Il climatizzatore senza unità esterna incontra il design

Far sparire l’oggetto: questo è stato il nostro lavoro”. È con queste parole che il celebre designer Antonio Rodriguez ha introdotto il nuovo top di gamma di Olimpia Splendid, Unico Pro, il climatizzatore senza unità esterna estremamente efficiente e super potente.

Caratterizzato da linee essenziali e da forme inedite, è stato progettato in collaborazione con i designer Matteo Thun e Antonio Rodriguez. Quest’ultimo, presente alla conferenza stampa di lancio del prodotto, ha sottolineato le linee essenziali e la pulizia formale del design di Unico Pro, che agevola la sua installazione a parete su tutte le altezze, sia in alto che in basso, ma anche l’integrazione in diversi stili architettonici e ambienti.

Marco e Roberto Saccone - Olimpia Splendid“Realizzare un prodotto essenziale è stato l’obiettivo con cui abbiamo lavorato” ha spiegato Rodriguez. “Il concept di Unico Pro è stato basato su un lavoro di sottrazione, di pulitura delle forme, per renderlo una presenza discreta, armonizzabile in qualsiasi contesto, secondo la direzione seguita nel campo degli oggetti al alto contenuto tecnologico” ha aggiunto. Del resto, Marco Saccone, consigliere delegato di Olimpia Splendid, ha evidenziato che la scelta di affidare il design di Unico Pro ai due celebri designer è stata proprio “per la loro capacità di interpretare le forme e rendere gli oggetti delle icone”.

Tecnologia da mostrare

“Da oltre 60 anni realizziamo progetti capaci di integrarsi in qualsiasi ambiente grazie a una perfetta collaborazione di design, prestazione e funzionalità” ha aggiunto Roberto Saccone, Presidente di Olimpia Splendid.

Ne è una dimostrazione la presenza dei prodotti Olimpia Splendida presso Archiproducts Milano, lo spazio espositivo dedicato ad architetti, designer e brand di via Tortona 31 a Milano: nelle room 5 e 6 al primo piano della location Olimpia Splendid presenta una casa in cui il clima ideale rispetta la bella facciata di Archiproducts Milano e si integra perfettamente con gli interni progettati da Marcante Testa. Una smart home interattiva e connessa, confortevole grazie alla tecnologia e alla scelta di luci, materiali e forme.

Promuovere il benessere climatico

Olimpia Splendid per promuovere Unico ha pensato al claim “Bella fuori e fresca dentro”, mentre “Il clima che porti con te”per Dolceclima, i climatizzatori portatili portavoce della nuova frontiera del benessere climatico ovvero il comfort che si porta ovunque. Le tre linee della gamma Dolceclima sono associate nella campagna ad altrettante situazioni di viaggio in cui il clima ideale diventa un comfort da portare con sé come una valigia.

“Da tempo stiamo promuovendo sui nostri canali social la cultura della condivisione applicata alla climatizzazione portatile” ha spiegato Roberta Vanni, direttore marketing di Olimpia Splendid. “Come per altri prodotti e servizi della sharing economy, i Dolceclima rendono il comfort condivisibile, tra luoghi e persone, grazie alla facile trasportabilità, che è valorizzata anche dal design distintivo Olimpia Splendid” ha aggiunto Vanni.

Un’ottima annata

Nel 2019 sta proseguendo il percorso di crescita e internazionalizzazione che ha fatto registrare nel 2018 un giro di affari di 61,5 milioni di euro, con un incremento costante degli investimenti in ricerca e sviluppo, che hanno raggiunto un’incidenza del 5% del fatturato.

Il successo e la crescita di Olimpia Splendid si stanno riflettendo anche nel territorio in cui è collocata: per esempio, ha siglato un importante accordo con il FAI per sostenere le bellezze del nostro Paese, ha sponsorizzato il Festival delle Luci bresciano CidNeon, supporta la squadra di pallavolo femminile Millenium Volley Brescia della serie A1 e collabora con l’accademia di design LABA di Brescia.

Fare Industria 4.0 opportunità ed esperienze di digitalizzazione

Parlare di innovazione tecnologica non basta: fare Industria 4.0 significa anche offrire ai protagonisti della trasformazione digitale delle occasioni di incontro per approfondirne le esigenze strategiche. La tavola rotonda organizzata da Schneider Electric presso l’avveniristica sede cuneese di GAI ha centrato in pieno questo obiettivo “sistemico”: raccontare come un’azienda innovativa sia riuscita a coniugare tecnologie abilitanti, visione e competenze trasversali in una concreta idea di Industria 4.0.

tavola rotonda industria 4.0 GaiAd accogliere i rappresentanti di mondo imprenditoriale, scuola e istituzioni piemontesi, l’amministratore delegato della storica azienda di macchine imbottigliatrici: “Ritengo importante sfruttare al meglio le opportunità di networking e di condivisione in ambito smart manufacturing – esordisce Guglielmo Gai, che ha successivamente illustrato le caratteristiche della sua fabbrica connessa -. Siamo contenti di ospitare un evento nato per raccogliere impressioni, dubbi ed esigenze e capire che azioni intraprendere per vincere la sfida di Industria 4.0 mettendoci in gioco lungo tutta la filiera tecnologica e formativa”.

Come va Industria 4.0 in Italia?

Partendo dal contesto nazionale, i numeri riportati dal Sole24Ore parlano chiaro: il piano Industria 4.0 ha generato, nel solo anno 2017, 10 miliardi di euro di investimenti in macchinari e attrezzature smart, ai quali si aggiungono 3,3 miliardi spesi per beni immateriali.

Le elaborazioni di Centro studi Confindustria e Mef superano le aspettative ex ante, anche se c’è ancora molto da fare per accrescere la componente legata a servizi digitali e Industrial Internet of Things (IIoT).

Fabbrica connessa: Industrial IoT, Analytics e gestione dei dati

Ancora, leggendo l’ultimo Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, il 95% degli intervistati dichiara di conoscere il tema Industria 4.0, mentre oltre la metà delle imprese si definisce in fase di implementazione/consolidamento di soluzioni smart.

Le tecnologie abilitanti più gettonate sono certamente IIoT e Industrial Analytics, legate principalmente a tre segmenti aziendali:

Ma la vera sfida digitale riguarda la gestione dei dati raccolti: soltanto il 33% del campione ha iniziato a farlo. Per fare il salto servono investimenti in nuove competenze, per coniugare modelli di business, esigenze del mondo del lavoro e formazione dei giovani.

Dove c’è visione c’è Industria 4.0

Doverosa, a questo punto, la riflessione di chi quotidianamente vive il rapporto con i protagonisti della fabbrica digitale. “Le aziende sono molto curiose – racconta Paolo Buonsanti, Country EcoStruxure Transformation Manager di Schneider Electric -. Si domandano soprattutto cosa sia possibile fare grazie a Industria 4.0, mentre spesso manca il ragionamento sul perché investire nella digitalizzazione. Bisognerebbe trovare il tempo di “alzare la testa” e considerare i risvolti strategici e i risultati a lungo termine dell’operazione”.

La trasformazione digitale non va intesa come risoluzione di un problema puntuale, bensì come un percorso che rimodella l’intera gestione aziendale. Filo conduttore di questo passaggio, il dato: “voglio lanciare un messaggio di ottimismo – aggiunge il manager -: dopo aver aggiornato il parco installato con macchinari connessi, avete già a disposizione una marea di dati; diventa fondamentale integrare e analizzare le informazioni raccolte”. Impossibile pensare a cambiamenti repentini, ma la visione lungimirante orientata all’analytics non può che portare decisioni benefiche per ogni realtà imprenditoriale.

Come superare le criticità del cambiamento digitale in azienda?

Fin qui tutto bello, ma quali sono gli ostacoli alla diffusione di Industria 4.0? Ecco come affrontare i principali ostacoli alla digitalizzazione delle imprese italiane:

tavola rotonda industria 40 Gai Schneider ElectricUn quarto elemento viene dal pubblico in sala: molte aziende sfruttano l’occasione incentivante e acquistano la macchina smart senza comprenderne il potenziale in termini di servizi digitali. “Non è semplice trasmettere ai manager i benefici di impianti connessi e analytics e, soprattutto, i tempi più lunghi di ritorno dell’investimento – risponde Mariangela Acquafredda, Industry End User Segments Manager di Schneider Electric -. Normalmente partiamo da un processo pilota per poi valorizzare l’intervento ed estenderlo ad altri comparti aziendali”.

Da una recente indagine di Schneider Electric sulla digitalizzazione nel territorio del Nord-Ovest, emerge anche la necessità di formare non solo studenti e professionisti ma anche chi decide come investire in Industria 4.0. “Il manager deve avere il quadro completo del percorso digitale, per affrontare al meglio il cambiamento e integrare tecnologie, personale e relazioni”, aggiunge il System & Architecture Engineer Danilo Ponzio.

Industria 4.0 in pratica: le aziende vogliono benefici tangibili

Esempio tangibile di questa visione è Alberto Masoero, Managing Director BU Flat Glass di Bottero, azienda piemontese che fornisce macchinari per la produzione e la lavorazione del vetro.

“La svolta 4.0 di Bottero viaggia su due fronti – racconta Masoero -: abbiamo innanzitutto digitalizzato i processi produttivi interni, rivoluzionando la nostra cultura aziendale. Sul cliente, invece, abbiamo scelto la strada più facile: la manutenzione dei macchinari attraverso soluzioni di realtà aumentata. Perché scegliere la macchina connessa di Bottero? Grazie al sistema Schneider Electric è possibile raccogliere dati, interagire con il macchinario, fare manutenzione predittiva e godere di un’assistenza post-vendita ottimale”.

La trasformazione digitale non è fatta di sole tecnologie abilitanti: scegliere Industria 4.0 significa cambiare la visione aziendale

Schneider Electric con EcoStruxure: un partner strategico per Industria 4.0

Spetta dunque al solution provider intercettare le esigenze degli imprenditori e accompagnarli nella digitalizzazione “su misura”. Con la piattaforma di soluzioni e servizi EcoStruxure, Schneider Electric riesce a integrare efficacemente mondo IT e processi aziendali, costruendo un ecosistema digitale, dal singolo prodotto connesso all’intera fabbrica 4.0.

Il Rapporto GSE 2018: le rinnovabili crescono ancora

In anni non facili per l’economia italiana, il Rapporto delle Attività 2018 pubblicato dal Gestore dei Servizi Energetici era particolarmente atteso per verificare se il settore delle rinnovabili continuasse a dimostrarsi sostanzialmente anticiclico, ovvero a muoversi con numeri fortemente positivi nonostante la stagnazione generale in atto. Ebbene, la risposta che emerge dalle pagine dettagliate stilate dal GSE è univoca e confortante: la diffusione delle energie rinnovabili non conosce battute d’arresto; anzi, il nostro Paese dopo aver superato gli obiettivi europei al 2020 in materia di consumi energetici coperti da fonti rinnovabili ha raggiunto, l’anno scorso, il 18,1% del fabbisogno energetico totale assicurato da rinnovabili, con il 34,4% dei consumi di energia elettrica coperti da impianti di produzione a fonti rinnovabili.

Anche per il 2018 il Rapporto GSE ha offerto un’analisi molto articolata, suddivisa in quattro grandi ambiti, ovvero Rinnovabili Elettriche, Rinnovabili Termiche, Rinnovabili Trasporti ed Emissione CO2 . Il tutto con la consueta finalità di fornire a organismi pubblici, operatori privati e cittadini le informazioni utili a fotografare l’evoluzione del sistema energetico nazionale verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile del Paese.

Oltre 1 GW di potenza aggiuntiva

Per quanto riguarda il settore delle rinnovabili elettriche, è quello che ha evidenziato gli incrementi più marcati con il bilancio 2018 che parla di oltre 1 GW di potenza aggiuntiva. In particolare, l’anno scorso sono stati installati impianti per circa 1.140 MW, di cui 440 MW fotovoltaici e 540 MW eolici. In termini di energia, si sono registrati quasi 11 TWh in più rispetto al 2017, principalmente per l’incremento della produzione idroelettrica (+13 TWh) che ha più che compensato il calo della produzione fotovoltaica (-1,7 TWh) dovuto al minore irraggiamento.

Sul fronte delle rinnovabili termiche le stime del GSE denotano una lieve flessione dei consumi nel 2018 (circa il 3%) dovuta peraltro a fattori congiunturali, perché il minor utilizzo delle bioenergie è derivato dalle temperature meno rigide registrate nel periodo invernale.

Decisamente positivo, invece, il bilancio relativo al settore dei trasporti dove le elaborazioni del Gestore indicano per il 2018 un deciso incremento, +18%, dell’immissione in consumo di biocarburanti riconducibile soprattutto all’aumento della quota d’obbligo di miscelazione. In relazione alle emissioni, il ricorso alle rinnovabili e i risparmi energetici hanno evitato l’anno scorso il rilascio in atmosfera di 45 milioni di tonnellate di CO2 e il consumo di 117 milioni di barili petroliferi, mentre si stima in 45.000 posti di lavoro annuali l’occupazione correlata alle iniziative sostenute.

Rapporto GSE 2018 rinnovabili

Obiettivi Ue raggiunti e da raggiungere

In termini generali, per il quinto anno consecutivo l‘Italia ha superato la soglia del 17% dei consumi soddisfatti mediante il ricorso alle energie rinnovabili, un obiettivo assegnato dalla Direttiva dell’Unione Europea che fa peraltro riferimento al 2020. Anzi, secondo la stima preliminare GSE, nel 2018 la percentuale relativa al nostro Paese è salita, come detto, fino al 18,1%. Ragionando in termini di efficienza energetica, resta ancora del cammino da percorrere rispetto alla direttiva comunitaria che fissa un obiettivo di 25,5 Mtep (acronimo di milioni tonnellate equivalenti petrolio) per il risparmio cumulato nel periodo 2014-2020. Fin qui il Gestore stima in 11,8 Mtep il risparmio complessivo ottenuto dall’Italia, con andamento inferiore alle attese nell’anno passato, e quindi nel biennio 2019/2020 sarà necessario un incremento rispetto al trend evidenziato nel quinquennio precedente.

Infine, per quanto attiene le attività del GSE, nel 2018 hanno consentito di destinare alla promozione della sostenibilità 15,4 miliardi di euro, di cui 11,6 miliardi per l’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e 1,7 miliardi da imputare all’efficienza energetica e alle rinnovabile termiche. A completare il quadro, il miliardo e mezzo di euro riconducibile ai proventi derivanti dall’ETS (Emission Trading Scheme) e 0,6 miliardi per i biocarburanti.

Costi e oneri incentivazioni GSE

Da Panasonic riprese nitide e a colori anche con 0,03 lux

Sono sufficienti solo 0,03 lux per riprendere dettagli precisi, anche di notte e a colori.
Per questo la serie di telecamere i-Pro Extreme di Panasonic si rivela utile quando è necessaria la visione a colori in ogni condizione di luce (giorno, notte o con forti sbalzi di luminosità nella scena inquadrata).

Panasonic I-Pro Extremei-Pro Extreme è dunque ideale nel settore della videosorveglianza, dove in caso di incidenti l’attendibilità delle prove è fondamentale. Grazie alla visione notturna a colori incorporata, l’utente riesce a distinguere meglio quei dettagli fondamentali come le tonalità dell’abbigliamento e dei veicoli, che negli ambienti con un’illuminazione estremamente ridotta non sono disponibili.

I Led a infrarossi aumentano la visibilità negli ambienti a 0 lux, garantendo immagini monocromatiche delle persone e dei loro movimenti. Un altro vantaggio della gamma è l’eccellente visibilità, resa possibile da un obiettivo grandangolare con un campo di visione da 109° in orizzontale e 73° in verticale. La speciale modalità corridoio permette agli integratori di fornire un campo di visione di 90° per 270°, perfetto per monitorare ambienti che si estendono longitudinalmente, come corridoi e corsie dei punti vendita.

Compatte e di facile installazione

Le dimensioni compatte ne agevolano l’installazione in ogni ambiente, assicurando una presenza discreta in ogni ambienti (piccoli punti vendita, bancomat, ascensori ecc.).
Come per i modelli precedenti della gamma, le sei nuove telecamere integrano la tecnologia IA (Intelligent Auto), in grado di acquisire automaticamente riprese ottimali in qualsiasi condizione ambientale. Le telecamere sono inoltre dotate di microfoni che consentono la registrazione audio anche all’aperto.

Uno degli aspetti essenziali è garantire la visibilità in qualunque condizione: unendo visione notturna a colori e a infrarossi con le tecnologie Intelligent Auto, le telecamere i-Pro Extreme di Panasonic consentono alle aziende di lavorare con la certezza che le proprie strutture siano monitorate giorno e notte.
La gamma comprende modelli sia per interni sia per esterni, in Full HD e HD, nonché due modelli conformi agli standard dei mezzi di trasporto e idonei alla videosorveglianza a bordo di treni e autobus.

Aliante, il sistema VMC per interventi di riqualificazione non invasivi

Re-design della cover dal gusto minimal per Aliante, prodotto della gamma Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) di Climapac, che migliora le performance della macchina in termini di recupero dell’energia termica raggiungendo il 91%.

È particolarmente adatto per migliorare il benessere abitativo degli edifici, sia come soluzione di retrofit, sia in caso di interventi di ristrutturazione o riqualificazione.

Il nuovo look, con un nuovo taglio trasversale che ne alleggerisce l’impatto visivo, consente una perfetta adattabilità a ogni contesto abitativo, valorizzando gli ambienti.

Aliante assicura il massimo comfort grazie alla portata d’aria regolabile con 4 velocità, la funzione notturna, la diffusione aria indiretta senza fastidiose correnti d’aria.

Luce colorata per monitorare la qualità dell’aria

L’aria viene trattata con doppio filtro, che purifica sia l’aria in entrata, eliminando le particelle nocive, sia quella in uscita, preservando le prestazioni dello scambiatore di calore e allungandone la durata. I filtri eliminano polvere, pollini e altri inquinanti esterni.
Dotato di punti luce LED per illuminare gli spazi, il nuovo sistema di VMC integra uno speciale inserto luminoso in grado di indicare la qualità dell’aria dentro casa.

Il nuovo Led segnala – attraverso diverse colorazioni – le condizioni atmosferiche indoor: in questo modo è facile monitorare l’aria in modo intuitivo.

La situazione ideale è indicata con il colore blu, il giallo comunica un aumento del livello di inquinanti, mentre il verde e il rosso segnalano rispettivamente un eccessivo tasso di umidità e il superamento delle soglie ottimali di CO2 o VOC.
In questo caso Aliante situazioni aumenta automaticamente la propria velocità per riportare i livelli alla norma.

Controllo con una APP

Per rendere il controllo del clima indoor ancora più semplice ed immediato, è a disposizione una app dedicata per gestire tutte le funzionalità della macchina attraverso lo smartphone.

Detrazioni fiscali 2019 per la VMC

Le unità di ventilazione meccanica decentralizzata Aliante di CLIMAPAC, essendo dotate di un sistema di recupero di calore con efficienze fino al 91%, possono usufruire delle detrazioni fiscali al 50% per ristrutturazione e dell’Ecobonus 65%.

Fotovoltaico più efficiente e green con l’economia circolare

L’economia circolare può essere un ottimo alleato del fotovoltaico, per migliorare l’efficienza e ridurre l’impatto ambientale dell’intera catena del valore nella produzione delle celle solari. Come? Minimizzando gli sprechi e assicurando che i componenti di valore non finiscano in discarica.

Il percorso è possibile ed è affrontato dal progetto europeo Eco-Solar, il cui obiettivo è proprio quello di prevedere una value-chain integrata per produrre e implementare i pannelli solari nel modo più ecologico, considerando la riconversione dei loro componenti a fine vita e del riutilizzo dei materiali. Inoltre, Eco-Solar intende dimostrare che durante la loro vita, i singoli pannelli possono essere monitorati, in modo che quelli difettosi possano essere facilmente identificati, riparati o sostituiti. Sempre nell’ottica del riuso e riciclo è stato avviato anche il progetto UE Circusol in cui ci si concentra su un modello di business collaborativo al cui centro c’è il fornitore di pannelli fotovoltaici.

Economia circolare ed efficienza, il progetto Eco-Solar

Il progetto Eco-Solar è partito dall’analisi del modello produttivo alla base del fotovoltaico che è dispendioso e non considera il riuso di materie prime ancora utili. Da qui l’idea di mettere in pratica i principi dell’economia circolare. Finanziato dall’UE, ha puntato a massimizzare l’efficienza delle risorse.

Tra i risultati raggiunti c’è l’introduzione di una tecnica semplice ed economica per il recupero di oltre il 95% del gas argon utilizzato per la cristallizzazione del lingotto di silicio, oltre a migliorare il processo di taglio alla base della creazione dei wafer di silicio. Tra l’altro, i partner del progetto hanno anche esaminato la possibilità di riciclare la polvere di silicio prodotta durante la formazione dei wafer di silicio, partendo dal fatto che “il 45% del materiale originale viene perso in polvere di silicio fine che finisce in discarica”, ha osservato il coordinatore del progetto, Martin Bellmann.

Altro punto su cui si sono concentrati i partner del progetto è stato quello di sperimentare diverse architetture di celle solari per ridurre al minimo l’uso di argento. Infine, hanno messo a punto un sistema automatizzato per il riconoscimento di piccoli difetti nelle celle solari.

Il riciclo collaborativo, cosa prevede il programma Circusol

Eco-Solar è uno dei progetti europei che si sono posti la necessità di mettere in atto i principi della circular economy nel processo produttivo del fotovoltaico. Oltre a ReSiELP, in cui è coinvolta Enea, va citato Circusol (Circular business models for the solar power industry). Si tratta, anche in questo caso, di un’iniziativa finanziata dal programma Horizon 2020 che intende fare dell’energia solare un settore di punta considerando l’importanza di riciclo e riuso.

Il progetto parte dalla considerazione del contributo di questa fonte rinnovabile nel soddisfare in parte la domanda di energia elettrica in Europa e la crescita del mercato fotovoltaico.

Circusol intende attuare una gestione circolare dei prodotti con percorsi di riutilizzo o rigenerazione oltre al riciclaggio, e nuovi servizi a valore aggiunto per gli utenti finali residenziali, commerciali e di pubblica utilità. Vuole sviluppare e dimostrare la fattibilità di modelli di business product-service systems (PSS) per il settore dell’energia solare, che prevedono la fornitura coesiva di prodotti e servizi, consentendone il consumo collaborativo, pratica salutare specie a favore dell’ambiente.

In concreto, ciò significa che rispetto al modello attuale in cui, raggiunto il fine vita, i pannelli entrano nel circuito dei rifiuti, col modello PSS previsto da Circusol, il fornitore, terminato il tempo utile dei pannelli, se li riprende e decide se possono ottenere una seconda vita ed essere installati altrove, oppure se devono essere inviati al riciclaggio. Il vantaggio, secondo i partner del progetto sarebbe triplice:

Telecamera IP Wi-fi autonoma e dai bassi consumi

La telecamera IP Wi-Fi autonoma di Avidsen – società specializzata nello sviluppo di sistemi elettronici e digitali innovativi di utilizzo per la casa – è caratterizzata da consumi molto bassi e permette di sorvegliare la propria casa o qualsiasi altro luogo con estrema facilità con una connessione internet Wi-Fi.

La telecamera IP Wi-Fi si può infatti posizionare su una superficie piana oppure può essere fissata al muro grazie alle viti in dotazione e si può alimentare tramite un carica-batterie per telefoni cellulari di tipo microUSB (che non è in dotazione) oppure con 4 batterie AA LR6: questa caratteristica permette di poter sfruttare la telecamera IP Wi-Fi anche in assenza di una presa di corrente nelle vicinanze.

Stand by automatico per telecamera IP Wi-Fi

Telecamera IP Wi-fi autonoma e dai bassi consumiQuesta telecamera IP Wi-Fi di Avidsen è un modello particolarmente interessante anche dal punto di vista dei consumi: il software, infatti, pone automaticamente la telecamera in stand by, riducendo in questo modo i consumi della batteria al minimo, garantendone la durata fino a 6 mesi.

Tramite lo smartphone o il tablet (Android 5.0 o successivo, iOS 8.0 o successivo) è possibile vedere ovunque ci si trovi le immagini riprese a distanza ma anche i filmati registrati. La funzione rilevamento movimenti avvia automaticamente la registrazione sulla scheda microSD e può inviare notifiche push immediate.

Il design discreto e la struttura solida della telecamera IP Wi-Fi ne permettono l’utilizzo sia all’interno, sia all’esterno grazie al grado di protezione IP65. E’ coperta da garanzia di 2 anni.

Bonus del 50% per detrazione fiscale

La Legge di Bilancio 2019, come molti sapranno, evidenzia che il bonus del 50% sulle ristrutturazioni edilizie per la detrazione fiscale, che riguarda anche gli interventi di videosorveglianza, è stato prorogato fino al prossimo 31 dicembre. Motivo per cui i produttori di dispositivi tecnologici per il comfort domestico lanciano sul mercato soluzioni sempre più smart come ha fatto Avidsen con questa nuova telecamera IP Wi-Fi autonoma: tra le altre cose, è caratterizzata da un sensore ottico 720p, con angolo di visione di 110° e illuminazione a infrarossi per la visione notturna accoppiata a un sensore di luminosità della portata di 8 m.

iotty, l’interruttore WiFi che trasforma la casa in smart home

I nuovi interruttori intelligenti Wi-Fi iotty sono pensati per offrire un tocco smart alla propria casa: facile da installare, versatile e dal design 100% italiano (è disponibile nelle colorazioni bianco e nero), è un dispositivo capace di trasformare qualsiasi abitazione in un moderno ambiente digitale per rendere la vita domestica più semplice e piacevole.

Oltre a integrare il Wifi, iotty viene accompagnato da una piattaforma cloud che ne amplifica le funzioni e le potenzialità. L’interruttore permette non solo di rendere “smart” tutte le lampadine di casa, decidendo liberamente quando e come accendere o spegnere le luci senza richiedere bulbi wireless, ma consente di comandare molti altri dispositivi in maniera intelligente.

interruttore iotty

Semplice da usare…

Grazie all’applicazione di supporto per iOS e Android è sufficiente impostare alcuni parametri per creare routine o scenari in modo semplice. Si può programmare iotty per accedere in automatico tutte le luci del giardino e dell’ingresso quando si rientra a casa, oppure spegnere quelle delle camerette dei bambini quando è ora di andare a dormire. L’interruttore consente di impostare orari specifici di accensione e spegnimento, ma anche di gestire questi comandi sulla base delle previsioni meteo rilevate online o della posizione dell’utente sfruttando le informazioni di geolocalizzazione.

iotty lampada ingressoiotty permette, inoltre, di accendere le luci dell’ingresso quando inizia a fare buio senza dover installare un sensore crepuscolare, perché basta impostare come parametro l’orario del tramonto. O ancora, quando si va in vacanza è possibile simulare la presenza in casa con una routine che accende dinamicamente alcune luci in specifiche fasce orarie. Ogni azione può essere gestita usando solo la voce grazie alla compatibilità con Google Assistant e Amazon Alexa.

Trattandosi di uno switch intelligente con il Wi-Fi integrato, consente di condividere gli interruttori con altri utenti o usare lo stesso Wi-Fi per controllare una stessa luce da più punti iotty diversi. Tra le funzioni evolute, rese disponibili dall’interruttore e dall’applicazione, c’è anche il monitoraggio del consumo energetico: in questo modo le spese elettriche saranno sempre sotto controllo.

…e da installare!

Rispetto ad altri prodotti in commercio, questo interruttore smart non ha bisogno di centraline o impianti esterni: per attivarlo è sufficiente possedere un collegamento Wi-Fi in casa. La sostituzione dei vecchi interruttori è piuttosto semplice per chi ha un minimo di dimestichezza con gli impianti elettrici, l’importante è disporre di un cavo neutro.

Per i meno esperti, invece, l’azienda mette a disposizione un pratico “Servizio di Installazione” disponibile per l’intero territorio italiano, che può essere acquistato direttamente sul sito di iotty. L’azienda garantisce l’intervento di tecnici specializzati entro 10 giorni lavorativi dalla data di acquisto.
L’interruttore (modello I3 per le misure standard delle scatole a muro 503) è disponibile in confezione singola, in kit da 3 o da 5 placche, con prezzi a partire da 79 euro.

Trasformazione digitale ed evoluzione 4.0 a SPS Drives

Componenti, soluzioni connesse, software e servizi abilitanti sono la proposta di Schneider Electric a SPS IPC Drives Italia (padiglione 6, stand E024 – 28-30 Maggio 2019, Parma) attraverso EcoStruxure, la piattaforma e architettura di sistema con cui ha unificato l’offerta nei mercati chiave dell’industria, dell’energia, degli edifici, del data center.

EcoStruxure sta accompagnando l’evoluzione 4.0 e la trasformazione digitale di tutti i settori chiave della nostra economia, ma proprio nell’industria il suo approccio basato su apertura e sulla ricerca di standard si è rivelato vincente, per scardinare i silo tecnologici nati dalla tradizionale preferenza per modelli e protocolli chiusi e liberare pienamente il potenziale della digitalizzazione – commenta Massimo Merli, VP Industry di Schneider Electric. – OEM e end user italiani che stanno realizzando progetti di smart manufacturing con noi, cogliendo i vantaggi di efficienza energetica e operativa, produttività, profittabilità.”

Innovazione continua in componenti e soluzioni connesse

Per quanto riguarda l’automazione di macchina, Schneider Electric presenterà un PLC innovativo, con spiccate caratteristiche di connettività e comunicazione, abbinate a funzionalità di motion controller, Modicon M262.

All’interno dell’architettura EcoStruxure Machine, dedicata agli OEM, trova spazio TeSys Island, soluzione di controllo motore intelligente, basata sull’IIoT, con funzionalità evolute in termini di raccolta dati dal campo e di facilità di installazione, di interfaccia e di programmazione.

Nuovi software pensati per realizzare servizi digitali come EcoStruxure Machine SCADA Expert, che si affianca alla proposta EcoStruxure Machine Advisor.

Nuova gamma di soluzioni Preventa XPS Universal, che unisce la semplicità applicativa dei moduli di sicurezza cablati alla possibilità di differenziare i messaggi usando una semplice connessione punto-punto. Due soli modelli consentono di realizzare sicurezza per un’ampia gamma di macchine.

Ricca gamma di componenti come i pulsanti Harmony, i sensori Telemecanique Sensors con la proposta XIOT, il sensore connesso al cloud, gli HMI Magelis e le soluzioni di variazione di velocità Altivar.
Inoltre, sono presenti proposte per la distribuzione elettrica integrata MT/BT, soluzioni per l’industrial business continuity della divisione Secure Power e le soluzioni Eurotherm by Schneider Electric.

Tra i plus di EcoStruxure sicuramente l’integrazione dei sistemi di fabbrica e degli altri sistemi che vivono intorno all’ambiente produttivo e ne garantiscono il funzionamento, come la distribuzione elettrica e le infrastrutture per l’IT industriale. Grazie a una concezione comune basata su connettività e apertura, l’ottimizzazione e l’efficientamento raggiungono livelli elevati consentendo alla digitalizzazione di permeare i processi industriali.

Maggiori informazioni a questo link.

Guida alle diverse classificazioni degli impianti elettrici

Quando si acquista un prodotto tecnologico ci si affida a consulenze professionali, consigli di amici, al venditore o spesso attraverso una ricerca su internet. Ovviamente dipende dalla tipologia del prodotto o dell’impianto, ma in ogni caso ci basiamo sulle conoscenze e competenze altrui per effettuare la scelta migliore in grado di rispondere alle performance ed esigenze desiderate.

In particolare, per quanto riguarda gli impianti tecnologici, la legge richiede in maniera inequivocabile l’elaborazione del progetto, ovvero la redazione di un documento, precedente alla realizzazione dell’impianto redatto dal tecnico dell’impresa installatrice, a meno che, al di sopra dei limiti definiti dal comma 2 dell’art. 5 del DM 37/08, il progetto debba essere redatto da un professionista abilitato. In ogni caso, il progettista, dovrebbe avere la capacità di far comprendere all’acquirente ciò che ci si debba attendere in materia di funzionalità e fruibilità dell’impianto, dando ovviamente per scontato che i livelli di sicurezza minimi richiesti dalle norme tecniche non sono materia di negoziazione.

Non vi è dubbio che la classificazione dei prodotti ovvero la suddivisione in classi definite secondo criteri uniformi definiti da normative tecniche, e la relativa dichiarazione della classe di appartenenza da parte del fornitore, permetta un’immediata comprensione della qualità e delle prestazioni attendibili dal prodotto o dall’impianto, anche da parte di persone meno esperte.

3 tipi di classificazioni degli impianti elettrici

Nel caso degli impianti elettrici, dopo la pubblicazione avvenuta nell’agosto del 2016 vi sono però in questo momento 3 diversi modi di classificazione degli impianti:

Classificazione degli impianti elettrici

Questo aspetto rischia ovviamente di generare un po’ di confusione anche negli addetti ai lavori. In questo articolo si vogliono quindi chiarire le diverse metodologie di classificazione.

Impianti a livelli – Norma CEI 64-8 art. 37

L’art. 37 della norma CEI 64-8 fornisce prescrizioni addizionali, ai fini delle prestazioni, da applicarsi agli impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale situate all’interno dei condomini o di unità abitative mono o plurifamiliari. Le prescrizioni si applicano ai nuovi impianti ed ai rifacimenti completi di impianti esistenti in occasione di ristrutturazioni edili dell’unità immobiliare.
Vengono definiti i seguenti livelli:

Le dotazioni minime previste per i tre livelli sono elencate nella Tabella A della norma (riportata qui sotto).

Tabella - dotazioni minime Norma CEI 68-8 art. 37
Le dotazioni minime previste per i tre livelli – Norma CEI 64-8 art. 37

Efficienza dei sistemi di controllo – UNI EN 15232

La classificazione degli impianti elettrici della norma EN 15232 (diventata ISO 52120) – Prestazione energetica degli edifici – Parte 1: Impatto dell’automazione, del controllo e della gestione tecnica degli edifici – definisce quattro classi di efficienza per i sistemi di automazione di edificio, valide sia per le applicazioni di tipo residenziale sia per le applicazioni di tipo non residenziale.

Classe D – Non energy efficient: impianti privi di automazione

Classe C – Standard: impianti automatizzati con apparecchi di controllo tradizionali o con sistemi BACS (Building Automation and Controls System) o HBES (Home and Building Electronic Systems)

Classe B – Advanced: impianti controllati con un sistema di automazione bus (BACS/HBES) ma dotati anche di una gestione centralizzata e coordinata delle funzioni e dei singoli impianti

Classe A – High Energy Performance: come la classe B ma con livelli di precisione e completezza del controllo automatico tali da realizzare una gestione dell’impianto molto puntuale.

In particolare, vengono considerati i seguenti impianti:

Essendo la norma riferibile essenzialmente al comparto elettrico, il CEI ha pubblicato una guida (CEI 205/18) Guida all’impiego dei sistemi di automazione degli impianti tecnici negli edifici Identificazione degli schemi funzionali e stima del contributo alla riduzione del fabbisogno energetico di un edificio che risulta essere un pratico ausilio per la realizzazione delle automazioni necessarie per il raggiungimento delle classi di efficienza A e B.

Efficienza energetica degli impianti BT – Norma CEI 64-8

Vengono fornite prescrizioni, misure e raccomandazioni supplementari per il progetto, l’installazione e la verifica di tutti i tipi di impianti elettrici a bassa tensione, compresi la produzione locale e l’accumulo dell’energia. La norma si applica in caso di nuovi impianti o di trasformazioni o ampliamenti degli impianti esistenti.

La norma si riferisce ai 4 diversi settori impiantistici aventi ciascuno caratteristiche particolari che richiedono una metodologia specifica di realizzazione dell’efficienza energetica:

Le misure di efficienza energetica della norma CEI 64-8-8-1, inglobate nell’ottava edizione, vengono riferite all’efficienza di apparecchi utilizzatori, all’efficienza dei sistemi di distribuzione elettrica ed alla presenza di sistemi di controllo, monitoraggio e supervisione. Tali misure sono classificate secondo cinque livelli (da 0 a 4) dove il livello 4 è considerato il livello più elevato.
Ciascun livello comprende i precedenti.
In particolare, vengono definite delle tabelle di classificazione per ognuno dei seguenti aspetti:

Secondo la normativa tecnica in vigore, vi sono attualmente 3 diversi tipi di classificazione degli impianti elettrici riferibili al livello di automazione, fruibilità del sistema edificio impianto ed efficienza energetica.

Risulta una particolarità il fatto che nel settore della normativa impiantistica relativa al settore elettrico, sia in vigore una norma emanata da UNI. Bisogna, inoltre, sottolineare che proprio questa, è citata esplicitamente dalla legislazione (DM 26/06/2015 – requisiti minimi) applicabile ai nuovi edifici o a quelli soggetti a ristrutturazione importante diversi dalla civile abitazione dove tutti i controlli degli impianti tecnologici devono essere almeno di classe di efficienza B.