Schneider Electric Ventures: trovare, sviluppare e sostenere l’innovazione

Schneider Electric presenta l’iniziativa Schneider Electric Ventures per identificare, sviluppare e sostenere progetti innovativi, capaci di produrre un grande impatto in termini di sostenibilità ed efficienza energetica.

L’innovazione è la chiave per la crescita sostenibile: le aziende devono soddisfare una domanda globale di energia che cresce senza tregua, adattarsi ad un ecosistema industriale sempre più connesso e con normative sempre più stringenti.

Schneider Electric mette già al primo posto l’innovazione, a tutti i livelli investendo un miliardo di euro all’anno in ricerca e sviluppo.

EcoStruxure – architettura e piattaforma aperta, interoperabile, abilitata all’IoT e pronta all’uso – è la risposta alle esigenze di gestione connessa dell’energia e dell’automazione industriale.

Schneider Electric Ventures ha l’obiettivo di trovare, sostenere e far crescere aziende e imprenditori le cui innovazioni hanno la finalità di trasformare il modo in cui di vive, lavora, si produce e si utilizza energia e il modo in cui si gestiscono edifici e fabbriche.

Schneider Electric Ventures aiuta lo sviluppo delle tecnologie più dirompenti e trasformative

Presentata in occasione dell’Innovation Summit Nord America svoltosi il 13 e 14 novembre scorso, l’iniziativa – attraverso finanziamenti, incubazione e partnership – sta già sviluppando diversi progetti:

“Schneider Electric Ventures è il modo in cui aiutiamo gli innovatori a trasformare le loro idee in realtà – ha dichiarato il Presidente e CEO di Schneider Electric Jean-Pascal Tricoire. – Schneider Electric Ventures è la conferma del nostro impegno nel sostenere imprenditori che condividono i nostri valori, al fine di sviluppare i loro progetti e proporli al mercato.”

Schneider Electric punta e investe sulle tecnologie e i servizi innovativi al fine di poter dare un contributo significativo alla creazione di un mondo più connesso, green, efficiente e sostenibile.

Attraverso i suoi vari canali di investimento, Schneider Electric ha anche investito in equity in sei aziende:

Per maggiori informazioni visitare la pagina dedicata.

Nuove prospettive per la tecnologia Power over Ethernet

Mentre il cablaggio di una rete dati è normalmente separato e isolato dal cablaggio della rete di potenza, nelle reti Power over Ethernet (PoE) si ha un solo cavo: dati e potenza viaggiano insieme. Un grande vantaggio, quindi, bilanciato da alcuni limiti come la massima potenza trasportabile.

Inizialmente, la tecnologia PoE è stata sviluppata per supportare dispositivi come i punti di accesso Wi-Fi, rendendo la loro installazione più semplice e flessibile. La corrente entra nel cavo per mezzo di un componente chiamato iniettore. Se il dispositivo all’altra estremità del cavo è compatibile PoE, può funzionare correttamente senza modifiche. Se invece il dispositivo non è compatibile, è necessario installare un componente chiamato picker (o tap) per prelevare la corrente dal cavo.

Le apparecchiature costruite secondo lo standard iniziale, introdotto nel 2003, fornivano energia sufficiente per la maggior parte degli AP, ma non per altri tipi di dispositivi oggi molto utilizzati, come ad esempio le telecamere di videosorveglianza. Nel corso degli anni, l’Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE) e diversi fornitori hanno tentato di risolvere questo problema, ma ci sono sempre stati problemi di interoperabilità. Tali problemi sono stati risolti grazie a un nuovo standard che fornisce energia attraverso tutte e quattro le coppie di fili presenti in un cavo Cat5.

L’IEEE 802.3bt, noto anche come Power over Ethernet di nuova generazione, può quindi trasportare energia sufficiente per l’illuminazione a LED, chioschi, terminali e una varietà di altri dispositivi, come i lettori di schede di accesso.

Definisce anche un modo per fornire contemporaneamente due diversi livelli di potenza e si prevede che il suo utilizzo svolgerà un ruolo importante anche nell’Internet of Things (IoT).

Power over Ethernet: tecniche di trasmissione

Oggi, fra i dispositivi che possono essere alimentati via PoE si sono quindi i telefoni VoIP, le telecamere IP, i punti di accesso wireless, i decodificatori IPTV, i router di rete, componenti per il controllo dell’accesso come citofoni, schede di ingresso e di accesso senza chiave, ecc., dispositivi di controllo dell’illuminazione intelligenti e apparecchi di illuminazione a LED, componenti di controllo industriale come sensori, controller, contatori, ecc., orologi da parete basati sul Network Time Protocol, intercom, sistemi di cercapersone e di indirizzo pubblico e amplificatori di altoparlanti da corridoio e così via.

Tutti questi dispositivi possono essere identificati tramite un indirizzo IP, entrando quindi a far parte di un ambiente IoT più ampio.

Esistono diverse tecniche comuni per la trasmissione su cavi Power over Ethernet, due delle quali, standardizzate da IEEE già nel 2003, sono note come Alternativa A, o alimentazione in modalità comune, e Alternativa B, o alimentazione su coppia riservata.

L’Alternativa A, solitamente usata per progetti 10BASE-T e 100BASE-TX, richiede solo due delle quattro coppie di segnali nel tipico cavo Cat 5.

L’Alternativa B separa invece i dati e i conduttori di alimentazione e fa pieno uso di tutti e quattro i doppini intrecciati in un cavo Cat 5.

L’Alternativa A trasporta energia sugli stessi fili dei dati per le varianti Ethernet da 10 e 100 Mbit/s, in modo simile alla tecnica di alimentazione phantom comunemente usata per i microfoni a condensatore. La potenza viene trasmessa sui conduttori dati applicando una tensione comune a ciascuna coppia. Poiché l’Ethernet a doppini intrecciati utilizza la segnalazione differenziale, ciò non interferisce con la trasmissione dei dati. La tensione di modo comune viene facilmente estratta utilizzando la presa centrale del trasformatore di impulsi Ethernet standard. Per i progetti Gigabit Ethernet o più veloci, tutte e quattro le coppie vengono utilizzate per la trasmissione dei dati, quindi entrambe le alternative A e B alimentano le coppie di cavi utilizzate anche per i dati.

Lo standard PoE IEEE 802.3af-2003 originale fornisce fino a 15,4 W di alimentazione a c.c. (minimo 44 Vc.c. e 350 mA) su ciascuna porta. Solo 12,95 W sono garantiti sul dispositivo alimentato poiché parte della potenza viene dissipata nel cavo. Lo standard PoE IEEE 802.3at-2009, noto anche come PoE+, fornisce fino a 25,5 W di potenza. Entrambi questi standard sono stati inclusi nello standard IEEE 802.3-2012.

Elettricità, rinnovabili e fossili: come cambia lo scenario dell’energia

Cosa sta accadendo nel mondo, dal punto di vista energetico? Lo scenario globale in termini di domanda di energia sta cambiando profondamente. Se solo nel 2000, Europa e Nord America rappresentavano il 40% della domanda mondiale di energia e l’Asia il 20%; da qui al 2040, questa situazione si invertirà. L’Asia rappresenta la metà della crescita totale di gas naturale, il 60% dell’aumento di eolico e fotovoltaico e più dell’80% dell’incremento della domanda di petrolio e oltre il 100% della crescita di carbone e nucleare.

Non solo: se solo 15 anni fa, le società elettriche europee erano le protagoniste nella top ten mondiale, ora sei delle prime dieci sono utility cinesi.
A cambiare non è solo la geografia, ma anche il mix energetico, che pur evidenziando una crescita delle rinnovabili, vede tuttora pesare sensibilmente la quota delle fonti fossili.

Un quadro significativo di quanto accade e probabilmente accadrà lo offre l’International Energy Agency attraverso il World Energy Outlook 2018. Da qui emerge innanzitutto che il mondo ha sempre più fame di energia: la domanda è destinata a salire più del 25% fino al 2040, richiedendo oltre 2 miliardi di dollari l’anno d’investimenti in nuove forniture.  Secondo la IEA, dipenderà dalle scelte politiche governative il prossimo scenario energetico.

Rinnovabili, fossili ed emissioni

Innanzitutto, oggi si nota una tendenza decrescente dei costi del fotovoltaico e dell’eolico e una crescita dei prezzi del petrolio: nel 2018 per la prima volta dopo quattro anni i prezzi sono superiori agli 80 dollari al barile.

Ma a preoccupare è il quantitativo di emissioni di CO2 legate all’energia nel mondo: dopo tre anni sostanzialmente stabili, sono aumentate dell’1,6% nel 2017 e i primi dati suggeriscono un aumento continuo nell’anno in corso.

In un mix energetico in cui il carbone rimane la fonte principale e il gas naturale, in crescita, si attesta al secondo posto, le fonti rinnovabili crescono generando i due terzi delle aggiunte di capacità globali al 2040, grazie ai costi in calo e alle favorevoli politiche di governo, evidenzia la IEA. “Tutto ciò sta trasformando il mix mondiale, con la quota di rinnovabili in generazione che sale a oltre il 40% entro il 2040, dal 25% di oggi”.

Tuttavia il consumo di petrolio è previsto in espansione nei prossimi decenni, a causa dell’aumento dei prodotti petrolchimici, del trasporto su gomma e della domanda a livello di trasporto aereo. Ma soddisfare questo incremento a breve termine richiede che le autorizzazioni a progetti petroliferi convenzionali devono raddoppiare rispetto ai loro bassi livelli attuali. “Senza una simile ripresa degli investimenti, la produzione di shale gas statunitense, che si è già espansa a un ritmo record, dovrebbe aggiungere più di 10 milioni di barili al giorno da oggi al 2025”. Sarebbe come aggiungere una seconda Russia alla fornitura globale in sette anni, un’impresa storicamente senza precedenti.

Produzione elettrica IEA

Ma occorre fare di più per centrare gli obiettivi climatici, afferma Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’Energia: “Se il mondo è seriamente intenzionato a raggiungere i suoi obiettivi climatici, allora, a oggi, deve esserci una preferenza sistematica per gli investimenti in tecnologie energetiche sostenibili. Ma dobbiamo anche essere più intelligenti nel modo in cui usiamo il nostro sistema energetico esistente. Possiamo creare un margine di manovra sviluppando l’impiego di tecnologie per la cattura e il sequestro di carbonio (CCS), dell’idrogeno, migliorando l’efficienza energetica”.

Perché queste misure abbiano successo, prosegue Birol, occorre uno sforzo politico ed economico globale senza precedenti.

Elettricità protagonista, tra emobility e digital economy

Il settore dell’elettricità sta vivendo, secondo la IEA, la sua trasformazione più drammatica dalla sua nascita più di un secolo fa.

L’energia elettrica è sempre più il “carburante” prescelto nelle economie che si affidano maggiormente a settori industriali più leggeri, e su servizi e tecnologie digitali. La sua quota in termini di consumi finali a livello mondiale sta raggiungendo il 20% ed è destinata a salire ulteriormente.

Anche per quanto riguarda l’elettricità, i mercati stanno subendo una trasformazione senza precedenti dato dall’aumento della domanda indotta dall’economia digitale, dai veicoli elettrici e da altri cambiamenti tecnologici.

Proprio per questo, l’Agenzia nell’edizione 2018 del World Energy Outlook ha voluto esaminare anche l’impatto dell’elettrificazione nei trasporti, negli edifici e nell’industria. Rileva che una spinta molto più forte per gli ambiti della mobilità elettrica, del riscaldamento e dall’accesso all’elettricità potrebbero portare a un aumento del 90% della domanda di energia da oggi al 2040, rispetto al 60% previsto, un importo aggiuntivo che è quasi il doppio della domanda americana di oggi. Guardando proprio allo scenario elettrico, la quota di elettricità nel consumo finale sale a quasi un terzo, poiché quasi la metà della flotta automobilistica diventa elettrica entro il 2040 e crescerà anche nel settore residenziale e industriale.

L’elettrificazione apporta benefici, in particolare riducendo l’inquinamento, ma richiede ulteriori misure per decarbonizzare l’alimentazione elettrica se deve sbloccare il suo pieno potenziale come mezzo per raggiungere gli obiettivi climatici: altrimenti, il rischio è che le emissioni di CO2 siano solo spostate a monte dai settori di utilizzo finale alla generazione di energia.

Quando la videosorveglianza fa la differenza

Perché investire in sicurezza? Chiedetelo ai responsabili del porto di Marina Punta Verde, a Lignano Sabbiadoro, che hanno “arginato” i danni arrecati a immobili e imbarcazioni dagli ultimi e drammatici fenomeni alluvionali proprio grazie a un innovativo sistema di videosorveglianza. La possibilità di monitorare in tempo reale lo status del complesso nautico friulano ha infatti mitigato il bilancio potenzialmente disastroso di alte maree, tempesta e venti oltre i 100 Km/h.

“L’emergenza ambientale appena trascorsa ci ha fatto apprezzare il sistema di videosorveglianza Mobotix recentemente installato – spiega Manuel Rodeano, direttore e procuratore di Marina Punta Verde -. Gli obiettivi iniziali erano quelli di garantire la sicurezza di cose e persone all’interno dell’area portuale della marina, ma di fronte alle condizioni meteo degli ultimi tempi ci siamo resi conto che questa tecnologia assolve autonomamente molti altri compiti”.

Le 10 telecamere IP posizionate lungo la banchina del porto si sono rivelate fondamentali per controllare, sia dagli uffici della marina sia tramite smartphone, l’evoluzione della perturbazione, e intervenire tempestivamente in caso di pericolo per le imbarcazioni o per le strutture.

Non solo telecamere, la videosorveglianza smart di Marina Punta Verde

Il cuore del progetto di riqualificazione del sistema di videosorveglianza di Marina Punta Verde, firmato da Mobotix e Sikurvision, è costituito dalle telecamere IP, in funzione 24 ore su 24, le cui riprese vengono visualizzate sui monitor degli uffici amministrativi. In qualsiasi momento, inoltre, gli addetti alla gestione della marina possono connettersi ai singoli dispositivi per visualizzarne le immagini “live”.

L’efficacia del sistema non si limita tuttavia alle flessibili possibilità di collegamento alle telecamere, che poco avrebbero valso se non accompagnate da immagini di alta qualità e da una struttura tanto robusta da resistere alle più severe condizioni climatiche. “Nella scelta dei prodotti da installare – aggiunge Rodeano -, abbiamo tenuto conto dei materiali pensando soprattutto agli effetti della salinità della zona. Dopo che nessuna telecamera si è spenta o danneggiata a seguito delle bufere di acqua, vento e sabbia, durate intere giornate, abbiamo compreso le reali potenzialità della sicurezza Mobotix”.

Visti i benefici sperimentati negli ultimi mesi, l’amministrazione di Marina Punta Verde ha annunciato l’intenzione di ampliare il sistema per monitorare anche le aree limitrofe al porto quali bar, ristorante, corpo servizi, cantiere per la manutenzione delle imbarcazioni, piscina e negozio di nautica.

Le potenzialità del software Mobotix consentiranno anche di automatizzare il controllo accessi al parcheggio delle automobili e di impostare sulle telecamere alert legati a specifici eventi (es. innalzamento del livello dell’acqua o transito di persone in base agli orari), da inviare via mail o sms al personale della località marina.

Videosorveglianza Mobotix Punta verde

La scelta di un sistema di videosorveglianza Mobotix con telecamere IP si è rivelata strategica: il personale ha potuto guardare le immagini in tempo reale ed evitare grossi danni al complesso portuale e alle imbarcazioni

 

L’integrazione è la chiave per edifici a basso consumo di energia

Con l’avvento di tecnologie sempre più evolute, innovative ed efficienti, oggi un edificio/impianto è assimilabile a un organismo complesso che per funzionare necessita di essere progettato in modo che tutte le parti che lo compongono siano in grado d’interagire tra loro.

Coniugando nuove tecniche edilizie, fonti di energia rinnovabile, sensori IoT, contatori intelligenti, sistemi di supervisione, controllo dei consumi, oggi è possibile realizzare edifici autosufficienti energeticamente, intelligenti, connessi e soprattutto integrati.

Proprio l’integrazione, gli edifici NZEB e le soluzioni smart e connesse saranno tra le tematiche affrontate a Illuminotronica 2018 sia nella parte convegnistica e formativa sia nella parte espositiva dove è presente con una casa demo funzionante ed energeticamente autosufficiente con pannelli fotovoltaici, soluzioni in grado di automatizzare e ottimizzare il consumo energetico, applicazioni IoT e di building automation.

Progettazione integrata per edifici sostenibili ed efficienti

La progettazione integrata è la base della moderna realizzazione impiantistica ed è necessaria e indispensabile per una gestione efficiente e per un monitoraggio e controllo costante delle risorse. Ma cosa s’intende per progettazione integrata? Possiamo dire che è un approccio metodologico per realizzare edifici sostenibili, a basso consumo energetico evitando o riducendo possibili costi aggiuntivi.

In pratica, ogni edificio deve essere realizzato sulla base di una filosofia sostenibile e bioclimatica sia di tipo passivo (orientamento, scelta dei materiali, involucro, ecc.), sia di tipo attivo, e, quindi, installando impianti ad alta efficienza, ma introducendo sistemi di gestione, controllo e monitoraggio per realizzare un edificio intelligente.

Un approccio multidisciplinare

progettazione edifici nzebGli impianti evoluti, i sistemi di Building Automation, la connettività e le soluzioni IoT richiedono molta attenzione nella progettazione e, soprattutto, competenze su diverse tematiche, al fine di realizzare soluzioni integrate. Questo significa che è necessario un approccio multidipliscinare in ogni fase dello sviluppo di un progetto, dall’idea alla messa in funzione.

Non è sufficiente riempire una struttura di impianti innovativi realizzare un edificio intelligente; integrare vuol dire trasformare le funzionalità dei singoli prodotti in un sistema omogeneo, fare in modo che siano compatibili, comunichino tra loro e portino allo stesso risultato: efficienza energetica, risparmio, e controllo di tutti i parametri.

Soluzioni costituite da sistemi di gestione efficiente consentono un utilizzo dell’energia conservativo e basato sulle reali esigenze.

Utilizzare sistemi intelligenti significa disporre di un unico sistema in grado d’integrare varie soluzioni presenti all’interno dell’edificio.

Il ruolo centrale del controllo intelligente degli edifici

Progettare oggi equivale a rendere possibile l’integrazione di mondi diversi, la lettura di segnali differenti e la gestione di ogni tipo di impianto: dalla gestione dei carichi all’illuminazione, dal condizionamento alla sicurezza, dalla videosorveglianza al controllo accessi, dalle applicazioni IoT fino al risparmio energetico.
Ma per ottenere i migliori risultati, è fondamentale la scelta di una piattaforma tecnologica corretta.

Proprio a Illuminotronica – la fiera della system Integration – è possibile vedere, analizzare e comprendere le diverse possibilità che hanno come obiettivi:

Scopri tutto questo a Iluminotronica (BolognaFiere, 29-30 novembre / 1 dicembre)! 

Smaltisci il tuo Raee con un clic

Niente alibi, per chi non smaltisce correttamente i Raee. Il conferimento dei rifiuti generati dalle massicce quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche che popolano le nostre abitazioni e i nostri uffici diventa oggi ancor più semplice grazie a Junker, app gratuita nata dalla partnership tra Consorzio Ecolamp e la start-up italiana Giunko.

Uno strumento digitale “smart” e integrativo rispetto ai tradizionali canali di informazione sulla raccolta differenziata che aiuta a riconoscere i rifiuti e a indirizzarli verso i moltissimi centri di raccolta diffusi sul territorio nazionale con un semplice clic, riducendo i casi di abbandono dei Raee nell’ambiente o nell’indifferenziato.

App junkers Ecolamp smaltimento RAEE“Grazie alla piattaforma – spiega il direttore generale di Ecolamp Fabrizio D’Amico -, i consorzi per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici come Ecolamp, i Comuni e altri operatori del settore possono veicolare a un pubblico ampio di consumatori, in modo intuitivo e immediato, le informazioni sulla raccolta dei Raee, proponendo approfondimenti e buone pratiche che contribuiscono alla realizzazione di una concreta economia circolare”.

RAEE: cosa offre e come funziona Junker?

La mission principale della nuova app dedicata allo smaltimento dei Raee è fornire agli utenti informazioni sul packaging di oltre un milione di prodotti, indicandone il corretto smaltimento in base alle regole del Comune di appartenenza del cittadino, tramite geolocalizzazione. Unica piattaforma in Europa a offrire questo servizio, recentemente inserita anche nel Libro Bianco delle Buone Pratiche di Economia Circolare del Parlamento Europeo, Junker codifica più di un milione e 500mila dispositivi e mille categorie di materiali generici.

Non solo, qualora il prodotto non fosse presente nel database di Junker, è sufficiente inviare una foto all’app per ricevere riscontro in pochi minuti.

Caratteristiche di semplicità ed efficacia che si riflettono anche nelle modalità di utilizzo dello strumento digitale lanciato da Ecolamp. Dopo aver inquadrato il codice a barre del prodotto con la fotocamera del proprio smartphone, l’applicazione individua tutti i materiali che lo compongono e, per ognuno di essi, indica all’utente il bidone corretto in cui conferirlo in base alla località rilevata dal dispositivo mobile. A disposizione di chi scarica l’app gratuita, anche una serie di tag per la corretta identificazione del prodotto e la visualizzazione su mappa, con grafica dedicata, dei punti di raccolta disponibili per una determinata categoria di Raee.

Junker si presenta così come un’opportunità intuitiva capace di generare, in pochi passaggi e grazie al coinvolgimento attivo dei cittadini, evidenti vantaggi informativi a favore della comunità e dell’ambiente.

Con Junker è ancora più facile identificare il tipo di Raee e capire come smaltirlo correttamente

Mercato elettrico in Italia: le energy community

Il mercato elettrico è un sistema particolarmente complesso, sia per l’estrema diffusione e varietà “ingegneristica” delle infrastrutture e dei sotto-sistemi che lo compongono, sia per la presenza di un sistema regolatorio molto delicato, che deve mantenere gli equilibri tra fonti e impieghi di uno dei beni più preziosi, l’energia.

L’Energy & Strategy Group, nel report dedicato al mercato elettrico (Electricity Market Report) si è posto la domanda sulle prospettive delle energy community chiedendosi oggi quali siano i fattori limitanti la loro realizzazione.

Alla questione ha risposto Vittorio Chiesa, escludendo in ognuno dei casi studiati un fattore ostacolante costituito dalla tecnologia: “gli impianti fotovoltaici e i sistemi di storage sono asset ormai consolidati e diffusi sul mercato, le offerte ‘a salire’ sul Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD) sono limitate all’energia disponibile in sistemi di accumulo e la capacità sempre maggiore di effettuare previsioni sull’effettiva produzione oraria mitiga l’incertezza legata alla produzione da fonti aleatorie e non programmabili. Anche i necessari sistemi di controllo e gestione, sia nelle loro componenti software che hardware, possono ritenersi affidabili e disponibili a costi non proibitivi, ancor più se si ragiona in ottica futura”.

All’opposto, ha sottolineato lo stesso direttore, tutti i casi di studio “sono bloccati dalla normativa vigente che non permette la creazione di energy community, ossia di aggregazioni di unità di consumo e produzione diverse da quella one-to-one (un’unità di consumo e una di produzione per autoapprovvigionamento). Fanno eccezione solo i progetti pilota che però al momento non rientrano nel Codice di Rete”.

Inoltre, la metà dei casi di studio ha una forte barriera economica, “trainata principalmente dagli alti costi degli impianti fotovoltaici di piccola taglia e dei sistemi di accumulo – è la disamina di Chiesa La rapida decrescita del costo delle batterie, tuttavia, dovrebbe rendere conveniente l’investimento in futuro”.

La normativa dovrà necessariamente adeguarsi: il settore elettrico mostra, infatti, di evolversi verso nuovi paradigmi che prevedono una sempre maggiore diffusione dell’autoproduzione da impianti a fonte di energia rinnovabile e che coinvolgeranno tutti gli ambiti considerati (residenziale, commerciale, industriale), anche se alcune delle configurazioni ipotizzate potranno avere una diffusione più rapida grazie ad adeguamenti normativi plausibili.

In Italia il cambiamento che ci si attende a livello regolatorio risentirà delle proposte europee, contenute nel Clean Energy Package, che intendono favorire la formazione delle cosiddette Local Energy Communities: ciascun Paese dovrà adeguarsi e sviluppare propri programmi per elaborare le misure necessarie ad affrontare le tematiche relative ad autoconsumo, prosumer ed energy community, nonché adattare gli attuali schemi incentivanti.

Secondo quanto scritto nel report c’è un’ulteriore considerazione da fare, legata sia alla sicurezza del sistema elettrico sia alla necessità di raggiungere gli obiettivi prefissati dalla Strategia Energetica nazionale: “Le simulazioni che includono la partecipazione del gestore al MSD presuppongono, inoltre, che sia effettuata l’apertura del mercato alle unità di produzione non rilevanti, come sperimentato nei progetti pilota di Terna. Qualora fosse consentito ai gestori delle community o agli aggregatori di effettuare offerte sul Mercato dei Servizi di Dispacciamento si contribuirebbe con profitto alla gestione in sicurezza del Sistema Elettrico, messa altrimenti a rischio proprio dalla presenza di numerosi impianti di generazione distribuita non programmabili, il cui incremento risulta tuttavia necessario per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi contenuti nella SEN”.

Mario l’Elettricista e il centralino dati LexCom Home

Attualmente, le aspettative sulle soluzioni di rete sono elevate e una connessione stabile è un requisito imprescindibile, esattamente come l’allaccio idrico e quello dell’elettricità. La fornitura di soluzioni di rete affidabili deve affrontare requisiti di connettività sempre più esigenti: il centralino dati LexCom Home di Schneider Electric è stato pensato:

centralino dato lexCom homeOgni dettaglio è concepito per la massima semplicità; molte operazioni non richiedono l’uso di utensili… un vantaggio evidente per gli installatori e gli utenti finali. Anche se il posto in cui verrà montato il centralino dati LexCom Home non sarà quello più visibile in casa, il pannello è comunque elegante ed esteticamente gradevole.

LexCom Home rappresenta la soluzione più completa e flessibile per realizzare il Quadro Distributore dei Segnali di Appartamento (QDSA) di una moderna unità abitativa, veloce e intuitivo per gli operatori del settore ma anche scalabile, versatile e accessibile per chi dovrà “ospitare in casa” il nuovo centralino dati.

Mario, l’elettricista in questo video ci spiega perché il sistema LexCom Home di Schneider Electric è la soluzione giusta per una rete domestica flessibile grazie ai 6 plus che lo caratterizzano:

  1. facilità di installazione;
  2. fa risparmiare tempo
  3. non richiede utensili
  4. è affidabile
  5. è flessibile
  6. è sicuro

Regole pratiche per impianti a tecnologia LED

Ogni installatore sa bene che le caratteristiche tecniche e le prestazioni dei LED sono diverse da quelle delle sorgenti luminose tradizionali a incandescenza e a scarica.

Sono molti vantaggi che è possibile ottenere ma è necessario conoscere a fondo questa nuova tecnologia per scegliere i prodotti adatti e riuscire così a realizzare impianti dedicati a regola d’arte, in grado di sfruttarne appieno i benefici. Ci proponiamo qui di fornire in sintesi le informazioni essenziali per raggiungere questo obiettivo.

Le diverse tipologie

I LED sono proposti oggi per un ampio ventaglio di impieghi, in ogni tipo di ambiente: dai micro-spazi alle grandi aree, dagli interni agli esterni. Sorge il problema di distinguere i prodotti, tipo per tipo, modello per modello.

Il singolo diodo luminoso oggi più diffuso si chiama LED SMT, acronimo da “Surface Mounted Technology”. Si presenta come un minuscolo box (Figure 1 e 2), con la faccia superiore che emette la luce e la faccia opposta o base, fornita degli elettrodi, che funge da superficie di appoggio. Sono prodotti in tre versioni in cui variano le potenze assorbite e le dimensioni.

tipologie di led e potenza

Gli High Power LED si distinguono solitamente per la lente superiore che svolge la funzione di ottica primaria (Figura 3).

tipologie di led

1 – LED SMT monochip Mid Power (SEOUL Semiconductors) 2 -LED SMT monochip Mid Power (LG)

Un secondo tipo è il LED COB (Chip on Board) in genere con potenza maggiore rispetto ai LED SMT. Si tratta di un diodo luminoso formato da matrici o serie di piccoli chip inseriti in un packaging fornito di un solo rivestimento piano a fosfori, privi di lente di protezione. E’ la sorgente più indicata per gli apparecchi del tipo proiettore, faro o faretto, dalla forma compatta, dove i flussi necessari ammontano anche a molte centinaia di lumen. Le potenze sono nell’ordine delle decine di Watt.

Il LED COB può essere montato su attacchi (holder) di forme e misure standardizzate (componenti costruiti secondo i protocolli del consorzio Zhaga) al fine di consentirne l’intercambiabilità ed agevolarne montaggio e smontaggio (Figura 4).

Quando è necessario avere più flusso in modalità diffusa si ricorre ai moduli LED (Figura di apertura). Si aggregano più LED SMT fino ad ottenere la potenza e quindi il flusso richiesti.

tipologie di led

3- LED SMT monochip High Power (Samsung) 4 – COB LED (Chip On Board) montati su holder standardizzati (Bridgelux)

Collegamenti in serie e in parallelo

L’alimentazione elettrica dei diodi luminosi viene realizzata in bassissima tensione a corrente costante oppure a tensione costante con alimentatori elettronici lineari, o driver, che svolgono una pluralità di funzioni. Principalmente:

  1. trasformano la tensione alternata di rete in tensione alternata di valore inferiore (12, 24, 48 V, bassissima tensione);
  2. convertono la corrente alternata in corrente continua;
  3. controllano e regolano la tensione per livellarla e mantenerla al valore stabilito.

I driver di buona qualità sono generalmente protetti:

Una volta selezionati i LED da installare, in base al fabbisogno di lumen per illuminare gli ambienti, si definisce il tipo di collegamento elettrico dell’impianto. Per il collegamento in serie si sceglie un driver per alimentazione a corrente costante, per il collegamento in parallelo un driver a tensione costante.

I collegamenti in serie dei LED o dei moduli LED si realizzano con un conduttore elettrico in ingresso e in uscita da ogni fonte luminosa e un secondo cavo che congiunge l’ultimo dispositivo al secondo polo del driver. L’alimentazione deve fornire corrente allo stesso valore di milliampère a tutte le sorgenti luminose in modo da ottenere flussi identici.

La tensione tra il primo e l’ultimo della serie equivale alla somma delle cadute di tensione che si registrano per ciascun LED o modulo LED.

Nei casi in cui i diodi luminosi da installare siano collegati in parallelo, ci si accerta che siano adatti per questa soluzione. Devono avere a bordo le componenti e i circuiti integrati per il controllo della corrente di pilotaggio ed essere predisposti per la stessa tensione (12, 24, 48 V). Successivamente si sommano le singole potenze assorbite per ottenere il valore complessivo che, incrementato in via cautelativa del 10%, determina la potenza del driver. I collegamenti in parallelo prevedono l’ingresso e l’uscita dei conduttori provenienti dal driver solo nel primo dispositivo che è connesso agli altri in parallelo.

In genere i moduli lineari (strip LED) richiedono la soluzione in parallelo, mentre i moduli quadrati, rettangolari o circolari la soluzione in serie. I collegamenti a tensione costante permettono di fornire potenze considerevoli mantenendo la tensione ai valori bassissimi di sicurezza.

Condomino 4.0: una rete di imprese rivoluziona l’abitare

Dal 2007 il mercato delle nuove costruzioni ha subito una forte contrazione, mentre quello delle ristrutturazioni è cresciuto, grazie soprattutto agli incentivi che hanno aumentato fortemente la cifra d’affari dell’edilizia. Secondo il “Rapporto Cresme 2017” sul mercato della riqualificazione immobiliare del residenziale, dal 2016 su 139 miliardi di euro riconducibili al mondo dell’edilizia, ben 110 miliardi sono dovuti alle ristrutturazioni, pari al 79% del volume d’affari del settore, di cui 74 miliardi di euro sono stati spesi per la manutenzione straordinaria.

Il rapporto dimostra che gli investimenti sono aumentati grazie agli incentivi, poiché più della metà è dovuto al loro ricorso. Riqualificare significa aumentare il comfort abitativo, l’efficienza della propria casa ma anche il suo valore economico: infatti, a fronte di un investimento medio in ristrutturazione, il valore di un’abitazione aumenta di circa 4 volte.

REbuilding Network: il “Credito condominio”

In Italia i bisogni di riqualificazione sono ancora altissimi e per potere sfruttare queste opportunità è nata REbuilding Network, una rete di 7 imprese, ciascuna leader nel proprio settore, che si dedicano al mondo della riqualificazione degli edifici in una logica innovativa. Matteo Verdoni, Responsabile Alleanze Commerciali Building di Schneider Electric, azienda che aderisce alla rete, racconta come funziona: “vogliamo proporre al mercato soluzioni integrate per riqualificare gli edifici in maniera sostenibile e con il meglio delle soluzioni disponibili. Grazie a Harley&Dikkinson Finance (H&DF), socio della rete, abbiamo sviluppato un’offerta chiamata “Credito condominio”, un pacchetto finanziario che unisce Eco Bonus, Sisma Bonus e cessione del credito, e che si aggiunge allo schema dell’integrazione delle tecnologie proposte dalle aziende della rete”.

H&DF ha realizzato una piattaforma che permette la cessione del credito d’imposta garantendo l’incontro tra domanda (acquirente) e offerta (cedente) derivante da opere di riqualificazione.

“Sotto la direzione di un’unica regia di specialisti viene effettuato tutto, dall’analisi dello stato iniziale dell’immobile al progetto, al reperimento dei finanziamenti necessari, alla realizzazione dei lavori, ai collaudi, fino alla manutenzione e gestione successiva”.

Integrazione di tecnologie e di processo

REbuilding Network si presenta quindi con un vero approccio integrato, in un’economia circolare in cui il cerchio si chiude.

efficienza energetica condominio 4.0L’integrazione è su due livelli” sottolinea Verdoni: “l’integrazione tecnologica, in cui facciamo in modo che impianti e sistemi si parlino, che gli impianti elettrici e meccanici si integrano correttamente nella struttura, e che tutto questo sia equilibrato, senza sbilanciamenti a favore di una tecnologia o di un’altra. E l’integrazione di processo, in cui stabiliamo con il committente i suoi obiettivi, quale sia l’idea di rientro dell’investimento, facciamo una valutazione di scenario e poi proponiamo diverse combinazioni di livelli di intervento. A quel punto interviene il progettista vero e proprio che. partendo dalla nostra pre-progettazione, la trasforma in un piano esecutivo in cui subentreranno i realizzatori. Alla fine, se il committente vuole certificare l’edificio possiamo anche fare questo. In questa maniera ci facciamo garanti dell’intero progetto”.

L’obiettivo è condomino 4.0: integrazione tecnologica, incentivi fiscali e sostenibilità per una visione olistica dell’abitare

Come sfruttare i bonus e la cessione del credito

Dunque REbuilding Network lavora sin dall’inizio del processo. “Seguiamo tutto” spiega Verdoni “dalla progettazione strutturale o impiantistica all’aggiudicazione della gara e messa in appalto, alla realizzazione curata della varie aziende che si occupano dell’installazione e dei lavori. La rete infatti non realizza gli impianti, ma supporta il committente in tutte queste attività. Su richiesta, però, può fornire anche il contatto con la rete di progettisti REexpert, formati a disciplinare il REbuilding Network, e con propri partner per l’esecuzione dei lavori”.

A questo, come già accennato, si aggiunge la possibilità per il condominio di usufruire degli incentivi dei pacchetti Eco Bonus e Sisma Bonus con in più la cessione del credito, “la condizione è che le apparecchiature e gli impianti installati siano realizzati con prodotti delle nostre aziende, in questo caso noi assorbiremo il credito come conseguenza finale della partecipazione al progetto”.

Il condominio può così sfruttare i vantaggi delle detrazioni (il cui credito viene ceduto al consorzio o a una delle aziende che ne fanno parte) e ottenere uno stabile con maggiore risparmio energetico, migliori funzionalità, comfort ed estetica, e soprattutto rivalutato economicamente. “Tramite questi strumenti” conclude Verdoni “si può modulare l’intervento a seconda degli obiettivi del committente e ottenere tutto, subito e al meglio delle tecnologie disponibili, realizzando un condominio 4.0”.

Le 7 competenze di REbuilding Network

La rete di imprese REbuilding Network si compone di 7 imprese, ognuna con la propria specificità:

7 step per ottenere un Condominio 4.0

Il metodo REbuilding Network si basa su 7 step:

  1. analisi pre-progettuale
  2. definizione degli scenari di intervento
  3. definizione del capitolato e degli scenari finanziari
  4. appalto
  5. supervisione dei lavori
  6. supporto alla gestione
  7. traguardo.

Normativa, benefit fiscali e economici, integrazione impiantistica, riqualificazione energetica saranno alcune delle tematiche affrontate a Smart Buildig Expo Levante (Bari) da Matteo Verdoni durante il convegno “Condominio 4.0: strumenti per l’efficientamento energetico” del 22 Novembre.