La smart mobility secondo JOINON

Realizzare punti di ricarica intelligenti, integrati e facilmente accessibili: ecco come JOINON di Gewiss interpreta le sfide della smart mobility per i provider tecnologici.

Se la mobilità elettrica è destinata a diventare parte integrante della nostra quotidianità, rivoluzionando spostamenti, viaggi e investimenti, l’ecosistema presentato a That’s Mobility 2019 racchiude un’idea concreta di infrastruttura di ricarica, pronta a rispondere in modo smart alle esigenze dei consumatori.

JOINON: tecnologia e servizi per la mobilità elettrica

JOINON, la colonnina di ricarica pubblica da parete I-On Wall“JOINON è una soluzione chiavi in mano – spiega Luigi Rota, Trade Marketing Lighting di Gewiss -, una proposta smart per la ricarica dei veicoli elettrici che comprende anche il supporto nelle fasi di pre e post vendita”.

La piattaforma integrata comprende sia l’infrastruttura tecnologica di prodotto sia la sua totale gestione, inclusi assistenza tecnica e manutenzione. Dalle stazioni di ricarica alla distribuzione dell’energia, dalle app per smartphone e tablet, fino alla gestione intelligente delle colonnine: un ecosistema completo incentrato sulla sostenibilità, dai positivi risvolti in termini di competitività per le aziende del settore. JOINON è una soluzione sicura e pienamente conforme alle normative internazionali, sia per gli ambienti privati sia per quelli pubblici.

Ricaricare l’auto elettrica senza pensieri

Da cosa è composta, in concreto, l’offerta JOINON? Per l’infrastruttura pubblica, le unità di ricarica I-On (da pavimento) e I-On Wall (da parete) sono dotate di:

Quanto alla ricarica residenziale, JOINON propone la stazione Easy, disponibile nelle versioni con cavo e potenze di ricarica fino a 4,6 kW, oppure con presa fissa fino a 22 kW. Entrambi i modelli sono realizzate in materiale plastico: una soluzione ideale per ricaricare in tutta sicurezza la propria auto in modo economicamente conveniente.

Come si gestisce la ricarica? Il lato smart della mobilità JOINON

Colonnina residenziale Easy di GewissVista la tecnologia, resta da “sciogliere” il nodo dei servizi connessi alla proposta Gewiss. Anche qui, massima flessibilità, con il servizio di comunicazione in cloud tramite piattaforma web per la gestione delle infrastrutture, accompagnato dal servizio di ricarica via software (per i gestori) e app su smartphone o tablet, che semplifica la smart mobility degli utenti.

Il software consente ai proprietari delle stazioni di monitorare le singole unità in tempo reale e di personalizzare la raccolta dati e le modalità di fruizione dei servizi di ricarica. L’intuitiva app di JOINON, scaricabile gratuitamente su tutti i dispositivi Android e IoS, consente invece agli utenti di consultare in pochi secondi le disponibilità di ogni stazione e di riservare, attivare o disattivare tutte le operazioni di ricarica.

E se fossimo all’estero? Nessun problema, con JOINON gli e-driver italiani e stranieri hanno a disposizione una piattaforma interoperabile: aumentano i punti di ricarica ma non i costi per i gestori dell’infrastruttura, a beneficio dell’intera filiera della mobilità elettrica.

Mobilità sostenibile e semplice, anche nella manutenzione

Guardando l’ecosistema tecnologico dal punto di vista dei gestori, la soluzione non richiede particolari attività di manutenzione, anche perché consente di effettuare diagnosi a distanza in caso di problemi durante la ricarica dei veicoli elettrici, per un pronto e rapido intervento di risoluzione.

Tutti i firmware delle stazioni di ricarica JOINON, inoltre, sono costantemente aggiornati per garantire a gestori e consumatori prestazioni ottimali con tutti i modelli di auto elettriche sul mercato.

Speciale Fiera Sicurezza 2019

Logo SICUREZZA_2019Fiera Sicurezza 2019 – la manifestazione di Fiera Milano in programma dal 13 al 15 novembre a Rho – punta su integrazione, digitalizzazione, soluzioni smart quali driver di una proposta espositiva che unisce il meglio delle tecnologie a un ricco calendario di incontri formativi e aree speciali.
Brand italiani e internazionali presenteranno novità e anteprime in tutti i comparti: videosorveglianza, antincendio, controllo accessi, sicurezza passiva.

In contemporanea Smart Building Expo, l’evento dedicato alle tecnologie digitali per l’edificio in rete e la smart city. La security è parte integrante degli impianti di gestione degli edifici e garante della gestione dei dati.

Informazione e formazione a Fiera Sicurezza 2019

Un ricco calendario di appuntamenti formativi per il mondo dell’installazione e dei progettisti, con proposte che vanno dalla sicurezza urbana alla cyber security, senza dimenticare le normative:

Inoltre all’interno di Smart Building Expo si svolge la Milano Smart City Conference, con tre giornate di riflessione di livello internazionale sul tema della smart city e sull’impatto delle nuove tecnologie in un momento cruciale, quello del rilascio del 5G come infrastruttura abilitante delle nuove applicazioni in ambiente urbano.

 

Lo speciale Fiera Sicurezza 2019  e Smart Building Expo verrà costantemente aggiornato nel corso dei giorni con nuovi prodotti: visitando periodicamente questa pagina sarà possibile avere una visione di insieme delle proposte degli espositori.

sicurezza 2019 integrazione con privacy

Sicurezza 2019: parola d’ordine integrare (con privacy)

Formazione e innovazione a Sicurezza 2019, che porterà a Milano dal 13 al 15 novembre tutte le novità in ambito security & fire e smart building, senza dimenticare privacy e GDPR.
sicurezza 2019

Sicurezza 2019: integrazione e innovazione per competere

Sicurezza 2019, la manifestazione di Fiera Milano che si terrà dal 13 al 15 novembre 2019 a Rho, prosegue il proprio percorso di sviluppo internazionale mettendo al centro l’integrazione e l’innovazione.

Energie rinnovabili e generazione distribuita: cosa accadrà nei prossimi 5 anni?

“Le energie rinnovabili sono già la seconda fonte di energia elettrica al mondo, ma il loro impiego deve ulteriormente accelerare per raggiungere gli obiettivi a lungo termine in materia di clima, qualità dell’aria e accesso all’energia”. Con queste parole Fatih Birol, direttore esecutivo IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) commenta il nuovo report Renewables 2019, che traccia lo sviluppo delle rinnovabili tra 2019 e 2024, periodo cruciale per la transizione energetica globale.

Sfide e certezze del Renewables 2019

Quel che balza all’occhio, fin dalle prime righe, è il +50% previsto nei prossimi 5 anni e guidato dal fotovoltaico, che “pesa” per il 60% dell’incremento complessivo dell’energia green. Un balzo di 1.200 GW – l’attuale capacità energetica degli Stati Uniti – determinato dalla riduzione dei costi e dalle politiche incentivanti. Inoltre, la quota rinnovabile nella produzione globale di energia elettrica è destinata ad aumentare dall’attuale 26% al 30% entro il 2024.

Energie rinnovabili, espansione globale entro il 2024 - fonte IEA

Insomma, secondo IEA la transizione energetica in ambito residenziale, commerciale e industriale porterà negli anni a venire interessanti opportunità per utility, governi e cittadini in tutto il mondo. Ciò non significa strada spianata alle energie rinnovabili; per concretizzare l’accelerazione di cui parla direttore esecutivo IEA è necessario vincere tre sfide ancora aperte:

Su quali energie rinnovabili puntare e dove

Come già accennato, il fotovoltaico rappresenta il 60% della crescita globale delle energie rinnovabili, l’eolico onshore un quarto. Interessante la diffusione dell’eolico offshore, che contribuisce per il 4%, e vedrà triplicare la capacità entro il 2024, grazie alle azioni incentivanti di Unione europea, Cina e Stati Uniti. Stessa performance per la bioenergia, soprattutto in Cina, India ed Europa. Frena, invece, il settore idroelettrico, che manterrà comunque un decimo dell’aumento totale della capacità rinnovabile.

Solare ed eolico rappresentano il 70% dell’espansione della capacità globale delle energie rinnovabili

Sul fronte geografico, continua il predominio della Cina, che copre il 40% dell’espansione globale prevista dal report tra 2019 e 2024. Bene anche l’Unione europea, dove crescono volumi d’asta delle energie rinnovabili e generazione distribuita da impianti fotovoltaici. Negli Stati Uniti, si prevede la conclusione dei progetti solari ed eolici entro i termini degli incentivi fiscali federali.

Fotovoltaico in generazione distribuita

Fotovoltaico e generazione distribuita rappresentano un binomio più che vincente nel percorso delle energie rinnovabili secondo l’agenzia internazionale. Una capacità pronta a raddoppiare nei prossimi cinque anni, coprendo circa la metà della crescita complessiva del mercato FV.

Rinnovabili e fotovoltaico, i costi si abbassano - fonte IEA

Le opportunità globali

“Nella maggior parte dei Paesi, il costo della produzione da impianti fotovoltaici distribuiti è già inferiore ai prezzi al dettaglio dell’energia elettrica – spiega Fatih Birol -. I costi diminuiranno tuttavia di un ulteriore 15-35% entro il 2024, stimolandone l’installazione globale soprattutto in contesti domestici, commerciali e industriali”.

Per fare qualche esempio, i sistemi fotovoltaici sui tetti delle case aumenteranno del 50%, toccando quota 100 milioni, soprattutto in Australia, Belgio, California, Paesi Bassi e Austria. La Cina, dal canto suo, rappresenterà quasi la metà della crescita globale della generazione distribuita da energia solare, superando l’Unione Europea, che prosegue comunque l’ottimo percorso rinnovabile. Il Giappone si conferma mercato forte, mentre emergono India e Corea, motori di crescita della capacità asiatica.

… e i limiti

Perché la generazione distribuita sia sostenibile, tuttavia, servono riforme politiche e tariffarie. Si rischia altrimenti di perturbare il mercato dell’elettricità aumentando i costi di sistema, mettendo a dura prova l’integrazione delle rinnovabili nella rete e riducendo i ricavi delle utility.

Nel report leggiamo che il supporto dei governi nazionali e la regolamentazione più efficace potrebbero spingere la capacità installata del fotovoltaico distribuito oltre i 600 GW entro il 2024, quasi il doppio della capacità odierna del Giappone. Ma questa proiezione sfrutta solamente il 6% del potenziale tecnico del fotovoltaico in generazione distribuita, se guardiamo la superficie disponibile sui tetti.

Generazione distribuita da FV, accelerate case entro il 2024

Come vanno le rinnovabili per energia termica e trasporti?

Non solo energia elettrica: il Renewables 2019 offre una panoramica sugli altri “prodotti” delle energie rinnovabili. Il consumo di calore è dato in crescita di un quinto nel periodo 2019-2024, trainato da Cina, Unione europea, India e Stati Uniti. Inoltre, l’energia termica e quella elettrica risultano sempre più interconnesse, nell’era del full-electric e della decarbonizzazione. Nel complesso, purtroppo, il potenziale del riscaldamento rinnovabile rimane ampiamente sottoutilizzato e la sua diffusione resta lontana dagli obiettivi climatici globali. La quota delle energie rinnovabili nella domanda totale di calore rischia di rimanere inferiore al 12% nei prossimi cinque anni, il che richiede obiettivi più ambiziosi e maggiore sostegno politico.

Elettricità e riscaldamento sono sempre più interconnessi nelle nuove soluzioni rinnovabili integrate

Guardando infine ai trasporti, i biocarburanti rappresentano oggi il 90% delle energie rinnovabili nel settore di riferimento. Un utilizzo destinato a crescere del 25% nei prossimi cinque anni soprattutto nelle regioni asiatiche – Cina in primis -, seguendo il forte driver della riduzione dell’inquinamento atmosferico. Impossibile non citare, quando parliamo di trasporti, il boom dei veicoli elettrici. Nonostante la rapida espansione della mobilità sostenibile, l’elettricità green rappresenta solo un decimo del consumo di energie rinnovabili nel transportation globale.

Energie rinnovabili, una crescita possibile nei prossimi 5 anni

Energie rinnovabili: i 5 punti del Renewables 2019

Che conclusioni trarre dal Renewables 2019? La diffusione delle energie green è “assodata”, restano da sciogliere alcuni nodi economici e normativi che garantiranno l’ulteriore accelerazione del settore entro il 2024.

Ecco le 5 considerazioni finali del report:

Spostamenti green: la sfida di E.ON alla ricarica elettrica

In linea con il posizionamento strategico focalizzato sull’energia sostenibile e sull’orientamento al cliente, il Gruppo E.ON crede fermamente in un passaggio concreto e decisivo al mondo della mobilità elettrica. L’obiettivo è proporre soluzioni a valore aggiunto – attraverso la componente di servizio – che consente di migliorare le possibilità di business e a fare un uso efficiente e sostenibile dell’energia.

eon a thats mobility MilanoIn questo ambito E.ON porta avanti diverse iniziative con il marchio E.ON Drive, focalizzandosi sulla messa a punto di soluzioni all’avanguardia per la ricarica e per agevolare ed estendere l’accessibilità ai servizi di eMobility a un numero sempre più ampio di utilizzatori. A That’s Mobility 2019 – l’evento dedicato alla mobilità sostenibile – ha presentato un ampio portafoglio di prodotti.

Rete autostradale di ricarica elettrica “ultra-veloce”

Il Gruppo ha installato oltre 4.000 colonne di ricarica in Europa e a oggi conta più di 1 milione di ricariche. Questo ha evitato l’emissione di 7.500 tonnellate di CO2. Per consentire ai possessori di veicoli elettrici di spostarsi liberamente, E.ON sta creando una rete autostradale di ricarica elettrica “ultra-veloce” che attraversi 7 paesi, dalla Norvegia all’Italia. La prima stazione è stata inaugurata nell’autostrada tra Würzburg e Norimberga. Il progetto è co-finanziato dall’Unione Europea e prevede l’installazione di 180 colonnine di ricarica nella prima fase, che sarà completata entro due anni.

Servizio DriveSmart

E.ON DriveSmart è la soluzione per rispondere alle esigenze di ricarica dei possessori di veicoli elettrici destinata al segmento business, in particolare alle strutture ricettive come hotel e resort. La soluzione modulare include le stazioni di ricarica, a parete o a colonna ed il servizio DriveSmart che permette di avere piena visibilità della struttura tramite la geolocalizzazione sulle mappe e le App maggiormente utilizzate dai conducenti di auto elettriche in Italia e all’estero.

Il servizio permette, inoltre, di gestire in autonomia le modalità di accesso al servizio di ricarica e garantisce un servizio dedicato di assistenza 24/7. Grazie a questa possibilità, le strutture ricettive alberghiere possono offrire un servizio di ricarica delle auto elettriche e creare elementi distintivi e differenzianti nei servizi offerti dalla struttura.

DriveSmart: trasformare le strutture ricettive in punti di riferimento per il turismo sostenibile

Servizio di cicloturismo elettrico

L’offerta eMobility si completa con RideSmart, una servizio per gli operatori turistici che comprende una stazione di cicloturismo con eBike e un servizio digitale di gestione e monitoraggio della propria flotta di biciclette elettriche. I servizi RideSmart si basano sulla piattaforma BileSquare, realizzata dall’omonima start-up innovativa con cui E.ON collabora da tempo e nel cui capitale è entrata recentemente rilevando una quota pari al 30%.

La luce migliore per i luoghi dello sport

Nelle società del benessere diffuso cresce costantemente la domanda di sport. Molte persone destinano una parte del loro tempo libero all’attività fisica e, dovendo rispettare orari di lavoro prevalentemente diurni, si trovano a frequentare i luoghi dello sport nelle ore serali o notturne. Da qui la necessità di illuminare i campi di gioco e le aree delle diverse discipline sportive e soprattutto garantire – compito non facile – la luce migliore per ogni disciplina.

Esiste poi il variegato mondo del cosiddetto sport-spettacolo notturno – dalla competizione internazionale in grandi stadi fino alla gara o al torneo per dilettanti – che vede gli appassionati nel ruolo di spettatori. Qui la luce diventa il principale strumento per trasformare lo spazio della competizione in una sorta di grande palcoscenico in cui si concentrano gli sguardi del pubblico presente e di quello che segue l’evento tramite il mezzo televisivo. Alcune indicazioni di lighting design, riguardanti in particolare i campi di gioco, possono servire ad orientare il lavoro del progettista e dell’installatore.

Luce migliore per lo sport - stadio

Campo di calcio illuminato con 2 gruppi di apparecchi proiettori su pali a Ciserano (Bergamo) (documentazione e produzione Gewiss)

Come valutare la luce migliore per lo sport

La prima condizione da garantire è la quantità di luce necessaria per il corretto svolgimento di ogni disciplina sportiva, vale a dire gli illuminamenti sui piani orizzontali e verticali. I valori in lux consigliati sono contenuti nella Norma UNI di riferimento: UNI EN 12193 (2019) “Luce e illuminazione – Illuminazione di installazioni sportive” e nelle Norme del CONI n. 1379 (2008). Per l’illuminamento orizzontale medio (Ehmed) i valori minimi cambiano in funzione del tipo di sport. Per il calcio l’UEFA indica Ehmed differenti in funzione della distanza tra il pubblico e il centro del campo, e del numero di spettatori.

Tabella luce migliore per lo sport

Valori di lux (illuminamenti orizzontali medi) consigliati da UEFA (Union of European Football Associations) in funzione delle distanze massime tra il pubblico e il centro del campo, e del numero di spettatori

Un secondo parametro molto importante ai fini della visione riguarda l’uniformità degli illuminamenti. Si intende per uniformità il rapporto tra l’illuminamento minimo e l’illuminamento medio. Una buona uniformità è il risultato di un’equilibrata distribuzione della luce sui piani orizzontali e verticali, senza zone a bassa luminosità o, viceversa, troppo rischiarate. In altri termini l’uniformità permette di valutare l’entità dello scarto o differenza tra i valori della quantità di luce distribuita nello spazio.

Esempio luce migliore per campi da tennis

Campi da tennis illuminati con proiettori con ottiche asimmetriche su 2 pali per campo nel centro Tennis Mediolanum a City Life, Milano (documentazione e produzione Gewiss)

Le disuniformità condizionano e ostacolano il gioco, rendendo disagevole la visione. Quando la superficie del campo appare irregolare per la presenza di macchie di luce o zone in ombra, tutto ciò che è in movimento (pallone, palla, pallina, giocatori) viene osservato su sfondi a differente luminanza. Lo sfondo può essere il manto erboso, di solito molto illuminato, ma a volte anche le tribune che non hanno lo stesso illuminamento del campo.

Gli studi di scienza della visione hanno accertato che quando un oggetto transita da una zona in cui c’è una scarto negli illuminamenti la sua velocità appare maggiore, cioè sembra che aumenti in corrispondenza della zona oscurata: ne consegue un errore di valutazione visiva da parte degli atleti.

Lo spettatore avverte una perdita del ritmo della gara. Quando l’attrezzo di gioco è di piccole dimensioni (ad esempio la pallina nel tennis o il dischetto nell’hockey) conviene che i contrasti con gli sfondi attraversati a forte velocità dall’oggetto siano ben marcati.

Si consideri inoltre che se i fasci di luce non sono equilibrati e provengono da poche direzioni, i giocatori proiettano la propria ombra sul terreno contribuendo così aumentare gli effetti nocivi della disuniformità.

Le soluzioni impiantistiche

Passando alle questioni tecniche e pratiche, nel progetto dell’impianto assume grande importanza la scelta delle sorgenti luminose (le lampade). La scelta è di solito orientata al raggiungimento di una finalità fondamentale così formulabile: avere luce di buona resa cromatica (CRI) e adatta temperatura di colore (Tk), che tuttavia non comporti consumi energetici elevati e scarsa durata di vita delle stesse lampade. In altre parole, si cerca di coniugare il risultato estetico (visione gradevole sul campo di gioco per i gareggianti e per il pubblico) con la gestione e la manutenzione dell’impianto poco onerose. I valori minimi consigliati sono 60 per il CRI e 3500 o 4000 K per Tk. In caso di riprese televisive questi valori aumentano sensibilmente.

Risparmi nei consumi energetici e nella manutenzione

Figura 1 luce per piccoli campi sportivi

Figura 1 – Esempi di campi da tennis con apparecchi proiettori montati alla sommità di pali.

Gli illuminamenti, le uniformità e il controllo degli abbagliamenti, si ottengono con la selezione accurata di lampade ed apparecchi, e studiando la loro dislocazione. I campi outdoor privi di tribune di solito non presentano particolari vincoli nelle aree limitrofe. Si adottano generalmente gruppi di apparecchi proiettori su pali di varia altezza. In ambienti indoor gli apparecchi sono installati a soffitto, sulle pareti o su tralicci. In Figura 1 sono mostrate alcune soluzioni utili per un primo orientamento di massima per piccoli complessi sportivi outdoor (tennis, basket, volley).

L’estensione dei campi di calcio richiede l’impiego di una serie di pali di altezze di solito comprese tra 15 e 25 metri, con gruppi di proiettori. In presenza di aree per il pubblico e tribune attrezzate con coperture, può essere conveniente installare gli apparecchi sotto-gronda, in posizione protetta dalla pioggia, intorno all’area di gioco o lungo i suoi lati più lunghi.

Consigli: apparecchi da utilizzare

Per quanto riguarda i tipi di apparecchi da utilizzare, occorre considerare che la variabilità delle distanze intercorrenti tra la sommità dei pali e le diverse zone dell’area di gioco richiede l’uso di ottiche più o meno concentranti, con distribuzione delle intensità simmetrica e asimmetrica rispetto all’asse principale. Gli apparecchi devono avere pesi e ingombri molto contenuti allo scopo di snellire e alleggerire il più possibile le strutture di sostegno (pali e tralicci).

Gli apparecchi che adottano la tecnologia LED hanno queste caratteristiche oltre a quelli – molto importanti – dell’alta efficienza luminosa (molto flusso con bassi consumi di energia elettrica) e della lunga durata di funzionamento (lifetime). Rispetto agli impianti equipaggiati con le tradizioni lampade a scarica il vantaggio in termini di risparmio può oscillare tra il 60% e l’80% a cui si aggiunge il beneficio economico della drastica riduzione degli interventi di manutenzione. Sono molte le ragioni, dunque, che rendono conveniente il rinnovamento dei vecchi impianti con interventi che nel giro di due o tre anni si ripagano interamente grazie al contenimento dei consumi energetici nonché alla semplificazione e al diradamento nel tempo delle operazioni manutentive.

Passato e presente di Lords of Verona: ristrutturare edifici storici in chiave smart

La sfida più ricorrente dei designer italiani? Ristrutturare edifici storici valorizzandone le tipicità e utilizzando tecnologie all’avanguardia, nel rispetto del prestigioso patrimonio immobiliare del Belpaese. Un difficile equilibrio che i 32 appartamenti di Lords of Verona hanno pienamente raggiunto: la struttura ricettiva realizzata nel cuore della città scaligera riesce infatti a integrare efficacemente i vincoli dell’infrastruttura preesistente e le necessità di integrazione degli ambienti contemporanei.

Il percorso di riqualificazione è stato tutt’altro che semplice: ne abbiamo parlato con il noto architetto, lighting designer ed esperto di hospitality Simone Micheli, che ha affrontato il delicato compito di ripensare estetica e funzionalità della realizzazione veronese. 

Storia e tecnologia si integrano nel sensazionale fluire architettonico degli spazi

Ristrutturare edifici storici con sguardo integrato

Il concept ha creato corrispondenze simboliche e sostanziali con la struttura esistente, spingendo l’ospite di Lords of Verona a muoversi continuamente tra passato, presente e futuro, all’insegna di efficienza, comfort e automazione.

Quali sono stati i principali limiti del dover operare in una torre trecentesca?

Non limiti ma risorse: ogni progetto prende vita grazie alle specificità del territorio in cui si colloca e queste, appunto, fungono da stimolo per il pensiero creativo che necessita di confini e perni su cui far leva per svilupparsi.

Nel caso di Lords of Verona, i 32 luxury apartments sono sorti dal continuo confronto con la struttura preesistente: l’idea di creare corrispondenze segniche e contenutistiche con l’esistente ha animato l’intero progetto, per dare vita a un organismo unico, armonico e desideroso di aprire un varco oltre la banalità, presentando oggi uno spaccato di futuro. I rimandi sono continui permettendo ai diversi stadi della temporalità di fondersi e creare uno spazio sospeso, fuori dalle tradizionali convenzioni.

Simone Micheli, architetto e lighting designer italiano

Su quali aspetti caratterizzanti hai lavorato per equilibrare storia e tecnologia?

Ho lavorato sul connubio, sulla contaminazione, sulla fusione dei punti di vista. Sovrapponendo i differenti livelli, moltiplicando le prospettive, giocando con la luce, plasmando lo spazio, ho cercato di creare un variegato spettro di punti di vista. Gli specchi riflettono, le immagini riproducono, l’antico e il nuovo si interfacciano: in questo modo la temporalità cessa di essere quel concetto statico a cui siamo abituati, trasformandosi in un flusso senza inizio o fine, semplicemente esistente qui e ora.

Nelle immagini della città riprodotte negli appartamenti non si riscontrano richiami forti ai grandi simboli di Verona, come l’Arena o Romeo e Giulietta. Per quale ragione?

I richiami a Romeo e Giulietta ci sono, così come quelli dedicati all’Arena di Verona. Non sono però gli unici, perché la storia e la bellezza che caratterizzano la città sono ben più articolate. Il mio compito è stato tradurre la complessità di un concetto inafferrabile in semplicità di esecuzione. Solo così i visitatori possano cogliere l’essenza di Verona con uno sguardo, seppur approfondito e attento.

Quali vincoli pongono impiantistica elettrica e automazione in una struttura ricettiva così particolare?

Ci sono sempre meno vincoli, in realtà. Grazie all’avanzamento tecnologico esistono impianti e sistemi di domotica per ogni esigenza. Sempre più impercettibile e smart, l’intelligenza dei sistemi BTicino selezionati per l’occasione cessa di essere un’imposizione per il lato architettonico, concentrandosi sull’efficacia del contenuto e fornendo quindi risposte adeguate alle esigenze di comfort dell’uomo contemporaneo. Forma e funzione oggi non sono più elementi antitetici, ma due aspetti essenziali della medesima opera che, appunto, diviene opera d’arte.

Una scelta originale, che ha dato vita ad ambienti tanto unici quanto confortevoli, dove anche l’integrazione assume un ruolo determinante nel permettere all’ospite di trovare il miglior comfort.

La green economy non è ancora l’antidoto contro i combustibili fossili

Ci sono almeno un paio di cose che non tornano nella narrazione corrente dello sforzo a livello mondiale per contenere le emissioni di CO2. A ricordarcelo è la società di consulenza Pwc con il suo recente “Low Carbon Economy Index”. La prima cosa è che il segno meno davanti al dato sulle emissioni inquinanti di per sé non rappresenta necessariamente una buona notizia. Seconda cosa, ancor più importante, è che bisogna sempre ragionare su due dimensioni, il che significa rapportare l’andamento tuttora crescente della quantità di CO2 che viene immessa nell’atmosfera a quello che è il suo effetto più deteriore, il surriscaldamento globale.

Una premessa necessaria per comprendere appieno il messaggio, purtroppo negativo, contenuto nel rapporto Pwc: se è vero che la percentuale di emissioni rispetto al Pil mondiale sta diminuendo, si tratta di una diminuzione assolutamente insufficiente anche solo per centrare l’obiettivo minimo da qui alla fine del secolo, vale a dire il contenimento in 1,5/2 gradi dell’innalzamento delle temperatura media planetaria. La “colpa”, poi, è sempre la stessa: l’umanità dipende ancora in larga misura dall’utilizzo dei combustibili fossili, con tutto ciò che ne consegue.

Le emissioni CO2 calano in percentuale ma non in quantità

andamento mondiale della Carbon intensity

Andamento mondiale della Carbon intensity

L’analisi compiuta da Pwc parte dal dato relativo all’incidenza delle emissioni di anidride carbonica rispetto al prodotto intero lordo globale, la cosiddetta carbon intensity. Nel periodo che va dal 2000 al 2018 questa incidenza è diminuita con una media dell’1,6% annuo, che poi è esattamente la percentuale di calo che è si è registrata l’anno scorso.

Una buona notizia? Assolutamente no, e qui veniamo ad uno dei due assunti d’apertura. Basti pensare che per riuscire a contenere in due gradi l’innalzamento globale delle temperature da qui al 2070 la stima indica un calo medio annuo dell’incidenza delle emissioni pari al 7,5%. Una diminuzione necessaria che diventa addirittura dell’11,3% annuo qualora l’obiettivo da raggiungere sia il contenimento in un grado e mezzo della crescita termica al 2090.

Un altro aspetto che colpisce del Low Carbon Economy Index è quello relativo all’andamento reale delle emissioni di CO2 nel 2018. Infatti, un conto è il citato rapporto percentuale rispetto al Pil globale (-1,6%), un altro è la quantità effettiva immessa nell’aria. Ebbene, poiché l’anno scorso il prodotto interno globale è aumentato del 3,7% ne deriva che in termini assoluti le emissioni sono addirittura aumentate del 2% ed una crescita così sostanziosa non si registrava addirittura dal 2011…

L’Italia fra le nazioni più virtuose nella carbon intensity

L’indagine Pwc individua vari fattori che hanno contribuito al recente e sostanzioso aumento delle emissioni CO2.

Si va dall’iperattivismo industriale di colossi quali Cina, India e Indonesia ad elementi più specifici, ad esempio il boom planetario dei climatizzatori d’aria che sono arrivati a consumare elettricità per 2.000 TWh ogni anno. Trend peraltro di lungo periodo, con la “fame” energetica di Cina, India ed Indonesia che raggiungerà i 15.5000 TWh nel 2050, e per la cui soddisfazione si rischia il perdurante ricorso ai combustibili fossili, se è vero che fin qui il 69% dell’incremento della domanda energetica è stato soddisfatto proprio con il ricorso alle fonti energetiche tradizionali.

Un ulteriore elemento negativo contenuto nel rapporto emerge dall’analisi del comportamento dei singoli Paesi ed è rappresentato dalle eccessive differenze nazionali in termini di contenimento delle emissioni, il che indica tuttora la mancanza di una diffusa percezione globale della gravità del problema. Conforta il fatto che nel 2018 fra i cinque Paesi con la migliore carbon intensity figura anche l’Italia (-4%), quarta dietro a Germania (-6,5%), Messico (-5,2%) e Francia (-4,2%) . Un risultato ancor più significativo se si pensa che per il nostro Paese la media annua dal 2000 al 2018 è stata pari a -1,9%. Fa invece riflettere in negativo la carbon intensity segnata l’anno scorso dagli Stati Uniti, appena -0,3%, per non dire della Russia con il suo +1,6%.

Carbon Intensity Ricerca Pwc

Eicma 2019: una edizione nel segno della mobilità elettrica

Eicma 2019 – Esposizione Internazionale Ciclo e Motociclo – è pronta ad aprire i battenti con tante novità per il settore elettrico: biciclette, monopattini, scooter e moto elettriche sono la nuova frontiera del trasporto a emissioni zero. L’evento si terrà dal 7 al 10 novembre 2019 presso fieramilano Rho.

Il fenomeno della e-Mobility è in costante crescita e per i prossimi anni è prevista una crescita con tassi di incremento a due cifre. Merito in gran parte di e-bike e scooter ma, soprattutto, della sensibilità verso l’ambiente di molti utenti e dalla necessità di contenere l’inquinamento atmosferico, migliorare le vivibilità delle città e ridurre il traffico (soprattutto nei centri urbani).

La scelta delle due ruote elettriche risponde perfettamente alle necessità di utilizzo quotidiano sia in termini di autonomia, sia di mobilità nel traffico.
A Eicma 2019 qualità, innovazione e sostenibilità saranno dunque protagoniste con anteprime, nuovi modelli e – in un padiglione interamente dedicato, il 22 – un focus sulle e-bike che verranno testate su un tracciato al coperto di oltre 200 metri. Le moto elettriche, invece, saranno presenti insieme a quelle “tradizionali” negli stand dei singoli produttori.

I numero del mercato elettrico

Stazione di ricarica elettricaI numeri riportati nel terzo rapporto dell’Osservatorio Focus 2R e recentemente presentato da ANCMA (l’Associazione confindustriale che riunisce le aziende italiane costruttrici di veicoli a due e tre ruote) certificano i passi in avanti fatti dal settore delle due ruote. Crescono infatti le infrastrutture ciclabili (+9% dal 2015), il bike sharing (+6,1% dei Comuni), con un +11% per il noleggio (con flotte composte per il 68% da veicoli elettrici). Anche il numero di città dotate di punti di ricarica per veicoli elettrici mostra un incremento (+11,8%).

Secondo lo Smart Mobility Report del Politecnico di Milano, è lo sharing uno dei temi caldi anche – e soprattutto! – per il mondo elettrico. Se si amplia il campione per includere biciclette, automobili e scooter, a fine 2018, il parco circolante complessivo ammonta a circa 44.500 unità.
Nettamente prime per numero le e-bike (circa 35.800 unità nel 2018), seguite dalle auto elettriche con un parco circolante di quasi 6.500 unità nel 2018. Al momento fanalino di coda gli scooter elettrici destinati allo sharing che, pur con sole 2.200 unità nel 2018, mostrano un trend di crescita decisamente interessante (+340% rispetto al 2017).

Incentivi e sicurezza: un must a Eicma 2019

Airwheel elettricoL’Ecobonus, che il Decreto Crescita ha esteso anche alle due ruote, ha avuto un notevole peso nella crescita del parco veicoli elettrici circolanti. Gli incentivi all’acquisto riguardano tutti i veicoli a due, tre e quattro ruote di categoria L, ovvero motorini e moto di ogni cilindrata, tricicli e quadricicli, purché elettrici.

È stata anche ampliata la platea dei destinatari dell’incentivo, che si applicherà anche a chi rottama un qualunque veicolo di categoria L Euro 0, 1, 2 e 3. Le agevolazioni ammontano al 30% del prezzo del veicolo fino a un massimo di 3.000 euro.

Al momento richiede maggiore attenzione il tema della sicurezza, in particolare di quei mezzi (come i monopattini elettrici) che vivono in una condizione di “ombra” legislativa e per i quali sono ancora pochi i Comuni che dichiarano di aver adottato misure specifiche per la relativa sicurezza.