Telecamere IP per la videosorveglianza nel residenziale e negli esercizi commerciali

Urmet, azienda italiana attiva nel settore dei sistemi per la sicurezza e la comunicazione dell’edificio, presenta le telecamere IP – serie Prime, Pro, Eco – che si caratterizzano per l’elevata qualità delle riprese video e per un’ampia versatilità di impiego nel residenziale, per esercizi commerciali di piccole e grandi dimensioni e progetti più complessi.

Telecamere IP serie Prime

La serie IP Prime rappresenta la gamma di alto livello per la videosorveglianza con risoluzione fino a 4K. L’elevata qualità delle riprese e l’elaborazione delle immagini, le rendono adatte per centri commerciali, supermercati, scuole, stabilimenti industriali, banche.
La tecnologia innovatriva supportata da queste telecamere consente:

Linee IP Pro ed Eco

La linea IP Pro si compone di unità di ripresa con risoluzione di 5Mpx con le stesse funzionalità smart offerte dalla linea Prime e sono di tecnologia starlight per riprese nitide e chiare anche in condizioni di scarsa luminosità.
La gamma di telecamere IP si completa con la serie Eco per impianti che non necessitano di analisi video intelligente ma funzioni più contenute.

Piattaforma di gestione

UVS (Urmet Video Stream) è la piattaforma di gestione di Urmet compatibile con tutte le linee di videosorveglianza e nelle versioni software e mobile app.
Il valore del software di centralizzazione video UVS è la sua scalabilità, grazie alla quale sistemi analogici e IP, possono essere gestiti da un unico sistema anche da remoto, tramite l’app iUVSplus per iOs e Android.

UVS è costituito da un modulo Client per monitorare il sistema di videosorveglianza sia in visualizzazione diretta – gestendo fino a 128 flussi video su un’unica griglia multischermo – sia attraverso mappe grafiche interattive. La funzione Playback consente di visualizzare da remoto on-demand le immagini registrate.

Come le reti 5G cambieranno la nostra vita

Per capire la tecnologia 5G e la sua rilevanza, conviene partire dai suoi predecessori.

Iniziamo dalla tecnologia 1G che, introdotta negli anni ’80, è stata la prima modalità per la comunicazione wireless di massa, permettendo di effettuare semplici chiamate tra telefoni cellulari. La velocità di trasferimento dei dati era di circa 0,01 MB al secondo.

Nel 1991 è stato introdotto il 2G, che offriva una maggiore sicurezza grazie all’uso della crittografia digitale, e una maggiore velocità (3,1 MB al secondo). Ha inoltre consentito l’invio di messaggi SMS di solo testo.

Il 3G è uscito nel 1998 contemporaneamente alla rivoluzione degli smartphone, offrendo velocità più elevate (14,4 MB al secondo) e permettendo di collegare i dispositivi mobili a Internet.

L‘attuale standard, 4G /LTE, è stato introdotto nel 2008. Il cambiamento più notevole è stato l’incremento della velocità a 300 MB al secondo, che ha consentito attività come lo streaming multimediale ad alta definizione.

Il 5G offre le stesse funzionalità fondamentali dei suoi predecessori (messaggistica SMS, chiamate vocali cellulari e connettività Internet), in gran parte ancora basate sulla tecnologia 4G LTE. Ci sono tuttavia quattro notevoli cambiamenti: la larghezza di banda, che dovrebbe raggiungere 1 GB al secondo, i tempi di latenza ridotti (meno di un millisecondo), l’efficienza energetica e la maggiore capacità di rete (più dispositivi connessi).

Rete 5G e Industria 4.0

Le infrastrutture di rete 5G diventeranno presto delle risorse chiave per la trasformazione digitale innescata dalla quarta rivoluzione industriale. Mentre l’industria manifatturiera sta evolvendo verso un’organizzazione distribuita della produzione, caratterizzata da dispositivi connessi (IoT), processi a bassa energia, robot collaborativi e produzione e logistica integrate, i servizi di comunicazione end-to-end forniti dalla rete 5G saranno infatti fondamentali, con la sua bassa latenza, l’elevata affidabilità e l’alta densità (fino a 1 milione di sensori per chilometro quadrato).

Le reti 5G verranno quindi utilizzate soprattutto per comunicazioni in ambito IoT: dal collegamento mobile di robot, macchine e linee di produzione, allo sviluppo di nuove applicazioni di monitoraggio basate sulla raccolta in tempo reale di dati provenienti dagli impianti. Molteplici i vantaggi: un aumento della produttività a fronte di costi ridotti; la possibilità di riconfigurare più facilmente macchine e linee produttive per una maggiore flessibilità; la disponibilità di un flusso di dati e informazioni analizzabili in tempo reale per una manutenzione preventiva. Inoltre, il 5G si adatta potenzialmente alle categorie di IoT che richiedono una latenza molto bassa.

Progetto europeo 5G-SMART

Gli sviluppi in corso sono numerosi. Per esempio, il progetto europeo 5G-SMART punta ad introdurre il 5G nella produzione intelligente dimostrando il suo potenziale negli ambienti di produzione reali. 5G-SMART metterà alla prova le più avanzate applicazioni di produzione integrate 5G come i Digital Twin, la robotica industriale e le operazioni remote basate su visione artificiale. Per accelerare ulteriormente l’adozione del 5G nell’ecosistema produttivo, 5G-SMART esplorerà nuovi modelli di business e porterà allo sviluppo di futuri standard per il settore manifatturiero, integrati da nuovi prodotti e soluzioni di produzione abilitati per il 5G.

Da segnalare anche il progetto europeo 5Growth che punta a potenziare settori di applicazione come Industria 4.0, Trasporti ed Energia con una soluzione end-to-end automatizzata e condivisibile basata sull’intelligenza artificiale.

…in Italia

Intanto, a Bari è stata presentata una soluzione di Realtà Aumentata per la manutenzione dei motori delle navi sviluppata dal Consorzio Bari-Matera 5G. Grazie all’utilizzo di uno Smart Helmet e alle performance di alto livello della rete è possibile fornire assistenza remota agli operai impegnati nelle attività di montaggio e smontaggio del motore di una nave, attraverso l’assistenza e la ricezione di indicazioni tridimensionali che si sovrappongono all’immagine del motore. L’applicazione consente quindi una maggiore velocità, efficacia e qualità delle attività manutentive e formative del personale.

Si prevede che nel 2025 i profitti generati dal 5G a livello mondiale raggiungeranno l’equivalente di 225 miliardi di euro. I benefici dell’introduzione del 5G in quattro settori industriali chiave, vale a dire industria automobilistica, sanità, i trasporti ed energia, potranno raggiungere i 114 miliardi di euro l’anno.

Arriva il Bonus facciate: detrazione del 90%

Tra le agevolazione della manovra proposta per il 2020 è stato inserito il Bonus Facciate, un credito fiscale del 90% per chi nel 2020 avvierà la ristrutturazione delle facciate esterne dell’edificio, in centro storico o periferia, nelle città o nei comuni.

A sponsorizzare la detrazione (con un Tweet #bonusfacciate) è il ministro dei Beni culturali Franceschini, una agevolazione che andrebbe ad aggiungersi alla proroga del bonus casa, Ecobonus per la riqualificazione energetica e bonus mobili.
Il Bonus facciate, come chiarito dal ministro, potrà essere utilizzato sia dai condomini, sia dai proprietari di abitazioni singole, come villette mono o bifamiliari

Come per altre misure, il bonus facciate ha lo scopo di rilanciare la cura degli stabili, la riqualificazione del patrimonio edilizio e il risparmio energetico.

Il Centro studi dell’Ance – l’associazione dei costruttori – ha stimato in 2,8 miliardi il giro d’affari innescato dal bonus facciate, ma è necessario individuare regole certe per evitare che si preferisca utilizzare questa agevolazione generosa invece di sfruttare quelli che migliorano la sicurezza o l’efficienza energetica.

La posizione di Rete Irene su Bonus facciate

manuel-castoldi Rete IrenePer Rete IRENE questo provvedimento potrebbe portare a spiacevoli conseguenze: “condomini che chiedono di spostare i termini di pagamento delle opere in corso nell’anno 2020 per ottenere il beneficio fiscale del 90%, altri che chiedono di avere delucidazioni sulla tipologia di intervento tecnico da dover adottare, progettisti che devono capire quale intervento è corretto progettare, Amministratori di Condominio che devono sapere quale è la giusta delibera da adottare, condomini che devono sapere quale è la giusta decisione da assumere, pena la loro personale responsabilità – sottolinea il Presidente Manuel Castoldi. – “Sono tante le riflessioni da fare, come le conseguenze che si sarebbero sul mercato e sulla filiera, quali la completa destabilizzazione delle trattative in essere, il pericolo concreto dello slittamento dei tempi di delibera e di partenza dei cantieri, il danno economico presumibile a carico delle imprese e degli operatori di filiera.”

Rete IRENE chiede al Governo di porre chiarezza e di dare delle risposte efficaci con l’urgenza del caso, anche con una decretazione urgente, per consentire al mercato di non dover subire ulteriori danni e problemi, consentendo a tutta la filiera di poter operare con la tranquillità che tutti gli operatori economici di questo Paese meritano di avere.

Le imprese italiane hanno investito in competenze per il miglioramento energetico e sismico

“Ci sono voluti più di 10 anni per mettere a punto un Decreto Ministeriale (26 giugno 2015) che è ritenuto il “testo unico” per le nuove costruzioni e per gli interventi di manutenzione sul patrimonio esistente, indicando nelle varie tabelle i requisiti minimi, di carattere energetico, cui devono rispondere i nuovi edifici e quelli in ristrutturazione (anche della sola facciata) – ha aggiunto Castoldi -. E ci sono voluti più di tre anni perché l’Agenzia delle Entrate regolamentasse i Bonus nella loro possibilità di cessione al fine di rendere le abitazioni meno energivore (quindi meno inquinanti – ecobonus) e più sicure (sisma bonus).
Le imprese del settore in questi anni si sono attrezzate per essere pronte tecnicamente ad affrontare questo mercato assumendo tecnici ed aggiornando i propri lavoratori alle applicazioni di tecniche volte al miglioramento energetico e sismico, investendo e scommettendo sul Paese Italia”.

Proroga Ecobonus e Bonus Casa

Ecobonus e bonus casa 2019Tra le proroghe previste dalla manovra 2020 ci sono

utilizzabili fino al 31 dicembre 2020.

Prorogato a tutto il 2020 anche il bonus fiscale per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe energetica elevata finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione.

Partecipa al concorso Kickstarter: connettere le idee per innovarsi

Milestone Systems – fornitore di una piattaforma aperta di gestione video a supporto di sicurezza, protezione dei dati e aumento dell’efficienza aziendale – crede fortemente nella collaborazione e nel networking evolvere ogni giorno verso una tecnologia a vantaggio e protezione di persone, beni e risorse.

La piattaforma è in grado di integrarsi e di interagire con qualsiasi altra tipologia di applicazione per i settori verticali come la gestione delle emergenze, il monitoraggio del traffico, il trasporto…

Il concorso Kickstarter

Per spingere la cooperazione ha pensato a un concorso finalizzato allo sviluppo di progetti innovativi, utilizzando il proprio il software aperto di Milestone.

Il concorso Kickstarter della Milestone Community rappresenta un’opportunità unica per programmatori, sviluppatori, aziende e liberi professionisti per ideare nuove possibili applicazioni e funzionalità in grado di comunicare con la famiglia di prodotti VMS XProtect.

Qualsiasi idea può trasformarsi in un progetto vincente: un’integrazione vera e propria, una nuova funzionalità, un widget o un codice che estende l’uso del VMS.

“Siamo abituati a considerare la tecnologia come un semplice strumento. Siamo convinti che le più grandi innovazioni possano avvenire solo nel momento in cui il nostro software viene messo a disposizione della community dei partner, che hanno la possibilità di ripensarlo in maniera innovativa – sottolinea Jasleen Rehal, responsabile della community di Milestone Systems – Questo contest nasce dalla consapevolezza che Milestone è aperta all’innovazione e alla ricerca di soluzioni che non sono ancora state immaginate”.

Come partecipare al concorso

Chi desidera partecipare al concorso può realizzare uno strumento visivo, un trigger da un dispositivo, una base per l’analisi dei dati o la misurazione delle informazioni, eccetera.

I requisiti sono: la soluzione deve essere integrata con Milestone XProtect VMS (possibilmente utilizzando l’SDK MIP) e che la proprietà intellettuale dell’idea proposta sia del concorrente in gara.

Per supportare i partecipante è a disposizione il forum degli sviluppatori Milestone.

Per iscriversi al concorso Kickstarter è sufficiente compilare il modulo di registrazione scaricabile a questo link e inviare una mail a kickstarter@milestonesys.com entro il 29 novembre 2019.

Il premio per le migliori idee

I tre finalisti del contest riceveranno l’ingresso gratuito e uno spazio a loro dedicato nell’area expo al MIPS 2020 (Milestone Integration Platform Symposium), l’evento annuale di Milestone. In quell’occasione, sarà annunciato il vincitore, che riceverà un premio del valore di 65.000 dollari americani.

Le associazioni al governo: abolire subito lo sconto in fattura

Delle grandi ambizioni di questo governo in tema di green economy, almeno in base alle parole pronunciate dal premier Giuseppe Conte nel suo discorso d’insediamento, si è dato conto nelle settimane passate. Il tempo, però, non concede sconti e per l’esecutivo sembra già arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti su un tema molto delicato, licenziando un provvedimento invocato in questi giorni da molte associazioni di categoria e fortemente atteso da tante piccole e medie imprese che operano già adesso in un regime di economia circolare.

Sconto in fattura: articolo 10 del Decreto Crescita

Ad essere oggetto delle attenzioni del Consiglio dei ministri dovrebbe essere una rimodulazione del Decreto Crescita nella parte che prevede per gli interventi di efficienza energetica, ad esempio sulle abitazioni, la possibilità per il cliente finale di trasformare la detrazione di legge in uno sconto sul corrispettivo dovuto (articolo 10 del decreto). Un’agevolazione, lo sconto in fattura, che però va di fatto a scaricarsi sul fornitore che ha effettuato gli interventi, rimborsato sotto forma di un credito d’imposta spalmato su annualità plurime. Una dilazione d’incasso che può essere sopportata, specie nel caso di importi non elevati, da aziende di grandi dimensioni, ma che sta mettendo in difficoltà tante piccole e medie imprese, che poi in Italia sono l’assoluta maggioranza.

Il ministro Patuanelli: “Attivare tavolo di confronto”

Il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano PatuanelliUn problema che di sicuro è presente nell’agenda del governo, tanto è vero che solo pochi giorni fa il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, ha dichiarato che con il meccanismo dello sconto in fattura e la detrazione in più anni “l’azienda si trova in assenza di liquidità immediata e quindi le piccole e medie imprese si possono trovare in difficoltà”. Da qui l’esigenza di “attivare un tavolo di confronto per individuare la soluzione migliore”.

Una tempistica d’intervento, quest’ultima, che però non appare adeguata a far fronte all’emergenza in atto e che, ad esempio, ha spinto la CNA a chiedere “di inserire nell’attuale Legge di Bilancio l’abrogazione dell’articolo 10 del Decreto Crescita”.

Su posizioni analoghe l’Angaisa, che rappresenta i commercianti di articoli sanitari, climatizzazione, pavimenti, rivestimenti e arredobagno. In una lettera agli associati sottolinea “l’impegno dell’associazione volto a far approvare dal governo l’abrogazione dell’art. 10 del Decreto Crescita o, quanto meno, sostanziali modifiche alle sue modalità applicative. L’articolo penalizza gravemente le piccole e medie imprese installatrici e distributrici, avvantaggiando un ristretto gruppo di operatori (tra cui le principali multi-utilities) caratterizzati da una grande forza economica e organizzativa, gli unici che possono farsi carico degli oneri finanziari direttamente connessi ai nuovi incentivi”.

Coinvolta anche l’Autorità Garante della Concorrenza

L’Anfit, associazione di riferimento per serramentisti e progettisti, indica lo sconto in fattura come “una misura non praticabile che rischia di indurre una domanda che non potrà essere soddisfatta. Infatti, la struttura portante del mercato italiano dei serramenti è costituita da migliaia di Pmi con una capienza fiscale che esaurisce in pochi interventi la propria possibilità di anticipare al cliente lo sconto del 50%”.

Altra associazione in pressing contro lo sconto in fattura è Confartigianato, che da mesi ne invoca l’abolizione o un drastico cambiamento per “cancellare gli effetti negativi della norma a danno di mezzo milione di micro e piccole imprese operanti nel settore delle costruzioni, con 1,2 milioni di addetti, l’89% dell’occupazione del settore”.

Infine, segnaliamo la strada intrapresa da Italia Solare che ha inviato poche settimane fa una lettera all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM), e per conoscenza all’Agenzia delle Entrate, per chiedere che vengano valutati ed eliminati gli elementi distorsivi di mercato contenuti nell’articolo 10, comma 3 ter, del cosiddetto Decreto Crescita”.

Data Center: cuore pulsante del nuovo modo di fare connessione

Data Center è la proposta di Gewiss per la connessione e la distribuzione di reti ottiche e in rame che si compone di soluzioni compatibili con le indicazioni dalla nuova Guida CEI 306-2 e dalla legge 164/14. La gamma è adatta ad ogni esigenza installativa e integrabile in ogni contesto applicativo.

FTTH – Fiber To The Home

prese in fibra ottica per serie civili Il Governo – con la Legge 11 novembre 2014 n.164 – ha recepito i contenuti della direttiva europea sullo sviluppo e l’incentivazione delle reti di telecomunicazioni a banda larga, modificando il DPR 6 giugno 2001 n.380 con l’art. 135 bis.
L’articolo definisce le Norme per le infrastrutture digitali degli edifici e stabilisce l’obbligatorietà – per gli edifici costruiti dopo il 1 luglio 2015 – di essere dotati di un’infrastruttura fisica multiservizio passiva.

Inoltre, devono essere previsti spazi installativi adeguati e impianti di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica fino ai punti terminali di rete. Nella Guida CEI 306-2 sono contenute indicazioni utili per interpretare al meglio la normativa.
La serie Data Center risponde alle indicazioni normative e comprende soluzioni applicabili sia a edifici residenziali nel loro complesso, sia a singole unità abitative.

Come è composta l’infrastruttura di edificio

L’infrastruttura multiservizio di edificio della serie Data Center si compone di unità funzionali che raccolgono i segnali e i servizi provenienti dall’esterno e provvedono a distribuirli, tramite dorsali realizzate in fibra ottica, a tutte le unità immobiliari:

Come è composta l’infrastruttura di appartamento

La serie Data Center consente di collegare i segnali provenienti dai cassetti ottici di edificio ad ogni unità abitativa in un preciso punto di accesso, denominato QDSA (Quadro Distribuzione Segnali di Appartamento). Da questo quadro, i segnali vengono convogliati a ogni singolo dispositivo utilizzando fibre ottiche, cavi in rame o in modalità wireless:

Fiber Fast: innesto senza attrezzi

Per connettorizzare i cavi in fibra ottica, Gewiss propone la soluzione Fiber Fast, un sistema che permette di intestare in modo facilitato e sicuro le singole fibre senza l’utilizzo di attrezzi. Le estremità delle bretelle sono composte da una ferula prelappata, protetta da una guaina termorestringente, completabile con i connettori SC/APC in dotazione dopo la posa in tubazioni.

Illuminazione retail: LED e luce connessa nel Carrefour torinese

Vedere meglio per comprare meglio: ecco il segreto del nuovo progetto di illuminazione retail su misura realizzato da Signify negli spazi del Carrefour Market del centro commerciale “Settimo Cielo Retail Park” di Settimo Torinese.

Alla base dell’intervento, che ha visto l’installazione di 113 apparecchi a LED, la necessità di migliorare l’estetica della struttura e di offrire al contempo un’illuminazione omogenea, performante ed efficiente delle diverse aree del supermercato. Operazione riuscita, nel nuovo sistema smart frutto della collaborazione tra Signify (ex Philips Lighting), 3Light e Sacchi Elettroforniture.

La vera sfida? A ogni prodotto fresco la sua illuminazione retail

Partiamo dalle corsie: per garantire una luce uniforme in tutti i corridoi del Carrefour Market, Signify ha fornito diversi modelli rigorosamente a LED della linea CoreLine Trunking. Tuttavia, la corretta illuminazione dei prodotti alimentari freschi ha rappresentato la principale sfida del progetto. Questo perché le sorgenti luminose svolgono un ruolo fondamentale nel rallentamento del processo di deterioramento di alcuni componenti nutritivi di frutta, verdura, carni, formaggi e prodotti da forno.

Esigenza pienamente soddisfatta dai proiettori EcoStyle, nei banchi del pane, della carne e del pesce, e Downlight GreenSpace Accent, selezionati per l’intera area della gastronomia. Sempre al fine di mantenere inalterati qualità, sapore e aspetto dei cibi, Signify ha sviluppato diverse ricette di luce dedicate a ciascuna tipologia di prodotto esposto:

Fare marketing con luce connessa e personalizzata

Le potenzialità dell’illuminazione retail vanno ben oltre, nelle proposte lighting di Signify. La soluzione di luce connessa Interact Retail interagisce infatti con gli apparecchi, i sensori e i dispositivi Philips per offrire nuovi pattern di illuminazione all’interno del punto vendita.

Cosa fa Interact Retail? La luce digitale e controllabile da remoto consente di personalizzare l’illuminazione per attirare, guidare e indurre specifici comportamenti nei visitatori del supermercato, valorizzare gli articoli esposti con effetti luminosi, creare giochi di luce dinamici nelle vetrine per invitare i passanti a entrare nei negozi. Infine, il servizio di Indoor Navigation guida i clienti e attiva servizi geolocalizzati, laddove richiesto, come richieste particolari o promozioni.

Reti elettriche, CESI diventa un riferimento per il testing

Laboratorio di test CESILe reti elettriche oggi vengono costruite e dimensionate per assicurare la corretta distribuzione dell’energia lungo l’intera rete. Ma cosa succede se un ramo di questa rete elettrica viene a mancare? La parte restante subirà conseguenze? Ci sarà un impatto sulla normale erogazione?

Si tratta di dubbi leciti e ben lontani dall’essere solo ipotesi.
Sud dell’Australia: nel settembre 2016 c’è stato un black out a seguito di tornado che spiravano a 200 km orari. L’uragano Sandy nel 2012 a New York ha causato allagamenti delle centrali elettriche. Anche l’Italia soffre problemi simili: basti pensare al black out che nel 2017 ha lasciato migliaia di famiglie in Abruzzo senza corrente elettrica per più giorni. Essere in grado di sopportare gli eventi climatici avversi significa prima di tutto rinforzare le reti elettriche e renderle più robuste, in grado di resistere a shock di questo tipo.

Competenze mirate per reti elettriche più robuste

Laboratorio CESI per il test delle reti elettricheLe reti elettriche mondiali in questi ultimi anni si trovano a dover fronteggiare con sempre maggiore frequenza fenomeni metereologici estremi.

Per spingersi verso una resilienza sempre maggiore, è necessario superare paradigmi consolidati da anni nella progettazione e nella gestione dei sistemi elettrici. Ciò sia attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative: tra queste, ad esempio, i dispositivi idrofobici insieme ai dispositivi anti-icing, che impediscono il congelamento dei cavi, fino a quelli anti-torsionali, che mitigano le torsioni dei cavi stessi dovute ai forti venti.

Per rispondere a queste necessità è imperativo poter contare su conoscenze e competenze avanzate. Per questo motivo di recente l’italiana CESI (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano) ha firmato un accordo per l’acquisizione della proprietà della società olandese di testing KEMA. Con l’acquisizione, che verrà perfezionata entro la fine del 2019, CESI acquisisce anche i laboratori della società in Olanda, Cecolovacchia e USA, diventando un riferimento nel mondo del testing delle reti elettriche di alta tensione.

Test mirati per soluzioni efficaci

Impianto di test per reti elettricheNei loro laboratori CESI e KEMA sono in grado di realizzare test in ambiente climatico controllato in cui, per esempio, si prova la resistenza dei componenti al ghiaccio oppure a temperature estremamente basse o estremamente alte. Le “bombe d’acqua” e le inondazioni implicano, inoltre, anche delle prove allo stress meccanico su piattaforme che simulano tale fenomeno.

CESI e KEMA insieme contano su un network di quasi 1.500 professionisti operanti in 40 paesi nel mondo in laboratori in 5 continenti e sedi in Italia (Milano, Piacenza e Seriate), Germania, USA, Brasile, Cile, Colombia, Emirati Arabi Uniti.

Nella sede milanese di CESI lavorano tecnici e ingegneri che ogni giorno si occupano degli sviluppi più all’avanguardia in materia di elettricità con governi e importanti istituzioni pubbliche e private internazionali. I laboratori milanesi ospitano anche uno dei quattro unici siti al mondo di produzione delle speciali celle fotovoltaiche utilizzate per alimentare i satelliti attualmente in orbita attorno alla Terra.

Micro Data Center: nel cuore dei processi digitali

La digitalizzazione sta coinvolgendo in maniera sempre crescente tutti gli aspetti della produzione industriale e può portare vantaggi significativi anche alle aziende del settore dei beni deperibili di largo consumo (CPG) come i prodotti alimentari, quelli per la pulizia casa o per l’igiene personale. Questi vantaggi si concretizzano solo se le aziende hanno un accesso rapido e affidabile ai dati, per questo motivo diventa impellente la necessità di implementare data center industriali all’avanguardia.

Le soluzioni Micro Data Center Xpress di Schneider Electric si caratterizzano per essere certificate, compatibili, sicure e gestibili per implementare una infrastruttura fisica ovunque, in modo semplice, rapido e conveniente.

I vantaggi della digitalizzazione

Armadio rack per data centerTracciabilità – Per soddisfare le normative del settore, le aziende CPG hanno sempre più bisogno di tracciare ogni parte dei loro processi e potenzialmente anche quelli dei loro fornitori. La digitalizzazione attraverso tecnologie come codici a barre, sensori e lettori RFID produce una moltitudine di dati che sono difficili da processare e gestire.

Monitoraggio – Il monitoraggio della catena di approvvigionamento aiuta qualsiasi azienda a rispondere più rapidamente alle diverse esigenze e richieste dei consumatori e rilevare i “colli di bottiglia” nella loro catena di produzione adottando in tempo reale misure per correggerli invece di aggiungere semplicemente più macchine per aumentare la produzione.

Manutenzione predittiva – Oggi è possibile dotare tutte le macchine in una catena di produzione di sensori o software che ne monitorano lo “stato di salute”. Le aziende possono raccogliere i dati inviati dai loro macchinari e trasmetterli a un sistema di analisi in grado di rilevare quando una determinata macchina inizia a funzionare al di fuori dei parametri stabiliti. L’azienda può quindi programmare la manutenzione nel momento più adatto per non inficiare o fermarla prima che si manifesti un guasto.

Le sfide dei data center industriali

Ma quali sono quindi le sfide e le complessità nella costruzione di un data center industriale all’avanguardia?
In primo luogo, il posizionamento corretto di un data center è un aspetto fondamentale nella realizzazione di un’infrastruttura all’avanguardia perché una soluzione di data center edge, “alla periferia” della rete deve raggiungere la stessa resilienza e ridondanza di un data center tradizionale.

Poiché i data center edge sono decentralizzati e distribuiti, per facilitarne la gestione sia da un punto di vista IT che di struttura le aziende hanno bisogno che la progettazione di un data center sia standardizzata e ripetibile su potenzialmente centinaia o migliaia di sedi globali, evitando di ripartire da zero ogni volta per la progettazione.

La giusta taglia: i Micro Data Center

Con le soluzioni Micro Data Center Xpress, è possibile aggiungere capacità ai data center ovunque e in qualunque momento in maniera semplice e conveniente, sia in sale informatiche sia in ambienti che siano sprovvisti di controllo del clima, offrendo le stesse funzionalità di ridondanza e backup della batteria di un data center centralizzato.

Queste soluzioni personalizzabili includono armadi fisici, UPS, rack PDU, componenti di raffreddamento, software di gestione gestiti in remoto da una posizione centralizzata, sistemi di monitoraggio ambientale e di sicurezza; sono interamente collaudate, assemblate e imballate in fabbrica da Schneider Electric e vengono quindi fornite al cliente pronte all’uso.

La mobilità elettrica nella Pubblica Amministrazione

Le strade per giungere al medesimo risultato, ovvero la diffusione della mobilità elettrica sul territorio, possono essere diversissime, specie in un Paese dai 7.914 comuni quale l’Italia. Ce lo ha ricordato uno dei convegni più interessanti svoltosi durante l’ultima edizione di That’s Mobility dal titolo eloquente: “La mobilità elettrica nella Pubblica Amministrazione”.

La Pubblica Amministrazione dia il buon esempio

Mobilità sostenibile nella Pubblica amministrazione - linee guida LombardiaL’introduzione è stata affidata all’architetto Annalisa Galante – docente del Politecnico di Milano – che ha sottolineato come “ormai nel nostro Paese si viaggi al ritmo di mille macchine elettriche immatricolate ogni mese, una cosa impensabile anche soltanto un anno fa. Cifre destinate a crescere continuamente fino ad arrivare al quinquennio 2025/2030 nel quale il numero di veicoli ad emissione zero passerà dagli attuali 22mila a qualche milione. Un contesto nel quale la Pubblica Amministrazione svolgerà un ruolo importante, anche per dare il buon esempio ai cittadini in tema di mobilità sostenibile“.

Come per altri aspetti dello sviluppo nazionale, la Lombardia è una regione chiave anche per la diffusione del mezzo elettrico. “Già nel 2015 – ha ricordato Annalisa Galante – una delibera della Giunta Regionale ha stabilito che le flotte aziendali e della Pubblica Amministrazione dovrebbero evolversi facendo così da apristrada alla diffusione dei veicoli elettrici. In particolare il DGR pone l’enfasi sui servizi di trasporto pubblico locale, su quelli di car-sharing e su altri servizi in mobilità assicurati dagli enti locali, come le navette per le scuole e per i disabili, il servizio notturno di pulizia delle strade, gli spostamenti dei turisti”.

Dalle parole dell’architetto Valentino Serino, che lavora nell’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio del comune di Milano (Amat), si è avuta conferma di come fra le grandi città italiane la metropoli lombarda sia quella più avanti nel lungo cammino che porta alla mobilità senza emissioni. “Il nostro Piano Urbano – ha detto – si basa su quattro pilastri: Mobilità sostenibile, Qualità ambientale, Innovazione ed efficienza economia, Equità, sicurezza ed inclusione sociale. Già adesso, l’offerta di trasporto pubblico a Milano, fra metro, tram, filobus e autobus, è elettrica al 70% con più di 26mila corse al giorno”.

Dalla mobilità sostenibile di Milano a quella di un piccolo gruppo di paesi nel bergamasco: la mobilità elettrica nella Pubblica Amministrazione

A partire dal 2030 solo autobus elettrici sulle strade di Milano

Ma non è certo il caso di cullarsi sugli allori, tanto è vero che il Comune ha varato un mega piano “sostenibile” da due miliardi di euro. “Soldi – ha spiegato Serino – che serviranno soprattutto a rendere interamente elettrica la nostra flotta di autobus a partire dal 2030 con la ristrutturazione di tutti i depositi”.

Un altro capitolo importante è quello dell’evoluzione delle infrastrutture di ricarica. “Siamo ben consci che la diffusione dell’auto elettrica va di pari passo con quella dei punti di ricarica. Per questo il nostro obiettivo immediato è quello di fornire all’utenza un’offerta di ricarica estesa su tutto il territorio comunale. Entro il 2020 – ha sottolineato Serino – per Milano vogliamo 800 punti di ricarica ogni centomila abitanti. E stimando un rapporto di 1:10 fra pubblico e privato, questo significa 80 punti pubblici che, considerata la popolazione cittadina di 1,3 milioni di abitanti, equivale ad un obiettivo di 1.040 punti di ricarica pubblici entro la fine dell’anno prossimo”.

L’esperienza innovativa dei comuni bergamaschi

Convegno mobilità elettrica nella Pubblica Amministrazione a That's Mobility 2019Con l’architetto Silvio Cerea, responsabile dell’ufficio tecnico di Villa di Serio, si è compiuto un suggestivo viaggio nelle difficoltà, ma anche e soprattutto delle soddisfazioni, cui può andare incontro un ristretto gruppo di piccoli comuni che decide di intraprendere il cammino dell’innovazione. “Tutto è cominciato nel 2011 – ha raccontato – quando tre comuni, Villa di Serio, Nembro e Pradalunga, hanno deciso di partecipare ad un bando per i finanziamenti PAES (Piano d’azione per l’energia sostenibile) indetto da Cariplo. L’anno dopo è stato sottoscritto un protocollo d’intesa con il Politecnico di Milano per una strategia condivisa inerente lo sviluppo della mobilità elettrica. Nasce così il nostro progetto, denominato Green Line, con altri 4 comuni della Val Seriana coinvolti, per un totale di 66mila abitanti”.

È iniziato così un cammino importante ma difficile in un settore, quello della mobilità sostenibile, le cui regolamentazioni erano ancora in corso di definizione. “Negli anni successivi abbiamo definito le regole per la localizzazione e l’installazione delle colonnine oltre che effettuare un’indagine di mercato per individuare le ditte interessate ad eseguire il lavoro. Nel frattempo il gruppo dei centri abitati coinvolti si è ulteriormente allargato arrivando nel 2016 a 19 comuni con 150mila abitanti complessivi. In quel periodo la Regione Lombardia ha pubblicato un bando per raccogliere proposte in tema di mobilità sostenibile da sottoporre al Ministero delle Infrastrutture. Noi abbiamo deciso di partecipare con un progetto che prevedeva l’installazione di 31 colonnine sul territorio (30 Normal Power ed una High Power) e nel novembre 2016 siamo stati informati che il Ministero ci aveva concesso un finanziamento di oltre mezzo milione di euro”.

“Con Enel X e Ress Solar il progetto è raddoppiato a costo zero”

Tutto risolto, dunque? Nemmeno per idea, perché quel finanziamento non è mai stato erogato per via di successivi intoppi burocratici… “Noi però non ci siamo rassegnati – ha proseguito l’architetto Cerea – e abbiamo deciso di procedere comunque chiedendo direttamente alle aziende una manifestazione d’interesse per la realizzazione delle infrastrutture di ricarica. Hanno partecipato due società, Enel X e Ress Solar, che a giugno 2018, di comune accordo, hanno comunicato la loro disponibilità per realizzare a costo zero, con una concessione di 8 anni, un pacchetto di ben 61 colonnine (di cui due High Power) distribuite nei 19 comuni. Lavori d’installazione delle colonnine che sono regolarmente iniziati all’inizio di quest’anno ed oggi sono praticamente completati”.