Illuminazione con strip LED: una guida per conoscerle meglio

Si sente sempre più spesso parlare di Strip LED, ma cosa sono e come si utilizzano?
Normalmente sono utilizzate nelle soluzioni di illuminazione indiretta da soffitti, pereti e pavimenti, e per effetti di luce radente anche in elementi di arredo.

La tipica striscia consiste in una o più file parallele di LED disposti alla stessa interdistanza. Le minuscole fonti luminose, accuratamente allineate da macchinari robotizzati, sono ancorate ad un elemento conformato a nastro (la base della “strip”), sottile e flessibile, fornito sul fondo di un film autoadesivo per la rapida applicazione su qualsiasi superficie. Questo supporto continuo svolge la triplice funzione: ancoraggio, alimentazione elettrica, prima dissipazione del calore che si genera alla base dei LED.

esempi di strip led

Moduli LED lineari, o strip LED, di varia potenza e flusso luminoso

Viene prodotto nella lunghezza standard di 5 metri e ha larghezze variabili: da un minimo di 5 millimetri ad un massimo di qualche centimetro, nel caso di moduli contenenti più file di LED. Il suo spessore è di pochi millimetri. Le interdistanze dei LED variano da un massimo di 18-20 mm fino ad un minimo di 2-3 mm. Ultimamente sono state proposte strip con interdistanze inferiori, nell’ordine dei decimi di millimetro La potenza del singolo diodo è inferiore al mezzo watt.

All’interno della strip corrono i conduttori elettrici, debitamente isolati, che distribuiscono l’energia tra i LED in modo che a ciascuno di essi giunga la stessa corrente ed equiparare così tutte le emissioni di flusso luminoso. Il modulo può essere tagliato con un semplice strumento (un cutter o una forbice) nei punti indicati dalla grafica.

I punti sono distribuiti a intervalli regolari. Questo agevole sezionamento consente di adattare la strip alla lunghezza del vano di alloggiamento ed ottenere la massima continuità nell’illuminamento della superficie colpita dalla luce emessa lungo lo sviluppo lineare del modulo, evitando le zone d’ombra.

L’alimentazione elettrica

L’apporto di energia elettrica è realizzato con due tipi diversi di collegamenti: in parallelo (a tensione costante) e in serie (a corrente costante).

Nel primo caso, i due conduttori elettrici che collegano l’alimentatore (o driver) al modulo lineare sono connessi ad un capo dello stesso, nel secondo invece un conduttore è collegato ad un capo e il secondo al capo opposto. Il secondo conduttore, dovendo ritornare al morsetto dell’alimentatore, sarà più lungo del primo.  Con i collegamenti in serie si realizza l’alimentazione a corrente costante, con quelli in parallelo a tensione costante. Per i due casi cambiano sia le strip che i driver. Per agevolare il lavoro degli installatori sono in commercio alimentatori che si adattano automaticamente ad entrambi i tipi di collegamenti.

Con l’alimentazione a tensione costante si ha il vantaggio di mantenere il valore della tensione su valori di sicurezza (inferiori a 60 Volt) per qualsiasi lunghezza della strip. Cambierà chiaramente la potenza del driver. In questo caso il modulo lineare contiene nel suo sviluppo i micro-dispositivi elettronici per fornire ad ogni LED la tensione richiesta per rendere costante il flusso luminoso emesso.

strip led led Italy

Modulo LED lineare, flessibile, fornito di 240 LED al metro lineare, potenza 12.5 W/ml, tensioni continue 12 – 24 V, temperature di colore 2700 – 3000 – 4000 – 5000 K (produzione LED Italy)

Variazioni cromatiche

Si producono strip LED che emettono luce di differente tonalità bianca. I modelli più avanzati montano LED multichip (composti da tre o quattro minuscoli corpi emettitori) che sono in grado di variare a comando la temperatura di colore (luce bianco calda, intermedia o fredda) oppure i colori primari (rosso, verde e blu) e le loro miscelazioni.

La gestione delle tonalità del bianco e dei colori permette di utilizzare i moduli lineari (spesso in sostituzione al classico tubo luminoso fluorescente), sia per funzioni utilitarie (luce per vedere, ad esempio in ambienti di lavoro) sia con finalità decorative (ambienti domestici, luoghi pubblici di intrattenimento).

Profili e canali per strip LED

Parallelamente alla variegata produzione dei moduli lineari si è sviluppato il settore industriale dei profili estrusi in alluminio concepiti per il loro alloggiamento. La loro funzione è proteggere la strip LED e, allo stesso tempo, creare le migliori condizioni termiche, ottiche ed elettriche per il suo funzionamento. Il profilo provvede alla dissipazione del calore, contribuisce alla diffusione della luce, agevola la regolare pulizia, oltre a garantire la protezione meccanica.

strip Led di Proled

Profilo estruso in alluminio per strip LED da applicare allo spigolo interno di una parete, un contenitore o un elemento di arredo (fonte Proled)

Esiste un’ampia tipologia di profili con vari gradi di protezione, per ambienti interni ed esterni, integrabili nelle strutture costruttive ma anche in elementi di arredo.

Nei soffitti e nelle pareti sono proposti profili di grande formato per realizzare canali o nicchie che riflettono omogeneamente la luce generata dai moduli lineari al loro interno. In tutti questi casi diventa importante, per gli effetti finali, l’accoppiamento tra il modulo emettitore e il corpo che riceve e riflette la luce. Viene evidentemente superato il concetto di apparecchio di illuminazione. Qui la luce è proiettata sulle superfici piane o curve da sorgenti non visibili; la luce non proviene più da un oggetto ma è distribuita nello spazio costruito.

Questo cambiamento apre nuove prospettive al lighting design ed è un forte stimolo per la creatività di architetti e designer.

Altherma 3: la gamma di pompe di calore aria-acqua con gas R32

Altherma 3 di Daikin è la gamma di pompe di calore ad aria-acqua che utilizza il nuovo refrigerante R32 a basso GWP, sviluppata per il mercato europeo, rinnovata in termini di efficienza e comfort.

Si presenta con uno stile moderno ed elegante, tecnologicamente avanzata grazie all’innovativo compressore Inverter e in grado di garantire prestazioni stagionali al top, riducendo al minimo i costi in bolletta e l’impatto ambientale.

Prestazioni elevate per Altherma 3

Il compressore Inverter a R32 con tecnologia Bluevolution, unito alla regolazione climatica, consente di raggiungere prestazioni elevate con relativi costi di esercizio più bassi. Già pronta per la classe A+++,
La nuova gamma Altherma 3 offre:

Adatte sia per il riscaldamento a pavimento, sia a radiatori in media temperatura, le nuove unità garantiscono una temperatura di mandata fino a 65°C.

La pompa di calore è in grado di lavorare fino a temperature esterne di -25°C, garantendo un funzionamento affidabile e ottimale anche in caso di condizioni climatiche più rigide.

Gamma pompa di calore Daikin Altherma 3 R32

Facilità d’installazione e manutenzione

Dieci anni di esperienza nella creazione di pompe di calore aria-acqua hanno portato a una nuova gamma più facile e veloce da installare e usare.
Altherma 3 viene consegnata pronta per l’utilizzo, tutti i principali componenti idraulici sono già montati in fabbrica.

La configurazione è stata semplificata grazie a una procedura guidata in 9 semplici passaggi che consente agli installatori di configurare l’unità in pochi passi e di metterla in funzione velocemente.

La configurazione dell’unità, in base al tipo di impianto e alle esigenze, può avvenire anche da remoto, per essere poi caricata sulla scheda elettronica dell’unità il giorno dell’installazione tramite USB o SD Card.

Inoltre, la manutenzione può essere effettuata dalla parte anteriore, mentre tutte le tubazioni sono accessibili dalla parte superiore dell’unità
L’unità esterna è testata una ad una e precaricata con refrigerante, il tempo di installazione è ridotto.

Massima flessibilità e possibilità di scelta

Per adattarsi alle diverse esigenze dei clienti, Daikin propone Altherma 3 è disponibile in tre versioni a seconda dell’unità interna che viene scelta:

Compact: unità interna con accumulo inerziale di acqua tecnica (300 e 500 litri) che permette la massima integrazione con tutto l’impianto e l’acqua calda sanitaria viene prodotta in modo istantaneo. È abbinabile a un impianto solare termico (in pressione o a svuotamento) o a un ulteriore generatore

Integrated: unità interna con accumulo di acqua calda sanitaria integrato, disponibile nelle versioni da 180 e 230 litri. L’unità compatta consente flessibilità di installazione. Grazie al nuovo modulo idronico, che integra tutti i principali componenti idronici (dal filtro defangatore al vaso d’espansione), l’installazione è semplice e veloce

Bi-Bloc: unità interna murale (dimensioni 80 x 35 x 45 cm) che consente la massima flessibilità di applicazione, anche dove l’altezza disponibile è limitata. Utilizzabile in combinazione con un accumulo per l’acqua calda sanitaria separato di capacità fino a 500 litri, con o senza supporto solare

Tutte le versioni sono disponibili nelle taglie 4, 6 e 8 kW, reversibili e quindi ideali sia per il riscaldamento che per il raffrescamento delle nuove abitazioni.

Daikin pompa di calore Altherma 3 a R32

Gestione intelligente dell’accumulo

Daikin_Altherma 3 a R32_Bi-Block_002

Daikin Altherma Bi-Bloc R32

Grazie alla funzione Smart Grid, l’integrazione a un impianto fotovoltaico risulta ottimizzata e al contempo massimizza l’autoconsumo di energia elettrica gratuita.
La gestione elettronica della pompa di calore e del termoaccumulatore massimizza l’efficienza energetica, sia in riscaldamento, sia nella produzione di acqua calda sanitaria.

Semplicità di controllo e gestione

La nuova gamma Daikin Altherma 3 dispone di sistemi di controllo del setpoint in base alle condizioni climatiche. Questi, uniti ai compressori ad Inverter, massimizzano l’efficienza dei dispositivi a tutte le temperature esterne, per garantire temperature costanti nei locali in qualsiasi momento.
Il pannello di controllo, semplice e intuitivo, consente di adattare il livello di comfort dell’abitazione in poche e semplici procedure.

Oppure è possibile settate impostazioni da qualsiasi postazione e in qualunque momento tramite l’App Online Controller che consente di intervenire sui livelli di comfort domestico raggiungendo livelli di efficienza energetica ancora superiori.

Il sistema può anche essere completamente integrato con altri sistemi di controllo domestico, ad esempio IFTTT (acronimo di if this, then that), per ottenere la massima efficienza e comfort.

Mercato climatizzazione: crescita a doppia cifra per le pompe di calore

Anno decisamente positivo per il settore della climatizzazione che ha chiuso il 2018 con una crescita a doppia cifra per i comparti legati alle rinnovabili termiche, ai sistemi a pompa di calore.

Come sottolineato da Roberto Saccone, Presidente di Assoclima Costruttori Sistemi di Climatizzazione, la pompa di calore ha avuto “un grande risalto nella strategia energetica nazionale (SEN) e avrà un grande risalto nel Piano nazionale integrato per l’Energia ed il Clima (PNIEC) attualmente in consultazione e che entrerà in vigore nel 2020 e fisserà gli obiettivi fino al 2030”.

Conferenza indagine Assoclima climatizzazione e pompe di caloreUn piano che ha obiettivi molto ambiziosi in tema di efficienza energetica ed energie rinnovabili e che dà grande spazio a una tecnologia – come la pompa di calore – relativamente giovane, ma ampiamente collaudata e che ha ancora importanti prospettive di miglioramento e innovazione, soprattutto dal punto di vista dell’efficienza energetica e delle prestazioni. Soprattutto a seguito dell’introduzione della normativa F-Gas che impone l’utilizzo di gas refrigeranti sempre più rispettosi dell’ambiente. Non ultimo, le pompe di calore sono realizzate con materiali ad alto valore di riciclabilità e concorreranno allo sviluppo dell’economia circolare.

“I sistemi a pompa di calore corrispondono esattamente agli obiettivi del legislatore legati a decarbonizzazione, efficienza energetica e aumento delle energie rinnovabili – aggiunge Saccone – e a una cultura sociale che si sta affermando di salvaguardia del pianeta e delle sue risorse”.

30% di produzione di energia da rinnovabili nei Consumi Finali Lordi di energia e 43% di riduzione dei consumi di energia primaria al 2030: target decisamente ambiziosi! “Riteniamo che per raggiungerli sia necessario un incremento di energia rinnovabile termica di 3,1 Mtep corrispondenti a una potenza installata annua pari a 3,5 milioni kWtermici con investimenti di 1,5 miliardi anno. Le nostre aziende sono pronte ad accettare la sfida, ma è necessario lavorare sulle condizioni al contorno. Se da un lato apprezziamo la conferma degli incentivi (Ecobonus 65% e detrazioni 50%) e il passaggio a tariffa unica dell’energia elettrica, dall’altro ci rendiamo conto che non sono sufficienti per raggiungere quanto prefissato nel PNIEC” conclude Saccone.

Segno positivo per sistemi a espansione diretta e idronici

L’indagine statistica di Assoclima – relativa al 2018 – considera i dati di produzione, importazione, esportazione e mercato Italia di climatizzatori monoblocco, monosplit e multisplit, sistemi VRF, roof top, unità di trattamento aria, gruppi frigoriferi con condensazione ad aria e ad acqua, pompe di calore, unità terminali e aerotermi.

Un miliardo e mezzo di Euro è il valore del mercato Italia con una crescita del 10,8% rispetto all’anno precedente soprattutto grazie a chiller condensati ad aria, climatizzatori split e multisplit, sistemi VRF e unità terminali. Segno positivo anche per la produzione nazionale (+5,4% rispetto al 2017) composta per quasi il 90% da chiller prevalentemente a pompa di calore, unità di trattamento aria e ventilconvettori.

indagine Assoclima 2018

Continua l’affermazione delle pompe di calore

Crescita a due cifre per la maggior parte delle tipologie di prodotti a espansione diretta: +10% a valore e +12% a quantità per i monosplit, per i quali le performance migliori si registrano nel segmento di potenze superiori a 7 kW, utilizzate prevalentemente nel settore light commerciali; +14% a valore e +13% a quantità per i multisplit. Questo evidenzia che i sistemi a espansione diretta non vengono utilizzati solo per un locale ma anche per una climatizzazione semicentralizzata di più locali.  Crescita del 17% a valore e 18% a quantità anche per i sistemi VRF.

Dato negativo per i condizionatori packaged e roof top che rispetto all’anno precedente perdono l’8% a valore il 17% a quantità.

Continua il trend positivo per i gruppi frigoriferi condensati ad aria che rappresentano il 55% della produzione nazionale e si confermano il prodotto con i maggiori tassi di crescita nell’ambito delle macchine idroniche (+13% a valore e +15% a quantità). Per le potenze fino a 17 kW si segnala una crescita elevata dei modelli splittati a pompa di calore (+46% a valore), che porta l’intero comparto delle pompe di calore fino a 17 kW a +23%. Ne deriva che il mercato Italia nella fascia fino a 17 kW oggi è per quasi il 90% dominato dai sistemi a pompa di calore.

La rilevazione evidenzia che il mercato dei piccoli apparecchi, fino a 17 kW, rappresenta circa il 40% del totale dei chiller condensati ad aria. Si tratta di una percentuale importante che risente dell’introduzione sempre maggiore del sistema in pompa di calore nel riscaldamento/climatizzazione residenziale. Anche per le macchine oltre i 50 kW si rileva una ulteriore crescita dei sistemi a pompa di calore, che rappresentano ormai circa il 50% del totale.

Battuta di arresto per i gruppi frigoriferi con condensazione ad acqua, che registrano decrementi del 3% nel valore e del 7% in quantità.

indagine Assoclima 2018 divisa per settori

Unità terminali confermano l’andamento positivo del 2017

2018 positivo per le unità terminali con un fatturato Italia in crescita (+7% a valore e +6% a quantità), mentre la produzione nazionale si ferma al +1%, evidenziando un incremento sempre maggiore dell’importazione. La migliore performance riguarda i ventilconvettori hi-wall (+23% a valore e +22% a quantità), ma risultano in terreno positivo anche le altre tipologie: +2% a valore e +3% a quantità per i ventilconvettori con mantello, che nel mercato Italia rappresentano ancora circa il 65% del totale; +9% per i modelli senza mantello; +9% a valore e +3% a quantità per i modelli cassette. Continua a crescere la penetrazione delle versioni con ventilatore a velocità variabile (+18% a valore e +14% a quantità).

Pompe di calore, alleate del risparmio energetico e del comfort

Le pompe di calore stanno conquistando il mercato delle soluzioni di riscaldamento e climatizzazione. A livello europeo, il mercato è cresciuto almeno del 7% nel 2018, secondo la European heat pump association: in nove Paesi analizzati, l’anno scorso sono state vendute più di 12 milioni di pompe di calore, confermando il trend di crescita per il quinto anno consecutivo. Se si manterranno questi volumi costanti, si prevede un raddoppio del mercato europeo entro il 2024.

Matteo Refosco, Business Development Manager - Heating and Mini Chillers, Air Conditioning di Mitsubishi ElectricAnche in Italia si conferma questo andamento. «Stiamo registrando un crescente interesse per una soluzione integrata che risponda alle necessità di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria», afferma Matteo Refosco, Business Development Manager – Heating and Mini Chillers, Air Conditioning di Mitsubishi Electric. Parliamo di una realtà che ha quasi un secolo di vita, protagonista mondiale nel campo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e che in Italia è attiva da 35 anni.

Quale è il futuro delle pompe di calore? Quali saranno i fattori che contribuiranno al loro ulteriore sviluppo?

Il futuro guarda a un importante sviluppo legato alla sempre maggiore esigenza di climatizzare, oltre che riscaldare. Oggi il fabbisogno di raffrescamento è decisamente superiore a quello di riscaldamento ed è motivato sia alla qualità dell’involucro che caratterizza buona parte del patrimonio edilizio sia agli effetti della riforma delle tariffe elettriche che vedono l’uso di un generatore ad alimentazione elettrica qual è la pompa di calore sempre più conveniente rispetto a una caldaia, anche su edifici esistenti.

Quanto si risparmia installando una pompa di calore?

Occorre aggiungere un’altra domanda: che livello di comfort si vuole raggiungere? Partendo dal presupposto che sia un utente che desideri mantenere una temperatura ideale per il suo comfort, e ragionando sul parco installato, prevalentemente costituito da caldaia a metano con radiatori in edifici poco isolati termicamente, è possibile risparmiare dal 10% al 30% in bolletta, in funzione di diversi fattori.

Per contare su risparmi più significativi e godere di un comfort migliore occorre però intervenire sulla struttura abitativa, migliorandone le prestazioni energetiche con interventi mirati. È importante che il cliente prenda coscienza della riforma delle tariffe elettriche e cambi anche il proprio piano tariffario per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica. Si tratta di un passo fondamentale per andare a raggiungere gli obiettivi di risparmio sopra citati. Uno strumento utile è il portale avviato da Arera lo scorso anno dove semplicemente inserendo il CAP, l’impegno di potenza del contatore e i consumi, riceve una serie di nominativi di utility locali in grado di far risparmiare sensibilmente sulla fornitura di energia elettrica.

PUHZ-W85VHA2

I sistemi a pompa di calore Ecodan garantiscono elevate
prestazioni anche a basse temperature

Le pompe di calore sono la soluzione ideale nelle nuove costruzioni. Tuttavia, in Italia il numero delle abitazioni da riqualificare è elevato. Le pompe di calore, in particolare le soluzioni Mitsubishi Electric, riescono a soddisfare anche questa esigenza?

Certamente, in maniera particolare sulle residenze mono e bifamiliari, che a livello italiano sono assai diffuse. In queste strutture immobiliari, lo spazio abitativo interno è maggiore rispetto alle soluzioni condominiali. È una possibilità interessante, dato che la pompa di calore ha degli ingombri superiori rispetto a una caldaia murale con produzione istantanea di acqua calda sanitaria. Inoltre, le villette possono prevedere o combinare, nel caso sia già presente, un impianto fotovoltaico da cui produrre energia elettrica.

Grazie poi agli incentivi fiscali, per le ristrutturazioni o per la riqualificazione energetica, questo tipo di parco abitativo in particolare assume ancora più interesse. Infatti, è stato oggetto di interventi migliorativi, con la sostituzione di serramenti o la predisposizione di cappotto termico di cui hanno beneficiato un milione e mezzo di edifici. In questo senso, le migliorie in termini di efficienza energetica hanno permesso l’impiego di pompe di calore su radiatori che, grazie a migliori prestazioni energetiche possono lavorare a temperature più basse, ideali per l’heat pump.

Hydrotank Mitsubishi Electric

Hydrotank, la semplicità e la praticità del “tutto-in-uno”

Per quanto riguarda le pompe di calore che gestiscono anche l’acqua calda sanitaria quali prodotti offre Mitsubishi Electric?

La nostra offerta prevede soluzioni integrate, che comprendono tutti questi servizi. Oggi stiamo ampliando la gamma in termini di volume di acqua calda sanitaria. Partiti con proposte da 200 litri, abbiamo previsto nei prossimi mesi di ampliare la gamma con accumuli da 170 e 300 litri, in modo da rispondere in maniera più flessibile a minori o maggiore esigenze e fabbisogni. Per esempio il modello MrSlim+ con accumulo sanitario da 200 litri (PUHZ-FRP71VHA, EHST20C-VM2C), durante il periodo estivo, è in grado di produrre acqua calda sanitaria recuperando il calore sottratto ai locali dal climatizzatore ad aria collegato all’unità esterna.

A proposito di questo tipo di tecnologia, il mercato come sta rispondendo?

Si sta ampliando l’offerta in modo analogo alle nostre proposte, lavorando sull’aumento del volume di stoccaggio e sull’integrazione sempre maggiore con il fotovoltaico che permette di sfruttare meglio l’apporto e l’autoconsumo dell’energia elettrica prodotta.

Nelle case degli italiani ci sono ancora molte caldaie: ci sono strumenti che possono aiutarli nell’upgrade con un impianto evoluto?

Mitsubishi Electric ha lavorato a questo proposito su due fronti: aumentare la consapevolezza dell’utente finale attraverso l’apertura di un portale dedicato, dove è presente anche un calcolatore che permette anche ai meno esperti di comprendere il consumo energetico, inserendo semplicemente i dati fondamentali della bolletta gas, i metri quadri della propria casa e calcolare immediatamente quanto si potrebbe risparmiare adottando una pompa di calore, sostituendo un impianto tradizionale a radiatori. Sulla stessa pagina è possibile chiedere una consulenza a una rete di installatori da noi formati, competenti e specializzati proprio nell’upgrade tecnologico caldaia/heat pump. Circa 70 HP (Heating Partners), dislocati lungo tutta la penisola, che sapranno fornire una consulenza mirata a comprendere se vi sia un’effettiva convenienza e spazi per adottare una determinata soluzione.

Inoltre, il sostegno a livello legislativo dato alle pompe di calore ha permesso di ridurre sensibilmente, se non annullare, il divario di prezzo tra queste e le soluzioni tradizionali. Penso, per esempio, al conto termico che, qualora il valore dell’incentivo sia inferiore a 5.000 euro, permette di recuperare buona parte della spesa in pochi mesi dal termine dei lavori.

Quale sarà la tendenza evolutiva delle pompe di calore?

Dal punto di vista tecnologico si punterà sull’adozione di gas refrigeranti ancor più ecocompatibili, mentre a livello applicativo si cercherà di arrivare a soluzioni con una maggiore fruibilità anche per gli edifici esistenti.

Mercato fotovoltaico: prove di rinascita nella transizione energetica

Che 2019 sarà per il mercato del fotovoltaico? Dobbiamo aspettarci nuovi rischi di shortage? Quanto contano mobilità elettrica e smart home nella crescita delle rinnovabili? Tra tanti interrogativi e moderato entusiasmo, la community italiana dell’energia solare accoglie la sfida della transizione energetica, guardando all’obiettivo dei 500 MW di potenza installata entro l’anno.

Un traguardo alla “nostra” portata, almeno nella fotografia del mondo fotovoltaico delineata da Alberto Pinori, direttore generale Fronius Italia e presidente di Anie Rinnovabili, in apertura della tavola rotonda sull’evoluzione del solare, durante l’ultimo Future & Energy Day di Sonepar. “Gli anni della caduta sono ormai alle spalle, oggi viviamo un mercato maturo e ricco di potenzialità per l’intera filiera rinnovabile – esordisce Pinori -. La rinascita del fotovoltaico non dipende più solamente dalle nuove installazioni e dall’approvazione degli incentivi governativi. Nel 2018 abbiamo registrato interventi di revamping del parco esistente per circa 100-150 MW, senza dimenticare i 10mila sistemi di accumulo installati”.

Nuove prospettive per altrettanto inediti orizzonti di sviluppo sul mercato nazionale del fotovoltaico nazionale.

Il fotovoltaico è maturo?

convegno Kilometro Rosso tavola rotonda fotovoltaicoLa risposta è unanime e affermativa: secondo i big del fotovoltaico italiano la progressiva e tangibile rinascita del settore è popolata da innovazione tecnologica e professionisti validi. Lo conferma il +16% del primo bimestre 2019, che secondo le prime indiscrezioni sui dati Gaudì accompagnerà un anno da incorniciare per la fonte energetica green. “Dall’esperienza vissuta con Anie Rinnovabili nei tavoli di lavoro con il Governo e nella collaborazione con altre realtà del settore vedo un mercato in crescita a prescindere dalla tanto attesa approvazione del decreto FER – aggiunge il presidente Pinori -. Ci aspettano 4-5 anni di lavoro intenso, verso i 500 MW e oltre, alla ricerca di grandi impianti, repowering e nuove prospettive legate ai condomini”.

Anche Alberto Nadai, Area Manager Italy di Q Cells, si fa portavoce di un messaggio di ottimismo sul futuro del fotovoltaico. “Osservando i trend internazionali, anche l’Europa sta andando molto bene in termini di potenza installata ed è pronta a raddoppiare le performance nel 2019 – commenta il relatore -. Come produttori di pannelli, notiamo inoltre la rinascita delle utility e la generale stabilizzazione del mercato, più maturo anche nel fronteggiare provvisori fenomeni di shortage”.

Il fotovoltaico e le sue aziende: 4 fattori per rimanere competitivi

Come reagiscono le aziende del fotovoltaico a questo ritrovato clima di fiducia? Risponde Marco Vergani, sales manager di ABB, che osserva con soddisfazione gli sviluppi globali sul fronte inverter.

Il successo, negli anni della maturità, si gioca su 4 fattori fondamentali per garantire competitività ai fornitori di tecnologia ed equilibrio tra domanda e capacità produttiva:

Fotovoltaico connesso e mobilità elettrica: perché servono ecosistemi digitali

Ai 4 fattori evidenziati si associa una quinta e imprescindibile considerazione sui risvolti smart del fotovoltaico connesso. “Innovazione tecnologica e obblighi normativi non bastano – spiega Emanuele Carino, Area Manager Nord Ovest di Solarwatt Italy-. Favorire la transizione energetica verso fonti rinnovabili significa anche creare ecosistemi digitali che integrano fotovoltaico, accumulo e mobilità elettrica. Il mercato si deve spostare dal prodotto al servizio: a cosa serve sviluppare moduli super efficienti, se la tecnologica non viene inserita in un sistema di gestione intelligente dell’energia?

Fotovoltaico connesso e mobilità elettrica: ecco il nuovo “strumento” integrato per migliorare economia, sostenibilità e qualità della vita a livello globale.

Saranno questi i trend del fotovoltaico nel 2019? Difficile dirlo, ma visto il fermento di questi primi mesi dell’anno, seguiremo con attenzione gli sviluppi nazionali (vedi decreto FER) e internazionali del mercato.

EcoStruxure IT: come gestire il data center con lo smartphone

L’aumento esponenziale dei dati, insieme alla crescita dell’Internet of Things e del cloud computing, ha portato a creare ecosistemi IT ibridi, composti da diversi tipi di infrastrutture e da cloud pubblici e privati. In questo mondo sempre più connesso, è fondamentale proteggere i dati e le informazioni critiche: Schneider Electric propone EcoStruxure IT, l’evoluzione del Datacenter Management as a Service.

“La nostra mission è fornire la maggiore disponibilità della infrastruttura IT migliorando l’efficienza e performance in un ecosistema IT ibrido” sottolinea Carlos Loscalzo, vice president divisione Secure Power di Schneider Electric.

 EcoStruxure ITEcoStruxure IT consente di beneficiare al 100% dei vantaggi dell’approccio Datacenter Management as a Service in termini di disponibilità, protezione, sicurezza degli ambienti IT di oggi e del futuro

EcoStruxure IT è la piattaforma digitale – suite di software e servizi cloud – che consente di gestire ed ottimizzare l’infrastruttura critica, dal singolo UPS al Data Center più complesso, passando per gli ambienti IT ibridi e distribuiti.

Scegliere soluzioni di gestione basate su cloud presenta diversi vantaggi, quali la possibilità di conservare grandi quantità di dati in un solo luogo, poter monitorare e gestire tutta l’infrastruttura da un solo device o da una sola sede, poter sfruttare le opportunità che nascono dall’analisi dei big data. – aggiunge Carlos Loscalzo – È possibile migliorare il modo in cui i device IT, le apparecchiature del data center e le infrastrutture sono monitorate e gestite, disporre di un livello di informazione approfondito al fine di ottimizzare l’utilizzo delle apparecchiature, prevedere rischi e malfunzionamenti e allungarne il ciclo di vita”.

Vantaggi principali di EcoStruxure IT

Visibilità globale sull’ecosistema ibrido, a prescindere dalla collocazione con un solo tocco per l’accesso direttamente da uno smartphone
Aggiornamenti sicuri per firmware e configurazioni di diversi assi in modo semplice e più veloce;
Capacità di raccogliere dati da tutti gli elementi connessi a prescindere dal produttore, allarmi intelligenti, monitoraggio di tutti i componenti connessi tramite un sistema aperto
Facilità di implementazione in ambienti IT o data center di qualsiasi dimensione
Previsione dei rischi potenziali facendo leva su analisi comparative globali e analisi nel data lake di EcoStruxure
Possibilità di affidare il monitoraggio da remoto 24 ore su 24 e 7 giorni su 7
Centro servizi per aiutare a risolvere i problemi riducendo i tempi necessari a effettuare riparazioni e migliorando disponibilità e performance del sistema

EcoStruxure IT

Come funziona EcoStruxure IT

EcoStruxure IT è parte integrante dell’architettura e piattaforma di Schneider Electric abilitata per tecnologie IoT, plug-and-play, aperta e interoperabile, configurata per abitazioni, edifici, data center, infrastrutture e industrie.

Modulare e scalabile, è una soluzione flessibile in grado di adattarsi rapidamente alle organizzazioni più dinamiche, si compone di:

Smart home: kit per campanelli wireless

Semplici da installare, flessibili nell’utilizzo, belli da vedere, robusti e pratici, i kit per campanelli wireless di Bticino sono adatti per realizzare un impianto di chiamata senza la necessità di tracce nei muri e posa cavi.

Composti da pulsanti e suonerie wireless sono utili per la realizzazione di campanelli di chiamata sono facili da installare poiché non richiedono la stesura di conduttori. Ideali per un’uscita secondaria, un garage, un cancello o per un nuovo impianto di chiamata.

Il pulsante di chiamata può essere installato a grande distanza dalla suoneria regolabile di forte potenza, sino a 200 metri, a seconda del modello.

Versatilità d’impiego grazie alla possibilità di espansione come l’aggiunta di un numero illimitato di suonerie e di un massimo di altri 3 pulsanti di chiamata oltre al principale, per ciascun impianto.

Per realizzare la chiamata automatica – molto utile ad esempio se posto sulla porta d’entrata di un negozio – è possibile integrare un sensore di presenza.

kit per campanelli wireless per ogni esigenza

kit per campanelli wireless Advanced

Campanello versione Advanced

I kit per campanelli wireless, si adattano a qualsiasi ambiente e sono disponibili nelle versioni Comfort, nelle finiture Bianco e Antracite, e Advanced nella finitura Bianco.

Il modello Advanced si caratterizza, oltre che per il design, per le performance elevate, la portata (200 m contro 100 m), la potenza della suoneria, il pulsante di chiamata IP54 (Comfort IP44), e per la possibilità di personalizzare la suoneria attraverso il caricamento di file MP3.

Tutti i pulsanti sono alimentati a batteria (fornita a corredo) mentre le suonerie sono alimentate a batteria (3 x 1,5 V non incluse). La variante Comfort Bianco è disponibile anche nella versione con suoneria alimentata a spina.

Mobilità elettrica: l’infrastruttura è pronta a fare il salto?

Le auto elettriche sono realtà: lo confermano i dati globali sulla mobilità elettrica, che vanta oltre 2 milioni di immatricolazioni di veicoli green nel 2018. Il corrispondente 2,2% di share sul totale delle vendite evidenzia l’innegabile ascesa del settore e-mobility; non un mercato nascente, ma uno “tsunami” tecnologico, economico e culturale in crescita sostenuta.

Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy & Strategy Group PoliMI, intervenuto al Kilometro Rosso di Bergamo in occasione del Future & Energy Day di Sonepar, non ha dubbi sui potenziali risvolti della transizione energetica su tutta la filiera del trasporto elettrico. Purché il sistema-Paese italiano imbocchi, compatto, la via degli investimenti infrastrutturali in colonnine di ricarica e servizi al cittadino.

Infrastruttura di ricarica: l’Italia s’è desta?

convegno Kilometro Rosso mobilità elettricaPartiamo dal bicchiere mezzo pieno, che ancora non riguarda l’infrastruttura di ricarica: rispetto agli anni passati, il mercato automotive italiano offre un’ampia proposta di BEV (Battery Electric Vehicle) e PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) in diverse fasce di prezzo.

“Tra 2017 e 2018 abbiamo registrato un significativo balzo in avanti della mobilità elettrica – commenta Chiaroni -; le cifre parlano di 9.579 immatricolazioni, lo 0,5% del totale italiano, di cui 5mila full electric. La crescita complessiva è raddoppiata, sebbene con un ritmo più lento rispetto alle performance globali”. Analogamente sono cresciuti i punti di ricarica, prevalentemente al Nord, ma l’infrastruttura si trova a rincorrere la domanda di auto elettriche. La percentuale di colonnine di ricarica pubbliche è ferma al 10-20% rispetto ai Paesi più evoluti della transizione elettrica.

“La spinta del mercato automotive stimola gli investimenti in infrastruttura di ricarica e viceversa – aggiunge l’esperto del Politecnico di Milano -. Secondo una recente survey, il 66% degli utenti di auto elettriche predilige la ricarica domestica e solo il 16% alimenta il proprio veicolo tramite stazioni pubbliche”.

Ecco la prova di due tendenze: la mobilità elettrica in Italia è trainata dalla disponibilità di infrastrutture private, mentre si nota una certa diffidenza verso i punti di ricarica pubblici, probabilmente dettata dalla range anxiety (ansia da ricarica).

Nella crescita della mobilità elettrica, il settore automotive condiziona gli investimenti in infrastruttura di ricarica e viceversa.

Il futuro si chiama smart mobility

La partita della mobilità elettrica in Italia si vincerà dunque spingendo tecnologicamente e culturalmente sul tema dell’infrastruttura di ricarica pubblica. Ma non dimentichiamo il livello di infrastrutturazione dei punti di interesse: il servizio di ricarica può rappresentare un valore aggiunto all’interno di un sistema più complesso di servizi digitali offerti a clienti e ospiti (es. centri commerciali, hotel, ristoranti, ecc.).

“A fare la differenza nella svolta della mobilità sostenibile italiana sarà la capacità del nostro tessuto imprenditoriale di credere nell’infrastruttura di ricarica intelligente. Serve trasformare la mobilità elettrica in smart mobility, per sviluppare ulteriori opportunità di business connesse alla ricarica dei veicoli”, conclude Chiaroni.

I 3 scenari applicativi della mobilità elettrica connessa

Confermano la necessità di connettere l’infrastruttura a ulteriori funzionalità smart le parole di Paolo Ferrè, PM Specialist Electric Vehicle Infrastructure Electrification Products Division di ABB. “Come funziona in concreto una colonnina? Come combattere l’ansia da ricarica? Questa è la nostra sfida: far diventare l’alimentazione dell’auto elettrica identica alla semplice azione del fare benzina”, afferma Ferrè.

ABB declina la missione smart mobility italiana in 3 scenari applicativi:

Flessibilità e digitalizzazione si riconoscono nella stazione di ricarica in corrente alternata (AC) e in quella in corrente continua (DC) di ABB, entrambe conformi alla normativa CEI EN 61851-1. “Crediamo fortemente nella smart mobility e collaboriamo con i costruttori di veicoli per consentire all’utente di ricaricare senza pensieri – continua il manager -. Che si tratti della gamma AC da 3-22 kW o di quella DC nell’intervallo 20-350 kW, l’offerta si adatta alle esigenze di ricarica EV di ciascun scenario applicativo”.

Infrastruttura di ricarica residenziale: cosa succede nei condomini?

Il tema della mobilità elettrica in ambito residenziale, con particolare attenzione ai condomini, richiede una preliminare considerazione sulle politiche a favore del trasporto ecosostenibile. I cittadini possono infatti usufruire dell’agevolazione sull’acquisto delle colonnine di ricarica fino a 7 kW, che permette di recuperare il 50% della spesa con tetto massimo 3.000 euro.

La seconda mossa normativa a favore della mobilità green riguarda invece il D.L. 257/2016: il Governo italiano ha recepito la direttiva europea che vincola i nuovi edifici residenziali e non e le ristrutturazioni di primo livello, entro determinati parametri, all’installazione di almeno una stazione di ricarica per veicoli elettrici. A ciò si aggiungono le misure antismog e il blocco dei mezzi euro 4 in vigore in numerosi centri urbani.

Il Governo italiano ha varato diversi incentivi a favore del trasporto green in ambito residenziale e civile

La strada verso il full electric sembra tracciata, ma rimane il problema dell’ansia da ricarica, soprattutto per chi vive in condominio. “I contesti condominiali vivono una situazione di incertezza – spiega Giovanni Gambaccini, PM Distribuzione di BTicino -. Spesso per questioni strutturali non è possibile posizionare un punto di ricarica in ogni box, oppure mancano lo spazio e la volontà di installare stazioni in comune. Insieme alla proposta di wallbox e di servizi digitali connessi alla ricarica, lavoriamo per sensibilizzare gli amministratori di condominio su come proporre questo adeguamento infrastrutturale in sede assembleare”.

Nuova gamma Sky Air A-Series Daikin a R32

Daikin Italy presenta la nuova gamma Sky Air A-Series dedicata al piccolo-commerciale che funziona con gas refrigerante R32 che si distingue per efficienza energetica elevata, basso impatto ambientale, facile e veloce da installare.

Le nuove unità RZAG35, 50 e 60A – in classe energetica A++ – sono leggere e compatte e sono adatte per raffreddare infrastrutture IT grazie all’ampio campo operativo, con temperature che arrivano fino a -20°C.
Le lunghe tubazioni, che arrivano fino a 55 metri di lunghezza e 30 metri di altezza, le rendono ideali per applicazioni interne alla sala CED.

La nuova gamma Sky Air A-Series utilizza la tecnologia Daikin VRT (temperatura del refrigerante variabile) per ottimizzare il comfort adattandosi alle esigenze di ogni cliente, eliminando le correnti d’aria fredda.

Minimo impatto ambientale

Le nuove unità della gamma Sky Air A-Series grazie al refrigerante R32 sono amiche dell’ambiente:

Ideali per il retrofitting

Come l’intera serie, anche la nuova gamma è stata studiata per consentire una facile, veloce e affidabile sostituzione degli impianti obsoleti.
Per ridurre al minimo i disservizi, il processo richiede solo la sostituzione delle unità interne ed esterne senza modificare o sostituire le tubazioni.

Cosa succede a una smart home quando non c’è internet?

È una domanda che in molti si sono posti: cosa succede a una smart home quando non c’è internet? Come si comportano tutti quei dispositivi smart e connessi quando manca la rete?

Dipende dal tipo di dispositivo: alcuni continuano a funzionare con alcune limitazioni, altri funzionano con forti limitazioni, altri ancora non funzionano del tutto. Facciamo un po’ di chiarezza.

Cosa c’è in una smart home

Una moderna casa smart può essere arricchita con moltissimi dispositivi in grado di migliorare il comfort, la sicurezza e la praticità di utilizzo per chi vi abita.

Casa connessaSpesso è presente un sistema di allarme connesso, comprensivo di telecamere di sicurezza, serratura smart, videocitofono e talvolta anche altri sensori utili per monitorare le condizioni interne dei locali (come quelli per prevenire incendi, allagamenti o accumulo di monossido di carbonio).

Sul fronte del comfort, sicuramente il termostato connesso e le relative valvole intelligenti collegate ai corpi radianti (i termosifoni) giocano un ruolo chiave. Stesso discorso per la caldaia, ma anche per l’eventuale pompa di calore e per i climatizzatori.

All’illuminazione pensano le luci (tipicamente a Led), ma anche tapparelle e lucernari, che spesso vengono motorizzati per permettere una migliore gestione della luce (e anche del calore, se necessario).

Molti elettrodomestici possono oggi essere connessi in rete per svolgere i propri compiti al meglio e con maggior efficienza: lavatrici, lavastoviglie, TV, radiosveglie e macchine per il caffè. Persino quelli più “datati” possono beneficiare (almeno in parte) di un tocco smart: è sufficiente collegarli a quelle prese intelligenti che possono essere controllate tramite una app e far accendere e spegnere i dispositivi.

Restando in casa, non vanno dimenticati gli smart speaker e, più nello specifico, gli assistenti digitali come Alexa e Google Home.

Ultimo, ma primo per importanza se vogliamo che la nostra casa comunichi, la centralina di controllo (che talvolta è anche il router che si occupa di ricevere e trasmettere i dati dall’esterno dell’appartamento, ad esempio per consentire il controllo da remoto di tutti i dispositivi) che in genere viene fornito dal gestore telefonico.

Per chi possiede un giardino, le possibilità offerte dai moderni irrigatori (che vanno ben oltre la temporizzazione per bagnare il prato) e dai tagliaerba automatici sono ormai conosciute da tutti.

Cosa succede a una smart home quando non c’è internet?

No wireless connectionInnanzitutto, occorre fare una distinzione. Internet potrebbe non essere presente per due motivi: c’è un problema generale del quartiere, della città o persino nazionale, oppure il modem/router di casa nostra si è guastato (e quindi è solo all’interno dell’appartamento che manca la connettività). Non dimentichiamo che anche la mancanza di corrente è un problema.

L’impatto è evidente solo in alcuni casi, anche se in genere è difficile (ma non impossibile) che si guasti proprio il nostro dispositivo in casa. La differenza principale sta nel fatto che nel primo caso, una volta ripristinata la connessione tutto tornerà a funzionare come prima, mentre nel secondo caso sarà necessario l’intervento di un tecnico o l’acquisto di un nuovo modem/router.

Vediamo ora in dettaglio cosa succede ai diversi impianti e tecnologie per la smart home.

Allarme, telecamere, serrature, videocitofono e sensori vari

Non è possibile controllare da remoto l’allarme, verificare se è stato attivato o se ha rilevato una intrusione, vedere le immagini riprese dalle telecamere. Alcune telecamere dispongono di una memoria interna sulla quale proseguono a registrare le immagini (senza però condividerle all’esterno attraverso il cloud). Sarà comunque possibile entrare e uscire dalla porta di casa anche utilizzando la tastiera o il telecomando per disattivarlo in loco e usare la chiave tradizionale per aprire la porta con serratura smart. In caso di incendio, allagamento o altro non verremo avvisati.

Termostato, caldaia, valvole intelligenti, pompa di calore e climatizzatori

Google NestIn questo caso il termostato perderà alcune delle sue funzioni: alcuni sono in grado di attivare la caldaia (o i climatizzatori) quando l’utente viene geolocalizzato attraverso il proprio smartphone entro un raggio stabilito da casa. Nei sistemi stand-alone (ovvero quelli che non hanno bisogno di una rete wireless per comunicare perché creano un collegamento diretto tra loro) tra valvole termostatiche e termostato la comunicazione prosegue indipendentemente dalla disponibilità di internet, quindi la caldaia potrà lavorare sui diversi ambienti in modo autonomo e assicurare la temperatura voluta in ciascuna stanza. Non sarà possibile, invece, azionarli da remoto tramite app ma sarà possibile comunque intervenire manualmente una volta rientrati a casa.

Illuminazione, tapparelle e lucernari motorizzati

Qui si torna semplicemente alla cara, vecchia casa di una volta: tutto può essere gestito con i soliti interruttori per accendere e spegnere le luci, azionare le tapparelle e i lucernari. La perdita in termini di home automation è minima, anche se ad esempio i lucernari intelligenti possono essere programmati per chiudersi automaticamente se un apposito sensore rileva pioggia (evitando così che entri in casa).

Elettrodomestici e prese smart

Smart PlugAnche qui l’impatto è minimo: spesso gli elettrodomestici nascono per uno scopo ben preciso (lavare, cuocere ecc.) e la mancanza di internet non ne limita le funzionalità. Alcune specifiche azioni (come la macchinetta del caffè che si coordina con la radiosveglia per accendersi sempre al giusto orario) non saranno possibili, ma le funzioni di base saranno sempre disponibili.

Stesso discorso per le prese intelligenti (chiamate anche smart plug): i vecchi elettrodomestici (o persino le lampade) si comporteranno normalmente, senza però poter essere comandate da remoto.

Smart speaker e assistenti digitali

Alexa down dicembre 2018Alexa e Google Home basano il proprio funzionamento sulle informazioni scambiate con i server ai quali sono connessi. Sapere che tempo farà domani, quando è nato un attore, impostare un promemoria, ascoltare la propria musica preferita e persino accendere o spegnere la luce nella stanza accanto: qualunque azione è condizionata ai server remoti di Amazon o Google e, dunque, nel caso mancasse la rete dati avremmo solo dei simpatici soprammobili.

 

Giardino

Quando si parla di Smart home è necessario pensare anche all’outdoor. I sistemi di irrigazione più avanzati sono in grado di stabilire se bagnare il prato e per quanto tempo. Nel caso avesse piovuto da poco o fosse prevista pioggia entro un certo numero di ore, eviterebbero semplicemente di azionare la valvola collegata al rubinetto. Senza internet, si limiterebbero a bagnare il prato agli orari prestabiliti.

I robot che si occupano di tagliare l’erba presentano funzionalità di diagnostica remota, ma la loro attività principale (tagliare l’erba, appunto) non richiede una connessione attiva. Sono infatti in grado di mappare il terreno, conoscendo la posizione della stazione di ricarica dove tornare una volta terminato il proprio compito o all’approssimarsi dell’esaurimento delle batterie.