Efficienza e comfort con le pompe di calore Baxi PBS-i FS Slim

Con le nuove PBS-i FS Slim, Baxi ha ulteriormente ampliato la propria gamma di pompe di calore aria-acqua splittate inverter a basamento. Compatte e caratterizzate da una nuova unità interna, dispongono di un bollitore integrato per acqua calda sanitaria da 190 litri.
Tre i modelli a disposizione, con unità esterna da 4,5 – 6 – 8 kW e resistenza elettrica di integrazione da 3 kW.

Baxi ha pensato all’installatore e all’utente finale

Linea pompe di calore Baxi PBS-i FS SlimGrazie alla struttura a telaio con rubinetti a tenuta (che semplificano le connessioni idrauliche) e alla possibilità di installare il telaio e l’unità in momenti diversi, PBS-i FS Slim è facile e rapida da installare. La messa in servizio inoltre risulta ancora più rapida grazie alla App ServiceTool perché permette di assistere il centro assistenza in tutte le operazioni e di velocizzare la mappatura dei parametri via Bluetooth.

Grazie all’ingombro ridotto (195 cm di altezza, 56 cm di larghezza e 58 cm di profondità) PBS-i FS Slim si inserisce facilmente in ogni contesto residenziale ed è particolarmente adatta per essere installata anche nei locali nobili. Tutta la componentistica idraulica è sul lato frontale, consentendo di installare il sistema anche in nicchie. Inoltre, le elevate performance acustiche dell’unità interna (potenza sonora inferiore a 40 dBA) rendono PBS-i FS Slim adatto anche all’installazione in nicchie quali le colonne cucina da 60×60 cm.

Il prodotto è dotato di serie di tutte le componenti necessarie: circolatore ad alta efficienza, vaso di espansione lato impianto, valvola di sicurezza lato impianto, filtro magnetico e caricamento manuale impianto, manometro, flussometro, sonda esterna, valvola termostatica ACS, valvola di sicurezza ACS e anodo elettronico sul bollitore.

Consumi contenuti con le pompe di calore PBS-i FS Slim

Pompa di calore Baxi ambientataIl bollitore integrato da 190 litri consente la produzione di acqua calda sanitaria fino a 60 °C in pompa di calore e tempi di caricamento estremamente ridotti (solo 1 ora e 15 minuti per il modello da 8 kW). L’elevata efficienza energetica garantita dal sistema integrato per la produzione di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria (pari a A++ in riscaldamento e A+ in sanitario) lo rende idoneo alle detrazioni fiscali e al Conto Energia Termico.

La pompa di calore PBS-i FS Slim offre un ampio campo di funzionamento (con aria esterna fino a -20 °C in riscaldamento e fino a 46 °C in raffrescamento) grazie al circuito frigorifero con ampie superfici di scambio e al compressore con tecnologia DC inverter ad alto range di modulazione.

Grazie al wifi integrato, PBS-i FS Slim è compatibile con il cronotermostato modulante Baxi Mago per la gestione del comfort da remoto (gestione del set point in raffrescamento e riscaldamento, oltre che la conversione estate/inverno).

Siemens ed EGO per la digital energy italiana

Buone notizie per la digital energy italiana: il protocollo d’intesa siglato da Siemens Italia e EGO Energy rafforzerà la transizione energetica nazionale portando sul mercato nuovi servizi digitali e integrati.

Una “mossa” strategica che consente alle due società di offrire, in partnership, soluzioni tecnologiche intelligenti a beneficio dei cittadini, delle aziende e della rete elettrica italiana.

Smart building e mobilità elettrica nella digital energy italiana

Si rafforza così la collaborazione nata nel 2017 all’insegna della piattaforma software DEOP di Siemens per il monitoraggio e l’aggregazione di unità energetiche distribuite. Oltre a questa risorsa, la nuova offerta integrata per la digitalizzazione dell’energia includerà il sistema di gestione E-Car OC per l’infrastruttura legata alla mobilità elettrica e innovative proposte dedicate alla building automation.

Obiettivo della partnership, affrontare insieme l’evoluzione dei mercati elettrici e dei servizi energetici per i prosumer

A EGO Energy spetterà il compito di integrare, con tecnologie proprietarie, i sistemi di gestione intelligente dell’energia elettrica da/verso unità di produzione e consumo, in associazione al bilanciamento della rete. Arriveranno anche ulteriori proposte di efficientamento energetico attraverso la gestione del monitoraggio locale dell’energia e l’attuazione di regole di ottimizzazione real time.

Gestire l’energia con DEOP

Cos’è la piattaforma DEOP e quali vantaggi può dare alla digital energy italiana? Nato come strumento di monitoraggio energetico, DEOP offre applicazioni e funzionalità aggiuntive.

Per esempio, la soluzione consente:

Questo grazie all’elevata connettività con i dispositivi di campo, all’interoperabilità con sistemi di altri produttori e all’interfaccia utente personalizzabile. Servendosi della piattaforma Siemens, già oggi EGO aggrega circa 250 MW di potenza modulabile, dei quali 140 MW assegnati da Terna durante l’asta annuale.

Come? Gestendo la comunicazione fra le unità periferiche di monitoraggio degli impianti collegati alla rete (UPM) e Terna (Gestore della rete elettrica), scambiando le informazioni di misura elettrica provenienti dagli impianti e i comandi di modulazione che arrivano dal gestore di rete. Tutto nel pieno rispetto dei requisiti di cybersecurity, dei vincoli di esercizio di ciascun impianto e dei criteri di ottimizzazione energetica ed economica della generazione distribuita.

Rinnovabili e integrazione digitale: ci siamo

“Il mercato è sempre più orientato alla generazione distribuita – spiega Pietro Bosso, manager divisione digital energy di EGO -: per questo è fondamentale saper gestire pluralità di fonti energetiche attraverso network digitali capaci di valorizzare in automatico sia la componente tecnica sia la componente economica dell’energia”.

Oltre a migliorare l’efficienza e la sostenibilità dei business dei clienti, contribuiranno al rinnovamento della rete elettrica verso una transizione energetica del Paese proficua e resiliente.

Interruttori differenziali puri Tipo F da Hager Bocchiotti

Hager Bocchiotti presenta la nuova linea di interruttori differenziali puri Tipo F , pensati per garantire la massima sicurezza dei circuiti che alimentano lavatrici, lavastoviglie, condizionatori, pompe di calore e similari.
Introdotti dalla recente normativa di prodotto CEI EN 62423, sono adatti anche per applicazioni tipiche dei differenziali Tipo A e Tipo AC.

Interruttori differenziali a Norma CEI 64-8

Nel giugno 2012 è stata pubblicata la 7a edizione della Norma CEI 64-8.
In particolare è stato introdotto il “Capitolo 37 – Ambienti residenziali – Prestazioni dell’impianto” in cui sono fornite prescrizioni addizionali, ai fini delle prestazioni, da applicarsi agli impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale situate all’interno dei condomini o di unità abitative mono o plurifamiliari.

Interruttori differenziali puri Tipo FIl capitolo 37 della prossima edizione della norma CEI 64-8 prevederà che in presenza di lavatrici e/o condizionatori fissi questi debbano essere alimentati con circuiti protetti con interruttori differenziali di tipo F.
Disponibili nelle versioni bipolari e tetrapolari, i differenziali puri tipo F Hager garantiscono un’efficace protezione contro i contatti indiretti in presenza di lavatrici e condizionatori fissi con inverter monofase, rendendo l’abitazione totalmente sicura. In caso di guasto gli inverter generano infatti delle correnti di guasto a frequenze variabili, che gli interruttori differenziali di tipo AC e A non riescono a rilevare.

Gli interruttori differenziali puri Tipo F Hager si integrano con tutti gli altri interruttori della gamma Hager sia dal punto di vista estetico, sia da quello prestazionale. Sono inoltre dotati di morsetti ip2x, terminali bi-connect, indicazione di posizione aperto-chiuso e di intervento differenziale, doppia clip di fissaggio alla guida din, portacartellino integrato, connessione 16 mm2 (cavo flessibile) o 25 mm2 (cavo rigido) e coppia di serraggio da 3,6 nm.

Caratteristiche tecniche

Indagine sui sistemi di accumulo fotovoltaico per il residenziale

L’università di ingegneria ed economia di Berlino ha condotto un’indagine sui sistemi di accumulo fotovoltaico per verificarne l’efficienza energetica. Istituti di controllo indipendenti hanno testato l’efficienza complessiva di 21 sistemi di accumulo domestici e l’interazione tra inverter fotovoltaici e batterie di accumulo dei 14 produttori partecipanti.
Obiettivo dell’Energy Storage Inspection 2020 quantificare l’efficienza complessiva con l’indice di prestazioni del sistema, abbreviato in SPI (dall’inglese System Performance Index).
Per la valutazione sono stati utilizzati due casi di riferimento:

I risultati dell’indagine sistemi di accumulo fotovoltaico residenziale

Nella categoria da 10 kWp, la combinazione dell’inverter ibrido Fronius GEN24 10.0 Plus con la BYD Battery-Box H11.5 ha raggiunto un valore SPI del 94%, che ha consentito a Fronius di posizionarsi al primo posto della classifica raggiungendo la classe di efficienza energetica A.

Nella categoria da 5 kWp il sistema ha ottenuto un punteggio SPI di 92,3% che è valso il secondo posto in classifica. In questa categoria questa combinazione ha raggiunto la classe di efficienza energetica A (insieme al vincitore).

L'inverter ibrido Fronius Symo GEN24 Plus e la BYD Battery-Box si sono distinti nell’indagine sui sistemi di accumulo fotovoltaico

Fronius Symo GEN24 10.0 Plus e BYD Battery-Box H11.5 (G1) sono gli unici sistemi a raggiungere la classe di efficienza A con il valore del 94%,

Massima efficienza di conversione

La combinazione Fronius-BYD ha dimostrato un’elevata efficienza nei processi di conversione dell’energia: la tecnologia Multi Flow dell’inverter ibrido Fronius GEN24 Plus fa la differenza. Questa tecnologia consente all’inverter di gestire flussi di energia simultanei in tutte le direzioni e consente il collegamento della batteria sia lato AC che lato DC.

Fronius GEN24 Plus è compatibile con la nuova BYD Battery-Box Premium

Il nuovo inverter ibrido GEN24 Plus sarà disponibile a partire da giugno 2020, sia nella versione trifase Symo GEN24 Plus sia nella versione monofase Primo GEN24 Plus. Per la versione trifase saranno disponibili le classi di potenza da 6 a 10 kW, per la monofase da 3 a 6 kW.
Questa soluzione è progettata per massimizzare l’efficienza energetica in ogni applicazione, e garantisce un’alimentazione affidabile anche in assenza di fornitura dalla rete, grazie alle opzioni di backup.

La gamma GEN24 Plus sarà compatibile esclusivamente con le nuove batterie BYD Battery-Box Premium HVS e HVM.

Webinar Tecnici: la formazione Fronius continua!

I corsi di formazione Fronius – dedicati a installatori, progettisti di impianti, partner commerciali – consentono di apprendere le nozioni fondamentali su fotovoltaico, l’evoluzione normativa e tutto quello che c’è da sapere sulla gamma di prodotti Fronius. Dalle caratteristiche alla messa in funzione attraverso esempi di applicazione.

Per approfondimenti sulla nuova gamma di inverter ibridi Fronius GEN24 Plus, Fronius ha pensato a una serie di webinar che raccontano i plus di questa soluzione versatile e innovativa, come installarla e metterla in servizio. Inoltre verrà affrontato il tema della massimizzazione dell’efficienza energetica.

Fronius GEN24 Plus

Fronius GEN24 Plus è una soluzione adatta sia per impianti monofase, sia trifase oltre a soluzioni di personalizzabili in base alle esigenze specifiche dei clienti.

Nel primo webinar (qui il link per rivederlo) sono state illustrate le funzionalità  e le caratteristiche tecniche che rendono la gamma di inverter ibridi Fronius GEN24 Plus incredibilmente versatili.

Tra i plus: dotati di serie di monitoraggio, di sistema per la gestione energetica, di interfacce aperte per il collegamento di una batteria e altre tecnologie, di Fronius Multi Flow Technology.

Formazione Fronius: le prossime date

Se vuoi sapere di più sull’installazione, la messa in servizio o come ottimizzare gli impianti puoi partecipare a seguenti webinar:

Il ruolo della Smart Mobility nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Nel prossimo decennio ci attende una delle sfide più importanti che l’umanità abbia mai intrapreso: quella di tracciare la strada per uno sviluppo che sia equo e sostenibile per tutti. Come è risaputo, questo traguardo essenziale per il futuro del nostro pianeta è stato avviato dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il grande programma d’azione che prevede un totale di 169 “target”, sottoscritto dai governi dei Paesi membri dell’ONU.

L’Agenda ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile o Sustainable Development Goals, per il raggiungimento dei quali si dovranno intraprendere simultaneamente tutta una serie di iniziative condivise a livello globale.

Anche la Smart Mobility occupa un ruolo determinante in questa prova in cui ci dovremo cimentare negli anni a venire. Ma in quali termini?

Smart Mobility e città sostenibili

L’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 punta a “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”. Come chiaramente evidenziato, un’azione di grande impatto da mettere in atto per raggiungere questo traguardo deve assicurare a tutti i cittadini un sistema di trasporti sicuro, conveniente, accessibile e sostenibile. Un sistema che permetta anche di migliorare la sicurezza delle strade, focalizzando l’attenzione sulle fasce di popolazione più vulnerabili, come i bambini e gli anziani.

La Smart Mobility è un tipo di mobilità che racchiude in sé tutte queste caratteristiche. Si tratta in primo luogo di una mobilità che permette di ridurre sensibilmente il traffico, puntando su un’idea di condivisione dei veicoli, grazie a servizi quali il Car Sharing, lo Scooter Sharing o il Bike Sharing. Per di più, le vetture a motore fornite da questi servizi sono nella stragrande maggioranza dei casi ad alimentazione elettrica, attributo essenziale non solo per migliorare la qualità dell’aria ma anche per contrastare l’inquinamento acustico urbano.

Generare minor traffico veicolare permette a sua volta di rendere le nostre città più sicure, facendole diventare a misura d’uomo. Ma il traguardo di una maggiore sicurezza è ottenibile anche attraverso le tecnologie Internet of Things che contraddistinguono la mobilità Smart. Veicoli intelligenti, connessi, dotati di guida assistita e capaci di interagire con le infrastrutture circostanti, evitando pericoli non solo per i conducenti ma per chiunque transiti nel marasma delle arterie urbane: dai ciclisti ai pedoni. È questa una delle mete più rilevanti che ci si prefigge con gli sviluppi della Smart Mobility. Ma si va ben oltre.

Smart Mobility e cambiamenti climatici

L’obiettivo 13 dell’Agenda 2030 mira a “promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico”. Per portare a termine con successo questa battaglia, occorre andare alla radice del problema. Alla base del mutamento che il clima sta riscontrando attualmente, si celano gli effetti devastanti di una sovraemissione di gas serra nell’atmosfera. Tra i principali imputati di questo surplus che sta stravolgendo i delicati equilibri planetari, vi sono le emissioni di anidride carbonica (CO2).

Si stima che dal 1990 le emissioni globali di CO2 siano aumentate di circa il 50%. La colpa è da attribuirsi a una serie di concause. Ma l’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera è in gran parte generato dalla combustione di fonti fossili, come il carbone e il petrolio.

È chiaro come la diffusione di una mobilità Smart fondata su veicoli a trazione elettrica rappresenti un passo indispensabile per rendere i nostri territori a emissioni zero, contribuendo così alla lotta contro i cambiamenti climatici. Soprattutto grazie all’affermazione contestuale delle fonti rinnovabili come alternativa sostenibile per la produzione di energia elettrica. Seppur con tutti gli ostacoli del caso, infatti, la transizione energetica si sta pian piano realizzando. Una volta concluso il processo, la mobilità elettrica diverrà così definitivamente a impatto zero, concorrendo in maniera decisiva alla salvezza del nostro pianeta.

Schneider Electric: l’evoluzione del service

Siamo abituati a pensare al service come a un servizio che risponde a un bisogno e risolve una necessità. Questo è certamente il concetto di base, tuttavia oggi la sua evoluzione è ben altra. Ne abbiamo parlato con Giancarlo Terzi, VP Field Service & End User Channel VP di Schneider Electric Italia.

Come deve essere il service oggi? Proattivo

Giancarlo Terzi Schneider Electric

Giancarlo Terzi, VP Field Service & End User Channel VP di Schneider Electric Italia

“Arriviamo da una storia di service reattivo, in cui reagivamo quando i clienti ci chiamavano in caso di guasto o di problema, e intervenivamo per risolverlo. Ora ci stiamo spostando, attraverso la digitalizzazione, a fornire un servizio proattivo”. Grazie ai dati raccolti dalle tecnologie installate in campo e ai software, i tecnici del service Schneider Electric sono in grado non solo di rispondere ma di anticipare i bisogni delle aziende. “Non interveniamo più quando si presenta il problema, ma evitiamo che questo si generi”.

Per avere un tale tipo di capacità di risposta, spiega Terzi, è essenziale affiancare alla tecnologia – che resta indispensabile – l’organizzazione. Deve diventare anch’essa proattiva e per farlo occorre un cambio nella sua gestione. “Modificare il modo in cui agiamo sul cliente e l’esperienza che vogliamo dargli è una sfida enorme nell’organizzazione, che coinvolge processi, strumenti interni, ma anche i comportamenti stessi dalla persona”.

Un nuovo concetto di service

Il service quindi cambia pelle e si struttura su un insieme di capisaldi vecchi e nuovi:

Perché nell’era della digitalizzazione il lavoro e i ruoli si modificano, senza però spersonalizzare le funzioni. Al contrario il valore delle persone assume un’importanza maggiore. “Le competenze non vengono meno, anzi devono aumentare e cambiare” spiega Terzi. E il rapporto interpersonale resta fondamentale. “Il tema centrale però è fare in modo che l’intera macchina organizzativa sia allineata e abbia coscienza che ogni singolo atteggiamento ha un impatto sulla soddisfazione del cliente. Ognuno deve fare la propria parte ma deve anche assicurarsi che chi viene dopo sia nelle condizioni migliori per poter fare la propria. Quello che cambia con la digitalizzazione è proprio l’esperienza: ne stiamo dando una completamente diversa e anche le aspettative dei nostri clienti sono differenti”.

La partita del service si gioca sul fare vivere all’azienda cliente un’esperienza

Offerta service Schneider Electric

L’importanza del gioco di squadra

In questo tipo di approccio, continua Terzi, “l’ascolto del cliente diventa elemento chiave. Non ci limitiamo a fornire una soluzione a un problema tecnico, ma cerchiamo di capire quali siano le sfide delle aziende. Nel nostro basket di soluzioni dobbiamo poi trovare il servizio migliore che risponda a queste loro sfide. È chiaro che il rapporto con i nostri clienti cambia in modo sostanziale: vogliamo diventare i loro consulenti di fiducia”.

Audit e consulenza sono finalizzati a presentare alle aziende quali rischi si possono correre se le risorse non vengono gestite al meglio. Rischi che finiscono per impattare su:

“Non possiamo annullare del tutto questi rischi” ribadisce Terzi “è impossibile, ma possiamo sicuramente aiutare ad alleviarne gli effetti”.

Service e visione futura

Abbiamo visto cos’era e cosa è oggi, ma cosa diventerà in futuro il service? “La visione a medio-lungo termine è il Everything-as-a-Service” risponde Terzi, in cui si passerà, laddove possibile, dal concetto di proprietà a quello di servizio. “Noi dovremo essere in grado di offrire un servizio alle aziende che sia completamente diverso dal detenere una proprietà, prendendoci in carico i rischi che oggi sono dei clienti e la gestione della loro operatività. E questo attraverso soluzioni scalabili, che si comprano e si utilizzano solo quando servono, e flessibili, che cambiano nel tempo”.

Non solo, in un mondo che muta tanto rapidamente, ricorda in ultimo Terzi, “anche l’infrastruttura deve essere in grado di cambiare velocemente o adeguarsi ai bisogni. E un servizio proattivo permette di fare tutto ciò”.

Anello di luce: integrazione estetica e di funzioni

Blade R di iGuzzini è un anello di luce miniaturizzato e compatto che favorisce il benessere delle persone, abilitando in maniera smart servizi di sicurezza, intrattenimento, comfort, sostenibilità e regia luminosa. Blade R sintetizza più funzioni in un solo prodotto, accogliendo elementi tecnologici che non sempre si adattano esteticamente tra loro nel contesto.

7 funzioni integrabili

Blade R è gestibile da smartphone con protocollo BLE (Bluetooth Low Energy) e consente l’integrazione di:

Le diverse funzioni integrabili Blade R iGuzzini

Blade R è anche integrazione estetica

Blade R è disponibile in diverse finiture, anche su richiesta, al fine di favorire un’integrazione estetica: la cover centrale è personalizzabile e verniciabile.
Disponibile in tre differenti dimensioni (diametro 80 mm, 125 mm e 170 mm) e 3 temperature colore (2700 K, 3000 K, 4000 K), è particolarmente compatto e può essere installato a incasso nel soffitto.
La compattezza o meglio la miniaturizzazione la troviamo anche nei componenti interni.

È dotato di ottiche Super Comfort che assicurano un comfort visivo con valori di UGR<10 e annullano completamente l’abbagliamento. L’angolo di schermatura nasconde alla vista la sorgente, ma non precludere l’emissione e l’efficienza del prodotto. La luce viene indirizzata e massimizzata da un micro banco ottico.

Protocolli di comunicazione in base alle esigenze

Blade R utilizza il protocollo di comunicazione DALI. Attraverso un’interfaccia BLE-DALI remota è possibile gestire la luce via Bluetooth (Smart Light Control) con un device smart e attivare i beacon per l’implementazione degli Smart Services. Nel caso ci sia la necessità di integrare alimentazione e dati è disponibile la Power of Ethernet.

Ricarica ibrida per l’illuminazione delle città

Soluzione di ricarica ibrida per l’illuminazione delle città: Signify presenta Philips Combo Charge Controller che consente di fornire alle comunità di tutto il mondo un’illuminazione a energia solare rinnovabile e di alta qualità.

In questo modo gli apparecchi di illuminazione possono ricaricarsi con la luce del sole e utilizzare l’energia elettrica ove non sia possibile.

Il nuovo Philips Combo Charge Controller consente di migliorare il flusso luminoso degli apparecchi fino a 24.000 lumen e può essere monitorato da remoto tramite tecnologia wireless.

I vantaggi della ricarica ibrida

L’energia viene immagazzinata durante il giorno e rilasciata di notte alimentando gli apparecchi LED. Essendo un sistema ibrido in caso di esaurimento delle batterie, i LED vengono alimentati con energia derivante dalla rete elettrica.

Philips Combo Charge Controller è efficiente e stabile: consente di combinare i LED in modo più efficiente, riducendo dimensioni e costi di batterie e pannelli, aumentando al tempo stesso l’affidabilità dell’intero sistema.

Un singolo pannello solare e una capacità della batteria non superiore a un giorno assicura l’alimentazione anche durante le giornate più grigie e la stagione invernale.
La batteria può ridurre la dipendenza dalla rete durante i periodi di picco della domanda, eliminando quindi la necessità di doversi dotare di generatori aggiuntivi.

Versatilità di applicazioni

La nuova generazione di ricarica ibrida supporta apparecchi di illuminazione da 5.000 a 24.000 lumen. Questo consente diverse applicazioni: dai percorsi pedonali fino alle strade principali della città.

Inoltre, Philips Combo Charge Controller garantisce una maggiore autonomia, pari al numero di giorni in cui l’energia è immagazzinata nella batteria. Infine, il driver LED integrato assicura un’efficacia del sistema fino a 170 lumen/Watt, confermandosi quindi il più alto del settore e superando il precedente livello di 140 lumen/Watt.

L’illuminazione solare una soluzione fattibile anche in zone con luce naturale ridotta, contribuendo così a un notevole risparmio energetico.

La soluzione di ricarica ibrida sarà integrata in tutti i nuovi prodotti per l’illuminazione solare di Signify.

Abbigliamento da lavoro, sicuro ma anche pratico

Gli indumenti da lavoro devono agevolare chi li indossa. Chi si piega spesso, avrà bisogno di una cintura elastica. Chi esegue spesso lavori sopraelevati, vorrà indossare un giubbino più lungo. Un indumento ben studiato deve avere anche un adeguato numero di tasche e passanti per riporre strumenti e altri utensili e un tessuto rinforzato nelle zone sottoposte a maggiore sollecitazione.

Abbigliamento da lavoro MewaSe un tempo l’abbigliamento da lavoro doveva essere solo funzionale, oggi deve avere anche un’ottima vestibilità e – perché no? – un look gradevole e un buon livello di comfort.
Mewa è tra i pochi in questo settore ad avere un reparto di sviluppo interno per le proprie collezioni. Le esigenze dei clienti, i mutevoli requisiti delle attività commerciali e le nuove tendenze tessili si integrano così nell’offerta.

Inizialmente il lavoro era concentrato sulla personalizzazione dei modelli esistenti, ad esempio con tasche aggiuntive o colori speciali, ma da alcuni anni l’azienda si sta concentrando sempre più sullo sviluppo interno nel settore dell’abbigliamento. Oltre ai requisiti qualitativi e funzionali, vengono tenuti in considerazione anche la vestibilità e una buona coordinabilità all’interno dell’intera gamma.

Abbigliamento da lavoro per gli artigiani

Per lo sviluppo di nuovi indumenti da lavoro destinati gli artigiani, per esempio, il settore Outdoor ha una grande importanza.
Le persone si sono abituate al comfort speciale dei tessuti funzionali – come pile e softshell dei capi per il tempo libero – e si aspettano lo stesso comfort anche dall’abbigliamento professionale. Nello sviluppo di nuovi prodotti tessili per indumenti da lavoro, in particolare se si tratta di dispositivi di protezione individuale (DPI), è ovvio che le caratteristiche funzionali e protettive siano in primo piano.

Abbigliamento da lavoro MewaPer questo Mewa collabora con alcune aziende artigiane che possono testare i nuovi prodotti in fase di sviluppo e collaborare alla loro progettazione. Le prove di indossabilità vengono eseguite in condizioni reali con almeno tre set di indumenti: uno indossato, uno nell’armadietto e uno nella lavatrice.

Prima di raggiungere il cliente, tutti gli articoli di nuova concezione devono dimostrare la loro idoneità all’uso pratico nel centro tecnico Mewa. Nel proprio laboratorio di prova, l’azienda sottopone i tessuti a numerosi controlli, tra questi test di resistenza allo strappo, solidità del colore e resistenza all’abrasione. Cuciture, fibbie e bottoni devono dimostrare di poter resistere a numerosi cicli di lavaggio e asciugatura industriali senza danni. Il test completo può richiedere fino a due mesi. Solo i prodotti che superano il test arrivano sul mercato.