Conteggio persone e accesso touch-free: Safe Flow di Faac per ripartire in sicurezza

Per rispondere alle necessità emerse in occasione della pandemia da Covid-19 Faac ha sviluppato Safe Flow, una serie di soluzioni affidabili e semplici da installare (non prevedono infatti interventi strutturali).

La linea Safe Flow di Faac

Per tenere sotto controllo il flusso di clienti all’interno di un locale, la linea Safe Flow Faac è pensata per il conteggio delle persone, la gestione della capienza e della coda in porte mono o multingresso, sia automatiche che manuali, per qualsiasi configurazione o necessità.
Disponibile in 6 versioni, adatte per rispondere alle esigenze del piccolo negozio così come del grande centro commerciale, consente di gestire con semplicità qualsiasi flusso di persone.

ingresso automatico safeflow led verdeSi parte dalla soluzione monoingresso Safe Flow 01 per la gestione controllata del flusso attraverso una sola porta di entrata e di uscita e una persona alla volta. È applicabile a tutte le porte scorrevoli Faac, già esistenti o di nuova installazione, e prevede un upgrade compatibile con sensori XDT1 e XDT3 già installati. I sensori sulla porta rilevano il passaggio delle persone contando il numero in entrata e in uscita. La porta può essere programmata per bloccare l’ingresso al raggiungimento del numero  massimo di persone che si desiderano fare entrare nel locale. Un led luminoso rosso/verde segnala all’esterno la possibilità di accesso.

Safe Flow 02 è invece una soluzione multingresso. Anch’essa è compatibile con le porte Faac già installate e, oltre alle caratteristiche del 01, può gestire un utente per volta su due o più porte per entrata e uscita. Il conteggio è centralizzato e quando si raggiunge la capienza prevista le porte non si aprono più in entrata e il led indica rosso. Anche questo prodotto è semplice da installare su ingressi esistenti: basta applicare una scheda di controllo porta dotata della tecnologia Keydom di Faac e, a richiesta, può essere dotato di un display con informazioni personalizzabili.

Safe Flow 03 fa invece uso di sensori laser e centralizzazione del controllo grazie alla tecnologia Keydom. Dedicata a locali multingresso, consente l’entrata e l’uscita da più porte anche a più persone contemporaneamente, bloccando le porte al raggiungimento della capienza impostata. È applicabile a qualsiasi tipo e marca di porta scorrevole.

Dedicata a locali con uno o più accessi pedonali, anche senza la presenza di porte automatiche, è invece Safe Flow 04: un sensore laser rileva il flusso di passaggio contando il numero di chi entra e chi esce, anche contemporaneamente. Al raggiungimento della capienza limite una segnalazione viene trasmessa all’ingresso oppure la porta si chiude automaticamente.

Accesso gestito e touch free

I modelli Safe Flow 05 e Safe Flow 06 nascono per l’applicazione su porte battenti manuali da interno e da esterno. L’utilità in questo caso è duplice: evitare l’apertura della porta con un contatto diretto e gestire il numero dei presenti.

ingresso automatico safe flow led verdeSafe Flow 05 prevede due pulsanti touchless che abilitano il passaggio delle persone contando chi entra e chi esce. La porta viene bloccata al raggiungimento della capienza e il led di segnalazione passa da verde a rosso. Safe Flow 06 svolge un compito analogo, ma applicato a una porta per esterni. Entrambi funzionano con gli automatismi Faac A951 e 950N2 e in entrambi i casi sono dotati di pulsanti touchless XMS.

Touch Free 01 e Touch Free 02 sono infine due soluzioni monoingresso pensate per evitare ogni tipo di contatto con la porta, garantendo la massima igiene. Non effettuano il conteggio delle persone presenti, ma i due pulsanti touchless abilitano il passaggio in entrambe le direzioni.

Colonne di ricarica e FER: l’integrazione che stimola il mercato della ripartenza

Cambia il mercato e cambiano anche proposte e competenze. Accade così che termoidraulica, FER (fonti energetiche rinnovabili) e colonne di ricarica per l’e-mobility si intersechino tra loro in un’ottica di vera e propria integrazione. Ce ne parla Domenico Bellocci, un impiantista sui generis, che ha fatto della risposta trasversale ai nuovi bisogni del mercato il proprio metro distintivo.

Colonne di ricarica a braccetto con le FER

In 26 anni di vita la sua azienda – nata nel 1994 – si è dedicata da subito alle rinnovabili e alle tecnologie per il risparmio energetico, interessando il comparto termoidraulico prima ed elettrico poi. È recente invece l’apertura al mondo dell’e-mobility con le colonne di ricarica auto abbinate a impianti fotovoltaici o di cogenerazione. Il passo dalle FER alla mobilità elettrica è stato breve: “abbiamo iniziato a occuparci di accumulo dell’energia – trattiamo in particolare i sistemi di accumulo Senec – e a proporre, insieme a queste soluzioni, wallbox – ideali come soluzione domestica – e colonne di ricarica con cui sfruttare l’eccesso di energia prodotta dalle rinnovabili e stoccata. Soluzioni che si possono anche noleggiare” racconta Bellocci. In questo caso il proprietario dell’impianto è la società di noleggio a cui l’utente paga un canone comprensivo di manutenzione e assicurazione. “A termine del periodo di noleggio si può scegliere se fare un rinnovo tecnologico, installando un nuovo impianto, riscattarlo o continuare a noleggiarlo”.

Domenico Bellocci e installazione di fotovoltaicoL’e-mobility è il business di domani

L’abbinamento con le FER e l’accumulo è un mercato ancora tutto da sfruttare. “Entro l’anno contiamo di portare a conclusione le proposte fatte a inizio 2020 e sospese a causa del lockdown. Abbiamo progettato, per esempio, per un importante hotel di Milano l’abbinamento con la microcogenerazione – i vincoli architettonici in centro città impediscono la scelta del solare fotovoltaico. Gli impianti producono contemporaneamente energia termica ed elettrica, e proprio la parte di energia elettrica non consumata può essere utilizzata per la ricarica della auto elettriche”.

Una soluzione che sta diventando indispensabile per gli hotel, ci spiega Bellocci, tanto che, nella scelta di dove soggiornare, la presenza di colonnine elettriche sta diventano ormai un parametro di ricerca. “Gli hotel senza la colonnina di ricarica per le auto diventeranno presto obsoleti e su questo tema stiamo cercando di fare una campagna di sensibilizzazione proponendo le soluzioni più indicate per ogni specifico caso”.

Wallbox e colonne, anche nel privato, con il super incentivo

Interpretare il mercato è altrettanto importante del conoscere le tecnologie. “È mia abitudine , anche per curiosità, spingermi verso ambiti che altri magari ancora non considerano e in questo settore ho visto del potenziale” racconta. “La mobilità elettrica è sempre più presente: wallbox e colonnine stanno diffondendosi persino nei piccoli centri. E allora perché non pensare a soluzioni anche per il privato? Quindi cerco di proporre l’implementazione del fotovoltaico anche sotto questi aspetti. Secondo me, c’è parecchio da fare”.

Soluzioni, peraltro, sostenute anche dalla politica nazione ed europea. “In particolare con il decreto che stabilisce il credito di imposta al 110% per interventi di riqualificazione energetica e adeguamento antisismico, che coinvolge anche il fotovoltaico, potranno riprendere vigore progetti prima bloccati e ora realizzabili proprio in funzione di questa super agevolazione. È possibile quindi che per questi sistemi, nei prossimi due anni, ci sarà una svolta importante”.

Per promuovere la diffusione della mobilità elettrica è necessario realizzare e potenziare le infrastrutture, anche nel privato

accumulo fotovoltaico Senec e Wallbox

Soluzione completa per l’autosufficienza energetica proposta da Senec: sistema di storage e wallbox per la ricarica dell’auto elettrica

Accumulo e gestione dell’energia

Indispensabile, soprattutto per l’integrazione con il fotovoltaico, è l’accumulo. “Viene fatto con sistemi di batterie inserite sull’impianto, dimensionati in funzione del tipo di impianto e installabili anche su quelli esistenti” spiega Bellocci. Sistemi dotati peraltro di molte funzioni, “oltre a stoccare l’energia svolgono anche la funzione di backup. Vi colleghiamo, quindi, gli impianti che non devono mai essere disalimentati. In caso di mancanza di corrente, il sistema provvederà a mantenere attivo un circuito preferenziale prescelto, per esempio quello di sicurezza. Mentre su impianti nuovi si sceglierà un sistema di accumulo con inverter incorporato che consenta la gestione dei carichi in funzione delle necessità dell’utente”.

In questo modo si ottimizza lo sfruttamento intelligente dell’energia prodotta da FER, in ottica IoT, con telegestione, manutenzione e aggiornamento da remoto, anche direttamente dalla casa madre. Soluzioni che “sono molto più di un semplice accumulo e con un potenziale enorme”.

Domenico Bellocci e il suo staff

Domenico Bellocci, titolare e responsabile tecnico di Bellocci sas, e il suo staff

Come agganciare le nuove opportunità

Sapere leggere l’evolvere delle esigenze di mercato è il punto di forza di ogni imprenditore, ma cosa deve fare un impiantista per avvicinarsi a nuovi settori? Secondo Bellocci:

 

 

 

“Installatore Green”: modello di economia circolare nella climatizzazione

86 installatori green e 200 kg di gas refrigerante R410A recuperato dai climatizzatori avviati a riciclo: questi i numeri del programma “Installatore Green” di Daikin Air Conditioning Italy e Remedia.

La fase pilota – iniziata a giugno 2019 con l’obiettivo di creare un network virtuoso per il recupero di F-Gas -entra nel vivo confermando la volontà della filiera di contribuire attivamente alla tutela dell’ambiente.

Fondamentale la sensibilizzazione per una corretta gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) e per una mitigazione dell’impatto ambientale: per questo motivo le due aziende hanno dato vita a un progetto di Economia Circolare che prevede il recupero, la rigenerazione e il riutilizzo dei gas refrigeranti contenuti all’interno dei climatizzatori residenziali.

Programma Installatore Green Qualificato Remedia

LogoRemedia Installatore green progetto economia circolareLa mission di Daikin è supportare il benessere ed il comfort con tecnologie innovative amiche dell’ambiente sotto il profilo della sostenibilità e dell’efficienza energetica. Il progetto Installatore Green conta su 86 aziende d’installazione del network Daikin a cui spetta il compito di raccolta e corretta gestione del rifiuto.

Per loro è stato pensato a un vero e proprio percorso formativo incentrato su webinar e incontri che ha consentito loro di diventare “Installatore Green Qualificato Remedia” ed essere inseriti in un sistema coordinato, controllato e conforme alla normativa ambientale.

Il progetto ha un duplice obiettivo:

  1. garantire il rispetto dell’ambiente;
  2. consentire all’installatore di mettere in atto le procedure richieste per lo smaltimento corretto del condizionatore.

Remedia – di cui Daikin è socio fondatore – è garante di una gestione dei rifiuti tecnologici che soddisfa gli standard di qualità ed efficienza operativa.

“Oltre a rappresentare un bell’esempio di collaborazione e sinergia tra Consorzio e Associato – ha sottolineato Danilo Bonato, Direttore Generale di Remedia – siamo consapevoli di aver consolidato esperienze, know how e metodologie innovative che in un futuro potranno essere messe a disposizione di altri produttori orientati a modelli di business green, con l’obiettivo di costruire una filiera industriale sempre più sostenibile e attenta all’ambiente”.

Il progetto in numeri

Nella prima fase, 61 sono già operative e certificate e hanno contribuito a raccogliere oltre 31.000 kg di RAEE che hanno prodotto circa di 200 kg di gas R410 rigenerato. Un risultato importante e un bell’esempio di economia circolare.

Il progetto è stato già riconosciuto a livello nazionale per il concreto contributo alla sostenibilità ambientale: Daikin è stata insignita del Premio speciale “Circular Energy del concorso “Best Performer dell’Economia Circolare” 2019/2020 promosso da Confindustria con il supporto di 4.Manager e la collaborazione di Enel X.

Daikin: diventare Carbon Neutral

Nel pieno rispetto della strategia basata sull’economia circolare, Daikin punta a progettare sistemi a basso consumo energetico nei quali vengono utilizzati i refrigeranti più adatti per il funzionamento, privilegiando l’utilizzo di quelli in grado di limitare l’immissione di ulteriore gas vergine. Già nel 2019 Daikin ha presentato il primo sistema di climatizzazione caricato con gas refrigerante R410A rigenerato: il quantitativo complessivo è tale da far risparmiare oltre 300.000 tonnellate di CO2 equivalente/anno altrimenti introdotte sul mercato sotto forma di gas vergine.

Il progetto installatore green – ha aggiunto Takayuki Kamekawa, Presidente e Amministratore Delegato di Daikin Italy – è un progetto cucito sull’obiettivo di essere carbon neutral entro il 2050 e sui valori di cui ci facciamo promotori assieme ai nostri partner più importanti e fedeli, gli installatori”.

Mobilità sostenibile: un mondo nuovo che sta già cambiando

Si è conclusa nei giorni scorsi la Milano Digital Week, la ormai consolidata kermesse meneghina dedicata alla creazione di conoscenza e all’innovazione attraverso il digitale. Un’edizione speciale, quella del 2020, che per l’emergenza Covid-19 si è tenuta in versione interamente online.

Fil rouge della manifestazione è stato il tema “La città trasformata”, declinato nelle sue svariate sfaccettature. Nelle gamma di chiavi di sviluppo delle attuali realtà urbane sempre più connesse e digitalizzate, si è focalizzata l’attenzione anche sulla mobilità sostenibile. Su questo argomento di grande attualità si sono incentrati vari appuntamenti della Milano Digital Week, tra cui la live conference “Mobilità sostenibile – Un mondo nuovo che sta già cambiando”, tenutasi mercoledì 27 maggio.

L’evento, organizzato da ABB, multinazionale elettrotecnica operante nella robotica, nell’energia e nell’automazione, ha visto la partecipazione di:

A moderare il panel è stato Antonio De Bellis, Head of Sales di ABB Italia.

Muoversi nella città del futuro

Nel corso della live conference, il tema della mobilità sostenibile è stato affrontato in svariate angolazioni, a partire dai nuovi panorami che si potranno configurare a seguito dell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus. Sul futuro che potrà interessare i trasporti urbani si è espresso Andrea Galeazzi, ipotizzando uno scenario olistico e multimodale.

Secondo quanto riferito, nonostante l’innegabile crescita nell’utilizzo di mezzi quali le bici elettriche e i monopattini, è impensabile che essi potranno rappresentare soluzioni adatte a tutte le fasce d’età. In ambito urbano si dovrà certamente penalizzare i veicoli inquinanti, favorendo l’intermodalità, ovvero la combinazione per gli spostamenti di due o più mezzi.

L’ipotesi è anche quella di provvedere a trasportare quante meno persone possibili puntando, quando fattibile, su eventi organizzati online, così da assicurare un netto vantaggio sul fronte dell’impatto ambientale. Il boom dell’e-commerce comporterà invece con ogni probabilità un aumento della movimentazione e della distribuzione delle merci. È verosimile che si vedrà circolare un quantitativo maggiore di furgoncini in città. Non è però escluso che in futuro per le consegne saranno utilizzati altri mezzi, come ad esempio i droni.

L’icona 500 nella nuova mobilità sostenibile

Anche secondo Cristiano Fiorio, la dimensione degli spostamenti è destinata a subire una grande trasformazione. Molte attività si potranno svolgere da remoto, senza la necessità di usufruire di mezzi impattanti, come ad esempio gli aeroplani. Si tratterà di un aspetto rilevante anche per decongestionare il traffico urbano, contribuendo a rendere gli agglomerati cittadini più sostenibili.

In quest’ottica, il Chief Marketing Officer si augura che anche la Fiat 500 sarà in grado di offrire una nuova dimensione nell’ambito della mobilità, trattandosi di un’auto piccola, ideale per la Urban Mobility.

Sul fronte della sostenibilità urbana, la nuova 500 elettrica rappresenta anche una soluzione che sa rispondere alla nuova percezione scaturita nei consumatori a seguito dell’emergenza Covid-19, ovvero alla necessità di tutelare il Pianeta. In piena armonia con gli attuali paradigmi del mercato automotive, la vettura si dimostra inoltre iperconnessa e dotata di sistemi tecnologici d’avanguardia nonché di servizi che riescono a soddisfare i bisogni delle persone, tramutandosi in una sorta di prolungamento della rispettiva vita quotidiana.

Gli sviluppi della micromobilità

MicromobilitàCome sta evolvendo, invece, la micromobilità? Dalle parole di Salvatore Palella è emerso che nel nostro paese l’introduzione di questa modalità di trasporto non è stata semplice ma, dopo un momento iniziale di difficoltà, è comunque riuscita a prendere avvio. Un ulteriore impulso a questo segmento della mobilità cittadina è provenuto proprio dalla pandemia di Covid-19. A seguito dell’emergenza è infatti cresciuto il numero di Comuni che hanno aperto le porte a soluzioni quali il monopattino elettrico o la bici elettrica.

Nella sua fase iniziale, l’affermazione della micromobilità è stata complessa anche sul fronte dell’utilizzo da parte degli utenti. Ma gli ostacoli sono stati pian piano oltrepassati. Allo stato attuale, difatti, si contano oltre 750 mila persone che ogni giorno utilizzano le flotte fornite da Helbiz alle città italiane aderenti ai suoi programmi di micromobilità.

Un altro dato significativo emerso in seguito alla pandemia si riferisce alla crescita dei tragitti effettuati con le soluzioni di micromobilità. Rispetto al passato, i mezzi non vengono più usati per percorrere esclusivamente “l’ultimo miglio” ma anche per distanze più lunghe.

Quello della micromobilità, insomma, è un segmento in effervescenza in cui si prospettano interessanti innovazioni.

Le novità del Car Sharing

La sfida che si trova attualmente ad affrontare il comparto del Car Sharing è tutt’altro che banale, ha puntualizzato Gianni Martino Falsitta. La prima e più pressante questione riguarda l’offerta di una garanzia di sanificazione agli utilizzatori desiderosi di usufruire dei mezzi in condivisione.

Contrariamente a ciò che si potrebbe supporre, non si è comunque manifestata una disaffezione da parte degli utenti dei servizi di sharing. Con l’avvio della Fase 2 post lockdown, le persone sono tornate a utilizzare i mezzi condivisi indicativamente come lo facevano prima dello scoppio dell’epidemia. In base ai primi dati raccolti, ci si può persino attendere una crescita dovuta alle misure di distanziamento sociale che in questo momento fanno sentire il loro peso nel trasporto pubblico.

Da parte degli utilizzatori si stanno verificando continue richieste di informazioni riguardo la sanificazione delle vetture. Un’esigenza che Share Now aveva accolto fin da prima che iniziasse il lockdown, intensificando gli interventi di pulizia sui mezzi. La compagnia sta ora studiando una serie di presidi capaci di consentire una sanificazione automatica, a cui si affianca l’adozione di apposite tecnologie che spaziano dall’ultravioletto all’ozono.

Lo stato dell’arte della mobilità sostenibile

Come sottolineato da Antonio De Bellis, alla luce di quanto emerge al momento, la mobilità sostenibile, appare quindi, “come un ecosistema che si sta formando, costituito soprattutto da persone che hanno determinate necessità e che grazie al digitale possono beneficiarne appieno”. Si tratta di una sfida molto complessa, finalizzata nel contempo a escogitare soluzioni che risultino il meno impattanti possibili. Una prova ardua in cui l’Italia può tuttavia dimostrarsi in grado di fare la differenza, grazie alla sua innata creatività.

Controllare le variabili ambientali per modernizzare

Gli ospedali e le cliniche sono ambienti progettati per mantenere sicurezza e comfort e per favorire il recupero dei pazienti. Per questo nelle strutture sanitarie è fondamentale tenere sotto controllo e gestire alcune variabili ambientali: temperatura, umidità, corretta intensità della luce e flusso d’aria. Le giuste condizioni consentono non solo di tenere sotto controllo la trasmissione delle infezioni, ma migliorano i processi di guarigione.

In questa prospettiva, la tecnologia può rispondere in maniera ottimale: i sistemi di automazione degli edifici e i dispositivi digitali consentono alle strutture ospedaliere di regolare e monitorare con precisione tutte le variabili ambientali.

Variabili ambientali in ospedale: il controllo della temperatura

Un sistema di automazione per edifici ospedalieri deve essere in grado di controllare con precisione la temperatura di ogni locale. Infatti, non tutte le aree richiedono le stesse condizioni climatiche: nelle sale operatorie, generalmente, si tiene una temperatura più bassa.
La termoregolazione è importante anche per assicurare un buon livello di comfort al personale medico. Interfacce intelligenti consentono di effettuare la regolazione dei sistemi in locale, per adattarli alle mutevoli esigenze degli operatori. E, naturalmente, garantire benessere ai pazienti è un fattore importante nel percorso di recupero. Ad esempio, la possibilità di regolare la temperatura della stanza è un importante fattore di soddisfazione per il paziente.

Regolazione dell’umidità

L’umidità è un valore ambientale da tenere particolarmente sotto controllo: quando è troppo bassa, può favorire il diffondersi dei virus all’interno dell’edificio. Se è troppo elevata, invece, rischia di agevolare la crescita di batteri. Questo parametro può anche influenzare la percezione della temperatura da parte del paziente (una stanza umida può sembrare più fredda di una stanza più asciutta alla stessa temperatura). Per ovviare a questa problematica, è possibile installare sensori intelligenti che aiutano a monitorare i livelli di umidità nelle stanze.

Attenzione alla ventilazione

I diversi ambienti di un presidio ospedaliero richiedono speciali impostazioni di ventilazione. Quando è in uso una sala operatoria, per esempio, sono necessari moltissimi ricambi d’aria per proteggere i pazienti da eventuali infezioni. Nelle stanze che ospitano macchinari per la risonanza magnetica è invece importante installare sistemi di ventilazione efficienti per raffreddare l’ambiente, in quanto queste tipologie di macchine producono molto calore. Ci sono poi le aree dedicate alla cura delle malattie infettive: in questo caso è fondamentale che l’aria infetta non si distribuisca in altre zone, contagiando le persone all’interno dell’ospedale.

Gestione smart dell’illuminazione

L’illuminazione ha un impatto significativo sul benessere delle persone: quando la luce naturale non è sufficiente, bisogna progettare impianti capaci di rendere accoglienti le diverse aree dell’ospedale. Nel caso della stanza di un paziente, un’illuminazione adeguatamente controllata può garantire un maggior relax. La luce influisce anche sul lavoro di medici e infermieri: i diversi ambienti richiedono approcci impiantistici diversi.
Se guardiamo all’operatività della struttura, il controllo dell’illuminazione e l’utilizzo di sistemi di automazione consentono di raggiungere importanti obiettivi di risparmio energetico e sostenibilità.

Il valore dei dati

Tra i vantaggi di investire in moderni sistemi di automazione, possiamo sicuramente annoverare quello relativo alla raccolta dei dati relativi alle variabili ambientali. Le informazioni su temperatura, umidità, ventilazione e illuminazione consentono infatti di verificare il funzionamento degli impianti e di indentificare le aree dove è necessario intervenire per la sicurezza o il comfort delle persone. Inoltre, l’analisi dei dati consente di valutare come intervenire per migliorare l’efficienza energetica della struttura.

Ma come modernizzare un ospedale?

Spesso all’interno degli ospedali sono presenti sistemi ormai obsoleti, che non riescono più a rispondere alle necessità sopra elencate. Si possono tuttavia pianificare degli ammodernamenti step by step grazie a soluzioni implementabili nel tempo. Un primo passo potrebbe essere l’installazione di semplici sensori intelligenti nelle aree più critiche oppure dotare l’infrastruttura elettrica di componenti smart.
EcoStruxure for Healthcare di Schneider Electric può aiutare gli ospedali a modernizzare gli impianti e i sistemi di controllo incrementando l’efficienza operativa, la soddisfazione dei pazienti e la sicurezza.

Come intervenire, dunque, sulle variabili ambientali? Controllo, misurazione e gestione dell’energia per ridurre le spese e continuità di esercizio per garantire disponibilità di energia e protezione delle apparecchiature elettromedicali in caso di blackout sono solo alcune delle funzionalità che Schneider Electric può offrire.

Bonus mobilità 2020: a chi è rivolto e come ottenerlo

Dopo tanto discutere, il bonus mobilità 2020 è ai blocchi di partenza. Anzi, di una ripartenza associata agli investimenti green e alla sostenibilità a due ruote. Quest’ultima, soprattutto, ha il duplice vantaggio di inquinare meno e di garantire il distanziamento sociale necessario durante l’allentamento del lockdown.

Ma il potersi muovere in libertà, in campagna come in città, porta con sé un rovescio della medaglia: il prezzo. Il contributo previsto dal Decreto Rilancio sull’acquisto di biciclette e altri mezzi per la mobilità personale a propulsione elettrica punta proprio ad alleggerire la spesa per questo tipo di soluzioni. Avvicinando così i cittadini italiani a un modo più eco-friendly di vivere gli spostamenti, siano essi per lavoro o per svago.

Analizziamo dunque i requisiti e le modalità di accesso al cosiddetto “bonus bici”, secondo le Faq pubblicate sul sito del ministero dell’Ambiente.

Bonus mobilità 2020: le faq del ministero

Cosa acquistare con il bonus mobilità 2020

Partiamo dalle basi: il bonus prevede un contributo del 60% della spesa sostenuta, fino a un massimo di 500 euro, per l’acquisto senza rottamazione di:

Come funziona il rimborso

Il buono bici è fruibile nei limiti delle risorse disponibili e prevede due fasi. Dal 4 maggio fino al primo giorno di operatività dell’apposita piattaforma web, il cittadino viene direttamente rimborsato del 60% della spesa. Basterà conservare la fattura, come giustificativo dell’acquisto, e allegarla successivamente alla domanda online.

La fase 2, invece, inizierà con l’effettiva disponibilità del portale. Da questo momento in poi si prevede lo sconto diretto del 60% da parte del negoziante aderente all’iniziativa (che verrà poi rimborsato), sulla base di un buono di spesa digitale generato dall’utente sull’applicazione online.

Importante: per accedere alla pagina web dedicata sono necessarie le credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale).

Chi può richiedere il bonus mobilità 2020

Possono usufruire del buono bici per l’anno 2020 tutti i cittadini maggiorenni che risultino residenti in:

Dove effettuare l’acquisto

Per la fase 1, gli utenti possono acquistare la bici o il veicolo per la mobilità personale in qualsiasi negozio, anche online, sempre richiedendo fattura. Nella fase 2, la piattaforma web del bonus ospiterà un elenco di tutti i negozianti italiani aderenti all’iniziativa.

Il contributo è fruibile anche nel caso di veicoli comprati da esercenti stranieri, purché si ottenga una fattura, anche in inglese, che riporti le stesse voci della versione italiana.

Tempistiche e futuro del contributo

Il bonus mobilità 2020 prevede l’erogazione dei contributi per gli acquisti effettuati dal 4 maggio al 31 dicembre di quest’anno, senza provvedere ad alcuna rottamazione di veicoli datati. Dal 1 gennaio 2021, per l’accesso all’incentivo si richiede una rottamazione (da effettuare durante il 2021), mentre i buoni potranno essere spesi entro il 31 dicembre 2024.

Le due misure sono cumulabili? Le Faq del Ministero dicono sì: chi ha usato il bonus mobilità 2020 potrà accedere anche al buono 2021 attraverso la rottamazione del proprio veicolo obsoleto.

Smart home? AVE Domina Smart per l’integrazione totale

È possibile avere la massima integrazione tra i sistemi domestici, un numero maggiore di strumenti di supervisione e più interattività per creare una smart home adatta ad ogni necessità tecnologica?

I tecnici AVE si sono posti questa domanda, alla quale hanno dato una risposta sviluppando Domina Smart, la nuova piattaforma integrata e IoT ready che concentra tutti i sistemi tecnologici AVE. Domotica, sicurezza e comunicazione dialogano tra loro ampliando sia le possibilità impiantistiche, sia le opportunità degli installatori che ora possono andare incontro ad ogni richiesta degli utenti finali facendo affidamento su un unico, grande sistema integrato, veloce da installare, semplice da gestire e da proporre.

Le caratteristiche di AVE Domina Smart

AVE Domina Smart sistema integrato domotica IoTLa App AVE Cloud – per iOS e Android – nasce per gestire ogni funzione di automazione integrata in Domina Smart, ovunque ci si trovi. AVE Cloud offre inoltre la possibilità di creare scenari via smartphone e personalizzarli in base a dove si trova (sfruttando la geolocalizzazione del dispositivo).

Domina Smart è inoltre compatibile con gli assistenti vocali più diffusi, attraverso i quali consente di gestire tutte le funzioni domotiche (come le luci, la temperatura, le tapparelle, la diffusione sonora, la ventilazione, l’irrigazione ecc.).

Per la protezione della casa, sono disponibili sensori pensati per rilevare perdite d’acqua e fughe di gas: in questo caso il sistema invia una notifica sui touch screen in casa e via app e mette in sicurezza il locale interrompendo la fornitura d’acqua, di energia elettrica o di gas azionando appositi interruttori o elettrovalvole. Anche nel caso venga rilevato del fumo, il sistema AVE notifica l’allarme sui supervisori via smartphone e – se richiesto – alle autorità.

Sul fronte antintrusione, nel caso venisse rilevato un tentativo di furto gli allarmi vengono notificati su touch screen e smartphone, così da avere sempre tutto sotto controllo ed attuare le misure necessarie a difesa dell’abitazione. Inoltre, vi è la possibilità di simulare la presenza di persone in casa, così da dissuadere i malintenzionati quando ci si allontana.

Totale l’integrazione con la gamma dedicata alla videocitofonia, che introduce nuove postazioni esterne e interne in grado di dialogare con la domotica AVE, così da espandere le possibilità di comunicazione con l’esterno. Ad esempio, nel caso l’utente sia fuori casa, il sistema può intervenire per inoltrare le chiamate del videocitofono via app, consentendo di rispondere in diretta a chi ha suonato.

 

L’altra faccia della crisi: in Italia crollano le emissioni di CO₂

La tempesta coronavirus si sta abbattendo ormai da mesi sul fronte della produzione e dei consumi con effetti economici e sociali durissimi. Eppure, anche in frangenti così difficili si può sostenere che non tutto il male viene per nuocere. Per farlo occorre spostare il punto di vista e ragionare in termini di salute, ma questa volta ambientale. In quest’ottica l’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano compiuta dall’Enea evidenzia come nel primo trimestre dell’anno le emissioni di CO₂ hanno segnato una drastica diminuzione (-10% circa) con la previsione di un -15% nel computo del primo semestre 2020.

Da marzo diminuzione drastica della domanda energetica

A generare questo crollo delle emissioni c’è naturalmente l’impatto del Covid-19 a partire dal terzo mese dell’anno. Infatti, l’indagine Enea sottolinea come nelle cinque settimane, dall’inizio di marzo in poi, la domanda elettrica ha iniziato a contrarsi stabilizzandosi su un -20% a livello nazionale (-30% nelle regioni del Nord) rispetto allo stesso periodo del 2019. Anche i consumi di gas naturale si sono stabilizzati su un -30% dalla seconda metà di marzo, mentre gasolio e benzina hanno segnato addirittura un -43% a marzo. Tutti trend che del resto si sono ulteriormente consolidati ad aprile, mese che l’Italia ha interamente vissuto in regime di lockdown.

Calo della domanda di energia elettrica

“Un calo delle emissioni di CO₂ senza precedenti”

“Questo calo delle emissioni di CO₂ – ha sottolineato Francesco Gracceva, l’esperto Enea che ha curato l’Analisi – rappresenta un dato senza precedenti. Basti pensare che nel 2019 si è registrato un -1,5% grazie al phase out del carbone, a sua volta favorito dai bassi prezzi del gas naturale e dal rialzo delle quotazioni dei permessi di emissione. In Italia, peraltro, negli ultimi anni le emissioni si sono ridotte meno dei principali paesi europei, pur a fronte di un andamento dell’economia meno positivo”.

Dunque l’attuale crollo delle emissioni finisce con il ridare vigore a un trend di decrescita comunque consolidatosi negli ultimi decenni. Proprio i numeri relativi all’andamento nel lungo periodo sono stati diffusi recentemente dall’Ispra con due rapporti, il National Inventory Report 2020 e l’Informative Inventory Report 2020, che presentano il quadro globale e di dettaglio della situazione italiana sull’andamento dei gas serra e degli inquinanti atmosferici dal 1990 al 2018.

Scheda Enea emissioni di CO2

I numeri dell’Ispra sull’inquinamento dal 1990 al 2018

In generale, negli ultimi 28 anni presi in considerazione le emissioni sono passate dai 516 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente registrate nel 1990 ai 428 milioni di tonnellate del 2018, con una diminuzione del 17% (ma solo -0,9% rispetto al 2017). Nel dettaglio, la diminuzione risulta dovuta soprattutto alla crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) e all’incremento dell’efficienza energetica nei settori industriali.

Sempre a partire dal 1990, negli altri comparti responsabili delle emissioni, figura il calo sensibile dell’agricoltura (-13%), un settore che nel nostro Paese costituisce il 7% circa delle emissioni di gas serra, ovvero 30 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente.

Riscaldamento fra i principali fattori inquinanti

Ed ancora, i report dell’Ispra sottolineano il ruolo crescente del riscaldamento fra i soggetti inquinanti. Infatti, per quanto riguarda il PM10 primario, il riscaldamento risulta essere la principale fonte di emissione nel 2018, contribuendo al totale per il 54%.

Infine, relativamente agli altri inquinanti, è significativo l’andamento delle emissioni di ossidi di azoto, il cui acronimo e NOx. La principale fonte è il trasporto su strada (circa il 43% nel 2018), che mostra però una riduzione di ben il 71% tra il 1990 e il 2018. Tra gli altri settori interessati, l’unico che evidenzia un aumento delle emissioni NOx è ancora il riscaldamento con un +36%, pari al 13% del totale.

Fronius crede nell’Italia e investe nella sede di Bussolengo

Fronius International è una multinazionale che vanta 3 diverse attività: Solar Energy è la divisione che opera nell’ambito della produzione di energia da fonti rinnovabili, attraverso la fornitura di inverter fotovoltaici; Perfect Charging, con i suoi caricabatterie per i settori dell’intralogistica e dell’automotive, contribuisce all’efficientamento energetico dei processi di carica delle batterie; Perfect Welding, infine, offre tecnologie e soluzioni per la saldatura.

Da più di un decennio il gruppo crede nell’Italia: è infatti del 2008 la creazione di Fronius Italia, nata inizialmente per fornire supporto e assistenza post-vendita e diventata ben presto una filiale commerciale strutturata.
Oggi Fronius espande ulteriormente la propria filiale italiana attraverso l’acquisto di tre nuovi immobili, che consentono di raddoppiare gli spazi lavorativi, quelli dedicati al service e all’assistenza clienti e assumendo nuove figure a potenziamento del team.

Nuovi spazi per tecnologia e persone in Fronius

Fronius Italia – che anche durante il periodo di lockdown ha sempre garantito supporto ai propri clienti nella spedizione della merce e sicurezza per i propri dipendenti grazie allo smart working – dispone ora di circa 1.600 m2, dei quali 500 saranno interamente adibiti al nuovo repair center che verrà quindi potenziato per migliorare ancor di più il supporto post-vendita.

Sede Fronius ItaliaSpazio anche al benessere dei dipendenti: verrà creata una nuova cucina, un’area verde attrezzata e una rinnovata area parcheggio. Ovviamente nei nuovi stabili verranno effettuati lavori di efficientamento energetico, secondo le linee guida della direzione generale e l’esempio della casa madre austriaca: dallo smaltimento dell’amianto al rinnovo degli impianti elettrici e termici, con un ampliamento dell’impianto fotovoltaico esistente, per garantire sia una riduzione delle emissioni di CO2 dell’intera struttura, sia una maggiore autonomia energetica.

Rinnovato e ampliato anche il training center per gli installatori degli impianti fotovoltaici che da oltre 20 anni si affidano a Fronius per incrementare la propria competenza e conoscenza. Un nuovo showroom, dove sarà possibile toccare con mano i prodotti e le soluzioni delle diverse business units, completerà gli spazi adibiti all’accoglienza di partner, clienti, fornitori e operatori del settore fotovoltaico che avranno occasione di visitare la sede italiana di Fronius.

“Fronius dimostra nuovamente la propria solidità e affidabilità. – dichiara Alberto Pinori, Direttore Generale di Fronius Italia – Il sostegno ai nostri clienti, in primis i distributori di materiale fotovoltaico e i produttori di carrelli elevatori, è da sempre punto cardine delle nostre attività. La coerenza con la quale operiamo ci permette di essere un interlocutore affidabile che tiene fede agli impegni presi e conferma gli investimenti programmati in risorse e strutture. La costanza dimostrata in questi anni dalla nostra squadra ci ha permesso di crescere e di arrivare a dei risultati importanti”.