Cosa è e come funziona la certificazione Leed?

Il sistema Leed (Leadership in Energy and Environmental Design) rappresenta un protocollo di certificazione volontario degli edifici nato negli Stati Uniti con la U.S. Green Building Council e riconosciuto a livello internazionale, che attesta la qualità della realizzazione sotto il profilo della sostenibilità seguendo criteri ben precisi.

La valutazione viene fatta riconoscendo le prestazioni dell’edificio sotto il profilo del risparmio energetico, la riduzione delle emissioni di CO2, la qualità dell’aria indoor, i materiali e le risorse impiegate, la scelta del sito.
I risultati ottenuti dalla valutazione vengono premiati attraverso l’attribuzione di crediti, la somma dei quali corrispondono ad un livello di certificazione da Base a Platino.

Logo LeedÈ possibile certificare Leed nuovi immobili (commerciali, residenziali, direzionali, produttivi), edifici esistenti che vengono ristrutturati, scuole, negozi, ospedali, edifici pubblici, edifici storici e interi quartieri.
In Italia lo standard Leed è stato introdotto e sviluppato dal GBC Italia (Green Building Council Italia), un’associazione senza scopo di lucro, membro di World GBC, che ha il compito di promuoverlo e adattarlo alla realtà italiana.

Il sistema Leed opera lavorando sull’intero processo edilizio, dalla progettazione fino alla costruzione vera e propria e presuppone un approccio di progettazione integrata e coordinata.

Il richiedente (committente, progettista o ente terzo) candida il progetto per la certificazione sottoponendolo a GBC che, attraverso un organismo di Verifica, analizza prima il progetto e poi compie alcune ispezioni sul cantiere. Se gli esiti degli audit di progetto e di cantiere risultano positivi l’ente certificatore rilascia il certificato e la targa per l’edificio realizzato.

I 7 aspetti che concorrono alla certificazione Leed

Gli aspetti che vengono analizzati e poi valutati nella scheda del punteggio finale dei crediti sono:

Dalla somma dei punteggi dei crediti deriva il livello di certificazione ottenuto, che può essere: Base (40-49 punti), Argento (50-59 punti), Oro (60-79 punti) e Platino (80 punti e oltre).

I protocolli Leed e GBC sono uno strumento valido per la committenza, privata e pubblica, per i progettisti per le imprese e per i produttori di componenti, in quanto rappresentano un punto di riferimento per una trasformazione del mercato edilizio nella direzione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

In Italia oggi hanno ottenuto la certificazione Leed Gold numerosi edifici come ad esempio il Bosco Verticale a Milano, il centro direzionale Lavazza a Torino, il palazzo Ricordi a Milano, l’edificio Porta Nuova Garibaldi a Milano e l’autogrill Villoresi-est, a Lainate.

Elettricità, sempre più città puntano sulle fonti rinnovabili

Un altro mondo è possibile, a cominciare dalle città. Esse, infatti, sono la chiave per un futuro a basse emissioni di carbonio. D’altronde, consumano circa il 75% dell’energia primaria mondiale e contribuiscono per circa il 60% alle emissioni globali di gas serra. Il loro impatto, quindi, è significativo per le sorti del pianeta Terra. Malgrado fino a pochi anni fa, le città non considerassero prioritaria, o comunque non così rilevante, l’attenzione all’ambiente, oggi la loro sensibilità è cambiata in meglio e stanno accelerando il passaggio a un approvvigionamento energetico più pulito, efficiente e decarbonizzato.

Diverse realtà urbane in tutto il mondo stanno già dimostrando che la transizione è possibile.
È quanto conferma un’analisi di Carbon Disclosure Project (CDP) sulle città che per il loro approvvigionamento di energia elettrica puntano sulle fonti rinnovabili. Innanzitutto, aumenta l’attenzione sul tema: già il fatto che nel 2015 fossero 314 le amministrazioni che avevano rivelato i propri dati relativi al loro mix energetico e nel 2017 siano passate a 570 lo dimostra.

Più di 100 città contano già su un mix elettrico green

Da quanto emerge dai dati CDP, più di 100 città al mondo stanno acquisendo la quota prevalente della loro elettricità (almeno il 70%) da fonti rinnovabili. Una buona notizia, ma lo è ancor più pensare che solo nel 2015 fossero 42.

Nel complesso, circa 184 possono contare sull’energia solare nel loro mix di elettricità, mentre 189 riferiscono di aver appena cominciato a comprendere l’energia eolica. La mappa tracciata mostra che quest’attenzione è ubiqua nel mondo.

C’è un dato che evidenzia ancor più la transizione green energetica delle città: ed è quella che vede già oggi 40 città nel mondo alimentate al 100% da elettricità da fonti pulite. Due di queste sono italiane: Bolzano e Oristano. La prima si basa esclusivamente sull’idroelettrico, la seconda soddisfa le proprie esigenze con un mix composto al 90% dall’idroelettrico e al 3% dal solare.

Mappa città rinnovabili CDP

La transizione verso le rinnovabili è una realtà

In alcuni Paesi, il solare e l’eolico sono ora in competizione sui prezzi con le centrali alimentate da fonti fossili. Lo abbiamo segnalato di recente: IRENA prevede che entro il 2020 tutte le tecnologie per la produzione di energie rinnovabili attualmente commercializzate concorreranno, e persino batteranno sul prezzo, petrolio & C.

Già oggi si possono fare esempi di città virtuose in tal senso: la stessa CDP segnala la statunitense Burlington che pur contando sul 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili non ha aumentato le bollette energetiche delle famiglie.

Non solo: utilizzando un mix diversificato di energie rinnovabili, tra cui eolico, solare, idroelettrico e biomasse, la città è stata anche in grado di supportare aziende e cittadini a diventare loro stessi produttori, attraverso il fotovoltaico.

Spese di riscaldamento? 6 consigli per risparmiare con la contabilizzazione

La primavera è ufficialmente iniziata, ma in Italia come nel resto d’Europa siamo ancora alle prese con temperature che non lasciano scampo all’accensione del riscaldamento. In uno scenario climatico che continuerà a “riscaldare” anche le bollette, ad aumentare i consumi energetici e, di conseguenza, le emissioni di agenti inquinanti, tornano ad assumere un certo peso le considerazioni emerse in occasione di Mostra-Convegno Expocomfort 2018 sulla contabilizzazione del calore.

Protagonista nel 2017 del panorama normativo sull’adeguamento degli impianti centralizzati, il tema legato alla ripartizione dei costi, della lettura dei dati e del monitoraggio intelligente dei consumi resta di primaria importanza nella lotta agli sprechi e nella sensibilizzazione dei cittadini verso un’efficienza energetica che, di fatto, si riflette in notevoli risparmi economici.

Prima di approfondire le tecnologie a supporto di questo percorso verso lo smart metering, ricordiamo 6 consigli utili tanto all’installatore, per la realizzazione degli impianti termici, quanto all’utente finale, affinché prenda coscienza dei benefici di un comportamento virtuoso.

  1. Installare dispositivi di contabilizzazione: per controllare i consumi di energia, bisogna misurarli. Fermo restando gli obblighi di legge, in mancanza di informazioni precise è difficile pianificare azioni di efficientamento di case, appartamenti ed edifici.
  2. Monitorare i consumi: interventi di automazione degli impianti permettono di monitorare e analizzare quanto consumato, dando nel tempo risultati concreti.
  3. Sfruttare la luce del sole: far entrare la luce naturale durante il giorno aiuta a scaldare gli ambienti e aprire le finestre per eventuali ricambi d’aria solo nelle ore più calde e per pochi minuti.
  4. Liberare i radiatori da ogni impedimento: mai coprire, sebbene per ragioni estetiche o funzionali i termosifoni. Mensole o specchi non dovrebbero mai avere una distanza inferiore a 30 cm.
  5. Rispettare la zona climatica di appartenenza: nel 1993 il territorio italiano è stato suddiviso in sei zone climatiche che indicano i valori medi della temperatura e le disposizioni da seguire per non eccedere nei consumi prescritti per la propria area.
  6. Modificare le abitudini: l’utente è spesso causa del proprio male. Semplici azioni come non aprire le finestre a qualsiasi ora, non asciugare i panni sui radiatori, misurare i consumi mensili e pianificare come abbassarli porterebbe risparmi del 20%.

Traduzione pratica di tutto ciò, una breve selezione delle tecnologie presentate a MCE 2018, toccando i principali aspetti della contabilizzazione e del risparmio energetico nel riscaldamento.

Contabilizzazione danfoss ecoTermovalvole smart, le prime alleate della bolletta

Il monitoraggio intelligente dei consumi, suggerito al punto 2 delle nostre premesse, può partire anche da piccole e non troppo onerose azioni come l’installazione di termovalvole sui singoli radiatori, onde gestire l’apporto di calore in base alle necessità di ogni ambiente interno.

Danfoss Eco permette per esempio di controllare il riscaldamento domestico con termosifoni via Bluetooth, in una soluzione compatta, alimentata a batteria e facilmente programmabile. Dal momento in cui la testa termostatica si connette all’app dedicata su smartphone, installatori e utenti possono programmare il suo funzionamento come se utilizzassero un cronotermostato settimanale, duplicando rapidamente la configurazione sugli altri dispositivi installati. Inoltre, durante la prima settimana di funzionamento, Danfoss Eco apprende quando è necessario iniziare a riscaldare l’ambiente per raggiungere la temperatura corretta all’ora desiderata, continuando poi a regolare il tempo di riscaldamento in relazione ai cambi di stagione.

I sistemi per la contabilizzazione del calore e la raccolta in cloud dei dati sul riscaldamento consentono monitoraggio smart dei consumi, efficienza energetica e riduzione dei costi

La contabilizzazione deve tornare alla ribalta

contatori di calore QundisPassando dalle valvole termostatiche alle tecnologie per la misurazione e la ripartizione dei consumi, Antonello Guzzetti country manager di Qundis Italia offre in fiera un’interessante – e preoccupante – disamina dello scenario italiano legato alla contabilizzazione.

“MCE 2018 rappresenta una grande occasione per parlare non solo di prodotti, ma anche di mercato e di normative, tentando di riaprire un dibattito che negli ultimi mesi sembra essersi spento. Secondo analisi interne, confermate dai dati Istat, dopo la scadenza del 30 giugno scorso ci sono ancora più di un milione di appartamenti da adeguare, per un totale di circa 6 milioni di dispositivi di contabilizzazione del calore da installare. Serve approfondire il perché di tali cifre, tra deroghe agli obblighi di legge e non operatività degli organi sanzionatori preposti”.

Qundis attende così gli auspicati segnali di ripresa forte del proprio catalogo di soluzioni per lo smart metering negli edifici. Dal ripartitore Q caloric 5.5 ai contatori di calore e acqua Q heat 5 e Q water 5.5, fino ai più recenti moduli radio per la lettura remota Q module 5.5 heat, l’azienda tedesca è in grado di connettere tutti i dispositivi installati raccogliendo dati in cloud e mettendoli a disposizione dei clienti, combinando la piattaforma Q SMP e il sistema di lettura radio Q AMR (tramite protocollo Open Metering System).

contabilizzazione futura-brunataCon i ripartitori di calore conosci cosa consumi

Nella proposta per la contabilizzazione indiretta targata Brunata troviamo il ripartitore di calore Futura Heat, basato su due sensori, uno per la temperatura del radiatore, l’altro per quella dell’ambiente) che hanno sensibilità di un decimo di grado Kelvin (0,1 K).

Una funzione che consente al ripartitore di misurare solo l’emissione di calore realmente derivante dall’impianto di riscaldamento, escludendo gli apporti gratuiti provenienti sia da altre fonti di calore presenti nel locale, sia dall’irradiazione solare. Un apposito modulo radiotrasmettitore integrato consente di inviare in sicurezza i dati dei consumi ai dispositivi riceventi per la lettura tramite Brunata Net, rete che acquisisce i dati dei singoli misuratori e li trasmette via GSM/GPRS ai server Brunata.

L’azienda ha inoltre lanciato a MCE 2018 la nuova proposta Brunata ProService, pacchetto di assistenza “all-inclusive” per il monitoraggio e la manutenzione dei propri ripartitori.

Sempre pensando alle difficoltà riscontrate da amministratori di condominio e altri utenti nelle operazioni di contabilizzazione di calore e acqua, Ista presenta il nuovo servizio modulare ripartiamo. Dalla ripartizione dei costi alla lettura dei contatori, dagli adempimenti normativi alla manutenzione di ogni soluzione, lo staff di ista interviene anche nel caso di impianti che ospitino prodotti di altri marchi.
Anche la contabilizzazione diretta diventa smart

rbm- serie m2zSe i dispositivi per la ripartizione dei costi diventano indispensabili nell’adeguamento di condomini o strutture dotate di impianti con distribuzione “verticale”, alla contabilizzazione diretta dei consumi nelle nuove costruzioni o nella riqualificazione di sistemi già autonomi sono dedicati i moduli pre-assemblati MZ2 di RBM, soluzioni conformi alla direttiva MID, pensate per rendere ogni appartamento indipendente, nel calore come nell’acqua, dal resto della struttura.

“Il sistema, tra i nostri prodotti più venduti, è frutto della combinazione smart di contatori di caldo/freddo, elettronica per la raccolta dati e lo switch stagionale e linee sanitarie per i consumi idrici – spiega Lorenzo Olivero, responsabile marketing di RBM -. La forza di RBM sta nella possibilità per gli operatori di consultare i dati trasmessi dall’apposito concentratore anche in maniera diretta sul portale di servizi dedicato”.

Inizialmente pensata per lo smart metering indiretto, la piattaforma RBM Metis è oggi strutturata su diversi livelli di offerta e funzionalità, consentendo l’accesso ad amministratori, energy manager, idraulici e molto presto anche ai consumatori, per offrire loro una panoramica su quanto consumato e speso.

Smart grid, una realtà in piena evoluzione

Sempre più la rete elettrica sta diventando paragonabile al sistema nervoso centrale: un’unità che ha il compito di controllare ed elaborare gli stimoli interni ed esterni del corpo. Nel caso dell’infrastruttura tecnologica, gli stimoli esterni arrivano dalle fonti rinnovabili e dal nuovo ruolo dei consumatori finali calati nei panni dei prosumer.

Ecco che le reti devono divenire sempre più “intelligenti”, capaci cioè di gestire la generazione distribuita.

Da qui la transizione del sistema tradizionale verso il modello smart grid, la cui importanza crescente si nota anche dalle previsioni di mercato: secondo Marketsandmarkets il mercato costituito da tutto il complesso smart grid, fisico e digitale, raddoppierà in dimensione, passando da 20,83 miliardi di dollari nel 2017 a 50,65 miliardi entro il 2022, con un CAGR del 19,4% nel periodo di previsione.

Ma come si gestisce questa transizione? Siamo pronti a livello europeo e italiano? Lo abbiamo chiesto a Claudia Guenzi, che in Anie Energia riveste il ruolo di presidente Gruppo Smart Grid. L’occasione per approfondire il tema è stato il convegno intitolato “Le Micro Smart Grid”, organizzato dalla Federazione nel corso di MCE Expocomfort.

A che punto siamo oggi con la progettazione e lo sviluppo delle smart grid in Italia?

Claudia Guenzi Gruppo Smart Grid AnieNel confronto con il panorama europeo non siamo messi male. Anzi, per alcuni aspetti siamo anche più avanti rispetto ad altri Paesi. Il primo esempio che porto è lo smart meter: in Italia se ne contano 37 milioni e siamo in attesa della versione 2.0 che permetterà agli utenti di avere un ruolo attivo, usufruendo dei benefici tecnologici. Certo, ci sono ancora aspetti su cui migliorare: uno su tutti l’aggregazione, tra domanda e consumo, in cui rispetto ad altri Paesi siamo ancora agli albori.
In ogni caso l’Italia occupa una posizione assolutamente lusinghiera.

E in tema di microgrid e micro smart grid?

È un tema che trova una certa resistenza da parte dei distributori proprio perché in qualche modo lo sviluppo di nuove realtà, anche se di dimensioni ridotte, tolgono spazio e potere alla rete di distribuzione. Quindi, non mi aspetto una proliferazione di microgrid e micro smart grid, ma queste ultime possono contribuire a fornire valore aggiunto in determinati contesti, come le isole minori o le comunità montane isolate. Quindi si dovranno andare ad analizzare quei contesti in cui il possibile valore aggiunto creato da una gestione locale “intelligente” è tale per cui è imprescindibile la sua importanza e lo stesso grande distributore ne può a sua volta trarre benefici.

Lo sviluppo della mobilità elettrica che impulso può dare allo sviluppo delle smart grid?

Potenzialmente importante, malgrado sia consapevole, occupandomi di e-mobility dal 2009, che da allora poco sia cambiato. In ogni caso ha un valore in prospettiva notevole sia dal punto di vista dei consumi, considerando in futuro ai milioni di veicoli elettrici collegati per la ricarica alla rete di distribuzione, sia dal punto di vista dei servizi che le auto elettriche possono fornire alla rete.

Penso al vehicle to grid, un tema non certo fantascientifico, ma assolutamente reale. Inoltre, ci sono aziende, tra quella per cui lavoro (Claudia Guenzi è Head of Energy Automation and Smart Grid Services and Solution Business Units per Siemens – nda) che lo sta sperimentando dal punto di vista della centrale di supervisione dell’infrastruttura. In questo momento l’anello debole della catena è il produttore dei veicoli perché se si pensa a un uso della batteria installata, progettata con una certa vita utile, in modalità di carica e scarica per offrire servizio alla rete, può creare qualche problema alla sua durata, con la conseguente riduzione del suo ciclo di vita utile.

In ogni caso considero i veicoli elettrici come una potenzialità immensa di storage, distribuito e diffuso, in grado di offrire servizi alla rete. Di sicuro, quindi, avrà un ruolo importante all’interno delle smart grid.

Internet of Things, Intelligenza Artificiale, Cloud, Big Data… quale di queste innovazioni tecnologiche può dare un contributo efficace allo sviluppo delle smart grid?

Micro smart grid ANIEIoT e cloud rivestono un’importanza significativa. Se consideriamo che ogni oggetto che collego alla rete è in grado di trasmettere in tempo reale dati sullo stato della rete e dell’oggetto stesso a una sorta di “intelligenza superiore” che risiede nel cloud è probabile che si riesca a decuplicare il numero di informazioni oggi disponibili per rendere effettivamente smart la rete di distribuzione.

Ci sono studi che affermano che oggi meno del 20% dei dati generati da una protezione elettrica vengono utilizzati, il resto si disperde. Quindi tutte queste tecnologie imprimeranno un’accelerazione allo sviluppo delle smart grid. Tuttavia, devono essere presi in considerazione tre aspetti:

Perché il sistema di telecontrollo possa andare in cloud dovremmo attendere ancora un po’, ma già i meter generano una mole di dati interessanti che potrà accelerare e fare da volano allo sviluppo delle smart grid.

Nel corso del convegno ha accennato alla prossima pubblicazione del “libro bianco sulle Smart Grid” di Anie. Su cosa sarà incentrato?

Ci sarà una sorta di… carotaggio delle tecnologie disponibili abilitanti le smart grid con particolare riferimento al mondo della distribuzione elettrica. In particolare, un capitolo sarà riservato ai casi studio di applicazione di queste tecnologie in contesti reali, cercando di dare evidenza ai vantaggi e ai benefici che possono portare queste tecnologie agli operatori che gestiscono la rete di trasmissione o di distribuzione e, indirettamente, al consumatore finale.

Quando prevede potremo assistere realmente all’attuazione delle smart grid? E sulle neural grid di cui già si preannuncia l’esistenza nel prossimo futuro?

Le smart grid sono già oggi reali. Certo, è un mondo in continua evoluzione quindi mi aspetto che l’infrastruttura di cui parleremo tra un anno saranno diverse da quelle odierne.
Sulle neural grid posso dire che non è fantascienza: si tratta di consolidare le tecnologie negli ambiti in cui nascono per poi ampliarle e applicarle in ambiti diversi. La smart grid è essa stessa un connubio tra il mondo dell’elettricità e quello dell’informatica. Tutto ciò che nasce in un ambito o in un altro nel momento in cui diventa una tecnologia solida può offrire il proprio contributo allo sviluppo delle reti intelligenti.

View, la visione di Vimar sul mondo Internet of Things

Un’ampia gamma di prodotti e sistemi innovativi, in grado di rispondere alle esigenze di qualsiasi edificio Made in Vimar quelli presentati dall’azienda a Light+Building 2018 a Francoforte.

Vimar a Light building 2018I visitatori hanno potuto apprezzare le nuove soluzioni e – soprattutto – il forte spirito di innovazione presente nell’offerta dell’azienda italiana che celebra il cinquantesimo anniversario dell’invenzione dell’otturatore di protezione Sicury, inventato da Vimar nel 1968 per impedire l’accesso accidentale a parti in tensione di prese elettriche.

Tra le soluzioni presentate le diverse serie di placche Eikon, Arké e Plana declinate in molteplici varianti di combinazioni per design, materiali; i nuovi videocitofoni TAB7S; i sistemi di antintrusione By-alarm, di videosorveglianza e di automazione per cancelli.
Inoltre, i nuovi access point Wi-Fi da incasso per la distribuzione di contenuti multimediali su rete LAN e l’estensione del segnale Wi-Fi; il rinnovato sistema di diffusione sonora bus su tecnologia By-me.

Vimar entra nel programma Friends of Hue

Presentata in anteprima la partnership che prevede l’entrata di Vimar nel programma Friends of Hue, nato per estendere l’ecosistema Philips Hue e includere maggiori opzioni nel controllo delle luci smart.
L’esperienza tecnologica e il design di Vimar si sposano con la tecnologia wireless per il controllo intelligente delle lampade Hue Philips Lighting.
I nuovi comandi Vimar – disponibili nell’ultimo trimestre 2018 – si basano su motore tecnologico Energy Harvesting e garantiscono il controllo delle lampade wireless attraverso la tecnologia di power harvesting nel totale rispetto dell’ambiente grazie all’assenza di batterie.

View, la visione di Vimar

View VimarQuesta spinta innovativa si rinnova con View, la visione di Vimar del mondo digitale e l’Internet of Things (IoT), il principio guida dello sviluppo di soluzioni intelligenti, collegate tra loro, a internet e all’utente grazie a tecnologie digitali all’avanguardia.

Ma View è un ecosistema in costante crescita di prodotti intelligenti e sistemi interconnessi, compatibili anche con le offerte commerciali di altri produttori, destinati ad aumentare la semplicità offrendo un’esperienza intuitiva.

In questo ambito, Vimar ha anche iniziato ad adottare un nuovo approccio alla filiera attraverso un dialogo costante sia con i principali produttori di tecnologie, sia con importanti player dei vari settori merceologici per ampliare il range di azione delle soluzioni connesse: illuminazione, climatizzazione, controllo accessi, multimedialità…

Le esigenze dell’utente sono cambiate ed è necessario reinterpretare il modo di realizzare e vivere gli edifici: parola d’ordine semplicità per tutti.

Soluzioni Internet of Things garantiscono comfort, sicurezza ed efficienza energetica e una supervisione tramite App, ma consentono anche servizi ad alto valore aggiunto sia per il consumatore, sia per l’installatore e gli attori della filiera.

L’utility tedesca EnBW acquisisce Senec

EnBW Energie Baden-Württemberg AG ha acquisito il 100% delle quote della Deutshce Energieversorgung GmbH, che opera sul mercato con il brand Senec, azienda  produttrice di sistemi di accumulo che continuerà a operare con il proprio marchio e in modo indipendente.

EnBW conta 20.000 dipendenti e 5,5 milioni di clienti ed è una delle 4 maggiori utility tedesche ed opera nel mercato domestico con il Yello.

EnBW, negli ultimi anni, ha puntato proprio sul mercato della generazione distribuita per clienti privati, offrendo sistemi di accumulo e gestendo la più grande rete di ricarica veloce per veicoli elettrici della Germania.

Senec si integra perfettamente nella strategia EnBW grazie alla posizione consolidata come fornitore di soluzioni intelligenti per l’accumulo di energia.

“La mission e la cultura delle nostre aziende sono in perfetta combinazione – dichiara Maximilian von Grundherr, Managing Director di Senec – Il cuore delle nostre soluzioni è un sistema integrato di gestione e di accumulo di energia, sviluppato direttamente dalla nostra azienda. Grazie alla partnership con EnBW, Senec continuerà la sua crescita e la creazione di nuovi modelli di business nel mercato dello storage residenziale”.

“Le competenze e i sistemi delle nostre due aziende sono complementari – aggiunge Tomo Sillober, Vice Presidente Sales, Product Management & Digital di EnBW – Con le soluzioni Senec, diventiamo un fornitore integrato nella catena della generazione distribuita dell’energia ed estendiamo il valore aggiunto ai nostri clienti”.

L’acquisizione di competenze nel mercato dell’elettricità permetterà, inoltre, sviluppi della soluzione Senec.Cloud, che permette ai proprietari di impianti fotovoltaici con accumulo di consumare al 100% l’energia autoprodotta. Con il pacchetto aggiuntivo “Senec.Cloud To Go”, i consumatori possono soddisfare le esigenze energetiche di riscaldamento e di ricarica elettrica attraverso la produzione da fotovoltaico.

“Questa acquisizione è strategica, siamo nella fase conclusiva di sviluppo del progetto Senec.Cloud e, a tutti gli effetti, diventeremo fornitori di energia anche in Italia. Questo ci permetterà di offrire nuovi servizi ai consumatori finali” ha concluso Andrea Cristini, Amministratore di Senec Italia.

Smart home, cloud e mobilità elettrica nell’integrazione targata Gewiss

Dal semplice prodotto industriale alle nuove sfide di domotica, cloud e mobilità elettrica. L’evoluzione del mercato verso gli impianti integrati non trasforma solamente il ruolo di installatori e progettisti, bensì impone anche alle aziende l’acquisizione di specifici know how, il lancio di soluzioni innovative e un adeguato supporto tecnico-formativo ai professionisti della smart home e – in un futuro ormai prossimo – della smart city.

Stimolante in questo contesto il punto di vista di un’azienda nata e cresciuta nel mondo elettrico come Gewiss, che dopo aver seguito l’avvento della casa connessa, si prepara a varcarne i confini con nuove piattaforme per la gestione intelligente di livelli superiori d’integrazione.

“Il mondo della domotica sta cambiando ¬– spiega Ferdinando Girardi, responsabile formazione tecnica di Gewiss in occasione del convegno “Smart retrofit rinnovabile”, nell’area That’s Smart di MCE 2018 -, e con esso anche il nostro modello di business. Pensiamo al cloud, punto cruciale di questa rivoluzione digitale, anni fa sembrava impensabile poter raccogliere i dati sensibili dei clienti in una nuvola. Oggi ci si trova a trasferire quasi tutti i servizi in cloud, con garanzie certe di affidabilità e sicurezza. Ma l’integrazione di tutti i sistemi domestici, dalla termoregolazione al lighting, dall’anti intrusione agli impianti audio-video, si sta spostando oggi dalla singola abitazione alle esigenze della smart city”.

gewiss MCE 2018Una nuova visione smart

E proprio nel contesto di MCE 2018 Gewiss ha presentato la nuova vision Smart aziendale, che coinvolge tutte le sue aree: Smart Living, Smart Energy, Smart Mobility e Smart Lighting.

Allo stand le diverse anime dell’azienda sono state rappresentate da nuove soluzioni come servizi e prodotti per la gestione e il monitoraggio dell’energia, il cronotermostato intelligente Thermo ICE, la colonna d’impianti Domo Center, il dispositivo differenziale Restart con modulo WiFi, il servizio completo e innovativo per la mobilità elettrica Joinon fino alle due Serie di plafoniere e proiettori a LED Smart[3] e Smart[4].

Gewiss punta dritta verso un nuovo concetto di abitare offendo soluzioni per affrontare in modo intelligente, intuitivo e dinamico ogni aspetto della quotidianità, e generando una molteplicità di servizi in grado di migliorare la qualità della vita.

Sostenibilità, sicurezza, integrazione, comfort sono la forza motrice di questo cambiamento.

Una sola piattaforma cloud integra smart home e mobilità elettrica

gewiss MCE 2018L’impegno di Gewiss nel rispondere alle esigenze di integrazione avanzata si concretizza nella piattaforma JoinOn che consente di controllare, tramite la stessa app, gli impianti della smart home come le colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. Un’inedita proposta di cloud con servizi differenziati per clienti finali e professionisti, sempre declinati in un’interfaccia grafica intuitiva.

“Una grande opportunità per gli installatori e per tutto il mondo elettrico, che abbraccia molte tecnologie e nuovi protocolli di comunicazione in un’architettura composta da sistemi wireless e cablati, torrette di ricarica per la mobilità elettrica e a breve anche da piattaforme dedicate alla gestione dell’illuminazione pubblica” conclude Girardi.

Il viaggio di Gewiss dalla smart home alla smart city passa così da un concetto di cloud “all-inclusive” che mette in primo piano i professionisti pronti a cogliere le potenzialità del nuovo paradigma dell’integrazione.

I 6 principali macro trend di MCE 2018

Si è da poco conclusa la 41 edizione di MCE – Mostra Convegno Expocomfort, che ha portato alla luce un nuovo modo di abitare efficiente, connesso, integrato e sostenibile.

Le novità tecnologiche presentate sono state tante e nelle prossime settimane la redazione di ElettricoMagazine – attraverso una serie di articoli di approfondimento – si focalizzerà sulle diverse tematiche trattate.

Ma oggi voglio raccontarvi la mia MCE mettendo in luce i macro trend che sono apparsi evidenti in questi giorni di fiera e che hanno tracciato la strada verso un nuovo modo di pensare, progettare e ovviamente realizzare le case e gli edifici di oggi e di domani.

La multi-settorialità tipica di MCE si è fusa in un unicum a sottolineare come l’integrazione impiantistica sia la chiave di volta per lo sviluppo del nostro paese.

Filo conduttore di tutto resta l’efficienza energetica che permea in ugual misura tutti i settori: caldo, freddo, aria e acqua.
L’efficienza energetica è la leva su cui si sta delineando un futuro sostenibile dell’Italia e dell’Europa che, grazie all’emanazione di legislazioni, normative e incentivi, ha dato slancio al settore dell’edilizia per la riqualificazione energetica di edifici, residenziali e non residenziali, e allo sviluppo di progetti concreti nel settore industriale e della Pubblica Amministrazione.

L’efficienza energetica è, dunque, una grande opportunità per tutta la filiera.

Girando tra gli stand e parlando con gli espositori sono emerse 6 tendenze:

ABB in cammino con la convergenza digitale nelle rinnovabili

Per tecnologia dirompente si intende un’innovazione capace di modificare radicalmente e in breve tempo abitudini, cultura, stili di vita e ambito professionale. Lo abbiamo visto per esempio con l’invenzione del motore a scoppio, che in poco più di un decennio ha soppiantato l’uso del cavallo come mezzo di trasporto, lo sperimentiamo oggi con la convergenza digitale di tutti gli oggetti connessi alla nostra esistenza. Non solo smartphone, tablet, computer, elettrodomestici e altri impianti di casa, la vera rivoluzione si lega alla possibilità di integrare in sistemi di gestione intelligenti anche produzione e consumi di energia elettrica da fonti rinnovabili, con particolare attenzione al fotovoltaico, abilitando un’ormai tangibile transizione dall’autoconsumo domestico al collegamento di impianti e allo scambio di dati nelle smart grid del futuro.

Migliorini ABB convergenza digitaleSul ruolo chiave dell’energia digitale nei futuri scenari di fotovoltaico, accumulo ed e-mobility si sofferma Massimo Migliorini, global business development manager di ABB Product Group Solar nel convegno che l’area That’s Smart di MCE 2018 ha dedicato a “Fotovoltaico e domotica nella transizione energetica”.

Citando un recente studio di Bloomberg New Energy Finance, Migliorini sottolinea come “nelle grandi prospettive generate dall’Internet of Things, la digitalizzazione dell’energia da fonti rinnovabili consentirà risparmi fino al 10% nei costi di Operations & Measurements in ambito fotovoltaico ed eolico. La manutenzione preventiva è un primo esempio di intervento digitale in grado di allungare la vita degli impianti, mentre grazie a tecniche avanzate di data analytics è possibile aumentarne l’output. I dati raccolti consentono infine forecast più precisi e aggiornati, per un migliore coordinamento dei sistemi privati con rete e mercato”.

Energia digitale nella rete del futuro, dal singolo asset a sistemi di prosumer

La filiera dell’energia si trova oggi, come i cavalli a fine ottocento, al centro di un dirompente cambiamento. Allo sviluppo delle rinnovabili si associano infatti produzione a intermittenza, alta volatilità e minore predicibilità, aumento di punti di punti di feed-in e take-off (vedi data center e ricarica dei veicoli elettrici), energy storage e sistemi di building automation.

In una complessità tecnologica destinata solo a crescere nella pervasività del concetto di elettrificazione degli edifici, diventano fondamentali il controllo e l’analisi dei dati in tempo reale.

“Tecnologie digitali convergenti e in rapida evoluzione si uniscono a un settore altrettanto in mutamento, dove la gestione di produzione, carichi e autoconsumo può fare la differenza, avviando nuovi scenari di collaborazione tra prosumer – mix tra produttore e consumatore che identifica gli utenti privati in questo contesto – reti e utility, riuniti da un concetto di generazione distribuita di energia che sposta il focus dai singoli asset all’analisi di sistema” aggiunge Migliorini.

ABB declina questo viaggio nella digitalizzazione dell’energia in tappe tecnologiche che dal livello “base” di fotovoltaico e accumulo passano all’home & building automation per arrivare alle infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici. Tecnologie integrabili dalla piattaforma ABB Ability in una futuristica (ma non troppo) multivendor community di utenti che genera nuovi modelli di business, verso reti di prosumer che mettono attivamente a fattore comune i dati dei propri impianti.

Enerbrain scelta da WeXelerate, un acceleratore austriaco

Enerbrain – azienda piemontese nata nel 2015 all’interno dell’Incubatore del Politecnico di Torino – si sta trasformando da startup ad azienda consolidata grazie all’idea di rendere smart i grandi edifici non residenziali con un sistema intelligente che taglia da subito i consumi del 30%.

Proprio per le peculiarità della soluzione è stata selezionata (con altre 51 startup provenienti da tutto il mondo e solo 3 sono italiane) a partecipare – tra marzo e giugno 2018 – al programma WeXelerate a Vienna, un’iniziativa promossa da aziende e istituzioni austriache per attrarre investimenti e innovazione sul territorio.

La tecnologia proposta consente di rendere smart ogni edificio – ospedali, scuole, aeroporti, centri commerciali – in pochi giorni senza interventi sugli impianti.

Un retrofit energetico – scelto già da gruppi come Carrefour e FCA – che consente di migliorare la vivibilità degli spazi e la qualità dell’aria riducendo allo stesso tempo consumi ed emissioni di CO2.

Inoltre, grazie all’algoritmo di machine learning, il sistema apprende e modifica la propria programmazione per eliminare ogni possibile spreco.
“WeXelerate ci sta offrendo una straordinaria opportunità non solo per l’incontro con grandi aziende e istituzioni, ma anche per la possibilità di confrontarci con mentori e colleghi internazionali – sottolinea Filippo Ferraris, uno dei fondatori di Enerbrain – Dal primo giorno siamo stati scelti e affiancati da realtà come Wien Energie e Österreichische Post, rispettivamente il fornitore energetico di Vienna e le Poste nazionali Austriache, con i quali lavoreremo per quattro mesi aiutandoli a portare in Austria la nostra innovazione Made in Italy. Qui stanno nascendo le basi per superare le molte sfide che toccano la nostra attività quotidianamente”.

Ma come funziona il programma WeXelerate? Per 100 giorni, le startup sono ospitate in un centro polifunzionale per facilitarne l’ingresso sul mercato austriaco. I settori di interesse spaziano da Infrastrutture ed Energia, Industria 4.0, Media, Assicurazioni e Banche fino a tecnologie cross-industry come Internet of Things, Mobility, Artificial Intelligence, Bot, Blockchain e Cyber Security.