Zumtobel: sistema modulare per illuminazione architettonica

Panos infinity di ZumtobelVero e proprio sistema modulare studiato per ogni necessità illuminotecnica, Panos infinity di Zumtobel si arricchisce ora di quattro nuovi modelli che ampliano ulteriormente le possibilità applicative nell’illuminazione architettonica, lasciando spazio alla creatività di ogni progettista, fornendogli tutti gli strumenti per ideare la soluzione più adatta all’ambiente e all’utente, mantenendo uno stile unitario nell’intero edificio.

Questo vale per lobby e reception, corridoi e uffici, sale conferenze e zone di comunicazione, ma anche negozi e musei: sia i down light, sia i modelli wallwasher entrano in armonia con le architetture e, al contempo, garantiscono un’illuminazione corretta, l’effetto voluto e il massimo dell’efficienza.

In ogni modello, la distribuzione fotometrica è studiata per soddisfare ogni esigenza che si presenti in un edificio: illuminazione generale e d’accento, di piani orizzontali e verticali. 

La vasta offerta comprende, innanzi tutto, forme rotonde o quadrate, con cornice o senza e con tre misure del diametro o del lato: 68 mm, 100 mm e 200 mm. 

zumtoble-blog-2A caratterizzare i sistemi di lenti sono innanzitutto la precisione dell’orientamento e l’assenza di dispersioni, in secondo luogo la possibilità di variare gli angoli di emissione. Con il fascio più stretto, il riflettore assume una funzione più che altro decorativa, le luminanze si riducono, l’abbagliamento sparisce, il comfort visivo si perfeziona. Ma anche la tecnologia dei riflettori ha la sua importanza nei downlight, soprattutto in quelli di grosse dimensioni e con flussi luminosi concentrati. Con riflettori opportunamente costruiti non occorrono complessi sistemi di lenti e l’aspetto d’insieme dell’impianto si mantiene unitario, anche se i singoli apparecchi hanno funzioni mirate.

Ampia anche la scelta della tonalità della luce, per diversificare l’illuminazione: si può scegliere l’opzione “warm dimming”, con resa cromatica CRI > 90, oppure le temperature di colore 2.700 K, 3.000 K e 4.000 K.

L’assortimento del programma Panos infinity di Zumtobel assicura, quindi, la massima libertà di progetto, dando spazio alla creatività.

 

Sorgenti LED negli ambienti industriali: cosa è necessario sapere

sorgenti led e ambienti industrialiNel settore industriale, l’utilizzo di sorgenti LED negli impianti di illuminazione assicura risparmio energetico, migliora – in termini di resa del colore – la qualità della luce e garantisce maggiore sicurezza.
In questi ultimi anni si è assistito ad un’evoluzione della tecnologia led che ha portato alla risoluzione di alcune criticità come la dispersione del calore.

Tuttavia, quando si approccia la progettazione dell’illuminazione di reparti produttivi industriali è necessario considerare le condizioni ambientali: calore, freddo, umidità e sostanze volatili, come polveri e gas, che si generano nei diversi tipi di lavorazione.

Proprio la presenza di sostanze chimiche volatili può creare delle problematiche alle sorgenti LED.
Per comprendere al meglio cosa succede in situazioni particolari, sono stati raccolti i pareri di alcuni dei maggiori produttori di sorgenti LED: Mauro Ceresa di Cree e Gabriele Giaffreda di Osram Opto Semiconductors.

I fattori che possono accorciare la vita dei led: gli stress elettrici e il fenomeno di incompatibilità chimica

“I primi impianti di illuminazione per l’industria interamente a LED – ricorda Gabriele Giaffreda – risalgono a tempi molto più recenti rispetto all’illuminazione generale. Si tratta quindi di una tecnologia il cui sviluppo ha beneficiato degli studi e delle applicazioni pionieristiche, che però ha caratteristiche molto diverse da quelle che l’hanno preceduta. La lampada a scarica, generalmente utilizzata in questo ambito, non presenta particolari rischi legati alle condizioni ambientali, se non quello dell’eventuale scoppio dovuto a casi estremi. Naturalmente l’apparecchio di illuminazione deve garantire il grado di protezione adeguato al contesto in cui opera. In ogni caso, mentre la lampada a scarica ha una durata di vita limitata e va sostituita periodicamente, il – limitando di fatto fortemente i costi di sostituzione – e il tema della protezione dai possibili danni legati all’ambiente di installazione va affrontato in modo diverso”.

“Quando sono comparsi i primi LED la durata di vita di 50mila ore era un dato teorico, raggiungibile solo per le sorgenti che operavano nelle condizioni ideali. Oggi che i costruttori sono più consapevoli delle potenzialità dei LED e hanno risolto i problemi di fondo, come per esempio la dissipazione del calore, possiamo indicare per i LED una durata di vita anche oltre le 100mila ore, a patto che si rispettino determinate condizioni ambientali. Fra queste la temperatura, il grado di umidità e anche la protezione dalle alte concentrazioni di alcune sostanze chimiche”.

In un ambiente industriale quali sono le situazioni che possono limitare i vantaggi dell’utilizzo di sorgenti LED?

“Si è scoperto – evidenzia Giaffreda – che l’alta concentrazione nell’ambiente di alcune sostanze chimiche, come per esempio alcuni solventi utilizzati nelle verniciature, può andare a deteriorare il materiale utilizzato per la realizzazione dell’ottica primaria del LED. In questi casi il flusso luminoso diminuisce e il LED non è più in grado di raggiungere l’aspettativa di vita che dovrebbe avere”.

I produttori di sorgenti LED da sempre sensibili a queste tematiche e i reparti di Ricerca e Sviluppo conducono numerosi test al fine di dare indicazioni ai produttori di apparecchi su quali siano le sostanze chimiche che in alte concentrazioni possono dare origine a queste criticità.

“Allo stato attuale – spiega Mauro Ceresa – sono due i fattori che possono accorciare la vita dei led: gli stress elettrici e il fenomeno che noi chiamiamo di incompatibilità chimica. Si tratta un processo che avviene all’interno della struttura del LED a causa di contaminanti esterni.
La struttura del Led a luce bianca (quello usato per i sistemi di illuminazione) è formata da un chip che produce luce blu, coperto da uno strato di fosforo che la converte in luce bianca, tutto questo è protetto da un involucro di silicone. Si tratta di un silicone particolare, altamente trasparente, resistente agli scambi termici, un materiale fortemente stabile, che non degrada con l’azione dei raggi UV e garantisce una lunga durata di vita ai LED. Questo silicone, però è permeabile ai gas e quindi può essere danneggiato da alcune sostanze chimiche in alta concentrazione”.

struttura della sorgente led

Struttura di un LED per l’illuminazione

 

“Si tratta di composti organici volatili che in alta concentrazione possono penetrare e rimanere nel silicone all’interno del LED. Questo fenomeno lo abbiamo riscontrato inizialmente con determinati collanti che venivano impiegati per sigillare gli apparecchi di illuminazione. Quando i LED cominciarono ad essere utilizzati per l’illuminazione esterna si scoprì che alcuni sigillanti usati per garantire la tenuta stagna degli apparecchi rilasciavano composti organici volatili (VOC) che andavano a interferire con il silicone. Con l’intervento di altri fattori, come la lunghezza d’onda del LED blu (particolamente energetici) e l’innalzamento di temperatura negli apparecchi si può innescare un fenomeno che in inglese si chiama discoloration”.

Sorgenti LED e industria

Le sostanze volatili si inseriscono negli spazi vuoti del silicone. L’aumento di temperatura e l’energia dei LED innescano il fenomeno di discloration

 

“Il LED diventa marroncino, perde il flusso luminoso e cambia tonalità. Quando vediamo questi fenomeni possiamo dire con certezza che c’è un’incompatibilità chimica.
Questo problema è stato superato testando i sigillanti in laboratorio per verificare che non ci fossero sostanze dannose per i LED”.

“Il fenomeno di incompatibilità chimica può essere causato anche da un alta concentrazione di particolari sostanze presenti nell’ambiente esterno all’apparecchio di illuminazione. Per esempio, in ambienti dove si fa la verniciatura, dove si usano particolari solventi. Anche in questo caso perché ci sia un alterazione del LED occorre che ci siano determinate condizioni, come un certo livello di saturazione, una temperatura che accelera il processo.”

Cosa possono essere evitati questi fenomeni?

Per proteggere direttamente il LED da qualsiasi agente esterno bisognerebbe incapsularlo

Per proteggere direttamente il LED da qualsiasi agente esterno bisognerebbe incapsularlo, ma in questo modo si perderebbe molto del flusso luminoso che andrebbe a diminuire l’efficienza luminosa del LED.

Un esempio di applicazione LED con protezioni estremamente elevate è quello dell’automotive: il LED deve avere una protezione superiore perché si trova direttamente a contatto con ambienti altamente dannosi e corrosivi per i componenti e riconducibili ai gas di scarico e ai vapori presenti a livello asfalto.

“I testi di laboratorio e le esperienze sul campo ci aiuteranno a capire meglio quali sono le sostanze specifiche che ad alte concentrazioni possono generare fenomeni di incompatibilità con i LED. In questo modo il produttore di apparecchi può inserire dei “warning” avvertendo che in presenza di alte concentrazioni di determinate sostanze la vita della lampada è ridotta” aggiunge Gabriele Giaffrida.

Informazioni chiare e precise

“La parola chiave quindi è quella dell’informazione, che deve riguardare un po’ tutta la filiera” sottolinea Marco Ceresa.

“I produttori devono dotare gli apparecchi di avvertenze sulla possibilità che alcune sostanze ad alte concentrazioni possono determinare questi fenomeni, ma sarebbe importante che anche chi acquista l’apparecchio fornisca al produttore le informazioni necessarie per avere eventuali protezioni speciali”.

Queste tematiche e problematiche sono fondamentali per una corretta progettazione e installazione, il LED rappresenta sicuramente una soluzione per gli impianti industriali, a patto che vengano valutate tutte le condizioni ambientali.

La lunga durata è una caratteristica fondamentale dei LED ed è importante fornire garanzie serie, informazioni sulle condizioni di funzionamento del LED, indicazioni affidabili e conservative sull’aspettativa di vita.

Autore: Disano LED Technology per ElettricoMagazine

 

Quanto valgono i trasformatori sul mercato elettrico italiano?

trasformatoriUn recente studio realizzato da ANIE Energia, l’Associazione che rappresenta in ANIE Federazione le aziende che producono, distribuiscono e installano apparecchiature, componenti e sistemi per la generazione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica nelle applicazioni industriali e civili, fotografa il peso sul mercato elettrico italiano di un comparto di eccellenza dell’industria italiana fornitrice di tecnologie, quello dei trasformatori.

L’analisi delinea un segmento di mercato vivace, che nel 2015 ha generato un fatturato aggregato di 1,1 miliardi di euro, di cui il 54% (621 milioni di euro) riconducibile alle esportazioni e che vede l’Italia al secondo posto in Europa per fatturato, con una quota pari a circa il 15% e un incremento su base annua del fatturato totale del 4%, andamento positivo che ha caratterizzato tutte le tipologie di prodotto.

Per la realizzazione dell’indagine è stato coinvolto un campione d’imprese, con l’obiettivo di analizzare anche l’andamento del comparto per tipologia di prodotto, per canali di vendita e per singoli mercati di sbocco.
In particolare, considerando la suddivisione per gruppi merceologici del campione, emerge come il 41% del fatturato totale sia originato dai trasformatori di distribuzione in olio, il 37% dai trasformatori di grande potenza e il 22% da quelli di distribuzione in resina.

Per quanto riguarda, invece, i canali di vendita dei trasformatori elettrici, il primo mercato di sbocco delle tecnologie del comparto è rappresentato dall’export diretto, con una quota pari al 57,3%, seguito dalla vendita diretta (34,7%) e da quella indiretta (8%), mentre in merito alla suddivisione per mercati finali di vendita, è la trasmissione elettrica a collocarsi al primo posto, con il 37,6% del fatturato totale, seguita dalla distribuzione elettrica (35,5%) e dall’industria (22,1%).

Nel quinquennio 2010-2015, le esportazioni del comparto hanno registrato una crescita media annua pari circa all’1,5%, con oltre il 60% originato dal segmento dei trasformatori in resina, il 26% da quelli in olio, mentre il 13% da quello dei componenti.

Considerando, infine, la distribuzione geografica delle esportazioni italiane, nel 2015 circa la metà sono state destinate all’area europea, cui si aggiunge una quota significativa spedita nel Medio Oriente (21,8% sul totale esportato), area che si conferma sempre più strategica per l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

 

Da Faac tanti servizi per gli installatori

faacFAAC, azienda italiana specializzata nelle soluzioni di automazione per serramenti e di controllo degli accessi pedonali e veicolari, dedica una vasta gamma di servizi e un’ampia offerta di prodotti agli installatori e ai professionisti tecnici.

Faac offre soluzioni che vanno oltre l’automazione dei cancelli, come ad esempio automazioni per tende e tapparelle, sistemi di allarme residenziale…. Tutti i prodotti FAAC sono progettati per un’installazione semplice e veloce e un funzionamento affidabile che minimizza la manutenzione e l’assistenza.
FAAC propone agli installatori e ai professionisti promozioni esclusive che consentono di acquistare i prodotti FAAC a prezzi scontati o di ricevere premi.

“Gli installatori qualificati sono i nostri interlocutori più importanti, perché hanno la possibilità di indirizzare verso FAAC la domanda degli utilizzatori finali e inoltre, installando i nostri prodotti a regola d’arte, contribuiscono a difenderne la meritata reputazione di superiorità tecnologica, in conformità alle vigenti normative. Per questi motivi FAAC ha sempre investito e intende continuare ad investire le risorse necessarie per fornire agli installatori i servizi che consentono loro di lavorare nel migliore dei modi” ha sottolineato Massimo Mola, Direttore Commerciale Italia di FAAC.

Ma Faac fornisce assistenza tecnica, formazione e aggiornamenti continui.

Assistenza tecnica

Tra i servizi più importanti, l’assistenza tecnica per gli installatori per supportarli in fase di
progettazione, installazione o manutenzione. Questo servizio è offerto tramite un numero telefonico nazionale unico dedicato all’assistenza tecnica per i professionisti (051 6172501) o sito web www.assistenzatecnicafaac.it.

Aggiornamenti e formazione

Informazione e formazioni sono fondamentali: FAAC fornisce aggiornamenti continui sulle novità riguardanti l’azienda e i suoi prodotti, ma soprattutto propone corsi di formazione dedicati che consentono agli installatori di aggiornare ed arricchire le proprie competenze per rimanere al passo con le innovazioni tecnologiche e le novità legislative e normative.
I corsi si svolgono sia nelle filiali FAAC sia presso i grossisti di materiale elettrico.
Il calendario corsi è disponibile sul sito.

Sicurezza residenziale: integrazione, convergenza, smart home

convegno sicurezza residenzialeSecondo recenti indagini, la metà degli italiani non si sente sicuro a casa propria: nasce quindi la richiesta di garantire sicurezza di persone e beni.
Con queste parole Gianni Andrei, Presidente onorario di A.I.Pro.S (associazione italiana professionisti della sicurezza) ha aperto il convegno sulla “Sicurezza Residenziale” svoltosi presso il Palazzo della Cultura di Tecniche Nuove.
In Italia, negli ultimi anni, cresce il numero di reati e cresce di conseguenza l’esigenza di sicurezza, considerata fondamentale nel determinare la qualità della vita: vivere bene, vivere sicuri.
Il risultato è un mercato in crescita e in evoluzione sia per la sicurezza attiva, sia per quella passiva.
Il 25% degli italiani possiede un impianto antintrusione (antifurto, videosorveglianza e TVCC, sempre più spesso integrati con la domotica) mentre il 50% circa ha installato un sistema di protezione passiva (porta blindata, grate di sicurezza, cancelli ecc.).

Il 25% degli italiani possiede un impianto antintrusione, mentre il 50% ha installato un sistema di protezione passiva

Certo, il lavoro da svolgere per superare la percezione di mancanza di sicurezza è tanto, ma le aziende hanno a disposizione tantissime tecnologie innovative per supportare le richieste dell’utenza come sistemi d’allarme, videosorveglianza e sistemi di home e building automation.
In tutto questo, giocano un ruolo molto importante progettisti e installatori che possono raccogliere la sfida grazie a una corretta formazione e a competenze multidisciplinari. Ormai si parta di sistemi integrati che richiedono tecnologie e conoscenze diverse, ma l’installatore ha anche il compito di informare l’utente e consigliarlo verso le scelte più adatte.

È importante analizzare il contesto per realizzare un buon progetto e installare la giusta soluzione: è necessario valutare i rischi, le vulnerabilità e individuare le misure di difesa e di contrasto. La sicurezza è fatta di strumenti e disposizioni, quelle che io definisco misure passive perché creano un ostacolo, un ritardo; misure attive, cioè impianti in grado di rilevare un evento; misure organizzative, come il mantenimento in buona operatività degli strumenti (banalmente, anche la pulizia delle lenti delle videocamere di sorveglianza)” ha sottolineato Massimo Morocco, Presidente di A.I.Pro.S.
Questo significa installare soluzioni corrette ed efficaci, ma anche garantire la qualità della soluzione nel tempo attraverso la manutenzione preventiva.
convegno sicurezza residenzialeUn approccio corretto parte dal saper spiegare la tecnologia e il suo utilizzo, ma anche supportare i relativi vantaggi e benefici.
Gli impianti di sicurezza residenziale godono di sgravi fiscali: infatti la Legge di Stabilità del 2016 (attualmente in discussione la proroga per il 2017) prevede il bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie – comprese le spese sostenute per la protezione e la sicurezza, quindi relative all’installazione di un impianto d’allarme antintrusione e di videosorveglianza – nella misura del 50%.

 

Il bonus opera sotto forma di detrazione Irpef delle spese sostenute per interventi di ristrutturazione delle abitazioni, Casa Sicura, e delle parti comuni negli edifici residenziali, Condominio Sicuro. Come tutte le detrazioni è ripartita in dieci quote annuali, è necessario pagare con bonifico bancario, e si ha diritto all’IVA agevolata al 10%.

L’evoluzione della sicurezza

Ma quali sono le nuove tecnologie a disposizione per l’installatore? Le parole d’ordine sono intelligenza, integrazione, convergenza e connessione.
Tutte le aziende presenti – Risco Group, Daitem, Hikvision e TSec – hanno sottolineato che un sistema d’allarme va oltre la sicurezza. L’utente ormai richiede la possibilità di controllare e gestire la propria casa e i propri impianti, quindi al “vecchio tastierino” è subentrato il terminale touch multifunzione, mentre la gestione passa da semplice ricezione e verifica degli allarmi a vera e propria interazione.

Gestione totale degli impianti

handyapp risco groupSicurezza, video verifica, gestione energetica: tutto questo è possibile con Smart Home di Risco Group, la soluzione intelligente a 360° che include integrazione completa con tutti i sistemi di sicurezza Risco e i sensori di prevenzione, il controllo illuminazione, del comfort, la gestione elettrodomestici connessi e un sistema di video verifica che consente di visualizzare registrazioni e video in caso di eventi.
iRisco App consente di gestire in toto la propria casa, sia localmente sia da remoto: con un solo click è possibile collegarsi alle videocamere per vedere ciò che accade quando si è in ufficio, gestire i consumi e gli accessi alla porta di casa o al garage.

Da integrazione a convergenza

videosorveglianza hikvisionHikvision punta sulla convergenza e si propone al mercato come Total Solution Provider, fornitore di una soluzione completa, basata sulla convergenza dei sistemi: partendo dalla TVCC, passando per intercom e controllo accessi aggiungendo l’antintrusione.
Una vera e forte convergenza tra sistemi, tecnologie e piattaforme che riesce a dare una reale risposta di sicurezza.
La convergenza – di tutte le funzioni e di tutti gli apparati – significa garantire sistemi che parlano la stessa lingua, che dialogano, che si scambiano informazioni e che sono upgradabili contemporaneamente e in tempo reale.

Sicurezza senza fili

app daitemDaitem punta tutto sulla sicurezza residenziale wireless, economica, rapida e facile: questo perché garantisce un’installazione senza dover predisporre tracce nel muro o essere collegato alla rete elettrica.
e-nova, un antifurto per la casa wifi di nuova concezione, sviluppato mediante lo studio e la sperimentazione di nuove tecnologie brevettate, caratterizzato da un design essenziale e innovativo, funzionale alle performance del sistema.
Grazie al cloud proprietario e-Daitem e all’APP/Web è possibile verificare in ogni momento – attraverso uno smartphone o un tablet – quello che accade all’interno della casa o ricevere una notifica di allarme, visionare in tempo reale le immagini catturate dai rivelatori con fotocamera e per guardare le registrazioni delle videocamere di sorveglianza.

Sicurezza fisica

tsec magnasphereL’aumento dei furti in abitazioni e negozi ha messo in evidenza la vulnerabilità dei sistemi tradizionali, basati su sensori magnetici, facilmente neutralizzabili dai ladri. Proprio partendo dalla vulnerabilità dei sensori magnetici tradizionali, Tsec di Brescia ha progettato una innovativa generazione di sensori e sistemi, il cui principio di funzionamento impedisce che un malintenzionato possa influenzare il sensore magnetico dall’esterno dell’abitazione o del locale. Questi sensori si basano sulla tecnologia americana Magnasphere, in uso da 10 anni presso siti governativi USA.
Sempre nella protezione dei varchi è stata creata la CST (Coded Sensor Technology),
che consente al contatto passivo codificato di riconoscere il proprio magnete, risolvendo il problema di mascheramento del sensore dall’interno del perimetro protetto, anche a impianto spento. Il tutto senza alimentazione.

Edificio 4.0: innovazioni tecnologiche e impiantistica integrata

bari-blog-2Dal 26 al 28 ottobre 2017, presso la Fiera del Levante di Bari, il nuovo progetto fieristico “Edificio 4.0 – Edilizia, Impianti, Città” presenterà agli operatori del settore tutte le innovazioni tecnologiche per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni degli edifici.

In un Paese come il nostro dove l’industria ha già avviato un importante processo di trasformazione sull’onda del nuovo concetto di Industrie 4.0, anche la filiera delle costruzioni non può non puntare al futuro. Si tratta, infatti, di un comparto strategico per il sistema Paese, con le sue quasi 755.000 imprese, pari al 14,6% del totale a livello nazionale, che, però, per tornare a crescere, ha bisogno di innovarsi attraverso competenze e nuove tecnologie.

Il ciclo produttivo di un edificio è cambiato e oggi utilizza imprese e professionisti che si sono specializzati e sono in grado di effettuare i propri interventi con macchine, materiali, attrezzature e metodologie sempre più aggiornate. Inoltre, si possono concretamente anticipare errori di progettazione, individuare rischi e pericoli per i lavoratori o visitare e “vivere” lo spazio ancora prima di averlo realizzato.

Per stare al passo con questa evoluzione la tecnologia già esiste e la nuova Fiera dell’Innovazione nella Ristrutturazione e Costruzione nasce proprio per illustrare agli operatori del settore come sfruttarla per rivedere il processo di costruzione/ristrutturazione degli edifici, assecondandone gli aspetti normativi e utilizzando innovativi strumenti e nuove metodologie operative.

bari-blog-1Cuore della manifestazione saranno le imprese e le aziende, che partecipano con le proprie eccellenze al ciclo produttivo edile, e i nuovi strumenti tecnologici, come il Building Information Modelling (BIM), la realtà virtuale e aumentata, la stampa 3D, i rivestimenti parametrici, la progettazione algoritmica, la fabbricazione robotica o l’Internet of Things.

All’interno della manifestazione, saranno strutturati tre saloni, che si svilupperanno in Piazze dell’Eccellenza, Viali e Quartieri tematici, studiati per rispondere alle diverse esigenze nella progettazione e costruzione degli edifici: Edilizia, il salone della progettazione, materiali, macchine e tecniche innovative nella Costruzione Edile; Impianti, il salone dell’innovazione negli impianti e nei sistemi termoidraulici, della climatizzazione, elettrici e domotici; Città, il salone dell’innovazione negli impianti, nei sistemi e nella gestione delle infrastrutture e dell’Internet delle Città.

 

Quale linguaggio per dispositivi connessi nella casa intelligente?

european-utility-weekPresentato a Barcellona in occasione dell’European Utility Week (15-17 novembre 2016) il nuovo linguaggio per i dispositivi connessi che, a livello europeo, consentirà di gestire la domanda di energia nella casa intelligente.

Nato grazie all’impegno delle Associazioni Energy@home e EEBus e integrato all’interno del protocollo SPINE (Smart Premises Interoperable Neutral-messages Exchange), il nuovo linguaggio è stato applicato come dimostratore a un energy manager che sovrintende il funzionamento di una serie di apparecchi connessi (un grande elettrodomestico, un caricatore di auto elettrica, un inverter per pannelli fotovoltaici e un contatore intelligente), simulando quindi lo scenario di una casa intelligente del futuro.

Come spiega Marco Signa, Direttore di Energy@home: «Si parla molto di Internet of Things, se ne avverte il fascino, ma non si deve dimenticare che questa rivoluzione annunciata potrà essere veramente tale se sarà alla portata degli utenti, quindi se i dispositivi tecnologici, anche di marche diverse, parleranno fra loro. Da qui la necessità di un linguaggio comune europeo, base imprescindibile per sviluppare le grandi potenzialità di un mercato come quello dei prodotti e dei servizi connessi. È questo il motivo per cui Energy@home è impegnata da anni a fianco delle aziende, degli Enti e delle istituzioni nella creazione di un’infrastruttura di servizio aperta, condizione per creare un’esperienza per l’utente semplice e omogenea fra i servizi della casa».

Applicabile a diversi protocolli, come SPINE ad esempio, il linguaggio permette la comunicazione fra apparecchi connessi, anche di marche diverse, e con un energy manager domestico, che, grazie a questo scambio d’informazioni, sarà in grado di ottimizzare l’impiego dell’energia, tenendo conto della disponibilità di fonti energetiche rinnovabili (inclusa l’autoproduzione con i pannelli fotovoltaici) o delle migliori tariffe del mercato.

Si tratta, secondo Signa, di un passo fondamentale a favore dello sviluppo delle tecnologie innovative per la casa intelligente, la cui adozione e diffusione troppo spesso è stata ostacolata dalla frammentazione degli standard: «Nel campo delle telecomunicazioni mobili, la condivisione del linguaggio ha permesso passi da gigante; ed è questo il modello cui ci ispiriamo per immaginare la casa connessa del futuro, dove la tecnologia sempre più complessa, nella sua concezione e realizzazione, dovrà essere sempre più semplice nell’utilizzo».

 

Risco Stars per installatori e distributori

programma risco starsRisco Group, azienda specializzata nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di
soluzioni di sicurezza integrate, presenta Risco Stars, un programma per distributori e installatori che ha come obiettivo quello di supportarne la crescita, fornire formazione e offrire gli strumenti necessari per aumentare la visibilità sul mercato.

Risco Stars offre innumerevoli benefici ai partner permettendo di accumulare punti Stars tramite l’acquisto di prodotti per i distributori e la scansione dei QR presenti sugli imballi delle soluzioni Risco selezionate per gli installatori e richiedere strumenti promozionali e finanziamenti per attività di marketing al raggiungimento di soglie prefissate.

Per tutti i clienti è possibile accedere gratuitamente a corsi di formazione online che consentono di approfondire le soluzioni Risco; inoltre – dal mese di novembre – sono disponibili certificazioni tecniche e commerciali su centrali, sensori e video verifica sia per i distributori sia per gli installatori. 

Gli installatori – grazie a questo programma – hanno la possibilità di capire come migliorare la propria visibilità per raggiungere un bacino più ampio di clienti potenziali, massimizzare l’efficienza e il livello di professionalità delle attività promozionali, rafforzare il know-how professionale e ricevere un’estensione della garanzia dei prodotti Risco di 12 mesi, fino a 36 mesi.

I distributori possono, invece, richiedere fondi marketing per la realizzazione di attività specifiche, inoltre possono offrire agli installatori la partecipazione a programmi di formazione e fornire un servizio di estensione di garanzia.

Come fare per iniziare a guadagnare i punti?
Accedere a Risco Stars è facilissimo, infatti basta registrarsi al programma dal sito di Risco Group e scaricare HandyApp per smartphone iOS e Android.

La App è necessaria per scansionare i codici QR dei prodotti  e ottenere i punti Stars. Inoltre, è necessario attivare la garanzia del prodotto in fase di installazione.

Ivan Castellan, Branch Manager di Risco Group Italia ha evidenziato che “Risco Stars è molto più di un semplice piano promozionale. Per aiutare e supportare i propri partner, l'azienda ha ideato un programma che, attraverso corsi tecnici e strumenti dedicati, permette di accrescere il business di distributori e installatori e massimizzarne la visibilità. Contestualmente, Risco Stars contribuisce a fidelizzare il vasto portfolio di partner e accrescere ulteriormente la nostra già solida presenza nel mercato della sicurezza”.

Giuliano Busetto eletto nuovo presidente Anie

assembra anie - Giuliano BusettoAnie Confindustria, Federazione Nazionale delle Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche, ha eletto Giuliano Busetto come Presidente dell’Associazione per il prossimo quadriennio 2016-2020.

“Assumo questo incarico con entusiasmo, passione, costanza, responsabilità, credendo nell’innovazione tecnologica come fattore di crescita e di sviluppo”. Con queste parole Giuliano Busetto ha aperto l’Assemblea definendo il suo ruolo e i suoi obiettivi. 

Giuliano Busetto ha ottenuto la fiducia del Consiglio Generale di Anie presentando un programma basato su tre elementi strategici per l’intera industria italiana e trasversali al vasto ambito delle imprese Anie: infrastrutture intelligenti, energia e digitalizzazione del manifatturiero.

L’Italia ha bisogno di un sistema di infrastrutture intelligente poiché reti, costruzioni ed edifici hanno un’anima tecnologica in grado di garantire connettività e sicurezza. 

Giuliano Busetto“Le aziende presenti in Anie hanno il dominio delle tecnologie smart e innovative per le reti, le città, gli edifici e la mobilità. È mio preciso compito valorizzarle e spingerle per portare avanti nuove soluzioni in grado di garantire efficienza energetica, sicurezza abitativa e sostenibilità ambientale”.

Nella crescita di un paese è fondamentale il settore dell’energia e sono quindi necessari piani strategici nazionali legati alla produzione, distribuzione, trasmissione e utilizzo dell’energia.

La digitalizzazione delle imprese manifatturiere è l’elemento cardine per contribuire in maniera determinante a rafforzare l’industria italiana e a mantenere in Italia un comparto produttivo competitivo e di eccellenza. “Il futuro di Industria 4.0 passa attraverso l’adozione di tecnologie innovative presenti in Anie e la consapevolezza che l’integrazione trasversale di tecnologie che spaziano dalla meccanica, all'automazione, all'information technology è fondamentale e imprescindibile per lo sviluppo”.

“Sono convinto che questi tre macrotemi possano rappresentare tre driver di crescita per il Paese, sono certo che se sapremo ben indirizzare le opportunità di fronte noi, accresceremo il ruolo di Anie come autorevole interlocutore, punto di riferimento per mercato e istituzioni, a beneficio delle imprese associate e attraendo così una nuova base associativa. A noi il compito di cogliere le sfide del momento e intraprenderle con determinazione e ingegno” ha sottolineato Giuliano Busetto.

Per fare tutto questo sono però necessarie nuove competenze lavorative e nuove figure professionali. Anie vuole essere il promotore di un’azione di collaborazione con le Università tecnologiche in modo da aggiornare corsi e didattica secondo concetti più moderni e integrati che possono formare persone e professionisti in grado di cogliere le opportunità offerte dalla Quarta Rivoluzione industriale.

Lo scenario del settore

distribuzione-fatturato-anieL’Assemblea generale è anche l’occasione per il contesto nel quale le aziende operano.

Dalla analisi dei primi dati dell’industria elettronica ed elettrotecnica emerge che, a differenza dell’anno 2015 che aveva visto un recupero dei diversi comparti di Anie, il 2016 presenta andamenti differenziati: flessione per il comparto Cavi ed Energia, stabilità per il Building, crescita per il comparto della Automazione Industriale, dei Componenti elettronici e della Sicurezza.

Nel complesso si registra una variazione positiva dello 0,8% del fatturato aggregato a fronte di un incremento di fatturato del 5,8% registrato nel 2015.

Una squadra per la crescita

Anie è oggi, e ancor più in futuro, il punto di riferimento per i principali stakeholder, al fine di stimolare investimenti per la trasformazione digitale delle imprese e rafforzare pertanto l’attuale posizione di secondo mercato manifatturiero in Europa e settimo nel mondo.

Per raggiugere questi ambiziosi obiettivi, Giuliano Busetto ha creato una squadra composta da cinque vice Presidenti, un mix di imprenditori italiani e manager internazionali fortemente calati nel territorio italiano che condividono la passione, la dedizione e l’ambizione di far crescere l’Italia.

Fanno parte della squadra: Guidalberto Guidi con delega a “Centro Studi e Relazioni Esterne”, Emilio Cremona con delega a “PMI e Rapporti istituzionali”, Andrea Maspero, con delega alla “Internazionalizzazione, Maurizio Manfellotto con delega su “Infrastrutture intelligenti” e a Matteo Marini con delega “Energia”.

“Sono pronto a lavorare con impegno per favorire l’industria elettrotecnica ed elettronica italiana, aiutare il Paese a crescere, ascoltare e promuovere le esigenze delle 14 Associazioni di settore e di categoria. Sono certo saremo in grado di guidare il Paese grazie alle innovazioni tecnologiche che le 1200 imprese associate sapranno proporre nei prossimi anni, di creare valore e tracciare la strada perlo sviluppo dell'Industria 4.0”.

Rete Irene: portale dedicato alla riqualificazione energetica

rete ireneNato nel 2013 dalla partnership di aziende attive nel settore edile ed impiantistico, Rete Irene si propone l’obiettivo di informare cittadini, amministratori e professionisti sui temi legati efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici.

Rete Irene ha consolidato il proprio ruolo per informazioni, consulenze e servizi di riqualificazione integrata sul sistema edificio-impianto, grazie alla condivisione di know-how e di tecnologie di ultima generazione con le aziende del settore impiantistico ed edile.

Il sito, infine, è arricchito da una vetrina virtuale – la Vetrina di Irene – a disposizione di aziende e professionisti che operano nel settore: l’obiettivo è quello di illustrare gli interventi di efficientamento energetico, le scelte dei materiali, le soluzioni progettuali direttamente attraverso la voce di professionisti e addetti ai lavori, che spiegheranno nel dettaglio come hanno operato.

La nuova strategia di comunicazione vuole essere un supporto a cittadini e professionisti per essere sempre aggiornati su tutte le normative e legislazioni.

Proprio per questo è a disposizione una pagina Facebook e un canale YouTube a cui fare riferimento per aggiornamenti e approfondimenti su riqualificazione energetica, deep renovation e tutela ambientale, oltre alla pubblicazione di una newsletter quindicinale.

È inoltre, a disposizione, Irene Club, un servizio di consulenza on-line e on-site dedicato ai progettisti e ai
professionisti.

irene_logo_rgb“Rete Irene ha la capacità di coniugare la sensibilità rispetto ai temi dell’inquinamento e dell’efficienza energetica alla capacità di stringere sinergiche partnership con gli stakeholder di riferimento,
consentendo al network di costituirsi quale interlocutore privilegiato in fatto di riqualificazione energetica” ha sottolineato Manuel Castoldi, Presidente di Rete Irene.

“L’importanza della diffusione delle buone pratiche sulla Riqualificazione energetica del patrimonio
immobiliare rappresenta una grande opportunità per l’ambiente e per la qualità di vita dei cittadini, solo continuando a percorrere questa strada si possono ridurre le emissioni inquinanti di CO2” ha evidenziato
Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.