Luci a led in condominio, ecco quanto si risparmia secondo Disano

L’illuminazione nei condomini è un tema molto discusso: spesso nelle parti comuni vengono utilizzate sorgenti di vecchio tipo, poco efficienti, e si procede alla loro sostituzione solo quando in occasione della classica “lampadina bruciata”.

Si tratta di una voce significativa nel bilancio di un condominio: chi è passato all’illuminazione a led ha già verificato un’apprezzabile riduzione dei costi in bolletta.
Ma di che cifre parliamo? Disano Illuminazione, che si occupa di illuminazione efficiente, ha svolto alcuni calcoli per quantificare questi valori.

Risparmio concreto grazie ai led

I tecnici di Disano Illuminazione hanno realizzato una simulazione considerando le parti comuni di un piccolo condominio e mettendo a confronto le vecchie lampade fluorescenti con apparecchi led.
I risultati sono questi:

Risparmio utilizzo luci led nelle parti comuni di un condominio

Si può passare da una potenza installata di 425 W (con un consumo di 41.200 kWh/anno) a 192 W (18.816 kWh/anno), con una riduzione del 58% della potenza installata.

In altre parole, con un nuovo impianto a led è possibile consumare meno della metà di un impianto tradizionale.
Non solo: i led assicurano una durata media delle sorgenti luminose maggiore rispetto alle lampade tradizionali, riducendo così gli interventi di manutenzione e sostituzione.

In fase di aggiornamento di un impianto, inoltre, è buona prassi utilizzare anche sistemi di gestione e modulazione della luce: i sensori di presenza limitano il consumo energetico nei locali di servizio poco frequentati, accendendo la luce solo quando serve. La programmazione può consentire di abbassare l’illuminazione esterna (riducendo i consumi) durante le ore centrali della notte in aree come i giardini condominiali, dove non è necessario avere sempre la potenza massima.

Le proposte di Disano per i condomini

Quali sono, dunque, i prodotti Disano adatti per soddisfare le esigenze di illuminazione delle parti comuni di un condominio?

Disano condominio ledNegli ingressi, nei box e nei parcheggi possono essere installati i proiettori Micro Rodio e Micro Cripto, in particolare nella versione con sensore di presenza integrato.
Particolarmente indicata per i box, la plafoniera Echo ad alta efficienza a modulo led doppio è disponibili in varie potenze (21, 38, 50 W) secondo le necessità e nelle versioni con radar sensor on-off e dimmerabile.

Negli androni, nelle scale e in generale nelle zone di passaggio possono essere collocati i faretti Compact Globo 2.0 e Pastilla, installabili a parete o a plafone, equipaggiabili con sensori che permettono di gestire la luce in funzione delle presenze. Per la sicurezza sono utilizzabili Riquadro e Safety, con accensioni in emergenza anche in caso di black-out.

Nei locali di servizio c’è Echo, a modulo led singolo in versione con sensore di presenza e accensione di emergenza.
Per balconi e giardini si segnalano le soluzioni Brick (a luce diretta e indiretta), Cubo e Orma per una soluzione pratica ed efficiente, e i faretti Jet IP65.

Infine per l’illuminazione di aree più ampie c’è Garda led, la famiglia di prodotti per l’arredo urbano senza dispersioni inquinanti grazie all’ottimale distribuzione della luce, equipaggiabile con sistemi di gestione automatica (come la mezzanotte virtuale, che riducono il flusso luminoso nelle ore centrali della notte).

UVC-R di Durst: ricambio d’aria e sanificazione in un unico sistema

Durst è conosciuta per i propri sistemi di stampa inkjet per applicazioni industriali.
Dopo la produzione di mascherine di comunità già avviata lo scorso aprile, l’azienda ha intensificato il proprio impegno presentando il sistema di sanificazione dell’aria Durst UVC-R pensato per ridurre la carica virale negli ambienti interni.

Come funziona Durst UVC-R

Durst UVC-R

Il sistema di sanificazione dell’aria Durst UVC-R è nato dall’analisi dei principali percorsi di trasmissione del virus e della velocità di droplet e aerosol che trasportano le particelle liquide. Un adeguato mix di ricambio d’aria continuo e raggi UV si rivelano particolarmente efficaci nel combattere virus e batteri.

Da questi presupposti nasce Durst UVC-R, un sistema che combina lo scambio dell’aria e l’irradiazione di raggi UV riducendo efficacemente gli aerosol infettivi e sanificando gli ambienti interni. L’aria interna viene infatti convogliata in un sistema chiuso nel quale subisce un processo di filtrazione tramite una membrana antivirale e irradiata con raggi UV, dopodiché viene rilasciata sanificata nella stanza.

I tecnici Durst hanno dimensionato UVC-R in modo da essere particolarmente efficace.
Per dare un ordine di grandezza, ipotizzando 4 persone nello stesso ambiente circondate da un volume d’aria di 8 m3, ogni soggetto inspira ed espira circa 0,5 m3 d’aria all’ora, per un totale di 2 m3. Durst UVC-R sanifica circa 25 m3 in 15 minuti, ben 12,5 volte questo volume e 50 volte il volume respiratorio di 4 persone (circa 100 m3 in un’ora).

Le caratteristiche di UVC-R

Durst UVC-RUVC-R è composto da comparti chiusi e protetti con moduli UV-C ad alte prestazioni in canali specchiati e ottimizzati per il flusso d’aria (che viene filtrato anche tramite una membrana con rivestimento antivirale)
La generazione di radiazioni UV-C (prive di ozono) avviene con una lunghezza d’onda di 254 nanometri.

Gli ugelli di aspirazione sono presenti sull’intera superficie e su entrambi i lati del sistema a livello di origine dell’aerosol, mentre la silenziosità di funzionamento – UVC-R ha un livello di rumore tipico di 25 dB (A) – lo rende adatto all’impiego in ogni tipo di ambiente.

Mostra Convegno Expocomfort torna ad aprile con MCE Live+Digital 2021

È stato presentato oggi il nuovo evento MCE Live+Digital targato MCE – Mostra Convegno Expocomfort, la fiera biennale leader mondiale nell’impiantistica civile e industriale, nella climatizzazione e nelle energie rinnovabili posticipata a marzo 2022.

MCE Live+Digital, che coniuga evento in digitale e in presenza, si svolgerà dall’8 al 9 aprile 2021 presso il MICO, Centro Congressi di Fiera Milano, dove il momento fisico sarà supportato da una ricca piattaforma web per una nuova modalità integrata di incontro, in cui la parte online rappresenterà un valore aggiunto per facilitare la connessione e consentire ad espositori e visitatori di vivere l’esperienza nel modo più completo possibile.

Un appuntamento di riferimento per il settore

MCE Live+Digital si avvale di una speciale piattaforma digitale – selezionata a livello mondiale dal Gruppo Reed Exhibitions, organizzatore di MCE – Mostra Convegno Expocomfort – semplice e intuitiva, basata su una tecnologia di Artificial Intelligence, che si modula perfettamente con le nuove esigenze del business fieristico e degli eventi.

Massimiliano Pierini MCE - Mostra Convegno Expocomfort“MCE Live+Digital sarà un evento che unirà digitale e fisico. – dichiara Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia – Abbiamo scelto questo tipo di format per continuare a offrire opportunità di business a tutta la nostra filiera di riferimento, mondo della produzione, della distribuzione e naturalmente alla catena di operatori professionali qualificati che ancor di più, in questa nuova normalità, hanno bisogno di incontrarsi, di confrontarsi e interagire. Un format misto dove la componente digitale ha la funzione di integrare e amplificare l’incontro di persona che rimane e rimarrà sempre insostituibile, la socializzazione è intrinseca nella natura umana. I servizi digitali ci accompagneranno anche in futuro, per questo abbiamo messo a punto un percorso di supporto per le aziende espositrici per illustrare le tante modalità di comunicazione a disposizione, così che possano preparare al meglio la loro presenza e sfruttare questa occasione, che mi auguro possa dare un respiro di energia a tutto il settore”.

Le opportunità di business a MCE Live+Digital

Per quanto riguarda le aziende espositrici, sono state studiate numerose formule di partecipazione che offrono un’ampia possibilità di scelta: dallo stand fisico, con opzioni di metratura ed allestimento “chiavi in mano” oppure di aree libere, insieme, naturalmente, alle opportunità di visibilità digitale, alla sola presenza virtuale, in particolare per le aziende estere che potrebbero essere impossibilitate ad intervenire, fino alla scelta ideale di entrambe le soluzioni.

Sono molti, infatti, gli strumenti di visibilità e networking disponibili nella suite virtuale di MCE Live+Digital: dalla possibilità di arricchire il profilo aziendale, alle gallerie fotografiche e video dei prodotti, dalle funzionalità di matchmaking e recomendation alle chat e alla lead generation, dal networking agli incontri one to one a quelli con tutti, dal catalogo digitale dettagliato con inclusi gli eventi aziendali, alla partecipazione in live streaming al ricco calendario di incontri.

mce live+digital

Tutto questo sarà reso estremamente efficace tramite le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale, capace di analizzare i dati di comportamento di espositori e visitatori e permettere ulteriori suggerimenti di incontro business. Inoltre, ad ogni espositore viene garantito un controllo in tempo reale dei dati sull’andamento della propria partecipazione, sull’attività dei team coinvolti e sul ritorno di investimento. In più, la piattaforma digitale di MCE Live+Digital rimarrà attiva fino al 16 aprile 2021 offrendo quindi ulteriori possibilità di contatto.

Dal punto di vista degli operatori professionali – che avranno accesso gratuito all’evento – la piattaforma virtuale di MCE Live+Digital permetterà di usufruire di un’ampia gamma di servizi, dal contatto con le aziende partecipanti, all’iscrizione ai Webinar aziendali, ai convegni e seminari in loco (organizzati in collaborazione con le Associazioni di settore da sempre partner di MCE).

Punto di forza sarà la possibilità di programmare in anticipo la propria agenda sia virtuale che fisica e, naturalmente, la possibilità di visitare la manifestazione in piena sicurezza e rispettando il distanziamento sociale per mezzo di tutti i protocolli adottati dal MICO in conformità alle normative vigenti.

MCE Live+Digital sarà supportato da una campagna di comunicazione mirata, attraverso tutti i canali di MCE e dei numerosi Partner, per coinvolgere un target di operatori qualificati, italiani e internazionali, per i quali, in particolare, in partnership con Promos e Agenzia ICE saranno selezionati delegati esteri che prenderanno parte all’evento.
MCE Live+Digital intende fare da ponte verso MCE – Mostra Convegno Expocomfort riprogrammata dall’8 all’11 marzo 2022 con l’obiettivo di accelerale le opportunità di business per tutti i comparti industriali dei settori di riferimento.

Smart city, la mobilità elettrica è l’area di sviluppo che corre di più

La Smart city è una città che usa la tecnologia non come un fine, ma come un mezzo per riuscire a innovare e migliorare i servizi che offre a cittadini e imprese, e la qualità della vita e del lavoro in generale. Quindi l’obiettivo non è diventare una città tecnologica e digitale, ma aumentare il benessere di chi ci vive e lavora, e migliorare la qualità della vita delle persone.

“Per perseguire questo obiettivo, non bastano singole misure estemporanee in alcuni ambiti, ma è necessaria una strategia e una visione d’insieme, così da evitare di disperdere risorse e riuscire invece a centrare l’obiettivo generale”, rimarca Roberta Cocco, Assessore a Trasformazione digitale e Servizi civici del Comune di Milano, come ha sottolineato anche in occasione di un recente convegno online, intitolato ‘Big data e AI per Smart cities e mobilità sostenibile’, organizzato da The Innovation Group.

Muoversi a livello di sistema territoriale, e non in ordine sparso, “è ciò che stanno facendo o provando a fare tante città e amministrazioni locali – osserva Roberto Masiero, presidente di The Innovation Group -, in molti casi con risultati importanti, in molti altri con passi e progetti ancora limitati”.

La mobilità elettrica accelera, ma va favorita ancora di più

La mobilità elettrica è l’ambito che negli ultimi anni ha registrato gli sviluppi più significativi: le colonnine di ricarica nei Comuni italiani mostrano dei tassi di raddoppio ogni due anni negli ultimi quattro (+92% nell’ultimo biennio), e sono quindi più che quadruplicate dal 2014 (+357%). Anche le auto elettriche e ibride aumentano a tassi importanti, sono più che triplicate negli ultimi 4 anni (+259% dal 2016). Si potrebbe accelerare ancora di più lo sviluppo della mobilità elettrica ad esempio rendendo più semplici e omogenee le norme per l’installazione dei punti di ricarica e, lato fornitori di energia, garantendo adeguata potenza e capacità energetica, e distribuendo i punti di ricarica sul territorio in funzione della frequenza attesa di ricarica, e della tipologia di utilizzo da parte dei guidatori.

Le città mettono in campo iniziative per incentivare il parco auto meno inquinante, come la possibilità per le auto elettriche di accedere alle Ztl oppure di non pagare la sosta nelle strisce blu.

C’è però ancora un grande divario con le città del Sud, a eccezione di Lecce e Bari che si collocano tra le prime 50 nella classifica dedicata al tema della Sostenibilità.

Il Comune di Torino, ad esempio, ha avviato l’acquisto con fondi pubblici di 75 tram elettrici e il potenziamento della linea metropolitana, con l’apertura di quattro nuove stazioni, oltre alla realizzazione di una seconda linea. Nel frattempo, sotto la Mole sono già in funzione 400 colonnine di ricarica per le auto elettriche e ne verranno aggiunte altre 400. Si sta pensando, poi, di potenziare il Car sharing elettrico, di realizzare spazi per il parcheggio dei veicoli zero emission dedicati ai residenti, e di incentivare forme di leasing di veicoli elettrici in condivisione, sempre con l’obiettivo di ridurre il parco auto circolante che inquina di più.

Progetti per la Smart City

I 4 pilastri della Smart city per Milano

“È essenziale non agire da soli, ma portare avanti un percorso partecipativo che coinvolga cittadini, imprese, istituzioni e tutti i soggetti presenti sul territorio in grado di portare un proprio contributo”, indica l’Assessora milanese. A Milano, in particolare, la strategia di innovazione è stata costruita su un Piano di Trasformazione digitale basato su 2 macro aree, tecnologia e cultura digitale, e 4 pilastri fondamentali:

“Le macro aree sono la bussola che ha orientato le azioni, i pilastri sono le fondamenta dei progetti realizzati – sottolinea Cocco -, è stata consolidata l’infrastruttura di rete attraverso la scelta di sistemi robusti e scalabili, sono stati sviluppati sistemi semplici e accessibili per permettere a tutti i cittadini di usufruire dei servizi digitali, è stata tracciata una linea che ha messo la tecnologia al servizio di tutte le Direzioni del Comune di Milano”.

Sono anche state attivate App per i cittadini, in modo da richiedere certificati e svolgere pratiche amministrative in modo digitale, e “soluzioni digitali per bar, ristoranti, locali, ad esempio, che per affrontare l’emergenza Covid 19 hanno potuto smaltire online tutte le pratiche necessarie a occupare gli spazi esterni con sedie e tavoli sui marciapiedi e nelle aree comuni”, rileva l’Assessora milanese.

Trento è in testa alla classifica italiana delle Smart city

Sono le grandi città a trainare la crescita dei settori ‘Smart’, come autoveicoli, trasporti e logistica, energia-acqua-rifiuti, costruzioni, commercio online, design. A Milano le imprese nel 2019 sono aumentate del +1,7% in un anno, come anche a Roma del + 1,7%, a Napoli del 2%, con una sempre maggiore attrazione e concentrazione dei grandi centri. Un mondo Smart guidato quindi da Milano e Roma, che fatturano circa 100 miliardi di euro ognuna di business sui circa 500 miliardi totali a livello nazionale, e insieme contano circa 50mila imprese attive in questi ambiti.

Secondo l’ultimo Smart city Index 2020 realizzato da EY, che analizza le 109 città capoluogo italiane, classificando il loro sviluppo in termini di reti e infrastrutture e misurando la loro capacità di innovare e offrire servizi di qualità ai propri cittadini, Trento è la città con le infrastrutture più sostenibili, primeggia per trasporti, energia e ambiente. Seguita da Torino, al secondo posto, e da Bologna, al terzo. Invece Mantova, al quarto posto, è la città più sostenibile tra quelle con una popolazione inferiore agli 80mila abitanti. Dal Report emerge che 3 città metropolitane sono presenti nella top 5 (oltre a Torino e Bologna sul podio, c’è Milano al quinto posto), e poi Firenze, che chiude la Top 20. Nella Top 10 si sono anche Bolzano, Brescia, Bergamo, Pordenone e Ferrara. Nella Top 20 si trovano Modena, Parma, Udine, Reggio Emilia, Padova, Treviso e Monza.

Nuove tecnologie, ma ‘trasparenti’ per i cittadini e utenti

Trento Smart city è il progetto che punta a realizzare concretamente una città migliore attraverso l’innovazione”, spiega Giacomo Fioroni, Capo progetto ‘Smart city’ del Comune di Trento. L’obiettivo è utilizzare la tecnologia in tutte le sue forme, dai sensori e l’Internet of Things alle reti, dall’informatica ai Big data e all’intelligenza artificiale, “ma renderla il più possibile ‘trasparente’, sfruttandola per migliorare i servizi che già si erogano, o per fornire nuovi e semplici servizi essenziali a valore aggiunto”.

Dal 2015 il Comune di Trento ha partecipato a diversi progetti europei legati alla Trasformazione digitale, di cui tre sono giunti al termine (WeLive, Simpatico, Qrowd), mentre quattro sono ancora in corso, due legati all’innovazione (Stardust e Decenter) e due legati alla divulgazione (Los_Dama! e GreenCycle). C’è poi C-Roads Italy 2, progetto per lo sviluppo e l’implementazione di sistemi C-Its (Cooperative Intelligent Transport Systems), per applicare soluzioni ICT nella viabilità. Il progetto fa parte del programma Connecting Europe Facility (Cef) Transport, e proseguirà fino al 2023.

Con Comnect di Comelit si va oltre la casa smart

Ormai siamo circondati da dispositivi per la smart home. Ma è possibile andare oltre senza realizzare impianti complessi e costosi?
Comelit, conosciuta nel mondo della videocitofonia e della sicurezza, ha ampliato la propria offerta con Comnect, una soluzione pensata per estendere il concetto di IoT all’intera struttura, palazzo o condominio, senza fermarsi alla singola abitazione.

Un progetto aperto e inclusivo

Schermo Comnect ComelitComnect punta infatti a favorire l’interazione tra sistemi e prodotti di aziende diverse.
Per essere al passo coi tempi, ogni prodotto sviluppato oggi deve poter integrare sistemi di terze parti oppure essere integrato in sistemi di altri. Per questo Comelit ha creato il programma di integrazione Comnect, pensato per offrire in un’unica soluzione tutti i prodotti aperti nei confronti del mondo esterno.

Pensiamo ad esempio a realtà nelle quali sono presenti anche centinaia di appartamenti: per dare vita a un complesso che sia davvero smart occorre partire dal presupposto che ogni singolo utente avrà esigenze diverse. Grazie a Comnect è possibile ottenere la massima integrazione tra sistemi, a prescindere dai costruttori o ddai protocolli utilizzati, sviluppando così un progetto comune.

I vantaggi di Comnect

Comnect si basa su 4 elementi che guidano l’intero progetto:

Ed è forse quest’ultima la novità più interessante, perché ad esempio aiuta gli amministratori a gestire il ricambio degli inquilini.

Schermo smart home Comelit Comnect
Quando c’è un cambio di affittuario, occorre cancellare l’utente in uscita sostituendolo con quello nuovo; dopodiché sarà necessario ripetere l’operazione anche sulla piattaforma Comelit per abilitare il nuovo utente a rispondere alle chiamate videocitofoniche dal proprio smartphone e per inserire il nome del nuovo inquilino sul posto esterno (senza intervenire sul posto). Per agevolare questo passaggio, Cloud2Cloud permette di fondere le due piattaforme di modo che l’aggiornamento di una venga in automatico riconosciuto anche dalla seconda, dimezzando così tempi e margini di errore.

Non solo: in una villetta indipendente già dotata di un sistema domotico con un supervisore, potrebbe essere installato un sistema di videocitofonia Comelit lavorando sui dispositivi già installati, senza ulteriori interventi e spese sfruttando al meglio le potenzialità dell’impiantistica già presente.

Led esterni, una cascata stagna da Arteleta

I Led hanno dimostrato la propria polivalenza soddisfacendo le necessità di diverse applicazioni.
Arteleta, ad esempio, ha sviluppato delle cascate Led stagne utili per modellare la luce con un effetto decorativo ad alta resa cromatica e, ovviamente, in grado di resistere agli agenti atmosferici.

La cascata stagna di Led della linea Lyvia di Arteleta

Lyvia di Arteleta è la nuova generazione di cascate Led per esterno la cui caratteristica principale è la possibilità di modellare i fili di rame per ottenere le forme volute, ottenendo così effetti scenici molto suggestivi.

Realizzata con grado di protezione IP44, è dotata di fili sottilissimi e innovativi microled in grado di assicurare una resa cromatica e sensoriale eccellenti. La cascata è infatti costituita da 40 cadute, realizzate con doppino di filo di rame di sezione finissima (0,15 mm) e rivestito con una guaina isolante di colore bianco. Sul cavo vengono incapsulati i microled (2 mm di spessore) ad alta luminosità.

cascata Lyvia Arteleta

Importante per l’effetto scenico è anche la distribuzione dei Led, che è stata progettata con spaziature ben calibrate. Nelle 20 cadute dotate di 35 microled ciascuna viene osservata una spaziatura di 7,5 cm tra Led e Led, mentre sulle 20 cadute con 26 Microled c’è uno spazio di 10 cm tra Led e Led. L’effetto estetico che ne deriva è davvero impressionante, grazie ai 1220 Led totali applicati e alla possibilità di scegliere tra due varianti cromatiche: bianco puro e bianco caldo.

La cascata funziona a bassissima tensione di sicurezza tramite apposito alimentatore a spina stagno con cavo di alimentazione da 3 metri di lunghezza, anch’esso di colore bianco.

La Cascata Led stagna si inserisce nell’ampia proposta Lyvia di Arteleta International. Pur essendo principalmente un distributore elettrico, Arteleta non si limita alla fornitura, ma si impegna a proporre strumenti per una migliore vita quotidiana e lavorativa, attraverso prodotti e soluzioni innovative e un impegno costante nella ricerca a livello internazionale.

Energie rinnovabili: serve il giusto Mix, ancora tutto da scoprire

Convenienza economica, prospettive d’investimento interessanti, riduzione delle emissioni inquinanti, necessità di sviluppare un nuovo sistema energetico: sono questi gli elementi che rendono le energie rinnovabili il cuore della transizione energetica. Un fenomeno complesso e la cui velocità e impatto finale dipenderanno da una serie di elementi. Due i principali: il modo in cui la transizione avverrà nelle differenti regioni, e il destino dei combustibili fossili, che ancora rappresentano l’85% del consumo globale di energia.

Per chiarezza, la definizione dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) di energia rinnovabile è: un’energia che deriva da processi naturali – ad esempio la luce solare e il vento –, che si ricreano a una velocità più alta di quanto vengano consumati. In questo senso non solo quindi il solare e l’eolico sono considerate energie rinnovabili, ma anche il geotermico, l’idroelettrico, l’energia delle onde e delle maree e alcuni tipi di biomassa e biocombustibili.

L’eterogeneità è però vasta e le differenze di costo, diffusione e prospettive future sono grandi. Alcune rinnovabili vengono definite “variabili”, ossia caratterizzate da una produzione di energia non continua ma prevedibile, come nel caso delle maree. Altre sono anche “intermittenti”, come l’eolico; la loro produzione di energia si può cioè interrompere in maniera non regolare, come nel caso di assenza di vento.

Copertina Libro il mondo rinnovabileGli scenari del libro ‘Il mondo rinnovabile’

Al momento sono due le tecnologie protagoniste della transizione energetica, ossia solare ed eolico. Altre hanno vincoli paesaggistici o ambientali che ne riducono la possibilità di sviluppo, oppure non sono uniformemente distribuite, come idroelettrico e geotermico. Altre sono ancora a uno stadio tecnologico embrionale (moto ondoso e maree), oppure sono controverse per la dubbia capacità di rinnovarsi e per l’impatto prodotto dalle emissioni, come per biocombustibili e biomasse.

“Il quadro è così complesso, ma importante per poter comprendere il futuro della transizione energetica”, sottolinea Valeria Termini in ‘Il mondo rinnovabile‘, con sottotitolo ‘Come l’energia pulita può cambiare l’economia, la politica e la società’, pubblicato da Luiss University Press. E fa notare: “la possibilità di combinare fonti rinnovabili intermittenti con altre dalla generazione costante, eolico con idroelettrico, ad esempio, potrebbe garantire una fornitura di energia elettrica continua, senza bisogno di serbatoi di base forniti dalle centrali a gas oppure a carbone”.

Il successo del solare PV (fotovoltaico, dall’inglese Photovoltaic) ed eolico viene innanzitutto dalla riduzione dei costi, che sono diminuiti per le due tecnologie dal 2009 al 2015 dell’80% per il solare e del 30-40% per l’eolico. Diminuzioni che potrebbero continuare, e in maniera particolarmente rilevante: nei prossimi dieci anni i costi potrebbero diminuire da un minimo del 25% a un massimo del 60%, con variazioni sostanziali anche per le tecnologie meno diffuse, come il CSP (energia a concentrazione solare, dall’inglese Concentrated Solar Power), che diminuirebbe di circa il 40%, e l’eolico offshore (-35%).

La velocità della transizione energetica

“In un settore in costante cambiamento, queste previsioni sono addirittura da considerarsi conservative, – osserva Termini – il crollo dei costi ha iniziato un circolo virtuoso alimentato dalla fiducia nelle energie rinnovabili, dall’espansione della capacità e dal conseguente Learning by doing. Le grandi trasformazioni in corso stanno già avendo un impatto significativo sullo scenario energetico mondiale, e sempre maggiore sarà questa influenza man mano che la transizione energetica andrà avanti. Si tratta di mutamenti positivi, come il contributo all’elettrificazione africana o la riduzione delle emissioni inquinanti, ma anche di novità che richiederanno un adattamento da parte dei mercati e dei vari attori energetici mondiali”.

La velocità del cambiamento della transizione energetica cambia costantemente gli scenari di riferimento, quasi nessuno prevedeva un’espansione così veloce e costi così bassi per solare ed eolico.

Tutto ciò genera sia una pericolosa incertezza per il settore privato, sia una notevole difficoltà di pianificazione da parte delle istituzioni, per cui non è chiaro quale potrebbe essere il Mix energetico su cui puntare per i prossimi vent’anni.

Quelle barriere allo sviluppo delle energie rinnovabili

“Una questione rilevante per gli Stati europei, che devono riconvertire il proprio sistema, ma soprattutto per quelli con una domanda energetica in crescita oppure con una popolazione ancora da elettrificare, come i Paesi del Nord Africa o dell’Africa subsahariana, per la necessità di pianificare un’espansione significativa della propria generazione già nel breve termine”, rimarca l’autrice del volume.

La chiave sarà comprendere quanto, e a quale velocità, si muoverà la transizione energetica. È un’incognita influenzata da potenziali barriere allo sviluppo delle rinnovabili, che si possono dividere in due tipologie: barriere tecniche, ossia dovute alle specificità tecnologiche della generazione rinnovabile (principalmente riguardanti l’intermittenza di solare ed eolico), e barriere economico-finanziarie, riguardanti cioè la disponibilità degli investimenti pubblici e privati e la struttura dei mercati energetici mondiali.

Esistono poi questioni di impatto ambientale legate alle rinnovabili. L’impatto paesaggistico di solare ed eolico è un elemento da considerare. La produzione e lo smaltimento di pale e soprattutto pannelli solari è inoltre un fattore rilevante; la fabbricazione dei pannelli solari cinesi, ad esempio, libera una quantità doppia di CO2
nell’aria rispetto a quelli europei. La recente diffusione delle rinnovabili comporta poi l’assenza ancora di un’industria dello smaltimento o del riciclo dei materiali esausti, particolarmente pericolosi sia per i pannelli solari che per le batterie. Fattori che andranno presi in considerazione, nell’ottica di una transizione energetica veramente sostenibile.

energie rinnovabili - Impianto eolico

Lo snodo dell’intermittenza delle fonti ‘pulite’

“Con i costi di generazione ai livelli dei combustibili fossili, il principale ostacolo tecnico all’espansione della transizione energetica è l’intermittenza delle fonti trainanti il fenomeno, solare ed eolico – spiega Termini -. Una transizione energetica senza soluzioni per questa quasi imprevedibile variabilità pone infatti inevitabilmente un tetto al tasso di penetrazione delle rinnovabili nei Mix energetici nazionali e in quello globale. Vento troppo forte, o nessun vento, possono azzerare o diminuire drasticamente la produzione di energia eolica, così come la riduzione dell’esposizione solare riduce la generazione del fotovoltaico: situazioni in cui la generazione rinnovabile dovrebbe essere sostituita da quella fossile o da fonti non intermittenti per mantenere la fornitura di elettricità. Anche a fronte di una completa prevedibilità della generazione rinnovabile, la variabilità rimarrebbe comunque molto alta”.

Nei dati raccolti dal Think tank tedesco Agora Energiewende, la produzione energetica per l’eolico in Germania nel 2015 arrivava anche a diminuire di dieci volte in 24 ore, passando dal 27% del totale del consumo di elettricità in Germania al 3% in meno di una giornata. Maggiore sarà la capacità rinnovabile sul totale, più grande potrebbe diventare questo Gap, e così il rischio di instabilità sulla rete e Blackout.

Obiettivi intorno al 16% di generazione rinnovabile, come quelli per Regno Unito o Germania al 2020, pongono il problema in maniera limitata. La questione diventa complessa quando si prendono in considerazione piani nettamente più ambiziosi, come quello tedesco di raggiungere il 65% al 2030 e l’80% al 2050, o della Danimarca, 100% di generazione rinnovabile al 2050. Non potendosi affidare più sulla generazione a gas o a carbone per il Baseload elettrico nazionale, bisognerà sviluppare un insieme di soluzioni per garantire stabilità e continuità nella produzione di energia a un Mix energetico principalmente intermittente.

Energie rinnovabili, servono stoccaggio e scorte

La prima soluzione è sviluppare modalità di stoccaggio dell’energia, di modo che l’eccesso di energia prodotto nei momenti di disponibilità di Sole e vento possa essere utilizzato quando queste mancano. Questo non è solo il metodo più diretto per garantire flessibilità alla rete, ma è anche fondamentale nello sviluppo di mini-grid, nelle quali lo stoccaggio riduce al minimo l’utilizzo dei generatori diesel di back-up, e in generale di tutte le opzioni off-grid, in cui la rete non può fornire energia in caso di assenza di Sole o vento. Senza dimenticare poi che lo sviluppo di batterie, come metodo di stoccaggio, è necessario anche per l’elettrificazione del trasporto. Il problema, al momento, è che lo stoccaggio di energia è ancora poco diffuso, e costoso.

L’accumulo di energia di tipo elettro-chimico, cioè tramite batterie, ha ancora una quota molto piccola (1,9 GW), ma è la risorsa in crescita più veloce e potrebbe rappresentare il Breakthrough tecnologico chiave per la diffusione dello stoccaggio di energia; secondo McKinsey sono litio, batterie di flusso e tecnologie simili che garantiranno il dimezzarsi del costo dello stoccaggio già nei prossimi anni.

accumulo energetico per un mondo più sostenibile: sistemi di accumulo e storage

Non esiste ancora una ricetta definitiva

Lo stoccaggio non è però l’unico metodo per risolvere il problema dell’intermittenza delle rinnovabili. La variabilità può essere compensata, ad esempio, da generazione non intermittente; le opzioni più adatte al momento sono gas e idroelettrico, ma la maturazione di nuove rinnovabili e lo sviluppo del geotermico potrebbero rappresentare valide alternative.

Le stesse rinnovabili intermittenti possono essere combinate tra loro; in molte occasioni la generazione solare avviene quando manca quella eolica, e viceversa. In generale, un margine di capacità nettamente superiore al picco di domanda può essere un’opzione per ridurre il problema dell’intermittenza, ma difficilmente può rappresentare una soluzione unica; per coprire da solo la metà del fabbisogno energetico di una regione il solare dovrebbe avere una capacità pari al 250% del consumo medio giornaliero, mentre ora raramente il margine di capacità supera il 20% del picco di domanda.

Non esiste, in realtà, ancora una ricetta definitiva per eliminare il problema dell’intermittenza delle energie rinnovabili.

Questo anche perché, con una generazione rinnovabile ancora limitata, il problema non si è mai realmente posto. Sono queste però probabilmente le linee generali di come verrà affrontata la questione negli anni a venire, probabilmente non con lo sviluppo di un’unica soluzione (a meno di un Breakthrough tecnologico nello stoccaggio, ad esempio), piuttosto con un Mix di soluzioni dedicate per le esigenze specifiche di determinati Paesi e regioni. A ognuno, quindi, la sua soluzione più su misura.

Domotica: fornitori internet per migliorare il risparmio energetico

Quasi senza fare rumore, l’automazione domestica è stata progressivamente installata nelle nostre case. E lo ha fatto per rimanere. Ci stavo pensando l’altro giorno mentre mi guardavo intorno nella sezione casa di un centro commerciale. È stato allora che ho capito cosa c’era di nuovo nella sezione casa. Sono sempre stato un grande appassionato di tecnologie, e la verità è che mi piace essere consapevole di tutto ciò che arriva sul mercato dell’Elettronica e dell’Informatica.

Ammetto di non aver mai avuto troppa fretta di installare la domotica in casa mia, ma dopo aver visto l’infinità di dispositivi che sono stati venduti nel negozio, non posso fare a meno di essere informato sull’argomento. Ho usato Google e ho iniziato a leggere per cercare altre informazioni; in questo modo ho scoperto che i suoi benefici vanno oltre la mera automazione della nostra casa. In effetti, il grande progresso dei sistemi di automazione domestica è la possibilità di rendere la nostra casa più efficiente dal punto di vista energetico, che si traduce in ultima analisi in una riduzione della nostra bolletta elettrica. Infatti, grazie a questa tecnologia, il risparmio può arrivare fino al 25%. Non male, in effetti. Inoltre, è un modo per prendersi cura dell’ambiente.

Che tipo di tariffa per l’elettricità vuoi?

In ogni caso, oltre alle novità del settore e alle sue possibilità, volevo essere sicuro che si potesse davvero parlare di tariffe elettriche. Così, ho deciso di chiamare la mia azienda elettrica, che ha confermato che, logicamente, se si installa a casa una tecnologia che riduce il consumo di energia elettrica, ovviamente si paga meno in bolletta. Ha anche fatto notare che è inutile utilizzare la tecnologia più avanzata se poi si ha il contratto elettrico secondo le mie esigenze. Infatti, se ho contratto una tariffa con discriminazione oraria e ho bisogno di luce nelle ore più costose, non importa quanto poco consumo alla fine quei kW hanno comunque un prezzo più alto. In questi casi, ad esempio, sarebbe conveniente avere una tariffa stabile, con un prezzo fisso per kWh in ogni momento e in ogni condizione. Mi ha assicurato, in ogni caso, che se ho dubbi su quale tariffa contrarre, la cosa migliore da fare è dare un’occhiata a tutte le tariffe dell’elettricità e del gas in Italia

Allo stesso modo, la persona che mi ha assistito ha fatto bene a ricordarmi che un’altra strategia per risparmiare sulle tariffe dell’elettricità e del gas è, in caso di trasloco, optare per un cambio di proprietà della persona responsabile del pagamento della fornitura, in quanto il cambio di proprietario dell’elettricità e del gas è gratuito, mentre se si spegne l’elettricità, la prossima persona che entrerà nella vostra casa o nei vostri locali dovrà registrarsi per la fornitura, il che ha un costo.

I vantaggi

In ogni caso, come è possibile che, con più elettrodomestici in casa, si possano ottenere risparmi? Beh, si è scoperto che si può ottenere rendendo i sistemi di illuminazione più adattabili. Ad esempio, è possibile installare un sistema che permette alle luci di accendersi automaticamente quando si entra nella stanza o alle lampadine di ridurre la loro luminosità quando la luce naturale entra dalla finestra. Il risparmio energetico può essere ottenuto anche con le tende automatiche abbassate in modo che entri meno calore e non sia necessario utilizzare l’aria condizionata.

Un altro punto a favore dei sistemi domotici è che possono essere controllati tramite il cellulare. In effetti, credo che quest’ultima sia un’idea meravigliosa, in quanto permette di controllare la propria casa da chilometri di distanza. Non sarebbe bello tornare a casa dopo un viaggio e trovare la propria casa alla giusta temperatura? Con questa tecnologia, si può fare perfettamente, e si può anche controllare con la propria voce, che è molto conveniente e ancora più veloce! Naturalmente, c’è così tanto da aspettarsi, che avremmo bisogno di più articoli, ma se avete bisogno di saperne di più, potete cliccare qui per maggiori informazioni.
Per maggiori info consulta la pagina dell’ Autorità ARERA.

Fronius, già in più di 7.000 alla fiera virtuale

È iniziata a metà settembre e, nel giro di meno di un mese, ha raccolto più di 7.000 visitatori da tutto il mondo. Si tratta della fiera virtuale organizzata da Fronius, la cui partenza è coincisa con il lancio sul mercato del nuovo inverter ibrido Fronius Symo GEN24 Plus.

L’evento virtuale andrà avanti fino a fine 2020, dando così la possibilità agli interessati di osservare “da vicino” le soluzioni del produttore austriaco in attesa di tornare a potersi incontrare fisicamente.

Una vera fiera virtuale

Stand virtuale Fronius

Cosa è possibile trovare nello stand virtuale di Fronius? Innanzitutto prodotti, ma anche innovazioni digitali ed esempi concreti d’integrazione tra diversi sistemi, tutte progettati per la massima indipendenza energetica. Che si tratti di installazioni residenziali o commerciali, in zone remote oppure a supporto di altre fonti di energia, Fronius ha realizzato delle soluzioni ad-hoc per ogni esigenza.

Per visitare lo stand virtuale è sufficiente collegarsi alla pagina di iscrizione e accedere così a tutte le informazioni presenti.

L’esperienza ricreata da Fronius non è semplicemente passiva: è possibile infatti andare alla scoperta interattiva delle soluzioni e richiedere una consulenza individuale.

“I nostri esperti hanno già condotto oltre 80 tour in 19 lingue e il riscontro sulle presentazioni tecniche e gli eventi dal vivo è stato decisamente positivo. – ha spiegato Jasmin Gross, Product Marketing di Fronius International GmbH. – Grazie a questa soluzione anche la stazione compatta per la produzione, lo stoccaggio e il rifornimento di idrogeno verde Solhub può essere visitato proprio come dal vivo a Thalheim, in Alta Austria”.

I prodotti in mostra

Il nuovo inverter ibrido Fronius Symo GEN24 Plus ha attirato la maggior parte dell’attenzione.
Un altro punto di grande interesse è la Fronius Digital Experience con le nuove applicazioni online, come la Fronius Solar.start per la messa in funzione in 3 passaggi e le nuove versioni delle app Fronius Solar.web (per il monitoraggio intuitivo degli impianti) e Fronius Solar.SOS (per il servizio di assistenza).

Non sono mancate le applicazioni con sistemi di accumulo elettrici e termici e soluzioni per la mobilità elettrica.

ENEA: in ordine sparso verso gli obiettivi di risparmio energetico

Un rapporto annuale, quello sull’efficienza energetica redatto e appena diffuso da ENEA, per molti aspetti illuminante anche se con un grande, inevitabile limite: essendo, come sempre, relativo all’anno già concluso non può illustrare gli effetti della pandemia, fra l’altro non necessariamente negativi visto che in molti contesti stanno accelerando la transizione del comparto energetico dal fossile al green.

Prima stima sull’impatto del virus sui consumi energetici

In realtà, nelle molte pagine del rapporto qualche considerazione sulle conseguenze economiche del virus c’è. “Sulla base di dati ed informazioni disponibili a livello nazionale – si legge -, sia per lo scenario conservativo sia per quello più pessimistico, è stata effettuata una valutazione preliminare degli effetti della pandemia sui consumi energetici a livello regionale rispetto allo scenario tendenziale. E sulla base della dinamica ipotizzata per il Pil regionale, la riduzione stimata dei consumi energetici finali tra il 2019 e il 2020, per l’intero Paese, sarà compresa tra il -7,4% dell’ipotesi conservativa e il -11,1% dell’ipotesi pessimistica”.

Al 2019 obiettivo di risparmio energetico conseguito per il 77,2%

Fra i dati generali nazionali del rapporto ENEA spicca quello relativo all’obiettivo di risparmio energetico, indicato dal Piano d’Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica e dalla Strategia Energetica Nazionale per il periodo 2011-2020. Ebbene, al 2019 risulta essere stato conseguito al 77,2%. Un risultato, peraltro, frutto di situazioni ben diverse a livello settoriale.

In particolare, il residenziale ha già superato il target indicato mentre l’industria è ben oltre la metà del percorso (61,9%). I trasporti si trovano ancora a metà del guado (50,4% dell’obiettivo), mentre arranca il terziario, pubblica amministrazione compresa, che ha fin raggiunto meno di un terzo dal target prefissato (29,4%).

Risparmio energetico annuale - Rapporto Enea

Il ruolo fondamentale delle diagnosi energetiche

ENEA precisa che tra gli strumenti che hanno consentito il raggiungimento di questi risultati sul fronte del risparmio energetico figurano anche le diagnosi energetiche, fondamentali per ottimizzare gli interventi di efficienza energetica nelle imprese.

Il rapporto indica che a dicembre 2019 sono state presentate circa 11.200 diagnosi: “Se fossero realizzati gli interventi individuati, si otterrebbe un risparmio totale di 3,7 Mtep/anno, ripartiti soprattutto in minori consumi elettrici (29%), termici (7%) e di carburante (30%)”. Una stima, purtroppo, tutta da verificare, considerato ciò che sta accadendo in questo 2020…

“Efficienza energetica una leva efficace per la crescita”

A commento dell’indagine ci sono state le parole di Federico Testa: “I risultati che presentiamo – ha dichiarato il presidente ENEA – evidenziano che l’efficienza energetica è una leva efficace per risparmiare energia, ridurre le bollette, contrastare le emissioni inquinanti, ma anche per la crescita e l’occupazione. In questa fase di ripartenza post-Covid dobbiamo saper cogliere al meglio queste opportunità e iniziative, come il superbonus, che vanno nella giusta direzione”.

Lo stesso Testa ha poi sottolineato che “ampliare il raggio di azione degli interventi consentirà di amplificare le ricadute dell’efficienza e creare una filiera nazionale della white economy, rilanciando comparti strategici come l’edilizia e la produzione di beni e servizi. ENEA, anche come Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, è impegnata a 360 gradi in questa sfida che comprende la rigenerazione urbana e la riqualificazione degli immobili più degradati”.

Il problema della povertà energetica delle famiglie

Il presidente ENEA si è anche soffermato sul concetto di povertà energetica, definita come “una nuova forma di povertà e rischio sociale che, purtroppo, riguarda un numero sempre maggiore di famiglie”. E per stimare il fenomeno della povertà energetica in Italia, ENEA ha adottato uno strumento ispirato alla misura LIHC (Low Income – High Costs), impiegata dal Governo britannico. In questo modo è possibile evidenziare il legame significativo tra la povertà energetica e la situazione economica delle famiglie.

Nel 2016 il 10% delle famiglie italiane con i consumi più bassi aveva una spesa elettrica pari al 4,5% della spesa complessiva, mentre il 10% delle famiglie con i consumi più alti aveva una spesa elettrica pari all’1% della spesa complessiva. E per il periodo 2005-2016, il PNIEC stima che 2,2 milioni di famiglie si trovavano in povertà energetica.

Un problema a cui anche le politiche per l’efficienza energetica possono fornire delle risposte concrete. Al riguardo il rapporto sottolinea l’importanza dell’efficientamento energetico degli immobili, ritenuto uno strumento chiave per il contrasto a lungo termine del fenomeno nonché una leva strategica con forti ricadute sociali, economiche, ambientali e occupazionali.

povertà energetica - Rapporto Enea