovabile per restituirla agli edifici e alla rete.

Gestire edifici connessi con il giusto software

Come nascono i veri smart building? Gestire edifici connessi, intelligenti ed efficienti non è solo una questione impiantistica. Serve infatti un grande “cervello” digitale che coordini impeccabilmente tutta l’integrazione possibile.

L’innovazione è già sul mercato, ma gli operatori del mondo edile sono altrettanto abili nel cogliere la piattaforma ideale per ogni progetto? Questo punto, spesso, si rivela più difficile del previsto. Ecco perché gli esperti di Schneider Electric hanno raccolto qualche spunto utile a non “sbagliare” e a realizzare sistemi digitali proficui e semplici da utilizzare.

4  consigli per gestire edifici connessi senza pensieri

Prima dei consigli, la premessa. Tutte le best practice legate alle soluzioni EcoStruxure per la gestione smart degli edifici tengono conto di:

A questo punto, gli esperti di Schneider Electric indicano quattro elementi di differenziazione da considerare quando si valuta una qualsiasi piattaforma di building management. Li spieghiamo in seguito.

Architettura aperta ed ecosistema dell’innovazione

Gli edifici sono strutture complesse, fatte di molti sottosistemi. Per questo un software aperto fornisce la flessibilità necessaria per integrare diversi hardware e software in modo scalabile, nell’ottica di collaborare con un ecosistema più ampio. Una piattaforma ben organizzata permette anche di valorizzare al massimo i dati raccolti. Tutto questo è fattibile e sicuro con EcoStruxure Building Operation, soluzione per il controllo real time di uno o più edifici.

Dorsale IP

Teniamo conto del grande potenziale di appoggiarsi a una rete IP per la gestione dei sistemi e dei sottosistemi dei building (es. HVAC, illuminazione, tende, accessi, ecc.). Come nelle infrastrutture IT e nell’automazione industriale, questa opzione:

Solo “viaggiando” su IP, dunque, anche l’edilizia sarà in grado di sfruttare i vantaggi della trasformazione digitale.

Analytics e servizi digitali

La messa in campo di sensori e altri sistemi di rilevazione genera un’enorme quantità di dati. La loro corretta gestione permette di prevedere i guasti delle apparecchiature, monitorare i consumi e migliorare l’efficienza energetica o pianificare diversi utilizzi degli spazi. Qui entrano in gioco servizi di consulenza per i facility manager come EcoStruxure Building Advisor ed EcoStruxure Power Advisor. Oppure EcoStruxure Workplace Advisor per la gestione degli immobili, EcoStruxure Engage Mobile Application per servizi personalizzati agli occupanti ed EcoStruxure Resource Advisor per la sostenibilità degli edifici.

Cybersecurity e resilienza

Resilienza non significa solo riprendere rapidamente l’operatività dopo eventi imprevisti. Il giusto software per gestire edifici connessi consente di prevedere le performance di ogni risorsa e di monitorare da remoto la struttura. Senza dimenticare tuttavia gli standard di sicurezza informatica a tutti i livelli dell’architettura smart. Servizi come EcoStruxure Power Advisor e Building Advisor “portano” resilienza ai proprietari degli edifici.

La flessibilità, la scalabilità e l’analisi dei dati possono fare la differenza per l’intera filiera dell’edilizia, chiamata a cogliere nuove occasioni di business

Pronti per l’innovazione?

Tradotto in parole chiave della digitalizzazione, i migliori software per la gestione intelligente degli edifici abilitano applicazioni IoT, processi di cloud computing ed edge computing e strumenti innovativi come analytics, intelligenza artificiale e machine learning. Sempre al fine di ottenere risparmio energetico ed efficienza operativa negli smart building.

Tutto questo trova riscontro nella proposta EcoStruxure, che è valsa a Schneider Electric la menzione tra i migliori technology provider per questo tipo di soluzioni nell’ultima classifica stilata da Guidehouse Insights.

Four Season Astir Palace sceglie Linea Light Group

Un progetto d’illuminazione dedicato a mettere in rilievo il landscape con l’obiettivo di enfatizzare le atmosfere di relax e benessere che si possono respirare in quest’oasi di pace in Grecia.

È questo lo scopo del progetto che coinvolge l’outdoor lighting del Four season Astir Palace firmato dallo Studio L+DG Thomas Gravanis Lighting Architects, specializzato nella realizzazione di progetti illuminotecnici dedicati a hotel e resort, ma anche pensati per edifici aziendali e residenziali.

Le soluzioni Linea Light Group per Four Season Astir Palace

Per l’illuminazione sono state scelte le soluzioni di Linea Light Group: sono molteplici i prodotti utilizzati del Gruppo di Treviso, sia in versione standard che customizzata, per soddisfare le esigenze dell’outdoor.

proiettore Prolamp Linea Light Group

Primo fra tutti, il proiettore Prolamp utilizzato per illuminare i cinque campi da tennis. Per accendere i percorsi, invece, una versione personalizzata del bollard Joe e dell’uplight Dans, entrambi disposti sui lati e in maniera alternata a creare un gioco di forme e di luci dall’effetto elegante. In versione custom anche l’uplight Alcor, utilizzato per illuminare le scalinate e i piccoli percorsi che accompagnano gli ospiti nelle varie zone del complesso.

Grande attenzione è stata posta all’illuminazione del verde. Per le piccole piante e i vasi è stato utilizzato il proiettore Shaker mentre per gli alberi si è optato per soluzioni dalle elevate prestazioni illuminotecniche. Così, in versione dark light 2700K, si trova l’uplight Suelo, completamente privo di glaring, utilizzato per tutti i pini marittimi del landscape; il proiettore Periskop, legato agli alberi, proietta invece la luce verso il basso creando un contrasto con la luce dei Suelo.

Illuminazione Four Season Grecia

Proseguendo verso l’entrata della struttura, Orma in versione dark light è utilizzato per illuminare sia le colonne in entrata sia parte della facciata.

Per delineare meglio la stessa facciata e gli scalini outdoor, è stata scelta la stripLED Rubber in versione custom.

Infine, dedicati all’illuminazione delle zone d’acqua, da una parte Flash che, in versione custom con vetro trasparente e ottiche grazing, evidenzia le scritte immerse nell’acqua, e Admiral, usato per tutte le piscine del complesso.

A chiudere il progetto di outdoor lighting, Dirigo, l’elemento lineare qui usato in versione da un metro, scelto per illuminare le postazioni auto all’interno dei parcheggi della struttura.

Ventilazione nelle scuole per ripartire in sicurezza

Perché puntare sulla corretta ventilazione nelle scuole? Il distanziamento, negli spazi chiusi, non basta: centri commerciali, strutture ricettive ma soprattutto aule e luoghi di apprendimento sono ambienti particolarmente a rischio. Dove distanziamento sociale e utilizzo della mascherina necessitano devono essere supportati da un’adeguata qualità dell’aria.

Se la convivenza con la pandemia ci ha ormai costretto a ridisegnare gli spazi indoor, potenziali generatori di assembramenti, la sanificazione dell’aria nel mondo scolastico diventa uno strumento strategico all’indomani della delicata ripartenza. A questa esigenza risponde il nuovo modello di ventilazione meccanica controllata (VMC) Helty Flow 800.

Ventilazione nelle scuole: più che una necessità

La VMC può davvero fare la differenza negli edifici scolastici e in altri luoghi pubblici. Qui, basta la presenza di un soggetto infetto (anche asintomatico) per contaminare l’ambiente in tempi brevi. Le particelle di bioaerosol inferiori a 10 micron cariche viralmente, infatti, possono circolare per ore quando non si garantisce il rinnovo dell’aria dall’esterno.

Lo confermano la Cattedra UNESCO per l’educazione alla salute e lo sviluppo sostenibile e la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), che hanno diramato specifiche raccomandazioni circa la qualità dell’aria nelle classi. Tra queste, appunto, la valorizzazione di tecnologie dedicate alla ventilazione forzata e alla purificazione degli ambienti indoor. Secondo un recente studio dell’Università di Cassino, inoltre, adottando un sistema di ventilazione efficace e ricambiando l’aria per un volume pari a 6 volte l’ora, i rischi di contaminazione si potrebbero ridurre fino all’80%.

Aria salubre con la giusta tecnologia

Proprio per fronteggiare le sfide poste dall’emergenza covid, Helty presenta il sistema Flow 800. L’unità di VMC decentralizzata è installabile a soffitto, senza interventi invasivi, nei locali di scuole, esercizi commerciali, hotel e case di cura.

Tra le caratteristiche della soluzione:

Ventilazione Meccanica Controllata Helty

Come installare la ventilazione nelle scuole

Oltre alle performance, il modello Flow 800 è adatto ai complessi scolastici esistenti, spesso molto datati, perché non richiede particolari lavori di ristrutturazione. Anzi, può essere posizionato senza canalizzazioni e opere murarie invasive. L’installazione a soffitto richiede infatti due fori da 250mm sulla parete perimetrale dell’edificio per la gestione dei flussi dell’aria in entrata e uscita o, in alternativa, quattro fori da 125 mm. In quanto sistema decentralizzato, inoltre, la macchina soddisfa le esigenze di ricambio aria classe per classe, evitando possibili trasporti di agenti patogeni da un locale all’altro.

I vantaggi riguardano anche la manutenzione. Adottando Helty Flow 800, si riducono le periodiche operazioni di sanificazione normalmente indispensabili per i sistemi centralizzati. L’unico intervento da prevedere è il cambio filtri d’aria: un sensore di pressione controlla automaticamente la presenza di sporco, segnalando quando serve sostituirli.

Non solo sanificazione: la scelta efficiente

Adottare un sistema di VMC significa dunque ottenere ricambio e qualità dell’aria in ogni contesto applicativo. Ma non è tutto: ai benefici sanitari si unisce il taglio degli sprechi e dei costi energetici generati dall’apertura delle finestre. Questo anche grazie allo scambiatore di calore entalpico a doppio flusso, incrociato controcorrente nella soluzione Helty. Una tecnologia che consente di recuperare fino all’82% del calore contenuto nell’aria in uscita e di utilizzarlo per riscaldare quella in entrata.

Un’efficace soluzione impiantistica per immettere in modo continuo aria nuova e depurata da inquinanti, assicurando il miglior livello di comfort negli spazi chiusi

Recovery Fund come spinta per la mobilità elettrica: le proposte di MOTUS-E

Inserire la mobilità elettrica tra le priorità del Recovery Fund: è il suggerimento che MOTUS-E ha avanzato al Governo in un apposito documento, in rappresentanza dei principali stakeholder del settore E-Mobility nazionale. Le proposte, formulate per un utilizzo ottimale dei fondi comunitari, sono orientate alla decarbonizzazione del comparto trasporti, allo sviluppo industriale e alla creazione di nuove opportunità occupazionali.

Scopriamo in sintesi quali sono alcune tra le principali misure consigliate da MOTUS-E, la cui mission – ricordiamo – è di accelerare la transizione verso la mobilità elettrica nel nostro paese, agevolando l’abbattimento delle barriere che ostacolano la crescita dell’intero comparto.

Supporto alla domanda di veicoli elettrici

Il documento presentato da MOTUS-E agli organismi istituzionali focalizza innanzitutto l’attenzione sulla domanda di vetture elettriche.

Proroga dell’Ecobonus

Nel pacchetto di proposte, l’associazione evidenzia come l’Ecobonus sia una misura importante per il supporto tanto del mercato dei veicoli M1 elettrici quanto dell’abbassamento graduale del prezzo di acquisto degli stessi.

Politica fiscale per le flotte aziendali elettriche

MOTUS-E suggerisce di rivedere i meccanismi di deducibilità per le flotte aziendali e P.IVA a uso promiscuo e non esclusivamente strumentale all’attività di impresa, per leasing, acquisto o noleggio di un veicolo a zero (0-20gCO2/km) e basse emissioni (21-60gCO2/km), rispettivamente nella misura del 100% e dell’80% dell’ammortamento o del costo operativo del noleggio, alzando inoltre i costi massimi deducibili.

Super ammortamento

Nel documento si propone un super ammortamento per i mezzi elettrici esclusivamente strumentali all’attività di impresa. Più nello specifico, si suggerisce di introdurre un super ammortamento che premi i veicoli nelle fasce 0-20gCO2/km e 21-60gCO2/km, sia di categoria M1 sia N1, con un super ammortamento del 130% e del 110% rispettivamente. Si stima che le risorse stanziate andrebbero a sostenere l’acquisto nel triennio in esame di circa 120.000 veicoli M1 e di quasi 15.000 veicoli N1 e N2.

Altre proposte

Nel pacchetto MOTUS-E propone inoltre:

Sostegno alle infrastrutture per i mezzi di trasporto elettrici

Le misure indicate si spostano poi sul tema del sostegno alle infrastrutture necessarie per i veicoli elettrici.

Revisione e rafforzamento del PNire

E-MobilityNel documento di propone una revisione e un rafforzamento del PNire, ovvero del Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei veicoli alimentati a energia Elettrica.

Come consigliato, i fondi potrebbero essere indirizzati alla diffusione di:

Altre misure

Ai fini di orientare la scelta del consumatore verso la mobilità elettrica, MOTUS-E suggerisce di migliorare l’agevolazione per le ricariche domestiche e sui luoghi di lavoro, adottando misure quali:

Per favorire l’elettrificazione dei veicoli di logistica dell’ultimo miglio, l’associazione suggerisce anche di pianificare un sostegno alla infrastrutturazione di:

Supporto all’offerta

Nel documento inoltrato al Governo si sollecitano, infine, specifiche misure finalizzate al supporto dei grandi progetti industriali che ruotano intorno al mondo della mobilità elettrica. Tra le proposte più interessanti avanzate da MOTUS-E emergono:

Arriva la piattaforma wBMS sulle batterie Ultium di General Motors

Farà il suo debutto sui veicoli General Motors alimentati da batterie Ultium il primo Battery Management System wireless (wBMS). Realizzato da Analog Devices, consentirà alle case automobilistiche di aumentare la flessibilità per scalare la produzione in serie di veicoli elettrici su un più ampio range di classi di modelli.

Il wBMS elimina il tradizionale sistema di cablaggio, risparmiando fino al 90% dei collegamenti e fino al 15% del volume nel pacco batterie, oltre a migliorare la flessibilità di progettazione e la facilità di produzione, senza compromettere la durata del pacco batterie.

Il wBMS di Analog Devices include in un unico prodotto tutti i circuiti integrati, l’hardware e il software per l’alimentazione, la gestione delle batterie, la comunicazione RF e le funzioni di sistema, garantendo un livello di safety ASIL-D e una security a livello di modulo. Fornendo un’elevata precisione per tutta la vita del veicolo, il sistema consente il massimo utilizzo di energia per singola cella per una migliore autonomia e supporta la sicurezza e la sostenibilità delle batterie a zinco-cobalto, come anche di quelle al litio-ferro-fosfato (LFP).

Meno cablaggi, meno problemi con wBMS

wBMSUlteriori funzionalità del sistema consentono alle batterie di misurare e segnalare le proprie prestazioni, aumentando il rilevamento precoce dei guasti e rendendo possibile un assemblaggio ottimizzato del pacco batterie. I dati raccolti possono essere monitorati a distanza per tutto il ciclo di vita della batteria – dall’assemblaggio al magazzino e al trasporto, passando per l’installazione, la manutenzione e la seconda fase di vita.

“Il passaggio dalla connettività via cavo a quella wireless dei pacchi batteria consente alle case automobilistiche di rendere scalabili le proprie piattaforme per veicoli elettrici su più modelli, per soddisfare la crescente domanda dei consumatori. – ha dichiarato Patrick Morgan, Vice President Automotive di Analog Devices – La nostra soluzione wBMS non solo semplifica la produzione, ma permette anche di costruire nuovi sistemi basati su dati wireless, accelerando l’intero settore verso un futuro sostenibile”

Bosch Biturbo: batteria e motore per cordless più potenti

Bosch Professional ha recentemente lanciato sul mercato la nuova gamma di elettroutensili Biturbo.
Il particolare nome fa riferimento a due nuove tecnologie capaci di “mettere il turbo” alle operazioni comunemente svolte con gli elettroutensili a batteria.

Due nuove tecnologie: più potenza e più autonomia

Animazione elettroutensili Bosch Biturbo batteria 18VLa prima novità è legata ai motori con tecnologia brushless e magneti al neodimio che consentono di erogare fino a 1.800 W (potenza tipica di elettroutensili con cavo) e al flusso ottimizzato dell’aria.

Nuove anche le batterie Coolpack 2.0 da 18V: pur mantenendo la compatibilità con i modelli precedenti, offrono fino a 8 e 12 Ah per sfruttare tutta la potenza disponibile nei nuovi elettroutensili.

L’intercambiabilità resta un punto a favore di Bosch Professional, che garantisce l’utilizzo delle nuove batterie anche su dispositivi “datati” e permette di utilizzare le batterie più vecchie anche su quelli nuovi (naturalmente in questo caso la potenza a disposizione non sarà quella massima possibile, visto il minor numero di Ampere delle precedenti batterie).

I nuovi elettroutensili Biturbo da 18V

La gamma Bosch Professional si è dunque arricchita con le nuove batterie Coolpack 2.0, ma anche di una serie di nuovi elettroutensili Biturbo. Vediamo quali sono.

Sega circolare a immersione GKS 18V-68 GC Professional – Utensile a batteria dalle eccellenti prestazioni di taglio, del tutto equivalenti a quelle di una sega circolare a filo da 1.800 Watt. Eccellente ergonomia grazie alla nuova impugnatura supplementare, per un controllo ideale in qualsiasi posizione di taglio. Risulta di semplice impiego grazie alla pratica e intuitiva regolazione della profondità.

Smerigliatrice GWX 18V-15 SC Professional – La nuova smerigliatrice angolare a batteria con il sistema di cambio X-Lock è del tutto equivalente ad un utensile a filo da 1.500 Watt. Assicura un taglio più rapido del 50% e una maggiore asportazione di metallo.
Non necessita di attrezzi per la sostituzione del disco, quindi non c’è rischio di perdere la chiave. Massima la sicurezza grazie al sistema di frenatura X-Brake e alle tecnologie KickBack Control e Drop Control, basate su sensori.

Martello GBH 18V-45 C Professional – Offre 12.5 Joule di potenza del colpo con potenza sufficiente perfino per le applicazioni di demolizione più complesse.

Risulta più leggero rispetto ai martelli a filo con pari caratteristiche, anche con batteria ProCORE18V 12.0 Ah inserita, grazie al motore ottimizzato. La funzione KickBack Control riduce il rischio di contraccolpi in caso di bloccaggio imprevisto dell’accessorio.

Rodatrice radiale GCM 18V-216 Professional – Si tratta di un elettroutensile con prestazioni equivalenti a quelle di una troncatrice radiale a filo da 1.600 Watt.
Il peso risulta contenuto grazie all’alimentazione con una singola batteria da 18 Volt ed è in grado di lavorare fino a una profondità di taglio di 70 mm.

Costruzioni e impianti alla prova del superbonus

“Peccato, stavamo andando bene”. Impossibile parlare di costruzioni e impianti oggi senza evocare lo spettro di quella crisi a più riprese che sembrava ormai alle spalle. Poi è arrivata la pandemia, che ha rimesso in discussione anche le dinamiche più consolidate della nostra economia.

Ma il nostro secondo approfondimento dedicato al 6° Rapporto congiunturale e previsionale “Il Mercato dell’Installazione Impianti in Italia 2020/2023” del Cresme guarda al futuro. Ovvero alla pars construens – è proprio il caso di dirlo – delle opportunità generate dal superbonus 110%.

Costruzioni e impianti in lockdown

Prima, una doverosa digressione sull’impatto del covid-19. Nel complesso, il 2020 disegnato dal Cresme costerà all’Italia una flessione dell’8,6% degli investimenti in costruzioni rispetto all’anno precedente.

In particolare:

Balza all’occhio, nel dettaglio delle perdite, l’ambito residenziale: -11,9% del nuovo e il -13,1% delle ristrutturazioni. Alla luce di questo trend assume particolare rilevanza il superbonus 110%, l’altro grande protagonista (potenzialmente positivo) di questo strano 2020.

Il potenziale del superbonus nel rischio sismico

L’avvento del superbonus

Cosa è accaduto al mercato dopo l’annuncio dell’imponente incentivo? “In prima battuta abbiamo registrato un clima di attesa sull’operatività della misura – spiega Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme -. Dunque, un rallentamento degli investimenti che va a sommarsi a quello generato dallo stop delle attività economiche”. Ma il potenziale c’è: il mercato complessivo potrebbe valere mille miliardi di euro per i soli interventi legati al rischio sismico.

La dettagliata analisi tiene conto di un insieme di parametri legati alle zone vulnerabili. Parliamo di 4 miliardi di metri quadrati e 10,8 milioni di edifici, 2,5 dei quali a rischio elevato e 3,4 a rischio medio.

Edilizia ai blocchi di ripartenza

La nuova normativa delinea scenari differenti, ma gli esperti concordano nel proiettare la possibile ripresa oltre il 2021. In particolare, se il superbonus venisse prorogato al 2022, potremmo ipotizzare un ritorno ai livelli pre covid, con una crescita del 9,4% sul 2021. Percentuale trainata dalle riqualificazioni, al +12%, un po’ meno dagli investimenti in nuove costruzioni (+4,2%).

“Sarà il settore residenziale con le unità mono o bifamiliari, che godono di un processo decisionale più rapido, a trainare gli incentivi – precisa Bellicini -. Importante anche l’accesso alle nuove tecnologie: le imprese del settore devono attrezzarsi per rispondere alle esigenze di una domanda sempre più integrata”.

Costruzioni e impianti: dinamica complessiva secondo il 6° rapporto Cresme

Notizie dal fronte impiantistico

Torniamo al settore impianti, sempre più rilevante per il mondo costruzioni, nel settore privato come nelle opere pubbliche. Quanto vale il mercato degli impianti in Italia? Il 2019 vantava una produzione nazionale di 34,2 miliardi di euro, di cui 22,1 miliardi di export e 12,1 miliardi sul mercato interno. Per un quadro finale da 35,2 miliardi di euro comprensivo dell’apporto di canali distributivi, acquisizioni e installazione.

Nel 2020, la dinamica complessiva degli impianti per gli edifici scende dell’8,9%, percentuale pronta a generare un duplice futuro. Ipotizzando che per il vero rimbalzo si debbano attendere due anni, al 2022 potremmo parlare di:

Costruzioni e impianti: il futuro è digitale

Infine, con o senza superbonus la domanda nei prossimi anni sarà sfidante. Perché gli impianti si fanno sempre più integrati e le tecnologie digitali attraversano ormai tutti gli ambiti applicativi.

Tra i prossimi driver del mercato dell’installazione:

Le potenzialità sono enormi, lo si evince dai dati, ma la partita resta complessa e va giocata in qualità. E non riguarda solo l’andamento della pandemia. Secondo gli esperti del Cresme, tanto dipenderà dalla capacità degli attori della filiera di elaborare adeguati modelli di offerta nonostante i “pending” normativi e strategici ancora da chiarire.

GEN24 Plus di Fronius, l’inverter ibrido a prova di futuro

Gestione del fotovoltaico, accumulo, alimentazione di backup, riscaldamento, mobilità elettrica: tutte funzionalità che in una moderna casa sono ben gradite. Ma come integrare tutto in un unico impianto?

Per dare una risposta a questa domanda Fronius ha sviluppato l’inverter ibrido trifase Symo GEN24 Plus, una soluzione “tutto in uno” compatta e versatile per l’approvvigionamento di energia solare.

App Fronius Solar.startCome gli altri prodotti della stessa linea di Fronius, anche Symo GEN24 Plus può essere gestito attraverso una app (Fronius Solar.start) pensata per una messa in funzione semplice e rapida.

Disponibile nelle classi di potenza comprese tra 6 e 10 kW, il nuovo inverter ibrido Fronius Symo GEN24 Plus integra funzioni collaudate come Multi Flow Technology, Dynamic Peak Manager e assicura la gestione energetica gratuita con Fronius Solar.web, oltre ad alcune nuove funzioni intelligenti come l’alimentazione di base integrata grazie a PV Point e la messa in funzione rapida in tre passaggi da smartphone o tablet.

Un nuovo principio di assistenza consente di sostituire praticamente tutti i componenti e rappresenta un ulteriore passo avanti di Fronius verso una maggiore sostenibilità e tutela delle risorse.

Impianti facili da dimensionare e progettare

Fronius SuperFlex Design e l’Active Cooling Technology migliorata offrono la massima libertà di progettazione degli impianti fotovoltaici.

Inverter ibrido Fronius Symo GEN24 Plus-2Symo GEN24 Plus può essere montato sospeso, coricato, su staffe di montaggio, in interni o all’aperto, consentendo di sfruttare in maniera ottimale per la produzione di energia anche tetti con superfici dal diverso orientamento e di piccole dimensioni.

Le tensioni DC di entrata partono da 80 V e arrivano fino a 1000 V, consentendo quindi di realizzare stringhe già a partire da tre moduli. Il raffreddamento attivo è un ulteriore vantaggio per l’affidabilità (incrementa la vita dell’elettronica di potenza dell’inverter) e per la configurabilità dell’inverter (permette di caricare gli inseguitori MPP con molta più corrente e di collegare in parallelo più stringhe).

Symo GEN24 Plus è pronto per il futuro

Symo GEN24 Plus nasce con tutte le principali interfacce utili per estendere l’impianto con sistemi di accumulo, produzione dell’acqua calda, wall box per auto elettriche o per il collegamento di sistemi esterni e di quattro I/O digitali (contatti relè a potenziale zero) per la gestione energetica in parallelo di varie utenze (come pompe di calore e per piscine).

Inoltre, il corpo esterno compatto presenta spazio interno protetto a sufficienza per alloggiare, all’occorrenza, altri relè o la protezione contro le sovratensioni.