Le rinnovabili nel piano per l’energia e il clima italiano

Con un obiettivo italiano di crescita delle fonti energetiche rinnovabili (FER) posto al 30% – rispetto ai dati 2018 – il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) vede nel loro sviluppo un puntello fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi europei al 2030 sull’energia e il clima.

Solare fotovoltaico: protagonista tra le rinnovabili elettriche

Proprio sulle rinnovabili è prevista una crescita sostenuta nella quota dei consumi finali di energia. Se nel 2018 le FER coprivano il 18% dei consumi, entro il prossimo decennio dovranno raggiungere quindi complessivamente il 30%.

Entrando poi nello specifico delle diverse tipologie di soluzioni, l’obiettivo nazionale delle FER elettriche è di raggiungere quota 55%, a partire dal 34% del 2017. Grandi aspettative, in questo caso, sono rivolte soprattutto al solare fotovoltaico, per il quale il piano nazionale prevede una crescita da 20 a 51 GW di potenza. Dei 11,4 MTep aggiuntivi che saranno prodotti dalle rinnovabili, la maggior parte, ovvero il 40%, sarà imputabile proprio al fotovoltaico.

Un’altra fonte sul cui sviluppo si dovrà puntare è l’eolico, per il quale nel piano è previsto il raggiungimento di un target di incremento consistente che lo porterà da 9 a 19 GW di potenza. Mentre per le altre FER elettriche ci sarà una sostanziale stabilità.

gli obiettivi Pniec su fonti rinnovabili

Gli obiettivi di incremento di energia prodotta da FER secondo il PNIEC (fonte GSE – evento Elettricità Futura)

Quali misure per lo sviluppo delle FER elettriche

Le misure che dovranno sostenere gli scenari di crescita appena prospettati per le rinnovabili elettriche interesseranno diverse tipologie di impianti.
Le misure principali riguarderanno:

Sulle FER elettriche è previsto inoltre, attorno al 2023, la fuoriuscita di molti impianti dal periodo incentivante. E se da un lato vi sarà una decrescita degli oneri per tali incentivi, dall’altro ci si dovrà preoccupare di mantenere la produzione energetica esistente. Per produrre queste quote in più di energia da FER sarà fondamentale quindi operare sullo sviluppo dei sistemi di accumulo.

Il PNIEC si è espresso anche su questo fronte, nella fattispecie stima la produzione di

Anche grazie allo sviluppo delle rinnovabili, l’Italia nei prossimi anni accrescerà la propria indipendenza energetica

Le rinnovabili termiche: in primo piano il settore civile

Per quanto riguarda invece le FER termiche, l’obiettivo posto al 2030 è del 34%. Il tema fondamentale è l’esigenza di efficientare i consumi termici e, ancora una volta, attore principale dovrà essere il settore civile. È qui che si dovrà agire con maggiore vigore.

La fonte delle biomasse inciderà maggiormente sul settore, ma non potrà aumentare oltre un certo limite a causa della connessa produzione di polveri sottili. Di certo rappresenta una delle più interessanti fonti per la sostituzione di vecchie caldaie.

Un’altra tecnologia per la quale è prevista un’ingente crescita nei prossimi anni è quella delle pompe di calore. A questa soluzione sarà imputabile il 27% dei 11,4 MTep aggiuntivi prodotti dalle rinnovabili. Questi diventeranno gli impianti prevalenti per la climatizzazione, ma sarà necessario potenziare i meccanismi esistenti e le politiche legate all’efficienza energetica attuali – anche quelle afferenti agli edifici.

In tutto questo quadro di forte crescita delle produzioni da FER, infine, migliorerà anche la dipendenza energetica dell’Italia dall’estero, scendendo dal 77 al 68%.

energia termica prodotta da rinnovabili

Evoluzione in Mtep dell’energia termica prodotta da FER, dal 2011 al 2030 (fonte GSE – evento Elettricità Futura)

FER e trasporti

Il piano nazionale per l’energia e il clima, nella prospettiva di contribuire al raggiungimento della decarbonizzazione della mobilità, prevede un aumento delle rinnovabili anche nel settore dei trasporti – obiettivo del 22% al 2030. In particolare saranno incrementati, da un lato, il ricorso ai biocombustibili e, dall’altro, la mobilità elettrica. Per quanto concerne l‘e-mobility, l’obiettivo è di arrivare a 6 milioni di veicoli elettrici al 2030. Un target che comporterà la realizzazione di infrastrutture e che potrà fornire servizi per la rete, fungendo da stabilizzatore della stessa.

Oltre la fabbrica faro, c’è il suo ecosistema digitalizzato

La fabbrica faro, per la nostra cultura digitale, non è un “semplice” progetto pilota. Diventare Lighthouse Plant, nel quadro delle attività previste dal Piano Transizione 4.0 del Mise, significa avviare una profonda rivisitazione degli impianti produttivi. Ovvero farsi portavoce di un modello virtuoso di smart manufacturing che si nutre costantemente di tecnologie emergenti e innovazioni gestionali.

Un sistema da aggiornare e, soprattutto, da monitorare. Lo testimonia il percorso digitale di ABB Italia, che esce dall’assessment della filiera legata alla propria fabbrica bergamasca di Dalmine con una precisa strategia condivisa.

Fabbrica faro: perché coinvolgere la filiera

Obiettivo dell’awareness assessment, curato dal Digital Innovation Hub (DIH) di Confindustria, scattare una fotografia sull’attuale livello di maturità digitale dell’ecosistema ABB. Azione utile a pianificare miglioramenti e a dimostrare a partner, fornitori e non solo quanto le applicazioni 4.0 possano fare la differenza in termini di sostenibilità e competitività aziendale.

“ABB in Italia è impegnata con significativi investimenti nelle fabbriche di Dalmine, Frosinone e Santa Palomba, già riconosciute Lighthouse dal Mise – spiega l’amministratore delegato Gian Luca Lilli -. In linea con le finalità del progetto, l’assessment dei fornitori ci consentirà di ottenere una produzione industriale ancor più interconnessa e di creare una Digital Supply Chain dinamica e collaborativa”.

Maturità digitale in primo piano

L’analisi sulla maturità digitale ha coinvolto un campione di 17 fornitori, ubicati in Lombardia, Veneto e Lazio. Parallelamente, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento i rapporti delle singole aziende con la capo filiera ABB.

Oggetto di valutazione, secondo una scala di maturità da 1 a 5, le dimensioni legate a:

A queste si aggiungono otto macroprocessi: Ricerca & Sviluppo, Produzione, Qualità, Manutenzione, Marketing, Logistica, Supply Chain e Risorse Umane. Il risultato? Sia nelle dimensioni sia nei macroprocessi, gli indici assegnati alle aziende della filiera ABB risultano più alti della media nazionale.

Per l’analisi, DIH ha utilizzato la metodologia “TEST4.0” del Politecnico di Milano/Assoconsult, mentre l’elaborazione dei dati ha visto il contributo di tre tesisti dell’Università di Bergamo

Vincono codesign ed efficienza produttiva

In cima alla classifica troviamo Ricerca & Sviluppo e Produzione. Due ambiti particolarmente evoluti grazie alle attività di codesign e alla selezione di fornitori strutturati ed efficienti dal punto di vista produttivo. Questo perché, prima di ogni percorso di trasformazione digitale, c’è il necessario lavoro di allineamento ai principi del lean manufacturing.

Tra i potenziali ancora inespressi, invece, si segnalano gli aspetti logistici e la gestione delle risorse umane. Nella direzione, quest’ultima, di specifici programmi formativi per sviluppare competenze digitali.

Da fabbrica faro a filiera connessa in 5 mosse

Dopo la valutazione, ecco la pianificazione. Una serie di azioni – alcune già avviate – per migliorare la digitalizzazione della filiera ABB in una roadmap condivisa.

Tra queste:

Un percorso di integrazione con i propri partner volto a potenziare quanto già messo in campo da ABB nell’ultimo decennio.

L’app che consente al fornitore di conoscere in tempo reale lo stato della sua linea di produzione ha già portato risultati in termini di diminuzione delle difettosità

L’ultimo passo? Fare rete sul territorio

“Il progetto di filiera ABB è il risultato dell’ecosistema di innovazione digitale bergamasco – spiega Gianluigi Viscardi, presidente del DIH Lombardia -. I risultati della mappatura, effettuata con la collaborazione dell’Università di Bergamo e Ubi Banca, offrono spunti importanti per il futuro. Nuovi progetti finalizzati a rendere la filiera ABB più resiliente, integrata e digitalizzata”.

Completa questa idea di filiera 4.0, l’accordo tra ABB e UBI Banca. Un’intesa nata per supportare, tramite specifico plafond, gli investimenti dei fornitori che hanno partecipato all’assessment.

Superbonus 110%: quale impatto nel settore delle rinnovabili?

Il Superbonus 110% è stato approvato e sarà valido fino al 31 dicembre 2021 per chi realizza un cappotto termico, sostituisce gli impianti di riscaldamento obsoleti con caldaie a condensazione e a pompa di calore, e riduce il rischio sismico degli edifici.

Gli impianti fotovoltaici e i sistemi di accumulo energetico rientrano nel Superbonus 110% se installatati congiuntamente a uno degli interventi maxi interventi di efficientamento. Inoltre, deve essere garantito un miglioramento di 2 classi energetiche dell’edificio o se non possibile la classe energetica più alta dimostrato tramite l’attestato di prestazione energetica (APE) eseguito prima e dopo gli interventi.

Il limite di spesa per detrarre al 110% fotovoltaico e storage è di 48.000 euro complessivi. Per i sistemi di accumulo da abbinare al fotovoltaico è previsto un massimale di spesa di 1.000 euro per ogni kWh di capacità di accumulo, mentre per il fotovoltaico su edifici esistenti il limite è fissato a 2.400 €/kW di potenza, mentre a 1.600 €/kW in caso di trasformazioni, interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione urbanistica.

Ecobonus domani e oggi?

Alberto Pinori – Direttore Generale di Fronius Italia
Alberto Pinori – Direttore Generale di Fronius Italia

Sulle potenzialità dell’innalzamento delle detrazioni fiscali al 110 è positivo il commento dei protagonisti del settore delle rinnovabili, anche se la mancanza dei decreti attuativi ha creato uno stallo come rilevato da Alberto Pinori – Direttore Generale di Fronius Italia.

“Uno dei primi effetti che ha generato il Decreto Rilancio, nel quale è presente il Superbonus 110%, è stato quello di bloccare sostanzialmente il mercato fotovoltaico italiano: infatti sono tutti in attesa di sapere come accedere a questo strumento così allettante. Al momento, nonostante l’approvazione definitiva, i decreti attuativi non ci sono ancora e gran parte delle richieste del settore non sono state prese in considerazione”.

Inoltre sottolinea Pinori “in base alle ultime dichiarazioni, l’accesso alla detrazione 110% per impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo richiede comunque il passaggio dell’abitazione a classi energetiche superiori; situazione non banale in quanto o si interviene sull’edificio, o è difficile ottenerlo. Vedo quindi che la detrazione al 50%, benché meno generosa, risulta essere ancora la migliore delle opportunità disponibili in questo momento”.

Giovanbattista Napolitano Technical Support Coordinator Italy di Fimer
Giovanbattista Napolitano Technical Support Coordinator Italy di Fimer

Dello stesso avviso Giovanbattista Napolitano Technical Support Coordinator Italy di Fimer che ribadisce come “l’attesa dell’Ecobonus 110% abbia frenato drasticamente il mercato residenziale dal giorno in cui è stato annunciato ad oggi, facendo passare, inoltre, un messaggio sbagliato all’utente portandolo a credere di poter installare gratuitamente un impianto fotovoltaico nella propria casa”.

Al di là degli aspetti tecnici del decreto, aggiunge Napolitano “l’incentivo darà un forte impulso e porterà una maggiore attenzione al settore fotovoltaico che ha sofferto molto nel periodo del Covid-19. In questo scenario, prodotti e soluzioni di elevata qualità come l’inverter residenziale UNO-DM-PLUS-Q, adesso fornito con un’estensione di garanzia a 10 anni senza alcun costo aggiuntivo, e il sistema con accumulo React 2, saranno i protagonisti nei prossimi mesi”.

 

Superbonus 110% per le rinnovabili: le basi per la transizione energetica

Vincenzo Ferreri, Amministratore Delegato Sonnen Srl e Sonnen eServices Italia Srl
Vincenzo Ferreri, Amministratore Delegato Sonnen Srl

Per il settore delle rinnovabili il Superbonus apre una nuova era e contribuisce a porre le basi per la transizione energetica. Gli incentivi fiscali del 110%, se si rispettano i requisiti dell’Ecobonus, consentono infatti di installare il pacchetto costituito dall’impianto fotovoltaico abbinato al sistema di accumulo potendo recuperare il 110% della spesa con la detrazione fiscale.

“In realtà sonnen offre ai propri clienti il pacchetto fotovoltaico+accumulo sonnen+sistema di ricarica veicoli elettrici sonnneCharger e sonnneCommunity a costo completamente zero, applicando in fattura lo sconto del 100% con la formula della cessione del credito – racconta Vincenzo Ferreri, Amministratore Delegato Sonnen Srl e Sonnen eServices Italia Srl – Con le soluzioni sonnen anche nei casi in cui non sia possibile accedere alle detrazioni del 110%, si applica comunque la detrazione del 50% con relativa cessione del credito. Per la restante parte del 50% a carico del cliente, sonnen grazie alla propria formula di acquisto a canone mensile controllato, permette ai clienti di trasformare la bolletta precedente in una rata fissa per l’acquisto del sistema completo per l’indipendenza energetica della casa. I nuovi incentivi disciplinati dal DL Rilancio avranno una ricaduta positiva sul settore delle rinnovabili: è destinata a crescere la domanda di sistemi di storage di qualità, sicuri e duraturi, che consentono di abbattere i costi energetici utilizzando energia pulita”.

sonnenbatterie 10 rientra nel superbonus 110%

Benefici si, ma attenzione alla bolla speculativa

Vito Zongoli, Managing Director di SENEC Italia
Vito Zongoli, Managing Director di SENEC Italia

Sullo stimolo offerto dall’ecobonus al 110%, Vito Zongoli, Managing Director di SENEC Italia afferma che” l’impatto che ci attendiamo dal Superbonus è molto forte. Per quanto ci riguarda, abbiamo rivisto la programmazione della nostra produzione con un volume raddoppiato rispetto a quanto previsto pre-decreto. Tutto questo servirà sicuramente a dare un grande impulso al settore nonché ad incrementare la consapevolezza dei cittadini sulle tematiche dell’ecosostenibilità, del risparmio energetico e dell’autosufficienza energetica”.

“Allo stesso tempo, tuttavia – afferma Zongoli – un siffatto incentivo potrebbe portare ad una corsa ‘arraffa-tutto’ e a una bolla speculativa, atta a gonfiare il mercato con operatori poco esperti e prodotti di ogni sorta, nonché a portare alcune aziende al collasso una volta terminati gli incentivi. Purtroppo abbiamo già assistito a situazioni simili con il Conto Energia. Ci auguriamo perciò che vengano intraprese delle politiche più lungimiranti e calmierate, in modo da favorire uno sviluppo più costante e lineare”.

Marco Boschello, Coord. Tecnico e Commerciale Solarwatt
Marco Boschello, Coord. Tecnico e Commerciale Solarwatt

Superbonus 110%: quando sarà operativo?

Anche Marco Boschello, Coord. Tecnico e Commerciale Solarwatt vede positivamente il provvedimento ma ribadisce quanto siano fondamentali i prossimi passaggi:

“Tutti gli operatori e i clienti finali sono in attesa degli adempimenti e regolamenti attuativi che chiariranno se realmente questo decreto sarà uno strumento di larga diffusione. Se la cessione del credito sarà effettivamente possibile verso le banche o enti finanziari credo che il mercato ne beneficerà in modo rilevante”.

Tomorrow Rising per educare alla resilienza

Supportare le comunità vulnerabili significa oggi educare alla resilienza. Così, dopo l’impegno solidale avviato dalla Fondazione Schneider Electric ad aprile, in piena emergenza Covid-19, la ricostruzione lavora sulla formazione, per offrire un futuro migliore ai giovani delle zone più colpite.

L’evoluzione del fondo Tomorrow Rising torna infatti a rafforzare gli obiettivi di sostenibilità già adottati della multinazionale francese. Tra questi, spiccano i progetti indicati dalle Nazioni Unite (SDGs) per combattere la povertà e promuovere salute, benessere, disponibilità di acqua pulita, igiene, lavoro dignitoso ed educazione di qualità.

Una raccolta fondi globale

Dal momento del lancio, la campagna di raccolta fondi ha mobilitato dipendenti, clienti e partner in più di 60 Paesi. Tutte le donazioni, inoltre, sono state accompagnate da una somma equivalente da parte del Gruppo. La generosità del mondo Schneider ha permesso dunque di sostenere 65 progetti, che attualmente coinvolgono oltre 800.000 persone.

L’Italia, duramente colpita dalla pandemia, non poteva stare a guardare. I dipendenti di Schneider Electric nel nostro Paese hanno promosso una campagna solidale che sostenuto otto ospedali con Dispositivi Personali di Protezione. “In tutta Italia hanno aderito all’iniziativa più di 800 collaboratori – racconta Fabio Parmeggiani, VP Risorse Umane di Schneider Electric Italia -, dimostrando grande sensibilità e attenzione verso chi era ed è in prima linea per proteggere le nostre comunità”.

La campagna Tomorrow Rising continuerà anche sui social, dove il prossimo 12 agosto si celebrerà anche l’International Youth Day

Tre R per educare alla resilienza

Passata la fase emergenziale, Tomorrow Rising guarda avanti seguendo tre priorità:

“Questi tempi pongono sfide senza precedenti, che interessano miliardi di persone – spiega Gilles Vermot Desroches, Delegato Generale di Schneider Electric Foundation e Senior Vice-President, Sustainable Development -. I giovani che si trovano già in situazione di svantaggio avranno più probabilità di lasciare la scuola a causa della crisi economica. Per questo il fondo Tomorrow Rising offrirà formazione e acquisizione di competenze per aiutare le comunità che affrontano le conseguenze della pandemia”.

Valore e competenze nelle comunità locali

Tutti i fondi raccolti in Tomorrow Rising andranno d’ora in avanti a beneficio di progetti di formazione internazionale in ambito energetico. Percorsi educativi volti a sviluppare competenze professionali che creino valore per le comunità locali

Questo grazie alla proficua collaborazione instaurata dalla Fondazione Schneider Electric con ONG e altre organizzazioni formative che aiutano giovani uomini e donne ad accedere al mondo del lavoro. Dal 2019 a oggi, infatti, i dipendenti Schneider Electric hanno messo a disposizione 2.100 ore di servizio volontario, condividendo conoscenze tecniche e trasversali in 80 sessioni di formazione online. Il loro impegno ha raggiunto con successo diverse comunità in Brasile, Francia, Polonia, India, Vietnam, Cambogia, Russia e Kazakistan.

La Fondazione supporta programmi educativi per i giovani volti a migliorare l’accesso all’energia nei Paesi in via di sviluppo dal 2019

Sorveglianza e controllo accessi in aeroporto, Alha Group ha scelto Mobotix

Con la certificazione nel 2012 del terminal di Malpensa quale principale polo di eccellenza sia air cargo che nel trasporto su gomma per la gestione di prodotti definiti “vulnerable” – oggetti di piccole dimensioni ma di grande valore quali smartphone, tablet, capi e accessori firmati – anche le cifre legate al transito di persone, tanto interne quanto esterne all’azienda sono aumentate esponenzialmente nel corso degli ultimi anni, spingendo Alha Group (il principale Cargo Handling Agent dell’aeroporto di Malpensa) a dotarsi già da tempo di un sistema di videosorveglianza che offrisse i massimi livelli di protezione, come quelli basati su tecnologia Mobotix.

Questo sistema di videosorveglianza è ideale per rispondere in tempo reale anche alle nuove esigenze di protezione e tutela del personale legate all’emergenza Covid-19.

Controllo totale delle merci con Mobotix

Le nuove telecamere termiche sono integrate in un sistema di videosorveglianza Mobotix che consta di 140 telecamere presso il cargo dell’aeroporto di Malpensa, di cui 10 a bordo dei veicoli con i quali si effettua il trasporto dai velivoli ai magazzini e viceversa, 14 presso la sede di Roma Fiumicino e altre 27 in quella di Prato.

Per garantire la sicurezza delle merci movimentate (l’elettronica di consumo trasportata è di alto valore pur con piccole dimensioni) Alha ha realizzato una vera e propria gabbia virtuale dove un sistema a raggi infrarossi delimita la zona predefinita e una telecamera cattura l’immagine dell’intruso in modo da individuare chi ha innescato il sistema di allarme.

Si tratta di una alternativa più pratica ed efficiente rispetto a una struttura fisica da aprire e richiudere con chiave a ogni passaggio del personale autorizzato. Le telecamere Mobotix sono infatti integrate nel sistema antintrusione attivato e disattivato tramite badge e fungono anche da sensori per il rilevamento presenze.

Una sicurezza in più anche contro il Covid-19

Rilevazione temperatura Alha GroupL’intero sistema è stato integrato con il sistema di timbratura dei dipendenti: nel momento in cui il personale si registra, una telecamera termica posizionata nelle immediate vicinanze dall’area di accesso del magazzino e degli uffici si attiva emettendo un messaggio sonoro, invitando la persona a guardare verso l’obiettivo e a rimuovere eventuali occhiali o cappelli. Nel momento in cui la temperatura corporea rilevata è pari o inferiore ai 37 gradi e mezzo, una luce lampeggiante verde sulla telecamera indicherà il via libera all’accesso entro le aree del cargo; se, al contrario, la temperatura dovesse essere superiore a quella preimpostata nel sistema, una luce lampeggiante rossa e un messaggio vocale inviteranno la persona a sostare all’interno di un’area dedicata, in attesa di ulteriori accertamenti.

Contemporaneamente, il sistema invierà una mail al personale del team Security Alha, con allegato lo screenshot della ripresa insieme ai dati relativi alla persona, alla temperatura rilevata e all’orario di accesso.

Grazie alla tecnologia VoIP integrata nella telecamera, è possibile interagire immediatamente e a distanza con chi viene fermato in entrata comunicandogli eventuali informazioni aggiuntive.

Il mercato della climatizzazione immagina la riconquista

Risparmio energetico, sostenibilità e benessere restano gli assi portanti del mercato della climatizzazione nello scenario italiano della ripartenza. Aspettando, si spera non come Godot, il decreto attuativo legato al superbonus 110%. Una misura centrale del DL Rilancio che potrebbe traghettare la ripresa del settore costruzioni, dunque degli impianti, in questa fase di incertezza globale.

Nel primo evento in presenza, dopo mesi di meeting virtuali, l’assemblea di Assoclima ha messo al centro le impressioni dei player del settore su opportunità e criticità legate alla novità normativa.

La voce del mercato della climatizzazione

“Viviamo un momento particolarmente difficile, in Italia e nel mondo – esordisce Luca Binaghi, neoeletto presidente di Assoclima dall’assemblea riunitasi nell’auditorium della Camera di Commercio di Brescia -. Ma ci facciamo portavoce dello spirito imprenditoriale italiano, quello di porsi al servizio di tutti, grandi medie e piccole aziende, in massima sinergia con le istituzioni”.

La sfida è coniugare comfort ambientale, minor consumo energetico e costi accessibili, alla luce dello sconvolgimento generato dall’emergenza Covid-19. Un compito oggettivamente difficile, che l’industria rappresentata da Assoclima assume con la convinzione che la paura dei mesi più difficili abbia lasciato spazio alla voglia di ricominciare.

Superbonus, bazooka della ripresa?

Il primo spiraglio, in questa direzione, viene appunto dal superbonus. Uno strumento complesso, a tratti controverso, ma capace di generare notevoli ricadute sul mercato della climatizzazione. Alla base, naturalmente, il sostegno all’intero settore dell’edilizia.

Il decreto nasce con il duplice obiettivo di cogliere la sfida del new Green Deal e stimolare la ripresa dell’economia, generando opportunità per un comparto che occupa centinaia di migliaia di persone

“Il 40% dei consumi energetici e due terzi delle emissioni climalteranti vengono dall’obsolescenza dei nostri edifici – commenta Angelo Deldossi, presidente di ANCE Brescia -. Da qui ripensiamo la riqualificazione del sistema edificio-impianto, due mondi più integrati che mai, ai quali aggiungere l’urgenza di intervenire sui condomini, ampiamente considerata dal legislatore. Insomma, la misura sembra seguire una logica win-win per proprietari, filiera delle costruzioni e stato italiano”.

Mercato della climatizzazione: assemblea Assoclima

Ma il rovescio della medaglia, piuttosto corposo, riguarda i vincoli. A cominciare dalla scadenza del 31 dicembre 2021, che rende difficile programmare azioni a lungo termine. Le assemblee condominiali, infatti, non sono ancora convocabili, mentre l’iter di approvazione dei lavori è decisamente laborioso.

Resta poi il tema degli edifici storici. “Nella strategia urbanistica guidata dal “consumo zero” di suolo – aggiunge Deldossi -, avremo sempre più a che fare con questo tipo di riqualificazione. Bisognerà dunque affrontare il limite delle due classi energetiche, da ottenere rispettando i vincoli di tipo artistico-monumentale”.

Le aziende del clima chiedono semplificazione

Sul fronte tecnologico, il doppio salto di classe agli edifici esistenti è già realizzabile. “Stiamo sviluppando simulazioni con esempi rappresentativi del nostro patrimonio immobiliare, per avere maggiore consapevolezza di questo aspetto – spiega Roberto Saccone, presidente di Assoclima nel triennio 2017-2020 -. La precondizione è avere certezze sugli aspetti applicativi del superbonus, per non generare aspettative senza risultati concreti”.

La burocrazia, infatti, uccide le buone intenzioni: l’effetto “annuncio” non basta e i produttori del settore climatizzazione chiedono maggiore semplificazione nei tempi, nei massimali e nelle categorie impiantistiche ammesse all’incentivo.

La distribuzione punta sulla rete di professionisti

Da sempre “cerniera” tra produttori di tecnologie e professionisti, la distribuzione accoglie invece con tiepido ottimismo la sfida. “Crediamo sia ora diventare team leader della filiera – interviene Enrico Celin, presidente di Angaisa -. Gli installatori difficilmente avranno risorse organizzative ed economiche sufficienti per affrontare in autonomia questo percorso. Qui si delinea il nostro ruolo di “general contractor” nei confronti di una rete di artigiani che possano accogliere, insieme, gli impegni del superbonus”.

A fronte di una progettazione sempre più integrata di edifici e impianti, anche la combinazione di competenze e figure professionali può dunque fare la differenza nel cogliere questa occasione.

Cessione del credito, sarà la volta buona?

L’ultimo tema caldo del dibattito riguarda la cessione del credito agli istituti bancari. “Questo è il vero plus del DL Rilancio, insieme alla riduzione dei tempi di ritorno da dieci a cinque anni – aggiunge Saccone -. A patto che le banche siano disposte a mettere in pratica con efficacia un’attività finanziaria trasparente, con pacchetti di offerte ben definiti, onde evitare disimmetrie nella negoziazione dei crediti e speculazioni a sfavore delle imprese”.  Risponde direttamente Marco Franco Nava, rappresentante di Ubi Banca. “In uno scenario economico complicato – spiega il manager -, con investimenti e consumi interni ai minimi ed eccesso di liquidità nelle aziende, il mondo bancario conferma la disponibilità a utilizzare la cessione del credito per finanziare la ripartenza dell’edilizia. Un settore che copre il 18% del Pil nazionale e ha tutte le carte in regola per trainare la rinascita italiana”.

Inevitabile, in chiusura, il riferimento al Recovery Fund europeo. Una grande risorsa da declinare con interventi mirati ed efficaci. Ovvero riqualificazione energetica, interventi sul patrimonio immobiliare, rilancio dell’impiantistica efficiente e misure rivolte al benessere e alla salute dei cittadini. Fermo restando, naturalmente, l’approvazione di regolamenti attuativi snelli e rapidamente fruibili.

Come migliorare manutenzione e assistenza con le tecnologie

Con lo sviluppo delle nuove tecnologie, e di nuove soluzioni per le aziende, si evolvono anche le attività di Customer service, assistenza e manutenzione. I servizi di assistenza alla clientela procedono, a passo spedito, secondo alcuni Trend che risultano efficaci e vantaggiosi per raggiungere il risultato finale: l’efficienza dell’azienda e dei suoi strumenti.

Ecco quali sono questi Trend, per citarne alcuni: Condition monitoring, Predictive maintenance, per cominciare con i servizi principali, ma anche il monitoraggio a distanza da parte del cliente delle fasi test dei prodotti ordinati, applicazioni di realtà aumentata e Intelligenza artificiale. Tutti servizi che hanno lo scopo di controllare e gestire al meglio, in maniera continuativa e più tempestiva possibile, il funzionamento della produzione, e tutti i processi aziendali. Con diversi vantaggi per il cliente: continuità operativa, efficienza energetica, riduzione degli interventi per manutenzione e usura di strumenti e macchinari, abbattimento dei costi di manutenzione e gestione delle macchine, verifica e controllo a distanza della qualità di prodotti e servizi.

L’importanza della manutenzione è aumentata molto innanzitutto per la crescente velocità e complessità dei processi produttivi. La manutenzione è un punto cardine importante per l’ottimizzazione del valore aggiunto e, in molte aziende, non ancora compreso a fondo. La possibilità di evitare fermi di produzione si traduce direttamente in una disponibilità più elevata dell’impianto, riduzione di malfunzionamenti, e quindi dei costi di intervento e di fermo macchina.

Fornire informazioni attraverso i dispositivi digitali

All’inizio del processo di vendita, i clienti cercano ormai sempre più spesso informazioni che li aiuteranno a prendere le decisioni di acquisto, utilizzando tutti i canali digitali disponibili. Compito dell’azienda è quindi quello di fornire al mercato la possibilità di trovare, valutare, acquistare e avere assistenza sugli acquisti in modo veloce e pratico, attraverso tutti i dispositivi.

I produttori industriali sono rimasti spesso indietro in questo settore, anche a causa della complessità dei loro prodotti. Tuttavia, le aspettative dei clienti cambiano: il 90% degli acquirenti B2B ora utilizza risorse online per la ricerca di prodotti industriali, e quasi il 60% del processo di acquisto B2B è ora completato online prima che un venditore incontri per la prima volta un cliente. Per questo, molti produttori B2B devono incrementare gli investimenti nelle capacità di informazione, assistenza e commercio digitale.

Realtà aumentata e realtà virtuale

Motivare e riuscire a portare il cliente in azienda o in un altro luogo dove vedere e sperimentare fisicamente un prodotto può essere non facile. Ancora di più se il cliente si trova molto lontano o all’estero. Ancora di più in una situazione condizionata dalla pandemia di Covid 19. In alcuni casi, le piattaforme di realtà aumentata e realtà virtuale consentono ai clienti di provare i prodotti e le loro funzionalità in un’esperienza realistica e coinvolgente, a distanza, anziché visualizzare un Set ristretto di prodotti in un ambiente fisico più limitato.

Ancora più rilevanti sono le applicazioni post-vendita: realtà aumentata e virtuale consentono servizi e attività di Condition monitoring e Predictive maintenance, con la possibilità di monitorare, verificare, gestire a distanza il funzionamento di macchinari e tecnologie, attraverso collegamenti virtuali e con la stessa efficacia – ma con tempestività molto maggiore – rispetto alle modalità più tradizionali di controllo e manutenzione, che richiedo l’intervento sul posto di tecnici e specialisti.

Cabina digitale Realtà Aumentata

EcoStruxure Augmented Operator Advisor di Schneider Electric è un’applicazione che consente di vedere virtualmente “dentro” un’apparecchiatura senza intervenire manualmente

Il Condition monitoring

Attraverso i servizi di Condition monitoring a distanza, l’azienda può rilevare in modo regolare, continuo e in tempo reale lo stato e il funzionamento degli impianti, attraverso sistemi di sensori e di misura, come ad esempio la termografia e la misurazione delle vibrazioni. E queste soluzioni di monitoraggio possono anche essere ‘personalizzate’, in linea con caratteristiche e necessità specifiche.

I sistemi di Condition monitoring rilevano e analizzano grandi quantità di dati, e le confrontano con i Big data storici: in questo modo, con una manutenzione orientata alle condizioni di sistema, attraverso il rilevamento in tempo reale dello stato degli impianti, è possibile agire prima che il problema si presenti, e non di reagire a problema o disservizio avvenuto. Gli elementi sottoposti a Condition monitoring possono essere di vario tipo: termografia dei componenti, endoscopia, controllo dei parametri principali, analisi dei sovraccarichi, analisi delle specifiche condizioni ambientali dell’installazione.

I vantaggi per l’azienda cliente sono molteplici:

La Predictive maintenance

Prevenire errori, malfunzionamenti, imprevisti, disservizi. È questo l’obiettivo della manutenzione predittiva, la Predictive maintenance, ovvero la manutenzione più evoluta e innovativa per le aziende.

Le soluzioni di sistema nell’ambito dell’Industria 4.0 sono fortemente orientate all’aumento della produttività, sviluppando allo stesso tempo il supporto ergonomico delle condizioni di lavoro per gli operatori.

La Smart maintenance, o manutenzione 4.0, gioca in tutto ciò un ruolo chiave: agli operatori occorrono strumenti per eseguire interventi di manutenzione in base all’effettivo comportamento di usura degli impianti. E ciò è possibile attraverso una rappresentazione digitale globale dei componenti di azionamento e delle soluzioni di sistema, con l’obiettivo di fornire al cliente conoscenze più approfondite. In questo modo, è possibile rilevare i dati, analizzarli e prevedere gli eventi.

Il Self-service B2B diventerà più interattivo

Il self-service B2B diventerà più interattivo, ad esempio con l’aumento dei contenuti video on demand, anche nei servizi di Customer care. Di conseguenza, crescono le aziende che si raccontano al cliente non solo attraverso testi ma anche con guide interattive e contenuti video per trasmettere messaggi. La ‘Live chat’ o i servizi Chat-bot, poi, devono offrire un servizio di assistenza molto fluido, passando da un mezzo all’altro (testo, video, condivisione dello schermo) secondo le necessità, senza essere costretti a cambiare applicazione o ricominciare da capo.

Applicazioni di Intelligenza artificiale

Le aziende stanno implementando tecnologie di intelligenza artificiale attorno ai loro prodotti, soluzioni e servizi per facilitare un dialogo di domande e risposte con i clienti online e attraverso applicazioni mobili. Piattaforme basate sull’intelligenza artificiale possono aggregare informazioni tra i sistemi per formulare raccomandazioni basate su un’ampia gamma di dati riguardanti i clienti, applicazioni e offerte, rendendoli partner di vendita potenzialmente intelligenti e preziosi.

Queste soluzioni stanno incorporando l’IA non per sostituirsi agli operatori umani, ma per aiutarli a lavorare in modo più intelligente ed efficiente.

Verifica a distanza delle fasi test di prodotto

Le linee di produzione dei macchinari terminano con le fasi test degli stessi prodotti, per verificarne Compliance e qualità. In alcuni casi, gli strumenti 4.0 permettono di collegare a distanza il cliente finale, che ha ordinato un determinato prodotto ‘personalizzato’, sviluppato con caratteristiche e dettagli appositamente realizzati, in modo che l’acquirente possa seguire e verificare da remoto le fasi test di ciò che ha ordinato e acquistato. La verifica a distanza delle fasi test di prodotto, che però si applica appunto solo in certi casi e per soluzioni ‘personalizzate’, permette al cliente di evitare trasferte dedicate, con un risparmio di tempi e costi.

Tutte queste attività di Customer service 4.0 hanno l’obiettivo di rendere l’azienda, la fabbrica e i loro impianti sempre più efficienti, e affidabili, aumentando la produttività, evitando gli ‘incidenti’ e i fermi di produzione. Questi servizi e funzionalità di assistenza mettono i clienti in condizione di concentrarsi sui loro processi chiave, dal momento che tutti gli interventi di manutenzione necessari potranno essere svolti in modo innovativo, affidabile, pianificato e specializzato.

Indecisi su quale auto ecologica acquistare? Su DriveK c’è il configuratore!

Nonostante il settore sia generalmente in difficoltà, le vendite di auto a mobilità sostenibile sono in crescita: +18% per le ibride e +55% per le elettriche a maggio 2020.

Certo, si tratta di incrementi percentuali che partono da cifre contenute, ma è comunque un segnale positivo.
A dare man forte al mondo delle auto elettriche e ibride pensa MotorK introducendo sul mercato italiano una sezione sul proprio sito DriveK – disponibile in italiano, francese, spagnolo e tedesco – dedicata alla configurazione di auto a basse emissioni di CO2.

Una ampia scelta di modelli

Il nuovo spazio Auto Elettriche & Ibride consente agli utenti di DriveK di selezionare, configurare e scegliere l’auto ecologica ideale. In particolare, è possibile cercare l’auto più adatta alle proprie esigenze tra 38 brand e più di 170 modelli, effettuare ricerche per parametri tradizionali come marca, prezzo, tipo di carrozzeria e alimentazione, nonché per quegli specifici di questo segmento come l’autonomia, la capacità della batteria o il connettore di ricarica.

Le auto più richieste sono le full hybrid (31%), seguite dalle plug-in hybrid (29%), dalle mild hybrid (25%) e dalle 100% elettriche (15%).

L’obiettivo di DriveK

Sito DriveKSignificativi i dati relativi alle fasce di età delle persone che si interessano a questa categoria di veicoli: sono gli automobilisti nella fascia 18-24 e quelli nella fascia 45-54 a interessarsi di più all’offerta di veicoli green. I più giovani spinti probabilmente da una maggiore sensibilità verso le tematiche ambientali, mentre gli over 45 dalle agevolazioni a favore delle auto elettriche, come il libero accesso nelle ZTL.

«Dopo la riapertura dei concessionari e grazie agli incentivi varati dal Governo, l’interesse dei consumatori verso le auto a basso impatto ambientale sta crescendo con forza, – dichiara Tommaso Carboni, Country Manager di MotorK – anche se i numeri restano piccoli per via di un prezzo medio elevato e di una generale difficoltà nella ricarica. Le case produttrici hanno il dovere morale di spingere il mercato verso questi veicoli, per ridurre le emissioni di CO2, e vogliamo essere di loro supporto anche in questo obiettivo. Siamo lieti di offrire ai nostri utenti un nuovo strumento digitale in grado di facilitare il processo di ricerca e scelta di un’auto elettrica o ibrida, rispondendo al contempo alle esigenze digitali dell’industria».

 

Rinnovabili: le prospettive dei sistemi di accumulo

Il PNIEC – Piano Nazionale Integrato Energia e Clima – ha stabilito target sfidanti per le fonti energetiche rinnovabili e il fotovoltaico giocherà un ruolo fondamentale per il loro raggiungimento. Per triplicare la produzione di energia fotovoltaica (dagli attuali 25 TWh del 2019 ai circa 75 TWh al 2030) sarà necessario incrementare la potenza dai circa 21 GW attuali a 52 GW al 2030 con una media di almeno 3 GW in più ogni anno, oltre a manutenere e ammodernare il parco impianti esistente con l’utilizzo di nuove tecnologie. In questo contesto l’impiego di sistemi di accumulo può garantire la massimizzazione dell’autoconsumo dell’energia prodotta nei momenti del giorno in cui non è disponibile la fonte solare e può fornire servizi di rete utili per la stabilità dell’intero sistema elettrico nazionale.

Il PNIEC prevede obiettivi nazionali al 2030 anche per l’energy storage: in particolare per quanto concerne lo storage prevede 4.500 GW di accumulo distribuito e 3.000 MW di accumulo centralizzato anche con l’ausilio di un supporto economico.

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Leggi e scarica l’e-book Percorsi impianti Integrati: all’interno l’articolo di Anie con i dai su fotovoltaico e sistemi di accumulo di energia

I sistemi di accumulo in Italia al 31 dicembre 2019

Per quanto riguarda i sistemi di accumulo, dal sistema Gaudì di Terna risultano fino a fine 2019 ben 26.000 sistemi installati, di cui 15.461 connessi entro fine 2018.

La potenza complessiva dei sistemi di accumulo installati è pari a 118 MW. Ciò significa che rispetto al 2018, i sistemi di accumulo hanno registrato nel 2019 una crescita di circa il 50% sia in termini di numerosità, sia in termini di potenza (fonte Rapporto statistico GSE 2019).

La quasi totalità (97%) dei sistemi di accumulo è di taglia < 20 kWh ed è abbinata a impianti fotovoltaici di taglia residenziale.

La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati seguita dalla Regione Veneto.

I dati relativi ai sistemi di accumulo

Quali sono le prospettive del settore storage?

Alberto Pinori – Direttore Generale di Fronius Italia

Alberto Pinori – Direttore Generale di Fronius Italia

Per approfondire l’argomento abbiamo chiesto ai protagonisti del settore – Fronius Italia, Solarwatt, Fimer, Senec Italia e Sonnen – di raccontarci come si stanno muovendo sul mercato.

“Negli ultimi anni, dei circa 40.000 impianti residenziali installati, oltre 10.000 sono abbinati ad un sistema di storage. È un mercato in crescita, soprattutto per i vantaggi che offre agli utenti finali: dall’aumento significativo dell’autoconsumo ad una maggiore indipendenza energetica dalla rete” evidenzia Alberto Pinori – Direttore Generale di Fronius Italia- . La diminuzione dei prezzi dei sistemi di storage ne ha sicuramente favorito la diffusione; ci attendiamo un ulteriore calo dei prezzi che, supportato anche dalle detrazioni, potrà portare ad un’accelerazione importante in questo ambito. È quindi un mercato dal quale ci attendiamo uno sviluppo significativo da qui ai prossimi anni”.

Marco Boschello, Coord. Tecnico e Commerciale Solarwatt

Marco Boschello, Coord. Tecnico e Commerciale Solarwatt

Il futuro roseo dello storage è confermato dalle parole di Marco Boschello, Coord. Tecnico e Commerciale Solarwatt

“È un settore che sta avendo crescita che definirei quasi fisiologica. È decisamente passata la fase dell’interesse dei soli early adopter amanti delle nuove tecnologie. Ormai oltre il 90% dei clienti residenziale che si accinge ad acquistare un nuovo prodotto si informa anche sui sistemi di accumulo e oltre il 30% delle persone sceglie di installarlo, con l’obiettivo di raggiungere l’indipendenza energetica. Anche i bandi regionali che incentivano queste tecnologie hanno contribuito all’introduzione dello storage”.

MyReserve , i sistemi di accumulo di Solarwatt

Ottimizzare l’autoconsumo grazie alla modularità dei sistemi di accumulo Myreserve di Solarwatt

Nuove opportunità con il Decreto Rilancio

Vincenzo Ferreri, Amministratore Delegato Sonnen Srl e Sonnen eServices Italia Srl

Vincenzo Ferreri, Amministratore Delegato Sonnen Srl

“Le prospettive al momento sono estremamente rosee: il Decreto Rilancio offre ottime opportunità per il nostro settore, che è destinato ad aumentare i propri volumi di almeno cinque volte; siamo di fatto di fronte ad un mass market e si registra già la crescita della domanda spontanea di soluzioni complete fotovoltaico + storage. – sottolinea Vincenzo Ferreri, Amministratore Delegato Sonnen Srl e Sonnen eServices Italia Srl – Ė infatti ormai evidente che utilizzare un impianto fotovoltaico senza il supporto di un sistema di accumulo non ha più alcun senso: immettere in rete l’energia prodotta in eccesso non è conveniente e in più, con il nuovo DL Rilancio, l’energia prodotta in eccesso dagli impianti incentivati secondo questa nuova legge, non viene remunerata, pertanto diventa ancora più importante immagazzinarla il più possibile in casa”.

Il trend sarà quindi quello di dotarsi sempre più spesso di sistemi di storage che consentono di immagazzinare l’energia non immediatamente utilizzata per sfruttarla quando realmente serve. “sonnen fa un passo in più in questa direzione e offre ai propri clienti che accedono alla sonnenCommunity, in compensazione dei servizi ancillari rilasciati dai sistemi in remoto, 1500 kWh di materia energia direttamente in bolletta, permettendo ai clienti di raggiungere la completa autonomia energetica” aggiunge Vincenzo Ferreri.

Giovanbattista Napolitano, è Technical Support Coordinator Italy di Fimer

Giovanbattista Napolitano Technical Support Coordinator Italy Fimer

Obiettivo: aumentare autoconsumo e autosufficienza

Trainate dalla sempre maggiore esigenza di aumentare le quote di autoconsumo e autosufficienza, soprattutto per i segmenti Residenziale e Commerciale, le prospettive nel mondo delle soluzioni con accumulo sono molto ampie, sia per i mercati internazionali, come quello tedesco e australiano sia, e soprattutto, per il mercato italiano che già l’anno scorso rappresentava il secondo mercato storage a livello globale.

“Quindi, nel panorama internazionale, il mercato italiano delle soluzioni storage è, e sarà, ancor più protagonista, anche grazie all’Ecobonus 110% che darà una spinta molto forte a questo settore – Giovanbattista Napolitano, è Technical Support Coordinator Italy di Fimer -. Noi, come Fimer, puntiamo molto sullo storage e su sistemi sempre più intelligenti, come il nostro React 2 che permette di gestire i flussi di energia in maniera smart e di aumentare le quote di autoconsumo e autosufficienza fino al 90%”.

sistemi di accumulo Fimer

Autosufficienza energetica con React 2, il sistema integrato con fotovoltaico e accumulo Fimer per il mercato residenziale

Vito Zongoli, Managing Director di SENEC Italia

Vito Zongoli, Managing Director di SENEC Italia

Il settore storage è destinato ad un futuro radioso. “La generazione fotovoltaica distribuita e l’autoconsumo sono la soluzione vincente, nonché la via obbligata, non solo per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale che l’Italia ha stabilito, ma anche per soddisfare il crescente desiderio dell’autosufficienza energetica. – ricorda l’Ing. Vito Zongoli, Managing Director di SENEC Italia – La recente emergenza sanitaria ha fatto emergere in modo forte l’esigenza di vivere in un’ambiente più pulito e sano e di essere quanto più possibile indipendenti da variabili esterne, così come la consapevolezza di quanto le nostre vite, personali e lavorative, dipendano grandemente dall’energia elettrica. L’accumulo, collegato al fotovoltaico, rappresenta la risposta a tutte queste esigenze e motivazioni”.

Si aggiunga poi il fatto che gli accumulatori possono rappresentare il cuore della “smart-home”, collegandosi e comunicando con altre periferiche e sistemi (ricarica auto elettrica, domotica), favorendo la transizione verso una casa tecnologicamente avanzata.

Smaltimento Raee: cosa ne pensano i cittadini?

Quanto conta lo smaltimento Raee nel cuore sostenibile delle nostre abitudini quotidiane? Più di quanto si possa immaginare, secondo la ricerca commissionata dall’associazione Eucolight e realizzata da Gfk Italia sui comportamenti “ricicloni” degli europei.

Tra gli intervistati di Austria, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna, molti conoscono l’importanza di riciclare lampadine, elettrodomestici e altre apparecchiature elettroniche. E soprattutto sanno come farlo e ritengono la raccolta differenziata di questi rifiuti fondamentale in tema di salvaguardia ambientale.

La ricerca è stata condotta in cinque Paesi europei da Gfk Italia su un target di 1000 tra uomini e donne, in un’età compresa tra i 16 e 70 anni

Il giusto smaltimento Raee visto dalle lampadine

Balzano all’occhio, in primis, i due dati relativi alla raccolta delle lampadine esauste:

Questo avviene soprattutto in Italia e in Austria, dove oltre il 30% ricorre regolarmente ai centri di raccolta comunali per smaltire i Raee legati all’illuminazione. Meno performante, invece, il servizio di restituzione delle lampade su base 1contro1 o 1contro0 presso i punti vendita della grande distribuzione. Siamo tra il 38% e il 59% degli intervistati, con cifre più significative in Spagna, Paesi Bassi e Germania.

Smaltimento Raee nei centri comunali

Costruire coscienza ecologica

“È incoraggiante constatare la positiva predisposizione dei cittadini europei verso la raccolta differenziata e il riciclo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche – commenta Fabrizio D’Amico, direttore generale del consorzio Ecolamp, tra i soci fondatori di Eucolight -. I dati stimolano tutti gli attori della filiera del riciclo italiano a fare sempre meglio e a supportare il consumatore virtuoso con una comunicazione più efficace”.

Resta infatti un 22% del campione nazionale che ancora smaltirebbe lampadine e altri Raee nel bidone della raccolta indifferenziata, mentre il 9% si dichiara propenso a farlo nelle campane del vetro. Proprio qui bisogna lavorare per accrescere la cultura ambientale e la volontà di applicare comportamenti ecosostenibili.

Smaltimento Raee: le attitudini dei cittadini

Un futuro di informazione green

Il bisogno di comunicazione viene esplicitamente espresso anche nell’indagine Eucolight. Un intervallo tra il 40% e il 57% degli intervistati, a seconda del Paese, lamenta la carenza di informazioni presso i punti vendita autorizzati alla raccolta. Tra il 24% e il 42% del campione dichiara inoltre che lo stesso personale non è adeguatamente preparato. Con percentuali tra il 76% e l’84%, tutti e cinque i Paesi coinvolti nell’indagine concordano nell’affermare che produttori, negozi ed e-commerce di apparecchiature elettriche ed elettroniche dovrebbero comunicare i servizi di raccolta e riciclo offerti.

Nel complesso, dunque, i dati sembrano confermare l’efficacia delle campagne di sensibilizzazione, ma i cittadini “gradiscono” la corretta informazione sullo smaltimento Raee. Un’azione fondamentale per accrescere la coscienza ambientale in una società sempre più dedita al consumo di tecnologia.