Rinviato: MCE 2020 si terrà dall’8 all’11 settembre 2020

MCE 2020Dopo aver monitorato costantemente l’evoluzione della diffusione del coronavirus Covid-19 e seguito scrupolosamente tutte le direttive emanate dalle Autorità competenti, Reed Exhibitions Italia ha deciso di posticipare MCE – Mostra Convegno Expocomfort e BIE – Biomass Innovation Expo dall’8 all’11 settembre 2020.

“La salute dei nostri clienti, partner e dipendenti è la nostra maggiore priorità. A seguito dei recenti sviluppi della situazione in Italia e in particolare in Lombardia, e tenendo conto dell’ordinanza emessa da Regione Lombardia e dal Ministero della Salute di sospendere “[…] manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato”, ci siamo confrontati con clienti e partner in questi ultimi giorni e abbiamo deciso di riprogrammare i nostri eventi a settembre” – dichiara Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia.

MCE 2020 rinviata a settembre

“Non è stata una decisione presa con facilità; i nostri clienti, partner e il team in Italia hanno lavorato duramente all’organizzazione delle due manifestazioni ma, per quanto ci dispiaccia dover posticipare, è essenziale per noi dare priorità massima alla salute e alla sicurezza di tutti coloro che sono coinvolti. Il nostro obiettivo rimane poter garantire il maggior valore a tutti coloro che parteciperanno a MCE e BIE a settembre ed essere sempre al servizio dell’industria nelle migliori condizioni di tranquillità e serenità. Su queste basi, nelle prossime settimane, lavoreremo affinché la nostra community resti sempre connessa, supportandola nel superare questo difficile periodo”.

Prodotti Smart per la casa: l’interesse dei consumatori

Il mercato delle soluzioni Internet of Things per la Smart Home sta attraversando una fase particolare in Italia, riscontrando un crescente interesse da parte dei consumatori. Nel 2019, nel nostro Paese ha registrato un elevato tasso di crescita, pari al 40% in più rispetto al 2018, superando ampiamente il mezzo miliardo di euro.

Il rapporto tra prodotti Smart per la casa e consumatori è stato uno dei punti trattati al convegno Smart Home: dove c’è IoT, c’è casa, tenutosi martedì 18 febbraio presso l’Aula Magna del Politecnico di Milano. L’evento è stata l’occasione per presentare i risultati della ricerca sulla Smart Home realizzata dall’Osservatorio Internet of Things, progetto nato nel 2011 in seno allo stesso Ateneo con lo scopo di indagare le reali opportunità dell’IoT, combinando la prospettiva tecnologica con quella manageriale.

Addentriamoci ora nel merito, scoprendo qual è l’attuale interesse dei consumatori nei confronti dei prodotti Smart per la casa.

Smart Home: il punto di vista dei consumatori

L’analisi del rapporto tra Smart Home e consumatori illustrata dall’Osservatorio Internet of Things si basa su dati provenienti da più fonti combinate, nello specifico:

Dall’analisi emerge che esistono svariati punti di domanda ancora aperti quando si tratta di esaminare il ruolo dei consumatori in relazione ai prodotti Smart Home. I segnali sono tuttavia positivi. Alcuni di questi interrogativi si stanno infatti trasformando pian piano in certezze. Lo si intuisce nell’immediato, considerando il livello di conoscenza degli utenti finali. Appare innanzitutto chiaro che la Smart Home è sempre più nota ai consumatori italiani. Lo stesso termine “Smart Home” risulta più conosciuto rispetto alla parola “domotica”. Ma non ci si limita al solo livello di consapevolezza. Con il passare degli anni, la Smart Home sta progressivamente crescendo.

Le tipologie di consumatori più vicini alla Smart Home

Da una parte ci sono i più giovani, nella fascia compresa tra i 18 e i 34 anni, con una percentuale pari al 77%. La quota resta comunque abbastanza elevata anche nella fascia di età inclusa tra i 55 e i 74 anni, con una percentuale pari al 56%. Più di un consumatore su due, anche in questo secondo gruppo rappresentativo conosce il termine “Smart Home”.

Come spiega Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things, “l’altra variabile che è ancora più discriminante rispetto a quella dell’età è il livello di familiarità del consumatore con la tecnologia”. Gli utenti che possono essere considerati Tech Advanced, ossia capaci di effettuare tutta una serie di attività tecniche come configurare un modem, installare un’App, regolare un termostato in casa, risultano ancor più vicini al mondo della Smart Home, corrispondendo all’84%. Di contro, la percentuale dei Tech Dummy, ovvero i consumatori inesperti e poco avvezzi alla tecnologia, è pari al 45%.

Ne consegue che ai fini di ampliare ulteriormente il mercato della Smart Home, per le aziende diviene necessario andare a toccare le corde giuste rispetto alle categorie di consumatori attualmente ancora distanti da questo mondo. In che modo? Proponendo soluzioni semplici, accessibili e maggiormente fruibili.

Cresce il livello di autonomia dei consumatori

A fronte di una percentuale di consumatori che rispetto al 2018 è piuttosto stabile e possiede almeno un oggetto Smart in casa, i dati del 2019 confermano che nel mercato dei prodotti Smart Home ci si sta effettivamente muovendo verso la semplificazione dei dispositivi.

A distanza di un solo anno i dati variano sensibilmente sotto questo profilo. Cresce infatti il numero di utenti in grado di installare gli apparecchi acquistati in totale autonomia, senza ricorrere all’aiuto di un professionista (64% dei rispondenti, +10% rispetto al 2018).

Installazione delle soluzioni Smart Home

L’installazione delle soluzioni Smart Home – Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano

“Da un lato il merito è del consumatore che si sta avvicinando al mondo della Smart Home, capisce e comprende come poter installare in autonomia un dispositivo” – precisa Giulio Salvadori – “Ma dall’altro è anche merito dell’offerta, perché oggi assistiamo al lancio di soluzioni che sono veramente autoinstallanti e che l’utente percepisce come tali”.

Insieme al livello di autonomia cresce anche l’uso delle funzionalità da parte degli utenti (65%, con un +7% rispetto al 2018).

Le intenzioni di acquisto dei consumatori

Le intenzioni di acquisto future fanno registrare una “timida” crescita. Il 37% dei consumatori dichiara di voler comprare almeno un oggetto Smart (+2% rispetto al 2018). Le intenzioni appaiono tuttavia piuttosto lontane nel tempo: solo l’11% ha in programma l’acquisto nei prossimi 12 mesi, mentre il restante 26% appare più cauto, ponendo come orizzonte temporale i prossimi tre anni.

Di primo primo acchito, questi dati sembrerebbero negativi. In realtà appaiono sostanzialmente allineati alle prospettive rilevate nel 2018, oltre che dipendenti dalle abitudini di acquisto degli utenti. I consumatori tendono in effetti a non pianificare gli acquisti degli oggetti Smart alla fine o all’inizio di un anno per i successivi dodici mesi, ma comprano d’impulso.

L’acquisto di impulso è innegabilmente uno dei più gettonati quando si parla di soluzioni per la Smart Home. Il dato trova un’ulteriore conferma nel fatto che durante i periodi dell’anno in cui l’acquisto non pianificato risulta più rilevante, come in occasione dei Black Friday, dei Cyber Monday o delle settimane prenatalizie, i prodotti Smart per la casa sono sempre in prima fila in termini di volumi venduti.

Prodotti Smart per la casa: le ragioni del “non acquisto”

Osservando l’altra faccia della medaglia, si scopre che ad oggi oltre un 60% di italiani non possiede ancora un apparecchio Smart per la casa.

Ma quali sono le ragioni del mancato acquisto?

Nel 26% dei casi gli oggetti Smart vengono considerati troppo futuristici. Un 13% degli intervistati li reputa soluzioni non ancora mature sul fronte della tecnologia hardware o software. Ma c’è anche un 12% di consumatori che non ne ha mai sentito parlare. Un 11%, invece, non ne comprende i benefici.

Se si confrontano le ragioni legate al non acquisto alle motivazioni del non utilizzo, a fare da padrone è l’elevata complessità (44% dei casi). Nonostante ci si stia muovendo verso una progressiva semplificazione, i dispositivi Smart appaiono tuttora troppo macchinosi, almeno per determinate categorie di utenti. Il 23% dei consumatori attribuisce di contro il non uso a una poca utilità degli apparecchi, mentre il 14% parla di scarsa fruibilità.

Privacy nell’era della Smart Home

Altro dato degno di nota è quello riguardante la preoccupazione dei consumatori per la sicurezza della propria Privacy. Se infatti nel 2014 solo il 27% degli utenti finali era restio a condividere i propri dati personali, tale percentuale è aumentata gradualmente passando dal 44% nel 2016, al 51% nel 2017 e 2018, fino a raggiungere il 54% nel 2019.

Privacy e Smart Home

Le preoccupazioni sulla Privacy – Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano

È significativo il fatto che tali timori non riguardino solo chi è generalmente restio ad adottare nuove soluzioni tecnologiche, ma anche i più giovani. Siamo di fronte a un trend piuttosto evidente che porta molte aziende a proporre la protezione dei dati come leva di Marketing in termini di comunicazione. “Oggi”, spiega il direttore dell’Osservatorio, “non si sponsorizzano più solo le funzionalità dell’oggetto Smart o i servizi offerti da quell’oggetto, ma anche il fatto che l’azienda produttrice possiede le certificazioni idonee a gestire i dati personali degli utenti”.

Rassicurare i consumatori sull’utilizzo dei dati e garantire un’adeguata protezione rispetto ad eventuali attacchi informatici da parte di soggetti esterni costituiscono quindi due leve essenziali per sostenere una sempre più capillare diffusione di oggetti Smart Home in futuro.

Oltre il Service: la manutenzione diventa consulenza

Digitalizzazione, sostenibilità e sicurezza sono temi attuali. Le tecnologie innovative abilitanti, che oggi si stanno diffondendo, cambiano anche il modo di gestire e di manutenere gli impianti. Scegliere il giusto service significa assicurarsi impianti sicuri e affrontare le nuove sfide tecnologiche e di mercato. Occorre però cambiare paradigma puntando innanzitutto sulla consulenza.

Schneider Electric Italia ha chiesto – a realtà del settore dei trasporti e del settore fieristico – di analizzare questi aspetti, raccontando perché hanno scelto di avvalersi del suo Service per la realizzazione e manutenzione dei propri impianti.

Quello che le aziende vogliono: service, partnership, consulenza

Quale deve essere il ruolo di un fornitore di servizi di manutenzione oggi? La risposta è semplice nella formulazione e complicata nell’attuazione: deve essere un partner capace di sostenere le aziende nelle proprie sfide. L’innovazione di prodotto, supportata da tecnologia di ultima generazione, è sicuramente essenziale per la sicurezza e la resa degli impianti, ma da sola non è più sufficiente. Le aziende vogliono molto di più, vogliono soprattutto consulenza.

service on demandIl Service, quindi, deve diventare un consulente capace di:

Il Service deve dimostrare di essere un partner e consulente che condivida la stessa visione e che sia adeguatamente formato. Ciò che conta, affermano le due aziende, è la capacità di agire in modo adeguato.

Da utente a cliente: cambia il concetto di fruizione

Nel mondo dei trasporti la maggiore sfida è coincisa con un cambio di paradigma sostanziale nei confronti dei propri fruitori: passare dal concetto di utente a quello di cliente che assume un posto centrale. Sono nati così servizi quali App ad hoc per fornire informazioni e per acquistare i titoli di viaggio o, ancora, un sistema automatico di riconoscimento della tariffa. Un approccio nuovo, che impone all’azienda di offrire un vero e proprio servizio, che deve essere garantito e costantemente manutenuto.

Manutenzione, garante di sicurezza

Da una corretta e pronta manutenzione dipende poi un fattore fondamentale nei trasporti: la sicurezza della rete impiantistica.
L’obiettivo è innanzitutto garantire lo svolgimento del servizio di trasporto, che deve funzionare sempre, evitando il più possibile le interruzioni; ma non solo. La sicurezza deve essere letta, quindi, sotto diversi aspetti:

Schneider Electric ha nel proprio DNA la cultura della sicurezza

Il valore aggiunto del rapporto di fiducia

Puntare tutto sulla necessità di risoluzioni immediate è fondamentale per esempio nel settore fieristico. Sfide complesse, soprattutto quando è necessario rispondere a bisogni come le rimodulazioni o ampliamenti della superficie con la creazione di aree polifunzionali, che richiedono soluzioni sicure e rapide. Soprattutto richiedono una capacità di supporto tanto progettuale quanto operativa.

Guidati al cambiamento

Ecco che il valore aggiunto, trovato nel Service Schneider, è la sua capacità di lavorare fianco a fianco e costruire un rapporto di fiducia. Diventa così fondamentale un elemento che le aziende dimostrano di apprezzare: avere un singolo punto di contatto con Schneider Electric.

Un fattore differenziante capace di facilitare il lavoro e lo scambio di informazioni. Contemporaneamente, un elemento che permette di mantenere quel rapporto fiduciario e personale instaurato negli anni. Ci deve essere concordanza di pensiero e di azione.

Il Service, in definitiva, deve:

Illuminazione outdoor e indoor per il residenziale e arredo urbano

Ridurre i consumi e personalizzare gli scenari luminosi: questa la promessa delle nuove soluzioni per l’illuminazione outdoor e indoor di Performance iN Lighting presenti a Light+Building 2020 a Francoforte (Hall 3.0 – Stand D51) che si svolgerà a settembre 2020.

Tra le novità Hedo+ per l’illuminazione urbana e residenziale e Orion per l’illuminazione privata di case e giardini.

Illuminazione urbana a basso impatto ambientale

Hedo+ la soluzione di Illuminazione urbana a light+building 2020Lo scopo principale dell’illuminazione urbana è garantire la sicurezza, arricchire il contesto paesaggistico, aumentare l’interazione e il benessere sociale e migliorare l’orientamento

La nuova serie Hedo+ risponde a queste esigenze e fornisce illuminazione urbana e residenziale a basso impatto ambientale in contesti nuovi e nell’ammodernamento di installazioni esistenti. È una struttura unica caratterizzata da un design minimalista e puro.

La serie abbraccia le opportunità per gli futuri sviluppi dell’Internet of Things e delle città connesse. Grazie a questa soluzione, ogni pubblica amministrazione può utilizzare il proprio sistema di gestione e le sue piattaforme in previsione di ulteriori sviluppi su questa immaginazione tematica.

Conforme alla norma UNI 10819 e alle leggi regionali in materia di inquinamento luminoso, è un apparecchio per installazione a testa palo, per esterni, costituito da:

Per una luce puntuale in casa e in giardino

Per l’illuminazione di case e giardini Performance iN Lighting propone Orion, una serie di lampade che garantiscono una luce puntuale dove necessario, una maggiore sicurezza e un’atmosfera piacevole.

È disponibile in diverse versioni: mono e bi-emissione, installazione verticale e orizzontale, a segnapasso, tutte personalizzabili con un “carter” decorativo ed a paletto. Le opzioni di finitura naturale del carter decorativo distribuiscono a renderlo una soluzione adatta per ogni contesto. Il carter bianco può essere verniciato e rifinito su misura.

Presenta un elevato indice di protezione che consente a questa soluzione di essere installato all’aperto e non presenta problemi in caso di vento e pioggia.

 

 

Rinviato: Light + Building si terrà a settembre 2020

In vista della crescente diffusione del coronavirus in Europa e dopo intense consultazioni, Messe Frankfurt ha deciso di rimandare Light + Building. La principale fiera per l’illuminazione e la tecnologia dei servizi per l’edilizia si terrà ora a Francoforte sul Meno dal 27 settembre al 2 ottobre 2020.

L’apparizione inaspettata di Covid-19 in Italia dallo scorso fine settimana ha richiesto una nuova analisi della situazione in stretta collaborazione con le autorità di sanità pubblica della città di Francoforte.

È richiesto un controllo sanitario a più fasi per gli ospiti provenienti dalla Cina, la cui attuazione sarebbe impegnativa per Messe Frankfurt. Inoltre, sono in atto sempre più restrizioni di viaggio, rendendo così difficile sia per i visitatori sia per gli espositori partecipare alla fiera. Pertanto, gli organizzatori hanno deciso di rimandare la fiera Light + Building.

Questa decisione è supportata dai partner e dalle associazioni tedesche e italiane. Dopo la Germania, i maggiori gruppi di espositori e visitatori provengono proprio dalla Cina e dall’Italia.

Nuove date: Light + Building dal 27 settembre al 2 ottobre 2020

Come si legge nel comunicato ufficiale, Light + Building – luogo di incontro del settore per architetti, industria, installazione e commercio al dettaglio/all’ingrosso e progettisti – vuole offrire la possibilità a espositori e visitatori di vivere la fiera in sicurezza.

Pertanto, la 20ma edizione di Light + Building 2020 – rassegna dedicata all’illuminazione e all’edilizia intelligente – viene rinviata e si terrà a Francoforte sul Meno dal 27 settembre al 2 ottobre 2020.

 

Installazione a filo muro con Eikon Exé di Vimar

Per esaltare ulteriormente lo stile essenziale di Eikon Exé, Vimar propone una nuova scatola portafrutto dedicata alle pareti in cartongesso, che consente l’installazione a filo muro della placca restituendo così linee ancora più pulite e in grado di valorizzare al meglio gli ambienti più raffinati.

Facile e veloce da installare, questa nuova scatola è in grado di regalare un risultato filo muro impeccabile, grazie alla perfetta compatibilità con le forme di Eikon Exé sia nella versione con comandi tradizionali che nelle varianti comando Flat e Vintage.

Eikon Exé, una soluzione completa per una installazione di design

eikon exé VimarDal punto di vista tecnico la scatola si compone di una sezione interna portafrutto incorniciata da un supporto in gesso e da una rete metallica forata per il fissaggio con le viti. La scatola può essere installata sia dal fronte che dal retro della parete, sia su lastra doppia che singola. Una volta installata, l’estrazione della placca è possibile grazie a uno specifico accessorio che evita di danneggiare il bordo in gesso.

Per questo Eikon Exé è ideale per il design: offre una forma pulita e con profili sottili, ma anche angoli squadrati e linee rigorose che si integrano perfettamente in ogni ambiente.

Frutto di un’attenta selezione, i sette diversi materiali sono proposti in 27 diverse finiture di alta qualità che si adattano a qualsiasi ambiente e stile, grazie anche ai nuovi comandi Vintage e Flat.

 

Dissuasore temporaneo: una sicurezza per i cittadini

La gestione della sicurezza nelle manifestazioni pubbliche è diventata una priorità a causa degli attacchi stradali avvenuti in aree a cielo aperto. Hörmann – azienda attiva nel settore delle chiusure, di recente entrata anche nel mercato del controllo veicolare degli accessi – propone OktaBlock, il nuovo dissuasore temporaneo.

OktaBlock è un dissuasore temporaneo certificato che, grazie alla geometria ad asse asimmetrico, è in grado di ammortizzare lo scontro con un mezzo di trasporto proveniente da qualsiasi direzione e di garantire una via di fuga priva di ostacoli. Dotato di una struttura di bloccaggio mobile, è integrabile con altri sistemi di controllo degli accessi ed è adatto per le aree dove non c’è possibilità di fissaggio del dissuasore nel sottosuolo.

Questa soluzione presenta una piastra a base ottagonale con bordo dentellato e con una dimensione di 800 x 800 mm: in caso di urto, il dissuasore si ribalta in avanti e la piastra si incastra tra il veicolo e la rampa d’accesso, bloccandolo immediatamente.

Il dissuasore temporaneo OktaBlock risponde agli standard più esigenti

OktaBlock è un dissuasore temporaneo certificato OktaBlock è disponibile in due varianti che soddisfano i requisiti più elevanti dei crash test, secondo le norme di sicurezza internazionali BSI PAS68:2013 e IWA-14-1:2013:

Il dissuasore temporaneo OktaBlock è utilizzabile anche per strade strette, passaggi pedonali o piste ciclabili: è possibile posizionarlo in file regolari o sfasate, oppure singolarmente. In questo modo, è possibile creare un ostacolo di qualsiasi larghezza e creare soluzioni personalizzati e adatte alle esigenze.

Tra i plus, non necessita di ancoraggi a pavimento o della posa di linee di alimentazione, né di competenze specialistiche per essere installato.

Ogni singolo dissuasore temporaneo può essere posizionato e rimosso, in modo semplice e rapido, con una gru o un carrello elevatore, grazie a un occhiello tondo posizionato sul coperchio del dispositivo.

5 Smart city da cui prendere esempio

Le Smart City nel mondo crescono

Si può dire che una delle principali caratteristiche del mondo in cui viviamo oggi sia la massiccia presenza di tecnologia, sia in ambito privato, che lavorativo. Proprio la continua innovazione è uno dei principali motori di sviluppo delle Smart City, ovvero delle città intelligenti.

I vantaggi di una città intelligente sono molti e alla base dei cambiamenti che trasformano i centri urbani in Smart City, ci sono tecnologie come:

ma anche partecipazione e coinvolgimento dei cittadini, attenzione all’ambiente e un approccio innovativo alla gestione della città.

Ogni anno sono sempre di più le città che si impegnano, in diversi ambiti, per migliorare la qualità della vita dei cittadini e la città stessa. Eccone alcuni esempi, individuati da diversi studi e rapporti che ogni anno stilano una classifica delle città più smart.

 

Amsterdam cerca sempre più sostenibilità

Il percorso della città di Amsterdam verso un futuro più intelligente è iniziato già negli anni ’90. Tra i principali obiettivi perseguiti nel tempo c’è stato sicuramente quello di dotare la città delle adeguate infrastrutture e una volta puntato sulla connettività, si sono sviluppati tutti una serie di servizi in vari ambiti, in particolare quello ambientale.

La città punta a ridurre le proprie emissioni di CO2 del 40% entro il 2015 e del 75% entro il 2040. Per tenere le fila dei numerosi progetti messi in pista con ASC (Amsterdam Smart City), si è nominato un responsabile tecnologico, ovvero un Chief Tecgnology Officer.

Londra punta sulla raccolta e sull’analisi dei dati

Anche a Londra è stata nominata una figura simile, ovvero il Chief Digital Officer for London. La città britannica ha superato molte Smart City europee e non solo, arrivando in cima alla classifica del Motion Index 2019, che analizza tutte le città più intelligenti del mondo.

Il programma con cui si vuole trasformare Londra nella città più intelligente del mondo si chiama “Smarter London Together” ed è un piano strategico che integra nuove tecnologie, competenze digitali, connettività e Big Data. Per favorire la digitalizzazione della città si è istituito anche il “London Office for Data Analytics”, il cui compito è agevolare la condivisione e l’analisi di grosse quantità di dati.

Singapore diventa la città stato più intelligente del mondo

Secondo lo Smart City Index 2019 di IMD, invece, la città più intelligente del mondo sarebbe Singapore, che da anni lavora a un progetto di Smart Nation.

L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita dei propri abitanti, attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Vengono raccolti moltissimi dati che, analizzati opportunamente grazie ai Big Data, permettono di pianificare e programmare l’offerta dei servizi. Trasporti pubblici, localizzazione dei servizi pubblici, gestione della mobilità e soprattutto sicurezza, quindi, beneficiano dell’intelligenza “predditiva” delle nuove tecnologie.

A Milano vincono la mobilità sostenibile e le startup

Negli ultimi anni la città di Milano ha investito molto sull’ottimizzazione dei servizi e sul lancio di numerosi progetti che migliorassero la qualità della vita in città. Si può dire che l’impegno sia stato riconosciuto, tanto da confermarsi la prima Smart City in Italia per il sesto anno consecutivo. Secondo l’ICity Rank del 2019, infatti, la città si distingue per la sua solidità economica e per lo sviluppo di un sistema di mobilità sostenibile.

La rete dei trasporti pubblici è sempre più ampia e il carsharing ha ormai una diffusione davvero notevole, con 24,3 vetture ogni 10.000 abitanti. Inoltre, Milano è sempre più un luogo in cui si concentrano stratup e coworking, favorendo una crescita imprenditoriale innovativa.

Firenze è la città più digitale d’Italia

Nella classifica dell’ICity Rank Firenze si trova subito alle spalle di Milano, premiata soprattutto per l’importante trasformazione digitale che sta vivendo la città. Proprio qua, si stia riuscendo a gestire al meglio il passaggio al mondo digitale, con un impegno complessivo dimostrato dagli elevati punteggi ottenuti in diversi indicatori.

Tra questi spiccano quello delle app municipali, del wi-fi pubblico, della digital openess, della trasparenza digitale e dell’applicazione dell’IoT. La digitalizzazione di servizi e processi, è possibile grazie all’impegno dell’intera amministrazione comunale, oltre che dei vari soggetti che ruotano intorno alla gestione del contesto urbano.

Le aziende green puntano sulla mobilità sostenibile

L’ambiente chiama, Schneider Electric risponde, facendosi portavoce della mobilità sostenibile nel percorso tecnologico delle aziende green. Ai dichiarati obiettivi di carbon neutrality, la multinazionale francese ha infatti aggiunto una nuova policy che prevede la sostituzione del 100% della flotta aziendale con veicoli elettrici entro il 2030, in accordo con l’iniziativa EV100 di The Climate Group.

Obiettivo zero emissioni

Questo, in uno scenario di mercato che vede nella mobilità elettrica una scelta obbligata per la lotta ai cambiamenti climatici. Secondo l’ultimo report di IPCC serve tagliare del 45% le emissioni globali di anidride carbonica entro il 2030 per limitare a 1,5 °C l’aumento della temperatura del pianeta. Diventa dunque strategico associare a obiettivi di decarbonizzazione, generazione distribuita e digital energy un massiccio rinnovamento dei trasporti in ottica green. Ecco perché l’adesione al programma EV100 rende Schneider Electric pioniera di un cambiamento tecnologico e culturale che può fare la differenza in diversi contesti pubblici, aziendali e privati.

La domanda di veicoli elettrici è in crescita e le aziende progrediscono rapidamente verso nuovi obiettivi sostenibili

La scelta di convertire la flotta aziendale è solo l’ultimo atto di un percorso avviato con l’accesso ad altre due iniziative complementari e trasformative di The Climate Change. Il programma EP100 mira a raddoppiare entro il 2030 la produttività dell’energia (prendendo come punto di partenza il 2005), mentre il RE100 punta all’utilizzo del 100% di energia rinnovabile entro il 2030, con obiettivo intermedio dell’80% al 2020.

Auto elettriche motore delle aziende green

Schneider Electric offre infrastruttura completa per la ricarica EV

Cosa significa, dunque, trasporto elettrico in azienda? Anzitutto, Schneider Electric sostituirà le 14.000 auto aziendali in uso in oltre 50 Paesi con nuovi modelli elettrici. Inoltre, sempre entro il 2030, verranno installate colonnine di ricarica in uffici e stabilimenti produttivi. A integrare il tutto, in alcune sedi, la piattaforma intelligente EcoStruxure per la mobilità elettrica che combina microgrid, soluzioni per la gestione degli asset e nuovi sistemi di gestione dell’energia.

Ma il passaggio al full-electric non riguarda solo la flotta di Schneider Electric: l’azienda ha infatti avviato collaborazioni con start-up e società di consulenza per supportare altre realtà imprenditoriali in questa epocale evoluzione. Tra i partner:

Insomma, la trasformazione dei prossimi dieci anni è destinata a cambiare le abitudini di tanti dipendenti e cittadini nel mondo.

Investire nell’innovazione e collaborare con start-up della mobilità elettrica per accelerare la transizione

La tecnologia abilitante? EcoStruxure for eMobility

Oltre policy green e collaborazioni, c’è la tecnologia. Con la piattaforma di prodotti, soluzioni e servizi EcoStruxure for eMobility, Schneider Electric è protagonista dell’intera “catena” della ricarica.

Le aspiranti aziende green hanno così a disposizione:

Alle tecnologie si uniscono servizi di consulenza utili a progettare, realizzare e mantenere attivi sistemi affidabili per la ricarica dei veicoli elettrici.

Partner Gold e Platinum: gli installatori certificati di RISCO Group

Prosegue il consolidamento della rete di distributori e installatori di RISCO Group, azienda attiva nel mercato della sicurezza e specializzata nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di un’ampia gamma di soluzioni di sicurezza integrate.

50 distributori certificati in tutta la Penisola e 53 installatori Gold e 4 Platinum sono l’asse portante nella commercializzazione delle soluzioni dell’azienda e una garanzia di competenza per gli utenti finali.

I Partner Gold e Platinum

Il Programma Stars – nato nel 2016 – include vari strumenti e vantaggi per essere più competitivi: scansionando i QRcode presenti sugli imballi delle confezioni non solo vengono infatti accumulati Punti Stars ma dallo scorso luglio gli installatori possono beneficiare di un’estensione di garanzia su un prodotto di 3 anni aggiuntivi, oltre ai 2 standard, per un totale di 5 anni.

I Partner Stars hanno accesso a promozioni con un prezzo dedicato o a moltiplicatori dei punti stars sulle scansioni, oltre ad accedere a moduli online – tecnici o commerciali – sulle soluzioni RISCO per conseguire certificazioni di prodotto, che attestano il conseguimento di specifiche competenze con gli utenti finali.

“RISCO Group sostiene e premia la formazione e la professionalità dei propri installatori per assicurare agli utenti finali un più facile accesso a professionisti della sicurezza competenti. – sottolinea Ivan Castellan, Branch Manager di RISCO Group Italia – RISCO Group è in grado di offrire agli installatori una presenza capillare e un più facile accesso a professionisti della sicurezza in grado di fornire supporto tecnico e commerciale”.

Trova l’installatore

I Partner RISCO – siano essi come livello Silver, Gold o Platinum – che conseguono le certificazioni tecniche di LightSYS e Agility, sono presenti nulla pagina ‘Trova un installatore’ .

L’obiettivo è anche supportare gli utenti finali nel trovare un installatore professionista di fiducia in grado di realizzare impianti di sicurezza di valore.
Solo nel 2019, sono stati circa 7000 i click per visualizzare i contatti degli installatori pubblicati.