Zero emissioni al 2025, l’obiettivo sfidante di Schneider Electric

In occasione del Climate Week NYC 2019, Schneider Electric ha annunciato di voler accelerare il proprio percorso verso la neutralità di emissioni con tre azioni per intensificare lotta contro cambiamenti climatici.

3 gli obiettivi al 2025 (cinque anni in meno rispetto al piano originale):

Schneider Electric, inoltre, chiede alle altre aziende di ridurre le emissioni offrendo supporto con prodotti e servizi che possano aiutare a trovare nuove fonti di efficienza ed efficacia operativa.

“Il cambiamento climatico è la prima e più grande minaccia per la salute e il benessere della società. Dobbiamo lavorare per ridurre le emissioni e fermare l’aumento della temperatura – afferma Jean-Pascal Tricoire, Presidente e Amministratore Delegato di Schneider Electric-. Il nostro impegno è strettamente integrato nelle nostre decisioni e scelte di governance, ma dobbiamo fare di più, più rapidamente. È necessario essere più coraggiosi nelle azioni per ridurre le emissioni e adottare pratiche più sostenibili”.

Nel percorso di neutralità, l’azienda ha anche creato reti di protezione per non produrre impatto negativo sulle diverse comunità in cui l’azienda opera nel corso della transizione: il programma Access to Energy porterà l’elettricità a 80 milioni di persone entro il 2030.

L’azienda ha anche due strumenti di impact investing, che usa per sostenere start up che promuovano soluzioni inclusive, capaci di contribuire attivamente al raggiungimento dell’obiettivo 7 di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG7 – energia pulita a prezzi accessibili per tutti).

“L’accesso all’energia è un diritto umano fondamentale, ma è cruciale tenere conto degli effetti che il suo consumo ha sull’ambiente – ha aggiunto Tricoire – .Dobbiamo trovare il modo di dare energia a chi non ne ha consentendo uno sviluppo sostenibile”.

Il piano di decarbonizzazione verso zero emissioni

Schneider Electric- negli ultimi 15 anni – ha lavorato per decarbonizzare se stessa e i clienti attraverso un approccio collaborativo con prodotti, soluzioni e servizi: il cambiamento climatico si può fermare solo con l’innovazione e la collaborazione.

Il programma interno Smart Factory, che applica le soluzioni EcoStruxure create dall’azienda in tutta la sua supply chain globale, sta sta dimostrando che è una delle migliori opportunità per ottenere efficienze operative ed energetiche.

La divisione Energy & Sustainability Services (ESS) aiuta i clienti a quantificare le emissioni di CO2 e tracciare i progressi.
Inoltre, rinforza il contributo all’obiettivo delle Nazioni Unite SDG17 (Partnership for the goals) unendosi all’iniziativa Business Ambition for 1.5°C e al Global Compact LEAD group.

V2 Apptool, una app rinnovata per configurare e comandare la casa smart

Un buon impianto di automazione, che permetta di controllare gli accessi, è il primo passo verso il comfort quotidiano e una casa più smart. Sono diversi gli step per arrivare alla soluzione ideale: nasce proprio per questo motivo – ed è dedicata a tecnici e installatori – la nuova app di V2, azienda italiana che da oltre trent’anni progetta e costruisce automazioni per cancelli, garage, tende e tapparelle Made in Italy.

V2 Apptool, disponibile gratuitamente su Google Play per dispositivi Android e su Apple Store per iPhone e iPad, permette di configurare e gestire l’impianto di automazione anche da smartphone e tablet.

V2 Apptool 2.0 permette di programmare e controllare i parametri delle centrali di comando V2 in maniera facile e da qualsiasi dispositivo, consentendo così ai tecnici di risparmiare tempo in fase di configurazione dell’impianto. La app permette di impostare tutti i parametri della centrale di comando, caricare i dati di default, leggere la configurazione corrente oppure caricare una precedentemente salvata oltre che aggiornare velocemente il firmware della centrale e collocare in cloud le configurazioni precedentemente salvate. Non manca il registro eventi, utile per analizzare le condizioni operative dell’intero impianto e valutare eventuali anomalie.

V2 Apptool: ancora più semplice da utilizzare

app V2 Apptool su tablet e smartphoneLa nuova versione 2.0 si presenta più moderna e veloce, con una interfaccia ancora più intuitiva. Icone chiare, testi multilingua e comandi in evidenza permettono di configurare rapidamente e con semplicità impianti di automazione domestica o industriale.

L’obiettivo di V2 è quello di rendere la vita degli installatori e più semplice e quella degli utenti finali più confortevole. Da questa considerazione nasce dunque la nuova V2 Apptool 2.0, che consente a installatori e tecnici di lavorare agevolmente su un impianto, configurarlo, applicare variazioni o scenari.

L’ampia offerta di V2, che include una serie di prodotti sempre più smart e connessi tra di loro, sfrutta tutte le potenzialità del Bluetooth (come nel caso di V2 Apptool), del Wifi e del protocollo KNX per offrire soluzioni ad alto contenuto tecnologico, il tutto mantenendo la massima semplicità di configurazione e di impiego.

Tradizione o innovazione? Entrambe, nel rinascimento della ferramenta

Aria di novità, sul mercato italiano della ferramenta, protagonista di Hardware Forum 2019. Dalla filiera tradizionale all’e-commerce, dal punto vendita alle strategie online, fino al ruolo dei grossisti: i temi della manifestazione hanno trovato pieno riscontro nel convegno annuale di Assofermet Ferramenta, ulteriore occasione di approfondimento, in fiera, sul futuro del settore.

hardware forum 2019“Hardware Forum cresce negli espositori e nelle collaborazioni con gli attori della filiera, promuovendo iniziative sempre più aderenti alla realtà italiana della ferramenta/utensileria -, commenta in apertura Thomas Rosolia, amministratore delegato di Koelnmesse -. Si contano in questa edizione oltre 200 attività e incontri di matchmaking tra produttori e grossisti, mentre continua la collaborazione con BricoDay, l’evento di riferimento per gli operatori del settore bricolage”.

Apprezzata novità del 2019, la concomitanza di Hardware Forum con la mostra convegno That’s Mobility, un’alleanza strategica per il coinvolgimento dei visitatori professionali del comparto elettrico.

Canale tradizionale: evoluzione e tendenze

Come va il mercato della distribuzione ferramenta? Risponde l’analisi GFK, presentata al pubblico milanese dal sales lead manager Home Improvement, Energy e Automotive Ivano Garavaglia.

Il sell out del canale tradizionale nei primi sei mesi del 2019 ha dato buoni frutti: per i punti vendita superiori ai 100 mq, 5,5 miliardi di euro e +4,7% sul primo semestre 2019; 0,9 miliardi di euro e +5,6% sul tendenziale invece per quanto riguarda i grossisti.

Dalle interviste ai titolari delle attività sono inoltre emersi 4 temi chiave:

“Le vendite online rappresentano attualmente l’11% del fatturato globale del negozio – aggiunge Garavaglia -, percentuale che riflette il momento di cambiamento in ottica digitale del settore”.

Quando la ferramenta incontra la smart home

L’analisi GFK sottolinea inoltre alcuni aspetti che riguardano il rapporto tra consumatore e punto vendita in termini di smart home. Questi gli elementi dell’indagine, focalizzati soprattutto sulle tecnologie per la sicurezza e il controllo, più affini alla ferramenta.

Punto vendita vs e-commerce: prove di sinergia?

Affiancare al tradizionale punto vendita un negozio virtuale richiede sforzi notevoli e un netto cambio di strumenti e di mentalità. Lo conferma il terzo Osservatorio Permanente Multicanalità in Ferramenta (OPFM), dedicato alle possibili sinergie tra canali di vendita fisici e online.

Il primo dato interessante della survey 2019 riguarda l’organico dei rivenditori: il 76% delle realtà multicanale possiede oltre tre collaboratori, perché seguire questi negozi “gemelli” richiede personale dedicato. La svolta online richiede anche un adeguamento infrastrutturale del punto vendita stesso, con comunicazioni ad hoc e connessione wireless gratuita per i clienti. Il 70% del panel ha scelto inoltre di commercializzare i prodotti tramite piattaforma proprietaria, preferendola ai marketplace internazionali: una mossa strategica, da calibrare in base al proprio modello di business, fondamentale per non lasciare solo il proprio cliente quando esplora il mondo digitale.

In conclusione, la consapevolezza del canale tradizionale è il primo motore del rinnovamento del settore ferramenta/utensileria. Non a caso, il 71% dei titolari di negozi multicanale è soddisfatto di aver intrapreso questo percorso, confermando che l’e-commerce non è una minaccia ma un’opportunità per il settore.

Fotovoltaico e auto elettrica: pronti all’integrazione?

Che mobilità elettrica sostenibile sarebbe, senza rinnovabili? Serve andare oltre la naturale convergenza tra fotovoltaico e auto elettrica verso offerte più integrate, efficienti e digitali: questa la sfida lanciata a That’s Mobility 2019 dalla filiera italiana del solare.

Non basta dunque spostare altrove le emissioni inquinanti del trasporto tradizionale, la “benzina” delle auto elettriche deve essere rinnovabile. Ecco perché cogliere le occasioni generate per l’intera filiera dal binomio fotovoltaico-mobilità elettrica, vincendo le attuali resistenze all’utilizzo distribuito dell’energia.

Fotovoltaico e auto elettrica abilitano la rivoluzione green

Nell’ultimo anno, il percorso della transizione energetica ha acquisito interessanti elementi. Alla crescita esponenziale dei veicoli elettrici e ibridi si affiancano due notevoli trend di sviluppo:

Come favorire questo legame? I relatori del convegno organizzato dalla rivista Solare B2B ci hanno offerto una panoramica sulla questione, toccando fronti normativi, infrastrutturali, tecnologici e attitudinali del mercato.

Partiamo dall’infrastruttura di ricarica

Secondo una recente analisi di Legambiente, sottolinea la consulente Erica Bianconi, nel 2019 l’Italia conta 5.507 stazioni di ricarica dei veicoli elettrici. Di queste, 1.134 punti si trovano in Lombardia, alla guida della classifica regionale con un +118% sul 2018. Bene anche Trentino Alto-Adige, Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna, mentre ancora zoppicano aree del centro-sud come Molise e Basilicata. Normative e incentivi non mancano, ma tutto dipende dalle opportunità di mercato, dalla logistica e, soprattutto, dalla disponibilità delle pubbliche amministrazioni.

Nell’integrazione tra fotovoltaico e auto elettrica, il futuro della transizione energetica

Comunque, la crescita dell’infrastruttura è notevole e ci conferma che siamo sulla strada giusta. Il percorso green è sostenuto anche da diverse misure governative a favore della mobilità sostenibile: l’ultima Legge di Bilancio contiene ecobonus per veicoli e infrastrutture, con incentivi fino a 6mila euro per l’acquisto di mezzi a basse emissioni inquinanti (0-20 g/km di CO2). Pensando alle amministrazioni locali, non mancano bandi regionali per gli adeguamenti infrastrutturali, mentre un’attuazione del DL Crescita del 14 maggio 2019 prevede contributi per progetti di efficientamento energetico, con particolare attenzione alla connessione tra mobilità elettrica, infrastruttura e fotovoltaico. 

Scenari di filiera: perché fidarsi delle auto elettriche?

Convegno Solare B2B

Una seconda riflessione riguarda la tecnologia abilitante, ovvero la batteria. “Lo stato dell’arte della mobilità si basa sulle batterie – spiega Daniele Invernizzi, presidente di ev-NOW! e vice presidente di Tesla Owner Italia -. Un elemento chimico, regolato dall’elettronica, che nelle applicazioni automotive risulta estremamente stressato per le potenze e le temperature elevate. Eppure, i costruttori le garantiscono per almeno 8 anni: perché?”

Per almeno quattro motivi, legati ai grandi passi avanti dell’industria che rendono oggi la mobilità elettrica una tendenza assolutamente affidabile:

Una filiera che crea lavoro, economia circolare e best practice. Inoltre, l’industria elettrica sta progressivamente abbandonando il cobalto, materia prima eticamente ed economicamente non sostenibile. “La ricetta delle batterie è in continua evoluzione, vi invito a vivere la mobilità elettrica in tutto il suo potenziale, che combacia perfettamente con finalità e caratteristiche tecniche delle energie rinnovabili”, conclude Invernizzi.

La filiera della smart mobility crea occupazione, economia circolare e pratiche sostenibili

Digital energy tra UVAM, prosumer e V2G

Convegno Solare B2B

Tornando alla connessione tra rinnovabili e mobilità elettrica, Stefano Cavriani, fondatore di Ego e rappresentante di Italia Solare, aggiunge l’ultimo tassello della rafforzata convergenza tra fotovoltaico e auto elettrica. Si tratta infatti di ragionare in ottica PNIEC 2030 sulle attuali opportunità della generazione distribuita e digitalizzata dell’energia elettrica, legate alla compensazione di fonti energetiche tipicamente non programmabili e alle opportunità per i prosumer.

Siamo al tema delle UVAM (Unità Virtuali Aggregate Miste), che schiudono alle unità medio-piccole di produzione e di consumo la possibilità di offrire servizi a Terna e “partecipare” così al mercato del dispacciamento. “Nonostante tutte le difficoltà burocratiche che impattano i sistemi integrati di fotovoltaico e accumulo – commenta Cavriani -, siamo nel pieno della transizione energetica e le batterie ne sono protagoniste”. In prospettiva, arriveranno novità importanti per l’accumulo su utility scale, parlando di UVAS (Unità Virtuali Aggregate di Storage), mentre già si parla di un disegno di legge sulle cosiddette UVAR, dove la R sta per sistemi di ricarica dei veicoli elettrici, che si andranno presto a integrare alla rete elettrica, riprendendo il concetto di V2G.

Digitalizzare l’infrastruttura elettrica per garantire continuità di servizio

Modernizzare e digitalizzare l’infrastruttura elettrica sta diventando sempre più di una necessità, una necessità anche del porto di Livorno che movimenta migliaia di container in arrivo e in partenza per tutto il mondo, grazie all’entrata in funzione del terminal Darsena Toscana. L’obiettivo è quello di garantire la continuità di servizio per una movimentazione affidabile e senza interruzioni.

“Il costante aumento della richiesta di energia legato all’incremento dei contenitori movimentati e l’elevato costo di un fuori servizio hanno reso necessario un importante investimento sull’ammodernamento e digitalizzazione della nostra infrastruttura elettrica” dichiara l’Ing. Marco Mignogna, Direttore generale del Terminal Darsena Toscana.

L’obiettivo raggiunto grazie a un progetto – realizzato da Marco Manciassi di Biemmestudio – Livorno – che ha visto l’implementazione della piattaforma EcoStruxure di Schneider Electric.

 Il progetto: digitalizzare l’infrastruttura elettrica

Una delle problematiche riscontrate in Terminal Darsena Toscana era la presenza di 3 cabine che in caso di guasto non erano in grado di garantire la selettività. Questo portava a perdite economiche e mancanza di continuità operativa a causa della mancanza di corrente.

La soluzione adottata è stata quella di introdurre la selettività logica delle cabine per permettere di ridurre al massimo il disservizio in caso di un guasto in uno dei qualsiasi punti dell’anello di Media Tensione del terminal. Ora l’automazione della distribuzione elettrica consente alle cabine di lavorare in modo autonomo e isolarsi, in caso di guasto garantendo al resto del Terminal di continuare a lavorare senza nessun disservizio.

Inoltre, gli interruttori MT sono stati dotati di apparecchiature in grado di essere controllati da remoto.

Attraverso un sistema SCADA, EcoStruxure Power Scada Operator, è possibile gestire e controllare il consumo energetico, lo stato degli interruttori e lo stato del generatore. In aggiunta è possibile accendere e spegnere le 35 torri faro dislocate sul piazzale della Darsena.

interruttori Schneider per digitalizzare l'infrastruttura elettrica Terminal Darsena Toscana

I vantaggi

Grazie a questo sistema, è possibile identificare rapidamente il punto di guasto e le cause e intervenire in breve tempo evitando lunghi fermi dovuti alla ricerca guasto.

La ridondanza delle cabine e la selettività delle linee garantiscono continuità di servizio e un aumento della produttività.

La piattaforma EcoStruxure digitalizza l’infrastruttura elettrica del Terminal Darsena Toscana che offre servizi di movimentazione e stoccaggio di contenitori tra nave, treno e camion

Luce pronta all’uso con la lampada Smart-Lite

Necessiti di luce immediata? Ha bisogno di una lampada di emergenza portatile? La mini-lampada multifunzione ricaricabile Smart-Lite è la soluzione a marchio Lyvialed di Arteleta per qualsiasi esigenza di illuminazione.

Pratica, maneggevole, ad alta efficienza energetica, Smart-Lite è il dispositivo adatto in grado di garantire la migliore qualità di illuminazione sia come apparecchio portatile, sia come lampada fissa.

Smart-Lite è una lampada portatile dotata di base di ricarica con spina 10A 2P+T, il corpo lampada rimovibile può essere utilizzato come torcia o come segnapasso e lampada d’emergenza, se inserito nella base di ricarica.

Due modalità di emissione di luce per Smart-Lite:

Come utilizzare lampada Smart-Lite

lampada multifunzione Smart Light ArteletaIl selettore multifunzione consente di impostare Smart-Lite per la necessità d’uso:

Smart-Lite utilizza una batteria di tipo Li-On 3,7 V – 500 mA ricaricabile in 15 ore e con autonomia di 3 ore non-stop per la luce frontale e 3,5 ore per la torcia sommitale.

La lampada ha una potenza luminosa pari a 30 lm che si riduce a a 20 lm in modalità luce notturna per un migliore comfort visivo. In funzione luce automatica, Smart-Lite Lyvialed by Arteleta può contare su una distanza di rilevazione di 3 metri e un tempo di intervento di circa 30 secondi.

Smart Mobility Report: mercato, previsioni, barriere della mobilità elettrica

Quello della mobilità elettrica è un tema molto promettente: minori consumi, sostenibilità, comfort di guida. Ma tante promesse devono andare di pari passo con risposte certe da parte dei costruttori e, altrettanto importante, delle infrastrutture logistiche necessarie.

That’s Mobility, l’elettrico alla (ri)carica

L’evoluzione del mercato della mobilità elettrica a livello mondiale, europeo e italiano e il suo ruolo di spicco nella transizione energetica, sono stati oggetto della seconda edizione dell’evento That’s Mobility (MiCo Milano, 25-26 settembre).

Smart mobility report presentazione dati mobilità sostenibile

“Una manifestazione che ci sta riservando grandi soddisfazioni, nei contenuti come nel lato espositivo – esordisce Massimiliano Pierini, managing director di Reed Exhibitions Italia – That’s Mobility nasce dalla componente energetica che ci compete, siamo leader al mondo sulle energie con MCE – Mostra Convegno Expocomfort, da qui abbiamo deciso di creare questo evento in collaborazione con Energy & Strategy Group. In questi due giorni verrà offerta una panoramica su quanto di più innovativo abbiamo oggi sul mercato: infrastruttura ricarica, storage, leasing, modelli di auto e moto elettriche, sharing e altri accessori”.

Gradita anche la presenza in videoconferenza del Senatore Gianni Girotto, Presidente della 10a Commissione permanente (Industria, commercio, turismo).
Il Senatore Girotto ha confermato l’interesse per i temi trattati a That’s Mobility (“Da circa 3 anni seguo il mercato della mobilità sostenibile”) segnalando alcuni punti chiave per lo sviluppo della mobilità elettrica nel nostro Paese:

Durante la prima giornata sono stati presentati i risultati dello Smart Mobility Report, redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano attraverso i principali macro-trend che stanno ridisegnando il mondo della mobilità verso la smart mobility. Perché smart mobility? Risponde Vittorio Chiesa direttore dell’Energy & Strategy Group, “parliamo di evoluzione del mondo della mobilità tradizionale verso un modello più sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale: dall’elettrificazione alla sharing mobility, all’uso dei veicoli elettrici come soggetto attivo all’interno del sistema elettrico (Vehicle-Grid Integration)”.

La mobilità elettrica nel mondo

smart mobility report

Le auto elettriche immatricolate nel 2018 sono state 2,1 milioni (includendo passenger cars e Light Duty Vehicles) sia full electric (BEV) sia ibridi plug-in (PHEV), registrando una crescita del 78% rispetto all’anno precedente. Un risultato che evidenzia gli sforzi messi in atto dai governi e dall’industria automobilistica, sono necessarie strategie politiche di sostegno alla mobilità sostenibile, attività di ricerca e sviluppo per accelerare la transizione verso la mobilità elettrica.

I dati dello Smart Mobility Report evidenziano che la Cina si conferma primo mercato per i veicoli elettrici con 1,2 milioni di nuovi veicoli elettrici (+78%), il triplo dell’Europa, mentre l’Europa mantiene il secondo posto davanti a Stati Uniti e Giappone. Per quanto riguarda l’Europa, al primo posto la Norvegia con oltre 72.000 nuove auto elettriche, segue la Germania con 67.000, poi Gran Bretagna e Francia.

I numeri della mobilità elettrica in Italia

In Italia siamo ancora in attesa del grande boom. Qual è la situazione del mercato e quali ostacoli rallentano la diffusione dei veicoli elettrici?
Nel 2018 sono state immatricolate 9.579 auto elettriche, di cui 5.010 BEV e 4.569 PHEV, pari allo 0,5% del totale delle immatricolazioni (quasi 2 milioni di auto nel 2018). Questo porta a 22.000 auto elettriche in circolazione a fine 2018.

“Il mercato ha visto forte incremento nei primi 7 mesi del 2019, anche grazie a ecobonus sull’acquisto dell’auto elettrica, 6000 auto vendute, 1000 in più rispetto al 2018 e tasso di crescita del 113%. Insomma, il volano è lanciato!” ha aggiunto Pierini.

Certo sono numeri esigui se paragonati ai valori del mercato europeo – 384.000 auto elettriche immatricolate nel 2018 – ma dimostrano che anche in Italia si sta puntando su una mobilità più sostenibile e consapevole.

“E’ ormai chiaro a tutti che non stiamo più parlando di una ‘nicchia’, ma di una componente fondamentale dei trasporti del futuro. – ha sottolineato Chiesa – Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) fissa obiettivi ambiziosi per i prossimi anni”.

La strada dunque è tracciata, ma le difficoltà da superare sono molte. La diffusione della mobilità elettrica è rallentata da alcune barriere di tipo economico (costo di acquisto del veicolo), tecnologico (range della batteria, tempi di ricarica, diffusione dell’infrastruttura di ricarica, interoperabilità…) anche se in misura minore rispetto al report del 2018, ambientale (smaltimento delle batterie).

Tre barriere una più intangibile, ma non per questo meno difficile da abbattere: quella psicologica, il cosiddetto “range anxiety” legato al tempo di ricarica e l’ansia di non trovare una colonnina di ricarica.

Tra coloro che posseggono un veicolo elettrico, oltre i 2/3 ha dichiarato di ricaricare il veicolo a casa, mentre il restante 30% si ripartisce tra chi ha la possibilità di ricaricare l’auto elettrica al lavoro (20%) e chi invece deve fare esclusivo affidamento alla ricarica pubblica (10%).

L’evoluzione dell’infrastruttura di ricarica

La maggiore diffusione di veicoli elettrici in circolazione non può ovviamente prescindere dall’ampliamento della rete di ricarica accessibile al pubblico. Per quanto riguarda il nostro Paese sono presenti  al 31 luglio 2019 quasi 8.200 punti di ricarica pubblici e privati ad accesso pubblico, di cui il 20% circa di tipo “fast charge”.

Nonostante la crescita rispetto all’anno precedente, è un numero ancora non adeguato a sostenere l’alimentazione di un parco crescente di veicoli elettrici. Inoltre, la diffusione non è omogenea e presenta differenze notevoli anche fra regione e regione, con un divario evidente fra il Sud e le altre aree del Paese.

In particolare, la Lombardia è l’unica Regione con oltre 1.000 punti di ricarica, seguita da Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia con oltre 500 punti di ricarica.

Scenari futuri per credere nella mobilità elettrica

Smart Mobility Report punti di ricarica
Il numero dei punti di ricarica dei tre scenari presentati nello Smart Mobility Report

Smart Mobility Report 2019 traccia 3 possibili sviluppi al 2030 per l’Italia:

Cerchi soluzioni per lo smaltimento RAEE? Ci pensa il portale ExtraRAEE

Lo smaltimento RAEE non è una passeggiata: lo sanno bene gli installatori, spesso alle prese con chiamate agli operatori, attese interminabili e costi elevati. Proprio alla “serenità” degli utenti professionali e dell’ambiente, Ecolamp dedica il nuovo servizio online, il portale ExtraRAEE che unisce la domanda e l’offerta per il ritiro e il trattamento di qualunque tipologia e quantitativo di scarto da apparecchiature elettriche ed elettroniche.

La nuova piattaforma Ecolamp confronta gratis le migliori offerte per lo smaltimento dei RAEE

Cosa significa ExtraRAEE? Una piattaforma digitale, flessibile e intuitiva, direttamente collegata al sito di Ecolamp, che offre a installatori e aziende la possibilità di scovare la migliori offerte da parte degli operatori qualificati al riciclo dei RAEE presenti sul territorio.

Come si utilizza il portale ExtraRAEE?

Semplice, basta iscriversi al portale e richiedere un preventivo, specificando tipologia e quantità di rifiuti elettrici ed elettronici. ExtraRAEE notificherà la richiesta ai fornitori disponibili nella zona per quella tipologia di servizio, per poi inviare entro pochi giorni le migliori offerte elaborate da fornitori qualificati e in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie. Al cliente non resterà che confrontare le proposte ricevute e scegliere direttamente online il preventivo più adatto alle proprie esigenze, avviando il servizio di raccolta e smaltimento dei RAEE.

Quanto costa il servizio Ecolamp? Nulla, ExtraRAEE è completamente gratuito per gli utenti professionali che richiedono un preventivo e non vi è alcuna commissione applicata ai prezzi indicati dai potenziali fornitori.

Insomma, non ci sono scuse: smaltire e riciclare correttamente i RAEE è giustamente un dovere, ma soluzioni digitali come ExtraRAEE ne semplificano realmente il processo.

 

La contabilizzazione del calore sposa l’Internet of Things

La contabilizzazione del calore, la termoregolazione e la ripartizione delle spese di riscaldamento non sono certo concetti nuovi: già nel 1991, con la legge 10 sulle dispersioni termiche, è stato introdotto il concetto della ripartizione delle spese secondo i reali consumi.

Il decreto legislativo 102/2014 di recepimento della direttiva 2012/27/UE ha decretato l’obbligo di termoregolazione e contabilizzazione del calore con ripartitori o altri sistemi su tutto il territorio nazionale. La direttiva 2018/2002/UE dell’11/12/2018 ha modificato la direttiva (2012/27/UE) sull’efficienza energetica stabilendo che i contabilizzatori di calore installati dopo il 25 ottobre 2020 dovranno essere leggibili da remoto. Questo per consentire agli utenti di essere sempre informati sul consumo energetico.

Come realizzare una corretta contabilizzazione del consumo di calore per una ripartizione delle spese conforme alle norme vigenti? Brunata risponde con i ripartitori Brunata M8 con il modulo radio LoRaWAN che consente l’integrazione con qualsiasi altro dispositivo Internet of Things (IoT) presente nell’edificio o all’esterno, come sensori di temperatura e umidità, soluzioni per il risparmio energetico, domotica, sicurezza domestica, tracciamento bambini e anziani, gestione rifiuti, stazioni di noleggio bici e auto, segnaletica digitale.

contabilizzazione del calore con Brunata Minometer M8Tecnologia affidabile a doppio sensore per la contabilizzazione del calore

Brunata M8 è un ripartitore elettronico dei costi del riscaldamento che registra il consumo individuale per ogni radiatore nei condomini e negli edifici polifunzionali alimentati da una fonte centrale di riscaldamento o da un sistema di teleriscaldamento.

Il dispositivo si compone di un sistema di misura a doppio sensore che assicura registrazioni accurate, disponibile nella versione con sensore di temperatura interno e in quella con sensore esterno (quando non è possibile posizionare il misuratore sulla fonte di calore a causa di copricaloriferi, mobili o tendaggi).

Brunata M8 dispone di un display LCD che visualizza i consumi effettivi dell’anno in corso e dell’anno precedente.

LoRaWAN: i contabilizzatori diventano smart

Una delle opportunità che la tecnologia ha reso possibile è la capacità di far comunicare tra loro diversi dispositivi elettronici, tramite sensori, e connetterli a Internet. Tutto ciò è possibile grazie alla rete Long Range Wide Area Network (LoRaWAN): economica per quanto riguarda il consumo energetico e con un ampio raggio di copertura, collega i contatori del consumo e molti altri dispositivi.

Le reti wireless LoRaWAN operano su distanze maggiori rispetto alle più diffuse tecnologie wireless a basso consumo – distanze comprese tra 2 e 5 km nelle aree urbane e fino a 15 km nelle aree extraurbane, sono più resilienti alle interferenze e sono la soluzione ideale per diverse applicazioni, tra cui sistemi di sicurezza, smart home, smart metering, controllo industriale e smart city.

Consapevolezza dei consumi a vantaggio dell’ambiente e della bolletta

Una volta installati sui radiatori, sono in grado di trasferire all’esterno delle unità immobiliari le informazioni sui consumi termici alla piattaforma WebMon di Brunata, alla quale possono accedere sia gli installatori, i gestori del calore e i manutentori, sia l’amministrazione condominiale, sia gli utenti finali.

Grazie a questa piattaforma, sono disponibili le informazioni e i dati sui consumi ed è possibile analizzare i dati creando tabelle e grafici; inoltre consente di monitorare lo stato di funzionamento dei misuratori e le condizioni dell’intero stabile (perdite, consumi anomali, umidità e muffe).

Visualizzare in tempo reale i propri consumi di calore, migliora la consapevolezza dei consumi permette di controllarli, moderarli e abbatterli fino al 40%.

Grazie alla rete LoRaWAN case, gli edifici, i quartieri e le città saranno sempre più smart, attivi e integrati

La luce giusta per esporre e vendere

La luce deve rendere l’offerta complessiva – il brand, lo spazio vendita, la merce esposta – quanto più attraente, invitante e coinvolgente. Negli ultimi tempi si è manifestata una netta tendenza evolutiva: nuovi tipi di lampade ed apparecchi ad alto grado di sostenibilità (a risparmio energetico, lunga durata di vita, smaltimento e riciclo), insieme ad una impiantistica più performante grazie alle tecnologie elettroniche, hanno dato ai progettisti molteplici occasioni per soluzioni inedite.

In questa direzione ad esempio, la drastica riduzione degli ingombri dei LED è già un requisito che permette di realizzare la completa integrazione delle fonti luminose in elementi architettonici e di arredo. Vediamo, allora, alcune indicazioni per individuare la luce giusta per vendere e esporre.

La luce giusta per esporre e vendere nella libreria Hoepli

Ingresso e sala principale della libreria Hoepli a Milano illuminata con apparecchi a doppia emissione

Soluzioni ad alto impatto visivo

Le informazioni che, attraverso l’illuminazione, la clientela acquisisce in uno spazio vendita sono fondamentali per sostenere le motivazioni all’acquisto. Queste informazioni non sono solo puro trasferimento di dati visivi, bensì messaggi capaci di accendere l’interesse, catturare l’attenzione, esercitare attrazione, creare quella piccola fascinazione utile per l’apprezzamento dell’offerta. La sfera dell’irrazionale entra con pieno diritto in questa prassi della comunicazione visiva orientata alla massima valorizzazione dei prodotti in vendita.

Esistono tanti modi di illuminare quanti sono i caratteri costitutivi dell’offerta commerciale. In un grande magazzino si punta sulla piena esposizione; tutto è in evidenza e alla portata di mano, la mediazione degli addetti alle vendite è minima. In un piccolo negozio di lusso si espone qualcosa che è fortemente rappresentativo di un’offerta che tende ad apparire esclusiva per un pubblico selezionato e il ruolo del venditore assume maggiore rilevanza in ambienti interni progettati per assistere e mettere a proprio agio l’acquirente.

La luce adatta per spazio vendita e spazio espositivo

La prima questione da affrontare riguarda le quantità di luce, ossia quali valori di illuminamento bisogna ottenere dall’impianto. È bene distinguere due zone:

Nel primo caso la luce serve a dare risalto alla merce, nel secondo interviene il rapporto diretto tra l’acquirente, la merce e il venditore. Spesso queste due funzioni si sovrappongono: il luogo in cui si acquista è, in sostanza, lo stesso in cui si espone, anche se non si tratta di una vera e propria vetrina ma di una parete attrezzata o di un banco. Rispetto allo spazio della vetrina l’illuminamento cambia perché al momento dell’acquisto la visione è ravvicinata e il cliente ha bisogno di vedere chiaramente l’articolo in vendita in tutti suoi dettagli.

La luce non deve disturbare e deve essere abbastanza intensa da consentire la corretta e comoda visione anche dei particolari minuti. In termini di lux si consiglia di adottare valori compresi nell’intervallo 300 – 500 lux sui piani orizzontali e verticali.

Ben diverso è il caso delle zone adibite all’esposizione. Qui l’obiettivo è quello di rendere visibili le merci a differenti distanze, considerando la frequente interposizione di un cristallo protettivo, per persone che sono sia all’interno, sia all’esterno del punto vendita, I valori dei lux sono ben maggiori; ci si attesta generalmente intorno valori tra 700 e 2000 lux.

Scegliere la tonalità della luce

Zara Home luce giusta per esporre e vendere

Profili luminosi integrati nelle scaffalature espositive di un punto vendita Zara Home rappresentano la luce giusta per esporre e vendere

La questione del colore merita grande attenzione. È noto che la luce in grado di dare risalto a tutti i colori e alle loro sfumature è quella ben bilanciata, ossia quella che risulta da una miscela di radiazioni che contiene tutta la gamma dei colori cosiddetti naturali, ossia i colori dell’arcobaleno: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, blu, violetto.

Con la grandezza fisica chiamata temperatura di colore si identificano le composizioni tipiche dei colori fondamentali che vanno a costituire delle tonalità identificabili, le cosiddette tonalità del bianco. Ad esempio, una temperatura di colore pari a 2800, 3000 o 3200 K (kelvin), corrisponde a una tonalità calda perché le radiazioni cromatiche relative al rosso, arancio, giallo e giallo-verde, hanno più energia delle rimanenti all’interno dello spettro elettromagnetico. Quando è necessario dare risalto ai colori freddi (verde, azzurro, blu, violetto) si innalza la temperatura di colore (3500, 4000, 4500, 5000, 6500 K).

La percezione dei colori cambia col variare della tonalità della luce. Nel progetto si selezionano le sorgenti luminose in base alle gamme cromatiche degli oggetti o delle componenti dello spazio espositivo che devono risaltare maggiormente.

Flessibilità degli impianti

Un’altra caratteristica impiantistica importante, quella della flessibilità, ossia l’adattabilità dell’impianto alle differenti esigenze che si presentano nella gestione di qualsiasi esercizio commerciale. Flessibilità vuol dire possibilità di variare la dislocazione delle fonti luminose nell’ambiente insieme ai loro orientamenti, alle loro potenze e alle prestazioni fotometriche e colorimetriche.

Un impianto flessibile permette di intervenire sugli illuminamenti (anche in funzione del contributo della luce naturale), controllare le luminanze (per evitare abbagliamenti e riduzione dei contrasti per riflessioni disturbanti), avere diverse aperture dei fasci luminosi in modo da coprire aree più o meno estese. Sfruttando tutte queste variazioni è possibile dare evidenza al singolo oggetto in vendita, a un gruppo, oppure rischiarare un elemento di richiamo (marchio, logo, fotografia).