Auto elettriche plug-in: buone notizie sul fronte ricarica

Più auto elettriche plug-in per tutti: i principali analisti di mercato globali concordano nell’affidare alla diffusione dei cosiddetti PEV (Plug-in Electric Veichles) la rivoluzione della mobilità sostenibile. Lungi dall’essere “forti” nel solo contesto privato, i veicoli elettrici plug-in rappresentano ormai un’importante e validata opzione di scelta anche per le flotte aziendali e la distribuzione delle merci.

Non a caso Navigant Research traccia uno scenario di sviluppo mondiale caratterizzato da 127 milioni di auto elettriche plug-in in circolazione entro il 2030, contro i 5 milioni registrati nel 2018. L’industria automotive ringrazia, l’ambiente anche.

Ma cosa accadrebbe se tutti i mezzi fossero PEV? Doverosa, a questo punto, un’ulteriore riflessione sul mercato dell’infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici.

Come sarà la mobilità elettrica tra dieci anni?

L’idea di un “full electric” nei mezzi di trasporto entro il 2030 resta naturalmente provocatoria. Tuttavia, il report “EV Charging Equipment Market Overview” di Navigant Research parla chiaro: il boom dei veicoli elettrici su scala globale è atteso intorno alla seconda metà del 2020, quando soprattutto i mezzi leggeri – chiamati light duty PEV – toccheranno il vero e proprio punto di svolta.

Una crescita dovuta alla confluenza di tre fattori chiave:

Pensiamo dunque ai milioni e milioni di auto elettriche plug-in affamate di energia: nei prossimi dieci anni non potranno mancare gli investimenti in infrastruttura di ricarica EV e la filiera tecnologica diventerà sempre più competitiva.

L’infrastruttura di ricarica si fa smart: affidabilità, efficienza e servizi digitali

ricarica veicoli elettriciCosa aspettarsi, dunque, dalle nuove stazioni di ricarica dei veicoli elettrici? I recenti investimenti delle aziende automobilistiche e dei big dell’energia, uniti al supporto di politiche nazionali e normative mirate alla mobilità sostenibile, porteranno servizi di ricarica più intelligenti, rapidi e convenienti.

Allo stesso tempo, cambierà anche la natura dell’energia richiesta dai PEV: l’utilizzo delle colonnine di ricarica pubbliche è destinato a crescere di pari passo con l’aumento dei veicoli elettrici condivisi da più persone. Non dimentichiamo l’integrazione smart dell’infrastruttura di ricarica e la sua connessione a rinnovabili, sistemi di accumulo e servizi digitali. Un insieme di tendenze di certo interesse per gli operatori dei punti di ricarica (CPO) e per le aziende impegnate nello sviluppo di piattaforme di gestione intelligente di tali installazioni.

Quante stazioni di ricarica EV conteremo nel 2030?

Dopo tanto parlare di scenari e potenzialità, ecco alcune cifre del report di Navigant Research: il mercato globale dell’infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici plug-in (light, medium e heavy duty) passerà da 1,4 milioni di unità vendute e installate nel 2019 a oltre 12 milioni di unità entro il 2030. Tradotto, il settore dei componenti e dell’installazione di punti di ricarica chiuderà il 2019 a quota 13 miliardi di dollari, spianando la strada ai 63 miliardi di dollari attesi nel 2030.

Interessanti anche le cifre legate agli altri attori del mercato PEV: i servizi di ricarica e la fornitura di energia elettrica approderanno al 2030 con un giro d’affari superiore a 140 miliardi di dollari. Il 45% del risultato stimato si deve in particolare alla seconda voce, ampiamente “inglobata” dal settore dell’energia elettrica.

Il gigante dell’infrastruttura di ricarica sembra essersi finalmente svegliato: il futuro delle auto elettriche plug-in dipende anche dagli investimenti e dall’innovazione tecnologica in questo campo.

Di cosa sono fatti gli edifici green? Integrazione ed efficienza a That’s Smart 2020

Immagina di trovare, all’interno di un unico grande spazio, tutto il necessario per realizzare edifici integrati, efficienti e sostenibili. Ecco il cuore di That’s Smart 2020, l’area espositiva e workshop più innovativa di MCE – Mostra Convegno Expocomfort, a FieraMilano dal 17 al 20 marzo 2020, dove le tecnologie digitali si uniscono alla progettazione impiantistica green, modulando una sinergica visione di comfort, risparmio energetico e tutela ambientale.

“Misurare per gestire al meglio i consumi è la via essenziale per ottenere l’efficienza energetica di un edificio – spiega Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia -. That’s Smart intende proprio mettere in evidenza come i progressi della tecnologia IT, la connettività e la convergenza dei dati guideranno lo sviluppo di soluzioni intelligenti che stanno cambiando la progettazione degli edifici e la loro operatività”.

Dalla smart city allo smart building, dallo smart habitat alla smart life: vediamo come nelle prime anticipazioni sulla prossima edizione dell’evento milanese.

I 10 significati di That’s Smart 2020

That's smart 2020Cosa significa, in concreto, partecipare alla nuova edizione di That’s Smart 2020?
Le aziende e i visitatori saranno parte di integrante di una manifestazione trasversale a tutti i settori industriali di MCE, sempre più interessati alla trasformazione digitale, alla riduzione dei consumi energetici e all’utilizzo di applicazioni intuitive.

Il tutto tradotto in 10 tematiche pronte ad animare questo punto d’incontro degli edifici green:

Gli stessi temi saranno protagonisti del calendario di workshop e di incontri organizzati da un apposito comitato scientifico e coordinati da esperti del Politecnico di Milano e dalle più importanti associazioni di settore: Federazione Anie, Anie Rinnovabili, KNX Italia e Italia Solare.

Edifici green e integrazione: si parte dalle rinnovabili

Al centro di That’s Smart 2020, la comunicazione tra diverse tecnologie impiantistiche come prova tangibile di come l’ottimizzazione delle prestazioni energetiche globali permetta di realizzare edifici green.

Motore di questa trasformazione, la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’accumulo e l’autoconsumo di energia fotovoltaica, che insieme alla gestione intelligente dei consumi rappresentano l’ideale “scheletro” di un edificio integrato.

Il fotovoltaico, in particolare, sta vivendo una seconda giovinezza dettata dalla diffusione di auto elettriche e accumulo. L’integrazione di queste tecnologie è indispensabile per traghettare progettisti, costruttori, istituzioni e utenti finali verso uno sviluppo urbanistico sostenibile, in grado di migliorare la qualità della vita anche attraverso l’indipendenza energetica.

Al centro dell’integrazione impiantistica con MCE

La nuova collocazione di That’s Smart 2020 all’ingresso del Padiglione 9/11, storicamente occupato da climatizzazione, condizionamento, pompe di calore ed energie rinnovabili, conferma la logica evoluzione espositiva rivolta alla trasformazione integrata e full-electric del mondo impiantistico.

Non resta che attendere marzo 2020 per scoprire come progettare e realizzare edifici green grazie alla rivoluzione tecnologica degli impianti connessi.

Come sarà il futuro? Digitale, elettrico, connesso e intelligente

Il presente è digitale e il futuro è elettrico.

Con questa frase, Schneider Electric sintetizza l’evoluzione e l’integrazione dei comparti dell’energia e delle tecnologie collegate alla digitalizzazione che includono processi, aziende e persone.

“Nel 2050 ci saranno due miliardi e mezzo di persone nelle città. Più persone significano più servizi, più energia, più intelligenza. – sottolinea Carlos Loscalzo, vicepresidente della divisione Secure Power di Schneider Electric. – Questo significa che consumeremo più energia perché saremo più digitali e sarà necessario un approccio flessibile e distribuito alla gestione dell’alimentazione. L’industrializzazione, per quanto possa essere intelligente e collaborativa, richiede un aumento di energia. Per questo il nostro futuro sarà molto più elettrico. Certo, il 70 per cento delle energie aggiuntive deriveranno dal rinnovabile, ma parliamo comunque di uno scenario sempre più energivoro”.

Schneider Electric -Il presente è digitale e il futuro è elettrico

Le tematiche energetiche sono, dunque, centrali per Schneider Electric che si pone tra la produzione e l’utilizzo dell’energia. “La crescita dei consumi deve essere accompagnata da un approccio più efficiente e sostenibile. Per questo la nostra missione è rendere l’energia connessa, sostenibile, efficiente, sicura e affidabile. – aggiunge Loscalzo – Se il nostro presente è digitale, guidato da dispositivi intelligenti e connessi, dai big data, dall’intelligenza artificiale e dalla crescita di tutte quelle tecnologie destinate a supportare l’uomo in tutte le sue attività, capite bene il perché il futuro sarà sempre più elettrico”.

La nuova energia per l’era della digitalizzazione

In questo scenario cambia anche la generazione e la distribuzione dell’energia che passa da centralizzata a distribuita: lo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili ha portato a una trasformazione dell’energia stessa che richiede nuovi modelli basati su ottimizzazione e digitalizzazione. Questa è una strada senza ritorno come sottolineato da Carlos Loscalzo.

Tutti i prodotti di Schneider Electric sono smart e quindi pronti per essere connessi. Oggi il 72% del consumo mondiale dell’energia elettrica avviene nei settori industria, infrastrutture, edifici e data center.

schneider Electric - futuro energia è Elettrico

In tutti questi mercati, l’azienda è fortemente presente e offre software, tecnologie e servizi necessari per una migliore gestione e automazione delle attività e per farlo investe il 5% anno su anno in ricerca e sviluppo.

Nel 2018 l’azienda a livello globale ha fatturato 26 miliardi di euro: il 40% con i prodotti per edifici, il 14% nel mondo dei data center e della rete, il 30% nell’industria, il 10% nel mercato delle infrastrutture e il 7% nelle utilities e nelle reti di distribuzione.

Cambia la gestione dell’energia: Ecostruxure

Tra i trend sui quali lavorare, sicuramente la convergenza di IT e OT: questo significa che software e analytics, automazione ed energy management devono portare all’ottimizzazione di energia e processi, grazie a un approccio integrato, dinamico, che assicuri valore di business ai clienti. Questo si concretizza in Ecostruxure, un’unica piattaforma tecnologica su tre livelli: prodotti connessi, controllo periferico, applicazioni software e servizi.

schneider Electric e Ecostruxure

Ecostruxure è l’architettura che massimizza il valore dei dati e che consente di tradurre in intelligenza azionabile i dati per consentire di prendere decisioni aziendali e di business informate – sintetizza Loscalzo – e che si sviluppa su 4 ambiti: collect, connect, analyze, decide”.

schneider Electric e Ecostruxure

Sfruttando con la piattaforma tecnologica Ecostruxure e i più recenti progressi tecnologici è possibile promuovere efficienza e sostenibilità. Inoltre con un approccio integrato per portare energia e digitalizzazione abilitando la convergenza tra IT e OT, dall’edge al cloud.

Industrial Internet of Things: applicazioni e diffusione nelle PMI

L’Industrial Internet of Things (I-IoT) in Italia è in grande crescita, ma il percorso è ancora agli inizi: occorre lavorare sulle piccole imprese, che devono trovare la giusta chiave di lettura per l’adozione di soluzioni I-IoT. Questa è la prima osservazione emersa dalla ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano che ha coinvolto 129 aziende con l’obiettivo di comprendere i progetti di Industrial IoT già realizzati e/o realizzeranno in futuro.

Industrial Internet of Things

Il 95% delle imprese ha sentito parlare di soluzioni IoT per l’Industria 4.0, ma il reale livello di conoscenza è ancora limitato e decisamente basso nelle PMI. Dai dati si evince che il 58% del campione ha avviato almeno un progetto di Industrial IoT nel triennio 2016-2018, con una diffusione del 73% fra le medie e grandi aziende e solo del 29% fra le piccole.

Questo indica come la strada da percorrere per l’innovazione in ottica 4.0 sia ancora lunga: le PMI rappresentano il 99% delle realtà produttive in Italia e il 79% del totale degli occupati.

Le applicazioni più considerate:

È bene sottolineare che più della metà dei progetti è ancora in fase pilota o di analisi preliminare.

Una delle principali direzioni di sviluppo dell’Industrial IoT è l’analisi e gestione dei dati raccolti, ma le aziende devono ancora comprendere come analizzarli al meglio e riuscire a costruire su di essi servizi a valore aggiunto.

Dall’Osservatorio emerge che il 42% delle aziende non ha ancora iniziato a lavorare su questo aspetto, a cui si aggiunge un 25% che dichiara di utilizzare i dati raccolti solo in forma grezza, senza alcuna elaborazione aggiuntiva. Solo il 33% del campione ha iniziato a lavorare sui dati e dichiararsi soddisfatto dei benefici ottenuti.

Industrial Internet of Things gestione dati

Quali sono i principali fattori che spingono ad avviare progetti di Industrial IoT?

Innanzitutto, la possibilità di ottenere benefici di efficienza (75%) e di efficacia (58%). È sufficiente pensare a chi produce macchinari connessi e raccoglie dati sul loro utilizzo da parte dei clienti: queste informazioni risultano fondamentali per comprendere l’utilizzo che viene fatto di tali asset, con la possibilità di realizzare miglioramenti tecnici e proporre versioni aggiornate dei macchinari, proprio grazie ai “feedback indiretti” generati dai clienti.

Lo spostamento dalla vendita del solo hardware (ad esempio un bene strumentale) all’offerta di servizi di valore abilitati dall’IIoT come la possibilità di ricevere notifiche in tempo reale e di attivare chiamate automatiche di emergenza in caso di situazioni di pericolo. Oppure servizi avanzati per prevedere l’insorgenza di un guasto a partire dall’elaborazione di dati raccolti dai macchinari, manutenzione predittiva, adeguando il piano di interventi in tempo reale e riducendo i blocchi della produzione e i conseguenti danni economici per l’azienda.

Tra i fattori troviamo gli incentivi del Piano Nazionale Industria 4.0 (45% dei rispondenti), che ha svolto negli ultimi due anni un’importante funzione di acceleratore per gli investimenti in digitalizzazione delle imprese.

Le barriere allo sviluppo dell’Industrial Internet of Things

Le aziende, però, indicano come barriere all’adozione la mancanza di competenze (59%) e la difficoltà nel comprendere a priori il valore delle soluzioni offerte (51%).

Nonostante ciò, solo il 39% delle imprese afferma di voler sviluppare in futuro competenze IoT al proprio interno, attraverso l’assunzione di personale specializzato o opportuni programmi di formazione indirizzati ai dipendenti già presenti in azienda.

Anche se molte aziende dichiarano di far ancora fatica a comprendere il valore dei progetti I-IoT, è stata proprio la presenza di benefici di efficienza ed efficacia a guidare le aziende nell’avvio di tali iniziative. Spesso vengono abilitate contemporaneamente. Si pensi ad esempio alla possibilità di monitorare in tempo reale l’intera linea produttiva: ciò può generare sia risultati di efficienza – come la riduzione di errori e difettosità grazie al monitoraggio preventivo – sia di efficacia – come la maggiore flessibilità e rapidità di risposta rispetto a variazioni tempestive della domanda.

Piano Nazionale Industria 4.0

Dopo aver contribuito alla diffusione di conoscenza sul tema e all’adozione di soluzioni I-IoT, il Piano Nazionale Industria 4.0 pone come nuovo obiettivo il supporto alle PMI, cuore pulsante del tessuto industriale italiano.

Presentato nel settembre del 2016, il Piano Nazionale Industria 4.0 è stato rimodulato nel corso degli anni. La Legge di Bilancio 2019 ha introdotto una serie di modifiche tese a favorire la diffusione degli approcci di fabbrica intelligente e manifattura 4.0 soprattutto nel comparto delle PMI:

A questi interventi si accompagnano nuove agevolazioni per le assunzioni di innovation manager e la proroga della misura Beni strumentali (Nuova Sabatini) con l’aumento dei finanziamenti agevolati (il 30% delle risorse, contro il 20% dello scorso anno) per le PMI che investono in tecnologie digitali come Cloud, Big Data, robotica e Internet of Things.

Sogni una casa full electric? Riqualifica gli impianti con la pompa di calore

Parola d’ordine riqualificare, possibilmente con pompa di calore: mentre le istituzioni e l’ambiente chiedono edifici green, il mercato immobiliare italiano può ripartire grazie all’integrazione impiantistica nella casa full electric.

Decarbonizzazione, rinnovabili e trasformazione digitale sono i driver di una corsa all’efficienza energetica pronta a culminare nel mercato “totale” degli impianti. A meno di un mese dalla presentazione ufficiale del quinto rapporto “Il mercato dell’installazione degli impianti negli edifici in Italia 2019-2022”, il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini ci ha concesso qualche anticipazione sul lento scenario di ripresa del settore edile.

Il motore dell’edilizia si chiama integrazione impiantistica

“Nel 2018 la manutenzione ordinaria e quella straordinaria del patrimonio esistente hanno prodotto un giro d’affari di 170 miliardi di euro – ha commentato Bellicini in occasione del Future & Energy Day di Sonepar a Bergamo -. Sia le opere residenziali sia gli interventi commerciali e pubblici hanno chiuso l’anno in positivo. Considerando il peso dell’adeguamento impiantistico e gli incentivi all’adozione di tecnologie sostenibili come la pompa di calore, si stimano crescite costanti fino al 2020”.

Unico limite a questa “risalita” iniziata nel 2015, le variabili politiche e macroeconomiche: il Governo riuscirà a scongiurare l’aumento dell’IVA? Cosa accadrà con Brexit ed elezioni europee? Lorenzo Bellicini preferisce tornare al bicchiere mezzo pieno, con uno sguardo concreto alle opportunità generate dagli impianti. “Analizzando i precedenti rapporti congiunturali vediamo come durante la crisi sia diminuito il numero di occupati ma non il “peso” del lato impiantistico – continua il direttore del Cresme -. Oggi il 35% dei professionisti del settore edile è impiantista, nel 2008 eravamo al 20%: è evidente che la riqualificazione energetica e il riscaldamento full electric sono protagonisti della rivoluzione in atto”.

A patto che la costellazione di piccoli artigiani e installatori che caratterizza il contesto italiano riesca ad adeguare conoscenze e competenze alla domanda di nuove soluzioni intelligenti. “Oltre alla formazione, assistiamo alla nascita di inedite aggregazioni tra diversi soggetti imprenditoriali. Ecco l’embrione di una fase di mercato promettente, guidata dai professionisti che hanno colto appieno le nuove opportunità di business”, conclude Bellicini.

Obiettivo casa full electric: il ruolo della pompa di calore

Salmaso Mitsubishi ElectricTra le soluzioni impiantistiche sulla cresta dell’onda in questa epoca di transizione energetica, anche sul fronte termico, troviamo la pompa di calore.

Da questa rivoluzionaria tecnologia green nasce la riflessione di Massimo Salmaso, Technical Training Applied di Mitsubishi Electric.

“Il nostro obiettivo è contribuire alla diffusione di un modello di riscaldamento sostenibile – spiega il relatore invitato da Sonepar -. Le pompe di calore rappresentano un’alternativa sostenibile ed economicamente efficiente agli impianti tradizionali, in quanto combinano comfort abitativo e risparmio energetico. Inoltre, contribuiscono a massimizzare la riqualificazione patrimoniale degli edifici rispetto ai principali protocolli di certificazione energetica”.

Perché conviene installare la pompa di calore?

All’obbligatorietà di legge sugli edifici di nuova costruzione nZEB (Near Zero Energy Building) – per definizione pronti a ospitare impianti in pompa di calore -, si unisce la convenienza di adottare questa tecnologia full electric anche nella riqualificazione degli edifici energivori.

Ecco le opportunità normative “fruibili” fino al 31 dicembre 2019 dai privati che scelgono di installare una pompa di calore:

Ristrutturazione edilizia: detrazione del 50% dei costi sostenuti per qualunque tipo di manutenzione straordinaria e di adeguamento impiantistico;

Ecobonus 2019: detrazione del 65% dei costi sostenuti per la sostituzione degli impianti di riscaldamento con sistemi ibridi o interamente a pompa di calore rispondenti a specifici requisiti;

Conto Termico 2.0: anche qui si premia la sostituzione di impianti di climatizzazione invernali esistenti con sistemi a pompa di calore, attraverso incentivi fino al 65% accreditati direttamente sul conto corrente dal GSE in 2 o 5 anni.

Come abbinare il giusto incentivo al nostro impianto con pompa di calore? A ciascuno la propria riqualificazione, verrebbe da dire. “Non esistono soluzioni perfette – conclude Salmaso -, ma ritengo importante partire dalle peculiarità di ogni contesto abitativo e familiare, conoscere molto bene le regole del gioco e avvalersi di consulenti validi per prendere la migliore decisione possibile”.

Avanti tutta, dunque, sulle possibili combinazioni di questa tecnologia flessibile, performante e sostenibile per la nostra casa full electric.

Sicurezza e trasparenza del mercato elettrico con le verifiche IMQ

Il 2018 è stato – per IMQ – anno di lavoro in nome della sicurezza e della trasparenza del mercato elettrico con l’obiettivo di salvaguardare i consumatori e le imprese.
I laboratori di IMQ hanno eseguito 66 interventi di ispezione e prova su un campione rappresentativo di oltre 36.000 prodotti elettrici su richiesta dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Verifiche IMQ sulla sicurezza

Il 95% è risultato non conforme ai requisiti di sicurezza e qualità previsti dalle direttive europee di riferimento, evidenziando criticità che hanno comportato sanzioni di crescente entità da parte dell’Autorità: dalla sanzione amministrativa con richiesta di conformazione al divieto immediato di commercializzazione.
Tra i prodotti risultati non conformi: lampade e faretti a LED, catene e tubi luminosi per addobbi natalizi, alimentatori e carica batterie, piccoli elettrodomestici e utensili.

Verifiche IMQ sulle caratteristiche di efficienza energetica

Nel 2018, si è concluso il programma biennale di sorveglianza nato dalla collaborazione tra Mise-Unioncamere, Enea e IMQ.
Gli uffici ispettivi delle Camere di Commercio hanno eseguito 110 prelievi. Su questi prodotti IMQ ha condotto analisi documentali e prove di laboratorio finalizzate a verificare la corrispondenza tra le caratteristiche prestazionali e di efficienza energetica effettive e quelle dichiarate in etichetta.
Nell’80% dei casi i prodotti sono risultati non conformi e le relative dichiarazioni prestazionali non corrispondenti.
Tra i prodotti verificati: apparecchi di illuminazione, piccoli elettrodomestici, ventilatori, lavastoviglie, e climatizzatori.

IMQ ha rafforzato l’attività di verifica di attendibilità delle dichiarazioni prestazionali, con l’adesione all’Anti-Circumvention of Standards for better market Surveillance (ANTICCS), un progetto europeo nato per contrastare le false comunicazioni dei dati in etichetta o delle caratteristiche funzionali dei prodotti.

Il gruppo di lavoro sta identificando procedure e metodologie di verifica al fine di individuare i possibili ambiti di elusione e garantire la veridicità delle dichiarazioni dei produttori in merito a efficienza energetica e prestazioni funzionali di elettrodomestici, prodotti informatici ed elettronici e apparecchi di illuminazione.

Verifiche sui prodotti online

Il 2018 ha visto le prime attività di vigilanza sui prodotti venduti on line. L’operazione, gestita dal MISE con prove di laboratorio condotte da IMQ, ha riguardato un cordone prolungatore che è risultato non conforme e pericoloso per i rischi di elettrocuzione. Il MISE ha disposto il ritiro, il richiamo dal mercato e ha notificato il tutto al Rapex, il sistema europeo di informazione rapida dei prodotti di consumo pericolosi.
Questa attività di verifica su prodotti online verrà rafforzata nei prossimi anni.

Controllo climatico con le soluzioni Multi V Water IV

Controllo climatico degli appartamenti e delle zone comuni con le soluzioni LG Electronics per l’Hapimag Resort Cavallino di Treporti, vicino a Venezia. Le soluzioni Multi V Water IV, gli Hydro Kit bassa temperatura per il riscaldamento e il raffrescamento (con pannelli radianti a pavimento) e Hydro Kit alta temperatura per la produzione di acqua calda ad alta temperatura hanno consentito di soddisfare le esigenze del cliente in termini di bassi consumi di energia ed elevati rendimenti energetici.

LG Hapimag resort cavallinoIl Resort è costituito da 16 edifici indipendenti – con 125 alloggi di metrature variabili per gli ospiti e lo staff – di cui 5 caratterizzati da 3 piani fuori terra e i restanti realizzati su unico piano. A disposizione degli ospiti un ristorante, aree ricreative e zone comuni interne ed esterne.

Tra le esigenze del cliente, bassi consumi di energia ed elevati rendimenti energetici, mantenendo al contempo l’impianto flessibile per rispondere a future modifiche nella distribuzione degli spazi interni, garantire la manutenzione e il controllo da remoto.

LG ha risposto a tutte le esigenze con un impianto di climatizzazione dalla capacità nominale in raffrescamento di 1.480 kW in riscaldamento di 1.630 kW e acqua calda sanitaria di 610 kW.

Il sistema include 44 unità Multi V Water IV (da 8 a 14 HP), 34 Hydro Kit a bassa temperatura per riscaldamento e raffrescamento con pannelli radianti a pavimento e 28 Hydro Kit ad alta temperatura per acqua calda sanitaria.

Prestazioni di alto livello con Multi V Water IV

Multi V Water IVProgettato per l’installazione in edifici medio-grandi con spazi esterni ridotti, Multi V Water IV è un’unità VRF con condensazione ad acqua, potente e compatto che consente un risparmio fino al 30% rispetto ai sistemi di climatizzazione basati su scambio termico aria-refrigerante.

Elevata efficienza in tutte le condizioni operative, le prestazioni non sono influenzate dalle variazioni di temperatura e umidità esterna.

L’installazione è completata dalle unità Hydro Kit che, abbinate a un sistema VRF Multi V, forniscono acqua calda sanitaria senza una caldaia dedicata. Con sistemi di recupero di calore, è possibile assicurare il riscaldamento e il raffreddamento simultaneamente anche durante l’estate. Il sistema produce, acqua calda sanitaria per i bagni recuperando il calore dalle unità interne che funzionano in modalità raffreddamento.

Inoltre, grazie alla scelta dei Multi V Water IV è stato possibile inserire le macchine esterne all’interno dei locali tecnici con notevoli benefici dal punto di vista estetico.

Nuova partnership per la ricarica elettrica

In Italia si affaccia un nuovo attore nel settore dell’emobility: ABL, azienda tedesca specializzata nello sviluppo e nella produzione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici, sigla un accordo con Elpo.

ABL – nota per l’invenzione della presa Schuko e dei primi interruttori automatici – offre una gamma completa di soluzioni plug & charge di ricarica elettrica rivolte sia ai privati che intendono installare nel proprio garage wallbox dagli ingombri ridotti, sia a utenti pubblici e semi pubblici come strutture ricettive, centri commerciali.

Pioniere del fotovoltaico, da anni Elpo è impegnata nella produzione di energia pulita con sistemi a ridotto impatto ambientale, come centrali idroelettriche, termoelettriche e a biogas.

ABL colonnina di ricarica elettrica“Siamo consapevoli che la salvaguardia del pianeta dipenda anche dall’impiego di tecnologie ecocompatibili ed ecologiche – sottolinea il Presidente Robert Pohlin – tra cui anche la mobilità elettrica, per la quale, in collaborazione con ABL, abbiamo attivato una rete capillare di distributori e installatori specializzati”.

La partnership con Elpo porta il valore aggiunto di un servizio di distribuzione capillare e di un magazzino in pronta consegna sul territorio italiano.

Inoltre, a completare l’offerta la partnership con evWay per l’integrazione di servizi di back-end e front-end per la gestione della ricarica elettrica e del pagamento attraverso una piattaforma dedicata accessibile anche da mobile.

La mobilità passa attraverso la diffusione di ricarica elettrica

“Se è vero che il futuro dell’auto è sempre più green e che entro il 2025 la metà dei veicoli prodotti al mondo sarà elettrificata, appare evidente come l’Italia non possa più aspettare”, aggiunge Robert Pohlin.

È necessario uno sviluppo dei sistemi di ricarica che come evidenziato dal E-Mobility Report 2018 è uno dei fattori di criticità che ostacolano la crescita delle auto elettriche. Un’importanza, quella della ricarica elettrica, testimoniata anche dalla scelta di Google di inserire nelle mappe anche le colonnine per veicoli elettrici tra i luoghi di interesse, in modo che possano essere individuate tramite APP su smartphone.

Lo sviluppo delle infrastrutture diventa quindi un’esigenza cruciale, sia dal punto di vista delle colonnine pubbliche e industriali, sia per punti di ricarica privati, soprattutto domestici. In questa direzione si sta muovendo anche la normativa italiana, che con la nuova Legge di Bilancio 2019 in vigore dal 1° marzo incentiva l’eMobility con detrazioni fiscali fino al 50% per i privati che installano colonnine di ricarica presso la propria abitazione.

Demo entra a far parte del Gruppo Sacchi

Sacchi, azienda del Gruppo Sonepar, leader nel mercato della distribuzione di materiale elettrico del Nord Italia, ha raggiunto un accordo per l’acquisizione di Demo S.p.A. presente con 36 punti vendita principalmente in Piemonte e Liguria.
La transazione è ancora soggetta all’approvazione dell’autorità garante della concorrenza.

Gruppo Sacchi acquisizione DEMOFondata nel 1997, con sede a Casale Monferrato, un fatturato annuo pari a 118 milioni di euro, un centro logistico di 24.000 mq e 300 collaboratori  Demo è sempre stata un riferimento sul territorio grazie a un servizio efficiente, attenzione al cliente e alle sue esigenze e alla passione per il lavoro.
“Sacchi è il partner giusto: i valori comuni che ci contraddistinguono e la conoscenza del mercato ci garantiranno un sicuro sviluppo e un ruolo di rilievo nel Nord Italia” ha sottolineato Giorgio Osta, Presidente di Demo.

Come confermato dall’Amministratore Delegato di Demo, Guido Minola “L’operazione di acquisizione consentirà di entrare a far parte di una realtà dinamica e in continua crescita, assicurando ai collaboratori di Demo un futuro ricco di opportunità in un mercato sempre più competitivo.”

“Dalla fusione delle qualità, delle competenze e della storicità delle nostre aziende, creeremo una nuova realtà ancora più performante, primario riferimento per la clientela e per i nostri fornitori. – ha aggiunto afferma Marco Brunetti, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Sacchi – L’operazione è in linea con il piano strategico di Sacchi, che prevede un nuovo impulso per la creazione di valore per collaboratori, clienti e fornitori. Siamo certi che, grazie alla loro comprovata professionalità e conoscenza del mercato, ci forniranno un prezioso aiuto per il raggiungimento degli obiettivi del Gruppo.”

Questa acquisizione consentirà a Sonepar di diventare leader nel mercato nella distribuzione di materiale elettrico nell’Italia nord-occidentale con più di 46.000 collaboratori che operano in 44 Paesi.

“L’Italia è un Paese strategico per Sonepar e continuerà a realizzare grandi risultati grazie a un mercato reattivo e a un’organizzazione locale eccellente” ha dichiarato Philippe Delpech, CEO di Sonepar.

Digitalizzazione e sicurezza per il futuro dell’acqua

Il futuro dell’acqua – risorsa preziosa da gestire in modo efficiente e sostenibile – è legato a doppio filo al tema della digitalizzazione: l’integrazione delle tecnologie digitali con le tecnologie operative applicate nelle reti di distribuzione e negli impianti di trattamento delle acque consente risparmi energetici, riduce gli sprechi e aumenta la capacità di garantire sicurezza, salubrità e rispetto delle stringenti normative.

Schneider Electric porta il proprio contributo partecipando all’edizione 2019 del Festival dell’Acqua, che si terrà a Bressanone presso il Forum Brixen dal 13 al 15 maggio 2019 dove presenterà due interventi dedicati al tema del Servizio Idrico 4.0 e al tema della cybersecurity.
L’evento coniuga iniziative rivolte al pubblico e momenti di confronto rivolti alle istituzioni, alle aziende utenti e a quelle che offrono soluzioni e tecnologie per il settore idrico.

“Il servizio Idrico in Italia risente del peso degli anni, le infrastrutture sono vecchie e spesso non adeguate alle necessità del servizio richiesto. In aggiunta a questo, i sistemi di acquisizione dei dati relativi al monitoraggio spesso si basano su stime e sull’esperienza degli operatori, per cui risultano non coerenti la realtà – spiega Donato Pasquale, Responsabile del segmento WWW di Schneider Electric. – La direttiva ARERA di Regolazione in Qualità Tecnica richiede indicatori specifici per il monitoraggio del livello di servizio. Le utility idriche devono, dunque, adeguarsi alla normativa. Questo consente loro di cogliere le opportunità dalla digitalizzazione che, attraverso IoT e Analytics, permettono di conoscere, analizzare, manutenere, gestire al meglio le reti”.

Digitalizzazione per il Servizio Idrico 4.0

La necessità di acquisire informazioni dalle infrastrutture attraverso sistemi automatici consente di colmare il gap tecnologico e accrescere la conoscenza stessa delle infrastrutture migliorando la gestione e creando efficienza operativa. Donato Pasquale affronterà la tematica durante le sessione dedicata a “Le Frontiere dell’Automazione e della Telematica in Campo Idrico” il 14 maggio (Sala Tirol – ore 9.30 – 13.15).

Schneider Electric – con la piattaforma EcoStruxure dedicata al mondo dell’Acqua – si propone di aiutare i Servizi Idrici ad attuare la trasformazione digitale che porta al settore idrico 4.0 in cui utilizzando le tecnologie IOT e la convergenza tra Information Technology e Software ed Automazione si creano le condizioni per l’efficienza nella gestione.

Cybersecurity per la gestione dell’acqua

L’introduzione di tecnologie digitali necessita della sicurezza delle infrastrutture idriche, anche in termini di cybersecurity. È richiesta un’evoluzione sia di competenze sia di tecnica: Schneider Electric propone un supporto che unisce la conoscenza del settore specifico a quella del digitale con soluzioni, protocolli e metodologie in linea con le normative.

Umberto Cattaneo, Cybersecurity Expert di Schneider Electric affronterà il tema “Cybersecurity nelle reti di Telecontrollo di servizi di pubblica utilità a garanzia di aziende e utenti” il 14 maggio (Sala Tirol – ore 15.30 – 17) attraverso una panoramica sui principali tipi di attacchi cyber, i sistemi OT (Operational Technology), le normative di cui tenere conto e livelli di sicurezza definiti dagli standard.