La prima piscina ecosostenibile è Made in Italy

La parola ecosostenibile accompagna sempre più prodotti, iniziative, convegni, normative e tutto lascia pensare che negli anni a venire diverrà ancor più positivamente invasiva. Eppure ci sono degli ambiti dove, magari per pigrizia mentale, non ci aspetteremmo di trovarla. Un po’ di stupore, ad esempio, ha suscitato un recente annuncio relativo alla creazione in Italia della prima piscina ecosostenibile in Europa.

Luogo dell’annuncio, con tanto di vasca dimostrativa a disposizione della curiosità dei visitatori, è stato il ForumPiscine 2020 svoltosi a Bologna nella seconda metà di febbraio, di fatto una delle ultime fiere tenutesi nel Settentrione prima del forzato stop causa coronavirus. Un evento, peraltro, che rappresenta da tempo un autentico punto di riferimento per gli addetti ai lavori – professionisti, progettisti, tecnici operanti in piscine, centri benessere e stazioni termali -, espressione sia del settore privato che di quello pubblico.

Un progetto cui hanno partecipato 16 aziende italiane

Il prototipo di piscina “smart” mostrato nell’evento emiliano è il punto d’arrivo di un progetto lanciato dal magazine Piscine Oggi per trovare soluzioni alla siccità e garantire il risparmio idrico. Un’iniziativa a cui hanno aderito ben 16 aziende italiane specializzate nel realizzare i diversi componenti individuati per portare a buon fine il progetto.

In particolare la vasca esposta in fiera, con tanto di simulatore di pioggia, è dotata di un sistema di raccolta per immagazzinare l’acqua piovana, ed è collegata a dei pannelli fotovoltaici che forniscono l’alimentazione e il riscaldamento in base ad una serie di rilevatori per la misurazione costante della temperatura.

“Ogni piscina esistente può divenire ecosostenibile”

Elemento non trascurabile, come ha sottolineato l’organizzatore di ForumPiscine e direttore responsabile di Piscine Oggi, Andrea Maestrami, il fatto che questa soluzione ecosostenibile è applicabile ad “ogni piscina esistente sul territorio italiano”, che può quindi essere aggiornata e convertita.

In realtà la piscina smart va anche al di là del concetto dell’autosufficienza: “Abbiamo pensato di realizzare questo impianto con l’obiettivo di renderlo smart – ha spiegato Maestrami – e questo perché va oltre il discorso del risparmio e dell’impatto zero, con un’attenzione anche alla domotica e alla sicurezza“. Infatti, il sistema di raccolta idrico purifica e depura l’acqua piovana recuperata che può poi essere impiegata per l’irrigazione del giardino piuttosto che per il rifornimento idrico di un’abitazione.

Videocamere e sensori per prevenire cadute e garantire sicurezza

Fra le varie caratteristiche della piscina ecosostenibile, la dotazione di videocamere e sensori per prevenire le cadute accidentali e garantire la sicurezza. Quello avvenuto a ForumPiscine 2020 è stato un autentico esordio mondiale in una fiera specializzata per una vasca con queste caratteristiche innovative. Per la sua commercializzazione occorrerà attendere poiché, come detto, l’esemplare mostrato è un prototipo ancora privo di un prezzo di listino.

Competenze per l’azienda che cambia: cavalcare l’innovazione, non subirla

Per fare innovazione, insieme alle nuove tecnologie, sono altrettanto fondamentali nuove capacità, conoscenze e competenze.

L’innovazione – gli addetti ai lavori lo sanno bene – non si fa solo con le macchine, che restano degli strumenti, anche quelli dotati della cosiddetta ‘Intelligenza artificiale’, perché le persone restano al centro del cambiamento. Ma devono assecondarlo, seguirlo, ‘cavalcarlo’. E non subirlo passivamente.

Non è una novità, è così da sempre, ma la grande differenza rispetto al passato portata dalla Digital transformation e dall’Industria 4.0 è la velocità di questo cambiamento. Una rapidità mai provata prima.

Molte aziende negli ultimi anni hanno investito in tecnologie, ora devono puntare allo stesso modo anche sulle competenze. Come? Il manifatturiero del futuro avrà sempre bisogno di forti competenze legate alle attività ‘Core’ che lo caratterizzano. Innanzitutto, la capacità di realizzare quanto richiesto dal mercato, il saper progettare e produrre la soluzione migliore, con la tecnologia migliore.

Si tratta di disporre di competenze legate ai prodotti, che sempre più si trasformano in soluzioni specifiche, basate su prodotti e servizi di qualità, personalizzati rispetto alle esigenze dei clienti durante tutto il ciclo di vita, utilizzando materiali avanzati, forme e design innovativi, tecnologie all’avanguardia.

Competenze: le professioni del futuro

Ecco quali sono, per esempio, i profili professionali che le aziende cercano e cercheranno sempre di più, secondo le previsioni del World Manufacturing Forum. A partire da:

Con lo sviluppo dell’automazione di tipo collaborativo, la capacità di programmare i co-robot e di interagire con essi risulteranno competenze importanti. Inoltre, emergeranno sempre più il saper monitorare e gestire le attività attraverso dispositivi digitali che ricevono informazioni in tempo reale, saper usare sistemi di Knowledge management e Reporting, risolvere problemi e contribuire al miglioramento continuo.

Ci sono poi altri ruoli specifici in pieno sviluppo, come il ‘dronista’ (l’esperto nell’utilizzo di droni) o il ‘chippista’ (l’installatore di sensori nei processi basati sull’IoT). Un’altra tipologia di ruoli emergenti è quella che riguarda i progettisti di tecnologia, che sono chiamati a progettare dai massimi sistemi delle soluzioni digitali ad aspetti più di dettaglio, come l’interazione uomo-macchina, le soluzioni e i servizi innovativi verso i clienti, o anche i percorsi formativi per le Tecnologie 4.0. Anche operatori specializzati nell’aiutare il cambiamento in azienda, come gli esperti di sviluppo organizzativo o di gestione delle persone e della cultura aziendale, figurano tra i nuovi ruoli che avranno un forte peso nel futuro.

Industria 4.0: mix di Hard skills e Soft skills

Assecondare (e anticipare) i cambiamenti in corso

C’è da sottolineare anche la crescente importanza dei temi e delle attività dello Sviluppo sostenibile (sostenibilità economica, ambientale e sociale), che saranno sempre di più integrati in tutti gli aspetti della manifattura. Ciò richiederà competenze tecniche specifiche, ma anche capacità di innovazione e di partnership con altri attori del sistema, che permettano di ridurre le emissioni inquinanti, ottimizzare il consumo energetico, abilitare la manifattura circolare. E, in questo scenario, tante altre figure professionali si vanno creando e sviluppando con i cambiamenti in corso.

Si possono poi considerare le nuove competenze e capacità essenziali per il futuro della Manifattura. Un mix di Hard skills e Soft skills:

Affrontare la complessità con competenze adeguate

Ma anche, capacità di gestire una complessità crescente, fatta di molteplici requisiti e compiti simultanei; avere, o sviluppare, una mentalità interculturale e interdisciplinare; abilità di interazione con le altre persone così come con i sistemi IT e AI, attraverso diverse piattaforme e tecnologie; saper progettare e utilizzare nuove soluzioni di Intelligenza artificiale; conoscenze di Cyber security, Privacy e analisi dei dati.

È poi il caso di sottolineare come l’intelligenza creativa e distintiva dell’attività umana (il lato umano, l’empatia, la capacità di giudizio, le relazioni, la gestione dell’imprevisto, e via dicendo) debbano essere coltivate e facilitate nelle varie attività di lavoro.

È sulla formazione, l’orientamento e la riqualificazione delle persone – professionisti, tecnici, specialisti dei vari settori –, che si giocano le sfide delle competenze del capitale umano, della competitività e dell’azienda del futuro.

Ansia da autonomia: il principale limite della mobilità elettrica?

L’ansia da autonomia (o range anxiety) non è un argomento nuovo in assoluto.
Soprattutto in passato (ma in parte lo è ancora oggi) ci si preoccupava più per una questione di costi del combustibile fossile. Oggi, con le auto elettriche, il costo del “carburante” quasi non viene preso in considerazione (ed è un errore, vista la variabilità dei costi in base a molti fattori) a favore invece della autonomia del mezzo.

Se fermarsi al distributore per fare il pieno a una macchina a benzina o gasolio è questione di una manciata di minuti, per l’elettrico le cose si fanno più complicate: occorre innanzitutto trovare una colonnina libera (ci sono molte app che aiutano da questo punto di vista) e avere il tempo necessario per fare il rabbocco.

Sconfiggere l’ansia da autonomia

Ricarica batterie auto elettricaCambia quindi il modo di muoversi, ma in fondo è proprio così? L’autonomia media di una vettura elettrica si attesta tra i 200 e i 300 km (ovviamente esistono modelli con maggiore capacità così come con minore autonomia, stiamo parlando di media) e oggettivamente quante persone hanno bisogno di fare 300 km in un giorno senza potersi collegare a una colonnina di ricarica? Per chi ha simili necessità al momento le alternative restano le vetture tradizionali – eventualmente ibride, a GPL o metano per ridurre l’impatto ambientale – oppure occorre avere la possibilità di spostarsi da un punto all’altro collegando quando possibile l’auto a un punto di ricarica.

È più una questione psicologica: ho affrontato l’argomento in un recente post realizzato per Gewiss nel quale ho messo in evidenza come sia possibile andare oltre la semplice questione dell’ansia da autonomia, superando così la range anxiety e (ri)pensando la propria mobilità.
La tecnologia alla base della mobilità elettrica può essere considerata infatti agli albori, almeno per come la intendiamo oggi, e che gli sforzi che vengono fatti per ampliare l’autonomia delle auto e velocizzare i tempi di ricarica porteranno ben presto a ridurre il problema e ad azzerarne la percezione.

A questo link l’articolo approfondito di Gewiss “Autonomia e tempi di ricarica: la Range Anxiety

Storage energetico, scende in campo il governo americano

Negli Stati Uniti l’attivismo del nuovo Segretario all’Energia Dan Brouillette, nominato dal presidente Trump, era in buona parte atteso ed in effetti l’uomo non ha perso tempo nel far parlare di sé e del suo Dipartimento. L’ultimo annuncio è relativo al varo di un’iniziativa denominata “Energy Storage Grand Challenge“. Si tratta di un programma governativo volto ad accelerare lo sviluppo, il commercio e l’utilizzo di una nuova generazione di tecnologie per l’immagazzinamento dell’energia, oltre che affermare la leadership americana nel settore dell’energy storage.

Segretario all'Energia USA Dan BrouilletteLeadership Usa da consolidare entro il 2030

“Lo storage energetico – ha affermato Dan Brouillette – è la chiave per valorizzare al massimo tutte le nostre diverse fonti d’energia”.

In quella che si potrebbe definire come una dichiarazione d’intenti relativa all’Energy Storage Grand Challenge, viene esplicitata la volontà “di creare e sostenere la leadership globale nell’utilizzo e nell’esportazione dello storage energetico, con lo sviluppo entro il 2030 di una filiera produttiva interna sicura ed indipendente dall’approvvigionamento di materie prime provenienti dall’estero”.

Il Dipartimento dell’Energia statunitense sottolinea poi come da un lato sia fondamentale il ruolo della Ricerca e Sviluppo nel mettere a punto le nuove tecnologie per l’immagazzinamento dell’energia, e dall’altro lato vadano invece governate ed indirizzate le sfide derivanti da questo continuo progresso tecnologico.

Gli obiettivi da raggiungere nel corso del decennio

In particolare, Energy Storage Grand Challenge comprende già una lista di obiettivi da raggiungere per gli Stati Uniti nel corso del decennio appena iniziato. Per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico, si tratta di fissare i traguardi, “ambiziosi ma ottenibili”, e di conseguenza di indirizzare al settore della Ricerca e Sviluppo le risorse necessarie per conseguirli. Va poi accelerato il processo di trasferimento tecnologico dalla ricerca sull’energy storage al comparto privato attraverso una stretta collaborazione fra i protagonisti del settore.

Altro fattore importante, la formazione delle nuove generazioni di lavoratori in modo da renderli consapevoli delle necessità e dei benefici legati allo sviluppo dell’energy storage nel ventunesimo secolo. Ed ancora, viene posta attenzione all’individuazione di nuove tecnologie per migliorare i processi produttivi nonché il riciclo dei componenti impiegati, riducendo progressivamente, come detto, la dipendenza dall’estero per le materie prime necessarie.

Ridurre la dipendenza dall’estero per le materie prime

Del resto, quest’ultimo rappresenta un autentico tasto dolente per un’amministrazione, quella guidata da Donald Trump, che ha reso il riequilibrio della bilancia commerciale una delle sue missioni principali, con una conseguente pioggia di dazi sulle merci importate.

Tasto dolente perché la produzione delle batterie al litio, che al momento rappresentano circa il 90% del mercato dell’immagazzinamento energetico, necessita dell’impiego di materie prime come cobalto e nickel poco disponibili negli Stati Uniti. Discorso simile per il litio stesso, la cui percentuale di estrazione negli Usa è largamente inferiore a quella di Australia, Cile, Argentina e Cina.

Comfort acustico e ricerca di materiali sostenibili per Luceplan

Soluzioni innovative e collezioni che indagano la luce in tutte le sue dimensioni applicative: la ricerca tecnologica, razionale e funzionale contraddistingue il DNA di Luceplan che emerge nelle due ultime creazioni: nell’illuminazione decorativa con la sospensione Illan e in Trypta nel comparto delle soluzioni per il comfort acustico.

Due apparecchi che hanno ricevuto il premio “Best of Best” del premio Design Plus di Light + Building 2020 (fiera che si terrà tra la metà e la fine di settembre 2020).

Comfort acustico con Trypta

Trypta è un sistema di lampade a sospensione che offre una combinazione di caratteristiche acustiche e prestazioni illuminotecniche in diverse dimensioni e colori. Il corpo cilindrico in alluminio è dotato di due sorgenti LED per un’emissione di luce sia diretta sia indiretta e diffusa.

Il corpo della lampada è disponibile in due lunghezze, mentre i pannelli in un’ampia gamma di misure, con la possibilità di creare configurazioni piane, sfalsate e miste. E’ sufficiente combinare i pannelli di dimensioni e in posizioni differenti per ottenere l’effetto desiderato.

Questa soluzione è concepita con l’obiettivo di migliorare il comfort acustico degli spazi e di coloro che li abitano.

Ricerca sui materiali e sostenibilità con Illan

La lampada a sospensione Illan unisce innovazione tecnologica con ricerca sui materiali e sostenibilità. È costituita da un corpo molto leggero, ottenuto da un multistrato in legno certificato FSC® – sottile e flessibile – tagliato al laser secondo linee equidistanti.

La lampada, disponibile in diverse dimensioni fino a un metro di diametro e una volta sospesa al soffitto, acquisisce un volume per effetto della gravità e assume la caratteristica forma che fluttua nell’aria. All’interno, una sorgente LED crea un’illuminazione diffusa.

Economia digitale: aziende unite contro i cyberattacchi

L’unione fa la forza, nella nuova economia digitale: dal confronto tra istituzioni, società e industria nascono iniziative come il Cybersecurity Tech Accord. Un’alleanza globale nata per mettere a fattore comune competenze e tecnologie in diversi settori e combattere, insieme, le crescenti minacce online.

Nel pioneristico percorso di accompagnamento delle realtà industriali e professionali alla trasformazione digitale, Schneider Electric ha scelto di unirsi alle 144 aziende firmatarie dell’accordo, facendo proprio l’impegno a inserirne i principi base nel proprio modello di business.

Da sottolineare, tra questi, l’importanza di:

Cybersecurity Tech Accord per proteggere l'economia digitalePiù sicurezza per proteggere economia digitale e IoT

“Ci confrontiamo con una realtà e un clima geopolitico nuovi, in cui vi sono attori con cattive intenzioni che hanno tempo, risorse, fondi illimitati per portare avanti cyberattacchi – spiega Christophe Blassiau, Senior Vice President, Digital Security e Global CISO di Schneider Electric -. Affrontare queste gravi minacce non può essere compito di una sola azienda, di un solo settore o di un solo Paese”. Unendosi a Cybersecurity Tech Accord, la multinazionale francese implementa così il processo collaborazione già avviato con i leader industriali di tutto il mondo. In partnership con “big” tecnologici come Cisco e Microsoft, Schneider Electric lavorerà infatti sulla sicurezza dell’ambiente online, per aiutare a individuare, prevenire, respingere i cyberattacchi.

L’azienda continuerà a collaborare strettamente con istituzioni, clienti e partner per affrontare insieme le sfide della cybersecurity

Le applicazioni interessate? Soprattutto telecomunicazioni, data center e sistemi di controllo industriale. Ambiti che vedono Schneider Electric e i suoi partner già protagonisti di progetti di innovazione digitale per una cybersecurity integrata a tutti i livelli, dall’edge al cloud.

I 3 pilastri della cybersecurity

L’adesione Cybersecurity Tech Accord è solo l’ultimo tassello di un panorama strategico più ampio, volto a promuovere una cultura aperta, trasparente e collaborativa legata alla trasformazione digitale in ogni campo.

In particolare, le iniziative di Schneider Electric per la cybersecurity si fondano su 3 pilastri:

Fondamentale, per l’ecosistema digitale, instaurare conversazioni aperte e produttive, essere trasparenti sugli attacchi e collaborare per sviluppare nuovi approcci. Questa la ricetta di Schneider Electric per resistere alle minacce informatiche, che diventano sempre più sofisticate.

Cosa significa Cybersecurity Tech Accord? Impegno per creare una cultura aperta, trasparente e collaborativa della cybersecurity che riguardi persone, processi e tecnologie

La trasformazione digitale chiede collaborazione

L’idea di collaborazione tra imprese e stakeholder vede Schneider Electric protagonista di altre due iniziative legate alla sicurezza “logica”. L’azienda è infatti tra i membri fondatori della Cybersecurity Coalition e aderisce alla ISA Global Cybersecurity Alliance, nata per promuovere maggiore consapevolezza legata ad ambienti industriali, facility, processi e infrastrutture critiche.

L’innovazione, dunque, non sta solo nella proposta tecnologica. Per “traghettare” efficacemente infrastrutture, aziende e privati nella nuova era della trasformazione digitale, servono esperienze e competenze frutto di un impegno collettivo. Schneider Electric si fa così portavoce di una direzione virtuosa che aiuta a rafforzare la sicurezza dell’economia digitale mondiale.

Sorveglianza intelligente senza reclamare troppa attenzione

La gamma Fire 2020 di Comelit è un connubio di estetica e funzionalità. Ha ricevuto il premio “Design Plus” di Light + Building, la fiera di riferimento a livello internazionale per le tecnologie di illuminazione e building automation che si svolgerà ad ottobre 2020.

Le caratteristiche della nuova linea antincendio

La gamma Fire 2020 si caratterizza per un design minimalista che ne consente una perfetta integrazione in ogni ambiente. Il disegno compatto ed elegante e l’assenza di ostruzioni nella zona di ingresso dell’aria ne ottimizzano i flussi, limitando turbolenze e rischi di falso allarme.

Il rilevatore di fumo e calore ha lo scopo di segnalare preventivamente ogni forma o principio di incendio che potrebbe scaturire negli ambienti in cui viene installato.

Per la realizzazione della nuova linea Comelit si è avvalsa anche della collaborazione di Habits, studio milanese di architettura e industrial design insignito di più di 100 premi internazionali di design, tra cui “IF” e “Compasso d’Oro”.

Funzionalità migliorate per la gamma Fire 2020

Tra gli upgrade in termini di funzionalità – rispetto alla precedente linea antincendio – ci sono:

Inoltre, la centrale ha raddoppiato i loop dando la possibilità di connettere fino a 2000 dispositivi.

Tra i plus, anche un display touchscreen a colori da 7 pollici con un’interfaccia user-friendly che consente di agevolare il controllo e la gestione dei rilevatori.

Climatizzazione residenziale: Vitoclima 300-Style di Viessmann

Vitoclima 300-Style è il nuovo climatizzatore monosplit di Viessmann che racchiude il massimo della tecnologia per garantire efficienza, comfort e qualità dell’aria.

Efficienza energetica: A+++

La classe energetica A+++ – sia in freddo sia in caldo – garantisce infatti il massimo comfort con il minimo consumo energetico, grazie anche all’utilizzo del refrigerante R32 che coniuga un basso GWP a prestazioni uniche.

Gli sprechi di energia sono ridotti dalla presenza di un doppio sensore di movimento che rileva la presenza di persone nell’ambiente e modula il funzionamento del climatizzatore, grazie all’uso di motori a tecnologia inverter.

Qualità dell’aria

Unità interna vitoclima 300-style di ViessmannL’attenzione alla qualità dell’aria è una delle prerogative più importanti di Vitoclima 300-Style.
L’unità interna sfrutta un sistema di purificazione (IFD) in grado di eliminare dall’aria sia i cattivi odori, sia gli agenti inquinanti.

Grazie al filtro composto da oltre 61.000 fori, con una superficie filtrante di oltre 8,8 mq, Vitoclima 300-Style è in grado di trattenere le particelle fino a PM 2,5. Grazie alla funzione Self-Clean, Vitoclima 300-Style provvede autonomamente alla pulizia della batteria dell’unità interna assicurando una qualità elevata dell’aria.

Comfort acustico e ambientale

Vitoclima 300-Style è il climatizzatore più silenzioso della gamma; una volta acceso, il suo funzionamento è quasi impercettibile. Attivando la modalità Silent, l’emissione sonora scende a soli 15 dBA per la massima tranquillità durante il riposo.

Per garantire il massimo comfort in ambiente, l’unità interna è dotata di sensori in grado di rilevare:

e adeguare, in modo automatico, il funzionamento del climatizzatore in funzione dei parametri di comfort ottimali previsti.

Design elegante

Nel nuovo climatizzatore Vitoclima 300-Style, l’unità interna si contraddistingue per il design lineare e moderno che, grazie alla rifinitura opaca, si adatta a qualsiasi ambiente.

Gestire Vitoclima 300-Style con una App

E’ inoltre possibile gestire il condizionatore a distanza tramite APP, grazie alla presenza di un modulo Wi-Fi USB che consente la connessione con la rete di casa.

Smart Home: l’evoluzione dei canali di vendita

In Italia, come nel resto del mondo, il mercato della Smart Home sta conoscendo una sempre più rapida espansione. Accanto ai progressi ininterrotti sul fronte delle vendite, nel nostro Paese si sta anche assistendo a un cambiamento nei canali a cui i consumatori si rivolgono per l’acquisto degli oggetti per una casa connessa.

Si è parlato dell’evoluzione dei canali di vendita dei prodotti Smart Home nel corso del convegno Smart Home: dove c’è IoT, c’è casa, tenutosi martedì 18 febbraio presso l’Aula Magna del Politecnico di Milano. L’evento è stato promosso per presentare i risultati della ricerca sulla Smart Home realizzata dall’Osservatorio Internet of Things, progetto dell’Ateneo meghino che dal 2011 indaga le opportunità dell’IoT, combinando la prospettiva tecnologica con quella manageriale.

I dati raccolti evidenziano che nell’ambito della Smart Home, il 2019 segna il sorpasso dei nuovi canali di vendita sulla filiera tradizionale. I Retailer veicolano nel complesso quasi la metà del mercato dei prodotti Smart in Italia (250 milioni di euro, pari al 47%). Fanno un importante balzo in avanti le telco, ma rimane invece limitato il peso delle utility e delle assicurazioni.

Smart Home in Italia: i canali di vendita

Smart Home in Italia: i canali di vendita – Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano

Scendiamo ora nel dettaglio, analizzando come si ripartisce il mercato della Smart Home per singoli canali di vendita.

La filiera tradizionale

Il mondo della filiera tradizionale – composta da produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico e installatori – mantiene ancora una posizione di priorità nel mercato della Smart Home, ma cresce con un tasso del 9%. Un tasso che risulta inferiore rispetto alla crescita media. La filiera tradizionale difatti evidenzia tuttora un approccio molto conservativo. Da sempre tende a puntare sugli installatori come interfaccia privilegiata con i clienti. Fino ad oggi, tuttavia, gran parte di questi professionisti, per diversi motivi, non è riuscita a veicolare con successo le soluzioni Smart Home. Ciò ha condotto a una riduzione significativa della quota di mercato della filiera tradizionale che è passata dal 70% nel 2017, al 50% nel 2018, fino al 39% nel 2019, seppur con valori assoluti in crescita ogni anno.

“Nella filiera tradizionale” – spiega Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things – “abbiamo due attori che sono tra i più delicati. Da un lato ci sono i distributori di materiale elettrico e dall’altro le figure degli installatori. Se sul fronte dei distributori si iniziano ad osservare delle novità, con la nascita dei primi showroom dedicati al mondo della Smart Home in cui anche l’installatore può provare questi oggetti, immergendosi in un’esperienza quanto più completa possibile, dall’altro troviamo una figura dell’installatore ancora un po’ indietro rispetto a come sta evolvendo il mercato”.

Dalla ricerca si evince come l’installatore non voglia ancora aprirsi a questo business, non lo consideri per il momento così importante per sé e per la sua azienda. Si mantiene di conseguenza una bassa proattività da parte di questa figura professionale nel proporre nuove soluzioni. Per oltrepassare questo limite, il produttore inizia a veicolare una quota sempre più consistente del proprio business, dirigendosi direttamente al consumatore finale. L’obiettivo viene perseguito sfruttando i due canali in maggiore crescita, ovvero il mondo dei Retailer multicanale e il settore degli e-Retailer.

e-Retailer e Retailer multicanale

Nel 2019 si riconferma il grande boom di dispositivi Smart venduti tramite questi due canali, che presi nel loro insieme coprono il 47% di quota del mercato. Si moltiplicano così le possibilità, anche per i consumatori apparentemente più lontani dal mondo della Smart Home, di iniziare a familiarizzare con un’idea di casa connessa.

Retailer multicanale ed e-Retailer sono i due canali per eccellenza in cui domina l’acquisto d’impulso. Malgrado i numeri siano positivi, è tuttavia necessario lavorare su alcuni fronti anche in questi canali per poter sviluppare ulteriormente le vendite, raggiungendo così una più ampia fetta di mercato. Il primo è quello dei servizi di installazione, sui quali si intravedono già alcuni segnali positivi rispetto al 2018. Diversi Retailer di elettronica hanno infatti iniziato a offrire alla propria clientela servizi di installazione dedicati alla Smart Home.

Aumentano di conseguenza anche le opportunità per gli stessi installatori che possono aggiornare le proprie competenze, oltre a potersi interfacciare con altri attori, dai retailer fino alle utility e alle compagnie assicurative.

Le telco

Nel 2019 si registra un grande exploit del mondo delle telco. Cresce l’awareness del consumatore, ma cresce anche la consapevolezza degli addetti alla vendita. Si riscontra innanzitutto una offerta che evolve sempre di più verso una maggiore semplificazione, fornendo soluzioni gestibili tramite un’unica App e un pagamento attraverso canone mensile, che in taluni casi viene addebitato al consumatore esclusivamente nei mesi di utilizzo effettivo dei dispositivi Smart.

dispositivi Smart Home“Un elemento molto interessante” – sottolinea Giulio Salvadori – “è quello del forte connubio tra il mondo dell’offerta tradizionale di telefonia e il mondo dell’offerta Smart. Da un lato, la possibilità di acquisire nuovi clienti tramite l’offerta Smart può permettere di portare questi consumatori ad abbonarsi anche all’offerta classica, ottenendo ad esempio sconti e promozioni dedicate. Dall’altro lato, è possibile fidelizzare i clienti storici dell’offerta tradizionale, andando a proporre loro delle promozioni estese alla parte Smart”.

Utility e compagnie assicurative

Utility e compagnie assicurative dimostrano di dover trovare ancora la propria strada nel mercato della Smart Home. Alcune stanno rivedendo la propria offerta, altre stanno costruendola progressivamente.

Sul fronte delle utility, si riscontra l’inizio del lancio di prodotti a marchio proprio che integrano assistenti vocali per la loro gestione. Sono state inoltre avviate iniziative innovative che sfruttano i dati raccolti dagli oggetti connessi. È il caso delle prese Smart in grado di misurare i consumi di specifici elettrodomestici, consentendo all’utente di ottenere per un determinato periodo di tempo uno sconto in bolletta pari all’entità del consumo misurato, incentivando in questo modo la diffusione dei dispositivi.

Le assicurazioni stanno invece attraversando un periodo di riflessione

Se da un lato si cerca di promuovere la distribuzione degli oggetti connessi, dall’altro alcune compagnie hanno avviato un ripensamento della propria strategia. Sul finire del 2019, si registra così una lieve decrescita del numero di compagnie che propongono polizze casa legate alla presenza di prodotti Smart. Si passa dalle 10 compagnie del 2018, alle 8 compagnie del 2019.

Dai dati si evince comunque come quasi tutte le compagnie assicurative stiano lavorando alla possibilità di far variare il tasso di rischio, in base al livello di “Smartness” dell’abitazione. Si ipotizza cioè di offrire sconti sul premio di entità variabile, a seconda della tipologia e del numero di oggetti Smart di cui è dotata la casa. Un quadro simile potrebbe perciò fornire un’ulteriore spinta all’acquisto di soluzioni Smart da parte del consumatore.

Prestazione energetica dell’edificio: arriva il livello di prontezza

Negli anni si sono succedute diverse normative finalizzate a regolamentare il tema dell’efficienza e delle prestazioni energetiche degli edifici. Il comparto edile, infatti, è ancora responsabile di una fetta importante di emissioni e consumi energetici e per questo si pongono obiettivi sempre più ambiziosi.

La Direttiva 2018/844/UE ha proprio lo scopo di favorire la diffusione di una cultura della sostenibilità e di promuovere tecniche e soluzioni per l’efficienza energetica. Per l’attuazione in Italia, è stato redatto un apposito decreto, che aggiorna la normativa di settore. Gli obiettivi del decreto non sono diversi da quelli della direttiva europea e principalmente riguardano la promozione dell’efficienza energetica e l’integrazione di apposite strategie per la ristrutturazione del patrimonio esistente.

Tra i temi affrontati ci sono anche quello della mobilità elettrica e dell’utilizzo delle nuove tecnologie per favorire la gestione e l’utilizzo degli edifici in modo più efficiente.

Tra le novità del decreto, arriva il livello di prontezza

Il nuovo decreto (in bozza), proprio come indicato dalla Direttiva europea, introduce una serie di novità, con lo scopo di incoraggiare l’attuazione di tutti i sistemi disponibili per poter contare su edifici sempre più sostenibili. Applicare queste misure, è fondamentale per raggiungere i traguardi fissati per il 2050, che vogliono il comparto immobiliare decarbonizzato e sostenibile.

Proprio in questo contesto si colloca l’introduzione di un nuovo indicatore, ovvero il livello di prontezza dell’edificio. Questo indicatore ha lo scopo di misurare quanto un edificio sia pronto all’uso delle tecnologie smart, poiché la domotica viene considerata come uno degli elementi chiave per valutare le prestazioni energetiche dell’edificio. Il livello di prontezza, quindi, si somma agli altri indicatori utilizzati finora per la prestazione energetica.

Ne consegue che, la predisposizione di un edificio ad integrare tecnologie smart, inciderà anche sul valore commerciale dello stesso, proprio come ora già accade per gli edifici ad elevata efficienza energetica. L’introduzione di questo indicatore, si spera possa portare ad una più ampia diffusione dei sistemi domotici, già oggi presenti in diverse case.

Efficienza energetica e nuove tecnologie

Le tecnologie intelligenti per la casa sono sempre di più e il mercato della Smart Home è in continua crescita. Questo è dovuto al fatto che le persone, oggi più di ieri, prestano molta attenzione al comfort e al risparmio assicurati dai device intelligenti studiati per gli ambienti domestici. Infatti, la domotica ha portato con sé anche una maggior consapevolezza degli utenti finali, che prendono coscienza dei propri consumi, di come utilizzano l’energia e delle prestazioni che può offrire loro una casa intelligente.

le tecnologie per la smart home

Il decreto parla di “predisposizione all’intelligenza” di un edificio, ma non sono ancora state chiarite le modalità con cui sarà calcolato questo indicatore. In ogni caso, con questo termine si intende la possibilità di integrare nel sistema edificio tutta una serie di dispositivi domotici interconnessi, capaci di aumentare il livello di comfort e di efficienza. Lo scopo della domotica, infatti, è proprio quello di migliorare la qualità della vita delle persone che abitano la casa, oltre a permettere un notevole aumento delle prestazioni globali degli impianti.

L’intelligenza dell’edificio ha a che fare con la sicurezza, il risparmio energetico, il controllo dei sistemi.

Una casa intelligente, in qualche modo, comunica con le persone che ci abitano: la casa è in grado di raccogliere dati, monitorare processi e trasmettere informazioni e avvisi all’utente, così come lui ha la possibilità di governare e coordinare il funzionamento di ciascun dispositivo con un semplice click dal proprio smartphone.

La domotica può diventare protagonista in casa in modo graduale, esistono diverse soluzioni per rendere più intelligente la propria casa, che vanno dagli Smart Home Speaker a sistemi molto più complessi. I produttori, inoltre, stanno proponendo sul mercato soluzioni a costi più accessibili e variegati, in modo da raggiungere una fascia di cliente sempre più ampia. In conclusione, possiamo dire che i vantaggi della domotica sono indiscussi, ma una spinta normativa può aiutare a superare gli ostacoli ancora presenti nel mercato della Smart Home: non tutti hanno fiducia nelle nuove tecnologie e non è matura la conoscenza delle possibilità offerte dalla domotica.