L’offerta Hager Bocchiotti valida per il Superbonus 110%

Il Decreto Rilancio 2020 per incentivare la riqualificazione edilizia, la riduzione dei consumi energetici, l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e la ripresa economica ha introdotto il Superbonus 110%, la maxi agevolazione fiscale che si affianca all’Ecobonus 65% e 50%, al Bonus Casa 50% per le ristrutturazioni, al Bonus Facciate.

La condizione per ottenere il Superbonus 110% è quella di eseguire lavori trainanti (1° luglio 2020 – dicembre 2021) di riqualificazione energetica quali l’isolamento termico dell’edificio, la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale esistente. Il bonus maggiorato si applica per i lavori eseguiti in condomìni, prime e seconde case e, come specificato dall’Agenzia delle Entrate, anche alle unità immobiliari all’interno di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti, con uno o più accessi dall’esterno, come le villette a schiera.

Quali sono i lavori trainanti che rientrano nel Superbonus 110%?

Rientrano tra i lavori che possono beneficiare dell’agevolazione anche gli interventi trainati già previsti con incentivi al 65% e 50%, se realizzati congiuntamente a quelli trananti come gli impianti fotovoltaici, i sistemi di accumulo, le stazioni di ricarica per auto elettriche, ma anche la domotica e i sistemi di building automation, la riqualificazione di impianti elettrici tradizionali e le soluzioni per incrementare le performance dell’edificio.

Ricordiamo che è fondamentale che i lavori apportino un miglioramento di due classi energetiche o il conseguimento della classe di efficienza più alta, il tutto certificato con un attestato di prestazione energetica (A.P.E) eseguito prima e dopo i lavori.

Soluzioni Hager Bocchiotti per usufruire del Superbonus 110%

Hager Bocchiotti, azienda attiva nel settore dell’impiantistica elettrica e della distribuzione di energia, è in grado di supportare installatori e professionisti con soluzioni e sistemi che possono usufruire dell’Ecobonus 110% a patto che vengano effettuati i lavori trainati.

Fotovoltaico

Hager Bocchiotti propone una vasta gamma di prodotti per applicazioni fotovoltaiche (non pannelli fotovoltaici o sistemi di accumulo energetico) per soddisfare esigenze semplici e articolate come:

soluzioni Hager Bocchiotti superbonus 110%

Infrastruttura per la mobilità elettrica

Hager Bocchiotti è in grado di fornire colonnine di ricarica elettrica per il residenziale sia in box privato sia condominiale. La gamma Witty è facile da installare, è performante e affidabile ed è disponibile nelle versioni Witty Prise, la presa rinforzata con potenza di 3 kW, nelle versione Premium e Park da 4, 7 a 22 kW.
Oltre alle componenti necessarie per la sicurezza delle stazioni di ricarica come i differenziali tipo B / B+ per il più elevato livello di protezione.

colonnine di ricarica Witty Hager Bocchiotti superbonus 110%

Efficienza energetica

Ampio portafoglio di prodotti adatta al miglioramento dell’efficienza energetica e delle performance dell’edificio come la soluzione di Home e Building automation tebis KNX, i sistemi di monitoraggio dell’energia agardio.manager.

Hager Bocchiotti fornisce una risposta concreta all’utilizzo corretto dell’energia, al risparmio energetico, al miglioramento delle performance dell’impianto elettrico per accedere agli incentivi fiscali superbonus 110%.

Realizzare un ufficio in casa? Tutte le soluzioni

Lo si ama e lo si odia, ma il termine smart-working è tra i simboli di questo 2020, che ha costretto molti lavoratori ad allestire un vero e proprio ufficio in casa. E non sembra trattarsi di una soluzione temporanea: la pandemia lascerà tracce nella nostra quotidianità e nelle nostre professioni. Per questo, la sfida degli installatori e dei progettisti sta nel trasformare le abitazioni in luoghi di lavoro confortevoli. Come? “Normalizzando” l’ufficio domestico con soluzioni efficienti e convenienti.

Ma consigli impiantistici di BTicino non si rivolgono solo agli smart worker: connettività, sicurezza e salute sono prioritari nel terziario, nelle scuole e nelle strutture sanitarie.

Ufficio in casa: connesso, sicuro, efficiente

La connessione è il principale problema del lavoro a distanza. Lo risolve Keor DC, il nuovo UPS che garantisce continuità di servizio anche quando manca l’alimentazione a modem, router, telefoni cordless o VoIP. Nel frattempo, il salvavita STOP & GO controlla e mantiene attivo l’impianto elettrico: così l’ufficio domestico è davvero al sicuro.

Altra nota dolente è la velocità di connessione: quando tutta la famiglia ha bisogno di internet, ci pensa la fibra ottica. La soluzione FTTH (fiber to the home) permette infatti di realizzare l’architettura di un’installazione per la distribuzione dei segnali in fibra.

Ufficio in casa con le prese BTicino

Organizzare i device portatili

Lavorare da casa significa anche utilizzare in contemporanea cellulare, tablet e computer. La gestione di tutti i device portatili diventa più semplice con:

Per le postazioni di lavoro, ma anche di svago, c’è poi la multipresa USB da scrivania Star Desk con porta device. Infine, si possono connettere tutti i dispositivi con spine salvaspazio, multiprese e adattatori. Tutte soluzioni attente al design, ma decisamente funzionali e capaci di rispondere alle diverse esigenze dello smart-working.

Assistenti vocali nell’ufficio domestico

Interruttori per la smart home BTicinoRealizzare un ufficio in casa può anche essere un’occasione per riqualificare l’impianto elettrico e pensare alla casa connessa. Pensiamo agli interruttori BTDIN with NETATMO, che permettono di controllare luce ed elettrodomestici tramite smartphone o assistenti vocali. Questo aiuta a evitare sprechi energetici e black-out. Ma BTicino ha pensato anche a quest’ultima condizione, proponendo lampade e torce di emergenza push&pull integrate alle linee civili Air, Axolute, Livinglight e Màtix.

Se parliamo di domotica, ecco MyHome_Up, per gestire da remoto lo stato di luci, tapparelle, prese energia connesse, termostato e videocitofono. Il tutto, utilizzando comodamente il proprio smartphone o gli assistenti Apple Siri, Google Home e Amazon Alexa.

Terziario e ospedali in sicurezza

Oltre lo smart-working, l’attuale situazione sanitaria richiede particolari accorgimenti anche nei luoghi aperti al pubblico. Per questo BTicino ha lanciato soluzioni contactless come gli interruttori per le luci a raggi infrarossi, ideali per esempio nelle aree comuni di condomìni, ambienti di lavoro, bar, ristoranti e hotel. Pensando poi alle difficoltà operative del mondo hospitality, ecco il sistema Smart Access. Una proposta che consente di gestire la struttura completamente da remoto, mentre gli ospiti riescono a fare il check-in semplicemente via app.

Benessere e sicurezza sono le principali esigenze impiantistiche delle strutture sanitarie. Una prima risposta è la linea civile Màtix antibatterica, realizzata con materiali basati su ioni d’argento (Ag+). Ci sono poi il sistema di chiamata con tecnologia BUS-SCS, i testaletto per ambienti medicalizzati (luci, comandi elettrici) e i canali per la distribuzione dei gas medicali.

Dall’ufficio in casa alla scuola digitale

Concludiamo la nostra carrellata su smart working e altre soluzioni per il distanziamento con il tema della didattica a distanza. Le potenzialità del sistema BTNET cablaggio strutturato, abbinate ai gruppi di continuità UPS, garantiscono infatti un servizio sicuro ed energeticamente efficiente. In ottica di risparmio energetico negli edifici scolastici, BTicino rilancia tutti i prodotti stand alone per gestione dell’illuminazione.

Cavi di qualità: ANIE-AICE e IMQ firmano due convenzioni

La richiesta di cavi di qualità è sempre più pressante: su di essi si basa buona parte del successo di qualsiasi progetto nel mondo dell’industria, del commercio, dei servizi e dell’edilizia residenziale.
Per questo AICE, Associazione Italiana Industrie Cavi e Conduttori Elettrici della Federazione ANIE, e IMQ, Istituto Italiano del Marchio di Qualità, hanno stipulato due convenzioni volte a valorizzare i cavi di qualità, favorire la crescita del settore e tutelare le produzioni di qualità.

Due firme, un unico obiettivo: lavorare con cavi di qualità

Le firme delle convenzioni è avvenuta a metà ottobre e prevedono la messa a disposizione dei fabbricanti associati AICE di servizi di prova, supervisione e certificazione di cavi e accessori a bassa e media tensione.

In particolare, la prima convenzione va a rinnovare e a implementare il precedente accordo per l’erogazione di servizi finalizzati alla verifica della conformità al Regolamento europeo prodotti da costruzione (CPR) dei cavi a bassa tensione.
La seconda coinvolge i cavi a media tensione e i servizi offerti ai fini della loro omologazione.

cavi elettrici

Le convenzioni AICE-IMQ vanno a rinnovare una fruttuosa collaborazione che da decenni vede le due realtà impegnate nell’individuazione di soluzioni in grado di valorizzare il sistema Italia e di rispondere ai requisiti normativi volti a potenziare la sicurezza e l’affidabilità dei prodotti destinati al settore delle costruzioni. Tra queste soluzioni, si ricorda ad esempio la messa a punto del marchio di sicurezza volontario IMQ Euro Fire Performance (IemMeQu-EFP), voluto per certificare – oltre alla conformità ai requisiti di comportamento al fuoco richiesti dal CPR – anche i requisiti di sicurezza elettrica, meccanica e fisica.

“Sull’onda delle importanti iniziative europee, recepite e potenziate nel nostro Paese, in materia di sicurezza degli impianti elettrici abbiamo voluto supportare i nostri associati offrendo strumenti in grado di mantenere, potenziare e valorizzare il livello qualitativo delle produzioni, grazie alla collaborazione con IMQ, l’organismo italiano leader nella verifica della conformità nel settore elettrico” ha commentato Carlo Scarlata, Presidente di AICE.
“Le convenzioni firmate con AICE sono testimonianza di finalità virtuose che vanno a confermare la trasparenza dei produttori riuniti nell’Associazione e a rafforzare il percorso di eccellenza intrapreso insieme a IMQ. – ha commentato Antonella Scaglia, CEO di IMQ – La nuova convenzione per servizi che riguardano i cavi e gli elementi per installazioni in media tensione ci consentirà di mettere a disposizione degli associati la nostra esperienza anche in questo importante ambito”.

New Energy Outlook 2020: affrontare subito l’emergenza climatica

Se l’appuntamento con il New Energy Outlook messo a punto da Bloomberg NEF è ormai da tempo uno dei più importanti del calendario green, diventa persino superfluo sottolineare come la presentazione dell’edizione 2020 lo sia stata ancor di più per verificare se e come la pandemia sta influenzando le visioni di più lungo periodo sul futuro energetico del pianeta.

Diciamo subito che dalle molte pagine del rapporto non emergono stravolgimenti rispetto a quanto esposto nei precedenti Outlook, con il coronavirus che appare un fattore capace di rallentare o accelerare qualche processo energetico ma non in modo tale da determinare delle autentiche inversioni di tendenza.

Solo pochi anni di tempo per intervenire

Ed allora, innanzitutto, resta valido ed è anzi rafforzato il grido di allarme che ha caratterizzato le edizioni più recenti del New Energy Outlook: ci resta ormai poco tempo per cercare di arginare il surriscaldamento del pianeta. Infatti, le politiche attuali e i provvedimenti attuati negli ultimi anni a livello globale e nazionale per cercare di ridurre le emissioni non sono assolutamente sufficienti a raggiungere l’obiettivo.

In particolare, in assenza di ulteriori e drastici interventi, entro la fine del secolo la temperatura media del pianeta avrà subito un innalzamento di 3,3 gradi centigradi. Uno scenario da incubo che renderà la pandemia in corso un semplice anticipo degli eventi catastrofici – desertificazioni, innalzamento dei mari, scarsità di cibo, migrazioni di massa – che attendono le prossime generazioni.

Gli effetti del coronavirus

Su tutto ciò, si è detto, il coronavirus interferisce soltanto in minima parte anche se paradossalmente finisce con il giocare un ruolo positivo. L’Outlook energetico di Bloomberg NEF, frutto del lavoro di 65 esperti, quantifica infatti in due anni e mezzo il risparmio temporale in termini di emissioni energetiche nocive (da qui fino al 2050) dovuto appunto al rallentamento delle attività per la crisi sanitaria ed economica tuttora in atto.

emissioni CO2 new energy outlook 2020

New Energy Outlook 2020: la Transizione Economica

Una conseguenza importante ma da sola totalmente insufficiente a garantire una riduzione significativa del surriscaldamento globale. Quel che accadrà fino alla metà del secolo ce lo spiega nel dettaglio il primo scenario ipotizzato da Bloomberg, indicato come Transizione Economica, che poi è quello che ci porterà ai menzionati 3,3 gradi di temperatura in più nel 2100.

Lo scenario sottolinea come nel 2019 si sia raggiunto un picco di emissioni CO2 prima della drastica diminuzione dovuta alla pandemia che dovrebbe portare ad un significativo calo dell’8% a consuntivo 2020. Con la prevedibile ed auspicata ripresa economica, le emissioni nocive dovrebbero riprendere a salire fino al 2027 per poi iniziare una discesa ininterrotta fino al 2050 con una diminuzione media annua dello 0,6%.

L’andamento di eolico e fotovoltaico

Interessante il variegato andamento delle varie fonti energetiche da qui fino alla metà del secolo, quando ben il 56% della produzione elettrica globale proverrà da eolico e fotovoltaico contro l’attuale 9%, mentre un ulteriore 13% verrà garantito dalle altre fonti rinnovabili.

Opposta la parabola dei combustibili fossili, seppur con delle significative differenziazioni. Nel complesso il New Energy Outlook stima una discesa enorme: dall’attuale 62% fino al 24% del 2050. In questo contesto nei prossimi anni si registrerà soprattutto un drastico calo del consumo di carbone seguito, ma solo successivamente al 2035, da un analogo andamento del petrolio. In controtendenza il gas, che continuerà ad essere bruciato in modo crescente fino alla metà del secolo (+0,5% annuo).

produzione elettrica globale - New Energy Outlook 2020

Lo scenario Climatico ipotizzato da New Energy Outlook

Ma che cosa serve per abbattere il surriscaldamento globale maggiore di tre gradi previsto da qui fino al termine del secolo? Di questo si occupa il secondo scenario, quello Climatico, del report energetico di Bloomberg NEF. Per mantenere l’innalzamento della temperatura entro i due gradi le emissioni dovranno diminuire 10 volte più velocemente, il che significa una riduzione del 6% l’anno fino al 2050.

Ancor più complicato raggiungere l’obiettivo di un riscaldamento globale limitato ad un grado e mezzo, considerato che occorre da subito ridurre le emissioni nocive del 10% all’anno. Per dare un’idea dell’ordine di grandezze in ballo per realizzare lo scenario Climatico, il report ipotizza una futura economia green che otterrà 100.000 TWh di elettricità pulita nel 2050, un valore cinque volte superiore all’attuale che richiederebbe a sua volta un’infrastruttura energetica 6-8 volte più grande.

Gli investimenti economici necessari

Quanto sia difficile procedere nella direzione dello scenario Climatico lo indica anche la quantificazione finanziaria. Il New Energy Outlook 2020 colloca infatti in una forbice colossale la quantità di investimenti necessari per accelerare la transizione energetica green, tra i 78mila e 130mila miliardi di dollari da qui fino al 2050.

Veicoli connessi? Tutte le potenzialità del 5G

Il futuro dei veicoli connessi: presto parleremo di edge computing e network slicing con la stessa naturalezza di quando scegliamo un film in streaming o paghiamo in contactless. Nuovi termini, nuove interazioni con i mezzi di trasporto, diverse modalità di fruire dei servizi digitali pubblici e privati legati alla mobilità intelligente.

Smart mobility significa per esempio connettere, in modo costante, il nostro veicolo con la strada, il nostro cellulare con un autobus oppure le nostre biciclette tra loro. Ma la pratica di questa integrazione passa per l’infrastruttura 5G. Tecnologie, reti, applicazioni: la Genova Smart Week ci racconta cosa sta per arrivare.

Evoluzione dei veicoli connessi

Nel corso degli anni, la narrazione della mobilità intelligente si è ancorata al concetto di connessione: un veicolo o una infrastruttura sono smart se dispongono o forniscono connessioni wireless. Come “partecipante” allo scambio, il veicolo fornisce dati: posizione, velocità, parametri di guida e del motore, attività svolte a bordo, ecc.

La promessa della smart mobility passa dalla connessione continua tra veicolo e strada e tra veicolo e veicolo

Oggi, però, raccontiamo una smartness decisamente più avanzata. I nuovi standard V2V (Vehicle-to-Vehicle) e V2X (Vehicle-to-Everything) hanno rivalutato il ruolo del mezzo di trasporto come centrale sensoriale, nella sua costante collaborazione IoT con gli oggetti più vicini e con l’infrastruttura.

I 6 topic della mobilità virtuale

Sul fronte tecnologico, si fanno strada i concetti di network slicing, edge computing, mapping e geomatica avanzati, reti basate su nodi mobili e servizi virtualizzati.

Cosa significa in concreto? L’attuale dibattito sui veicoli connessi riguarda:

Smart mobility chiama, 5G risponde

A livello infrastrutturale, gli esperti si interrogano soprattutto sull’importanza del network slicing e dell’edge computing nell’esplicitare le potenzialità del 5G. Serve infatti una rete pervasiva, a bassa latenza (nessun ritardo percepibile tra richiesta e risposta) e alta capacità (in grado di accogliere tanti utenti). Alla necessità di “affettare” la rete wireless, per dedicarla in maniera differenziata alle diverse applicazioni, si affianca dunque l’elaborazione periferica dei dati.

Qui entra in gioco l’edge computing, un aspetto architetturale ICT che riguarda la raccolta e l’elaborazione dei dati al confine tra un dominio e l’altro (es. tra veicolo e torre 5G) e non tramite data center centrali. In periferia, insomma, i dati grezzi provenienti dai sensori sul campo vengono processati in breve tempo e resi disponibili all’utente in forma raffinata, sintetica e sicura.

Quali applicazioni per i veicoli connessi

Ma in sostanza, cosa ci dobbiamo aspettare nel (relativamente) breve termine? Il pulmino autonomo guidato in remoto nei tratti più impegnativi e l’autobus che fa diventare verde il semaforo quando si avvicina a un incrocio. Oppure il sistema che segnala ai mezzi pubblici il rischio di collisione con pedoni, ciclisti e monopattini.

Sul fronte prezioso dei dati, intelligenza artificiale ed edge computing sono pronti a fare la loro parte, fornendo ai gestori del traffico e ai conducenti informazioni in tempo reale.

La sede di Bari di Schneider Electric diventa un Innovation Site

Un sito vetrina della digitalizzazione targata EcoStruxure, un concentrato di tecnologia applicata dove toccare con mano l’integrazione di prodotti e soluzioni nel terziario, un punto di riferimento formativo e informativo per i professionisti e le Pmi del territorio. Il rinnovamento degli uffici di Schneider Electric a Bari non era solo una sfida strutturale e organizzativa, l’obiettivo era creare un Innovation Site per aprire le porte di un paradigma tecnologico smart ai tanti professionisti dell’installazione e alle piccole e medie imprese che caratterizzano il tessuto imprenditoriale pugliese.

“L’idea di realizzare una nuova sede nel cuore della zona industriale di Bari, facilmente raggiungibile con tutti i mezzi di trasporto, nasce dalla volontà di creare un hub di supporto tecnico-commerciale, uno spazio per la formazione e la trasformazione digitale delle Pmi, in grado di servire tutto il territorio regionale e le zone limitrofe – racconta Saverio Fiore, Regional Sales Manager Puglia – Matera e Provincia di Schneider Electric. Con questo Innovation Site, l’azienda mette a disposizione strumenti, soluzioni e competenze per i progettisti, system integrator, installatori e clienti finali per il settore degli uffici, terziario e del settore industriale. Accogliere diverse professionalità mostrando loro la digitalizzazione all’opera non può che aumentare l’efficacia dell’esperienza, sia in chiave commerciale sia dal punto di vista formativo”.

La filiale barese oggi: il concetto di Innovation Site

Alla base del progetto, dunque, l’obiettivo di offrire a clienti e potenziali tali un realistico esempio di ufficio 4.0. Per questo, ogni aspetto impiantistico della nuova filiale, che si estende su una superficie di 240 mq, ospita prodotti di Schneider Electric. Dall’illuminazione di emergenza evoluta alla distribuzione elettrica con quadri smart, dagli Ups ai centralini, fino al cablaggio strutturato, la proposta tecnologica dell’azienda “vive” nell’applicazione barese, completata da un sofisticato impianto domotico KNX.

“Fin da subito è emersa una doppia finalità vincente – spiega l’ing. Giuseppe Maggi di Locorotondo (BA), partner EcoXpert e programmatore del sistema KNX-. Da una parte l’esigenza funzionale legata all’allestimento e al controllo impiantistico della nuova sede tramite sistemi basati sullo standard KNX di Schneider Electric. Di riflesso, la possibilità di soddisfare i bisogni di chi vuole saperne di più, consentendo a partner e clienti finali di toccare con mano le potenzialità di questi scenari digitali. Quindi, la necessità di far emergere tutte le soluzioni possibili in risposta a determinate esigenze applicative”.

Filiale di Bari di Schneider Electric

Fiore all’occhiello, la domotica KNX

La nuova realizzazione ha permesso di ridurre al minimo le opere civili necessarie per adeguare la struttura esistente alle nuove esigenze con soluzioni di distribuzione elettrica intelligente, illuminazione di emergenza, forza motrice e trasmissione dati. In questa prospettiva, l’utilizzo della domotica KNX integrata al sistema di controllo delle luci DALI ha consentito di snellire l’impianto nel suo complesso, lasciando un’ampia flessibilità nella gestione dei punti luce e dei relativi comandi. Sempre nell’ottica di Innovation Site, era inoltre fondamentale realizzare un impianto “vetrina”, che garantisse ai professionisti una semplice e rapida comprensione delle soluzioni applicabili in ambito office.

L’impianto di automazione KNX realizzato integra infatti multitouch, pulsanti normali, tastiere tattili, e mostra la possibilità di gestire e personalizzare l’intero sistema in poche mosse tramite smartphone o tablet. La gestione dell’impianto e il monitoraggio dei consumi energetici sono quindi possibili anche da remoto, mediante un controllore logico Wiser for KNX che gestisce diversi protocolli (KNX, Modbus, Bacnet, IP), dotato di interfaccia web integrata, programmabile e accessibile sia direttamente sia tramite iscrizione al Cloud Schneider.

“In un certo senso – spiega il progettista e direttore dei lavori Ing. Renato Pertuso -, abbiamo voluto mettere alla prova le capacità di interoperabilità tra più linguaggi di comunicazione all’interno dello stesso ambiente di lavoro. L’obiettivo era quello di gestire in modo centralizzato i dispositivi di illuminazione tradizionali, la regolazione illuminotecnica con tecnologia DALI e il monitoraggio dell’energia tramite strumenti di campo che normalmente comunicano su BUS RS485”.

Tutto questo è diventato realtà grazie a HomeLYnk, il cuore del sistema KNX installato a Bari, soluzione ideale per integrare sistemi di diversa natura e per effettuare interventi di revamping o upgrade di impianti esistenti.

Dare valore ai partner e alla formazione

Oltre a mostrare l’affidabilità e la qualità degli ecosistemi tecnologici Schneider Electric, questa case history in particolare evidenzia il valore del programma EcoXpert. “Siamo partner professionali di Schneider Electric da circa quindici anni – continua l’Ing. Renato Pertuso -, abbiamo visto nascere e crescere le soluzioni EcoStruxure, oggi dedicate a contesti di tutte le dimensioni compreso lo small business, protagonista dei nostri progetti. In questa occasione, avere Schneider Electric come cliente finale ci ha permesso di spingere al massimo l’integrazione dei sistemi, con l’obiettivo di realizzare un impianto modello, che rappresenta per noi una referenza importante”.

Sede Bari Schneider Electric formazione

In questa prospettiva, l’Innovation Site di Bari non vuole essere un semplice showroom ma un luogo del sapere, un supporto concreto ai progettisti e a tutti i partner presenti e futuri di Schneider Electric. Per questo la struttura ospita anche piccole aule dedicate alla formazione pratica tramite appositi kit: ulteriori occasioni di formazione con tecnici qualificati e pronti a rispondere a ogni esigenza degli impiantisti evoluti.

“Vedo questo spazio come una risorsa che mostra al mercato e alla nostra filiera di riferimento tutto il valore aggiunto della proposta Schneider Electric, storicamente attenta all’integrazione di tecnologie, esigenze e competenze”, conclude Saverio Fiore.

App dedicate al mondo elettrico e agli installatori

Applicazioni, software, dispositivi elettronici e digitali oggi sono un aiuto sempre più importante per lo svolgimento di molte attività, sia legate al tempo libero, che al lavoro. L’avvento della tecnologia, infatti, ha sensibilmente cambiato il mondo in cui viviamo e gli oggetti che utilizziamo, rendendo necessario per tutti un costante “aggiornamento” sulle possibilità presenti sul mercato. Nel mondo del lavoro, tutti questi sistemi hanno lo scopo di rendere più semplici e veloci le attività, ma anche di ampliare il ventaglio dei servizi.

La tecnologia non sempre si presenta sotto forma di complesse e costose soluzioni, tant’è che spesso è sufficiente un’applicazione su uno smartphone per rendere tutto più semplice. Le applicazioni, che ormai riescono ad aiutare le persone nelle più svariate attività, hanno fatto il loro ingresso in ogni settore e quello elettrico non fa eccezione. Ci sono App destinate agli utenti, ad esempio per il controllo dei sistemi domotici domestici, ma anche applicazioni pensate per i tecnici e i professionisti. Eccone alcuni esempi.

Il libretto d’impianto elettrico

Il Libretto dell’impianto elettrico nasce come un documento che contiene istruzioni d’uso e informazioni importanti per il proprietario, come ad esempio le manutenzioni consigliate e le relative tempistiche. Questo documento viene rilasciato dall’installatore, che deve allegare anche la dichiarazione di conformità.

Per rendere più semplice la redazione e la consegna, Prosiel ha studiato l’App “Libretto d’impianto elettrico”, pensata per gli immobili residenziali. La novità è che da gennaio di quest’anno, l’applicazione è diventata gratuita per tutti i professionisti, che dovranno semplicemente scaricarla da Google Play o dall’App Store. Tra gli ultimi aggiornamenti dell’applicazione ci sono l’integrazione della Dichiarazione di Conformità dell’impianto alla regola dell’arte e la possibilità di mettere in relazione i dati con quelli contenuti in un’eventuale sezione dedicata all’impianto condominiale.

Questo strumento permette a tutti i tecnici di consegnare e archiviare digitalmente tutta la documentazione relativa agli impianti elettrici, con conseguente maggior efficienza e risparmio di tempo. È sicuramente uno strumento utile e semplice da usare, basta disporre di uno smartphone o di un tablet.

libretto d'impianto elettrico

Applicazioni per la progettazione di impianti fotovoltaici

Con il ruolo sempre più importante che rivestono le fonti rinnovabili, sono aumentati anche gli strumenti e le informazioni a disposizione sia di chi vende, progetta e installa il fotovoltaico, sia di chi ne è proprietario. Per i privati, ad esempio, ci sono applicazioni che permettono il monitoraggio dell’impianto, la gestione della sua manutenzione e la verifica della produzione di energia in tempo reale.

Dall’altro lato, invece, ci sono applicazioni pensate aiutare i progettisti almeno in un progetto di massima, più o meno preciso a seconda delle App. Queste applicazioni, ad esempio, possono stimare l’esigenza energetica da soddisfare di una famiglia, calcolare l’irraggiamento solare, per valutare il miglior posizionamento dell’impianto, consultare i dati metereologici locali e le caratteristiche delle soluzioni impiantistiche utilizzabili. Si tratta, quindi, di un importante aiuto per tutti i professionisti del fotovoltaico. Tra queste, l’ultima nata è SPAC EasySol Mobile di SDProget.

Un aiuto per i calcoli elettrici e non solo

Quando si deve realizzare un impianto elettrico ci sono calcoli da effettuare, più o meno complessi a seconda della circostanza, e dati da ricordare e conoscere. Per andare incontro alle esigenze dei tecnici del settore, sono state sviluppate delle App in grado di supportarli nello svolgimento di svariati calcoli. Ci sono più applicazioni in grado di eseguire queste operazioni e tra le più scaricate c’è Calcoli Elettrici, un’App molto apprezzata anche dagli studenti di ingegneria. Permette di effettuare calcoli senza dover ricordare ogni formula ed è molto precisa nelle risposte, anche per le operazioni più complesse.

L’App è gratuita ed è installabile sia su Android, che su dispositivi Apple. Un’altra App molto utile per effettuare calcoli elettrici di vario tipo, ma anche per avere informazioni su componenti e consultare tabelle è ElectroDoc, che permette di tenere a portata di mano tutto quanto serve sapere ad un tecnico. Che si tratti di problemi quotidiani o di questioni più complesse, questa ed altre App, permettono di accedere a svariati dati, ad esempio sui condensatori, sulla messa in funzione dei circuiti e sui loro schemi, sui codici colore delle resistenze, calcoli di potenza e molto altro. Vi sono, infine, alcune applicazioni a pagamento che sono state sviluppate pensando direttamente ad un uso professionale come Electrical Calc Elite.

Ricerca professionisti: App per farsi trovare

Infine, ci sono una serie di applicazioni che possono essere utili in generale ad artigiani, professionisti e free lance, grazie alla generazione di contatti e richieste direttamente dal cliente. Sono in tanti a non avere un elettricista di fiducia e, di conseguenza, ad affidarsi a servizi digitali che li supportano nella ricerca. Ne sono un esempio App come ProntoPro o Ernesto, che aiutano gli utenti a ricercare il professionista che fa per loro. Di conseguenza, i professionisti interessati possono iscriversi a queste App e aumentare le possibilità di essere contattati per informazioni e preventivi. Generalmente l’iscrizione è gratuita.

ProntoPro App

Da Smart City a Safe City: la tecnologia a servizio della sicurezza

Smart City” è un neologismo a cui ormai ci siamo abituati. Al concetto di città intelligente se ne affianca però un altro spesso erroneamente considerato un suo sinonimo: “Safe City” ovvero la città sicura.
Cosa hanno in comune? Molto ma non tutto. Gli obiettivi sono diversi, per quanto complementari, ma il presupposto di base è il medesimo, il fattore gestione. “Una città smart è un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali di cui quotidianamente usufruiamo sono resi più efficienti con l’uso di tecnologie digitali e telecomunicazioni – spiega Ivan Piergallini, Sales Manager Italia e Iberia di Milestone Systems. – Consente così un utilizzo migliore delle risorse materiali e umane”.

Implica quindi una migliore gestione di vari aspetti delle vita comunitaria: dal trasporto urbano all’illuminazione pubblica, dal monitoraggio della qualità dell’aria alla gestione dei rifiuti fino alla sicurezza. Significa in sostanza “creare sinergie tra le amministrazioni, i cittadini, autorità pubbliche ed enti privati al fine di coordinarsi nelle diverse situazioni”.

Come gestire una Safe City? Con infrastrutture e tecnologie aperte

Ivan Piergallini Milestone

Ivan Piergallini, Sales Manager Italia e Iberia di Milestone Systems

Una delle più grandi criticità da affrontare è proprio il coordinamento tra le parti, in particolare in ambito di sicurezza e durante le emergenze.

Perché si possa definire “intelligente” ma anche “sicura” una città deve avere:

“È necessario, quindi, ridisegnare le infrastrutture tecnologiche affinché siano pronte a sostenere le nuove sfide – come sta dimostrando la pandemia in corso – e scegliere tecnologie adatte ad agevolare la comunicazione tra le parti”. Un assunto vero quando si parla di Smart City, ancor di più quando il tema è quello delicato della sicurezza.

Nella gestione di una città sicura entrano in gioco diverse entità – pubbliche o private che siano – che sono responsabili di molteplici attività. Soggetti differenti che devono poter gestire i sistemi allo stesso modo. “Le tecnologie aperte consentono di interagire in ambienti eterogenei” continua Piergallini “da un punto di vista tecnologico ma anche di coordinamento nelle azioni. Che si tratti di una situazione d’emergenza o di semplice quotidianità, sono necessarie soluzioni che permettono la condivisione delle decisioni, delle procedure e – non meno importante – delle responsabilità”.

La proposta “aperta” di Milestone: Xprotect

In questo contesto Milestone propone Xprotect, una piattaforma di gestione video pronta a interagire con molteplici sistemi. Si tratta di una soluzione:

“Senza la necessità di ulteriori investimenti, le nuove tecnologie si possono innestare sulla nostra soluzione che ne permette così l’interazione”. Ecco di nuovo l’esigenza di infrastrutture aperte, indispensabili in una Safe City.

Solo così è possibile assicurare prevenzione, individuazione e protezione. Parametri che intervengono anche in casi non necessariamente di emergenza. “Per esempio la piattaforma è in grado di interagire con sistemi di intelligenza artificiale che riescono a capire – imparando giorno dopo giorno – se su un’autostrada o a un incrocio si stia generando una situazione di traffico anomalo. O ancora può interfacciarsi con sistemi che avvertono un rumore insolito, un suono di allarme, delle grida, dei vetri che si rompono. Tutto questo permette agli operatori preposti di intervenire prima che succeda qualcosa di più serio e quindi di prevenire situazioni di pericolo. Inoltre consente a enti e amministrazioni di ottimizzare le risorse”.

È necessario ridisegnare le infrastrutture tecnologiche perché siano pronte a sostenere nuove sfide

I big data? Questione di cybersecurity e privacy

In una Safe City, dunque, diventa indispensabile gestire un’enorme mole di dati. Il software della piattaforma è in grado di ricercare velocemente il singolo dato e di metterlo a disposizione.

“La nostra R&S è concentrata proprio sul facilitare la ricerca dentro al sistema del dato di interesse nella miriade di informazioni che giunge dalle fonti più svariate, per rendere possibile l’interpretazione corretta delle informazioni necessarie in quel determinato momento e un rapido intervento”.
A questo, spiega Piergallini, si collega il tema della cybersecurity, ovvero di come si gestiscono, proteggono ed esportano dati e informazioni sensibili. “La nostra azienda investe moltissimo sul tema sicurezza. Offriamo soluzioni certificate che rispettando le normative in termini di cybersecurity e di privacy; aspetti che, in alcuni ambiti, si sovrappongono. Si tratta di temi per Milestone centrali, sia nella R&S sia nella proposta di soluzioni tecnologiche al mercato”.

Va considerato inoltre che persino “le disposizioni e direttive nazionali e regionali in termini di infrastrutture di sicurezza raccomandano, sempre più spesso, il rispetto di determinati requisiti nel caso di bandi o gare pubbliche ovvero: sistemi aperti e standard, che rispettino le normative vigenti”.

La piattaforma Xprotect ha ottenuto dall’European Privacy Seal (EuroPriSe) la certificazione GDPR Ready. “Questo riconoscimento garantisce la conformità a quanto stabilito dal GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati – Reg. (UE) 2016/679) del prodotto così come di tutti i processi che interessano la realizzazione del software”.

domovea: un dispositivo unico per la smart home

Controllare da remoto ambienti ed edifici è ancora più semplice grazie alle l’opportunità offerte dal nuovo domovea di Hager Bocchiotti, la soluzione per la configurazione, gestione e visualizzazione dei sistemi basati su standard KNX e dei componenti IP e IoT.

domovea: due versioni per ogni esigenza

Basic ed expert sono le due versioni disponibili: entrambe integrano il configuratore Easy che rende semplice la configurazione di impianti KNX anche da remoto via cloud. Inoltre, è possibile usare domovea come gateway IP per configurare gli impianti KNX utilizzando il software standard ETS per sviluppare soluzioni avanzate per edifici in ambito residenziale e terziario. Gli oggetti smart – fotocamere, dispositivi multimediali e alcuni elettrodomestici – possono essere gestiti tramite il controller IoT inserito in domovea.

La versione basic fornisce tutte le funzioni per la gestione della smart home, mentre la versione expert permette di realizzare automatismi più estesi e complessi nell’ambito dello smart building.

domovea è una soluzione compatta e all-in-one collega che tutti i componenti KNX, IP e IoT in un solo modulo compatto che occupa solo sei moduli DIN nel quadro elettrico.

Controllo di tutte le funzioni con una sola app

Che si tratti di automazioni degli ambienti residenziali e del terziario – illuminazione, tapparelle o riscaldamento, oggetti intelligenti (IoT) telecamere IP o sistemi di allarme – domovea mette a disposizione tutte le funzioni dell’impianto attraverso uno smartphone o un tablet in un’unica app. Il design funzionale e responsive si adatta in modo flessibile a qualsiasi dispositivo mobile. L’interfaccia è intuitiva e facile da utilizzare e consente diverse opzioni di personalizzazione.
Domovea, inoltre, interagisce con gli assistenti vocali Google Home, Alexa e attraverso il servizio IFTTT.

app domovea per controllo smart home

Connetti, controlla, visualizza

Usando domovea come elemento centrale del sistema di controllo della casa, tutte le informazioni vengono acquisite, visualizzate e rielaborate per azioni intelligenti. Il controller IoT integrato in domovea scambia i dati necessari tra l’impianto KNX easy dell’abitazione e gli oggetti o i servizi IoT. Tra le possibilità, quella di integrare il controllo intelligente della temperatura con benefici in termini di comfort e di risparmio energetico. Con questa soluzione è possibile controllare fino a 500 dispositivi creando i scenari in base agli utilizzi.

Decarbonizzazione: la chiave per la ripresa e un’Italia green

La lotta al cambiamento climatico è una sfida epocale e se si provasse a trasformarla in un’occasione? Enrico Mariutti autore del libro ‘La decarbonizzazione felice‘ pubblicato da edizioni IlSole24Ore punta su una strategia ambientale basata su energie rinnovabili e mobilità del futuro e calata nel contesto economico, sociale e politico italiano.

Per quanto riguarda le rinnovabili, l’autore mette subito in evidenza alcune prospettive: mentre i grandi impianti eolici o fotovoltaici Onshore comportano una lunga serie di problemi, anche di carattere ambientale e soprattutto in un Paese come l’Italia, l’impiego di generatori di piccole dimensioni in ambito urbano – in particolare generatori microeolici – è una soluzione win-win.
Per almeno quattro motivi:

  1. perché il prezzo di acquisto dell’elettricità al consumo è circa cinque volte superiore al prezzo che la rete paga ai produttori. Di conseguenza, per lo Stato è molto meno oneroso incentivare l’autoconsumo piuttosto che la produzione su scala industriale;
  2. perché le città sono già aree altamente antropizzate, di conseguenza, l’installazione degli impianti non disturba alcun ciclo naturale;
  3. perché gli impianti di piccole dimensioni, in particolare quelli eolici, sono un segmento di mercato in cui il tessuto produttivo italiano può ritagliarsi un ruolo da protagonista;
  4. perché uno schema a generazione diffusa garantisce maggiori ricadute occupazionali dirette (produzione o assemblaggio degli impianti) e indirette (installazione e manutenzione).

La decarbonizzazione e la mobilità Low carbon

Copertina La decarbonizzazione felice

Enrico Mariutti fa notare che, attualmente, al prezzo di mercato, un generatore eolico da 2 kW costa tra i mille e i duemila euro, e arriva a coprire un terzo del fabbisogno elettrico di una famiglia di tre persone. Si tratta di un investimento che si ripaga da solo in tre o quattro anni, lasciando al consumatore 20 anni di autoconsumo gratuito (immaginando di dover continuare a pagare gli oneri di rete). In più, rimarca l’autore, “uno schema di generazione diffusa avrebbe anche un impatto psicologico e culturale tutt’altro che trascurabile: trasformerebbe la transizione energetica da un’odiosa voce in più nella bolletta a un fenomeno tangibile e, soprattutto, Pop”.

Poi, ‘La decarbonizzazione felice’ prova a immaginare anche scenari e prospettive della mobilità Low carbon, che vanno dalle auto ibride a quelle elettriche passando per i motori a idrogeno. Su questo tema, si sbilancia l’autore, “bisogna fare un discorso molto chiaro, che però può risultare politicamente scorretto, divisivo: l’Italia è un Paese che può spendere poco e che ha un gigantesco indotto legato al motore a combustione interna”.

Non solo: “scommettere sulla mobilità elettrica comporta colossali investimenti nell’adeguamento della rete, significa prepararsi a rinunciare a quasi 40 miliardi di euro l’anno di accise, e rischia di causare un deserto occupazionale in molti distretti produttivi, dato che ai pesantissimi contraccolpi per l’industria dell’Automotive si sommerebbero quelli per il commercio e la distribuzione dei combustibili”. Come dire, cambiare troppo e troppo in fretta in realtà non conviene.

Puntare su una transizione graduale

Al contrario, puntare su una transizione graduale che passi per i motori ibridi prima di un’eventuale evoluzione strutturale del settore dei trasporti, che sia il motore elettrico o quello a idrogeno, richiederebbe uno sforzo finanziario contenuto e contribuirebbe al rilancio dell’economia nazionale.

Oltretutto, dato che l’impatto ambientale della mobilità elettrica è strettamente correlato all’intensità carbonica del settore energetico (quanta CO2 viene emessa per ogni unità di energia prodotta), almeno per i prossimi 20 anni il bilancio carbonico della mobilità ibrida e di quella elettrica sarebbe pressoché analogo.

Inoltre, non va dimenticato che, anche se l’Europa decidesse di procedere in una rapida transizione verso la mobilità elettrica, gran parte del resto del mondo rimarrebbe saldamente ancorato al motore a combustione interna. In particolare, è impensabile immaginare che i Paesi in via di sviluppo, gli unici mercati dove la domanda di veicoli cresce vertiginosamente, mettano in cantiere piani d’investimento per l’adeguamento infrastrutturale necessario allo sviluppo della mobilità elettrica.

Come cambierà il mercato con auto elettriche?

“Con tutta probabilità”, prevede quindi Mariutti, “le auto elettriche rimarranno una componente di minoranza del mercato automobilistico mondiale ancora per decenni. Un segmento di mercato, tra l’altro, ad alta intensità di capitale, a bassa intensità di lavoro, e dove la concorrenza per la leadership industriale è già molto accanita. In compenso, i crescenti costi sociali legati all’inquinamento spingeranno necessariamente molti Paesi a sostenere la mobilità Low carbon, aprendo nuove opportunità per i veicoli ibridi”.

Incentivare lo sviluppo della mobilità ibrida, perciò, può essere una strategia lungimirante per rafforzare le prospettive del settore italiano dell’Automotive e per preservare l’occupazione, oltre che una soluzione efficace per ridurre rapidamente le emissioni di anidride carbonica e di sostanze inquinanti legate al settore dei trasporti.