M2: nuovo servizio di colonnine di ricarica

La società energetica Edison ha installato 20 colonnine di ricarica nelle stazioni della metropolitana milanese M2, un nuovo servizio pubblico consente ai passeggeri di ricaricare in modo semplice e gratuito.  Il nuovo servizio di ricarica – presente alle fermate di Porta Genova, Cadorna, Porta Garibaldi, Stazione Centrale e Piola – è stato realizzato in collaborazione con IGPDecaux e ATM e ha l’obiettivo di facilitare gli spostamenti.

Il progetto è frutto dell’ attenzione che Edison ha da sempre verso la mobilità urbana, quando sul finire dell’800 elettrificò la rete tranviaria di Milano alimentandola con l’energia rinnovabile prodotta dalle centrali idroelettriche sul fiume Adda.

“Attraverso le postazioni di ricarica elettrica inoltre abbiamo l’opportunità di sensibilizzare ulteriormente le persone all’uso consapevole dell’energia condividendo l’impegno per la costruzione di un futuro sostenibile” ha sottolineato Cristina Parenti, Senior Vice President External Relations & Communication di Edison.

colonnine di ricarica gratuite Edison

Colonnine di ricarica gratuita

Ogni colonnina è infatti ben identificabile grazie a un backdrop, che oltre a informare i passeggeri del servizio offerto, ospita la campagna di comunicazione di Edison L’energia che cambia tutto. Ognuno di noi è il protagonista della transizione energetica: tanti, piccoli, continui gesti quotidiani consentono di promuovere e attivare cambiamenti positivi sia per l’ambiente sia per i cittadini.

Per citare alcuni esempi concreti che è possibile seguire: minimizzare gli sprechi, applicare soluzioni efficienti, utilizzare fonti energetiche sostenibili come l’eolico o il fotovoltaico, o ancora prendere mezzi di trasporto alimentati da elettricità… E proprio in virtù di queste scelte ‘smart’ quotidiane, possiamo diventare L’energia che cambia tutto.

Nel Curvo di Milano l’energia è distribuita da ABB

Ufficialmente sono “le 3 torri” di Milano: Libeskind, Isozaki e Hadid sono i grattacieli che svettano nel Business District di CityLife di Milano.

Ufficiosamente hanno nomi che richiamano le loro caratteristiche architettoniche: il Dritto, lo Storto e il Curvo.
Quest’ultimo è noto anche come PwC Tower dal nome dell’attuale occupante: PricewaterhouseCoopers è infatti un network internazionale che fornisce servizi di consulenza strategica, revisione di bilancio e consulenza fiscale.
Ma è anche un esempio di edilizia sostenibile grazie alla progettazione votata al risparmio energetico e all’efficienza. Sono le soluzioni di ABB a occuparsi della distribuzione dell’energia all’interno del grattacielo.

Un progetto complesso, semplificato dal BIM

Torre Libeskind Il CurvoLa Torre PwC si sviluppa in altezza per ben 175 metri, suddivisi in 31 piani (dei quali 28 direzionali) e con al vertice la “Corona”.
La realizzazione dell’impianto elettrico del Curvo è stata affidata alla società Zaffaroni Impianti, specializzata nella progettazione, realizzazione e conduzione di impianti elettrici e speciali anche di grande complessità.
Realizzare un progetto simile non sarebbe stato possibile senza il giusto supporto tecnologico: per questo gli impianti elettrici e meccanici sono stati realizzati sfruttando il Building Information Modeling (BIM).

La distribuzione di energia all’interno della torre è stata realizzata con 3 distinte cabine di trasformazione al fine di garantire una suddivisione bilanciata dei carichi elettrici e allo stesso tempo un’elevata selettività in caso di guasto o fuori servizio.

Una cabina alimenta le utenze centralizzate fino al 12° piano mentre una seconda serve le utenze comuni dei piani restanti fino alla sommità della torre in cui sono presenti i locali tecnici (unità di trattamento aria, gruppi frigo e torri evaporative).

Una terza cabina di trasformazione garantisce la fornitura di energia a tutti i piani di uffici, ciascuno dei quali è gestibile in modo autonomo. La distribuzione ramificata ad ogni piano fa capo a un quadro generale dal quale si diramano tutte le alimentazioni per luci, prese, sistemi di gestione e tutte le apparecchiature installate.
Proprio la complessità dell’infrastruttura ha spinto la Zaffaroni a utilizzare tecnologia e competenza ABB: i prodotti e le soluzioni di ABB per la distribuzione elettrica, uniti a un dialogo costante con i tecnici dell’azienda per la corretta scelta delle specifiche tecniche e dell’ottimizzazione delle soluzioni installative, ha permesso di ottenere i risultati voluti.

Tecnologia all’avanguardia per il Curvo

Per la realizzazione della distribuzione dell’energia nel Curvo sono stati installati due quadri Power Center System pro E Power da 6300 A da 14 e 15 colonne, al cui interno sono stati installati interruttori aperti Emax 2 da 2500 A con funzione di interruttore generale e interruttori scatolati Tmax XT per la protezione delle linee in partenza dai quadri.

Per la sotto-distribuzione sono stati utilizzati quadri ArTu L, scelti per la configurazione modulare in kit componibili in grado di coprire applicazioni terminale da parete fino a 400 A e da pavimento fino a 800°.
Tutti i quadri sono provvisti di connettività Modbus verso il sistema centrale di supervisione.

Vimar connette luci e tapparelle (e misura i consumi)

Sono 3 i nuovi dispositivi connessi Vimar gestibili tramite la app VIEW (dedicata all’utente) e facilmente configurabili dall’installatore (tramite la app VIEW Wireless).

Il primo è un energy meter, che permette di misurare e visualizzare attraverso l’app VIEW il consumo e, nel caso della presenza di un impianto fotovoltaico, l’eventuale produzione di energia elettrica istantanea.
Tramite un’apposita sonda può essere collegato alla linea monofase, ma anche a una singola linea del sistema trifase. Per avere sempre sotto controllo i consumi dell’intera abitazione, questo dispositivo permette anche di visualizzare lo storico di energia prodotta/consumata con risoluzione oraria, giornaliera, mensile e annuale.

Da tradizionale a impianto connesso con i dispositivi Vimar

Per favorire la conversione di un impianto elettrico di tipo tradizionale in un impianto connesso, in particolare se realizzato a pulsanti e relè, Vimar propone inoltre due nuovi dispositivi da retrofrutto.
Il primo è un modulo relè connesso per il controllo di lampade a incandescenza, lampade a LED e lampade fluorescenti. Per il controllo delle tapparelle o per orientare le lamelle degli oscuranti, invece, c’è un apposito il modulo tapparella connesso.

Dispositivi IoT per smart home VimarCon questi due dispositivi, che offrono una installazione alternativa rispetto ai deviatori e agli attuatori per tapparelle connessi, l’impianto elettrico tradizionale diventa smart e permette di avere a portata di mano, di smartphone o di voce – nel caso dell’integrazione con gli smart speaker – il controllo di luci e tapparelle.

La configurazione base di questi due dispositivi è semplice da realizzare tramite l’app VIEW Wireless e prevede lo standard Bluetooth wireless technology 5.0 come protocollo di connettività pre-caricato. Grazie alla doppia tecnologia di cui sono dotati questi dispositivi, attraverso l’app di configurazione è però possibile convertire il funzionamento da Bluetooth a Zigbee, abilitando l’integrazione diretta dei dispositivi con hub Zigbee (ad esempio con Amazon Alexa Echo Plus/Show/Studio) e gestire un ecosistema smart, utilizzando direttamente l’App Amazon Alexa.

Trasformare una concessionaria in showroom 4.0

Showroom 4.0, per Carraro SpA, significa digitalizzazione, efficienza e comfort. Con questi obiettivi il noto gruppo di concessionarie Mercedes – Benz ha avviato una profonda ristrutturazione della propria struttura di Mestre (VE). Prioritaria, nel progetto, la necessità di allinearsi alle direttive di sostenibilità e innovazione dettate dal progetto europeo MAR2020 della casa automobilistica tedesca.

Un elevato tasso di efficienza difficilmente raggiungibile senza una gestione intelligente e integrata dell’edificio. La soluzione? Un’architettura di soluzioni e servizi digitali targati EcoStruxure Building e implementati da Eurogrup, partner qualificato EcoXpert di Schneider Electric.

Come nasce uno showroom 4.0?

Primo passo, affrontare le complessità strutturali e impiantistiche pianificando l’adozione delle giuste soluzioni tecnologiche. La concessionaria veneta si estende infatti su 17.000 metri quadrati. Di questi, 3.600 sono al coperto e ospitano le officine e sei stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Anche gli spazi esterni ospitano un’infrastruttura di ricarica pubblica, attiva 24 ore su 24.

Tanti componenti da gestire e altrettanti consumi da monitorare. Qui entra in gioco EcoStruxure Building, che come un grande cervello smart permette di controllare impianti e dati dello showroom in tempo reale e in modo centralizzato. Ad agevolare le performance di efficienza – l’edificio è in classe energetica A2 – le proprietà di isolamento termico favorite da un tetto giardino di 1.000 metri quadrati.

Digitalizzare per efficientare

L’adesione al progetto MAR2020 non è solo una questione di sostenibilità. I target coinvolgono anche aspetti commerciali di comfort e customer experience, necessariamente supportati da un digital signage all’avanguardia. L’engagement dei clienti viene assicurato anche tramite appositi media wall, installati nello showroom e nella sala consegna dell’auto. Un totale di 30 monitor, dai 27 ai 65 pollici, si aggiunge così alla complessità tecnologica di un progetto che ha richiesto la stesura di 85 km di cavi elettrici e la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 70 Kw.

Tecnologie smart al cuore di un progetto che ha portato l’edificio in classe energetica A2

Praticamente obbligata, in un investimento di tale rilievo, la scelta di un sistema di building automation avanzato e affidabile. “La soluzione EcoStruxure permette di controllare i consumi e di accendere e spegnere impianti termici e illuminazione in modo centralizzato, anche da remoto -, spiega Massimo Granzotto, facility manager di Carraro SpA -. In tutto questo, gli strumenti digitali abilitano nuovi scenari di sostenibilità, ottimizzazione dei consumi ed efficienza operativa”.

Controllo smart e building management con EcoStruxureIl segreto è EcoStruxure for Retail

Entrando nel merito delle tecnologie, il gruppo Carraro ha adottato una soluzione su misura, scalabile e flessibile, basata sulla proposta EcoStruxure for Retail.

Il sistema dedicato ai punti vendita consente di:

Integrazione su misura

Protagonista di questa architettura smart multilivello, il software EcoStruxure Building Operation. Applicazione che ha portato standard di risparmio energetico e controllo intelligente ampliabili a tutta la rete di concessionarie del gruppo Carraro. “Nello showroom di Mestre abbiamo implementato un sistema di supervisione personalizzato, ideale per le attività di manutenzione digitale da remoto – racconta Paolo Pedron, sales manager di Eurogrup -. Ciò significa ottimizzare i costi, intervenendo esclusivamente in caso di necessità o per interventi pianificati”.

Ma lo showroom 4.0 del gruppo Carraro, dunque, non è solo frutto di tecnologie innovative. La sinergia progettuale guidata dai system integrator di Eurogrup ha concretizzato tutti i vantaggi del programma EcoXpert di Schneider Electric.

Dual Vane è la cassetta a 4 vie che purifica l’aria

LG Electronics promuove il concetto di purificazione dell’aria anche in ambito commerciale, con l’introduzione della nuova cassetta a 4 vie Dual Vane dotata di una innovativa funzione di purificazione dell’aria.

Questa innovazione viene incontro alla necessità di ridurre il livello di polveri sottili nell’aria (la cui presenza è spesso correlata a un aumento delle malattie respiratorie).

Come funzionano le cassette Dual Vane

Per questo LG Electronics ha integrato soluzioni di purificazione dell’aria nelle nuove unità interne a cassetta Dual Vane, ottimizzate per climatizzare strutture come asili, scuole, case di cura, RSA: in altre parole, ovunque si trovino persone maggiormente vulnerabili nei confronti delle polveri sottili e delle patologie che esse comportano.

Non solo: anche uffici e negozi, luoghi tipicamente ad alta concentrazione di persone, possono beneficiare dei vantaggi derivanti dalle cassette Dual Vane.

Il tutto avviene grazie all’impiego di un apposito kit dedicato alla purificazione dell’aria: realizzato con 4 componenti (per ciascuna delle 4 fasi del processo di purificazione) include un pre-filtro, un emettitore di ioni negativi per caricare elettricamente le particelle di polvere, un filtro per le polveri ultrasottili e un filtro per la deodorazione fotocatalitica.

Quando l’aria interna viene fatta circolare dal ventilatore per essere climatizzata, la struttura multistrato del pre-filtro rimuove le particelle macroscopiche.
L’aria passa poi attraverso un emettitore di ioni negativi che carica elettricamente le polveri, migliorando l’efficienza di raccolta del filtro elettrostatico, che trattiene fino al 99,9% delle particelle sottili fino a PM1.0 .
Infine, il filtro deodorizzante rimuove odori e gas nocivi grazie alla tecnologia di assorbimento dei gas ad alta efficienza.

Cassette Dual Vane Processo di filtrazione in 4 step

I risultati dei test

La nuova cassetta di LG ha registrato un Clean Air Delivery Rate (CADR) di 19,1 m3/min, di gran lunga superiore al valore standard di 10,0 m3/min.
Cassette a 4 vie Dual Vane LG Electronics-2Nonostante l’aggiunta della funzione di purificazione dell’aria, il design della cassetta a 4 vie Dual Vane resta semplice poiché i supporti di filtri e componenti sono posizionati all’interno del prodotto. Di conseguenza, l’unità interna di LG mantiene uno spessore estremamente ridotto.

Per soddisfare le esigenze di monitoraggio della qualità dell’aria, la cassetta Dual Vane con purificazione dell’aria è dotata di un indicatore LED che consente un controllo in tempo reale attraverso 4 colori. Inoltre, tramite comando a filo RS3, si possono ottenere informazioni aggiuntive come il livello di concentrazione di polveri sottili e, grazie all’app per smartphone LG ThinQ, la gestione e il monitoraggio sono assicurati anche da remoto.

I filtri di purificazione dell’aria sono di tipo semi-permanente e facilmente accessibili: non devono quindi essere sostituiti e, comunque, rendono semplice la manutenzione quando necessaria.

 

Mobilità elettrica: l’infrastruttura è una priorità

L’adeguamento dell’infrastruttura per la ricarica elettrica è senza dubbio un aspetto prioritario per vincere la sfida posta dalla mobilità elettrica, che coinvolgerà direttamente tutti gli operatori del settore mobilità.  Quando si parla di infrastruttura non si intende sia quella pubblica sia quella privata.

Un recente studio del Politecnico di Milano ha evidenziato come già oggi, senza nessun intervento particolare, ben il 13% degli automobilisti italiani potrebbe passare a un’auto elettrica utilizzando durante la notte una ricarica standard da 3 kW installata in box. Questo perché la maggior parte delle auto elettriche copre le necessità di spostamento grazie a un’autonomia superiore ai 250 km.

Se si aggiungesse le possibilità di caricare al lavoro e nei luoghi dove ci si ferma per un tempo sufficiente alla ricarica (dai 30 minuti in su), questa percentuale aumenterebbe.
Fondamentale però garantire sistemi di ricarica rapida su autostrade e direttrici di collegamento per assicurare spostamenti anche oltre i 250 km.

Diverse tipologie di ricarica

Oggi, in ambito urbano e interurbano, il profilo d’impiego più diffuso di una vettura elettrica prevede la partenza da casa con la batteria carica. Grazie ad App e sistemi di navigazione evoluti residenti è possibile la pianificazione delle eventuali ricariche da effettuarsi sia per opportunità (sempre, quando possibile) o in caso di necessità (per rabbocchi extra-range della durata di 20÷30 minuti). Ovviamente questo modello richiede un’infrastruttura adeguata e capillare con diverse soluzioni di ricarica.

Per le soste prolungate (6-8 ore) in ambito domestico, condominiale, e/o sul luogo di lavoro si utilizzano prevalentemente wall box e colonnine per la ricarica standard in AC (monofase).

Per le soste in aree private, con durata massima di 2 ore, si impiegano colonnine o wall box per la ricarica accelerata AC (trifase) e/o DC (fino a 22 kW).

Per le soste brevi in aree private e pubbliche (stazioni di servizio con durata massima di 30 minuti) servono colonnine o stazioni per la ricarica veloce DC (oltre 22 kW) o ultra veloce fino a 350 kW per una ricarica in pochi minuti. In questi ultimi casi il software deve prevedere anche soluzioni per l’accesso e il pagamento.

Politiche di incentivazione per le infrastrutture di ricarica elettrica

Per accelerare la crescita delle infrastrutture sono determinanti i supporti e gli incentivi: anche grazie all’azione di ANIE, per le stazioni di ricarica private, nella legge di bilancio del 2019, è stata introdotta una detrazione del 50% in 10 anni fino ad una spesa massima di 3.000 €.
Inoltre, grazie alle azioni delle associazioni di categoria, nel decreto di agosto sono stati stanziati 90 milioni anche per incentivare le stazioni di ricarica presso le aziende.
Di certo l’incentivazione della infrastruttura è una chiave per velocizzare la diffusione della modalità elettrica che, come è stato dimostrato durante il lockdown, è un elemento chiave per rendere l’aria delle nostre città più pulita e più respirabile.

“Alla luce di ciò che sta accadendo la mobilità elettrica è un tassello indispensabile da inserire nel quadro di azioni da intraprendere per lasciare ai nostri figli un pianeta (ancora) vivibile.- ha evidenziato Omar Imberti membro del gruppo E-mobility di ANIE- In questa ottica la mobilità elettrica va vista come un elemento da integrare in un concetto più ampio di mobilità sostenibile, fulcro di un modello di sostenibilità a 360°.”

infrastruttura di ricarica elettrica

Un mercato in continua crescita

In Italia gli ultimi dati del 2020 confermano un forte interesse degli automobilisti per l’elettrico. Da gennaio ad agosto si è registrata una crescita del 108% (immatricolate 13.444 contro le 6.455 del 2019) per le auto elettriche e + 196 % per le ibride plug-in (9.539 contro le 3.221 del 2019).

Per quanto riguarda le infrastrutture, a dispetto dell’opinione diffusa, oggi in Italia ci sono circa 15.000 punti di ricarica aperti al pubblico che, paragonati alle auto elettriche circolanti (circa 50.000), equivale a un punto di ricarica ogni 3 auto. Il problema è che sono mal distribuite per vari motivi, il principale è legato ad aspetti burocratici e quindi le stazioni sono state installate dove possibile e non nei punti ottimali.

Ricordiamo che per l’installazione di una stazione di ricarica possono essere necessari fino a 18 permessi. – ha aggiunto Omar Imberti – Nel decreto semplificazioni sono stati migliorati alcuni di questi aspetti e ci auguriamo che in futuro sia possibile rendere più semplice e conveniente installare l’infrastruttura necessaria all’e-mobility”. Inoltre, le stazioni di ricarica sono concentrate principalmente al nord e centro Italia, mentre il sud è ancora in ritardo nonostante un turismo sempre più sostenibile.

L’evoluzione veloce della tecnologia

La crescita veloce del mercato va di pari passo con una crescita molto rapida legata alla tecnologia di ricarica. Già oggi a fianco delle ricarica standard troviamo sistemi di Power Management per le applicazioni private, dove la stazione di ricarica è in grado di modulare la potenza in base ai consumi di case.
In pratica se in una abitazione viene acceso un elettrodomestico, in automatico viene la potenza per la ricarica dell’auto per evitare scatti intempestivi del contatore.

In ambito terziario ed industriale i sistemi di Load Balancing permettono di distribuire la potenza disponibile in base al numero di veicoli in carica consentendo di contenere i costi per l’infrastruttura.
Attualmente tra le tecnologie in sviluppo:

Su questo ultimo aspetto è opportuno evidenziare come l’utilizzo di fonti rinnovabili per produrre l’energia elettrica possa aumentare la transizione elettrica sostenibile anche in ottica di economia circolare.

Articolo a cura del Gruppo E-Mobility di ANIE

DualGuard-S, illuminazione di emergenza centralizzata da Eaton

Eaton ha recentemente presentato la nuova generazione di sistemi di illuminazione di emergenza centralizzati DualGuard-S.

Pensata per garantire la sicurezza di tutti gli edifici di piccole, medie e grandi dimensioni, il sistema DualGuard-S è stato completamente re-ingegnerizzato per indirizzare le richieste delle normative esistenti e di quelle future, utilizzando la tecnologia flessibile di Eaton che rende più veloci le fasi di progettazione, installazione e messa in servizio.

Come funziona DualGuard-S

DualGuard-S schema di funzionamentoDualGuard-S alimenta in modo affidabile gli apparecchi di emergenza e può essere integrato all’offerta dei sistemi di illuminazione di emergenza di Eaton, che già include gli apparecchi di illuminazione di sicurezza e di segnalazione delle vie di esodo, le unità di alimentazione LPS e i sistemi di monitoraggio automatico degli apparecchi.

Nella fase di installazione, DualGuard-S utilizza la tecnologia STAR brevettata da Eaton, che permette di gestire, monitorare e impostare diverse modalità di comando all’interno dello stesso circuito, senza richiedere un cavo dati per la connessione degli apparecchi alla centrale. Inoltre, il bus ACU elimina la necessità di raddoppiare connessioni e moduli per controllare gli apparecchi Eaton attraverso segnali di input provenienti da più sistemi connessi tra loro. Con il controllo da remoto, tutte le modifiche possono essere gestite tramite software senza che si renda necessaria alcuna modifica al cablaggio, con una conseguente riduzione dei costi e del numero di circuiti di connessione.

Il sistema offre infine soluzioni automatiche per il rilevamento e il monitoraggio dei guasti, tra cui il monitoraggio della stringa di batterie e il controllo dettagliato dello stato di ogni singolo blocco opzionale, con informazioni dettagliate sia sulle temperature rilevate, sia sulla salute complessiva delle batterie.

Una procedura semplice di installazione e utilizzo

DualGuard-S EatonDurante la fase di impostazione, il sistema esegue una ricerca degli indirizzi di tutti i dispositivi facenti parte dell’impianto. Ciò si traduce in uno schema logico semplificato sia per i proprietari degli edifici, sia per le squadre di manutenzione.

Qualsiasi modifica o integrazione al sistema può essere facilmente configurata da chiunque tramite la funzione di ricerca automatica. Tutti i test di funzionamento e di durata richiesti potranno essere pianificati e registrati automaticamente nell’apposito registro delle visite periodiche, semplificando così le attività di manutenzione e ispezione.

La comunicazione wireless dei sensori permette un rapido indirizzamento senza la necessità di applicare alcun tipo di colla sulle batterie e/o provvedere al collegamento di un cavo dati, rendendo quindi le installazioni più semplici e veloci.

Allo stesso tempo, viene offerta la possibilità di eseguire tutti i test standard di un sistema centralizzato e il monitoraggio di tutte le funzioni durante i test di funzionamento e di durata.

DualGuard-S permette inoltre di effettuare il monitoraggio della stringa batterie, fino a un massimo di 4 blocchi, oppure con un monitoraggio dettagliato della stessa è possibile tenere sotto controllo tutti i valori (inclusi la tensione e la temperatura) per ogni singolo blocco batteria. Utile anche il monitoraggio di fase e il monitoraggio dell’isolamento tramite pulsante di test, con indicazione di batteria scarica per evitare il danneggiamento delle celle rimanenti.

Un wi-fi sicuro e affidabile per il coworking da Cambium Networks

Navitas è una importante realtà di coworking situata a Civitanova Marche. Tra le più organizzate della regione, offre postazioni di lavoro complete di connessione wi-fi, stampanti e scanner, una sala conferenze, una sala meeting e vari uffici.

La recente pandemia ha imposto un rapido passaggio all’home working e, dove questo non era possibile, al coworking. In Navitas è risultato subito evidente che l’infrastruttura wi-fi sarebbe stata messa sotto stress da una trasmissione dati particolarmente intensa (video, dirette streaming webinar, immagini, videoconferenze) poiché molti dei professionisti presenti si occupano di lavori in ambito digital e tecnico.

Non basta un semplice collegamento in wi-fi

Sede Navitas Civitanova MarcheUna delle principali esigenze per un ambiente di lavoro estremamente dinamico come quello di Navitas è disporre di connettività adeguata senza l’utilizzo di cavi. Allo stesso tempo deve poter essere garantita, ai coworker che la richiedono, una propria WLAN che permetta di fare attività uplink e downlink di pacchetti dati di grandi dimensioni in totale sicurezza. Queste esigenze riguardano l’interno della struttura, ma nel caso del coliving anche l’esterno.

Per dotarsi di una infrastruttura adeguata alle esigenze attuali e future, Navitas si è rivolta a V3 Elettro Impianti di Ancona, un system integrator che offre soluzioni avanzate in ambito trasmissione dati, automazione, sicurezza e domotica, che ha scelto le soluzioni Cambium Networks per assicurare il corretto livello di connettività negli ambienti.

 

La scelta tecnologica: Cambium Networks

Apparati Cambium Networks installati in NavitasPer la parte di coworking sono stati installati 4 access point cnPilot e600, mentre per il coliving la scelta è caduta su 9 AP cnPilot e430H installati nelle stanze e 2 AP cnPilot e500 per lo spazio esterno. Dato che era stata creata una infrastruttura cablata per la WLAN, è stato necessario installare access point in grado di gestire WLAN, caratteristica di cui sono dotati gli apparati di Cambium Networks.

Le linee dati e la parte di alimentazione elettrica sono stati installati in unico cavo e in soli 3 giorni grazie alla tecnologia PoE (Power over Ethernet). Per la fase di configurazione e test degli access point è stato sufficiente un solo giorno.

Oggi tutti i coworkers dispongono di una LAN propria, pur condividendo lo stesso router. Lavorano prevalentemente su macchine Mac e utilizzano il protocollo ac (capace di un trasferimento massimo fino a 1.300 Mbit/secondo)
Dal momento che l’uso della connettività è decisamente spinto, il rischio era quello di saturare le frequenze con conseguente instabilità del servizio wi-fi; in realtà le soluzioni di Cambium Networks hanno garantito agli utilizzatori un’elevata velocità e una totale affidabilità della connessione.

Questo anche grazie al wi-fi che opera in maniera intelligente: se qualcuno non accede correttamente viene spostato sulla frequenza di 2,4 GHz (che offre prestazioni leggermente inferiori di trasmissione dati ma una stabilità maggiore del segnale), mentre chi sta lavorano più intensamente viene spostato sulla frequenza di 5 GHz per non inficiare la capacità trasmissiva richiesta.

Waze, la comunità italiana aggiunge 5.000 punti di ricarica per veicoli elettrici

Logo WazeWaze è tra le app di navigazione gratuite più conosciute.
È basata su un mix di informazioni presenti sulla piattaforma (come le mappe) e altre fornite dagli utenti (come ostacoli, lavori in corso, semafori fuori servizio, veicoli fermi, allagamenti ecc.).

Tutte queste informazioni consentono di pianificare al meglio il proprio viaggio e di evitare inconvenienti (come lunghe code).
Tra i più recenti servizi integrati grazie ai Map Editor volontari della Community di Waze, gli automobilisti dotati di veicoli elettrici plug-in potranno individuare e raggiungere facilmente i punti di ricarica presenti in tutta Italia.

La situazione in Italia

Secondo le stime del rapporto Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano (E&S), nel giro di dieci anni le vetture elettriche con targa italiana saranno 7 milioni, fino a coprire il 30% delle immatricolazioni totali. Per quanto riguarda l’infrastruttura elettrica, ad oggi, in Italia sono disponibili quasi 8.200 punti di ricarica pubblici e privati entrambi accessibili a tutti, in linea con la media europea e in continua crescita.

Una comunità al lavoro sul progetto

Waze cambio puntatore auto Volkswagen ID.3Si tratta di un progetto non nuovo per la community italiana di Waze: in passato sono state mappate quasi tutte le stazioni di servizio sul territorio italiano (oltre 20.000). Oggi la sfida è quella di ripetere l’impresa con i punti di ricarica elettrica pubblici (al momento sono circa 5.000 quelli presenti, ciascuna con una o più colonnine elettriche per la ricarica delle autovetture).

Volkswagen ha deciso di contribuire alla crescita di questo database sponsorizzando tutti i punti di ricarica presenti sull’app di Waze per contribuire alla visibilità delle infrastrutture elettriche, incentivando così gli automobilisti a scegliere modelli maggiormente ecosostenibili e rispettosi dell’ambiente.

I Wazer potranno anche personalizzare il puntatore di navigazione dell’app e selezionare la nuova VW ID.3 tramite la funzione “Cambia Auto” o direttamente dalle impostazioni di visualizzazione della mappa di Waze.

Come trovare i punti di ricarica su Waze

Per trovare i punti di ricarica sulla app è sufficiente inserire nella barra di ricerca l’emoji della presa di corrente (che si trova sia sui dispositivi iOS, sia su Android), per trovare il punto di ricarica più vicino e grazie alla dedizione dei Map Editor l’app sarà sempre aggiornata.

Al momento tra le regioni con il maggior numero di punti di ricarica mappati risultano al primo posto la Lombardia, seguita da Toscana, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio. Le città, invece, che registrano il numero più alto di punti di ricarica segnalati sulla mappa di Waze sono Roma, Firenze, Genova e Bologna.

Alleanze formative per la digital transformation delle aziende

Un luogo fisico, reale e sperimentale per accompagnare la digital transformation delle aziende italiane. Un percorso di integrazione e connettività che diventa punto d’incontro tra scuola, lavoro e territorio, attraverso le competenze tecnologiche e divulgative di Schneider Electric.

Lo showcase Industria 4.0 installato presso l’ITS Lombardia Meccatronica di Sesto San Giovanni (MI) è molto più di un laboratorio. Lo scopriamo nelle parole di Laura Bruni, direttore affari istituzionali di Schneider Electric.

Obiettivi condivisi per la digital transformation delle aziende

Laura Bruni Schneider Electric“In questa era di profondo cambiamento, le aziende faticano a comprendere fino in fondo la trasformazione digitale – spiega Laura Bruni -. Per questo è importante mostrare loro soluzioni reali, con benefici tangibili e applicabili. Ovvero parlare il linguaggio delle imprese, spostando la riflessione dalla sola tecnologia al suo impatto economico e strategico”.

In sostanza, tradurre un’opportunità tecnologica in beneficio imprenditoriale, dimostrando che è fattibile. E che non mancano le competenze e le risorse per farlo in modo semplice. Schneider Electric ha portato tutto questo in una location scolastica, per unire l’aspetto divulgativo alla formazione dei futuri professionisti dell’integrazione.

Portare in campo i benefici dell’integrazione

Perché puntare sulla formazione terziaria? L’idea dello showcase suggella l’intesa tra Schneider Electric e ITS Lombardia Meccatronica. “Queste realtà formative giocano un ruolo chiave per trasferire innovazione tecnologica alle Pmi – spiega Laura Bruni -. Rappresentano l’ideale punto d’incontro tra scuola e mondo del lavoro, sostenuto dal “ponte” tecnologico di Schneider Electric”.

Qui si formano figure strategiche, con competenze trasversali in grado di avvicinare la trasformazione digitale al reticolato di piccole e medie imprese del territorio lombardo. Professionisti capaci di partire dal basso per creare competenze digitali applicate alla tradizionale automazione. “Parlare di digital transformation in una struttura dedicata alla meccatronica significa anche ribadire che il digitale non è più solo questione di informatica. Simbolicamente, il cuore dell’automazione spinge il valore dell’integrazione, e non viceversa”, aggiunge la manager.

Scuola, impresa, territorio: così nascono i progetti 4.0

L’esperienza si colloca dunque nello storico know how della didattica salesiana. Ma il valore aggiunto della sinergia con Schneider Electric supera il livello formativo facendosi espressione di una proficua bidirezionalità tra scuola e impresa. Da un lato, l’iniziativa permette di raccontare alle realtà che vogliono assumere studenti dell’ITS tutte le competenze e le risorse in gioco. Questo, con il supporto di player tecnologico in grado di accompagnare la digital transformation delle aziende. Gli interlocutori provenienti dalla filiera di Schneider Electric troveranno invece un’efficace dimostrazione tecnologica applicata, unita a figure professionali esplicitamente formate per abilitare approcci digitali.

Obbiettivo supportare la digital transformation delle aziende italiane

“Questa esperienza vuole stimolare condivisione di intenti e riflessioni strategiche sulla fattibilità di Industria 4.0 – aggiunge Laura Bruni -. E soprattutto presentare le opportunità tecnologiche in modo “tranquillizzante” per le imprese. La digitalizzazione può anche partire da una sola macchina, da un solo processo, per poi ampliarsi orizzontalmente. Ecco perché l’architettura dello showcase presto ospiterà le referenze più significative, suddivise per aree merceologiche ed esigenze imprenditoriali”.

Un modello formativo replicabile?

Assolutamente sì, risponde Laura Bruni. La sinergia tra territorio, scuola e impresa può replicarsi nei programmi formativi di tanti ITS. Realtà in cui il territorio riconosce le sue istanze di innovazione.

Uno spazio e uno strumento che consente alle nuove generazioni possono apprendere Industria 4.0 e alle aziende del territorio di conoscerne tutti i vantaggi

La volontà è dunque quella di creare, ovunque, repository di buone pratiche. Luoghi dove raccontare efficacemente tutti i livelli della trasformazione digitale nell’industria. Scuole, università, sedi istituzionali: la parola d’ordine è fare sistema con più attori. Schneider Electric continuerà a farlo integrando competenze ed esigenze per creare valore sul mercato dell’innovazione tecnologica.