Fotovoltaico con accumulo: la leva del Superbonus

Il Decreto Legislativo 19 maggio 2020 n. 34, conosciuto come Decreto Rilancio, prevede un Superbonus 110% per lavori di ristrutturazione edilizia legati a un miglioramento delle prestazioni energetiche di case e condomini. Tra gli interventi di efficienza energetica previsti anche l’installazione di impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo e colonnine di ricarica. Il Superbonus 110% si affianca all’Ecobonus 65% e 50, al Bonus Casa 50% per le ristrutturazioni, al Bonus Facciate…ma quest’ultimo è particolarmente restrittivo sia per accedervi sia per le tempistiche.

Vediamo le condizioni per poter sfruttare la meglio l’incentivo per il fotovoltaico e lo storage.

A quali edifici si applica il Superbonus

Ecobonus maggiorato del 110% si applica a condomìni, prime e seconde case e, come specificato dall’Agenzia delle Entrate, anche alle unità immobiliari all’interno di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti, con uno o più accessi autonomi dall’esterno, come nel caso delle villette a schiera. Restano escluse le abitazioni di tipo signorile e le abitazioni in ville che rientrano nelle categorie catastali A/1 e A/8 e A/9 ma non aperte al pubblico.

Gli interventi trainanti per accedere

logo superbonus 110%Obiettivo del Decreto Rilancio, oltre a dare nuovo slancio all’economia e all’edilizia, è quello di migliorare l’efficienza energetica del parco edilizio italiano che conta più di 10 milioni di unità immobiliari “energivore”, tra case e condomini. La condizione per ottenere il Superbonus 110% è quella di eseguire lavori trainanti di riqualificazione energetica e precisamente:

A questi interventi possono essere aggiunti quelli definiti trainati come il fotovoltaico, lo storage e l’installazione di colonnine per la ricarica elettrica.

Fotovoltaico, come funziona il Superbonus 110%

Come specificato nel provvedimento, la detrazione al 110% spetta per:

Con la circolare 60/E/2020, l’Agenzia delle Entrate ha specificato che il tetto di spesa di 48mila euro per l’installazione di pannelli fotovoltaici si somma ad altri 48mila euro per l’eventuale installazione, anche successiva, di sistemi di accumulo integrati negli impianti fotovoltaici.

È bene sottolineare che, per ottenere la detrazione al 110%, è necessario che:

Questo significa che è possibile ottenere la detrazione maggiorata solo se l’acquisto e installazione del fotovoltaico e dei sistemi di accumulo fa parte di un investimento più ampio.

Fotovoltaico e accumulo sono interventi trainati nel superbonus

Come beneficiare

È possibile richiedere la detrazione fiscale al 110% delle spese documentate per interventi effettuati tra il 1° luglio 2020 e 31 dicembre 2021 (anche se è molto probabile una proroga con la Legge di Bilancio di fine anno):

  1. pagando gli interventi e beneficiando del credito di imposta in 5 quote annuali di pari importo
  2. utilizzando il meccanismo della cessione del credito
  3. utilizzando lo sconto in fattura

Da sottolineare che per accedere al Superbonus è necessario migliorare l’edificio di almeno due classi energetiche dimostrandolo con l’attestato di prestazione energetica (APE) eseguito prima e dopo gli interventi, nella forma di una dichiarazione asseverata rilasciata da un tecnico abilitato.

Superbonus 110%: la soluzione targata FIMER

ADV FIMER superbonus 110%

Scopri le soluzioni FIMER per il Superbonus 110%

L’introduzione della misura ha avuto un impatto molto forte sulla filiera: aziende, distributori, installatori si stanno organizzando per rispondere alle esigenze dei consumatori che intendono beneficiare del Superbonus 110%. FIMER – primo produttore di inverter per energie rinnovabili in Italia e nel mondo – risponde con un ampio portafoglio di soluzioni che comprende inverter di stringa monofase e soluzioni per l’accumulo di energia adatti a sistemi fotovoltaici installati in impianti solari residenziali.

Resta inteso il pre-requisito iniziale: per accedere al Superbonus queste soluzioni devono essere installate in presenza degli interventi trainanti.

Tra le soluzioni troviamo:

REACT 2: l’accumulo efficiente e flessibile

REACT 2 è la soluzione per l’accumulo residenziale, con una batteria di lunga durata e un’ampia capacità di immagazzinamento di energia (da 4 a 12 kWh, in base al numero di batterie utilizzate), in grado di ottimizzare i benefici del fotovoltaico in termini di efficienza, risparmio e flessibilità, garantendo a ogni abitazione maggiore comfort nelle abitudini di consumo elettrico.

REACT 2 sistema di accumulo Fimer

Installare REACT 2 porta con sé tantissimi vantaggi!

Efficienza – È una soluzione integrata inverter + batteria con tecnologia agli ioni di litio che garantisce un’elevata efficienza nella conversione dell’energia e una vita utile maggiore delle batterie grazie a una logica di funzionamento che risulta ottimale in qualsiasi condizione.

Risparmio – REACT 2 aumenta la quota di autoconsumo dell’energia fotovoltaica prodotta (fino al 90% nei periodi con più ore di luce) assicurando un risparmio sulla bolletta elettrica.

Affidabilità – Qualità dei materiali e tecnologie innovative garantiscono sicurezza di utilizzo. Inoltre, è possibile monitorare il sistema in ogni momento, sia per quanto riguarda la produzione di energia che l’accumulo in batteria.

Semplicità – La flessibilità e la facilità di installazione, grazie ai connettori plug and play tra inverter e batteria, fanno di REACT 2 la scelta ideale sia per nuove installazioni, sia per retrofit.

Connettività – Il sistema di accumulo FIMER è dotato di una porta Wi-Fi integrata che rende possibile il monitoraggio della produzione fotovoltaica e del consumo di energia. Attraverso la App dedicata è possibile, ad esempio, programmare l’attivazione di alcuni elettrodomestici, visualizzare grafici relativi al consumo e ottenere consigli per aumentare l’autoconsumo utilizzando al meglio l’energia prodotta.

Flessibilità – La modularità consente di scegliere la taglia più adatta e, se si ha la necessità di espandere la capacità di accumulare energia, è sufficiente aggiungere dei moduli batteria.

Backup – In caso di black-out della rete elettrica è possibile alimentare dispositivi e impianti utilizzando l’energia accumulata.

https://www.youtube.com/watch?v=98lntlBQPK0&feature=emb_logo

Inverter di stringa UNO-DM-PLUSInverter UNO-DM-TL-PLUS-Q: efficiente, connesso e smart

La gamma di inverter di stringa monofase UNO-DM-TL-PLUS-Q è progettata per soddisfare le necessità di qualsiasi abitazione con un duplice obiettivo: sostenibilità e risparmio sulle bollette energetiche. Anche questa tipologia di inverter consente di usufruire della detrazione fiscale.

Tra i plus: la facilità di installazione e manutenzione grazie alla connettività integrata. da sottolineare l’importanza della connettività wireless nativa che ne facilità l’integrazione nelle smart home.

Inoltre, grazie al nuovo programma FIMER è possibile estendere gratuitamente la garanzia da 5 a 10 anni: è sufficiente accedere alla pagina dedicata, registrare il numero seriale dell’inverter e fornire i dati richiesti per estendere gratuitamente la garanzia.

 

Scopri di più a questo link sulle soluzioni FIMER che rientrano nel Superbonus 110%!

 

Studio Deloitte: nel 2030 egemonia delle auto elettriche

In questo periodo di assoluta incertezza è divenuto più difficile guardare oltre il breve orizzonte temporale. Per fortuna, però, c’è chi continua a farlo con esperienza e professionalità, fra l’altro aggiungendo capitoli importanti nel futuro della green economy. Un’attività, ad esempio, svolta da Deloitte con la sua ricerca dal titolo “Electric Vehicles, Setting a course for 2030” nella quale si delinea l’andamento del mercato dei veicoli non inquinanti (tra auto totalmente elettriche o full electric e ibride plugin) e lungo il prossimo decennio.

Ribaltamento delle posizioni

Molti gli spunti presenti nell’indagine, a cominciare dalla previsione di un autentico ribaltamento delle posizioni all’interno del comparto occupato dalle auto dotate di un sistema elettrico di propulsione. Infatti, Deloitte stima che entro il 2030 le auto totalmente elettriche (Bev) costituiranno oltre l’80% di tutti i veicoli elettrici venduti, quindi a scapito delle auto dotate sia di propulsione elettrica sia di motore a combustione interna (Phev), quest’ultime conosciute anche come vetture plug-in.

Auto totalmente elettriche: nel decennio crescita annua del 29%

Tradotto in numeri di mercato, questo significa una previsione di 25,3 milioni di auto totalmente elettriche vendute nel 2030 (81,7%) contro i 5,8 milioni di vetture plug-in (18,3%). Si giungerà a questi risultati in virtù di un trend di crescita del comparto molto sostenuto, con una media di un +29% annuo. Nel dettaglio, se nel 2020 il totale delle vendite “elettriche” dovrebbe essere pari a 2,5 milioni di veicoli, si arriverà ai 31,1 milioni del 2030 (Bev + Phev) passando per gli 11,2 milioni di auto vendute nel 2025.

Grafico con andamento auto totalmente elettriche e ibride

L’andamento dei veicoli a combustione

C’è da dire che a questo andamento non farà da contraltare un’altrettanto uniforme decrescita dei tradizionali veicoli con motore a combustione interna (Ice). Anzi, dopo il drastico calo nell’anno in corso a causa della pandemia, la ricerca indica che la vendita di quest’ultimi dovrebbe sostanzialmente risalire fino al 2026, portandosi così poco al di sotto (81,7 milioni di vendite annue) dei livelli pre-coronavirus. Soltanto allora inizierà la decisiva discesa dell’auto a combustione provocata dall’impetuosa espansione del comparto dei veicoli elettrici.

La supremazia della Cina

Un’altra parte interessante dell’indagine effettuata da Deloitte è relativa alla futura diffusione dell‘auto elettrica per comparti geografici. Una previsione che verrà smentita assai difficilmente dai fatti è quella che vuole la Cina assoluta leader del mercato globale. Infatti, la supremazia del gigante asiatico viene indicata in modo schiacciante, con la metà (49%) dell’intero parco mondiale di veicoli elettrici che circolerà sul suo territorio al termine del decennio. Un altro dato importante, questa volta relativo al mercato interno cinese, indica che nel 2030 praticamente la metà delle auto vendute (il 48%) avrà propulsione elettrica.

vendita auto elettriche aree geografiche

Il ruolo dell’Europa

E il nostro continente? Seppur non a livello della Cina, le previsioni per il 2030 effettuate da Deloitte appaiono comunque lusinghiere. In particolare, si stima che per quella data l’Europa deterrà una quota globale dei veicoli elettrici venduti pari al 27%, quasi doppia rispetto a quella che sarà ottenuta dagli Stati Uniti, il 14%. Situazione non dissimile nella stima relativa alle quote interne di mercato, considerato che nel 2030 viene previsto un 42% di veicoli elettrici venduti in Europa a fronte del 27% negli Stati Uniti.

Economia circolare: cos’è, dove e cosa porta?

Spesso se ne parla, o se ne sente parlare. Molte volte viene proposta come una soluzione utile e virtuosa per limitare i danni provocati dall’Uomo al Pianeta. E come uno degli strumenti per realizzare Sostenibilità e Sviluppo sostenibile. Altre volte viene descritta come una panacea in grado di rendere possibili cose mirabolanti, quasi miracolose.
Ma cos’è, in concreto, l’Economia circolare? A cosa serve, e come si fa? Innanzitutto, è il caso di sottolineare che di fatto oggi non esiste una definizione univoca di Economia circolare. Secondo un articolo accademico del 2017 di tre ricercatori e studiosi, esistevano già circa 115 definizioni di Economia circolare. Oggi potremmo essere arrivati tranquillamente a quota 150 o forse molte di più.

“L’Economia circolare oggi non ha ancora formulato una sua teoria generale, un modello relativamente semplice che abbia una definizione chiara e condivisa”, rimarca Walter Stahel, nel suo volume ‘Economia circolare per tutti’ pubblicato da Edizioni Ambiente. E sottolinea: “in pratica, c’è spesso un caos concettuale attorno a questo principio. Allo stesso tempo, per sapere che cosa è l’Economia circolare bisogna analizzarla nella sua complessità, non ingabbiata in una definizione sintetica”.

Economia circolare: non solo “riciclare, riusare, ridurre”

Copertina Libro Economia Circolare per tutti

Uno dei suoi (tanti) slogan ispiratori può essere quello delle 3R, “riciclare, riusare, ridurre”. Perché l’obiettivo non è e non può essere soltanto il riciclo, ma ancora di più la riduzione degli sprechi e dell’uso delle risorse. L’Economia circolare è uso condiviso, produzione artigianale, attitudine alla cura, riutilizzo, manutenzione. È recupero, conservazione, evitare sprechi e duplicazioni superflue, estensione del ciclo di vita dei prodotti, Remanufacturing.

“L’Economia circolare industriale si occupa di mantenere e gestire il controllo lungo l’intero ciclo di vita degli Stock produttivi creati dall’uomo, che siano oggetti o materiali”, spiega Stahel, “i proprietari e utenti – tutti coloro che da ‘consumatori’ diventano ‘utenti’ – devono agire in modo che gli oggetti industriali rimangano in buono stato”. Proprio per non doverli sostituire.

Quando è stata la prima volta che si è parlato di qualcosa di simile? Nel 1966 l’economista Kenneth Boulding introduce, nel suo libro ‘The Economics of the coming spaceship earth‘, l’idea della Terra come una navicella spaziale che ha a disposizione un quantitativo limitato sia di risorse sia di possibilità di smaltimento dei rifiuti: la nostra sopravvivenza appare dunque legata alla capacità di usare bene e custodire con cura quello che abbiamo a disposizione, rigenerando i materiali che utilizziamo. Il viaggio parte da lì. In Italia, sul quotidiano La Repubblica l’espressione ‘economia circolare’ appare per la prima volta il 12 marzo 1998, mentre nell’archivio storico dell’agenzia di stampa Ansa c’è una prima citazione nel 2003.

Una alternativa all’economia lineare (dello spreco)

Che differenza c’è tra Economia circolare e quella lineare (tradizionale)? L’economia circolare nasce in antitesi e in alternativa a un modello economico basato sul processo e sul percorso “estrarre-produrre-consumare-dismettere”, ovvero l’economia lineare. É stata già la prima rivoluzione industriale, quindi nella seconda metà del Settecento e inizi Ottocento, a sviluppare la produzione di massa, e quindi il consumo di massa: da allora, riusare, riadattare, riciclare prodotti e oggetti è stato sempre meno necessario, potevano e possono essere facilmente sostituiti ricomprandone di nuovi. Ai produttori conviene tutto questo, per vendere prodotti nuovi.

L’Economia industriale lineare “finisce al Punto vendita, dove la proprietà e la responsabilità legale vengono trasferite all’acquirente. I rifiuti sono il problema non del produttore, ma di qualcun altro”, fa notare l’autore del libro. Che rileva: “un’Economia circolare inizia invece al Punto vendita, e punta a mantenere il valore e l’utilità degli oggetti industriali, e il valore e la purezza dei materiali industriali, il più a lungo possibile. Ha sempre avuto l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo degli oggetti, non la loro produzione; di preservare il valore d’uso degli Stock di beni. Per esempio, vendere le prestazioni dei beni – come un servizio d’uso –, al posto dei beni stessi, permette ai cittadini alla moda e consapevoli di continuare a godere dell’uso di beni che cambiano frequentemente, ma senza generare rifiuti”.

Economia circolare, competenze verdi, green jobs

È la buona gestione delle risorse e la cura delle stesse – e di ciò che generano –, al posto di efficienza e produttività spinte, ma consumatrici e distruttive di risorse. Tutto ciò, libera risorse che restano disponibili o che possono essere adoperate per altri scopi ‘sostenibili‘. E materiali sprecati, invece, equivalgono a soldi sprecati. Per questo, l’Economia circolare è migliore – dal punto di vista economico, ambientale e sociale – dell’economia attuale del “prendi, produci, vendi, usa e butta via”.

Cosa fare per sviluppare l’Economia circolare

Cosa si può fare per sostenere e sviluppare l’Economia circolare? Come singolo individuo, si sostiene l’Economia circolare ad esempio decidendo di riparare un oggetto, invece di buttarlo e comprarne uno nuovo, o di comprarne uno di seconda mano. In questo modo, tra l’altro, si sostiene l’economia locale piuttosto che l’industria globale.

Come produttore, si sviluppa l’Economia circolare decidendo, ad esempio, di vendere beni con una garanzia più lunga, con una garanzia di Buy-back, o affittando beni invece di venderli.

Come politico, si favorisce l’Economia circolare per esempio introducendo tasse sui rifiuti e sul consumo delle risorse piuttosto che sul lavoro. Secondo questa visione, il lavoro umano è una risorsa rinnovabile, e quindi circolare, e non dovrebbe essere tassato, o il meno possibile: 11 Stati americani, tra cui Florida e Texas (due potenze dell’economia Usa), non tassano il reddito da lavoro. In questo caso, lo fanno più per scelte liberiste che ‘circolari’, ma ciò dimostra che il successo economico di un territorio non dipende dalle imposte sul reddito.

Una proposta tra le tante potrebbe essere, ad esempio, questa: passare da un sistema di tassazione del lavoro a uno di tassazione dell’impiego sui materiali non rinnovabili. La materia prima seconda e i modelli di business dell’Economia ‘rinnovabile’ sono circolari, quindi dovrebbero essere esentati o ricevere aliquote fiscali ridotte, non addebitando l’Iva sulle attività per la conservazione e il riuso. Tutto questo significa procedere verso un futuro sostenibile.

SMA Energy, impianto fotovoltaico sotto controllo

I possessori di un impianto fotovoltaico sono estremamente attenti alla produzione di energia dei propri pannelli e al consumo – in particolare in presenza di sistemi di accumulo – che possono farne.

SMA Energy è una App sviluppata da SMA che offre ai proprietari di impianti fotovoltaici la possibilità di gestire il proprio impianto in maniera completa.

Si tratta della naturale evoluzione dopo la creazione di SMA 360°, App mirata al supporto degli installatori nell’attività quotidiana: SMA Energy semplifica il risparmio energetico degli utenti finali, perché consente di visualizzare produzione e consumo di energia, avere sotto controllo autoconsumo e prelievo dalla rete e ottenere informazioni sempre aggiornate sullo stato di carica dell’energia accumulata in un’eventuale batteria.

SMA Energy dunque risponde alle principali domande che tutti i possessori di pannelli fotovoltaici si pongono: in questo momento l’energia solare viene usata per il funzionamento della pompa di calore o per ricaricare l’auto elettrica? Qual è l’impronta ecologica della mia abitazione da quando è iniziata la produzione di energia elettrica fotovoltaica? Come posso gestirla al meglio?

Le funzionalità di SMA Energy

La app SMA Energy si presenta con una interfaccia intuitiva, nella quale visualizza tutti i dati energetici rilevanti provenienti da Sunny Portal, il portale online di SMA.

Sono presenti anche le previsioni di irraggiamento e i suggerimenti per aumentare la quota di autoconsumo che consentono di ottimizzare l’energia prodotta, la dashboard dei valori energetici in tempo reale e l’accesso all’archivio dati per avere sotto controllo i risparmi in termini economici e di emissioni.

Chi dispone inoltre di una batteria per accumulare l’energia autoprodotta potrà visualizzarne lo stato di carica, mentre i possessori di veicoli elettrici che hanno installato la wallbox intelligente SMA EV Charger possono programmare la ricarica della propria auto elettrica sfruttando l’energia solare più conveniente possibile.

Tutti i carichi domestici collegati a Sunny Home Manager potranno essere gestiti anche tramite l’app.
Un’altra funzione pratica è la cronologia del bilancio energetico e dei costi, che consente di individuare i carichi energivori e contribuisce a ridurre gli sprechi energetici.
La app SMA Energy può essere scaricata da Google Play Store o da App Store.

Smart City o Adaptive City?

La popolazione mondiale è in continua crescita e sono sempre di più le persone che abitano le città del mondo, tanto che le stime prevedono che nei centri urbani si concentrerà entro il 2030 almeno il 70% degli abitanti del nostro pianeta. Tutti i paesi sono costantemente protagonisti di un processo evolutivo, che ormai porta tra le sfide principali la gestione del fenomeno dell’urbanizzazione.

Si parla di sfide in quanto una crescita demografica incontrollata o ad un tasso molto più elevato di quello dello sviluppo urbano, può avere molte conseguenze negative. Inoltre, questo importante sviluppo delle città, soprattutto se mal indirizzato, ha un notevole impatto sull’ambiente. La lotta ai cambiamenti climatici e la preservazione dell’ambiente sono altri due obiettivi per le città del futuro (e di oggi). Questo significa che una città non può fare a meno di infrastrutture efficienti e sicure, di servizi evoluti, di spazi verdi e luoghi dedicati alla socialità, di edifici efficienti e innovativi, ma anche di politiche sociali, economiche ed ambientali che mirino ad un vero sviluppo sostenibile.

urbanizzazione richiede nuovi modelli di città

Tecnologia, innovazione e cambiamenti: andare oltre

Sono ormai alcuni anni che si parla di Smart City, ovvero di città intelligenti che, grazie anche alla tecnologia, possono vincere le sfide citate. Trasformare una città in una Smart City significa intervenire in diversi ambiti, partendo dall’evoluzione digitale e dalle nuove tecnologie innovative, coinvolgendo l’amministrazione e i cittadini e favorendo il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente. Una Smart City, teoricamente, garantisce ai cittadini una qualità della vita elevata e alla città un minor impatto ambientale.

La tecnologia, in questo quadro, è il principale strumento abilitante.

L’Internet of Things, i Big Data e la sensoristica, infatti, permettono di raccogliere dati e informazioni in tempo reale ed analizzarli, con applicazioni in ambiti come la sicurezza, la mobilità o il risparmio energetico. Innovazione e digitalizzazione trasformano ogni settore dell’attività umana ed ogni sfera cittadina, dalla Governance all’economia. Gli studi e le applicazioni in ambito Smart City stanno crescendo e, con l’esperienza, si iniziano a cogliere pregi, difetti, punti di forza e limiti di un paradigma che, pian piano, viene rimodulato.

Nelle definizioni di Smart City e in moltissimi dei progetti applicati, infatti, manca un tema fondamentale, ovvero la velocità con cui avvengono cambiamenti ed eventi che interessano il tessuto urbano. Per questo è necessario fare un passo in più e, senza abbandonare tutto quanto di positivo risiede nella teoria delle Smart City, ampliare il paradigma della città del futuro.

Che cos’è una Adaptive City e che vantaggi offre

La pandemia che ha toccato il mondo intero durante quest’anno è solo l’ultimo degli esempi di come la città debba evolversi in modo da essere sempre pronta ad affrontare eventi e cambiamenti anche importanti e improvvisi. Ne sono un altro esempio i sempre più frequenti e ingenti danni ai centri urbani dovuti ad eventi atmosferici eccezionali, come alluvioni, tempeste, frane e terremoti. La Smart City deve evolversi e diventare una Adaptive City, cioè una città adattiva, in grado di leggere un cambiamento, reagire ed adattarsi. Questo significa che le città devono essere flessibili e resilienti.

Per trasformare una città in una Adaptive City è innanzitutto necessario intervenire con la riqualificazione di aree critiche, che presentano già problematiche significative e sono esposte regolarmente a fenomeni come esondazioni o cedimenti del terreno. Successivamente, anche grazie alla nuova tecnologia e a quanto studiato con le Smart City, si dà vita ad una città in grado di monitorare eventi e fenomeni che la interessano e rispondere di conseguenza. In questo senso, la sensoristica e i Big Data sono di enorme aiuto e permettono di monitorare costantemente i centri urbani ed eventuali fenomeni ambientali (e non solo) potenzialmente critici.

Aggiungendo il contributo dell’Intelligenza Artificiale è possibile pensare ad una città che legga cambiamenti ed eventi, li analizzi, li comprenda ed impari in autonomia a dare la risposta corretta (“self-learning”). Un approccio che si può applicare ad esempio alla gestione del traffico e della mobilità di persone e merci, alle infrastrutture, ai sistemi di comunicazione, alla gestione delle emergenze. Le tecnologie non mancano, devono solo essere applicate.

Progetto Casa Connessa: leggi e scarica lo speciale di Elettricomagazine

Sicurezza, benessere, efficienza energetica, risparmio in bolletta: sono solo alcune delle esigenze di oggi. Ma come ottenerle? Grazie alla casa connessa, Smart Home.  Dietro a questo nome si cela una tecnologia ormai matura, capace di rendere la vita più agevole grazie a tanti dispositivi, applicazioni e soluzioni sul mercato.

Come testimoniato dagli ultimi dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, il mercato italiano della Smart Home ha raggiunto nel 2019 una quota di 530 milioni di euro, con un aumento pari al 40% rispetto al 2018.

Copertina Progetto casa connessa - ElettricomagazineProgetto Casa Connessa: il magazine digitale

Questo speciale è dedicato alle tecnologie e soluzioni in grado di controllare i dispositivi e gli impianti presenti in casa, programmando e automatizzando la maggior parte delle funzionalità. Progetto Casa Connessa affronta le diverse tematiche che consentono di rendere una casa:

Ovviamente non potevano non essere trattate tematiche come l’autoconsumo, la produzione di energia sostenibile, la mobilità elettrica e la qualità dell’aria. Non ultimo approfondimenti dedicati al Superbonus 110%, la maxi agevolazione fiscale per riqualificare gli edifici.

Progetto casa connessa - Elettricomagazine

 

Ma quali sono i vantaggi di una casa connessa?

Efficienza e risparmio energetico – possibilità di controllare, gestire e monitorare le apparecchiature che normalmente funzionano singolarmente, assicurando una riduzione dei costi della bolletta elettrica e degli sprechi energetici

Sicurezza – sistemi e impianti assicurano la protezione delle persone e delle cose inviando allarmi e segnalando incendi, fughe di gas o intrusioni

Comfort – touch-screen, smartphone, APP o semplici telecomandi assicurano il controllo della climatizzazione e il riscaldamento, la regolazione dell’illuminazione, l’accensione di un elettrodomestico con l’intento di migliorare la qualità della vita quotidiana

Facilità e semplicità di utilizzo – comandi semplici, interfacce user-friendly e intuitive permettono di programmare anche le funzioni più complesse

Funzionalità – queste tecnologie sono un valido aiuto per utenti anziani o diversamente abili che possono rendersi autonomi grazie sistemi semplici da utilizzare ma che integrano funzioni complesse

Flessibilità – una abitazione intelligente è espandibile aggiungendo nuove funzioni e nuovi oggetti connessi nel corso tempo, adattando gli impianti alle esigenze dell’utente.

Leggi e scarica gratuitamente il magazine e scopri come la smart home abbia la possibilità di migliorare la nostra vita.

Lo speciale “Progetto Casa Connessa” è stato realizzato grazie al prezioso contributo di: ABB Italia, BTicino, Carrier DX, Daikin, D-Link, Fantini Cosmi, FIMER, Fronius, Gewiss, Mitsubishi Electric, Toshiba Italia Multiclima.

Progetto casa connessa -Elettricomagazine

Mezza stagione? Un climatizzatore per il clima ideale

Ottobre: il mese nel quale al mattino si arriva a pochi gradi sopra lo zero, nel pomeriggio talvolta si toccano i 20 gradi e la sera piove.
Non un bel clima, soprattutto se in casa non si riesce a raggiungere la temperatura ideale.
Da questo punto di vista l’apporto di un climatizzatore può aiutare a ottenere il giusto comfort in casa.

Massimo comfort, anche con la mezza stagione

Samsung Wind-Free

La mezza stagione può creare scompiglio e senso di stanchezza a causa degli sbalzi di temperatura. Un climatizzatore può aiutare a ristabilire il giusto livello di temperatura e umidità.

Ma come ottenere una temperatura ottimale senza fastidiosi getti d’aria? Ormai da anni Samsung, con le proprie soluzioni Wind-Free, disperde l’aria in modo delicato e uniforme attraverso 21.000 microfori e, al raggiungimento della temperatura desiderata, viene mantenuta creando così una condizione di “still air” ideale.

La sera invece, quando si ha voglia di qualche grado in più, si aziona la pompa di calore per migliorare il comfort.
Oltre a evitare getti d’aria diretti, l’unità di climatizzazione Wind-Free permette di respirare aria pulita e avere un ambiente domestico sano, essendo dotato di un avanzato filtro Tri-Care in grado di neutralizzare fino al 99% di virus e batteri più comuni, oltre al 98% di allergeni. La densità del filtro riduce anche la presenza di polveri sottili e, grazie alla funzione Auto Clean, evita l’accumulo di batteri e odori.

L’importanza di un climatizzatore intelligente

Comfort serale Samsung Wind-FreeA nessuno piace cambiare continuamente le impostazioni di un climatizzatore: più caldo, meno caldo, più umido, meno aria… Anche da questo punto di vista, Samsung Wind-Free viene incontro alle esigenze di comfort con l’innovativa funzione AI Auto Comfort, che ottimizza automaticamente le varie modalità del climatizzatore passando in automatico alla modalità più idonea mantenendo le condizioni di temperatura ottimali.

Trattandosi di un modello connesso (dispone infatti di Wi-Fi integrato), Wind-Free può essere controllato e monitorato da remoto tramite smartphone anche quando si è fuori casa.

Sempre restando in tema di mezza stagione, non è raro uscire di casa con previsioni pessime e arrivare a metà pomeriggio con l’afa. Accendere il condizionatore quando si esce dall’ufficio permette di trovare la giusta temperatura e umidità al proprio rientro.

Wind-Free dispone infine di un sensore integrato per il rilevamento del movimento, che tiene traccia degli spostamenti all’interno della stanza, direzionando il flusso e modificando automaticamente le impostazioni del condizionatore. In questo viene anche ridotto il consumo di energia, garantendo una gestione dei consumi al vertice della categoria (è in classe energetica A+++).

Inquinamento luminoso e risparmio energetico

Che cosa si intende per inquinamento luminoso? L’inquinamento luminoso è provocato dall’interferenza delle luci artificiali con la quantità di luce naturale altrimenti presente. L’inquinamento luminoso si manifesta durante le ore notturne e ha diverse conseguenze, troppo spesso sottovalutate. L’eccessiva presenza di luci artificiali, infatti, può provocare danni e rischi sia per l’ecosistema, che per la salute delle persone.

Gli effetti sulle persone

Tra gli effetti ci possono essere forme di depressione, disturbi nel ciclo del sonno e una maggior facilità a sviluppare alcune patologie, a causa di una riduzione dell’efficacia del nostro sistema immunitario. Oltre a ciò, l’inquinamento luminoso ci priva anche della possibilità di ammirare elementi della natura come, ad esempio, la Via Lattea, che ormai non è visibile al 60% delle persone che abitano in Europa e all’80% di quelle che vivono negli Stati Uniti. La luce può propagarsi anche per centinaia di chilometri e contaminare anche luoghi e ambienti lontani dai centri urbani, dove generalmente c’è la maggior concentrazione di corpi illuminanti.

La causa principale di questa forma di inquinamento è riconducibile all’illuminazione pubblica esterna, ancora troppo spesso caratterizzata da impianti non a norma e che disperdono energia verso la volta celeste. A regolare la materia dell’inquinamento luminoso, però, si ritrovano principalmente solo leggi regionali, di cui la prima è stata quella introdotta dal Veneto nel 1997. Vi è poi la UNI 10819 che delinea i requisiti degli impianti di illuminazione esterna, in modo da limitare la dispersione del flusso luminoso delle sorgenti artificiali verso l’alto.

Economia circolare, competenze verdi, green jobs

Il legame tra inquinamento luminoso e risparmio energetico

Inquinamento luminoso e necessità di un maggior risparmio energetico sono due temi che possiamo considerare sovrapponibili. La presenza stessa di una quantità eccessiva di luce artificiale, infatti, sottende un consumo elevato di energia e, molto spesso, attraverso impianti e dispositivi vecchi e poco efficienti. Negli anni sono stati condotti diversi studi mirati ad analizzare e quantificare i consumi energetici suddivisi per settori e utilizzi.

Secondo l’Osservatorio dei conti pubblici italiani i paesi in cui si spreca una quantità pro capite maggiore di luce sono il Portogallo, la Spagna e l’Italia. Questo studio sottolinea anche che non c’è corrispondenza tra i paesi o le aree maggiormente ricche con lo spreco di energia dovuto all’illuminazione. Anzi, generalmente i paesi con il Pil maggiore sono anche quelli in cui si raggiungono i risultati migliori in termini di risparmio energetico. Giusto per quantificare questo spreco, risulta che nel 2017 l’Italia ha speso 1,7 miliardi di euro per l’illuminazione pubblica, con un consumo di circa 6.000 GWh.

Il consumo pro capite è di 100 kWh, che corrisponde al doppio della media europea. I risparmi energetici (ed economici) potrebbero essere davvero importanti, basti pensare che la Germania, a seguito di un intervento strutturato e diffuso di riqualificazione durato quasi dieci anni, ha ridotto i propri costi del 53%.

L'illuminazione pubblica e l'inquinamento luminoso

Come intervenire per ridurlo e risparmiare energia

Ridurre lo spreco di luce, e quindi di energia, è possibile e ci sono diverse soluzioni, che nel loro complesso potrebbero assicurare risparmi di milioni di euro e di tonnellate di CO2. Innanzitutto, è necessario razionalizzare l’uso della luce, evitando sprechi e di illuminare eccessivamente luoghi dove non vi è una reale necessità. La luce risponde sicuramente a bisogni di fruibilità e di sicurezza, ma molto spesso si tende ad esagerare e sono molte le aree industriali, le vie e le aree extra urbane illuminate a giorno 24 ore su 24.

È chiaro che un uso regolato della luce non è sufficiente se si deve contare su impianti non efficienti e che causano un elevato spreco di energia. Da alcuni anni sono tantissimi i comuni italiani che si stanno mobilitando per una riqualificazione completa della rete di illuminazione pubblica, sostituendo lampade e lampioni esistenti con nuovi modelli a LED.

Questa tecnologia ha una durata maggiore e consuma molta meno energia. Questi interventi, inoltre, sono l’occasione per fare un passo in più e valutare l’installazione di lampioni intelligenti e che integrano ulteriori funzioni, in ottica di “smart city”. Oggi è necessario scegliere corpi illuminanti che proiettano luce verso il basso e che permettano di ricorrere a soluzioni come la regolazione dell’intensità della luce (anche automatica e autoadattiva) e l’uso di sensori di presenza. La combinazione di queste possibilità, combinate ad una manutenzione regolare e precisa da parte delle amministrazioni, può portare nel tempo anche a risparmi energetici del 60 o addirittura del 70-80%.

È chiaro che sono fondamentali anche azioni mirate alla sensibilizzazione sul tema, rivolta sia alla popolazione in generale, che ai tecnici e agli addetti del settore, che rimangono un importantissimo veicolo di diffusione dell’informazione e che possono giocare un ruolo fondamentale nel favorire certe scelte, supportando i Comuni.
Risparmiare energia e ridurre l’inquinamento luminoso offre doversi vantaggi all’ecosistema, all’ambiente in generale, alla salute delle persone.

Climatizzazione sostenibile a Palazzo Borromeo D’Adda

Realizzare un sistema di climatizzazione sostenibile all’interno di una dimora storica non è sfida da poco. Ma è la strada da percorrere per efficientare il grande patrimonio artistico e culturale italiano, a cominciare dai centri urbani. Un percorso di economia circolare concretizzato da Daikin nel primo intervento con gas refrigerante rigenerato, realizzato nei sontuosi spazi di Palazzo Borromeo d’Adda a Milano.

Gli obiettivi? Garantire comfort ed esperienze di qualità rispettando i vincoli architettonici, abbattendo gli sprechi e riducendo al minimo l’impatto ambientale. Vediamo come le tecnologie green di Daikin abbiano permesso a progettisti e committenti di raggiungerli.

Comfort e qualità dalla climatizzazione sostenibile

Partiamo dalla storia. Rappresentante del grande stile neoclassico del XVIII secolo, Palazzo Borromeo d’Adda è stato protagonista negli anni di una continua lotta per la “sopravvivenza”. Dopo i gravi danni recati alla struttura dalle incursioni aree del 1943, la residenza è stata completamente riqualificata nel 1948, secondo una metodologia progettuale orientata al dialogo con il manufatto antico.

L’investimento in nuove tecnologie è volto non solo al risparmio energetico e all’azzeramento delle emissioni ma anche alla volontà di offrire servizi di massima qualità clienti e ospiti

Con il nuovo intervento, era fondamentale rendere l’edificio il più efficiente, sostenibile e contemporaneo, puntando soprattutto sul rinnovamento degli impianti. “Lavorare su un immobile di questo tipo è stato impegnativoracconta Andrea Ludovico Borri, Senior Arch & Founder dell’omonimo studio milanese -. Bisognava integrare tecnologie molto evolute in un contesto che non le prevedeva. Si è cercato di dare una seconda vita sostenibile al palazzo, puntando su una temperatura costante e su un modo più rispettoso di fruire gli spazi”. Artefici di tutto questo, i sistemi di climatizzazione Daikin installati nella residenza milanese dai professionisti di Vergani Impianti.

Climatizzazione sostenibile con i sistemi VRVTecnologie green in azione

A livello tecnologico, i progettisti hanno optato per una soluzione a recupero di calore, che permette di ottenere la massima flessibilità nella gestione del comfort nei diversi ambienti. La grande novità sostenibile riguarda poi il gas refrigerante rigenerato, quindi a impatto zero, utilizzato per alimentare l’impianto.

Il sistema di unità esterne VRV IV+, posizionate sulla copertura dell’edificio, è composto da:

Architettura e tecnologia: integrazione riuscita

Un intervento efficace ma discreto. Negli ambienti del secondo piano, infatti, l’immissione di aria trattata avviene attraverso diffusori da controsoffitto a microfori. In ogni locale climatizzato, inoltre, la temperatura può essere impostata in maniera autonoma grazie agli eleganti comandi a filo Madoka. Negli spazi delle Sale d’Onore, ristrutturati per ospitare eventi privati ed esclusivi, il sistema di immissione ed estrazione dell’aria ambiente è stato reso il meno invadente possibile con apposite canalizzazioni.

La residenza d’epoca di proprietà della famiglia Borromeo si è così trasformata in un perfetto esempio di coesione tra moderno e antico. Ovvero di integrazione tra tecnologia sostenibile, utilizzo degli spazi interni e stile architettonico originario.

Missione economia circolare

L’impianto di climatizzazione sostenibile rappresenta un primo e ideale impiego del gas refrigerante R410A rigenerato anche per la carica aggiuntiva in loco. Una soluzione che rientra nel modello di sostenibilità “Loop by Daikin”, pienamente rispondente agli standard AHRI700.

“Loop by Daikin non è solo un progetto ma un’attitudine – spiega Stefania Bracco, Airco Sales Division Co-Manager Daikin Italy -. Un movimento che vogliamo realizzare insieme a tutti i nostri partner per attuare un’economia circolare nel nostro settore che comprenda materiali e gas refrigeranti”.

Blocchi distributori pronti per il collegamento

La gamma prodotti PTFIX di Phoenix Contact è stata ampliata con blocchi distributori con sezione nominale di 10 mm². I blocchi di distribuzione con connessione push-in senza ausilio di attrezzi sono pronti per essere utilizzati, è sufficiente, una volta tolti dalla confezione, collegarli.

Le caratteristiche e vantaggi dei blocchi distributori

Risparmio di tempo fino all’80% – I singoli blocchi pronti per il montaggio non necessitano del ponticellamento manuale

Risparmio di spazio – Risparmio fino al 50% grazie al montaggio trasversale sulla guida di supporto

Facilità di installazione – Tutti i blocchi possono essere allineati e ponticellati con jumper standard del sistema di morsetti componibili Clipline complete

Flessibilità di installazione – Le guide adattatrici per il CrossPowerSystem consentono di fissare i blocchi distributori alla scheda di distribuzione dell’alimentazione in modo flessibile

Vasta scelta – Sono disponibili in undici colori per montaggio su guida di supporto, montaggio diretto o montaggio adesivo

Configurazione personalizzata

Per la creazione personalizzata dei blocchi distributori in modo semplice e guidato, Phoenix Contact offre il configuratore PTFIX basato su applicazione web. Sono facilmente individuabili le caratteristiche relative a numero di poli, tipologia di montaggio, colore e siglatura. Grazie alla connessione integrata con l’E-Shop di Phoenix Contact, la configurazione consente sia la determinazione del prezzo sia la possibilità di eseguire l’ordine.