Funzionalità smart e design sofisticato con LG Artcool

Caratterizzato da funzionalità smart e design sofisticato con pannello frontale a specchio ultrasottile, display LED a scomparsa, il climatizzatore LG Artcool offre elevata potenza, prestazioni avanzate e sostenibilità grazie al refrigerante R32 di cui è dotato.  Le linee moderne ed eleganti dello chassis regalano un carattere unico a ogni ambiente domestico.

Il climatizzatore Artcool è disponibile nella versione Mirror (9.000 e 12.000 BTU) con il pannello in vetro temperato a specchio e nella colorazione Silver (9.000 e 12.000 BTU).

Compressore Dual Inverter

Il compressore Dual Inverter di cui è dotato è un compressore Twin Rotary, con una frequenza di rotazione più ampia rispetto ai tradizionali compressori (10 – 130 Hz). Questo significa maggiore efficienza e risparmio energetico e una velocità di raffrescamento più rapida.
Inoltre, la tecnologia del compressore consente al climatizzatore di operare con un basso livello di rumorosità e vibrazioni.

La durata e l’affidabilità del compressore DUAL Inverter sono garantite 10 anni.

Aria più pulita con LG Artcool

Purificare l’aria è facile con Artcool, il climatizzatore incorpora uno ionizzatore, in grado di rilasciare fino a tre milioni di ioni per eliminare odori e sostanze nocive. Un potente flusso d’aria, con l’aiuto della funzione 4-Way Swing, distribuisce uniformemente l’aria in ambiente, per creare una temperatura costante in tutta la stanza.

Tutto sotto controllo con una App

La App LG SmartThinQ consente di controllare facilmente il climatizzatore con smartphone o tablet consentendo non solo di accendere, impostare la temperatura ottimale, ma di personalizzare le funzioni (salvando le impostazioni di temperatura e modalità preferite) per una migliore user experience.

Attraverso la app LG SmartThinQ, è disponibile il servizio SmartDiagnosis, che invia notifiche tramite smartphone e offre supporto per anomalie e problemi tecnici, oltre a assicurare un facile e rapido contatto con l’assistenza per la risoluzione di eventuali problematiche.

I climatizzatori LG sono progettati per essere installati in modo semplice, indipendentemente dall’ambiente in cui vengono collocati, permettendo una riduzione dei tempi di installazione.

Riqualificazione energetica a San Donato Milanese

condominio San Donato MilaneseÈ stato recentemente inaugurato a San Donato Milanese un edificio riqualificato energeticamente con sistema a cappotto da Rete Irene.
In soli 6 mesi è stato possibile effettuare un intervento su un condominio di 6 piani che presentava ammaloramenti in facciata, realizzando opere puntuali e in relazione tra loro volte al contenimento dei consumi, alla riduzione delle emissioni di fattori inquinanti, alla rivalorizzazione estetica e patrimoniale dell’immobile. La riqualificazione delle facciate con sistema a cappotto, la coibentazione del primo e ultimo solaio, le grate antintrusione, la sostituzione dei vecchi parapetti dei balconi con nuovi elementi in alluminio e vetro, hanno permesso di dare una nuova immagine a un edificio degli anni ’70, andando a riqualificare non solo il condominio stesso, ma contribuendo a farlo divenire un vero e proprio progetto pilota per il bene dell’intero contesto nel quale è ubicato.

Riqualificazione energetica: dalla E alla C

Oggi i residenti dello stabile possono vantare un passaggio di classe da una E a una C con, nell’immediato futuro, una diminuzione del fabbisogno energetico di più del 50% e una riduzione di 20 tonnellate all’anno di CO2 immesse nell’ambiente.

Presenti all’inaugurazione tutti i principali attori di questa riqualificazione energetica: Rete Irene, l’impresa Trivella (che ha eseguito i lavori), Eni Gas e Luce, il Sindaco e l’Assessore ai Lavori Pubblici, Sport, Orti Urbani, Tutela Animali di San Donato Milanese, l’Amministratore dello stabile riqualificato, il progettista e il Direttore del cantiere.

Questo condominio può essere considerato come un progetto pilota che potrà essere esteso ad altri stabili vicini, così da migliorare l’estetica e la qualità della vita di un intero isolato e, perché no, di un intero quartiere, moltiplicando in modo significativo i vantaggi a favore del singolo edificio e portando a una massiccia riduzione dei consumi energetici con conseguente diminuzione delle emissioni inquinanti in ambiente.

“La riqualificazione energetica può, e deve, fare la differenza nei centri urbani. – ha commentato Giorgio Fontana, Responsabile Servizi Energetici di Eni Gas e Luce – Stiamo stringendo diversi accordi con i Comuni affinché vengano compiuti tanti passi a favore della sostenibilità e cura dell’ambiente”.

san donato milanese rete irene

A Pompei, il primo sito archeologico con LiFi Zone

Migliorare l’esperienza del visitatore attraverso l’utilizzo di una infrastruttura LiFi di ultima generazione compatibile con dispositivi Android ed IOS: è il progetto Smart@Pompei, realizzato da un’azienda italiana per la mostra sui Pink Floyd di Pompei. 

La mostra «Pink Floyd. Live at Pompeii. The exhibition by Adrian Maben» è allestita nelle gallerie dell’arena gladiatoria dell’Anfiteatro degli Scavi di Pompei, dove nel 1971 ci fu un concerto del celebre gruppo musicale. Una mostra ormai permanente che rievoca questo concerto passato alla storia, e che rappresenta un vero e proprio percorso nella musica dei Pink Floyd.

Il progetto Smart@Pompei

Ad implementare la LiFi Zone con MiBAC, CNR e TIM, all’interno del progetto Smart@Pompei, è stata l’azienda italiana To Be.

Il progetto di Pompei è nato circa due anni fa, quando abbiamo incontrato Telecom Italia partecipando alla call for startup di Working Capital – il loro acceleratore di startup innovative. Il progetto è piaciuto tantissimo e siamo partiti andando a creare un partenariato pubblico-privato tra To Be, TIM, CNR e MIBAC all’interno di un progetto più grande che si chiama Smart@Pompei

– ci ha spiegato Francesco Paolo Russo, Founder e CEO di To Be .

L’installazione della LiFi Zone

Grazie al posizionamento dei proiettori a LED Li-Fi, è possibile guidare il visitatore e dargli l’opportunità di fruire di contenuti multimediali direttamente dal suo smartphone, senza l’utilizzo di hardware esterni.

Prima di entrare nella mostra, il visitatore può scaricare una APP per poi, semplicemente camminando in corrispondenza a delle installazioni (una serie di grafiche con le immagini del concerto del 1971), ricevere dei video del concerto e tutta una serie di informazioni relative all’evento.

Non sono più necessarie in questo modo guide, QR Code o altre tecnologie: basta posizionarsi davanti ad una determinata opera per scaricare tutte le informazioni, grazie alla luce che illumina quel punto espositivo.

All’interno dello stesso sito è prevista anche una seconda installazione presso la Domus dei Vetti, Grazie ad un faretto LED compatibile con la tecnologia LiFi, si potrà migliorare l’esperienza di visita tramite contenuti multimediali anche all’ingresso della mostra.

 “L’installazione ha riscontrato un enorme successo sia da parte dei visitatori, sia da parte delle istituzioni. Ora ci stiamo preparando ad implementare oltre 40 punti LiFi in diverse parti di Pompei all’interno dello stesso progetto”

ci ha raccontato Francesco Paolo Russo.

Il Li-Fi per la valorizzazione dei beni culturali

Lo stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha riscontrato in questo tipo di soluzione una serie di vantaggi per l’accessibilità e la fruizione del patrimonio culturale, tant’è che nelle linee guida uscite a settembre ha inserito la tecnologia LiFi tra gli strumenti utili alla valorizzazione dei beni culturali, e in particolare verso le persone con disabilità.

Questo, grazie alla capacità del LiFi di orientare gli utenti con estrema precisione (soprattutto dove il GPS e le altre tecnologie di geolocalizzazione non funzionano), indicando il percorso migliore rispetto a quella che può essere l’esigenza di un visitatore con disabilità.

*Featured Foto by Giacomo Acunzo

Da Industry 4.0 a Energy 4.0

Dopo avere adottato molte tecnologie digitali sin dagli anni ’70, il settore dell’energia e dei servizi pubblici sta ora introducendo a tutto campo le tecnologie alla base di Industry 4.0, come l’Internet of Things (IoT), il cloud computing, i Big Data, l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico per migliorare la gestione degli impianti, offrire nuovi servizi e interagire meglio con gli utenti.

D’altra parte, l’integrazione di diverse fonti di generazione dell’energia in un mercato sempre più distribuito richiede tecniche di gestione in grado di garantire qualità, sostenibilità ed efficienza nel consumo di energia: obiettivi che, ancora una volta, la digitalizzazione può aiutare a conseguire.

Cosa si intende per Energy 4.0?

La cosiddetta Energy 4.0 si esprime soprattutto nella costruzione di reti intelligenti (smart grid), nella gestione delle energie rinnovabili e nella generazione distribuita. Nello stesso tempo, grazie alla riduzione dei costi e alla crescita esponenziale delle nuove tecnologie, la digitalizzazione offre la possibilità sia di creare nuovi modelli di business, sia di applicare strategie sostenibili di produzione e fornitura dell’energia.

Benché le previsioni degli analisti non siano del tutto concordi, si può stimare che le tecnologie IoT raggiungeranno un valore di mercato globale superiore a 22 miliardi di dollari entro la fine del 2020. Uno dei principali driver alla base di questa crescita è proprio la trasformazione digitale nel settore energetico, dove ormai si utilizzano droni e sensori IoT per ispezionare strutture e linee, mentre i contatori intelligenti forniscono dati aggiornati sulla domanda di elettricità.

Le tecnologie ‘Energy 4.0 – ready’ per la strumentazione consentono l’acquisizione dei dati con risoluzioni crescenti, permettendo analisi sempre più sofisticate sui dati stessi. Nella gestione dell’energia e delle utenze, i contatori smart permettono, per esempio, di monitorare le armoniche che descrivono la qualità dell’elettricità consumata. Attraverso dispositivi IoT è altresì possibile tenere sotto controllo i cambiamenti di temperatura, umidità e vibrazioni, per prevenire i guasti alle apparecchiature di produzione dell’energia e aumentare la sicurezza delle persone.

Le soluzioni IoT sui macchinari, insieme a software di analisi dei dati, permettono anche di migliorare il processo decisionale e di ridurre la vulnerabilità e i fattori di rischio.

Tecnologia Digital Twin

In ascesa anche le applicazioni della tecnologia Digital Twin, che crea modelli virtuali di oggetti o processi reali. Utilizzando le informazioni raccolte dai sistemi IoT collegati al suo gemello fisico, il gemello digitale consente di monitorare gli indicatori di prestazioni chiave, o KPI e di trasferire i dati raccolti in sistemi di apprendimento automatico che possono quindi allertare gli operatori su potenziali problemi. Secondo un’indagine di Gartner, entro il 2020, il 50% dei grossi produttori di energia dovrebbe disporre di almeno un sistema digitale gemello.

Città intelligenti con Energy 4.0

Vi è infine il capitolo delle Smart City. Grazie alle tecnologie IoT, le città intelligenti possono migliorare la qualità della vita riducendo nello stesso tempo il consumo energetico. L’IoT e le altre tecnologie spinte da Energy 4.0 possono apportare numerosi vantaggi alle città intelligenti, dai sistemi di trasporto più sicuri, alle emissioni e alla riduzione dell’inquinamento, fino a infrastrutture energetiche più efficienti, a patto di utilizzare queste applicazioni in modo integrato in un’infrastruttura intelligente.

ISOM Digiware, il sistema di controllo 2 in 1

Dopo aver introdotto e sviluppato DIRIS Digiware, l’efficace soluzione per la misura e il monitoraggio della qualità dell’energia su qualsiasi impianto industriale o commerciale, Socomec continua a percorrere il terreno dell’innovazione presentando un ingegnoso sistema 2 in 1 che unisce il monitoraggio energetico al controllo di isolamento per i sistemi IT. ISOM Digiware, questo il suo nome, permette di rilevare e individuare istantaneamente qualsiasi avaria d’isolamento, garantendo così continuità di servizio in caso di primo guasto, proteggendo beni e persone.

Prevenire è meglio che curare: può essere considerato questo l’assunto da cui si è partiti in Socomec per mettere a punto la nuova gamma di prodotti ISOM Digiware. Il tutto sfruttando le peculiarità di uno specifico schema di collegamento a terra in una rete a bassa tensione, ovvero il “neutro isolato” definito con le due lettere IT. Un sistema di questo tipo offre il vantaggio di garantire la continuità di esercizio della rete allorché la cessazione al primo guasto d’isolamento avrebbe invece degli effetti compromettenti per il buon funzionamento dell’impianto e per la sicurezza delle persone.

I vantaggi offerti da un sistema di messa a terra IT

Per tale ragione questo schema di collegamento viene usato, ad esempio, negli ospedali (sale operatorie), in aree nelle quali è necessaria un’illuminazione d’emergenza e in processi industriali dove deve essere garantita la continuità di produzione. Inoltre, sistemi IT sono presenti in siti dove va assolutamente scongiurato il rischio di incendi e di esplosioni, vale a dire, miniere, cave e piattaforme petrolifere, piuttosto che centrali nucleari e campi fotovoltaici.

Per sfruttare appieno i vantaggi offerti da un sistema IT si arriva quindi a ISOM Digiware, capace di combinare il controllo dell’isolamento e il monitoraggio energetico. Una soluzione progettata per un’ampia gamma di applicazioni nel settore industriale, marittimo, petrolchimico, della produzione di energia, delle infrastrutture e sanitario.

Fra le sue caratteristiche, un unico punto di accesso ai dati, il modulo per il monitoraggio d’isolamento, il modulo per localizzazione guasti d’isolamento e monitoraggio di potenza, i sensori amperometrici chiusi, aperti e flessibili, i toroidi per localizzazione guasti, il modulo di acquisizione della tensione opzionale.

ISOM Digiware Socomec

La capacità predittiva di ISOM Digiware

Elemento cardine di ISOM Digiware è la sua capacità predittiva, ovvero il segnalare i guasti prima che si verifichino.

In quest’ottica gioca un ruolo fondamentale la tecnologia “OhmScanner” che permette il monitoraggio continuo del livello di isolamento di ogni circuito, la mappatura dettagliata dell’isolamento (controllo resistivo e capacitivo), la rilevazione del degrado d’isolamento e, appunto, la previsione dei guasti.

ISOM Digiware monitoraggio sistemi ITEd ancora, coloro che utilizzano ISOM Digiware possono sfruttarne l’EMS integrato che rende superflue le procedure d’installazione poiché il software di analisi e controllo “WebView” è integrato nei dispositivi DIRIS Digiware D-75 e DATALOG H. Grazie al monitoraggio globale è poi possibile controllare sia il livello di isolamento sia tutti i parametri dell’impianto elettrico, mentre la funzionalità Photoview offre una mappatura completa dell’impianto (sfruttando la tecnologia OhmScanner) con visualizzazione in tempo reale di allarmi e livelli di isolamento.

Va segnalato anche ISOM FP-60, il sistema portatile di localizzazione dei guasti d’isolamento dotato di modalità di misura d’isolamento e display di tipo oscilloscopio.

Un insieme di componenti e tecnologie che porta a Socomec a definire ISOM Digiware come un sistema rivoluzionario nell’ambito del regime di neutro IT, capace di garantire continuità di servizio in caso di primo guasto d’isolamento, manutenzione preventiva, protezione di persone e beni, riduzione del rischio d’incendio e di esplosione, il tutto offrendo all’utenza l’assistenza di esperti.

Conversione ibrida per il “San Cristoforo” sul Lago Maggiore

Chi frequenta il Lago Maggiore conosce i suoi battelli. La San Cristoforo, una motonave da 386 tonnellate costruita nel 1965, verrà presto convertita alla propulsione ibrida grazie alla tecnologia di ABB in modo da incrementarne l’efficienza energetica e ridurne le emissioni. La conversione della San Cristoforo prevede l’installazione di un sistema elettrico propulsivo a batterie che consentirà alla motonave di operare in modalità ibride e a zero emissioni. L’opera di ammodernamento utilizza le soluzioni di propulsione ABB, tra cui batterie e relativo sistema di gestione e controllo della carica.

A seguito della conversione, i passeggeri della San Cristoforo beneficeranno di una navigazione più confortevole grazie alla riduzione di rumore, vibrazioni e fumi di scarico. Il traghetto, di proprietà di Gestione Governativa dei Servizi Pubblici di Navigazione sui laghi Maggiore, Garda e Como, trasporta fino a 450 passeggeri e 27 veicoli.

Il progetto di retrofit segna il debutto della soluzione Onboard Microgrid di ABB, una piattaforma compatta in corrente continua destinata a piccoli natanti che ha lo scopo di ottimizzare l’efficienza propulsiva e ridurre dei consumi, grazie a una gestione controllata della potenza disponibile.

Onboard Microgrid ABB“Questo ammodernamento permetterà alla San Cristoforo di operare ancor più nel rispetto dell’ambiente. Siamo felici di lavorare con ABB, considerata l’esperienza del Gruppo nel progettare, sviluppare e implementare soluzioni propulsive ibride” ha dichiarato Alessandro Acquafredda, Direttore Generale Gestione Navigazione Laghi.
Onboard Microgrid si basa sui principi del sistema di distribuzione di energia ABB Onboard DC Grid, che assicura alle imbarcazioni più grandi un risparmio fino al 20% di energia. Con il lancio della nuova soluzione, di dimensioni compatte, ABB permette risparmi simili anche alle piccole imbarcazioni che operano su brevi distanze. Onboard Microgrid può essere utilizzato su imbarcazioni alimentate a batterie, fuel cell o ibride.

Gli UPS e la valutazione del rischio percepito

La scelta di un UPS non dipende unicamente dall’assorbimento dei dispositivi connessi e dalla sua autonomia. Occorre tenere presente il rischio percepito per valutare al meglio le caratteristiche di un gruppo di continuità.

In questo quarto video di UPS Easy Stories, la video-serie che racconta come la scelta del corretto gruppo di continuità possa rappresentare un fattore di successo, Mauro Valentini (UPS Business Development di Schneider Electric) spiega come scegliere il corretto UPS in base al rischio percepito.

Valutare il rischio percepito

Ma cos’è il rischio percepito? In parole semplici, quando si parla di alimentazione elettrica è la possibilità che avvenga una interruzione e la gravità del relativo problema causato all’utilizzatore. Per citare due esempi estremi, un blackout mentre si sta guardando un film in TV è irrilevante, mentre è assolutamente da evitare in ambienti critici (ospedali, server farm ecc.).

Nel mezzo esistono casistiche molto diverse tra loro, che richiedono approcci altrettanto personalizzati: un videomaker che sta terminando il montaggio di un servizio da mandare in onda nelle ore successive valuterà un eventuale blackout come un grande problema, mentre un ufficio di progettazione potrebbe considerare accettabile la consegna di un rendering il giorno successivo.

Per questo è fondamentale stabilire a priori con l’utilizzatore anche la tipologia di attività e la disponibilità (o la non disponibilità) all’interruzione della alimentazione.

I moderni UPS consentono di effettuare un controllo da remoto per verificare stato, attività e storico per pianificare la manutenzione, sfruttando anche il cloud al fine di automatizzare gli interventi senza che l’utilizzatore finale debba valutarne in prima persona la necessità.

Continuate a seguire il canale video di Schneider Electric Italia per restare aggiornati sulle prossime novità e vedere tutte le puntate di Easy Ups Stories.

La gamma Easy UPS è disponibile nelle versioni:

Easy UPS SRVS, dedicato alle esigenze delle piccole e medie imprese;

Easy UPS 3S (trifase), pensato per i Data Center di piccole-medie dimensioni e altre applicazioni aziendali critiche;

Easy UPS SRVS a lunga autonomia, in grado di utilizzare fino a 5 moduli batteria esterni per prolungarne l’attività lavorativa.

Più sicuri con Digital Safety Solutions

La sicurezza di macchine e impianti è un tema fondamentale per garantire la sicurezza degli operatori e per supportare questa esigenza Phoenix Contact propone il programma Digital Safety Solutions destinato a supportare gli operatori nella gestione della sicurezza di macchine e impianti lungo tutto il loro ciclo di vita

Digital Safety Solutions si rivolge a costruttori di macchine, system integrator ed end user, e si pone l’obiettivo di aiutare i propri clienti a sviluppare le competenze specifiche, supportandoli nella scelta delle metodologie adeguate e a compiere il processo di conformità realizzando impianti sicuri.

Esperti al servizio della Digital Safety Solutions

Le competenze specifiche in ambito sicurezza sono fondamentali, poiché i concetti alla base della materia, legati al progresso tecnologico e alle mutazioni del contesto sociale, sono tutt’altro che statici e consolidati e richiedono uno sforzo continuo di aggiornamento.

A complicare la situazione contribuisce l’interdipendenza tra soluzioni Safety e ambiente operativo. Per identificare le soluzioni di sicurezza più adeguate a una problematica è necessario eseguire un’analisi delle specifiche relative alla singola applicazione.

Grazie a un team interno Digital Safety Solutions, Phoenix Contact è in grado di supportare i clienti in tutto il percorso di scelta con un ampio spettro di servizi, fruibili sia come servizi stand- alone sia in combinazioni per sviluppare un percorso operativo su misura.

Il pacchetto Digital Safety Solutions si articola in:

La proposta di Phoenix Contact si configura come un approccio completo che alla consulenza affianca il servizio, il supporto nella realizzazione applicativa e le attività di formazione combinabili per rispondere a tutte le figure della filiera.

sicurezza con Digital Safety SolutionsMarcatura CE

La gamma di servizi legati al processo di Marcatura CE parte dall’individuazione delle direttive e norme di riferimento, per proseguire con l’analisi del rischio in accordo alla norma ISO 12100 e/o norme di tipo C specifiche, con rilascio di rapporto tecnico.

Prevede il supporto nell‘indicazione delle soluzioni tecniche per la riduzione dei rischi evidenziati, l’assistenza alla redazione o la redazione completa del manuale di uso e manutenzione relativo alla macchina, la redazione della Dichiarazione di Conformità e l’assemblaggio del file tecnico con i requisiti essenziali di sicurezza applicabili e le soluzioni tecniche adottate, con riferimento alle norme applicate.

Inoltre, è prevista la redazione della documentazione tecnica necessaria in caso di “quasi macchine”, con esempi di assemblaggio o integrazione.

Messa a norma di macchine o impianti

I servizi di messa a norma di macchine o impianti sono finalizzati a intervenire su macchine o impianti attraverso quattro attività principali (eseguibili indipendentemente o in sequenza):

Sicurezza impianti macchine Digital Safety Solutions Phoenix Contact

Safety Data Monitoring

Il Safety Data Monitoring (SDM) consente il monitoraggio e l’analisi da remoto dell’operatività dei dispositivi di sicurezza della macchina o dell’impianto.

Disporre di dati precisi sulle modalità operative reali consente di gestire al meglio i processi di manutenzione.

I dati raccolti permettono di effettuare statistiche e creare trend, individuando le tempiste necessarie per la sostituzione di componenti.

Formazione

L’attività di formazione è parte integrante del processo, vengono erogati sia corsi specialistici “a calendario” su Direttiva Macchine, Sicurezza Funzionale ed Equipaggiamento Elettrico delle Macchine; sia attività ritagliate su specifiche esigenze.

Realtà virtuale e realtà aumentata: cosa sono, tecnologie, applicazioni

Si sente spesso parlare di realtà aumentata e realtà virtuale. Sono la stessa cosa? la risposta a questa domanda è no. In questo articolo cerchiamo di  capire cosa sono, quali sono le differenze e come possono far crescere le imprese nel proprio business.

Clicca play per ascoltare in podcast l’articolo: 

La realtà virtuale

Che cos’è la realtà virtuale

Realta Virtuale e Realta Aumentata - cosa sono, come funzionano, differenze e prospettive
Realtà Virtuale e Realtà Aumentata – Clicca sull’immagine per vedere l’infografica

Per realtà virtuale (o VR, dall’inglese Virtual Reality) si intende un ambiente tridimensionale generato da un computer con cui le persone possono interagire. Grazie alla realtà virtuale, le persone diventano parte integrante di questo mondo virtuale, o immersivo, possono esplorarlo, muoversi liberamente in esso, e possono manipolare degli oggetti o eseguire una serie di azioni. All’interno della realtà virtuale le persone si sentono come se fossero davvero presenti nell’ambiente 3D.

Come funziona la realtà virtuale

La realtà virtuale, come abbiamo detto, è una ricostruzione fedele in 3D di un determinato ambiente o di un oggetto (ad esempio di una macchina o un di oggetto di design).

Tramite la realtà virtuale ci viene presentata una emulazione della realtà, una versione della realtà che non è reale, ma che dal nostro punto di vista viene percepita come tale.

Tutto ciò che sappiamo della realtà, la nostra intera esperienza della realtà, è una combinazione di informazioni sensoriali. Conosciamo il mondo attraverso i nostri sensi e sistemi di percezione. È ovvio quindi che, se ai nostri sensi vengono presentate informazioni inventate, la nostra percezione della realtà cambia.

Per immergersi nella realtà virtuale e vivere l’esperienza della simulazione in 3D occorrono un computer (molto potente) e un visore o casco. Talvolta, per stimolare ancora di più i sensi e creare un’illusione della realtà ancora più forte, vengono previsti anche tapis roulant omnidirezionali e guanti speciali.

Quando indossano il casco, le persone si immergono fisicamente nella realtà ricostruita in 3D, e perdono completamente il contatto e la percezione del mondo reale.

Come nasce la realtà virtuale: i software

La realtà virtuale viene solitamente implementata utilizzando tecnologie informatiche.

Esistono software dedicati come Unity o Unreal (software molto vicini a quelli utilizzati per realizzare i videogiochi) con i quali è possibile creare tutto il materiale di contenuto della realtà virtuale, dagli ambienti in cui gli utenti si potranno muovere, alle animazioni.

Gli oggetti e gli ambienti – che possono essere esterni (un bosco, una spiaggia, una città) o interni (l’interno di un negozio o centro commerciale) – vengono completamente ricreati a computer sia dal punto di vista statico, sia per quanto riguarda le animazioni previste. Entrambe le piattaforme permettono di avere una visualizzazione in tempo reale di tutto l’ambiente, incluse le interazioni.

Per quanto riguarda i contenuti è possibile anche importare modelli e scene da software come Maya, 3ds Max, e Cinema 4D.

Quando si crea un’applicazione in realtà virtuale occorre tenere conto della nostra fisiologia. Ad esempio, il campo visivo umano non assomiglia a un fotogramma video. Abbiamo più o meno 180 gradi di visione e, sebbene non siamo sempre coscientemente consapevoli della nostra visione periferica, se non ci fosse ce ne accorgeremmo immediatamente.

Allo stesso modo, occorre anche ricordare che quando ciò gli occhi e il sistema vestibolare nelle orecchie percepiscono è in conflitto, si possono verificare casi di chinetosi (quel disturbo neurologico che provano alcune persone quando si trovano su una barca o mentre leggono in auto, e che è causato da spostamenti ritmici o irregolari del corpo).

A cosa serve la realtà virtuale

Realtà Virtuale e Realtà Aumentata secondo Gartner

I potenziali ambiti di applicazione della realtà virtuale, oltre ovviamente al gaming, sono vastissimi: dall’architettura al automotive, dal design all’ingegneristica.

Interessante è anche l’utilizzo della realtà virtuale che già si sta facendo in ambito formazione, sia professionale, sia universitaria.

Per quanto riguarda la formazione professionale si pensi ad esempio ad operai che devono prepararsi per affrontare situazioni in contesti estremi, e che devono conoscere e prendere confidenza con l’ambiente in cui dovranno eseguire operazioni delicate, magari muovendosi velocemente.

Nella formazione universitaria interessanti sono invece le potenzialità ad esempio in ambito healthcare. La forte interattività dell’esperienza rende molto più efficace l’apprendimento, ed è possibile fare esercitazioni pratiche infinite, indipendentemente dalla presenza o meno del docente.

Anche se in Italia il mercato è ancora un po’ indietro, principalmente a causa dei costi che richiede la realizzazione di queste tecnologie, a livello mondiale l’utilizzo della realtà virtuale da parte delle aziende è già vastissimo e le potenzialità sono davvero molto ampie.

Quanto costa realizzare un’applicazione in realtà virtuale?

Con il passare del tempo e l’evolversi della tecnologia, i costi di realizzazione di una realtà virtuale si stanno abbassando, ma rimangono tutt’ora importanti.

Tendenzialmente il pacchetto per fare una realtà virtuale tra hardware e contenuti si aggira tra i 20.000 e i 50.000 euro. Ovviamente dipende poi dalla dimensione del contenuto e dalla tipologia di interazioni che si vogliono prevedere” – ci ha spiegato Paolo Silvestri, docente di realtà virtuale e aumentata presso l’Istituto Numen di Milano.

Nello specifico, la causa principale di questi costi così alti è dovuta all’hardware: occorrono infatti computer molto potenti con doppia scheda video per permettere la riproduzione in tempo reale della simulazione 3D.

Più la macchina è potente, più è alta la qualità del prodotto realizzato. Parliamo di macchine che attualmente si aggirano intorno agli 8.000-10.000 euro di costo” – ha specificato Paolo Silvestri.

Per quanto riguarda la fruizione dell’applicazione per l’utente finale, invece, i costi si stanno notevolmente abbassando grazie all’introduzione sul mercato di nuovi caschi che si collegano in wireless e che contengo al loro interno sia il contenuto, sia la tecnologia. Questi strumenti, che costano tra i 400 e i 600 dollari, permettono una buona interazione e navigabilità.

In questo modo non è più per forza necessario il classico visore da collegare ad un pc ultrapotente e costoso ma basterà uno di questi caschi per ottenere una realizzazione in VR di livello medio-alto molto interattiva, con anche possibilità di multiutenza.

La realtà aumentata

Che cos’è la realtà aumentata

Per realtà aumentata (o AR, dall’inglese Augmented Reality) si intende una versione arricchita e migliorata della realtà (aumentare significa infatti aggiungere, migliorare). Si tratta di una tecnologia che permette di integrare la visione degli ambienti fisici reali con immagini sovrapposte generate al computer.

Come funziona la realtà aumentata

Grazie alla realtà aumentata è possibile aggiungere contenuti grafici, suoni ed elementi per il feedback tattile al nostro mondo naturale, per creare un’esperienza utente che migliori la percezione della realtà.

Realtà Aumentata

La realtà aumentata, a differenza di quella virtuale, utilizza l’ambiente naturale esistente e semplicemente sovrappone le informazioni virtuali su di esso. Nella realtà aumentata sia ​​il virtuale sia il reale coesistono armoniosamente, e gli utenti possono sperimentare un mondo nuovo e migliorato, in cui le informazioni virtuali possono essere utilizzate come strumento per ricevere informazioni o assistenza nelle loro attività quotidiane.

Per utilizzare un’applicazione in realtà aumentata è sufficiente uno smartphone, meglio se di fascia medio alta, oppure un tablet. Basta inquadrare un oggetto, un edificio o anche una brochure / rivista con tecnologia aumentata integrata per visualizzare il contenuto extra. È possibile anche, tramite il touchscreen, interagire con questo contenuto.

Come nasce la realtà aumentata: i software

La tecnologia per creare applicazioni in realtà aumentata è molto simile a quella della realtà virtuale.  La differenza tra le due procedure è infatti minima, e la produzione di base è identica.

Come quella virtuale, la realtà aumentata viene implementata utilizzando le piattaforme Unity o Unreal, che permettono di progettare il contenuto e le animazioni per l’applicazione.

Gli oggetti e gli ambienti vengono ricreati a computer ed è possibile avere una preview in tempo reale del contenuto sviluppato.

Come per la realtà virtuale, anche per quella aumentata è possibile importare modelli e scene da software come Maya, 3ds Max, e Cinema 4D.

A cosa serve la realtà aumentata

Le applicazioni in realtà aumentata possono essere molto semplici, come una notifica di testo, o più complesse, come le istruzioni per eseguire una procedura chirurgica potenzialmente letale. Per questo motivo, nel prossimo breve futuro si prevede che questa tecnologia andrà ad impattare in maniera fortissima sul nostro modo di vivere e lavorare.

La realtà aumentata può evidenziare specifiche funzionalità, migliorare la comprensione e fornire dati accessibili e tempestivi.

In particolare, gli ambiti in cui è possibile sfruttare le potenzialità della realtà aumentata sono tantissimi: dal design all’abbigliamento, dal automotive all’industria 4.0. La realtà aumentata rende intelligenti le macchine industriali o ad esempio una cabina elettrica. Per non dimenticare il turismo, dove la AR viene sempre più spesso utilizzata. Si pensi ad esempio ad un museo in cui la realtà aumentata permette di dare informazioni sulle opere in esposizione, oppure a chiese e monumenti di una città d’arte, di cui il turista potrà scoprire tutti i dettagli, o ancora alle mappe interattive che presto saranno parte integrante anche in Google Maps.

Realta Virtuale e Aumentata secondo Gartner

Quanto costa realizzare un’applicazione in realtà aumentata?

I costi per realizzare applicazioni tecnologiche in realtà aumentata – rispetto a quella virtuale – sono decisamente inferiori.

La ragione principale risiede nei costi dell’hardware che, per quanto riguarda la realtà aumentata, non sono previsti. Si lavora infatti solo sul contenuto, e anche il contenuto è di un livello molto più basso rispetto a quello previsto per la realtà virtuale.

Per realizzare un’applicazione in realtà aumentata si può partire dai dai 3.000 – 5.000 euro, quindi una fascia di prezzo molto più bassa rispetto alla realtà virtuale. Anche le tempistiche sono più veloci. Ovviamente dipende molto dagli applicativi e dalla quantità e tipologia di interazioni che si vogliono sviluppare” – conferma Paolo Silvestri.

La differenza tra realtà virtuale e realtà aumentata

La realtà virtuale è immersiva ed esclusiva e completamente separata dalla dall’universo fisico. La persona che vive un’esperienza di realtà virtuale è isolata dal mondo fisico e completamente inserita all’interno di un ambiente virtuale.

Nella realtà aumentata invece, la persona continua a percepire il mondo reale, e ha accesso a contenuti digitali aggiuntivi che si sovrappongono all’universo fisico. La realtà aumentata non isola dal mondo fisico, anzi la sua forza è essere ancorata ed integrata su di esso.

La realtà aumentata non raggiunge i livelli di realismo della realtà virtuale, ma permette comunque di arrivare a risultati di prodotto molto vicini a livello di user experience.

A livello di tecnologia invece, nella realtà aumentata i contenuti sono più semplificati e alleggeriti a

livello di applicazione, a causa dei limiti dell’hardware tramite cui verranno fruiti (tablet o smartphone di fascia medio-alta). Nella realtà virtuale si lavora invece su livelli qualitativi in 3D molto alti.

La realtà aumentata, grazie alla sua fusione col mondo fisico, permette ambiti di applicazione molto più ampi rispetto alla realtà virtuale e inventa nuovi modi di interpretare l’interazione tra l’uomo e il cyberspazio. La realtà virtuale, che oggi genera un fatturato anche superiore rispetto a quello della realtà aumentata, probabilmente con l’andare del tempo resterà più di nicchia.

Lavorare con la realtà virtuale e aumentata

215 bilioni di dollari: ecco a quanto ammonta la stima della portata della realtà virtuale e della realtà aumentata nei prossimi tre anni.

Aziende del biomedicale, della meccanica e della produzione stanno spostando budget importanti sull’impiego strategico di queste tecnologie.

Questo fa pensare al fatto che le opportunità lavorative in ambito VR e AR saranno sempre maggiori. Ma come si diventa un professionista della realtà virtuale e aumentata?

Abbiamo approfondito l’argomento con Paolo Silvestri, docente del Master “Realtà aumentata & virtuale | visual storytelling” – corso organizzato dall’Istituto Numen di Milano, dove i partecipanti possono di imparare a realizzare realtà aumentata e realtà virtuale: dalla teoria alla progettazione tramite software, dalla post-produzione alla personalizzazione.

Quanto dura un master in realtà virtuale e aumentata?

“Fare applicazioni in realtà aumentata e virtuale non è una procedura veloce e riuscire a passare nozioni su strumenti così complessi richiede tempo. Mediamente quindi ci vogliono dalle 150 alle 200 ore per arrivare ad avere una ottima padronanza di questi strumenti e per essere in grado di realizzare dei progetti di livello professionale. Sicuramente insegnare queste tecnologie in 30 h è impossibile!”  – ci ha spiegato Paolo Silvestri.

Occorrono conoscenze di partenza specifiche per iscriversi al corso?

“Chiunque può iscriversi. Ovviamente se i partecipanti hanno già una buona conoscenza di progettazione in 3D, l’apprendimento diventa più semplice e veloce. Per 3D intendo modellazione 3D come Maya e 3ds Max e non il CAD, che è troppo rigido e studiato per progetti planimetrici. I software migliori sono quelli di animazione 3D perché danno più possibilità di creare interazione”.

Che avranno imparato gli studenti una volta terminato il corso?

“Alla fine del corso gli studenti avranno acquisito tutte le competenze teoriche e pratiche utili alla progettazione e alla realizzazione di sistemi di AR e VR per applicazioni professionali” – conclude Paolo Silvestri.

Condomini smart con la riqualificazione energetica

Finanziamento per interventi di riqualificazione energetica e messa in sicurezza sismica dei condomini? Oggi è una realtà grazie all’accordo siglato tra Enel X – la business line del Gruppo Enel dedicata ai prodotti innovativi e soluzioni digitali – e Intesa Sanpaolo.

L’intesa prevede che la Banca possa erogare un finanziamento per la realizzazione delle soluzioni proposte da Enel X per i condomini, attraverso l’offerta Vivi Meglio che accompagna i clienti in ogni fase della ristrutturazione, con il valore aggiunto di avere l’affidabilità e l’esperienza di un unico interlocutore. Tra gli interventi ad esempio l’installazione del cappotto termico per l’isolamento acustico e termico dell’edificio, la caldaia a condensazione, la pompa di calore per il riscaldamento centralizzato.

Incentivi e vantaggi per i condomini

Questa offerta consente di usufruire degli incentivi Ecobonus e Sismabonus recuperando fino all’85% delle spese sostenute per gli interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza sismica; cedendo ad Enel X tutte le detrazioni fiscali.

Grazie a questo accordo, il condominio potrà richiedere, per la parte di investimento eccedente il bonus fiscale, un finanziamento della durata massima di 10 anni. Quindi, in caso di cessione delle detrazioni fiscali ad Enel X e di finanziamento bancario per la quota residua, di fatto non vi sarà più alcun esborso economico da parte del condominio per la realizzazione dei lavori.

Il finanziamento bancario avrà condizioni dedicate, una riduzione del 50% delle spese di istruttoria e la garanzia di tempi certi e contenuti per la conclusione delle istruttorie di mutuo. Intesa Sanpaolo ed Enel X intendono unire le rispettive competenze, offrendo una soluzione di riqualificazione energetica più efficace e conveniente e l’opportunità di usufruire degli incentivi fiscali previsti.

Con l’offerta Vivi Meglio, Enel X si propone come interlocutore privilegiato per la valorizzazione del patrimonio immobiliare italiano consentendo ai proprietari degli immobili di non anticipare investimenti rilevanti per riqualificare energeticamente o mettere effettuare interventi per l’antisismica.

Con un finanziamento dedicato ai Condomini, Intesa Sanpaolo mira a supportare la gestione dell’immobile nella sua totalità: non solo la cura del singolo cliente ma l’insieme dei condòmini. Questo significa assicurare un sostegno all’ecosistema casa, dall’acquisto dell’abitazione alla sua riqualificazione per una maggiore efficienza energetica, un maggior comfort per i cittadini e minore impatto ambientale.