Il mercato della Smart Home e le tecnologie più vendute

Il mercato italiano della Smart Home continua a crescere, raggiungendo nel 2019 una quota di 530 milioni di euro*, con un aumento pari al 40% rispetto al 2018. Ma in valore assoluto il nostro Paese resta ancora indietro rispetto ad altre realtà internazionali come la Germania e il Regno Unito (2,5 miliardi di euro ciascuna) o alla Francia (1,1 miliardi).

Il consumatore italiano appare tuttavia sempre più consapevole e recettivo nei confronti delle nuove offerte per la casa: crescono il livello di conoscenza, la capacità di installare in autonomia le soluzioni Smart Home nonché l’uso effettivo delle funzionalità dei dispositivi, una volta acquistati.

Sono alcuni dei risultati della ricerca sulla Smart Home realizzata dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, che è stata presentata martedì 18 febbraio al convegno intitolato Smart Home: dove c’è IoT, c’è casa.

I dati illustrati evidenziano come nel Belpaese le prospettive di crescita del mercato della Smart Home siano importanti.

Ma quali sono i principali trend e quali le tecnologie più richieste dai consumatori?

Il mercato della Smart Home in Italia

Nel 2019 il mercato delle soluzioni Internet of Things (IoT) per la Smart Home in Italia ha confermato le aspettative, registrando un elevato tasso di crescita (+40%) rispetto all’anno precedente e arrivando a toccare 530 milioni di euro, corrispondenti a 8,8 €/abitante. Si tratta di un eccellente risultato, con un incremento percentuale allineato a quello dei principali Paesi occidentali.

In termini assoluti, il nostro Paese resta però distaccato da altre realtà come la Germania (2,5 miliardi di euro, +38% rispetto al 2018, 30,2 €/abitante), il Regno Unito (2,5 miliardi di euro, +47%, 37,6 €/abitante) e la Francia (1,1 miliardi di euro, +37%, 16,4 €/abitante) mentre risulta essenzialmente allineato alla Spagna (420 milioni di euro, +40%, 9 €/abitante).

scenario internazionale mercato della Smart Home

Scenario internazionale mercato della Smart Home – Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano

Come puntualizza Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things, “oltre alla crescita quantitativa, un segnale che si può interpretare molto positivamente è il fatto che l’offerta stia maturando in termini qualitativi”. Sempre più aziende stanno lavorando al lancio di nuovi servizi per la Smart Home da presentare al consumatore. Gli esempi sono molteplici e spaziano dal pronto intervento offerto dalle ditte di vigilanza in caso di tentativo di infrazione alla possibilità di migliorare l’assistenza degli anziani, fino al riordino automatico dei prodotti di cui si stanno esaurendo le scorte.

Smart Home in Italia: le applicazioni più vendute

Ma da che cosa è costituito nello specifico il mercato della Smart Home in Italia? Quali sono le applicazioni più vendute nel corso del 2019?

1) Sicurezza

Al primo posto in termini di peso percentuale permane la sicurezza (28% del mercato, pari a circa 150 milioni di euro), che però cresce con tassi inferiori rispetto alla media (+15% nel 2019). Il minore incremento è un fenomeno comprensibile, in considerazione del fatto che si tratta di un ambito più consolidato rispetto ad altri.

Sul fronte dell’offerta Smart Home, il settore della sicurezza è uno dei contesti in cui si vede concretamente come i servizi facciano ormai da padroni. Sono numerose le proposte in cui sono inclusi servizi di vigilanza e di pronto intervento in caso di necessità. Questa scelta è del resto coerente con gli interessi dei consumatori. Dai dati di una survey realizzata dall’Osservatorio Internet of Things in collaborazione con la Doxa emerge infatti che il 20% degli utenti intervistati è disposto ad acquistare servizi di vigilanza, tramite versamento di un canone mensile o in logica pay-per-use.

Il secondo elemento che caratterizza l’offerta nel settore della sicurezza riguarda una maggiore interazione tra oggetti diversi con il fine di contribuire a rendere l’abitazione più protetta. Si assiste perciò a una crescente diffusione delle combinazioni di telecamere, sensori di movimento, serrature connesse nell’ottica di fornire una soluzione completa, in grado di soddisfare le esigenze del cliente a trecentosessanta gradi.

Proiettando lo sguardo verso il futuro, si riscontra la progressiva integrazione di algoritmi di Intelligenza Artificiale (AI) per assicurare funzionalità avanzate, come il rilevamento di comportamenti anomali o il riconoscimento facciale.

mercato delle soluzioni Internet of Things (IoT) per la Smart Home

Smart Home in Italia: le applicazioni più vendute – Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano

2) Smart Home Speaker

Al secondo posto in termini di valore di mercato si collocano gli Smart Home Speaker, le cui vendite sfiorano i 100 mila euro nel corso del 2019 (18% del mercato, +58%). Anche questo trend è molto forte e si uniforma con ciò che sta accadendo nel resto del mondo. A livello globale si sta infatti misurando un incremento rilevante della diffusione di questi apparecchi.

L’attenzione si focalizza in particolar modo sul tema del controllo vocale. Gli assistenti vocali entrano sempre di più all’interno di dispositivi di terze parti, siano essi singoli oggetti, come nel caso di un forno a microonde controllabile a distanza, o grandi contesti tra cui gli edifici.

“Si intravede come si moltiplichino le possibili applicazioni legate all’utilizzo della voce” – spiega Angela Tumino – “quindi, soluzioni per la protezione della casa, soluzioni connesse al mondo dell’energia, in cui l’interazione con lo Speaker consente di tenere sotto controllo la bolletta piuttosto che avere un supporto per effettuare l’autolettura, o ancora soluzioni dedicate all’assistenza della persona rivolte, ad esempio, a fornire informazioni utili per il primo soccorso”. In taluni casi, si arriva persino a una vera e propria integrazione con i servizi assicurativi che iniziano a utilizzare gli assistenti vocali per mantenere un contatto diretto con i propri clienti.

3) Elettrodomestici

tecnologie per la smart homeAl terzo posto si annoverano i grandi e i piccoli elettrodomestici connessi, altro ambito in forte aumento il cui valore di mercato nel 2019 si attesta a 85 milioni di euro (16%, +55%). Al di là delle vendite, anche in questo caso la notizia positiva è che si assiste a una crescita effettiva dell’utilizzo di questi dispositivi da parte dei consumatori. Se nel 2017 solo il 15% degli utenti in possesso di elettrodomestici connessi ne usava le diverse funzionalità, nel 2018 la quota è salita al 25% e nel 2019 al 35%.

Prosegue inoltre il progressivo ampliamento dell’offerta di tali apparecchi, ma nell’ultimo anno sono soprattutto gli elettrodomestici piccoli a registrare un boom di vendite. Il ventaglio dei prodotti è piuttosto ampio e include device quali robot aspirapolvere, macchine da caffè, robot per la cucina, dispositivi per il benessere, come i purificatori d’aria, o ancora apparecchi di supporto ad attività esterne all’abitazione, tra cui i tagliaerba.

Analizzando i dati in ottica evolutiva, emergono i primi esempi di interazione tra i vari elettrodomestici. Si riscontra inoltre un’offerta sempre più abbondante di servizi aggiuntivi ai consumatori. Ne sono dimostrazione gli elettrodomestici in grado di misurare il consumo di un determinato prodotto. Rientrano in questa gamma di dispositivi le stampanti capaci di rilevare lo stato dei toner, le lavatrici smart che misurano le scorte di detersivo e un corposo numero di altri dispositivi connessi. Ad accomunare i device è la facoltà di fornire una segnalazione all’utente, attivando così il possibile acquisto dell’articolo in esaurimento.

4) Riscaldamento e Climatizzazione

Il quarto ambito in termini di incidenza sulle vendite è occupato dal riscaldamento e dalla climatizzazione, con 65 milioni di euro (12%, +44% rispetto al 2018). Tra le principali novità, si evidenzia una progressiva integrazione con gli assistenti vocali. A favorire la diffusione di caldaie, termostati e climatizzatori connessi è anche la crescente offerta di servizi di assistenza integrati legati alla manutenzione. Un’ulteriore spinta propulsiva è fornita dalla possibilità di ottenere benefici sotto il profilo del comfort e del risparmio energetico.

Sul fronte del riscaldamento, molto si potrà ottenere anche grazie alla Direttiva UE 2018/2002, in cui si prevede che a partire da ottobre 2020 tutti i nuovi contabilizzatori di calore dovranno essere gestiti da remoto e che entro gennaio 2027 l’intero parco installato dovrà essere controllato da remoto. Questo cambiamento renderà il mercato ancor più dinamico.

5) Illuminazione

Al quinto posto si piazza l’illuminazione che raggiunge quota 35 milioni di euro. Si tratta anche in questo caso di un trend in crescita. Le vendite delle lampadine connesse sono trainate sia da un fiorire di proposte che prevedono interazioni con gli Smart Home Speaker sia dalla simultanea scomparsa dei “bridge”, ovvero di quelle componenti aggiuntive installate nelle abitazioni per consentire il controllo della luce domestica.

L’illuminazione sta inoltre suscitando un grande interesse perché può costituire a sua volta una tecnologia di comunicazione. Si sta quindi guardando con molta attenzione a quelle che saranno le opportunità aperte per utilizzare la luce come mezzo di trasmissione.

6) Altre applicazioni

Le altre applicazioni rimangono complessivamente stabili, attestandosi al 19%. Tra i vari dispositivi stanno prendendo piede soprattutto le casse audio Wi-Fi che in termini di vendita registrano un 9%, pari a circa 50 milioni di euro.

quota mercato della Smart Home in ItaliaStato dell’arte del mercato della Smart Home

In definitiva, i dati raccolti dall’Osservatorio Internet of Things mostrano un mercato della Smart Home in continua evoluzione anche nel nostro Paese. Le prospettive sono ottime. Restano tuttavia spazi di miglioramento per allinearsi ad altre realtà internazionali, puntando sempre di più sui servizi e sul superamento delle rimanenti resistenze da parte dei consumatori.

 

* Fatturato al netto dell’IVA generato da aziende italiane o con sedi operative in Italia. Nella stima non rientrano i sistemi di domotica cablata e le Smart TV stand-alone, non collegate ad altri oggetti smart

Nuova sezione per i grandi consumatori nel Portale autoconsumo

Squadra che vince non si cambia, recita il detto sportivo, ma di sicuro si può allargare e potenziare… È esattamente quel che sta facendo il Gestore Servizi Energetici dopo aver incassato il grande successo del suo “Portale autoconsumo“. Un’area digitale di servizio, comprensiva anche di una preziosa sezione dedicata alle simulazioni, inserita all’interno del sito GSE il 4 novembre scorso e che da allora ha registrato oltre 50mila accessi mentre il relativo video tutorial pubblicato su YouTube ha già totalizzato quasi 20mila visualizzazioni.

Piattaforma di servizio che illustra i vantaggi dell’autoconsumo

Dunque, sulle ali del successo il Portale autoconsumo adesso si espande aggiungendo i servizi dedicati ai grandi consumatori. La sezione, chiamata “Potenziale fotovoltaico” è indirizzata in particolare ai soggetti con oltre 500.000 kWh di consumi annui che hanno già richiesto o intendono richiedere un’analisi personalizzata al GSE in termini di installazioni fotovoltaiche.

Un’operazione che del resto rientra pienamente in quelle che sono le finalità dichiarate del Portale, definito come “una piattaforma del GSE che consente a privati, imprese e Pubblica Amministrazione, intenzionati a installare un impianto fotovoltaico, di ottenere informazioni di dettaglio sui vantaggi dell’autoconsumo tramite guide, FAQ, esempi e mappe, effettuare simulazioni tecnico-economiche sull’impianto da realizzare e avere un supporto all’avvio della realizzazione dell’impianto”.

Un percorso di simulazione suddiviso in tre step

Proprio perché concepito con un’ottica di servizio, il Portale ha un’impostazione estremamente razionale con l’intento di guidare il visitatore in un percorso a tappe modulato sulle sue esigenze, non senza aver prima scaricato una preziosa Guida all’autoconsumo disponibile in duplice versione, per i privati piuttosto che per le Imprese e la Pubblica Amministrazione. Nel dettaglio, la simulazione prevede tre step:

  1. Inserisci indirizzo, consumi e superfici;
  2. Scopri Convenienza e soluzioni;
  3. Inizia a realizzare il tuo impianto.

Il Portale autoconsumo, che è stato anche inserito nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima predisposto dal Governo e inviato a Bruxelles, aggiunge la sezione Potenziale fotovoltaico con l’obiettivo di “stimolare lo sviluppo di grandi impianti nelle aree occupate da edifici industriali, commerciali o della Pubblica amministrazione” ed è finalizzato a far acquisire maggiore consapevolezza dei vantaggi derivanti dall’autoconsumo.

Già censiti oltre 160mila metri quadrati di aree disponibili

Ed ancora, con la nuova sezione il GSE intende mettere potenzialmente in contatto l’offerta degli operatori del settore fotovoltaico, con la domanda dei grandi consumatori che vogliano installare pannelli sulle loro aree industriali o sui loro edifici ai fini dell’autoconsumo. Al riguardo, sul Portale sono già censiti oltre 160mila metri quadrati di aree disponibili, per un potenziale di fotovoltaico superiore a 21 MW, relativo ai grandi consumatori che hanno già chiesto al GSE un’analisi tecnico-economica sulla potenziale redditività di un impianto fotovoltaico sulle loro aree.

Il Gestore Servizi Energetici sottolinea come la sezione “Grandi consumatori” costituisce un primo passo verso la mappatura del potenziale fotovoltaico installabile in Italia per le imprese e la Pubblica Amministrazione ai fini del raggiungimento degli obiettivi nazionali sulle fonti rinnovabili e, contestualmente, uno strumento per evitare il ricorso al consumo di nuovo territorio.

Il futuro della climatizzazione: efficiente, sostenibile e a zero emissioni

Un costante impegno nel perseguire lo sviluppo di tecnologie innovative nel rispetto della sostenibilità, dell’efficienza energetica e della riduzione delle emissioni di CO2: le sfide della nuova divisione di climatizzazione di Mitsubishi Electric.

I cambiamenti climatici e la transizione energetica hanno rivoluzionato il volto delle città, il modo di produrre e sfruttare l’energia e l’approccio alla tecnologia. Il futuro è sicuramente più elettrico, più rispettoso dell’ambiente e più risparmioso nell’utilizzo delle risorse. Una vera mission per Mitsubishi Electric che propone soluzioni di alta gamma in grado di soddisfare i bisogni dei propri interlocutori: progettisti, installatori e architetti da una parte, consumatore finale dall’altra.

Non è un caso che l’azienda sia coinvolta nel 70% dei progetti dello skyline di Milano: gli sviluppatori di immobili hanno trovato nelle tecnologie dell’azienda soluzioni in grado di climatizzare gli ambienti senza emissioni di CO2 e con bassi consumi energetici.

Garantire il massimo comfort in ogni ambiente riducendo i consumi energetici, i costi di gestione e le emissioni di CO2 rappresentano il futuro della climatizzazione efficiente – ha sottolineato Fabrizio Maja, Division Manager di Mitsubishi Electric Divisione Climatizzazione – Noi come azienda siamo da sempre impegnati nel ridurre le emissioni ed essere rispettosi dell’ambiente. Puntiamo a realizzare prodotti a zero emissioni e soprattutto riciclabili in un concetto di economia circolare.”

Tecnologia all’avanguardia, qualità, affidabilità, silenziosità sono alcune delle caratteristiche fondamentali che contraddistinguono le linee di prodotti su climatizzazione, riscaldamento, trattamento aria e soluzioni idroniche per ogni destinazione d’uso.

Fabrizio Maja Mitsubishi Electric Climatizzazione durante l'evento "un futuro da protagonisti"

Fabrizio Maja – Evento “Un futuro da protagonisti” di Mitsubishi Electric Climatizzazione

La customer centricity: il cliente al centro

Ma un ottimo prodotto da solo non basta, necessita anche di un ottimo servizio di assistenza e manutenzione. Saper ascoltare è fondamentale per focalizzazione sulle esigenze del consumatore.

La divisione climatizzazione punta sulla cultura del servizio a valore aggiunto: la customer centricity con il cliente e i suoi bisogni come focus principale. In questo approccio non è il cliente che si adegua alle necessità dell’azienda ma accade esattamente il contrario. Questo significa instaurare relazioni con la clientela, creare le condizioni per stabilire rapporti di fiducia reciproca a lungo termine. Orientare servizi, manutenzione, comunicazione verso le esigenze e la soddisfazione del cliente: dalla progettazione del prodotto all’installazione, dalla manutenzione al supporto nell’utilizzo dei dati.

La nuova divisione climatizzazione

Da gennaio Fabrizio Maja è diventato Division Manager Mitsubishi Electric Climatizzazione e ha avviato un rinnovamento interno portando in azienda professionisti specializzati nel settore climatizzazione per rispondere a un mercato sempre più competitivo e dinamico.

Stefano Negri è Marketing Director e ha il compito di sviluppare una stretta sinergia tra le tre aree della struttura marketing: prodotto, comunicazione e training center con un doppio canale di comunicazione: consumatore finale e professionista.

Vito De Masi è il nuovo Service and Technical Director e si focalizza sullo sviluppo di sistemi in grado di integrare la tecnologia nei servizi, sfruttando le potenzialità create dalla digitalizzazione.

Mitsubishi Electric è presente a MCE 2020 – dal 17 al 20 marzo a Milano – con uno stand di oltre 2.000 metri quadrati dove verranno proposte diverse novità di prodotto dei 3 brand Mitsubishi Electric, Climaveneta e RC IT Cooling!

Mobilità 4.0: l’importanza delle tecnologie per migliorare la vivibilità delle città

Mobilità e vivibilità urbana viaggiano sullo stesso binario. L’adozione di una mobilità sostenibile rappresenta in primo luogo un punto essenziale per contrastare l’inquinamento atmosferico urbano, contribuendo non solo a salvaguardare la salute dei cittadini ma anche ad affrontare la grande battaglia imposta dalla crisi climatica.

Proprio l’Italia si è aggiudicata un preoccupante record negativo sul fronte dello smog. Siamo il primo Paese in Europa e l’undicesimo nel mondo per morti premature da esposizione alle polveri sottili Pm2.5. Ma si va ben oltre.

Strettamente interdipendente dalla mobilità è infatti anche il tema della sicurezza stradale. In base ai dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel Global Status Report on Road Safety 2018, a livello globale si registrano 3.700 morti al giorno legati al traffico autoveicolare. Una cifra impressionante a cui si unisce il numero di feriti. Le stime si riferiscono sia al contesto urbano sia all’ambito extraurbano, ma la città resta protagonista e a farne le spese sono soprattutto le fasce più deboli come i disabili, gli anziani e i bambini.

In questo quadro allarmante, sta tuttavia e per fortuna prendendo progressivamente piede una nuova forma di mobilità. Una mobilità 4.0 che, sfruttando le potenzialità offerte dalla digitalizzazione e dall’innovazione tecnologica, sta rendendo giorno dopo giorno gli ambienti cittadini più sostenibili e più vivibili. Anche nella nostra Penisola.

La Mobilità 4.0 nelle città italiane

Nel nostro Paese è in corso una rivoluzione della mobilità urbana. Ne sono protagonisti sempre più cittadini che per i loro spostamenti quotidiani decidono di utilizzare mezzi non inquinanti, a partire dalle e-bike fino alle auto elettriche.

Mobilità elettrica per uno sviluppo sostenibile

Proprio lo sviluppo dell’e-Mobility rappresenta una delle sfide cruciali per le grandi città italiane. Per poter rispondere con efficacia agli obiettivi di tutela della qualità dell’aria, i centri urbani devono puntare con perseveranza su una mobilità a zero emissioni, mettendo in atto politiche adeguate, che spaziano dalla realizzazione di una rete di approvvigionamento costituita da colonnine di ricarica fino alla massiccia diffusione di mezzi di trasporto condiviso.

Ma accanto al ruolo occupato dalle amministrazioni, anche il settore del automotive è chiamato in prima linea a fornire risposte tecnologiche capaci di ottimizzare la mobilità, conducendo a un simultaneo miglioramento della vivibilità cittadina.

Mobilità 4.0: coniugare il miglioramento delle tecnologie con la vivibilità nella città

L’innovazione tecnologica nell’industria automobilistica

Di qui a pochi anni, le auto saranno molto diverse sotto il profilo tecnologico rispetto a come le conosciamo oggi. La sfida del automotive sarà di produrre veicoli dotati di tecnologie sempre più rispettose dell’ambiente che mirino all’azzeramento delle emissioni nocive, all’abbattimento dell’inquinamento acustico, all’efficienza e alla riduzione dei consumi.

Ma l’auto del futuro focalizzerà l’attenzione anche sugli ulteriori sviluppi della sicurezza, permettendo così ai cittadini di riappropriarsi delle strade e degli spazi urbani, senza correre pericoli per la propria incolumità.

Auto a guida autonoma, vetture connesse, sistemi di telecontrollo, intelligenza artificiale, diagnostica da remoto, integrazione con lo smart homing saranno solo alcune delle parole chiave che guideranno e che hanno già iniziato a pilotare la rivoluzione della mobilità. Alcuni esempi?

Mobilità 4.0: l'importanza delle tecnologie per migliorare la vivibilità delle città

Le auto dialogheranno in tempo reale con l’ambiente circostante, attraverso sistemi di guida autonoma che diverranno man mano più sofisticati e affidabili. La tecnologia renderà possibile una sempre più stretta interazione tra veicoli e guidatori. Per le auto diverrà perciò più semplice intuire le intenzioni dei conducenti, diminuendo così le situazioni di stress alla guida e adeguando l’andatura dei veicoli al traffico. Si prevedono inoltre innovative soluzioni di connettività predittiva.

In futuro, la stessa gestione del traffico potrebbe essere affidata all’intelligenza delle macchine. Si stanno studiando veicoli connessi capaci di gestire la circolazione e il passaggio agli incroci senza semafori.

L’obiettivo comune che si vuole perseguire è una riduzione del numero di incidenti provocati da distrazioni, da errori alla guida o da malori, fino a spingersi all’ipotesi di un azzeramento delle vittime sulle strade.

Il tutto si muoverà di pari passo con l’evoluzione delle realtà urbane che assumeranno sempre di più i tratti di città intelligenti, con infrastrutture ed edifici capaci di interagire con i veicoli circolanti, mediante sensori e attraverso lo scambio ininterrotto di dati.

Un’ondata di innovazione che travolgerà e trasformerà la vita dei cittadini, nel senso più positivo del termine.

Hardware Forum Italy 2020, torna la fiera della ferramenta

L’edizione 2020 di Hardware Forum Italy conferma la collaborazione con Bricoday e punta a offrire al visitatore una piattaforma nazionale e indipendente nei comparti bricolage e ferramenta. Quest’anno, dopo un’edizione 2019 molto positiva, la fiera occuperà l’intero padiglione 3 di Fieramilanocity.

Hardware Forum Italy 2020: le attività in programma

DPI a Hardware ForumMolte le iniziative in programma, a cominciare dal potenziamento degli incontri b2b Matchmaking grazie alla collaborazione con importanti distributori e gruppi di acquisto specializzati nei comparti edilizia, colore, elettrico, sicurezza e nel mercato digitale. Tra le nuove presenze che hanno già confermato la propria partecipazione ci sono il gruppo Rea, Ferca e Sonepar.

Il programma dei Convegni anticiperà gli scenari più attuali e interessanti del mercato italiano e internazionale davanti al mondo distributivo di Assofermet Ferramenta e si concluderà con l’assegnazione dei Premi alla filiera, dall’Oscar del negozio Ferramenta al Premio Prodotto dell’anno 2020 nelle categorie design, innovazione e green.

“Grazie all’esperienza consolidata di Koelnmesse, continueremo sulla strada intrapresa affinché Hardware Forum Italy diventi la piattaforma leader indipendente del comparto ferramenta in Italia con la collaborazione di partner istituzionali prestigiosi e aziende leader del mercato italiano e internazionale” ha commentato Thomas Rosolia, amministratore delegato di Koelnmesse Italia.
Hardware Forum Italy, la fiera della ferramenta, sarà inoltre presente a Eisenwarenmesse 2020 dall’1 al 4 marzo, dove incontrerà espositori e buyer internazionali del comparto ferramenta.

Sonepar Italia, un 2019 in crescita

Sonepar Italia ha chiuso il 2019 con un fatturato di 622 milioni di euro, in crescita del 3% circa rispetto all’anno precedente e con un ulteriore consolidamento della redditività. L’azienda nel periodo ha inoltre chiuso l’acquisizione del Gruppo Elettroveneta (230 milioni di euro), raggiungendo un fatturato aggregato di oltre 850 milioni di euro, con una diffusa presenza sul territorio nazionale di 150 punti vendita e 6 centri di distribuzione.

Sonepar Italia fornisce inoltre consulenza tecnica e commerciale a installatori elettrici (65%), industrie (25%) e pubbliche amministrazioni e grandi utility (10%) e vende prodotti e soluzioni per l’automazione industriale e residenziale, per l’illuminazione, le energie rinnovabili, l’efficientamento energetico e l’E-mobility, nonché materiale per la sicurezza individuale e cavi.

E-commerce in forte crescita per Sonepar Italia

Nel 2019 in particolare l’e-commerce di Sonepar Italia ha superato i 100 milioni di euro di fatturato, raggiungendo il 16% delle vendite complessive. Risultato ottenuto grazie al percorso di digitalizzazione intrapreso dall’azienda, che mette a disposizione dei propri clienti un e-shop con oltre 350.000 articoli disponibili all’acquisto e diversi strumenti per agevolare il lavoro degli installatori elettrici, come i configuratori per impianti residenziali e industriali e tool per facilitare la realizzazione di preventivi. Inoltre, grazie ai centri distributivi e a uno stock di oltre 55.000 articoli, Sonepar Italia è in grado di consegnare il materiale ordinato in 24 ore in tutta Italia. La crescita maggiore si registra nei settori E-Mobility (+15%), sicurezza edifici (+8%) e automazione industriale (+5%).

“In generale il 2019 è stato un anno molto intenso per tutto il mercato. – ha dichiara Sergio Novello, Presidente e Ad di Sonepar Italia – Nella seconda parte abbiamo assistito a un rallentamento dell’industria, dovuto alla contrazione delle esportazioni globali, che ha influito negativamente sui risultati del comparto dell’automazione industriale ma, complessivamente, è stato un buon anno. Le vendite online si confermano un asset imprescindibile e si affiancano alla diffusa presenza territoriale e alla competenza e specializzazione delle persone che ogni giorno lavorano al fianco dei nostri clienti”.

Ristorante connesso: gestione intelligente a portata di App

Lavorare in un ristorante richiede di avere tutto sotto controllo dalla qualità delle materie prime e dei piatti dalla preparazione delle ricette fino ai servizi al cliente.

Garage58 è un piccolo ristorante a Porto Sant’Elpidio che punta a offrire una esperienza culinaria di alto livelli sia per le pizze, sia per i panini gourmet. La ricerca di qualità e affidabilità ha portato alla richiesta di soluzioni tecnologiche in grado di:

Monitoraggio con EcoStruxure Facility Expert Small Business

Garage58 ha scelto EcoStruxure Facility Expert Small Business, la soluzione Schneider Electric che rispondere alle esigenze di controllo e monitoraggio delle piccole attività commerciali.

Grazie a questa soluzione vengono acquisiti i parametri dell’impianto per una connettività completa: visualizzare consumi, monitorare le temperature delle celle frigorifere e dei carichi critici, ricevere notifiche in caso di malfunzionamenti o allarmi …

“In ogni ristorante i costi devono essere gestiti con cura, quindi era necessaria una soluzione che mi permettesse di tenerli sotto controllo – sottolinea Ugo Salvi, titolare di Garage58 – EcoStruxure Facility Expert Small Business mi consente di rimanere connesso e di monitorare le mia attività 24 ore su 24.”

EcoStruxure Facility Expert Small Business e il ristorante è connesso

Rispetto degli obblighi normativa HACCP

Le procedure previste dall’HAACP mettono al centro la qualità alimentare non solo per soddisfare le aspettative organolettiche dei clienti, ma anche – e soprattutto – per la tutela della loro salute. Proprio per questo, il ristorante ha la necessità di registrare e monitorare la temperatura per garantire la qualità dei prodotti e il loro mantenimento a temperatura controllata.

EcoStruxure Facility Expert Small Business consente di garantire la catena del freddo.

“La funzione del monitoraggio della temperatura è tra le più importanti perché ho più celle frigo che contengono diverse tipologie di alimenti – aggiunge Salvi – Grazie alla App posso monitorare il loro andamento e intervenire in caso di interruzione dell’alimentazione ed evitare così di perdere tutti i prodotti conservati. E ovviamente rispondere agli obblighi delle normative HACCP”

I benefici di un ristorante connesso

La soluzione di Schneider Electric risponde in maniera ottimale ai bisogni e alle esigenze di gestione di Garage58, trasformandolo in un vero e proprio ristorante connesso grazie alla gestione tramite App che permette di:

Con CRAVEzero gli edifici NZEB consumano ancora meno

L’acronimo CRAVEzero cela una spiegazione tecnica e pratica che punta a rispondere a una domanda apparentemente semplice: quanto costa costruire, gestire e mantenere un edificio a energia quasi zero?
CRAVEzero significa infatti Cost Reduction and market Acceleration for Viable nearly zero-Energy buildings.

A partire dal 2021, tutti i nuovi edifici costruiti nell’Unione europea dovranno essere edifici a energia quasi zero. Progettisti, architetti e imprese di costruzione dovranno quindi progettare e realizzare edifici a basso consumo energetico e anche vantaggiosi dal punto di vista economico, come previsto dalla direttiva UE 2018/844 sulla prestazione energetica nell’edilizia. Progettisti e aziende attivi nel campo dell’edilizia che hanno acquisito negli anni una solida esperienza nella realizzazione di NZEB, collaborando con istituti di ricerca, sono arrivati alla creazione di CRAVEzero, la piattaforma su cui condividere il loro know-how con l’intero settore, con particolare attenzione all’edilizia europea residenziale e terziaria.

CRAVEzero: un riferimento per il risparmio energetico

Edificio NZEB“L’Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research, partner di progetto, ha dato un contributo importante nella creazione di CRAVEzero concentrandosi soprattutto sulla definizione dei contributi da includere nel Life Cycle Cost (LCC) degli edifici, dove con LCC si intendono i costi che caratterizzano un edificio lungo tutta la vita utile, dalla progettazione alla costruzione e poi alla fase operativa. – spiega Roberta Pernetti, ricercatrice Eurac Research – In questo modo, è possibile valutare le scelte progettuali non soltanto in termini di investimento iniziale, ma anche considerando gli effetti in fase operativa, permettendo una valutazione più completa. A questo proposito è stato messo a punto uno strumento gratuito che permette di effettuare il calcolo LCC di un edificio”.

Tra gli immobili analizzati nell’ambito di CRAVEzero c’è uno degli edifici progettati e realizzati dall’azienda italiana Moretti, una costruzione monofamiliare realizzata con moduli prefabbricati con un elevato livello di isolamento prodotti dall’azienda. L’edificio, altamente isolato e dotato di vetri con rivestimento selettivo per evitare il surriscaldamento estivo, integra un sistema di riscaldamento a pompa di calore e recupero di calore attraverso la ventilazione meccanica che viene controllata in maniera altamente automatizzata.

“Utilizzando i dati del mondo reale sui progetti dimostrativi, abbiamo creato modelli per mezzo milione di varianti, che potete cercare online andando sull’Interactive Case Study Dashboard” spiega Tobias Weiss di AEE INTEC, project manager di CRAVEzero.

Gli utenti della piattaforma possono, tramite l’impostazione di filtri, selezionare una combinazione di tecnologie o fissare un limite per la domanda di energia primaria o per le spese in conto capitale: ad esempio, visualizzare i costi in 40 anni e in più fasi, dalla pianificazione all’implementazione. “Un grande vantaggio di questo strumento è che consente di confrontare il progetto dell’edificio con i modelli disponibili online, in modo da poter vedere la situazione per quanto riguarda i costi del ciclo di vita, il fabbisogno termico e di energia primaria”.

Verso il via libera alla creazione di comunità energetiche

Si chiama Decreto Milleproroghe, ma in questo caso contiene una vera e propria novità, ancor più importante perché aggiunge un tassello mancante nel mondo italiano della green economy. Infatti, nel provvedimento di legge all’esame del Parlamento in queste settimane è stato inserito (e già approvato dalle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio) un emendamento che di fatto dà il via libera alla creazione di comunità energetiche fra privati con la finalità dell’autoconsumo ma anche dell’immagazzinamento e della cessione di energia alla rete.

Nel dettaglio, la proposta di modifica contenuta nel Milleproroghe permette un salto di qualità ai comuni consumatori di energia elettrica che potranno associarsi per divenire dei soggetti prosumer (produttori e consumatori) che agiscono in collettività. L’emendamento prevede però un’importante limitazione: l’associazione non deve finire col costituire l’attività commerciale o professionale principale.

Condomini, aziende e imprenditori fra i possibili beneficiari

Pensando subito alle applicazioni concrete, quella che cattura di più l’attenzione riguarda le abitazioni comuni. Gli appartenenti a un condominio avranno infatti l’opportunità di associarsi (creare di fatto delle comunità energetiche condominiali) attraverso un contratto per diventare autoconsumatori di energia rinnovabile prodotta dai loro impianti, in primis, vista la loro enorme diffusione, da pannelli fotovoltaici posti sul tetto dell’edificio.

Ma una volta approvato definitivamente alla Camera e al Senato, l’emendamento darà il via libera anche alle aziende e agli imprenditori di una determinata area che vogliono alimentare la loro attività con un impianto energetico unico, eliminando le barriere che, per esempio, fin qui hanno impedito di scambiare energia pulita in un singolo distretto produttivo.

Potenza complessiva non superiore ai 200 kW

I contratti tra consumatori dovranno fare riferimento a impianti alimentati da fonti rinnovabili con una potenza complessiva non superiore a 200 kW. Ed ancora, i partecipanti condivideranno l’energia prodotta utilizzando la rete di distribuzione esistente. Energia che, come detto, potrà essere consumata subito, immessa in rete oppure venire immagazzinata in accumulatori che ne rendono possibile il successivo utilizzo.

L’emendamento “green” al Milleproroghe porta la firma del senatore Gianni Girotto dei Cinque Stelle, ma in realtà rappresenta un punto di sintesi di altri emendamenti di contenuto analogo portati avanti anche dai gruppi parlamentari di Lega e Italia Viva. In questo modo, fra l’altro, vengono recepite alcune norme introdotte dalla nuova direttiva comunitaria sulle rinnovabili, ovvero le misure specifiche per consentire alle famiglie, alle comunità e alle imprese di trasformarsi, appunto, in produttori di energia pulita.

La soddisfazione di Legambiente per la nascita delle comunità energetiche

Va ricordato che a proporre provvedimenti in grado di valorizzare lo scambio di energia fra consumatori privati erano stati, l’anno scorso, Legambiente e Italia Solare.

“Si apre una nuova epoca per l’energia in Italia – ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente -. Finalmente sarà possibile produrre e scambiare l’energia pulita nei condomini e tra imprese, tra edifici pubblici e attività commerciali. In questo modo si apre la strada per progetti locali di impianti solari in autoproduzione ma anche per scambiare localmente l’energia in eccesso, con riduzione di sprechi e vantaggi tanto ambientali quanto economici per imprese, famiglie e comunità”.

Raccolta Raee 2019: un’economia circolare da 3.621 tonnellate

Possiamo finalmente parlare di italiani “ricicloni”? Abbastanza, almeno guardando la raccolta Raee 2019 nei dati Ecolamp. Dieci anni fa forse in pochi sapevano della presenza di consorzi impegnati nello smaltimento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, comunemente noti come Raee. Oggi, le 3.621 tonnellate di materiale conferito e trattato sul territorio italiano da Ecolamp confermano la bontà di una prassi ormai consolidata e orientata alla crescita.

Il 47% è costituito da lampadine esauste, mentre il 53% riguarda piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo e apparecchi di illuminazione a fine vita

“Si tratta di quantitativi importanti – commenta Fabrizio D’Amico, direttore generale del consorzio Ecolamp -, che possono migliorare ancora grazie al contributo di tutti i soggetti della filiera, inclusi i cittadini. Uno dei risultati più evidenti della gestione virtuosa dei Raee è un tasso di recupero, tra materia ed energia, che a oggi supera il 95% e che consente di rendere concreta un’economia di tipo circolare”.

I dettagli della raccolta Raee 2019

Partiamo dalla voce lampadine (R5), che tocca il 47% dei rifiuti complessivamente raccolte lo scorso anno. Ecolamp ha indirizzato ad appositi impianti di trattamento ben 1.714 tonnellate di sorgenti luminose esauste.
Di queste, il 42% proviene da installatori e manutentori, attraverso i servizi volontari messi a disposizione del canale professionale. Il 58% arriva invece dai centri di raccolta comunali e dai luoghi di raggruppamento della distribuzione dedicati alla raccolta differenziata dei privati cittadini, sempre più sensibili alla raccolta differenziata.

Raccolta Raee lampadine, il 2019 di Ecolamp

Chi ricicla più lampadine?

Il 63% delle sorgenti luminose trattate si concentra in cinque regioni italiane, per un totale di 1.080 tonnellate di materiale esausto gestito da Ecolamp.

Una classifica “corta” ma performante, composta da:

Il gradino più alto del podio provinciale va invece a Roma, con 121 tonnellate di lampadine raccolte. Seguono Milano (112) e Bergamo (82) che totalizzano insieme alla capitale italiana il 18% della raccolta di sorgenti luminose effettuata da Ecolamp. Interessante la new entry di Varese tra le prime dieci provincie, con 40 tonnellate di lampadine, mentre Napoli si conferma prima nel Sud Italia, con 34 tonnellate raccolte.

Bene anche gli altri rifiuti elettrici ed elettronici

Non solo lampadine: nella raccolta Raee 2019 rientrano anche piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo e apparecchi di illuminazione giunti a fine vita (il cosiddetto raggruppamento R4), che costituiscono il restante 53% della raccolta del consorzio Ecolamp. Un totale di 1.907 tonnellate raccolte e trattate, per un recupero di materie prime seconde che supera il 90%.

Un generale bilancio positivo, per Ecolamp e per l’economia circolare italiana, dal quale trarre nuovi obiettivi di crescita per migliorare ulteriormente il servizio e le performance nel 2020.

Nato nel 2004 per volontà delle principali aziende del settore illuminotecnico, Ecolamp riunisce oggi oltre 200 produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche.