Efficienza industriale in pratica

Efficienza industriale ai tempi della pandemia: si può fare. La crisi sanitaria sta cambiando il mondo, e con esso il nostro modo di vivere e di lavorare. Non abbiamo la sfera di cristallo per immaginare il futuro della produzione industriale, ma difficilmente tutto tornerà come prima. Nel frattempo, le fabbriche sono alla ricerca di flessibilità, mentre “sopravvivono” a condizioni operative anomale e supply chain in frammenti. Tutto questo con la priorità di garantire ai dipendenti salute e sicurezza sul luogo di lavoro.

Come adattare la propria azienda a questa rivoluzione? Cosa reinventare e cosa mantenere per trarre il meglio dalle risorse esistenti? Le risposte concrete si trovano nella convergenza digitale degli asset, ribadiscono gli esperti di Schneider Electric intervenuti durante le tre giornate di Innovation Talks.

I principali “nemici” dell’efficienza industriale

La prima grande sfida in questo periodo si chiama forza lavoro. In molti casi, le norme sul distanziamento sociale hanno comportato una sensibile riduzione del personale e, di conseguenza, della produttività aziendale. A ciò si aggiungono lo sforzo di apprendimento delle nuove procedure operative e le difficoltà legate alla manutenzione di macchine e impianti.

Spesso, poi, gli imprenditori sono costretti a “frenare” gli investimenti innovativi per risolvere urgenti questioni di continuità operativa. “Le aziende sono costrette a fare di più con ciò che hanno, con meno persone e con consulenti in grado di intervenire solo da remoto – commenta Mike Jamieson, Segment President Consumer Packaged Goods di Schneider Electric -. Questo mentre la supply chain si fa sempre più discontinua e i magazzini diventano pericolosamente snelli”.

Come gestirli? Esempi di trasformazione digitale

Gli obiettivi chiave dell’industria, lo abbiamo detto, sono la sicurezza delle persone e la continuità operativa. Da raggiungere mantenendo efficienza e tenendo conto delle contingenze più o meno prevedibili, come sperimentato in questa emergenza globale.

La soluzione? Affidarsi a soluzioni connesse in almeno tre ambiti:

Il mercato si muove da remoto

Gli OEM, in particolare, possono garantire assistenza virtuale nelle fabbriche di tutto il mondo servendosi dei dati real time raccolti e comunicati da ogni macchina. Un approccio che dimezza i tempi di manutenzione delle attrezzature, generando ulteriori vantaggi per i clienti finali.

Anche system integrator e progettisti, dal canto loro, si impegnano per portare avanti commissioning “digitali” degli impianti. “Un’evoluzione davvero affascinante e oggi più che mai vantaggiosa – aggiunge Jamieson – abbiamo dimostrato in molteplici applicazioni e settori industriali che questa formula funziona”.

Efficienza industriale con investimenti mirati

La digitalizzazione conviene perché garantisce alle aziende capacità di diversificazione, efficienza operativa e visibilità lungo la supply chain. Sembra perfetto, di questi tempi, tuttavia non dimentichiamo il problema economico. Molte imprese hanno dovuto riorganizzare rapidamente le attività, togliendo budget a eventuali progetti 4.0. “Gli investimenti saranno più selettivi, gli imprenditori avranno la necessità di pianificare con esattezza dove e come intervenire sulle operazioni industriali – commenta il manager -. Altrettanto importante, implementare rapidamente le tecnologie e agevolare un pronto ritorno dell’investimento”.

Le tecnologie IIoT permettono alle aziende di ottenere smart manufacturing e nuove opportunità di business, incrementando redditività e produttività

Qui entrano in gioco software e servizi digitali: “non è più necessario scatenare il big bang nell’intera realtà produttiva – conferma il relatore -. Al contrario, passo dopo passo, queste piattaforme supportano una trasformazione digitale più sostenibile. Vale sul piano economico come in termini di risorse produttive e umane”. E non parliamo solo di integrazione orizzontale dei processi aziendali: si tratta di connettere IT e OT in applicazioni di Industrial IoT per gestire efficacemente macchinari, impianti ed energia.

Un percorso di efficienza industriale abilitato da Schneider Electric grazie alla piattaforma tecnologica EcoStruxure for Industry. Una proposta completa e personalizzabile su ogni livello della fabbrica connessa.

DesignSpark compie 10 anni e festeggia la community da 1 milione di membri

Sono ormai 10 anni che RS Components ha sviluppato DesignSpark, la piattaforma online utilizzata in tutto il mondo per la progettazione elettrica e la progettazione meccanica.
Per festeggiare questo traguardo, l’azienda ha introdotto nuove funzionalità per il sito web e un nuovo design, così da rispondere ancora meglio alle esigenze di fruibilità e funzionalità degli oltre 970.000 membri della community.

I 10 anni di DesignSpark

Infografica DesignSpark realizzata da Elettricomagazine

La crescita della community è stata davvero rapida: erano infatti 500.000 a inizio 2017 e in poco più di 3 anni il loro numero è raddoppiato. Ma perché DesignSpark ha riscosso tanto successo?

Innanzitutto le suite di progettazione professionale disponibili gratuitamente su DesignSpark e composte dagli strumenti per la progettazione PCB, meccanica ed elettrica, garantiscono quella accessibilità che ha permesso di realizzare milioni di progetti in tutto il mondo, con la partecipazione di ingegneri professionisti, produttori di tecnologia e studenti.

Recentemente è stata inoltre rilasciata in versioni localizzate per Cina, Francia, Germania, Giappone, Nord America e Regno Unito, oltre ad aver beneficiato di un’interfaccia più lineare e semplice per trovare e utilizzare i contenuti (frutto del feedback degli utenti di tutto il mondo).

Le iniziative per la community

DesignSpark è anche una piattaforma educativa, che ospita progetti e concorsi per ispirare le giovani generazioni a partecipare alle attività legate alle STEM. Nel corso dell’anno, nel quadro delle celebrazioni per i 10 anni, saranno lanciati diversi concorsi sul sito di DesignSpark e sui suoi canali sociali con sfide di progettazione interattiva a premi per progettisti di tutte le età.

Oltre a offrire un supporto nella progettazione online 24 ore su 24, DesignSpark ha inoltre ospitato molte iniziative divertenti nel corso del decennio, tra cui il lancio di un Superman giocattolo nello spazio con l’aiuto di un modulo Raspberry Pi e la collaborazione con l’imprenditore tecnologico Richard Browning per la creazione della sua innovativa tuta di volo a propulsione umana. La serie di Podcast DesignSpark, che adotta un approccio divulgativo alla tecnologia, si è rivelata talmente popolare da raggiungere il 4° posto della classifica dei Podcast Apple dedicati alla Tecnologia.

DesignSpark è scaricabile a questo indirizzo.

Focus Accumulo fotovoltaico – Verso l’indipendenza energetica

In Italia dopo diversi anni si torna a parlare di crescita in Italia per il comparto delle rinnovabili, soprattutto per il fotovoltaico (incluso l’accumulo fotovoltaico, storage) e l’eolico. A farlo è il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima), il documento programmatico che il Governo ha messo a punto, sulla scorta degli obiettivi europei, per pianificare lo sviluppo del mercato dell’energia da qui al 2030.

Le installazioni annuali previste sono nell’ordine dei GW, un’unità di misura che non si vedeva da tempo e con un andamento nel periodo 2025-2030 superiore al passato. Questi sembrano i presupposti per un futuro decisamente roseo, eppure il Renewable Energy Report 2019 di Energy&Strategy Group ci sono ancora diverse criticità sulla reale fattibilità del piano: occorre gestire la volatilità dei prezzi, lo storage non è ancora economicamente competitivo e vi sono difficoltà nell’intervenire sull’installato con azioni di revamping e repowering.

Il Report fotografa un momento particolare: l’attesa della “corsa alle installazioni” che il PNIEC fissa come obiettivo per l’Italia entro il 2030, una sorta di “allenamento” per una maratona che in oltre 10 anni dovrebbe portare a realizzare circa 40 GW di nuova potenza da rinnovabili.

L’accumulo fotovoltaico per aumentare l’autoconsumo

Il mercato dello storage è in crescita e in forte evoluzione grazie a innovazioni tecnologiche che hanno portato alla realizzazione di sistemi sempre più performanti. I sistemi di accumulo non sono prerogativa di nuove installazioni fotovoltaiche, ma rappresentano un upgrade per tantissimi impianti esistenti consentendo di aumentare la quota di autoconsumo.

Abbiamo sentito alcune delle aziende protagoniste del settore – Fronius Italia, Fimer, Senec, Sonnen, Solarwatt per capire come sta andando il mercato dei sistemi di accumulo e come PNIEC e i nuovi incentivi (Superbonus 110%) possono trasformarsi in un volano per lo storage.

E' tempo di cambiare: PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima)

PNIEC: l’Italia e il piano per l’energia e il clima

Il Piano per l'energia e il clima (PNIEC) definisce obiettivi, misure e strategie per portarci al raggiungimento degli obiettivi europei fissati al 2030: puntare su edifici e trasporto.
I sistemi di accumulo per la transizione energetica

I sistemi di accumulo alla luce del PNIEC

Ecologica e inesauribile l’energia solare garantisce risparmio e indipendenza assicurando un futuro green ed ecosostenibile: i target sfidanti del PNIEC.
Le rinnovabili nel piano per l'energia e il clima italiano

Le rinnovabili nel piano per l’energia e il clima italiano

Il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima prevede, per il raggiungimento degli obiettivi europei al 2030, un incremento delle rinnovabili: tra le FER elettriche il protagonista è il solare fotovoltaico, tra quelle termiche le pompe di calore.
superbonus 110% per il fotovoltaico e storage

Superbonus 110%: quale impatto nel settore delle rinnovabili?

Il fotovoltaico e i sistemi di storage rientrano nel nuovo Superbonus 110% se installati insieme a interventi di efficientamento energetica: cosa ne pensano i protagonisti del settore.
accumulo energetico per un mondo più sostenibile: steni di accumulo e storage

Rinnovabili: le prospettive dei sistemi di accumulo

Il settore storage è destinato a un futuro radioso: ne sono convinti i protagonisti del settore che hanno fotografato il mercato nel medio e lungo periodo

Gestione energetica intelligente con Fronius Solar.web

Il monitoraggio è essenziale in un impianto fotovoltaico e va ben oltre la registrazione del rendimento di produzione. Fronius Solar.web rende trasparenti i flussi di energia che possono essere letti in modo chiaro da smartphone, tablet o computer.

I vantaggi di Fronius Solar.web

Lo strumento di gestione energetica offre due nuove caratteristiche per massimizzare l’autoconsumo e l’autosufficienza consentendo agli installatori di fornire un servizio di assistenza di elevata qualità.
Solar.web presenta una dashboard ben strutturata sulla quale è possibile individuare i valori di rendimento e di consumo dell’impianto fotovoltaico, sia in tempo reale sia sotto forma di grafici mensili e annuali. La dashboard è completata da una rappresentazione degli ammortamenti, dall’indicazione del risparmio di CO2 accumulato. Inoltre è possibile ottenere una previsione di rendimento di 48 ore basata sulle previsioni meteorologiche.
Se disponibili, vengono visualizzati lo stato di carica della batteria e il livello di preparazione dell’acqua calda, in questo modo è possibile comprendere immediatamente i benefici derivanti della preparazione dell’acqua calda e dell’accumulo tramite batteria.

In combinazione con un Fronius Smart Meter come contatore di consumo bidirezionale, il cliente può vedere:

Questo bilancio indica quanto potenziale è ancora disponibile per l’autoconsumo o per l’accumulo.

L’efficienza di una soluzione unica e integrata

Gli impianti registrati e connessi in su Solar.web ottengono diversi vantaggi.
Solar.web offre supporto in fase di assistenza e riduce i costi di manutenzione grazie alla notifica automatica che consente una rapida risoluzione dei problemi in caso di guasto. Fronius con questa soluzione permette la gestione da distanza di aggiornamenti, piccoli interventi e analisi tecniche.
Se si rendesse necessaria una visita in loco, una rapida analisi dei guasti e messaggi di stato supportano i tecnici nella risoluzione rapida della problematica. I Fronius System Partner (FSP) sono in grado di gestire l’assistenza quasi sempre con un solo appuntamento.

Ottimizzazione dell’autoconsumo

Concentrando il consumo nelle fasce orarie di maggiore produzione, è possibile aumentare il rendimento energetico. Il modo in cui il potenziale di un impianto fotovoltaico può essere sfruttato al massimo viene reso visibile sulla base di analisi della resa, di Performance Check e di confronti stato nominale/stato effettivo fino al livello del tracker MPP. Il gestore dell’impianto può utilizzare l’energia elettrica prodotta in eccesso e sfruttarla per la pompa di calore o immagazzinarla per le ore notturne oppure consentire la ricarica di un’auto elettrica.

simulazione fronius

Simulazione Ohmpilot per una casa unifamiliare in Alta Austria con riscaldamento a gasolio e boiler da 300 litri. 1.666,7 kWh di energia potrebbero essere utilizzati nella propria abitazione per la preparazione dell’acqua calda, che garantirebbe la fornitura di acqua calda da parte dell’energia fotovoltaica per quasi 11 mesi all’anno

Simulazioni con Solar.web

Solar.web dispone di opzioni di simulazione che consentono di capire i vantaggi di future espansioni dell’impianto. Ad esempio aumentare l’autoconsumo con un sistema di accumulo a batteria o con Fronius Ohmpilot.

Con pochi clic, la simulazione di Ohmpilot mostra come l’energia fotovoltaica in eccesso possa essere utilizzata per riscaldare l’acqua riducendo i costi di riscaldamento. Mentre se si opta per l’accumulo, il sistema consente di selezionare tra i diversi tipi di batterie e le capacità di stoccaggio e attraverso un grafico scoprire come aumenta l’autosufficienza e l’autoconsumo.

Progetto SENSIBILE per l’intelligenza degli edifici

L’idea che abbiamo di un qualsiasi edificio è ancora di tipo “statico”, nel senso che lo immaginiamo dotato di determinate caratteristiche che restano immutate una volta finita la sua costruzione. In realtà nella filosofia della green economy l’edificio è destinato a divenire una struttura in divenire, pronta a trasformarsi in relazione al progresso tecnologico ed a mutate esigenze d’utilizzo. Ma se questo è il traguardo, per raggiungerlo diventa essenziale avere sempre a disposizione, in tempo reale, i parametri fondamentali di funzionamento dell’edificio stesso. E qui arriviamo al recente annuncio dell’Enea…

Programma sviluppato in partnership con l’azienda Promete

L’Agenzia nazionale sta infatti sviluppando un sistema di sensori autonomi e biodegradabili per il monitoraggio dei parametri ambientali all’interno di abitazioni, scuole e uffici. È quanto si propone un progetto dal nome esplicativo, SENSIBILE (SENSori autonomI e Biodegradabili per il monItoraggio ambientaLe negli Edifici), che l’Enea sta conducendo nell’ambito del suo programma “Proof of Concept”, in partnership con l’azienda Promete.

“L’obiettivo – ha spiegato il ricercatore Enea Giovanni Landi, del Centro Ricerche di Portici (Napoli) che coordina il progetto – è quello di promuovere un ambiente di vita salubre, sicuro e confortevole per le persone, attraverso l’utilizzo di dispositivi intelligenti, biodegradabili, efficienti ed ecosostenibili, i quali permettano la misura e l’analisi dei parametri ambientali, per attuare il controllo e l’ottimizzazione degli impianti di climatizzazione e di depurazione dell’aria”.

Progetto SENSIBILE per monitoraggio con sensori autonomi

Sensori autonomi biodegradabili per ridurre l’impatto ambientale

I sensori che verranno realizzati saranno autonomi, ossia energeticamente autosufficienti, e il loro utilizzo consentirà un risparmio energetico sui consumi ed una riduzione dei costi di esercizio. “Tali sistemi – ha sottolineato Landi – saranno distribuiti e connessi tra loro, ma la loro biodegradabilità permetterà di ridurre l’impatto ambientale dello smaltimento della mole di rifiuti elettronici che si producono nelle nostre case”.

In particolare, per la realizzazione dei dispositivi si impiegheranno biomateriali ottenuti da risorse rinnovabili, come ad esempio la gelatina e la cellulosa. “Questi materiali – ha concluso Landi – sono intrinsecamente ecosostenibili, biodegradabili, abbondanti (essendo possibile ricavarli da materiali di scarto industriale), rinnovabili e caratterizzati da proprietà non facili da riprodurre nei prodotti commerciali di sintesi”.

Il primo passo un prototipo funzionante di sensore biodegradabile

Quanto allo sviluppo del progetto SENSIBILE, in una prima fase i ricercatori realizzeranno un prototipo biodegradabile, integrante un generatore di corrente che alimenti almeno un tipo di sensore (ad es. temperatura, umidità e CO2), al fine di dimostrarne la fattibilità tecnologica. Una volta validata la tecnologia in laboratorio, in collaborazione con Promete e il Laboratorio Enea di Nanomateriali e dispositivi, si provvederà a trasferirla in ambiente industriale.

Nella seconda fase, il prodotto si integrerà nella casa intelligente monitorando i parametri ambientali attraverso una rete di sensori autonomi distribuita in tutta la casa. Sarà possibile progettare i sensori al fine di farli funzionare per un tempo di vita pre-programmato (giorni/mesi/anni), per poi degradarsi in maniera sicura per gli esseri umani e l’ambiente. Questo permetterà di gestire in maniera ecosostenibile e consapevole per l’utente il fine-vita del prodotto finale.