Aumentare vita utile e sicurezza delle batterie agli ioni di litio

Sostenere lo sviluppo di una filiera sostenibile per le batterie agli ioni di litio è uno dei progetti approvati dalla Commissione Europea nell’ambito del Progetto paneuropeo IPCEI (Important Project of Common European Interest).

Enel X è una delle 17 aziende di questo progetto che riceveranno un finanziamento per attività di ricerca e sviluppo.

Batterie agli ioni di litio: allungare il ciclo di vita

Enel X ha proposto di sviluppare strumenti basati sull’apprendimento automatico per la previsione dei guasti e la modellizzazione del deterioramento delle batterie agli ioni di litio di prossima generazione.

Gli strumenti predittivi hanno l’obiettivo di allungare la vita utile delle batterie e aumentarne la sicurezza, ottimizzando le attività operative e di manutenzione.

Le batterie giocano un ruolo fondamentale per il futuro dei sistemi energetici

Enel X si è impegnata a promuoverne l’innovazione con l’obiettivo di affrontare la transizione energetica nel migliore dei modi.

“Far parte di un progetto europeo è un riconoscimento significativo dei nostri sforzi e competenze, sulla cui base contribuiremo a rafforzare una catena del valore sostenibile, innovativa e avanzata per le batterie in Europa – ha sottolineato Francesco Venturini, Responsabile di Enel X -. Il progetto di Enel X mira a sviluppare software e tecnologie per le batterie per rendere i sistemi energetici più sostenibili promuovendo l’integrazione delle energie rinnovabili”.

Il progetto IPCEI segue il lancio nel 2017 da parte della Commissione europea della “European Battery Alliance” e la successiva adozione di un piano d’azione strategico per promuovere lo sviluppo di una filiera europea nel settore delle batterie.

Obiettivo del progetto è promuove lo sviluppo di tecnologie altamente innovative e sostenibili per:

Anie, serve un piano nazionale per Building 4.0 e Casa 4.0

Un Piano nazionale per il Building 4.0 e la Casa 4.0”. Così come è stato fatto per l’Industria 4.0 a partire dal 2016, ma con misure e incentivi mirati e dedicati allo sviluppo tecnologico degli edifici e delle abitazioni.

Lo propone la Federazione Anie, l’organizzazione delle aziende elettroniche ed elettrotecniche italiane, per voce del suo presidente, Giuliano Busetto. Che spiega: “quelle dell’edilizia evoluta dal punto di vista tecnologico e della domotica all’avanguardia sono tra le principali nuove frontiere dell’innovazione applicata alla vita e al lavoro di tutti i giorni”.

Ma per dare forte slancio a un settore dalle potenzialità enormi, e in gran parte ancora tutte da cogliere, il manager fa notare che “sarebbe molto importante realizzare un Piano nazionale di sostegno e sviluppo, sulla linea di quello già avviato per l’innovazione e il rinnovamento dell’Industria e della manifattura più in generale”.

Sviluppare Building 4.0 e Casa 4.0

Considerando la diffusa esigenza di un rinnovo e ammodernamento degli impianti elettrici degli edifici e delle case, “i benefici fiscali già applicati in caso di riqualificazione per l’efficienza energetica andrebbero estesi all’interno di un piano d’intervento più strutturato, che comprenda anche l’innovazione e la sicurezza degli impianti, degli elettrodomestici e dei sistemi di illuminazione”, è la proposta della Federazione Anie. “Da un lato, tutto il comparto offre nuove tecnologie ancora tutte da valorizzare e, dall’altro, moltissimi impianti negli edifici e nelle case meno recenti sono ormai obsoleti e poco efficienti”.

La ricetta, dunque, è sviluppare edifici intelligenti, digitalizzati, connessi: i cosiddetti Building 4.0

L’associazione delle aziende elettroniche ed elettrotecniche italiane ogni semestre fa il punto della situazione e del mercato. E a questo giro di boa di fine 2019 il bilancio per il settore non è confortante.

“La situazione del mercato, per l’industria tecnologica italiana, in questo ultimo anno è diventata grave, drammatica. Il fatturato complessivo è in frenata rispetto all’ultimo biennio, mancano gli investimenti per l’incertezza dello scenario generale, e la politica deve sostenere in modo efficace l’attività delle nostre imprese”, rimarca Busetto.

Manca una visione di ampio respiro

La principale critica che gli imprenditori e i manager Hi-tech rivolgono alla politica nazionale riguarda la mancanza di progettualità, il fatto che le varie misure a sostegno delle imprese – come il Piano Industria 4.0, iper-ammortamento, e via dicendo – abbiano sempre il fiato corto di una annualità, al massimo una e mezza. E poi chissà, si naviga sempre a vista. Del resto, un anno o poco più è anche spesso la durata di un governo, dei vari ministri in carica, e dei loro progetti.

In queste settimane di fine anno l’attenzione degli imprenditori è tutta rivolta alla prossima Legge di Bilancio 2020, la cui ultima bozza contiene delle misure a sostegno delle aziende, come quella per il credito d’imposta, che da chi guida le imprese vengono giudicate parziali e non sufficienti.

“Chiediamo che la durata dei benefici del credito d’imposta, previsti nella bozza della Manovra 2020, non solo abbiano una durata non annuale ma almeno triennale”, rimarca il presidente di Federazione Anie, “ma che vengano mantenute le misure, comprese negli allegati A e B della Finanziaria, quelli dedicati al rinnovamento di hardware e software nelle aziende, per sostenere nuovi investimenti in tecnologie, svincolando le nuove spese in sistemi software da quelle per l’hardware”.

E i benefici fiscali “dovrebbero comprendere anche i servizi e le soluzioni di Cloud computing, che ormai fanno parte di un sistema tecnologico evoluto e integrato, ma che ancora molte aziende, innanzitutto piccole e medie, non hanno ancora sviluppato”.

Mercato dell’elettronica in frenata

Federazione Anie rappresenta le aziende di 4 mercati strategici per l’Italia (industria, building, energia, infrastrutture-trasporti), con 1.400 realtà associate, per un fatturato aggregato di 80 miliardi di euro, e le sue rimostranze vengono fatte con i dati alla mano: il rallentamento del mercato registrato dai settori Anie nella seconda metà del 2018 si conferma anche nel primo semestre del 2019, dove si registra un calo del fatturato totale pari al -0,6%. Con prospettive piuttosto cupe anche per la chiusura d’anno, per cui si stima un calo complessivo nel 2019 vicino all’1,0%.

“Una flessione dell’uno per cento può sembrare contenuta”, spiega Busetto, “ma non si riferisce a un settore di nicchia e verticale, bensì è il risultato, in frenata, dell’intera industria tecnologica italiana. In più, segue due anni molto positivi, come il 2017, quando l’aumento del nostro fatturato complessivo era stato del 3,8%, e il 2018, con una crescita del 4,7%. Per cui, l’inversione di rotta è netta e molto preoccupante. Per questo, parliamo di una situazione grave e drammatica. Per questo serve una linea chiara, precisa, e duratura, anche per quanto riguarda le misure d’intervento e sostegno della politica all’economia e alle aziende. Occorre potenziare le misure a sostegno dell’innovazione tecnologica”.

Ordini in calo, investimenti fermi

A ottobre 2019, nel confronto con lo stesso mese del 2018, l’industria Elettrotecnica ed Elettronica italiana ha registrato un calo della produzione industriale pari allo 0,5% (-2,7% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale). Nella media del periodo gennaio-ottobre 2019, e nel confronto su base annua, l’industria Elettrotecnica ed Elettronica italiana ha segnato un calo cumulato della produzione industriale dello 0,7% (-1,6% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale).

Ecco altri tra i principali dati emersi dall’Osservatorio Anie 2019: il calo del portafoglio ordini delle imprese – che, dopo una fase di crescita, evidenzia una flessione (-0,9%) nella seconda metà del 2018 e conferma anche nel primo semestre del 2019 una dinamica di segno negativo (-1,9%) – lascia presagire un andamento più debole anche nel 2020.

“Le imprese continuano a confrontarsi con le incognite imposte da uno scenario in rallentamento”, sottolinea Busetto: “non va dimenticato che nei settori Anie l’Italia è il secondo Hub industriale in Europa, dopo la Germania. Occorre accelerare le misure anticicliche partendo dai fattori competitivi che creano più alto valore aggiunto”.

Comfort per spazi commerciali con l’unità colonna

Ideale per riscaldare e rinfrescare gli spazi commerciali, la nuova Unità Colonna per i sistemi Digital e Super Digital inverter di Toshiba Italia Multiclima si caratterizza per la compattezza (altezza cm. 175 larghezza cm. 60) che ne consente l’installazione in negozi, ristoranti, studi professionali.

Colonna Toshiba rappresenta una valida alternativa alle più note cassette, split a parate, unità a cassetta e a soffitto, favorendo così l’installazione anche in semplici progetti di ammodernamento di spazi commerciali.

L’unità compatibile con i sistemi Digital e Super Digital Inverter con gas R32 e R410 è disponibile in 5 taglie da 2, 3, 4, 5, 6HP.

Unità Colonna, moderna e versatile

La nuova unità Colonna per il settore Light Commercial è un prodotto esteticamente moderno con un’ampia capacità di distribuzione dell’aria: i deflettori posizionati nella parte alta del prodotto  assicurano un ampio flusso d’aria verso l’alto, il basso e da sinistra verso destra.

L’ampia mandata d’aria (150° in verticale e 45° in orizzontale) e il comando auto – swing fanno di questo prodotto un vero alleato del benessere.

Programmazione intuitiva

Il comando a filo è già integrato e preinstallato ed è collocato nell’apposito alloggio sul fronte nell’unita.

E’ possibile programmare in modo facile e intuitivo le impostazioni di funzionamento e le temperature, oltre al monitoraggio energetico, per tenere sotto controllo il consumo energetico dell’unita durante la settimana.

La programmazione settimanale fino a 8 programmi giornalieri risponde a tutte le esigenze e consente di ottenere un risparmio in bolletta.

A bordo macchina – all’interno del quadro elettrico – si trova anche il rilevatore di perdite di gas, attivo solo in combinazioni con le unità esterne Super Digital Inverter e Digital Inverter dotate di gas R32.

Il funzionamento di questo sensore è garantito da Toshiba per 7 anni, di funzionamento continuo della macchina, trascorsi i quali sul comando comparirà un avviso di sostituzione.

Sempre sul comando sono visualizzabili i messaggi in caso di anomalie.

Nella base dell’unità a Colonna si trova il pannello di aspirazione contenente il filtro d’aria che blocca le particelle di polvere presenti nell’aria e la bacinella per la raccolta dello scarico di condensa.

Per installazioni mono e trifase

Le prestazioni migliori si ottengono nelle installazioni con sistemi Super Digital inverter R32:

Buone le prestazioni anche nelle installazioni con Digital inverter R32:

Mobotix 7 espande il concetto di videosorveglianza

Mobotix 7 è la nuova idea per la videosorveglianza – ma non solo – progettata da Mobotix. Chiamarla videocamera è riduttivo, ci spiega Alberto Vasta, regional sales manager Italia della multinazionale tedesca, perché è molto di più.

“È un nuovo concetto di videocamera ovvero una piattaforma di sistema video IoT basato su modelli di IA – intelligenza artificiale – e deep learning in cui recuperiamo la filosofia di Mobotix di una videocamera con software a bordo. Non abbiamo quindi il classico server o pc con il software di gestione delle videocamere installate, ma è tutto direttamente a bordo delle stesse”.

A starle stretto pare essere non solo il nome, perché anche le sue possibili applicazioni sono illimitate, tutto sta, per usare le parole di Vasta, alla “fantasia dell’integratore”.

Una piattaforma di sistema con 19 nuove app

alberto vasta MobotixMobotix 7 offre la possibilità di avere un’analisi video che, prendendo le mosse dalla tecnologia di casa Mobotix, è stata ulteriormente migliorata e resa ancora più accurata e studiata sui singoli casi.

Grazie all’architettura decentralizzata e modulabile “abbiamo la possibilità di inserire fino al 19 licenze esterne alla nuova videocamera IoT Mobotix M73 per definire determinate tipologie di installazione” continua Vasta; dal rilevamento facciale a quello di genere, dall’età delle persone riprese alla loro espressione, la nuova telecamera/piattaforma, grazie alle 19 applicazioni, può focalizzarsi sulla ricerca del dato di interesse per l’utilizzatore ed essere così dedicata non solo alla videosorveglianza, ma anche a necessità di marketing o gestionali.

“Per esempio può essere utilizzata per capire in un negozio della grande distribuzione o nel mondo del retail quante persone abbiano ricercato un determinato prodotto o visitato una specifica corsia, capire la fascia d’età, il genere ecc., generando così dai dati raccolti dalla videocamera eventuali campagne di marketing focalizzate ad aumentare le vendite. O ancora, essere impiegata per la gestione delle code alle casse al supermercato e così via”.

La combinazioni possibili delle 19 soluzioni app “sono talmente numerose” sottolinea il manager “da rendere le installazioni tutte diverse tra loro”. Ogni singola videocamera costituisce, in pratica, un sistema video completo e già pronto all’uso.

La nuova Mobotix M73, inoltre, è dotata di una tecnologia con processore ad alte prestazioni, che garantisce una risoluzione anche a 4K con un frame rate di 30 fps oppure un WDR (wide dynamic range) da 120 dB.

Videosorveglianza e oltre con Mobotix 7, la nuova piattaforma di sistema IoT con 19 soluzioni app

Smart, integrabile e modulare

Se già la piattaforma di sistema IoT della casa tedesca si differenzia dalla mera videosorveglianza perché diventa parte integrante di un sistema più complesso, con Mobotix 7 si filtrano ulteriormente gli applicativi che è possibile implementare.

“Le applicazioni di Mobotix non sono quelle classiche” aggiunge Vasta “tanto è vero che alcuni clienti hanno confermato di riuscire a utilizzarle per installazioni inaspettate. In sostanza con questa soluzione si aprono diversi mondi applicativi”.

La nuova piattaforma, infatti, oltre a essere intelligente, è integrabile e modulare, caratteristiche della nuova generazione di videocamere M73 il cui design presenta fino a tre singoli moduli sensore o funzionali in un unico prodotto.

L’installatore potrà scegliere quindi il numero e il tipo di sensori ottici e di moduli aggiuntivi, mentre le operazioni di installazione saranno agevolate dalla semplicità del sistema di montaggio.

Accanto a installatori e integratori

Per supportate installatori e integratori nella gestione tecnica e commerciale delle diversificate possibilità applicative di Mobotix 7, l’azienda organizza specifici corsi tecnici presso i propri distributori.

“La formazione tecnica è fondamentale per Mobotix” continua Vasta “durante i nostri training tecnici spiegheremo e studieremo insieme a installatori e integratori come si possono utilizzare le varie applicazioni e quale rosa di scelta, a livello di settore verticale, la nostra nuova soluzione può coprire.

Forniremo quindi sia un aggiornamento dal punto di vista software sia una formazione dedicata alla parte hardware”. Il supporto dato ai partner, spiega il manager, si esplica sia sul piano tecnico sia su quello commerciale, anche grazie alle giornate di seminario di informazione commerciale – seles seminar – organizzate dall’azienda.

Occasioni di incontro importanti, grazie ai quali si è venuta a creare una rete di integratori Mobotix, una sorta di team building da cui si generano idee e nascono spesso anche spunti applicativi.

Smart Security, quando la tecnologia aiuta a migliorare la sicurezza dei cittadini

Cresce l’intelligenza delle città e di conseguenza aumentano gli strumenti per aumentare la sicurezza dei cittadini che le vivono. Il tema della sicurezza è particolarmente importante quando si parla di Smart City, inteso sia come sicurezza delle persone, che sicurezza dei sistemi informatici.

È proprio l’iper-connessione che caratterizza le città di oggi e del futuro, a fare della sicurezza una priorità. Da un lato, come detto, è necessario garantire che tutti i sistemi digitali e informatici siano sicuri e a prova di “cyber attacchi”, dall’altro è questo stesso utilizzo delle nuove tecnologie che garantisce ai cittadini dei livelli di sicurezza personale sempre maggiore.

Smart Security: la tecnologia a servizio dei cittadini

videosorveglianza per la sicurezza dei cittadiniProprio come in tutti gli altri ambiti in cui si sviluppa la Smart City, anche nel caso della sicurezza sono le nuove tecnologie e l’IoT a permettere innovazioni e sviluppi nel campo, puntando sull’integrazione di diversi servizi. Grazie alla condivisione continua di dati e informazioni, le nuove tecnologie permettono un monitoraggio costante e in tempo reale, fondamentali per i sistemi di sicurezza avanzati.

A servizi come videosorveglianza e sistemi antintrusione, si aggiungono applicazioni come i sistemi di riconoscimento facciale, piuttosto che il rilievo di eventuali situazioni pericolose, come perdite di acqua che causano allagamenti, presenza di fumo, gas o di altre sostanze pericolose. Tutti questi compongono un sistema integrato e centralizzato, a cui accedere anche da remoto tramite smartphone, che garantisce un servizio di pronto intervento veloce ed efficace.

Soluzioni per la sicurezza del territorio e delle città

Le innovazioni nel mondo della Smart Security hanno introdotto nuovi sistemi di sicurezza anche a livello urbano e territoriale.

Non solo sicurezza degli edifici, ma sicurezza dei cittadini anche fuori casa.

Anche all’esterno, la videosorveglianza è sempre più diffusa e grazie alla connessione delle telecamere e alla raccolta costante di dati, si rende l’intervento in caso di pericolo è più veloce e semplice. Esistono, ad esempio, anche sistemi di richiesta di aiuto da collocare nei luoghi pubblici, per agevolare l’intervento delle forze dell’ordine.

Ma oltre al pronto intervento, la raccolta di dati e l’uso di determinati strumenti, aiuta ad analizzare e gestire i rischi in modo più efficace, offrendo anche indirizzi per la realizzazione di progetti e politiche urbane specifiche. Inoltre, anche se non è una pratica ancora diffusa, la condivisione di una quantità sempre maggiore di informazioni anche tra differenti municipalità, agevola un intervento integrato delle Forze dell’Ordine o dei soggetti competenti, oltre a favorire lo sviluppo di politiche territoriali per la sicurezza. Infatti, tutti i sensori, le telecamere e i dispositivi sparsi per la città, fanno capo ad un punto di controllo centrale per un monitoraggio completo e real time.

Come si gestiscono le emergenze in una Smart City

Partendo dalle considerazioni fatte rispetto alla raccolta dei dati, alla loro condivisione e al monitoraggio del territorio, è chiaro che la tecnologia è di aiuto anche nell’ambito della gestione delle emergenze.

Nella predisposizione dei piani di emergenza per il territorio, da attuare in caso di eventi catastrofici come incendi, alluvioni o terremoti, queste nuove tecnologie di smart security permettono di avere a disposizioni dati, studi e analisi del territorio.

La gestione di queste emergenze, inoltre, è indubbiamente facilitata dall’uso di dispositivi come droni e sensori distribuiti sul territorio. I dati raccolti permettono di coordinare meglio le operazioni, favorendo la comunicazione l’analisi in tempo reale della situazione.

Proteggere le città dagli attacchi informatici

La diffusione dell’IoT e la condivisione di sempre più dati, anche sensibili, apre la discussione in merito alla sicurezza di tutti questi dispositivi, esposti ad eventuali attacchi informatici. Paradossalmente, proprio quei sistemi che dovrebbero garantire maggior sicurezza, diventano fonte di pericolo per i cittadini.

Per questo è fondamentale l’impegno delle case produttrici per lo sviluppo di standard di sicurezza elevati, in quanto eventuali attacchi informatici possono interferire con la gestione del traffico, della distribuzione energetica, di ospedali e molti altri servizi pubblici.

In prima linea nella trasformazione digitale

Da diverso tempo si parla digitalizzazione del settore industriale e manifatturiero: il Piano Industria 4.0 consente a grandi e piccole aziende di sfruttare i benefici di un’azienda “intelligente”.

A Stezzano (BG), Schneider Electric ha intrapreso una profonda trasformazione digitale del proprio stabilimento di stampaggio e assemblaggio di materiale di installazione.

L’obiettivo è quello di migliorare la sicurezza dell’impianto, aumentare il comfort dei lavoratori, migliorare la qualità dei prodotti per esser sempre più competitivi sul mercato.

La fabbrica intelligente consente di offrire un servizio rapido, preciso e con ridotti margini di errore rispondendo alle esigenze del mercato e dei clienti.

La trasformazione digitale

L’energia è una parte sempre più importante dei costi totali per il funzionamento di una fabbrica e allo stesso tempo è sempre più importante ridurre l’impatto ambientale della produzione.

La digitalizzazione consente di rispondere a entrambe queste sfide.

L’80% dei guasti avvengono per motivi casuali e bloccano la produzione in modo non pianificato. Le fabbriche tradizionali hanno bisogno di soluzioni e strumenti digitali per realizzare una manutenzione predittiva al fine di identificare i malfunzionamenti e anticipare i guasti.

EcoStruxure: incrementare la produttività migliorando l’operatività in campo

La piattaforma EcoStruxure consente di identificare con precisione consumi energetici anomali, facilitando la manutenzione predittiva al fine di ridurre scarti ed errori produttivi.

È stato implementato il sistema di gestione dell’energia EcoStruxure Power per la distribuzione elettrica e il metering energetico, con quadri elettrici intelligenti MT-BT e BT.

La distribuzione elettrica intelligente è strettamente interconnessa all’efficienza complessiva dei processi industriali.

realtà aumentata Schneider ElectricAll’interno dello stabilimento viene utilizzata la realtà aumentata attraverso l’applicazione EcoStruxure Augmented Operator Advisor, come supporto agli operatori in processi di controllo o manutenzione delle presse. Questo consente a Schneider Electric di ridurre i fermi macchina che risulterebbero costosi in termini di tempo e denaro. Soluzione utilizzata anche per la cabina di Media tensione.

L’utilizzo della realtà aumentata ha tantissimi vantaggi: riduzione dei tempi di inattività, virtualizzazione della manutenzione aumentando la sicurezza degli operatori, trovare le informazioni più velocemente con accesso immediato nel campo di dati in tempo reale, manuali d’uso, istruzioni, diagrammi, riduzione degli errori umani guidando gli operatori passo-passo per completare le procedure di manutenzione.

Cambiamento culturale degli operatori

Il ruolo dell’operatore è essenziale per una trasformazione digitale di successo. L’operatore ha il potere di agire, analizzare, comandare le macchine ed interi processi.

Il cambiamento culturale è fondamentale e Schneider Electric supporta i propri dipendenti corsi di formazione atti a trasformare le competenze per sfruttare al meglio Industria 4.0.

Giorni contati per sconto in fattura: abolito con la Legge di Bilancio

Di solito la cancellazione di un’agevolazione fiscale che va a beneficio del cittadino non è mai una bella notizia. Ma questa rappresenta la classica eccezione che conferma la regola… Infatti a finire sotto la scure del Parlamento, sotto forma di un emendamento abrogativo presentato e approvato in Commissione Bilancio del Senato, è l’articolo 10 del Decreto Crescita, quello che ha introdotto l’ormai famigerato sconto in fattura, ovvero l’agevolazione per chi effettua lavori che danno diritto all’Ecobonus e al Sismabonus.

Famigerato agli occhi di tante imprese della green economy che in poco tempo hanno dovuto prendere atto dei suoi effetti dirompenti sui conti aziendali.

Effetti deleteri sulle imprese della green economy

In particolare l’articolo 10 prevede – il presente è d’obbligo fino a che la sua abrogazione non diverrà effettiva con l’approvazione della Legge di Bilancio 2020 – che per gli interventi di efficienza energetica, ad esempio sulle abitazioni, il cliente finale possa trasformare la detrazione di legge in uno sconto sul corrispettivo dovuto.

Un’agevolazione, lo sconto in fattura, che però va di fatto a scaricarsi sul fornitore che ha effettuato gli interventi, rimborsato sotto forma di un credito d’imposta spalmato su annualità plurime. Una dilazione d’incasso che può essere sopportata, specie nel caso di importi non elevati, da aziende di grandi dimensioni, ma che sta mettendo in difficoltà tante piccole e medie imprese green, che poi in Italia sono l’assoluta maggioranza.

Abolizione sconto in fattura: la soddisfazione delle Associazioni

L’abolizione dello sconto fattura era stata richiesta a gran voce, nelle settimane passate, da molte associazioni di categoria.

Le stesse che non hanno tardato a manifestare la loro soddisfazione per quanto accaduto in Commissione Bilancio del Senato.

“Come associazione – ha dichiarato Paolo Rocco Viscontini, Presidente di Italia Solare – abbiamo individuato una soluzione volta a mantenere la possibilità per i clienti finali di beneficiare della riduzione dell’esborso finanziario nel rispetto della libera concorrenza nel mercato. Ma abbiamo sempre detto che in caso non fosse stato possibile modificare l’articolo sarebbe stato comunque meglio abrogarlo. Così è avvenuto in Senato e se anche la Camera approverà l’abrogazione, come ci attendiamo, i tanti installatori di impianti fotovoltaici che erano penalizzati da questo provvedimento potranno ricominciare a lavorare evitando aumenti di prezzo ai clienti e subappalti praticamente sottocosto”.

Il comunicato diramato dalla CNA sottolinea come “il Senato ha abrogato lo sconto in fattura per chi effettua lavori che danno diritto a Ecobonus o a Sismabonus. Una decisione che rappresenta una grande vittoria per la CNA. La nostra Confederazione ha combattuto questa jattura per artigiani e piccole imprese fin dall’inizio e per lungo tempo da sola, non accettando nessuna ipotesi di compromesso. La fermezza e la chiarezza hanno prevalso”.

E il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, evidenzia a sua volta come “l’abrogazione dello sconto in fattura consentirà di restituire equilibrio ed efficacia ad un sistema di incentivi che rappresenta un valido strumento per la riqualificazione energetica e la sostenibilità del patrimonio immobiliare e per il rilancio del settore costruzioni”.

Scelta vincente per il green: Therma V Split R32

Le pompe di calore aria-acqua sono la scelta ecologica per il riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria. E’ necessario scegliere la soluzione più adatta al fine di garantire elevate prestazioni, facile utilizzo e soddisfare le più severe normative ambientali in termini di prestazioni ed efficienza energetica.

LG ha progettato una soluzione che risponde a tali requisiti, Therma V Split R32 garantisce prestazioni elevate e vantaggi ad installatori e utenti finali, salvaguardando l’ambiente attraverso l’uso di tecnologie sostenibili ed un consumo energetico ridotto.

Le normative a tutela dell’ambiente

I Regolamenti sui gas fluorurati introdotti nel 2015 hanno lo scopo di indirizzare produttori e consumatori verso comportamenti e scelte per la salvaguardia dell’ambiente.

L’uso di un refrigerante più sostenibile – come l’R32 – non sarà più opzionale per i prodotti di climatizzazione e riscaldamento.

L’R32 ha un potenziale di riscaldamento globale (GWP) molto più basso rispetto all’R410A, il cui utilizzo si sta riducendo in Europa.

Come scegliere una pompa di calore aria-acqua

Quando si sceglie una pompa di calore aria-acqua è importante scegliere un prodotto affidabile, dotato di un compressore che garantisca stabilità ed al tempo stesso un basso consumo energetico.

Il compressore rappresenta circa il 90% del consumo di energia di un sistema: è fondamentale che sia efficiente affinché le prestazioni siano conformi agli standard attuali.

Le due caratteristiche da considerare nella scelta della pompa di calore:

  1. utilizzo del gas refrigerante R32
  2. utilizzo di un compressore ad alta efficienza in grado di soddisfare le esigenze degli utenti e gli standard energetici eco-consapevoli dell’UE.

La pompa di calore aria-acqua Therma V Split R32

Therma V Split con gas refrigerante R32 di LGProgettata per i mercati delle nuove costruzioni e delle ristrutturazioni, è una soluzione versatile e ad alta efficienza, in grado di fornire riscaldamento e raffrescamento e di garantire la fornitura di acqua calda sanitaria.

Therma V Split R32 può sostituire il tradizionale impianto a caldaia a gas o gasolio e può ridurre in modo significativo le emissioni di CO2.

Oltre ad essere facile da utilizzare offre anche un controllo intelligente per il monitoraggio e la gestione semplificata.

Il nuovo modello impiega il refrigerante R32 a basso GWP (Global Warming Potential) e il nuovo compressore R1, un compressore tecnologicamente molto avanzato, per raggiungere una capacità di riscaldamento estremamente elevata rispetto ai modelli precedenti.

Tecnologie avanzate per performance al top

Il compressore sviluppato da LG e le funzioni “smart” rendono Therma V Split R32 un prodotto ancora più performante.

Compressore R1

Utilizzare un compressore ad alta efficienza è fondamentale per ottenere efficienza energetica, risparmio e ovviamente comfort ottimale.

Il compressore R1 è un compressore ibrido con una struttura a compressione inferiore e ad albero passante che combina i migliori elementi del compressori scroll e rotativi.

R1 offre prestazioni ed efficienza elevate e assicura un miglioramento del range operativo (10-135 Hz) per ridurre al minimo le perdite di energia e la migliore efficienza a carico parziale.

R1, inoltre, aumenta la stabilità e l’affidabilità riducendo i consumi energetici ed eliminando le problematiche di flessione a basso carico tipiche dei compressori convenzionali. Grazie a questa soluzione tecnologica, è possibile raggiungere in maniera più veloce la temperatura interna desiderata.

Controllo da remoto tramite Wi-Fi

Per garantire una semplice gestione della pompa di calore è in dotazione il telecomando RS3 per controllare lo stato operativo, la programmazione, il consumo energetico.

Inoltre, con il modulo Wi-Fi e l’app per smartphone LG SmartThinQ è possibile monitorare e controllare a distanza le soluzioni LG compatibili e accedere alla maggior parte delle funzioni disponibili sul pannello di controllo dell’unità.

Tramite l’app è possibile impostare la temperatura desiderata, monitorare i consumi energetici, selezionare o modificare la modalità operativa.

Therma V Split R32 è una soluzione di riscaldamento ecologica ed efficiente dal punto di vista energetico

Le caratteristiche principali Therma V Split R32

ICity Rank 2019: Milano resta al top, ma piccole smart city crescono

Milano non conosce crisi, anche nel ruolo di migliore smart city d’Italia confermato per il sesto anno consecutivo dal rapporto ICity Rank 2019. Fortunatamente, il primato è un po’ meno “solitario” rispetto alle precedenti edizioni: Firenze, seconda in classifica, cresce soprattutto in qualità sociale e trasformazione digitale, mentre Bologna accorcia le distanze grazie all’ottimo ranking nella capacità di governo. Sotto il podio, si fanno notare alcune città medie come Bergamo, Trento, Modena e Reggio Emilia; Roma resta quindicesima e il Sud arranca nelle ultime venti posizioni, a testimonianza di un divario ancora troppo difficile da colmare.

Questi principali movimenti dell’ultimo ICity Rank (ICR 2019), la classifica annuale elaborata da FPA tra i 107 comuni capoluogo italiani sulla base di sei indicatori smart. Al centro dell’indagine, le capacità di adattamento (intelligenza) dei centri urbani verso città più dinamiche, funzionali, sostenibili, innovative e pronte ad accogliere le tecnologie digitali.

ICity Rank 2019: cosa dice la top 10 italiana delle città intelligenti

Per completare la riflessione sui risultati del report ICR 2019, partiamo dalla top 10 delle smart city italiane.
Ecco le 10 “vere” città intelligenti:

  1. Milano
  2. Firenze
  3. Bologna
  4. Bergamo
  5. Torino
  6. Trento
  7. Venezia
  8. Parma
  9. Modena
  10. Reggio Emilia

La graduatoria annuncia una vivace evoluzione green: Trento per esempio è prima in tutela ambientale e terza per solidità economica, Venezia seconda per mobilità sostenibile, Modena quarta per trasformazione digitale.

Milano vince per imprenditorialità e innovazione

Tornando al primato di Milano, il capoluogo lombardo conferma le migliori performance in solidità economica e mobilità sostenibile, con ottimi risultati anche nella qualità sociale e nella trasformazione digitale. Resta invece fuori dalla top 10 per capacità di governo e appare molto in ritardo nella tutela ambientale (addirittura al 54° posto).

Ciò non toglie il successo netto, ottenuto anche grazie alle componenti più innovative del panorama imprenditoriale. Quasi un quinto (1.816 su 10.320) delle start-up fotografate a maggio 2019 aveva sede nel territorio della città metropolitana di Milano, con una incidenza tripla rispetto alla media nazionale. Idem per gli spazi di coworking – 169 contro i 97 del 2018 -, che registrano una media pari a 44,2 ogni 100.000 imprese. Infine, sempre secondo i dati Unioncamere-Ist.Tagliacarne riportati da FPA, le imprese ad alta conoscenza in città sono 40.599: un’incidenza del 22,7% sul totale, rispetto al complessivo 14,3% di media.

Milano, Firenze e Bologna vanno a gonfie vele, ma il Sud fatica a trovare un percorso per città più intelligenti e sostenibili

Roma si ferma e continua il divario Nord-Sud

Discorso a parte merita Roma che, nonostante le buone performance in qualità sociale (7° posto), rimane stabile in 15° posizione. La capitale italiana esprime risultati decisamente migliorabili soprattutto nella capacità di governo e nella solidità economica.

Altro aspetto poco confortante di ICR 2019 riguarda i centri urbani del Sud-Italia. Le prime venti smart city in classifica appartengono alle aree centro-settentrionali, mentre al Nord troviamo i capoluoghi più performanti rispetto al 2018 (Cuneo 23, Brescia e Rovigo 20, e Piacenza, 18). Bisogna scendere fino alla 37esima riga per leggere la prima città del Meridione e Isole, Cagliari, salita di sei posizioni. Poi, solo Pescara, Bari e Lecce riescono ad allontanarsi dalla parte bassa dell’ICity Rank 2019. Tutti gli altri 34 capoluoghi del Mezzogiorno sono fermi nelle ultime 38 posizioni in classifica: Crotone fanalino di coda, preceduta da Vibo Valentia, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Trapani, Foggia, Catanzaro, Reggio Calabria, Isernia e Brindisi.

Come si vota una smart city? I 6 indici di ICity Rank 2019

Il rapporto ICity Rank 2019 si basa su 6 indiciLa graduatoria ICity Rank 2019 è costruita a partire da 6 indici, con relative classifiche, associati ad altrettante dimensioni della qualità urbana.

I 6 pilastri che permettono a FPA di giudicare le smart city italiane sono:

Gli indici sono a loro volta frutto di oltre 100 indicatori tratti da fonti qualificate o da altre indagini dell’azienda. Vediamoli più da vicino, in base ai risultati evidenziati dalla classifica 2019.

Il rapporto ICity Rank 2019 giudica e classifica le smart city italiane tra 107 comuni capoluogo

Solidità economica: il nuovo triangolo produttivo

Il parametro si basa su 21 indicatori di consistenza economica, opportunità di lavoro e innovazione del sistema imprenditoriale e produttivo. Milano è la realtà italiana più solida, seguita da Bologna e dalle realtà geograficamente più vicine ai due centri (Monza, Lecco, Bergamo, Modena, Parma, Reggio Emilia). Dal report emerge un nuovo triangolo produttivo composto da Lombardia, Triveneto ed Emilia-Romagna che allunga le distanze non solo dal Sud, ma anche dal resto del Centro-Nord.

Mobilità sostenibile per spostarsi meglio

L’indagine si sofferma su 16 indicatori legati a trasporto pubblico, riduzione degli impatti del traffico veicolare, gestione della mobilità e diffusione di modalità innovative. Milano guida anche questa graduatoria, grazie alla vasta rete di mezzi pubblici e al car-sharing (prima con 24,3 vetture ogni 10.000 abitanti). Nelle prime dieci posizioni si trovano altre quattro città metropolitane – Venezia, Firenze, Torino e Bologna – e cinque città intermedie: Bergamo, Padova, Mantova, Brescia e Modena. I centri più piccoli, dal canto loro, hanno promosso più percorsi socialmente coraggiosi di governo della mobilità, con ZTL e piste ciclabili, o tecnologicamente innovativi.

Tutela ambientale, Trento sempre al top

Il capoluogo trentino è la prima città sostenibile, soprattutto per quanto riguarda depurazione dei reflui e qualità del servizio idrico. Seguono Prato, Bologna, Pisa, Firenze, Verbania, Rimini, Biella, Macerata e Perugia. A differenza di altre dimensioni, la tutela ambientale risulta meno condizionata dalla dimensione demografica e dalla collocazione geografica delle città. Questo testimonia come l’eccellenza in un singolo aspetto non accompagni necessariamente buone performance complessive.

Cosa significa qualità sociale

Firenze, Milano e Bologna occupano il podio di questa dimensione che comprende povertà ed esclusione sociale, istruzione e capitale umano e attrattività artistico-culturale. Al Sud, purtroppo, emergono solo Cagliari e Bari, virtuose nell’istruzione e nella produzione/offerta culturale, associate a valori contenuti delle criticità sociali. Emergono anche città medie come Pisa, Trento, Parma, Udine, Siena e Verona per la maggiore integrazione tra attori istituzionali e sociali e per la volontà di adottare nuove tecnologie.

Capacità di governo, Emilia-Romagna docet

I capoluoghi di questa regione occupano sei delle prime dieci posizioni della graduatoria, composta da governance, partecipazione, legalità e sicurezza. La vetta spetta a Bologna, che si distingue per partecipazione civile/coesione sociale, legalità, sicurezza e strumenti di innovazione amministrativa. Più difficili da governare sono le città metropolitane: salvo Torino, in quarta posizione, Milano si ferma al 12° posto, Roma al 29° e Napoli all’87°.

Trasformazione digitale: il futuro della smart city

Firenze precede Bologna e Milano per quattro indicatori: app municipali, digital openess, wi-fi pubblico e trasparenza digitale. Oltre alle buone performance in banda-larga, IoT, disponibilità di servizi online e social PA, secondo un approccio olistico che coinvolge tutti i soggetti operanti nel contesto urbano. La prima città del mezzogiorno è la tredicesima Cagliari, anche se Lecce, Palermo e Bari restano fuori della top 20 per pochi punti. Gli ottimi punteggi di realtà non metropolitane come Modena, Bergamo, Brescia, Parma e Trento, indicano come l’eccellenza possa trovare spazio anche ai centri intermedi.

Per fare città intelligenti bisogna dare valore al dato

“Se volessimo individuare una chiave di volta nel passaggio alla smart city – commenta Gianni Dominici, direttore generale di FPA -, questa sarebbe certamente la capacità di conoscere e analizzare cosa avviene sui territori, incrociando i dati e le informazioni che arrivano da fonti diverse, utilizzandoli per rispondere in maniera tempestiva e prendere decisioni mirate”.

Dalla marea di statistiche restituite dal rapporto ICity Rank 2019 emerge un segnale chiaro: non possiamo pensare di realizzare una smart city se sappiamo come governare i dati, attraverso processi che integrano operatori pubblici e privati in virtuosi percorsi di trasformazione digitale.

La trasformazione digitale sta investendo in modo diretto i centri urbani, influenzando la produzione di beni e servizi e le relazioni sociali

Regolamenti europei illuminazione: cambiano Ecodesign ed etichetta energetica

Quale futuro per il mondo del lighting? Al centro dei due regolamenti europei pubblicati in Gazzetta ufficiale lo scorso 5 dicembre, la volontà di valorizzare efficienza energetica, tutela ambientale e innovazione tecnologica dei prodotti di illuminazione.

“Apprezzabile lo sforzo del legislatore europeo per semplificare i termini e rendere la legislazione meglio applicabile dalle autorità nazionali – spiega Andrea Solzi, direttore di ASSIL (Assocazione Nazionale Produttori Illuminazione), nel commentare le iniziative dedicate a design ecocompatibile ed etichettatura energetica -. Ed è altrettanto importante disporre di soluzioni legislative che garantiscano al mercato comunitario prodotti durevoli e innovativi”.

Dal 2021, sorgenti luminose e alimentatori dovranno soddisfare i nuovi regolamenti europei su Ecodesign ed etichetta energetica dei prodotti di illuminazione

Se le novità non “incombono” dal punto di vista pratico – i regolamenti UE 2019/2020 e 2019/2015 saranno applicati dal 1 settembre 2021 – è comunque importante sfruttare il tempo a disposizione per approfondire i cambiamenti e le opportunità che coinvolgeranno anche i professionisti italiani del settore.

Pacchetto Ecodesign, evoluzione dei regolamenti europei

La prima grande novità del pacchetto Ecodesign per il settore illuminazione riguarda l’integrazione in un unico testo di tutti gli elementi di progettazione ecocompatibile finora oggetto di regolamenti europei. La Single Lighting Regulation rappresenta infatti l’evoluzione dei documenti (CE) 244/2009, (CE) 245/2009 e (UE) 1194/2012 e dei successivi emendamenti.
L’unica eccezione all’operatività dei criteri Ecodesign, prevista sempre il 1 settembre 2021, riguarda l’art. 7 in materia di “circonvenzione”, che entrerà in vigore il 25 dicembre 2019, termine dell’iter legislativo di entrambi i regolamenti.

Cosa si intende per “circonvenzione”? Nessun dispositivo e/o software delle sorgenti luminose e degli alimentatori deve consentire di rilevare se il prodotto sia stato sottoposto a verifiche di controllo. Così come non può farlo funzionare in modo diverso e migliorativo durante la fase di verifica (testing) rispetto alla normale fase funzionale. Questo al fine di impedire alle aziende di aggirare i limiti prestazionali imposti dal regolamento.

Luci e ombre dei nuovi criteri Ecodesign

Nonostante l’impegno e i confronti vissuti negli ultimi anni con le parti interessate, il nuovo regolamento sembra non raggiungere completamente gli obiettivi iniziali del legislatore. Secondo ASSIL, infatti, la semplificazione si traduce in una eccessiva approssimazione delle definizioni di “light source” e di “containing products”, determinando possibili elementi di incertezza interpretativa e di corretta esecuzione delle prove.

Altro dubbio riguarda l’art. 4, che concentra in un unico requisito di “rimovibilità” le necessità derivanti da tre obiettivi. Le sorgenti luminose e le unità di alimentazione devono essere:

Riflessione positiva meritano i LED, oggi utilizzati anche in mobili ed elettrodomestici. Le novità del regolamento Ecodesign puntano a disciplinare anche questa categoria di sorgenti, affinché si raggiungano elevati livelli prestazionali dei LED presenti sul mercato europeo.

Etichetta energetica: restyling di classificazione e imballaggi

Il nuovo regolamento UE 2019/2015 sull’etichettatura energetica delle sorgenti luminose integra le disposizioni del 2017/1369 per sostituire il regolamento UE 874/2012, sempre dal 1 settembre 2021. Qui, ASSIL segnala il ritorno a una classificazione compresa fra le lettere “G” ed “A”, dalla meno alla più efficiente. Inoltre, cambiano le disposizioni legate a grafica e dimensioni delle due tipologie prescritte, una per imballi normali (min. 36×72 mm) e una per imballi di piccole dimensioni (min. 20×54 mm).

Ritorno alle origini per la classificazione delle sorgenti, mentre aumentano i requisiti grafici del packaging

Questo significa che l’aggiornamento normativo europeo avrà delle ricadute anche su dimensione degli imballaggi ed efficienza dei materiali. A tal proposito, balza all’occhio l’obbligo di presentare sul packaging un QR Code per accedere alle informazioni della sorgente luminosa registrate dal “fornitore” – produttore o importatore – sul database EPREL (European Product Registry for Energy Labelling).

Ben vengano i regolamenti europei, ma servono linee guida

I buoni propositi di entrambe le iniziative in tema di illuminazione dovranno tenere conto di molte variabili: tante tipologie di apparecchi di illuminazione, installati in altrettanto diversificati ambiti impiantistici e illuminotecnici. Ecco perché ASSIL si sta già attivando per chiedere alla Commissione una serie di linee guida utili a offrire agli operatori del settore una chiave d’interpretazione il più possibile univoca, coerentemente con gli obiettivi della legislazione europea.